LA MECCANICA BOHMIANA. È stata proposta come versione deterministica della meccanica quantistica.

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "LA MECCANICA BOHMIANA. È stata proposta come versione deterministica della meccanica quantistica."

Transcript

1 4 LA MECCANICA BOHMIANA 08/09 1 LA MECCANICA BOHMIANA La meccanica di Bohm non è stata elaborata in relazione al problema della misurazione. È stata proposta come versione deterministica della meccanica quantistica. Tuttavia vedremo che essa permette anche la costruzione di una soddisfacente teoria della misurazione. Lo stato e le equazioni di evoluzione della meccanica bohmiana Dato un sistema S di N particelle sia x il set delle coordinate di tutte le particelle (cioè la configurazione del sistema) e ψ(x) la funzione d onda del sistema. Secondo la meccanica bohmiana lo stato del sistema è costituito dalla coppia {x, ψ(x)} (si noti che il simbolo x ha un significato diverso nei due elementi dello stato). Lo stato del sistema evolve secondo le equazioni iħ t ψ t(x) = Ĥ ψ t(x) (equazione di Schrödinger), d dt x t = V ψ (equazione di guida), dove V ψ è un campo di (multi)velocità dipendente da ψ t per ora da definire. Entrambi gli elementi dello stato evolvono deterministicamente, la funzione d onda in modo autonomo, la configurazione in modo dipendente dalla funzione d onda. La meccanica bohmiana è una teoria con variabili addizionali, costituite dalla configurazione. L equazione di continuità Sia E un ensemble di repliche del sistema S in stati individuati tutti dalla medesima funzione d onda ψ e da diverse configurazioni x e sia ϱ la distribuzione (densità) delle configurazioni x nell ensemble E. Allora, poiché il sistema si muove nello spazio delle configurazioni secondo l equazione di guida, la densità ϱ soddisfa l equazione di continuità (1) t ϱ t(x) + (ϱ V ψ ) = 0, dove indica la (multi)divergenza.

2 4 LA MECCANICA BOHMIANA 08/09 2 L equazione di continuità per la quantità ϱ ψ Data l equazione di Schrödinger e la sua soluzione ψ costruiamo i campi Sappiamo che essi soddisfano l equazione ϱ ψ = ψ t(x) 2, j ψ = iħ 1 ( ψt (x) ψ 2m ψt (x) ψ ). (2) t ϱψ + jψ = 0. Se j ψ ha il significato di densità di corrente della quantità ϱ ψ l equazione (2) è l equazione di continuità per la ϱ ψ. Nota Nella formulazione standard della meccanica quantistica ϱ ψ e jψ hanno rispettivamente il significato di densità di probabilità della configurazione ove misurata e di densità di corrente di probabilità della configurazione. Nella meccanica bohmiana non si attribuiscono a ϱ ψ e jψ tali significati, almeno a livello di assunzioni. Il campo V ψ Assumiamo che il campo di velocità V ψ che compare nell equazione di guida sia dato da (3) V ψ = jψ ϱ ψ Dunque l equazione di guida è determinata da ϱ ψ e jψ e quindi da ψ.

3 4 LA MECCANICA BOHMIANA 08/09 3 L assunzione sulla costruzione di un ensemble e l equivarianza Assumiamo che, se all istante t 0 viene costruito un ensemble di sistemi S in stati individuati tutti dalla medesima funzione d onda ψ t0 (x) le configurazioni dei diversi S nell ensemble sono necessariamente distribuite secondo la funzione ϱ t0 (x) data da (4) ϱ t0 (x) = ϱ ψ t 0 (x). Allora a tutti i tempi si ha ϱ t (x) = ϱ ψ. Infatti [ ] ϱ t0 +d = ϱ t 0 (x) + t ϱ dt t=t 0 ( ) (1) = ϱ t0 (x) ϱ t0 (x)v ψ t 0 (x) dt ( ) (3) = ϱ t0 (x) ϱ t0 (x) jψ t 0 (x) ϱ ψ dt t 0 (x) (4) = ϱ ψ t 0 (x) j ψ t 0 (x) dt [ (2) = ϱ ψ t 0 (x) + t ϱψ t ]t= dt 0 = ϱ ψ t 0 +d Questa proprietà dell equazione di guida è detta equivarianza. Nota L equazione (3), che definisce il campo di velocità, perde senso dove ϱ ψ (x) si annulla. t Tuttavia, come l equivarianza fa intuire e come si può dimostrare rigorosamente, una configurazione non può uscire dal supporto di ϱ ψ (e quindi di ψ t(x)). Nota Come già osservato, lo stato del sistema evolve in modo deterministico. Il carattere statistico delle previsioni della meccanica quantistica è "scaricato" nell assunzione sulla distribuzione iniziale delle configurazioni in un ensemble di sistemi in stati aventi in comune la funzione d onda. L equivarianza assicura che la relazione ϱ t (x) = ψ 2, che comporterà la coincidenza delle previsioni statistiche con quelle della formulazione standard, resti valida a tutti i tempi.

4 4 LA MECCANICA BOHMIANA 08/09 4 LA MISURAZIONME NELLE MECCANICA BOHMIANA Abbiamo enunciato i principi fondamentali della meccanica bohmiana. Osserviamo che, coerentemente con il nostro programma, non abbiamo introdotto a livello dei principi il concetto di misurazione, a differenza di quanto è fatto nella formulazione standard che assume proprio a livello dei principi le proposizioni riguardanti i risultati e gli effetti delle misurazioni. Prima di poter confrontare le due formulazioni (e mostrare che le loro previsioni coincidono) dobbiamo costruire sulla base dei principi già enunciati la descrizione delle misurazioni nell ambito bohmiano.

5 4 LA MECCANICA BOHMIANA 08/09 5 Il sistema particella+apparato+ambiente Discuteremo un esempio semplice ma significativo in quanto paradigmatico. Si esegue per mezzo di due rivelatori una misurazione dicotomica della posizione di una particella. Sia S la particella e A il complesso dei due rivelatori. Poiché il sistema A è macroscopico è impossibile isolarlo completamente dall ambiente circostante. Includiamo quindi nella descrizione l ambiente E, cioè consideriamo il sistema S + A + E. Per abbreviare le notazioni definiamo B = A + E; il sistema considerato è quindi S + B. La descrizione dello stato del sistema Sia x = posizione della particella S, y = configurazione di (posizione di tutte le particelle in) B. Secondo i principi della meccanica bohmiana lo stato del sistema (omettendo di indicare la dipendenza da t) è costituito dalla coppia { } (x, y), Ψ(x, y). La funzione d onda in generale sarà Ψ(x, y) = i c i ψ(x) β i (y). La variabile indicatrice La rivelazione della particella da parte dell uno o dell altro rivelatore corrisponde a una diversa configurazione delle particelle del sistema A dei due rivelatori. Pertanto un sottoinsieme z delle variabili y gioca il ruolo di variabile indicatrice del risultato della misurazione. Diciamo che i valori z = z 1 e z = z 2 corripondono rispettivamente alla rivelazione della particella da parte del primo e del secondo rivelatore.

