All. B composto da n. 10 pagg. Delib. n. 674 del PIANO LOCALE DELL ASL DI BRESCIA PER LA PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI DOMESTICI

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1 PIANO LOCALE DELL ASL DI BRESCIA PER LA PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI DOMESTICI NOVEMBRE

2 Indice Premessa pag. 3 Analisi di contesto pag. 4 Obiettivi pag. 7 Azioni e Tempi pag. 8 Formazione pag. 9 Indicatori pag.10 2

3 Premessa Gli infortuni domestici (ID) rappresentano, nella maggior parte dei Paesi industrializzati, un fenomeno rilevante per la sanità pubblica sia dal punto di vista della mortalità, sia da quello della morbosità che da questi eventi consegue. Gli ID, si possono considerare una sorta di epidemia, in parte manifesta, in parte nascosta, con costi enormi, umani, prima di tutto, ma anche economici e sociali che, tuttavia, non richiama le stesse attenzioni e le stesse azioni preventive degli incidenti sul lavoro e degli incidenti stradali. Secondo i dati raccolti dal sistema di sorveglianza EHLASS, nel periodo ci sono state in Europa quasi 20 milioni di persone vittime di ID (7% della popolazione residente), con oltre 5 milioni di ricoverati (0.4% della popolazione residente) e 56 mila decessi. In Italia, secondo i dati dell indagine Multiscopo ISTAT Aspetti di vita quotidiana vi sono stati circa milioni di persone vittime di ID nel 2001, mentre, per la Lombardia, si stima che questi siano circa l anno. Come rileva l Organizzazione Mondiale della Sanità, questa tipologia di eventi, che non risparmia nessuna fascia d'età, rappresenta nei Paesi sviluppati la prima causa di morte per i bambini, anche se il gruppo in assoluto più colpito è quello delle casalinghe. I fattori di rischio sono molteplici e possono spesso interagire tra loro: 1. fattori strutturali legati alle condizioni abitative 2. fattori comportamentali come la sedentarietà, scarsa percezione del rischio, eccesso di alcol, disordini alimentari; 3. la presenza di patologie con assunzione di farmaci che riducono la soglia di attenzione e aumentano la sonnolenza; 4. condizioni sociali ed economiche che favoriscono emarginazione, solitudine, depressione. Una parte degli incidenti domestici avviene a causa di distrazione, scarsa consapevolezza delle proprie capacità di reazione, scarsa conoscenza e/o inosservanza delle norme di sicurezza, la presenza in casa di apparecchi o sostanze chimiche pericolosi, ma anche, e forse soprattutto, a causa di un'inadeguata cultura della sicurezza e della prevenzione. I tipi di incidente che si verificano con maggior frequenza sono le cadute, gli urti, i tagli e le ustioni, mentre i luoghi dove maggiormente tali incidenti si verificano sono la cucina, il bagno, le scale ed altri ambienti ove è la particolare struttura costruttivo-architettonica (pavimento, spigoli ed altri parti fisse) all'origine dell'incidente. 3

