DOSSIER 2009 DEPLIANT GRUPPO DONNE ROMENE

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1 DOSSIER 2009 L idea di questo materiale è stata proposta dal gruppo di donne sudamericane, le quali riportavano l importanza di avere materiale completo ma di dimensioni tascabili. Il gruppo dei leader di comunità, condividendo le idee delle donne, ha chiesto che l informazione fosse tradotta nelle loro lingue, in modo che questo potesse essere utilizzato da loro per informare correttamente e sensibilizzare i loro connazionali. Questo tipo di materiale è stato apprezzato dagli interlocutori che abbiamo trovato nei diversi reparti di Malattie Infettive della Regione Piemonte (Obiettivo n. 3), e di conseguenza lo abbiamo riprodotto sostituendo solo i dati che riguardano il reparto e l ospedale in questione. Tiratura: Per Torino è stata fatta una prima tiratura di 3000 unità che sono stati distribuiti nel mese di ottobre, di conseguenza abbiamo commissionato una seconda tiratura di 6400 unità. Per gli altri reparti di malattie infettive del Piemonte la tiratura è stata di unità. DEPLIANT GRUPPO DONNE ROMENE A differenza dei membri delle altre comunità di stranieri, le donne provenienti dalla Romania hanno prodotto del materiale diverso. La loro percezione è che l infezione dall HIV debba essere riportata in modo diverso rispetto agli altri gruppi: poca informazione ma precisa, pochi colori (scuri di preferenza) e senza vignette. Anche questo materiale è stato riprodotto per gli altri centri di Malattie Infettive della Regione Piemonte. 66

2 Tiratura: Per Torino è stata fatta una prima tiratura di 2000 unità che sono stati distribuiti nel mese di ottobre, di conseguenza abbiamo commissionato una seconda tiratura di 4000 unità. Per gli altri reparti di malattie infettive del Piemonte la tiratura è stata di 8000 unità. DISCO ORARIO Il gruppo sudamericano, insieme al grafico, ha lavorato su degli oggetti quotidiani che potessero essere utilizzati per invitare le persone a fare il test. L oggetto scelto è stato il disco orario, il quale è stato tradotto in spagnolo e portoghese. Ne è scaturita una diversa valutazione: sia i pazienti che i leader provenienti da questa area geografica hanno considerato questo oggetto come di gran utilità, invece i pazienti ed i leader provenienti da altre aree geografiche, ritengono che un loro connazionale non metterebbe mai sul cruscotto della macchina un oggetto che parlasse di HIV/AIDS. Obiettivo n. 3 Sviluppare reti di sostegno e consulenza per le strutture del servizio sanitario che si occupano di prevenzione di HIV/AIDS nelle provincie di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbania, Vercelli; l obiettivo è quello di riproporre le attività già sviluppate a Torino. Abbiamo stabilito un primo contatto con il referente di ogni struttura ospedaliera, e da questo confronto iniziale sono emersi i bisogni, le aspettative, nonché le attività che vengono già svolte riguardanti le problematiche immigrazione e HIV a livello locale. Questi incontri sono serviti anche a individuare altre realtà locali frequentate dalla popolazione straniera con le quali si può ipotizzare un lavoro di rete. Alessandria Interlocutori: Dott. Azzini e Sig.ra Vecchio (Caposala reparto) Caratteristiche e provenienza pazienti (Africa Subsahariana, Maghreb, Est -Europa, Cina) La maggior parte dei pazienti sieropositivi sono provengono dall Africa Subsahariana. Questi pazienti presentano le stesse problematiche rispetto a quelli con cui abbiamo modo di lavorare in questi anni provenienti dalla stessa area geografica: difficoltà di tipo lavorativo e soprattutto quelli che vivono con le famiglie di origine (ai quali tengono segreta la condizione di sieropositività). Problematiche: paure nel rivelare sia a livello di famiglia che nel luogo di lavoro la propria condizione di sieropositività adesione terapeutica (soprattutto per quanto riguarda i pazienti dall Est Europa riportano problemi per quanto riguarda la continuità\aderenza terapeutica in assenza di sintomi) problemi di comunicazione in generale con la maggior parte dei pazienti stranieri e di tipo linguistico con i pazienti maghrebini, i quali conoscono poco l italiano e tendono ad utilizzare i figli come traduttori (pratica che rende difficile il lavoro degli operatori 67