6 4 LA MECCANICA BOHMIANA 08/09 6 Lo stato prima della misurazione La misurazione viene eseguita su tutti gli elementi di un ensemble e, per tutti gli elementi di questo, la funzione d onda della particella S prima della misurazione sia ψ(x) = c 1 ψ 1 (x) + c 2 ψ 2 (x). Supponiamo che i due termini siano spazialmente separati e che l equazione di Schrödinger porti ψ 1 e ψ 2 a colpire rispettivamente il primo e il secondo rivelatore. IL PROBLEMA DELLA MISURAZIONE QUANTISTICA Sia x la posizione della particella in uno degli elementi dell ensemble. Pa La posizione x giace necessariamente nel supporto di ψ(x) e, con riferimento all ensemble, le probabilità che essa si trovi nei supporti di ψ 1 (x) e ψ 2 (x) sono rispettivamente c 1 2 e c 2 2. Siano y i e β i (y) la configurazione e la funzione d onda di B prima della misurazione. Il dispositivo e la situazione prima della misurazione, con riferimento a un singolo elemento dell ensemble, sono illustrati dalla figura seguente. (1) (1) c 1 ψ 1.. c 1 ψ 1 c 2 ψ 2 S.E.+G.E. c 2 ψ 2 (2) ψ(x) β i (y) c 1 ψ 1 (x)β f 1(y)+c 2 ψ 2 (x)β f 2( x y i z 1,... x (2) L assunzione che i due termini in ψ(x) siano spazialmente separati è stata fatta al solo scopo di rendere espressiva la figura e non gioca alcun ruolo nelle considerazioni che seguono. In generale ψ 1 (x) e ψ 2 (x) sono le parti (normalizzate) di ψ(x) che colpiscono rispettivamente i rivelatori 1 e 2.

7 4 LA MECCANICA BOHMIANA 08/09 7 Una proprietà delle sovrapposizioni Prima di discutere l evoluzione della funzione d onda e della configurazione di un sistema è opportuno mostrare un importante proprietà delle sovrapposizioni di più funzioni d onda. Se ψ(x) = ψ 1 (x) + ψ 2 (x) e l evoluzione di Schrödinger tiene i due termini separati nello spazio delle configurazioni (supporti disgiunti) per un certo intervallo di tempo, allora in quell intervallo di tempo e quindi ϱ ψ = ϱψ 1(x) + ϱ ψ 2(x), j ψ t t = j ψ 1 + j ψ 2 (5) ϱ t (x) = ϱ 1t (x) + ϱ 2t (x), (6) = jψ 1 + j ψ 2 ψ ϱ ψ 1 + ϱ ψ 2 = j 1 ψ ϱ ψ 1 + ϱ ψ 2 + j 2 ϱ ψ 1 + ϱ ψ 2 V ψ = jψ 1 ϱ ψ 1 t (x) + j ψ 2 (x) = V ψ1 + V ψ 2 t ϱ ψ 2 t (x). Inoltre, secondo quanto abbiamo già notato, una configurazione non può evolvere attraversando i confini dei domini disgiunti. Domanda Che cosa occorre affinché due funzioni d onda di un sistema di molte particelle abbiano supporti disgiunti nello spazio delle configurazioni? Risposta Basta (quasi) niente.

8 4 LA MECCANICA BOHMIANA 08/09 8 Evoluzione della funzione d onda Sia (7) ψ(x) = c 1 ψ 1 (x) + c 2 ψ 2 (x) la funzione d onda della particella S prima della misurazione e, come abbiamo già detto, l equazione di Schrödinger porti ψ 1 e ψ 2 a colpire rispettivamente il primo e il secondo rivelatore. L applicazione dell equazione di Schrödinger dia ψ 1 (x)β i (y) S.E. ψ 1 (x)β f 1(y), ψ 2 (x)β i (y) S.E. ψ 2 (x)β f 2(y) (abbiamo omesso di indicare esplicitamente l evoluzione temporale banale che porta ψ 1 e ψ 2 attraverso i rivelatori). Le funzioni d onda β1(y) f e β2(y) f sono fortemente piccate rispettivamente attorno ai valori z = z 1 e z = z 2. Se la funzione d onda di S prima della misurazione è data dalla (7) si ha quindi Ψ i (x) = ( c 1 ψ 1 (x) + c 2 ψ 2 (x) ) β i (y) S.E. Ψ f (x) = c 1 ψ 1 (x)β f 1(y) + c 2 ψ 2 (x)β f 2(y). La decoerenza I due termini in Ψ f sono disgiunti nello spazio delle configurazioni. È importante notare che ciò resta vero per sempre, anche a dispetto di eventuali nostri tentativi di far sovrapporre i due termini. Questo fatto, che è assicurato dalla inevitabile interazione del sistema macroscopico A con l ambiente E, è la caratteristica saliente assunta dalla decoerenza nella meccanica bohmiana. Pertanto, dopo la misurazione, vale inevitabilmente per l ensemble la scomposizione (5) ϱ t (x, y) = ϱ 1t (x, y) + ϱ 2t (x, y), cioè i due termini in Ψ f non potranno mai interferire. Nella formulazione standard, che include nella descrizione il solo sistema S, l impossibilità dell interferenza è conseguenza della riduzione.

9 4 LA MECCANICA BOHMIANA 08/09 9 Evoluzione della configurazione Appena avviene l interazione di S con B, i due termini nella funzione d onda complessiva Ψ(x, y) hanno supporti disgiunti. Allora, indicando per un singolo elemento dell ensemble con x = x e y = y i la posizione di S e la configurazione di B prima della misurazione e con x = x e y = z f,... i loro rispettivi valori dopo la misurazione, IL PROBLEMA DELLA MISURAZIONE QUANTISTICA Pavia TMQ 601 l equazione di guida impone l evoluzione { x, y i } G.E. { x = x, z f = z 1,... se x giace entro ψ 1, x = x, z f = z 2,... se x giace entro ψ 1, dove x nei due casi giace rispettivamente entro ψ 1 e entro ψ 2. Il processo complessivo Se x giace entro ψ 1 l intero processo è illustrato dalla figura seguente. (1) (1) c 1 ψ 1.. c 1 ψ 1 c 2 ψ 2 S.E.+G.E. c 2 ψ 2 (2) ψ(x) β i (y) c 1 ψ 1 (x)β f 1(y)+c 2 ψ 2 (x)β f 2(y) x y i z 1,... x (2) Con riferimento all ensemble la probabilità che le cose si svolgano effettivamente come indicato è c 1 2 poiché questa è la probabilità che x giaccia entro ψ 1. Ciò è conseguenza dell assunzione sulla relazione tra distribuzione delle configurazioni e funzione d onda quando l ensemble è costruito assieme alla proprietà di equivarianza che assicura che la relazione resta vera nel tempo. Dunque le previsioni statistiche della meccanica bohmiana sono in accordo con quelle della formulazione standard.