4 Analisi di contesto A) Rilevanza del problema sul territorio dell ASL di Brescia I dati a disposizione riferiti all ASL di Brescia provengono: 1. dall analisi della banca-dati delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) effettuata dall U.O. Prevenzione della Regione Lombardia per gli anni ; 2. dai report della banca-dati delle SDO del Dipartimento PAC dell ASL di Brescia per gli anni a) I dati regionali dimostrano che il tasso grezzo di ricovero ospedaliero dovuto a ID per ogni abitanti nell ASL di Brescia unica ASL a livello lombardo- è costantemente diminuito, passando da 3,49 a 2,76. Il tasso bresciano, si dimostra comunque superiore alla media lombarda di 1,82/ La spesa sanitaria per ricovero ospedaliero dovuto a ID presenta tuttavia un aumento progressivo da euro del 2001 a euro del La Regione Lombardia ha elaborato per l anno 2003 i ricoveri ospedalieri dovuti ad ID in base al sesso e alla classe d età. L ASL di Brescia evidenzia un numero maggiore di ID tra le donne vs 993 per i maschi. Per quanto riguarda le classi d età le più elevate sono presenti nella fascia dell infanzia e in quella anziana, con una maggiore presenza di casi in percentuale nella classe 0-4 anni e in quella > 74 anni. 2.a) Per quattro settimane (una per stagione) nel periodo , l ASL ha avviato una rilevazione campionaria degli incidenti domestici in 16 Servizi campionaria degli incidenti domestici in 16 Servizi di Pronto Soccorso delle Aziende Ospedaliere e delle strutture accreditate del territorio dell ASL di Brescia. La rilevazione si è riferita unicamente ai cittadini lombardi in possesso della tessera sanitaria regionale. L indagine, condotta su schede, ha fornito informazioni su classi d età coinvolte, su lesioni riportate, sui luoghi degli incidenti e sulla dinamica degli incidenti. Le classi d età più coinvolte sono quella infantile da 0 a 14 anni (24%)e quella anziana sopta i 65 anni (20.3%). Gli ambienti interni della casa sono più coinvolti (66%) rispetto alle altre pertinenze esterne (34%). Le stanze più incidentate sono la cucina e soggiorno-pranzo-letto. Tra le attività svolte al momento dell incidente i lavori domestici risultano al secondo posto rispetto alle attività che comprendono il gioco-tempo libero, il giardinaggio ed il fai da te. Le principali dinamiche di incidente domestico sono da addebitare alle cadute per inciampo o scivolamento (38%), all urto con oggetto (16%), al taglio (12.6%) e alla caduta dall alto (11%). Nella classe d età sopra i 65 anni sono coinvolti principalmente le strutture architettoniche della casa, i mobili ed i tappeti. 3.a) Le SDO dall ASL di Brescia per gli anni 2004 e 2005 forniscono un dato grezzo che evidenzia che negli anni 2004 e 2005 si sono registrati rispettivamente n. 654 e 524 ricoveri per incidenti domestici; Conclusioni Dall analisi dei dati relativi ai ricoveri ospedalieri dovuti ad ID sono emersi questi risultati: i bambini da 0-4 anni e gli anziani >65 sono le categorie di persone più colpite dagli ID 4

5 tra tutti i traumatismi che coinvolgono gli anziani, le fratture sono le lesioni più frequenti il sesso femminile, soprattutto fra gli anziani, è quello che si infortuna maggiormente e che determina quindi un più alto numero di ricoveri La spesa dei ricoveri per ID pesa più di ogni altro tipo di trauma sulla spesa complessiva dovuta a tutti i traumatismi che determinano un ricovero. B) Azioni intraprese dall ASL di Brescia a favore della fascia infantile. 1.b) Produzione di strumenti informativi - opuscolo e manifesto - Casa sicura per il piccolo esploratore Campagna di prevenzione contro gli infortuni domestici nei bambini realizzato nel Il materiale si proponeva di informare i genitori sui pericoli presenti nell ambiente domestico, facendo leva sul loro ruolo di educatori e incrementando la loro attenzione e cura per gli aspetti strutturali della casa e responsabilizzandoli ad adottare precauzioni nell assetto e nella organizzazione domestica. L Assessorato alla Pubblica Istruzione e Servizi Sociali dell Amministrazione Provinciale di Brescia ha aderito al progetto sostenendo le spese di stampa. Sono stati stampati opuscoli e manifesti. 2.b) Formazione del personale. Nel settembre 2002, in collaborazione con la Clinica Pediatrica della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell Università agli Studi di Brescia, sono state organizzate due giornate di formazione dal titolo: La prevenzione degli incidenti domestici nella prima infanzia: riconoscimento del rischio in relazione allo sviluppo evolutivo del bambino. All evento hanno partecipato operatori dei Reparti di Pediatria e Neonatologia, delle Aziende Ospedaliere/Case di Cura Bresciane e dell ASL di Brescia. Anche i Pediatri di Libera Scelta sono stati informati dell iniziativa con un incontro dedicato in occasione dell aggiornamento periodico. 3.b) Distribuzione dell opuscolo ai genitori nelle sedi vaccinali dei Distretti Sociosanitari, in occasione della 3 seduta vaccinale. I manifesti sono stati recapitati anche ai reparti di Pediatria delle Aziende Ospedaliere e Case di Cura private di tutta la provincia bresciana. L opuscolo è stato pubblicato sui siti dell ASL di Brescia e della Provincia di Brescia. La campagna è iniziata il 1 novembre 2002 ed è proseguita per un anno e mezzo (tempo necessario per la distribuzione dei opuscoli) alle famiglie dei nuovi nati) C) Azioni intraprese dall ASL di Brescia a favore della fascia anziana. 1.c) Già nel 2001 fu avviato il progetto Promuovere la sicurezza degli anziani in ambiente domestico. Si considerarono come fattori di rischio su cui era necessario agire per favorire il processo di cambiamento: il decadimento fisico relativo agli organi di senso, soprattutto la vista, l apparato scheletrico e l apparato muscolare, le condizioni psico-emotive, la presenza di patologie e l assunzione di farmaci che riducono la vigilanza e la coscienza, la struttura delle abitazioni, l attrezzatura e gli arredi interni. Obiettivo del progetto era la sensibilizzazione al tema attraverso incontri partecipati, non solo dei destinatari finali, gli anziani, ma anche degli interlocutori intermedi, quali le 5