3 quando si tratta di parlare di argomenti intimi legati alla sessualità in presenza di un minore) difficoltà nel trasmettere informazioni che riguardano: le caratteristiche di una vita sana in base al modello occidentale di benessere; la profilassi; l aderenza e la continuità terapeutica e di assistenza problemi di aderenza delle cure nelle donne provenienti dal Maghreb e impossibilità di effettuare ulteriori controlli dovuti al loro non uscire da casa da sole o comunque non accompagnate dai mariti (i quali lavorano e hanno difficoltà a chiedere permessi per accompagnarle in ospedale) comunità cinese: difficoltà per entrare in contatto con la stessa in quanto risulta piuttosto chiusa; adesione terapeutica difficile di fronte all incapacità di tornare in ospedale per i controlli come conseguenza delle condizioni lavorative all interno della realtà lavorativa cinese Attività già in corso: L ospedale di Alessandria stava effettuando l analisi di questionari di gradimento dei servizi attuati, somministrati ai pazienti dell ospedale, compreso il reparto di Malattie Infettive, in diverse lingue. I risultati saranno completati e diffusi nel mese di febbraio. Rete di collaborazione con enti e associazioni locali che lavorano con stranieri: Caritas, Ufficio Migrazione del Comune e CIGL, Centro di Violenza delle Donne della Provincia di Alessandria, C.I.S.S.A.C.A. (Consorzio Servizi Sociali). Attraverso questa rete sarà distribuito il materiale elaborato per l obiettivo n. 2. Come per gli operatori di Biella, anche nell ambulatorio di Alessandria, gli operatori (in particolare gli infermieri) cercano di dare risposte più ampie ai bisogni dei pazienti. Questa centralità nella persona, li porta a mantenere il contatto con altri servizi come quelli dei servizi sociali. Ampliamento delle attività di prevenzione ad altre patologie come TBC ed Epatite. Il materiale informativo elaborato nell obiettivo n. 2 lo distribuiranno attraverso la rete dei servizi sopra citata. Sarebbe importante proporre alle infermiere un lavoro sul e di counselling Asti Interlocutori: Dott. Casabianca Provenienza pazienti; Nord Africa, Africa Subsahariana ed Est Europa (Romania e Albania) Problematiche: Assenza mediatori interculturali soprattutto in ambulatorio Difficoltà di comunicazione: il materiale in diverse lingue sarebbe di grande aiuto Attività già in corso: Attraverso il reparto di Malattie Sessualmente Trasmissibili, portano avanti da diverso tempo un lavoro di unità di strada per la prevenzione dell HIV/AIDS, attraverso alcuni operatori quali educatori, una mediatrice nigeriana, una mediatrice romena, ecc. Rete di collaborazione con enti e associazioni locali che lavorano con stranieri: Centro ISI, unità di strada sopra citata e altre Onlus che lavorano nel campo Allargamento ad altre patologie (TBC ed Epatite) Sentono il bisogno di inserire nell équipe dell ambulatorio mediatori interculturali in modo stabile e non a richiesta, come attualmente accade. Il materiale informativo elaborato nell obiettivo n. 2 lo distribuiranno attraverso il centro ISI e l unità di strada sopra citata. Biella Interlocutori: Lorena Mosca (Caposala) Provenienza pazienti e caratteristiche: Nord Africa ed Est Europa L età medio dei pazienti è di 40 anni. 68