10 4 LA MECCANICA BOHMIANA 08/09 10 Il requisito di buon senso Lo stato finale di ogni sistema S + B dell ensemble considerato è costituito dalla funzione d onda finale Ψ f = c 1 Ψ1 f + c 2 Ψ2 f = c 1 ψ 1 (x)β1(y) f + c 2 ψ 2 (x)β2(y) f (la stessa per ogni elemento dell ensemble) e dalla configurazione x, z f,... (diversa per i diversi elementi). Il requisito di buon senso, ogni formulazione consistente della meccanica quantistica deve contenere elementi di descrizione del sistema che, a misurazione avvenuta, siano in corrispondenza con il risultato della misurazione, è soddistatto. Si può addirittura interpretare la configurazione come l elemento fondamentale di descrizione che specifica la situazione del sistema a un certo istante, mentre il ruolo della funzione d onda è solo quello di determinare, attraverso l equazione di guida, come evolve la configurazione. La funzione d onda finale, pur contenendo due termini macroscopicamente distinti, non è più inconcepibile, poiché le due situazioni finali (vivo e morto nell esempio del gatto) sono diversamente descritte dalla configurazione. La ripetizione della misurazione È ovvio che, per ciascun elemento dell ensemble, se la misurazione è ripetuta da un secondo apparato eventualmente contenuto in B, si ottiene un risultato corrispondente al primo. La sufficienza delle misurazioni di posizione Nel nostro esempio la grandezza misurata è la posizione della particella S. È chiaro che tutta la nostra discussione della misurazione considerata si basa sul ruolo privilegiato svolto nella meccanica bohmiana dalla configurazione e in particolare dalla posizione di S. Che cosa succede se misuriamo un altra grandezza? Ai fini della descrizione delle misurazioni, la meccanica bohmiana assume un ulteriore principio (detto della sufficienza delle misurazioni di posizione), cioè che qualsiasi misurazione si riduca a una misurazione di posizione (in generale a tempi differiti). Questa circostanza è di solito ammessa nell ambito di qualsiasi formulazione.

11 4 LA MECCANICA BOHMIANA 08/09 11 La descrizione dei subensemble La condizione ϱ t (x, y) = Ψ t (x, y) 2 è soddisfatta per l ensemble originariamente considerato E dopo la misurazione così come lo era prima. Dopo la misurazione, diciamo al tempo t immediatamente successivo, possiamo dividere E nei due subensemble E 1 e E 2 sulla base del risultato 1 o 2 della misurazione. La funzione d onda, per tutti gli elementi di E, e quindi di E 1 e E 2, è (8) c 1 Ψ 1t (x, y) + c 2 Ψ 2t (x, y), dove i due termini sono e restano disgiunti. La distribuzione delle configurazioni per l ensemble E è, per ogni t, c 1 Ψ 1t (x, y) + c 2 Ψ 2t (x, y) 2 = c 1 2 Ψ 1t (x, y) 2 + c 2 2 Ψ 2t (x, y) 2, mentre per il subensemble E 1 è, al tempo t, (9) E 1(x, ϱ t y) = Ψ1 t(x, y) 2. Facendo uso della scomposizione (6), l equazione di guida per gli elementi di E è (10) d { } xt, y dt t = V Ψ 1 t (x, y) + V Ψ 2 t (x, y). Per gli elementi di E 1, poiché { x t, y t } giace nel supporto di Ψ1, l equazione (10) si può riscrivere (11) d { } xt, y dt t = V Ψ 1 t (x, y), e pertanto a tutti i tempi t t (12) ϱ t E 1(x, y) = Ψ1t (x, y) 2. Per gli elementi di E 1 si può usare l equazione di guida (10) o, ciò che è lo stesso, più semplicemente la (11). Per il subensemble E 1 ai fini delle previsioni statistiche dei risultati di ulteriori misurazioni, occorre tuttavia assumere la condizione iniziale (9) anche se la funzione d onda è per tutti gli elementi la (8). Discutiamo le implicazioni concettuali di questa assunzione che contrasta con la nostra assunzione originale (4).

12 4 LA MECCANICA BOHMIANA 08/09 12 Discussione Le assunzioni sulla distribuzione delle configurazioni a un dato tempo in un dato ensemble non hanno nulla a che vedere con la dinamica fondamentale e servono solo allo scopo di fare previsioni statistiche sull ensemble. Tali assunzioni svolgono un ruolo simile alle assunzioni di un certo insieme statistico in meccanica statistica classica. Se un ensemble è messo assieme usando certe informazioni sulla configurazione, come è il caso per l ensemble E 1, è naturale e obbligatorio tenere conto di tali informazioni assumendo la distribuzione iniziale (9). Allora l accordo con la fenomenologia nota descritta dalla formulazione standard è assicurata dal fatto che la relazione (9) persiste valida nel tempo e la consistenza della teoria dal fatto che tale persistenza segue dall equazione di guida (10) costruita con la funzione d onda completa (8). Ovviamente è lecito, dopo il tempo t, usare la funzione d onda Ψ 1, oltre che per costruire la distribuzione delle configurazioni nell ensemble E 1, per determinare attraverso l equazione di guida la dinamica dei suoi elementi. Questa circostanza sostituisce nella meccanica bohmiana il principio di riduzione della formulazione standard. Concludendo, la regola per la distribuzione iniziale delle configurazioni in un ensemble può essere formulata assumendo che ϱ t0 (x) = ψ t0 (x) 2 se sappiamo che la funzione d onda di tutti gli elementi dell ensemble è o può essere assunta essere ψ t0 (x).

13 4 LA MECCANICA BOHMIANA 08/09 13 LA MECCANICA BOHMIANA E L EVOLUZIONE DELL UNIVERSO Dunque la nostra regola per l assunzione della distribuzione iniziale delle configurazioni in un ensemble è ϱ t0 (x) = ψ t0 (x) 2 se la funzione d onda di tutti gli elementi dell ensemble è o può essere assunta essere ψ t0 (x). Vediamo ora le cose da un altro punto di vista. Secondo le nostre assunzioni sulla dinamica fondamentale di qualunque sistema, l universo è caratterizzato da una certa condizione iniziale, composta da una funzione d onda iniziale e da una configurazione iniziale, che evolve in un modo determinato secondo l equazione di Schrödinger e l equazione di guida. Capita (sappiamo che capita) che dell universo facciano parte sottosistemi, che indichiamo solitamente come sperimentatori, la cui dinamica e la cui interazione con altri sottosistemi sono tali che questi ultimi abbiano le caratteristiche di ensemble i cui elementi sono descrivibili da una medesima funzione d onda. La meccanica bohmiana assume che la distribuzione in un ensemble della configurazione dei diversi elementi sia data dal modulo quadrato della funzione d onda comune. Nasce evidentemente un problema di consistenza. Poiché tutto consegue dai valori inziali della funzione d onda e dalla configurazione dell universo e dalla loro dinamica, l assunzione sulla distribuzione della configurazione nell ensemble deve in realtà potersi dedurre. Il problema ha i medesimi caratteri concettuali del problema di giustificare la composizione degli ensemble che si usano in meccanica statistica classica. Gli specialisti di meccanica bohmiana affermano che, se la funzione d onda e la configurazione iniziali dell universo ubbidiscono a una condizione di tipicità (peraltro non stringente), allora l assunzione sulla distribuzione negli ensemble può essere dimostrata.

1 Il paradosso del gatto di Schrödinger

1 Il paradosso del gatto di Schrödinger 1 Il paradosso del gatto di Schrödinger by extrabyte Abstract. Una descrizione del paradosso del gatto di Schrödinger 1.1 Introduzione Riportiamo velocemente i postulati della Meccanica Quantistica 1.