6 amministrazioni comunali, le associazioni di anziani, i MMG. Infatti vennero promossi numerosi incontri in collaborazione con Comuni, Circoscrizioni, associazioni di anziani. 2.c) Nel 2004 venne realizzato un opuscolo che illustra l approccio al tema scelto dall ASL di Brescia e che fa riferimento alla letteratura relativa alla psicologia della terza età. 3.c) Inoltre è stata promossa una campagna informativa attraverso: conferenza stampa per presentare la pubblicazione, un inserto sul tema sul periodico aziendale ASL Informa, la pubblicazione dell opuscolo sul sito aziendale. 4.c) Nel 2004 e nel 2005 vennero realizzati focus group rivolti a gruppi di anziani per sensibilizzarli alla tematica e nel contempo raccogliere indicazioni sulle strategie comunicative più efficaci da utilizzare in una campagna informativa. Si coinvolsero anche i medici di medicina generale, sia come relatori negli interventi informativi, sia come partecipanti a focus group. 5.c) Nel 2006 si è stilato un accordo di collaborazione con Auser. Volontariato Brescia Onlus, associazione di volontariato con sedi sul territorio bresciano al fine di procedere, attraverso la somministrazione di un questionario, alla rilevazione delle situazioni abitative e comportamentali e alla rilevazione della percezione che gli interessati hanno della sicurezza domestica e di diffondere presso gli anziani (ed i familiari che li assistono) le informazioni riguardanti gli aspetti della sicurezza che sono raccolte nell opuscolo informativo. Per questo si è promossa una formazione dei volontari AUSER affinché si operasse all interno di una strategia di peer education. 6

7 Obiettivi generali Il Piano Locale di Prevenzione è lo strumento per A) Sensibilizzare tutta la popolazione rispetto al problema B) Promuovere un modello partecipato di intervento globale Obiettivi specifici Si sviluppano su due livelli: 1 - livello orizzontale di marketing sociale Informare la popolazione di tutto il territorio dell ASL di Brescia in merito al fenomeno degli incidenti domestici, in particolare la fascia dell infanzia e degli anziani di età superiore ai 65 anni. 2 - livello verticale di attivazione della comunità Attuare in una specifica realtà territoriale - Distretto socio sanitario/circoscrizione - un modello operativo che promuova la cultura della sicurezza in casa, attraverso il coinvolgimento e la responsabilizzazione delle Comunità Locali. I criteri di scelta saranno determinati dalla presenza di una incidenza significativa di questi eventi, dal grado di ricettività delle istituzioni presenti sul territorio all attuazione degli interventi proposti, nonché dalle favorevoli condizioni organizzative aziendali. 7

