Dignità, Sofferenza, Dolore, Morte e Lutto nella pratica Infermieristica

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1 Dignità, Sofferenza, Dolore, Morte e Lutto nella pratica Infermieristica CORSO DEONTOLOGI DOCENTI: JULITA SANSONI - SIMONA CAPOZZA - GIULIA MARCHETTI Unità di Ricerca Infermieristica Prof. Julita Sansoni

2 DIGNITA ARTICOLO 5 IL RISPETTO DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL'UOMO E DEI PRINCIPI ETICI DELLA PROFESSIONE È CONDIZIONE ESSENZIALE PER L'ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE INFERMIERISTICA.

3 Dignità...riguarda come la persona si sente, pensa e comporta in relazione all importanza e valore di se stessa e degli altri. Trattare qualcuno con dignità è trattarlo come un essere di valore, in un modo che sia rispettoso come per un individuo di valore... Quando la dignità è presente le persone si sentono in controllo, valorizzate, fiduciose, a proprio agio ed in grado di prendere decisioni per se stesse. Quando manca la dignità, le persone si sentono di poco valore, in assenza di controllo e non a proprio agio. Possono mancare di fiducia ed essere incapaci di prendere decisioni per se stessi. Potrebbero sentirsi umiliati, imbarazzati o provare vergogna. (Royal College of Nursing, 2008).

4 Dignità E difficile definire la DIGNITA in quanto concetto soggettivo. di merito di morale di identità Esistono quattro forme di dignità: di dignità universale umana. (Nordenfelt, 2004).

5 Eventi storici v Nizza il 7 dicembre 2000 carta dei diritti fondamentali dell unione europea, dove sono elencati tutti i diritti fondamentali e universali (dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza e giustizia) v Trattato di Lisbona

6 Barriere comuni all accrescimento della dignità nella cura infermieristica Mancanza di staff, inadeguatezza rapporto staff/pazienti e delle competenze miste e mancanza di tempo Differenze di linguaggio Reparti sovraffollati e sistemazioni promiscue Servizi igienici inadeguati e non adatti Assenza di spazi privati Cultura dell assistenza Mancanza di cure olistiche, concentrate sulla persona, e priorità alla cura fisica

7 Dignità Il modo in cui il personale infermieristico comunica con i pazienti può influire significativamente sulla percezione della dignità del paziente (Price, 2004). v Prendersi il tempo di parlare con i pazienti v Curare il modo in cui l informazione viene data e scegliere la giusta via di comunicazione v Rispetto dell identità personale

8 Dignità v Sviluppare relazioni basate sul rispetto v Fornire il controllo sulle decisioni riguardanti le loro cure e trattamenti v Cure personalizzate v Rispettare la privacy

9 SOFFERENZA e DOLORE ARTICOLO 34 L'INFERMIERE SI ATTIVA PER PREVENIRE E CONTRASTARE IL DOLORE E ALLEVIARE LA SOFFERENZA. SI ADOPERA AFFINCHÉ L ASSISTITO RICEVA TUTTI I TRATTAMENTI NECESSARI.

10 Dolore È qualunque cosa che il paziente dice che esso sia, ed esiste quando il paziente dice che esiste (Mc Caffrey 1980) L infermiere deve prendersi carico della persona che tollera e reagisce al dolore in modo diverso,come anche al suo trattamento

11 Cure palliative Nel 1967 Dame Cicely Saunders fonda il St. Christopher Hospice, dando ufficialmente inizio al movimento delle cure palliative, con l obiettivo di dare un assistenza globale e specializzata alle persone affette da malattie inguaribili. LEGGE 38 del 9 MARZO 2010: il dolore non è più un sintomo, ma una patologia di per se, e come tale è MISURABILE

12 LEGGE MARZO 2010: dall articolo 5 comma 2 della Legge 38/2010:... sono individuate le figure professionali con specifiche competenze ed esperienza nel campo delle cure palliative e della terapia del dolore, anche per l età pediatrica, con particolare riferimento ai medici di medicina generale e ai medici specialisti in anestesia e rianimazione, geriatria, neurologia, oncologia, radioterapia, pediatria, ai medici con esperienza almeno triennale nel campo delle cure palliative e della terapia del dolore, agli infermieri, agli psicologi e agli assistenti sociali nonché alle altre figure professionali ritenute essenziali....

13 Cure palliative L obiettivo primario delle cure palliative è quello di prendere in carico la persona la cui malattia non risponde più a trattamenti specifici, garantendo la migliore qualità di vita possibile, un supporto ai problemi di carattere psicosociale e il controllo del dolore. La complessità della palli azione richiede l intervento di un equipe multidisciplinare all interno della quale l infermiere occupa un ruolo di rilievo.

14 Sofferenza Cosa intendiamo con sofferenza? È possibile distinguerla dal dolore? Quali strumenti può mettere in campo l infermiere per la presa in carico di questo fattore così determinante nella vita di quel malato in quel preciso momento?