Dettagli

1 Processi stocastici e campi random

1 Processi stocastici e campi random Corso di Termodinamica e Meccanica Statistica Anno Accademico 211/212 1 Processi stocastici e campi random Vogliamo estendere le metodologie del calcolo delle probabilità e della statistica, in modo da

Dettagli

Esercitazioni di Meccanica Quantistica I

Esercitazioni di Meccanica Quantistica I Esercitazioni di Meccanica Quantistica I Sistema a due stati Consideriamo come esempio di sistema a due stati l ammoniaca. La struttura del composto è tetraedrico : alla sommità di una piramide con base

Dettagli

PROBLEMI DI FISICA MODERNA E MECCANICA QUANTISTICA. FISICA MODERNA anno accademico

PROBLEMI DI FISICA MODERNA E MECCANICA QUANTISTICA. FISICA MODERNA anno accademico PROBLEMI DI FISICA MODERNA E MECCANICA QUANTISTICA FISICA MODERNA anno accademico 2011-2012 Si consideri un sistema che può trovarsi in uno di tre stati esclusivi 1, 2, 3, e si supponga che esso si trovi

Dettagli

8.1 Problema della diffusione in meccanica quantistica

8.1 Problema della diffusione in meccanica quantistica 8.1 Problema della diffusione in meccanica quantistica Prima di procedere oltre nello studio dell interazione puntuale, in questo paragrafo vogliamo dare un breve cenno alle nozioni di base della teoria

Dettagli

I POSTULATI DELLA MECCANICA QUANTISTICA

I POSTULATI DELLA MECCANICA QUANTISTICA 68 I POSTULATI DELLA MECCANICA QUANTISTICA Si intende per postulato una assunzione da accettarsi a priori e non contraddetta dall esperienza. I postulati trovano la loro unica giustificazione nella loro

Dettagli

Minimi quadrati vincolati e test F

Minimi quadrati vincolati e test F Minimi quadrati vincolati e test F Impostazione del problema Spesso, i modelli econometrici che stimiamo hanno dei parametri che sono passibili di interpretazione diretta nella teoria economica. Consideriamo

Dettagli

8. Completamento di uno spazio di misura.

8. Completamento di uno spazio di misura. 8. Completamento di uno spazio di misura. 8.1. Spazi di misura. Spazi di misura completi. Definizione 8.1.1. (Spazio misurabile). Si chiama spazio misurabile ogni coppia ordinata (Ω, A), dove Ω è un insieme

Dettagli

9. CALCOLO INTEGRALE: L INTEGRALE INDEFINITO

9. CALCOLO INTEGRALE: L INTEGRALE INDEFINITO ISTITUZIONI DI MATEMATICHE E FONDAMENTI DI BIOSTATISTICA 9. CALCOLO INTEGRALE: L INTEGRALE INDEFINITO A. A. 2014-2015 L. Doretti 1 La nascita e lo sviluppo del calcolo integrale sono legati a due tipi

Dettagli

02 - Logica delle dimostrazioni

02 - Logica delle dimostrazioni Università degli Studi di Palermo Facoltà di Economia Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche Appunti del corso di Matematica 0 - Logica delle dimostrazioni Anno Accademico 015/016

Dettagli

Teoria cinetica di un sistema di particelle

Teoria cinetica di un sistema di particelle Teoria cinetica di un sistema di particelle La meccanica dei fluidi modellati come sistemi continui, sviluppata dal XII e XIII secolo e in grado di descrivere fenomeni dinamici macroscopici con buona approssimazione

Dettagli

01 - Elementi di Teoria degli Insiemi

01 - Elementi di Teoria degli Insiemi Università degli Studi di Palermo Scuola Politecnica Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche Appunti del corso di Matematica 01 - Elementi di Teoria degli Insiemi Anno Accademico 2015/2016

Dettagli

APPUNTI DI TEORIA DEGLI INSIEMI. L assioma della scelta e il lemma di Zorn Sia {A i } i I

APPUNTI DI TEORIA DEGLI INSIEMI. L assioma della scelta e il lemma di Zorn Sia {A i } i I APPUNTI DI TEORIA DEGLI INSIEMI MAURIZIO CORNALBA L assioma della scelta e il lemma di Zorn Sia {A i } i I un insieme di insiemi. Il prodotto i I A i è l insieme di tutte le applicazioni α : I i I A i

Dettagli

04 - Numeri Complessi

04 - Numeri Complessi Università degli Studi di Palermo Facoltà di Economia CdS Statistica per l Analisi dei Dati Appunti del corso di Matematica 04 - Numeri Complessi Anno Accademico 2013/2014 M. Tumminello, V. Lacagnina e

Dettagli

La struttura elettronica degli atomi

La struttura elettronica degli atomi 1 In unità atomiche: a 0 me 0,59A unità di lunghezza e H 7, ev a H=Hartree unità di energia L energia dell atomo di idrogeno nello stato fondamentale espresso in unità atomiche è: 4 0 me 1 e 1 E H 13,

Dettagli

LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13)

LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13) LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13) DISPENSA N. 4 Sommario. Dimostriamo il Teorema di Completezza per il Calcolo dei Predicati del I ordine. 1. Teorema di Completezza Dimostriamo il Teorema

Dettagli

TEORIA DEI SISTEMI SISTEMI LINEARI

TEORIA DEI SISTEMI SISTEMI LINEARI TEORIA DEI SISTEMI Laurea Specialistica in Ingegneria Meccatronica Laurea Specialistica in Ingegneria Gestionale Indirizzo Gestione Industriale TEORIA DEI SISTEMI SISTEMI LINEARI Ing. Cristian Secchi Tel.

Dettagli

Dipendenza continua. A. Figà Talamanca

Dipendenza continua. A. Figà Talamanca Dipendenza continua A. Figà Talamanca 1 giugno 2005 2 Abbiamo dimostrato che, nell ipotesi che f (x, y) sia una funzione continua, limitata in valore assoluto da M, nel rettangolo x a, y y 0 b, e nell

Dettagli

Compitino 1 di Meccanica Quantistica I

Compitino 1 di Meccanica Quantistica I Compitino di Meccanica Quantistica I Facoltà di Scienze, M.F.N., Università degli Studi di Pisa, 5 dicembre 00 (A.A. 0/) (Tempo a disposizione: 3 ore ) Problema. Un sistema a due stati è caratterizzato

Dettagli

Precorsi di matematica

Precorsi di matematica Precorsi di matematica Francesco Dinuzzo 12 settembre 2005 1 Insiemi Il concetto di base nella matematica moderna è l insieme. Un insieme è una collezione di elementi. Gli elementi di un insieme vengono

Dettagli

Le Derivate. Appunti delle lezioni di matematica di A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri

Le Derivate. Appunti delle lezioni di matematica di A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri Le Derivate Appunti delle lezioni di matematica di A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri Nota bene Questi appunti sono da intendere come guida allo studio e come riassunto di quanto illustrato durante

Dettagli

PROBLEMI DI FISICA MODERNA E MECCANICA QUANTISTICA. FISICA MODERNA anno accademico

PROBLEMI DI FISICA MODERNA E MECCANICA QUANTISTICA. FISICA MODERNA anno accademico PROBLEMI DI FISICA MODERNA E MECCANICA QUANTISTICA FISICA MODERNA anno accademico 2013-2014 (1) Si consideri un sistema che può trovarsi in uno di tre stati esclusivi 1, 2, 3, e si supponga che esso si

Dettagli

Sviluppi e derivate delle funzioni elementari

Sviluppi e derivate delle funzioni elementari Sviluppi e derivate delle funzioni elementari In queste pagine dimostriamo gli sviluppi del prim ordine e le formule di derivazioni delle principali funzioni elementari. Utilizzeremo le uguaglianze lim