8 Azioni 1 ) La fase di informazione interesserà tutto il territorio dell ASL di Brescia e sarà fondata sulla distribuzione del materiale informativo regionale la cui consegna è prevista per il mese di gennaio Per l area infantile gli ambiti di distribuzione saranno: consultori familiari pubblici e accreditati ambulatori vaccinali ASL pediatri di base farmacie asili nido, nidi famiglia, strutture madri-bambino. Per l area anziani gli ambiti di distribuzione saranno: ambulatori vaccinali ASL medici di medicina generale farmacie centri sociali, centri diurni associazioni di volontariato associazioni di anziani enti locali che promuovono iniziative per anziani verrà inoltre predisposto un testo di informazione da proporre come articolo di periodici comunali, circoscrizionali, associativi, ecc. e da inserire sul sito aziendale. Tempi Implementazione nell anno 2007 di tutti gli strumenti informativi previsti e consolidamento nel corso dell anno ) La fase di attivazione della comunità interesserà un territorio specifico sul quale verrà sperimentato il modello partecipato di coinvolgimento delle realtà locali per condividere la responsabilità delle decisioni, individuare le potenzialità del territorio, definire le risposte ai bisogni sanitari e sociosanitari della popolazione del territorio, promuovere a livello locale il sistema integrato dei servizi. Le azioni per favorire la partecipazione sono: 1. incontri con il referente dell Ufficio di Piano, referenti dei Comuni e operatori ASL del territorio di riferimento per concordare una strategia integrata e che promuova la partecipazione della popolazione; 2. incontri con gli operatori ASL degli ambulatori vaccinali e dei consultori familiari per individuare le modalità di informazione e di educazione alla salute più sostenibili per l organizzazione distrettuale; 3. incontri con gruppi di genitori e rappresentanti delle associazioni di genitori e di anziani per sensibilizzarli al tema, affinché a loro volta si attivino per promuovere interventi di informazione utilizzando il modello della peer education; 4. focus group con genitori di bambini da 0 a 3 anni per sensibilizzarli alle tematiche e rilevare le modalità comunicative più efficaci; 5. focus group con anziani rappresentativi della realtà locale per definire le modalità comunicative più opportune; 6. coinvolgimento di associazioni di volontariato per riprodurre la stessa sperimentazione avviata con Auser. 8

9 Tempi Anno Avvio e completamento della fase di accordo con le realtà locali e le articolazioni aziendali( punti 1,2,3,6); Individuazione dei gruppi di genitori ed anziani da coinvolgere con i focus group e realizzazione degli interventi (punti 4,5) Anno 2008 Realizzazione degli interventi concordati con le realtà locali e con le associazioni di riferimento territoriale Realizzazione degli interventi di coinvolgimento di genitori di bambini da 0 a 3 anni e di anziani, secondo gli spunti offerti dai focus group Formazione Si prevede di realizzare una formazione di base con i pediatri di libera scelta ed i medici di medicina generale del territorio individuato e di definire con gruppi di studio formati da loro rappresentanti alcune buone pratiche da inserire nell operatività quotidiana dei professionisti. Tempi Anno 2007 Formazione di base per pediatri di libera scelta e per medici di medicina generale Costituzione dei gruppi di studio Anno 2008 Realizzazione di quanto proposto dai gruppi di lavoro 9

10 Indicatori Indicatori di processo per entrambe le aree: n sedi raggiunte per la distribuzione di materiale informativo sia in ambito aziendale che territoriale n persone che accedono ai servizi ASL, che hanno ricevuto informazioni da parte di operatori sanitari sulla tematica n associazioni di genitori e di anziani coinvolte n focus group attivati n interventi realizzati n interventi formativi realizzati indicatori di risultato per entrambe le aree: n di buone pratiche individuate e inserite nella operatività quotidiana n cambiamenti comportamentali attivati Indicatori di impatto sulla salute n ricoveri ospedalieri per incidente domestico Coordinamento Gruppo di lavoro con Responsabili di Servizio del Dipartimento ASSI, del Dipartimento di Prevenzione Medica coordinato dal Responsabile del Servizio di educazione alla salute e attività sperimentali. 10

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