15 LUTTO ARTICOLO 39 L'INFERMIERE SOSTIENE I FAMILIARI E LE PERSONE DI RIFERIMENTO DELL ASSISTITO, IN PARTICOLARE NELLA EVOLUZIONE TERMINALE DELLA MALATTIA E NEL MOMENTO DELLA PERDITA E DELLA ELABORAZIONE DEL LUTTO

16 LUTTO (dal latino luctus pianto, lugere piangere), I rituali collettivi e le pratiche sociali e pubbliche, che vengono svolte nelle diverse culture ; L'insieme delle reazioni fisiche, psicologiche e comportamentali dell individuo che perde una persona cara

17 LA MORTE TRA IERI E OGGI Nel mondo pre-moderno, era un momento riservato solamente al morente. Era vissuta in maniera intima e famigliare; Con l avvento della modernità la morte era affidata al medico e ai professionisti. Solo negli ultimi decenni sembra essere restituita al morente, che ridiventa protagonista attivo e cosciente del suo congedo al mondo

18 MORIRE IN OSPEDALE E un processo - improvviso o graduale - che avviene: v Anche (talvolta esclusivamente) fra persone non familiari: i sanitari e/o altri pazienti; v Nell ambito di correnti operative che poco hanno a che fare con l intimità, la sospensione del fare, la naturalità.

19 LA MEDICALIZZAZIONE DELLA MORTE E caratterizzata da: Tecnicismo; Potenziale espropriazione del processo umano del morire; Diluizione delle responsabilità attorno al morente; Possibile collusione con il bisogno psicologico di isolare la morte.

20 Morire nella propria casa durante l assistenza domiciliare a persone in fine vita la percezione di dignità è stata fortificata dalla percezione di: autonomia, integrità sicurezza. (Karlsson e Berggren 2011)

21 La Dignità nel fine vita la stima di una persona del proprio valore e della propria dignità è influenzata dalla natura dell assistenza ricevuta e pertanto è soltanto attraverso gli altri che chi è in fine vita riesce a morire con un senso di dignità personale (Leung 2007)

22 Mantenere la dignità in pazienti in fine vita Rispettare i desideri del paziente e dei suoi cari Assicurandosi che il paziente sia a proprio agio Alleviando sintomi fonte di stress, ad es. il dolore, l affanno del respiro e l ansia Evitando misure inappropriate per prolungare la vita Assistenza non supportata da procedure ed attività fisica Aiutando i pazienti a raggiungere un senso di controllo sulla propria vita, sui trattamenti e le cure Mantenendo l igiene, la pulizia e la privacy Assicurandosi che il paziente non muoia solo Fornendo privacy al paziente ed ai suoi familiari/cari Offrendo loro una cappella o altro luogo di pace per i cari

23 Mantenere la dignità in pazienti in fine vita Non rendendo effettivi orari di visita restrittivi Comunicazione efficace tra fornitori di assistenza, pazienti e familiari Piccole cose che fanno una grande differenza, quali contatto fisico, musica e cure complementari Testando il livello attuale di comprensione del paziente e dei familiari Darei informazioni veritiere e consigli Esplorando insieme ai pazienti i loro credo a riguardo della morte Utilizzando un ambiente tranquillo e privato per gli incontri con i familiari Formulando un piano progressivo di assistenza

24 Codice Deontologico all Art. 35 L'infermiere presta assistenza qualunque sia la condizione clinica e fino al termine della vita all assistito, riconoscendo l'importanza della palliazione e del conforto ambientale, fisico, psicologico, relazionale, spirituale. Art. 39 sostenere i familiari dell assistito in particolare nel momento della perdita e nella elaborazione del lutto.

25 IL LUTTO DELL INFERMIERE Aver cura della morte però non è semplice, perché aver cura della morte è traducibile con l aver cura della sofferenza del dolore di chi sta morendo e di coloro che sono accanto, indipendentemente dalla religione e dalla cultura. CONTROLLO PROFESSIONALE IMBARAZZO VERBALE INDIFFERENZA LUTTO PATOLOGICO

26 Il nostro compito è simile a quello del suonatore d arpa. Al suonatore d arpa viene un callo sulla punta delle dita, in questo modo non si ferisce quando suona e tira le corde, però se è un buon suonatore, nonostante i calli conserva un ottima sensibilità. I calli non gli impediscono di essere un buon suonatore, sono proprio essi che lo rendono tale. Il coraggio non è l assenza di paura, ma la capacità di continuare a funzionare correttamente anche avendo paura (K.S. Sorensen).

27 Come lo PERCEPITE? LO STUDENTE RISCHIA LA SINDROME DA MINI MEDICO E NON TROVA SPAZIO E SOSTEGNO PER GESTIRE LA MATURAZIONE DEL PROPRIO SAPER ESSERE ( CATAPANE E. L'INFERMIERE DIMENTICATO )

28 CLAUSOLA DI COSCIENZA Articolo 8 L infermiere, nel caso di conflitti determinati da diverse visioni etiche, si impegna a trovare la soluzione attraverso il dialogo. Qualora vi fosse e persistesse una richiesta di attività in contrasto con i principi etici della professione e con i propri valori, si avvale della clausola di coscienza, facendosi garante delle prestazioni necessarie per l incolumità e la vita dell assistito.

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