Dettagli

Qualche informazione su gruppi e anelli

Qualche informazione su gruppi e anelli Qualche informazione su gruppi e anelli 1. Gruppi e sottogruppi: prime proprietà Cominciamo subito scrivendo la definizione formale di gruppo. Definizione 0.1. Un gruppo G è un insieme non vuoto dotato

Dettagli

Note del corso di Calcolabilità e Linguaggi Formali - Lezione 10

Note del corso di Calcolabilità e Linguaggi Formali - Lezione 10 Note del corso di Calcolabilità e Linguaggi Formali - Lezione 10 Alberto Carraro DAIS, Università Ca Foscari Venezia http://www.dsi.unive.it/~acarraro 1 Teoremi fondamentali della Recursion Theory Theorem

Dettagli

Vettori applicati. Capitolo Richiami teorici. Definizione 1.1 Un sistema di vettori applicati Σ è un insieme

Vettori applicati. Capitolo Richiami teorici. Definizione 1.1 Un sistema di vettori applicati Σ è un insieme Capitolo 1 Vettori applicati 1.1 Richiami teorici Definizione 1.1 Un sistema di vettori applicati Σ è un insieme {(P i,v i ), P i E, v i V, i = 1,...,N}, (1.1) dove P i è detto punto di applicazione del

Dettagli

401 PREDICATI RICORSIVI PRIMITIVI

401 PREDICATI RICORSIVI PRIMITIVI 401 PREDICATI RICORSIVI PRIMITIVI Corso di Informatica Teorica - modulo 2 Prof. Settimo Termini 1 Breve richiamo Un predicato su un insieme S è una funzione totale P su S tale che a S si ha: P(a) = VERO

Dettagli

04 - Logica delle dimostrazioni

04 - Logica delle dimostrazioni Università degli Studi di Palermo Facoltà di Economia CdS Sviluppo Economico e Cooperazione Internazionale Appunti del corso di Matematica 04 - Logica delle dimostrazioni Anno Accademico 013/014 D. Provenzano,

Dettagli

Capitolo 1. Gli strumenti. 1.1 Relazioni

Capitolo 1. Gli strumenti. 1.1 Relazioni Capitolo 1 Gli strumenti Consideriamo un insieme X. In geometria siamo abituati a considerare insiemi i cui elementi sono punti ad esempio, la retta reale, il piano cartesiano. Più in generale i matematici

Dettagli

Teoria dei mezzi continui

Teoria dei mezzi continui Teoria dei mezzi continui Il modello di un sistema continuo è un modello fenomenologico adatto a descrivere sistemi fisici macroscopici nei casi in cui le dimensione dei fenomeni osservati siano sufficientemente

Dettagli

NOTE DI ALGEBRA LINEARE v = a 1 v a n v n, w = b 1 v b n v n

NOTE DI ALGEBRA LINEARE v = a 1 v a n v n, w = b 1 v b n v n NOTE DI ALGEBRA LINEARE 2- MM 9 NOVEMBRE 2 Combinazioni lineari e generatori Sia K un campo e V uno spazio vettoriale su K Siano v,, v n vettori in V Definizione Un vettore v V si dice combinazione lineare

Dettagli

Enrico Silva - diritti riservati - Non è permessa, fra l altro, l inclusione anche parziale in altre opere senza il consenso scritto dell autore

Enrico Silva - diritti riservati - Non è permessa, fra l altro, l inclusione anche parziale in altre opere senza il consenso scritto dell autore Particelle della presente identiche. opera. Principio di Pauli. 1 Particelle identiche: sommario Finora: proprietà di particella singola. Volendo ottenere il comportamento di più particelle, è necessario

Dettagli

Probabilità e Statistica per l Informatica Esercitazione 4

Probabilità e Statistica per l Informatica Esercitazione 4 Probabilità e Statistica per l Informatica Esercitazione 4 Esercizio : [Ispirato all Esercizio, compito del 7/9/ del IV appello di Statistica e Calcolo delle probabilità, professori Barchielli, Ladelli,

Dettagli

NOTE SULLE FUNZIONI CONVESSE DI UNA VARIABILE REALE

NOTE SULLE FUNZIONI CONVESSE DI UNA VARIABILE REALE NOTE SULLE FUNZIONI CONVESSE DI UNA VARIABILE REALE ROBERTO GIAMBÒ 1. DEFINIZIONI E PRIME PROPRIETÀ In queste note saranno presentate alcune proprietà principali delle funzioni convesse di una variabile

Dettagli

Alcune nozioni preliminari di teoria elementare di insiemi e funzioni

Alcune nozioni preliminari di teoria elementare di insiemi e funzioni Alcune nozioni preliminari di teoria elementare di insiemi e funzioni Alberto Pinto Corso Propedeutico - METS A.A. 2013/2014 1 Insiemi 1.1 Generalità Diamo la definizione di insieme secondo Georg Cantor,

Dettagli

L aritmetica degli insiemi infiniti Parte I

L aritmetica degli insiemi infiniti Parte I L aritmetica degli insiemi infiniti Parte I Stefano Baratella Versione L A TEX realizzata in collaborazione con Tullio Garbari 1 Prerequisiti La relazione di equipotenza tra insiemi. Definizione 1. Si

Dettagli

FUNZIONI TRA INSIEMI. Indice

FUNZIONI TRA INSIEMI. Indice FUNZIONI TRA INSIEMI LORENZO BRASCO Indice. Definizioni e risultati.. Introduzione.. Iniettività e suriettività.3. Composizione di funzioni 4.4. Funzioni inverse 5. Esercizi 5.. Esercizi svolti 5.. Altri

Dettagli

LA LOGICA FUZZY. X X c =1

LA LOGICA FUZZY. X X c =1 LA LOGICA FUZZY La logica fuzzy è una logica non binaria bensì sfumata, che prende spunto dalla filosofia buddistazen, per la quale il mondo viene visto come un qualcosa di continuo, per l appunto di sfumato.

Dettagli

m p 6, j m 1 2 m e 3, j m 1 2 5, m 2 82, N w

m p 6, j m 1 2 m e 3, j m 1 2 5, m 2 82, N w Teoria della carica elettrica e calcolo del valore teorico Questa relazione è stata ricavata senza porre alcuna ipotesi restrittiva e dunque risulta di validità universale, applicabile in ogni circostanza

Dettagli

SCUOLA GALILEIANA DI STUDI SUPERIORI CLASSE DI SCIENZE NATURALI ESAME DI AMMISSIONE, PROVA DI MATEMATICA 13 SETTEMBRE 2011

SCUOLA GALILEIANA DI STUDI SUPERIORI CLASSE DI SCIENZE NATURALI ESAME DI AMMISSIONE, PROVA DI MATEMATICA 13 SETTEMBRE 2011 1 SCUOLA GALILEIANA DI STUDI SUPERIORI CLASSE DI SCIENZE NATURALI ESAME DI AMMISSIONE, PROVA DI MATEMATICA 13 SETTEMBRE 011 Problema 1. Sia Z l insieme dei numeri interi. a) Sia F 100 l insieme delle funzioni

Dettagli

ANALISI 1 1 QUINTA LEZIONE

ANALISI 1 1 QUINTA LEZIONE ANALISI 1 1 QUINTA LEZIONE 1 prof. Claudio Saccon, Dipartimento di Matematica Applicata, Via F. Buonarroti 1/C email: saccon@mail.dm.unipi.it web: http://www2.ing.unipi.it/ d6081/index.html Ricevimento:

Dettagli

Capitolo 6. Variabili casuali continue. 6.1 La densità di probabilità

Capitolo 6. Variabili casuali continue. 6.1 La densità di probabilità Capitolo 6 Variabili casuali continue Le definizioni di probabilità che abbiamo finora usato sono adatte solo per una variabile casuale che possa assumere solo valori discreti; vediamo innanzi tutto come

Dettagli

FUNZIONI. }, oppure la

FUNZIONI. }, oppure la FUNZIONI 1. Definizioni e prime proprietà Il concetto di funzione è di uso comune per esprimere la seguente situazione: due grandezze variano l una al variare dell altra secondo una certa legge. Ad esempio,

Dettagli

Funzioni reali di variabile reale

Funzioni reali di variabile reale Funzioni reali di variabile reale Lezione per Studenti di Agraria Università di Bologna (Università di Bologna) Funzioni reali di variabile reale 1 / 50 Funzioni Definizione Sia A un sottoinsieme di R.

Dettagli

Topologia, continuità, limiti in R n

Topologia, continuità, limiti in R n Topologia, continuità, limiti in R n Ultimo aggiornamento: 18 febbraio 2017 1. Preliminari Prima di iniziare lo studio delle funzioni di più variabili, in generale funzioni di k variabili e a valori in

Dettagli

MATEMATICA PER LO STUDIO DELLE INTERAZIONI STRATEGICHE: TEORIA DEI GIOCHI. Anna TORRE

MATEMATICA PER LO STUDIO DELLE INTERAZIONI STRATEGICHE: TEORIA DEI GIOCHI. Anna TORRE MATEMATICA PER LO STUDIO DELLE INTERAZIONI STRATEGICHE: TEORIA DEI GIOCHI Anna TORRE Dipartimento di Matematica, Università di Pavia, Via Ferrata 1, 27100, Pavia, Italy. E-mail: anna.torre@unipv.it 1 SOLUZIONI:

Dettagli

Note sulla probabilità

Note sulla probabilità Note sulla probabilità Maurizio Loreti Dipartimento di Fisica Università degli Studi di Padova Anno Accademico 2002 03 1 La distribuzione del χ 2 0.6 0.5 N=1 N=2 N=3 N=5 N=10 0.4 0.3 0.2 0.1 0 0 5 10 15

Dettagli

1 Funzioni reali di una variabile reale

1 Funzioni reali di una variabile reale 1 Funzioni reali di una variabile reale Qualche definizione e qualche esempio che risulteranno utili più avanti Durante tutto questo corso studieremo funzioni reali di una variabile reale, cioè Si ha f

Dettagli

Grandezze fisiche e loro misura

Grandezze fisiche e loro misura Grandezze fisiche e loro misura Cos è la fisica? e di che cosa si occupa? - Scienza sperimentale che studia i fenomeni naturali suscettibili di sperimentazione e caratterizzati da entità o grandezze misurabili.

Dettagli

Nozioni introduttive e notazioni

Nozioni introduttive e notazioni Nozioni introduttive e notazioni 1.1 Insiemi La teoria degli insiemi è alla base di tutta la matematica, in quanto ne fornisce il linguaggio base e le notazioni. Definiamo un insieme come una collezione

Dettagli

10 - Applicazioni del calcolo differenziale

10 - Applicazioni del calcolo differenziale Università degli Studi di Palermo Facoltà di Economia CdS Sviuppo Economico e Cooperazione Internazionale Appunti del corso di Matematica 10 - Applicazioni del calcolo differenziale Anno Accademico 2015/2016

Dettagli

1 Ampliamento del piano e coordinate omogenee

1 Ampliamento del piano e coordinate omogenee 1 Ampliamento del piano e coordinate omogenee Vogliamo dare una idea, senza molte pretese, dei concetti che stanno alla base di alcuni calcoli svolti nella classificazione delle coniche. Supponiamo di

Dettagli

2. I numeri reali e le funzioni di variabile reale

2. I numeri reali e le funzioni di variabile reale . I numeri reali e le funzioni di variabile reale Introduzione Il metodo comunemente usato in Matematica consiste nel precisare senza ambiguità i presupposti, da non cambiare durante l elaborazione dei

Dettagli

Riassumiamo le proprietà dei numeri reali da noi utilizzate nel corso di Geometria.

Riassumiamo le proprietà dei numeri reali da noi utilizzate nel corso di Geometria. Capitolo 2 Campi 2.1 Introduzione Studiamo ora i campi. Essi sono una generalizzazione dell insieme R dei numeri reali con le operazioni di addizione e di moltiplicazione. Nel secondo paragrafo ricordiamo

Dettagli

SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA I DUE ENUNCIATI DEL SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA

SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA I DUE ENUNCIATI DEL SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA I DUE ENUNCIATI DEL SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA Enunciato di Clausius: È impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia quello di fare

Dettagli

VETTORI. Finora abbiamo considerato uno spazio di Hilbert H con elementi f, g,... tra i quali è definito un prodotto scalare indicato con il simbolo,.

VETTORI. Finora abbiamo considerato uno spazio di Hilbert H con elementi f, g,... tra i quali è definito un prodotto scalare indicato con il simbolo,. 2/6 NOTAZIONE DI DIRAC 11/12 1 VETTORI Finora abbiamo considerato uno spazio di Hilbert H con elementi f, g,... tra i quali è definito un prodotto scalare indicato con il simbolo,. È possibile costruire

Dettagli

L ATOMO SECONDO LA MECCANICA ONDULATORIA IL DUALISMO ONDA-PARTICELLA. (Plank Einstein)

L ATOMO SECONDO LA MECCANICA ONDULATORIA IL DUALISMO ONDA-PARTICELLA. (Plank Einstein) L ATOMO SECONDO LA MECCANICA ONDULATORIA IL DUALISMO ONDA-PARTICELLA POSTULATO DI DE BROGLIÈ Se alla luce, che è un fenomeno ondulatorio, sono associate anche le caratteristiche corpuscolari della materia

Dettagli

4. I principi della meccanica

4. I principi della meccanica 1 Leggi del moto 4. I principi della meccanica Come si è visto la cinematica studia il moto dal punto di vista descrittivo, ma non si sofferma sulle cause di esso. Ciò è compito della dinamica. Alla base

Dettagli

1 IL LINGUAGGIO MATEMATICO

1 IL LINGUAGGIO MATEMATICO 1 IL LINGUAGGIO MATEMATICO Il linguaggio matematico moderno è basato su due concetti fondamentali: la teoria degli insiemi e la logica delle proposizioni. La teoria degli insiemi ci assicura che gli oggetti

Dettagli

1 Prodotto cartesiano di due insiemi 1. 5 Soluzioni degli esercizi 6

1 Prodotto cartesiano di due insiemi 1. 5 Soluzioni degli esercizi 6 1 PRODOTTO CARTESIANO DI DUE INSIEMI 1 I-4 R 2 ed R 3 Piano e spazio cartesiani Indice 1 Prodotto cartesiano di due insiemi 1 2 Rappresentazione di R 2 sul piano cartesiano 2 3 Sottoinsiemi di R 2 e regioni

Dettagli

Prima lezione. Gilberto Bini. 16 Dicembre 2006

Prima lezione. Gilberto Bini. 16 Dicembre 2006 16 Dicembre 2006 Vediamo alcune nozioni di teoria ingenua degli insiemi. Vediamo alcune nozioni di teoria ingenua degli insiemi. Un insieme è una collezione di oggetti di cui possiamo specificare una proprietà

Dettagli

3. Le coordinate geografiche: latitudine e longitudine

3. Le coordinate geografiche: latitudine e longitudine Introduzione 3. Le coordinate geografiche: latitudine e longitudine Ogni volta che vogliamo individuare un punto sulla superficie terrestre gli associamo due numeri, le coordinate geografiche: la latitudine

Dettagli

11. Misure con segno.

11. Misure con segno. 11. Misure con segno. 11.1. Misure con segno. Sia Ω un insieme non vuoto e sia A una σ-algebra in Ω. Definizione 11.1.1. (Misura con segno). Si chiama misura con segno su A ogni funzione ϕ : A R verificante

Dettagli

Corso di Idraulica ed Idrologia Forestale

Corso di Idraulica ed Idrologia Forestale Corso di Idraulica ed Idrologia Forestale Docente: Prof. Santo Marcello Zimbone Collaboratori: Dott. Giuseppe Bombino - Ing. Demetrio Zema Lezione n. 5: Cinematica dei fluidi Anno Accademico 2008-2009

Dettagli

Registro Lezioni di Algebra lineare del 15 e 16 novembre 2016.

Registro Lezioni di Algebra lineare del 15 e 16 novembre 2016. Registro Lezioni di Algebra lineare del 15 e 16 novembre 2016 Di seguito si riporta il riassunto degli argomenti svolti; i riferimenti sono a parti del Cap8 Elementi di geometria e algebra lineare Par5

Dettagli

Corso di Calcolo Numerico

Corso di Calcolo Numerico Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale Sede di Fermo Corso di 3 - PROBLEMI DI INTERPOLAZIONE Introduzione Problemi di interpolazione Supponiamo di avere un insieme di dati che rappresentano misurazioni

Dettagli

Elettronica dello Stato Solido Lezione 5: L equazione di Schrödinger. Daniele Ielmini DEI Politecnico di Milano

Elettronica dello Stato Solido Lezione 5: L equazione di Schrödinger. Daniele Ielmini DEI Politecnico di Milano Elettronica dello Stato Solido Lezione 5: L equazione di Schrödinger Daniele Ielmini DEI Politecnico di Milano ielmini@elet.polimi.it D. Ielmini Elettronica dello Stato Solido 05 Outline Argomenti qualitativi

Dettagli

Enrico Silva - diritti riservati - Non è permessa, fra l altro, l inclusione anche parziale in altre opere senza il consenso scritto dell autore

Enrico Silva - diritti riservati - Non è permessa, fra l altro, l inclusione anche parziale in altre opere senza il consenso scritto dell autore Indeterminazione Finora si sono considerate le proprietà ondulatorie, lavorando sulla fase di una (per ora non meglio specificata) funzione. Si sono ricavate o ipotizzate relazioni per: - lunghezza d onda

Dettagli

Aniello Murano Problemi non decidibili e riducibilità

Aniello Murano Problemi non decidibili e riducibilità Aniello Murano Problemi non decidibili e riducibilità 8 Lezione n. Parole chiave: Riduzione Corso di Laurea: Informatica Codice: Email Docente: murano@ na.infn.it A.A. 2008-2009 Overview Nelle lezioni

Dettagli

OPERAZIONI SU SPAZI DI HILBERT. Nel seguito introdurremo i concetti di prodotto diretto e somma diretta di due spazi di Hilbert.

OPERAZIONI SU SPAZI DI HILBERT. Nel seguito introdurremo i concetti di prodotto diretto e somma diretta di due spazi di Hilbert. 2/7 OPERAZIONI SU SPAZI DI HILBERT 11/12 1 OPERAZIONI SU SPAZI DI HILBERT Dati due spazi di Hilbert H (1) e H (2) si possono definire su di essi operazioni il cui risultato è un nuovo spazio di Hilbert

Dettagli

ALGEBRA I: ASSIOMI DI PEANO E PROPRIETÀ DEI NUMERI NATURALI

ALGEBRA I: ASSIOMI DI PEANO E PROPRIETÀ DEI NUMERI NATURALI ALGEBRA I: ASSIOMI DI PEANO E PROPRIETÀ DEI NUMERI NATURALI 1. GLI ASSIOMI DI PEANO Come puro esercizio di stile voglio offrire una derivazione delle proprietà elementari dei numeri naturali e delle operazioni

Dettagli

Reti di Telecomunicazioni 1

Reti di Telecomunicazioni 1 Reti di Telecomunicazioni 1 AA2011/12 Sistemi a coda Blocco E2 Ing. Francesco Zampognaro e-mail: zampognaro@ing.uniroma2.it Lucidi Prof. Stefano Salsano 1 Definizione di traffico e utilizzazione di un

Dettagli

Corso di Laurea in Fisica. Geometria. a.a Canale 3 Prof. P. Piazza Magiche notazioni

Corso di Laurea in Fisica. Geometria. a.a Canale 3 Prof. P. Piazza Magiche notazioni Corso di Laurea in Fisica. Geometria. a.a. 23-4. Canale 3 Prof. P. Piazza Magiche notazioni Siano V e W due spazi vettoriali e sia T : V W un applicazione lineare. Fissiamo una base B per V ed una base

Dettagli

Lezione 7. Relazione di coniugio. Equazione delle classi. { x} C( x) { } { }

Lezione 7. Relazione di coniugio. Equazione delle classi. { x} C( x) { } { } Lezione 7 Prerequisiti: Lezioni 2, 5. Centro di un gruppo. Struttura ciclica di una permutazione. Riferimenti ai testi: [H] Sezione 2.; [PC] Sezione 5. Relazione di coniugio. Equazione delle classi. Definizione

Dettagli

L equazione di Schrödinger unidimensionale: soluzione analitica e numerica

L equazione di Schrödinger unidimensionale: soluzione analitica e numerica Chapter 3 L equazione di Schrödinger unidimensionale: soluzione analitica e numerica In questo capitolo verrà descritta una metodologia per risolvere sia analiticamente che numericamente l equazione di

Dettagli

Limiti di successioni

Limiti di successioni Capitolo 5 Limiti di successioni 5.1 Successioni Quando l insieme di definizione di una funzione coincide con l insieme N costituito dagli infiniti numeri naturali 1, 2, 3,... talvolta si considera anche

Dettagli

ANALISI 1 - Teoremi e dimostrazioni vari

ANALISI 1 - Teoremi e dimostrazioni vari ANALISI 1 - Teoremi e dimostrazioni vari Sommario Proprietà dell estremo superiore per R... 2 Definitivamente... 2 Successioni convergenti... 2 Successioni monotone... 2 Teorema di esistenza del limite

Dettagli

Stabilire se il punto di coordinate (1,1) appartiene alla circonferenza centrata nell origine e di raggio 1.

Stabilire se il punto di coordinate (1,1) appartiene alla circonferenza centrata nell origine e di raggio 1. Definizione di circonferenza e cerchio. Equazione della circonferenza centrata in O e di raggio R. Esercizi. La circonferenza e il cerchio Definizioni: dato un punto C nel piano cartesiano e dato un numero

Dettagli

Il Principio di Indeterminazione di Heisenberg

Il Principio di Indeterminazione di Heisenberg Il Principio di Indeterminazione di Heisenberg Il Principio di Indeterminazione di Heisenberg è uno dei fondamenti della meccanica quantistica, e stabilisce che non è possibile ottenere nello stesso tempo

Dettagli

Dimostrazione. Indichiamo con α e β (finiti o infiniti) gli estremi dell intervallo I. Poniamo

Dimostrazione. Indichiamo con α e β (finiti o infiniti) gli estremi dell intervallo I. Poniamo C.6 Funzioni continue Pag. 114 Dimostrazione del Corollario 4.25 Corollario 4.25 Sia f continua in un intervallo I. Supponiamo che f ammetta, per x tendente a ciascuno degli estremi dell intervallo, iti

Dettagli

3. Successioni di insiemi.

3. Successioni di insiemi. 3. Successioni di insiemi. Per evitare incongruenze supponiamo, in questo capitolo, che tutti gli insiemi considerati siano sottoinsiemi di un dato insieme S (l insieme ambiente ). Quando occorrerà considerare

Dettagli

Complementi di Analisi Matematica Ia. Carlo Bardaro

Complementi di Analisi Matematica Ia. Carlo Bardaro Complementi di Analisi Matematica Ia Carlo Bardaro Capitolo 1 Elementi di topologia della retta reale 1.1 Intorni, punti di accumulazione e insiemi chiusi Sia x 0 IR un fissato punto di IR. Chiameremo

Dettagli

Test delle Ipotesi Parte I

Test delle Ipotesi Parte I Test delle Ipotesi Parte I Test delle Ipotesi sulla media Introduzione Definizioni basilari Teoria per il caso di varianza nota Rischi nel test delle ipotesi Teoria per il caso di varianza non nota Test

Dettagli

= {(a, b) : a A, b B}.

= {(a, b) : a A, b B}. Relazioni 1. Il prodotto cartesiano. Definizione 1. (Prodotto cartesiano di due insiemi). Dati due insiemi non vuoti A e B, si chiama prodotto cartesiano dell insieme A per l insieme B, e si indica con

Dettagli

Consideriamo un sistema dinamico tempo-invariante descritto da:

Consideriamo un sistema dinamico tempo-invariante descritto da: IL PROBLEMA DELLA STABILITA Il problema della stabilità può essere affrontato in vari modi. Quella adottata qui, per la sua riconosciuta generalità ed efficacia, è l impostazione classica dovuta a M. A.

Dettagli

Integrale indefinito

Integrale indefinito Integrale indefinito 1 Primitive di funzioni Definizione 1.1 Se f: [a, b] R è una funzione, una sua primitiva è una funzione derivabile g: [a, b] R tale che g () = f(). Ovviamente la primitiva di una funzione,

Dettagli

Prerequisiti. A(x) B(x).

Prerequisiti. A(x) B(x). Prerequisiti 4 Equazioni e disequazioni irrazionali Proprietà: la casistica delle equazioni e disequazioni irrazionali è ilitata, potendosi presentare un qualsivoglia numero di radici in ogni membro Noi

Dettagli

Interferenza di elettroni e! Principio di Indeterminazione

Interferenza di elettroni e! Principio di Indeterminazione Interferenza di elettroni e! Principio di Indeterminazione Paolo Pendenza Corso PAS, 10 luglio 2014 Anche nelle scienze non si possono scoprire nuove terre se non si è pronti a lasciarsi indietro il porto

Dettagli

Consideriamo un sistema composto da due particelle identiche. Due particelle sono identiche se hanno le stesse proprietà intrinseche (massa, carica,

Consideriamo un sistema composto da due particelle identiche. Due particelle sono identiche se hanno le stesse proprietà intrinseche (massa, carica, Consideriamo un sistema composto da due particelle identiche. Due particelle sono identiche se hanno le stesse proprietà intrinseche (massa, carica, spin, ). Esempi: due elettroni, due protoni, due neutroni,

Dettagli

Capitolo 10. La media pesata Calcolo della media pesata

Capitolo 10. La media pesata Calcolo della media pesata Capitolo 0 La media pesata Supponiamo che una stessa grandezza sia stata misurata da osservatori differenti (es. velocità della luce) in laboratori con strumenti e metodi di misura differenti: Laboratorio

Dettagli

Massimo limite e minimo limite di una funzione

Massimo limite e minimo limite di una funzione Massimo limite e minimo limite di una funzione Sia f : A R una funzione, e sia p DA). Per ogni r > 0, l insieme ) E f p r) = { fx) x A I r p) \ {p} } è non vuoto; inoltre E f p r ) E f p r ) se 0 < r r.

Dettagli

Il Metodo Scientifico

Il Metodo Scientifico Unita Naturali Il Metodo Scientifico La Fisica si occupa di descrivere ed interpretare i fenomeni naturali usando il metodo scientifico. Passi del metodo scientifico: Schematizzazione: modello semplificato

Dettagli

Struttura Elettronica degli Atomi Meccanica quantistica

Struttura Elettronica degli Atomi Meccanica quantistica Prof. A. Martinelli Struttura Elettronica degli Atomi Meccanica quantistica Dipartimento di Farmacia 1 Il comportamento ondulatorio della materia 2 1 Il comportamento ondulatorio della materia La diffrazione

Dettagli

Variabili aleatorie: parte 1. 1 Definizione di variabile aleatoria e misurabilitá

Variabili aleatorie: parte 1. 1 Definizione di variabile aleatoria e misurabilitá Statistica e analisi dei dati Data: 11 Aprile 2016 Variabili aleatorie: parte 1 Docente: Prof. Giuseppe Boccignone Scriba: Noemi Tentori 1 Definizione di variabile aleatoria e misurabilitá Informalmente,

Dettagli

IL TEOREMA DEGLI ZERI Una dimostrazione di Ezio Fornero

IL TEOREMA DEGLI ZERI Una dimostrazione di Ezio Fornero IL TEOREMA DEGLI ZERI Una dimostrazione di Ezio Fornero Il teorema degli zeri è fondamentale per determinare se una funzione continua in un intervallo chiuso [ a ; b ] si annulla in almeno un punto interno

Dettagli

La circonferenza e la sua equazione

La circonferenza e la sua equazione La circonferenza e la sua equazione 1. I termini Ricordiamo che la circonferenza è una linea chiusa del piano costituita da tutti e soli i punti che hanno una data distanza da un punto fissato. In altri

Dettagli

1 Indipendenza lineare e scrittura unica

1 Indipendenza lineare e scrittura unica Geometria Lingotto. LeLing7: Indipendenza lineare, basi e dimensione. Ārgomenti svolti: Indipendenza lineare e scrittura unica. Basi e dimensione. Coordinate. Ēsercizi consigliati: Geoling. Indipendenza

Dettagli

Cinematica. Velocità. Riferimento Euleriano e Lagrangiano. Accelerazione. Elementi caratteristici del moto. Tipi di movimento

Cinematica. Velocità. Riferimento Euleriano e Lagrangiano. Accelerazione. Elementi caratteristici del moto. Tipi di movimento Cinematica Velocità Riferimento Euleriano e Lagrangiano Accelerazione Elementi caratteristici del moto Tipi di movimento Testo di riferimento Citrini-Noseda par. 3.1 par. 3.2 par 3.3 fino a linee di fumo

Dettagli

Localizzazione di una esplosione

Localizzazione di una esplosione XXIII Ciclo di Dottorato in Geofisica Università di Bologna Corso di: Il problema inverso in sismologia Prof. Morelli Localizzazione di una esplosione Paola Baccheschi & Pamela Roselli 1 INTRODUZIONE Problema

Dettagli