4 Problematiche: Difficoltà nel capire i segni ed i sintomi della malattia, legati alle differenze culturali dei pazienti Allargamento ad altre patologie (TBC ed Epatite) Consolidamento ed allargamento rete di collaborazione con i servizi che si occupano di stranieri Attività già in corso: Percorso formativo organizzato dal collegio degli Infermieri di Biella (Collegio IPASVI Biella) Diritto alla salute e identità culturale degli immigrati: il ruolo degli infermieri. Rete di collaborazione con enti e associazioni locali che lavorano con stranieri: Il reparto è un punto di riferimento per i pazienti stranieri, dal momento che gli operatori cercano di aiutarli a risolvere anche altri problemi legati al loro benessere e non solo alle malattie infettive. Molti dei pazienti stranieri hanno anche molte carenze legate al soddisfacimento dei bisogni di prima necessità, e di conseguenza, attraverso un lavoro di rete con i servizi sociali dell ospedale ed altri enti e associazioni del territorio (Ufficio Stranieri del Comune, associazioni di volontariato, il SerT, i servizi psichiatrici di zona, la Casa dei popoli e delle culture di Biella) si cerca di accogliere e dare delle risposte che migliorino la salute e la qualità della vita della persona (la persona è al centro). Elaborazione di materiale informativo in lingua sull epatite e la TBC Gruppi di riflessione insieme agli operatori dell ambulatorio su temi legati all antropologia medica Cuneo Interlocutori: Dott. Guido Raineri Problematiche: Per quanto riguarda la situazione attuale a Cuneo: Abbassamento della percezione del rischio nella popolazione in genere Scoperta tardiva della sieropositività (circa il 40%) Aumento di malattie sessualmente trasmesse come la sifilide e la gonorrea Attività già in corso: Nel 2009 abbiamo portato a conclusione un progetto di elaborazione di materiale informativo di prevenzione HIV (volantino sulla gratuità del test e l anonimato anno 2008; depliant in diverse lingue sulle modalità di trasmissione dell infezione da HIV anno 2009) e di sensibilizzazione della problematica presso il Centro Migranti di Cuneo. Questo progetto è stato finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. Rete di collaborazione con enti e associazioni locali che lavorano con stranieri: Centro Migranti, CTP della zona, Ordine dei Farmacisti della Provincia di Cuneo, Ordine dei Medici della Provincia di Cuneo. Lavoro con équipe medico-territoriali dei distretti Lavoro di diffusione e prevenzione con medici di base, pediatri e ginecologi dei consultori Lavoro di formazione con gli operatori sugli aspetti sociali e culturali dei pazienti stranieri Lavoro di sensibilizzazione presso due scuole e comunità di stranieri Novara Interlocutori: Dott. Rizzo e Sig.ra Alagna Provenienza pazienti: Africa sub-sahariana, Marocco, Albania Problematiche: maggior diffusione di materiale su prevenzione Attività già in corso: Rete di collaborazione con enti e associazioni locali che lavorano con stranieri: L ospedale di Novara ha assunto stabilmente un gruppo di mediatrici interculturali di provenienza araba, cinese e albanese, che già lavorano in contatto con diverse associazioni di immigrati nella provincia di Novara. Attraverso questa rete distribuiranno il materiale prodotto nell obiettivo n

5 Sono interessati al materiale sull infezione da HIV in diverse lingue Verbania Interlocutori: Dott. Mondino Provenienza pazienti: Senegal e Sud America Problematiche: Difficoltà di mantenere un contatto più diretto con i pazienti data la estensione del territorio che fa riferimento a Verbania (Omega e Domodossola). Rete di collaborazione con enti e associazioni locali che lavorano con stranieri: Sindacati (soprattutto con la CISL), Caritas e alcuni CTP nelle scuole. Attraverso questa rete distribuiranno il materiale prodotto nell obiettivo n. 2. Elaborare del materiale su: MST, epatite e tubercolosi. Vercelli Interlocutori: Dott. Gobber Provenienza pazienti: Africa Subsahariana, Nord Africa, Sud America, Est Europa. Problematiche: maggior diffusione di materiale su prevenzione Rete di collaborazione con enti e associazioni locali che lavorano con stranieri: Dormitori e comunità, Sindacati, varie associazioni di volontariato che si occupano di stranieri sul territorio. Attraverso questa rete distribuiranno il materiale prodotto nell obiettivo n. 2. Importanza di materiale informativo sull epatite B e C. CONCLUSIONI Obiettivo n. 1 Attraverso il lavoro svolto nell ultimo anno abbiamo potuto verificare le potenzialità che offrono figure come quelle dei leader di comunità nella prevenzione e sensibilizzazione dell infezione da HIV fra le popolazioni di migranti. Abbiamo costatato che con la dovuta formazione ed incoraggiamento, queste persone rappresentano per chi lavora nel campo dell educazione alla salute la possibilità di arrivare ai loro connazionali, attraverso rapporti di fiducia già istaurati. Rapporti che difficilmente potrebbero sviluppare gli operatori. I risultati ottenuti ci permettono di affermare che la rete formata attraverso questo progetto aprirà nuovi canali di comunicazione e spazi di collaborazione fra le comunità straniere ed i servizi pubblici e privati presenti sul territorio regionale. Gli elementi riscontrati rispetto alla figura del leader all interno delle reti di comunità: Hanno dimostrato una grande disposizione ad imparare e a trasmettere l informazione appresa ai loro connazionali (si veda gli allegati n. 3 e n. 4 per osservare l allargamento della rete dalla fine del corso base fino alla chiusura delle attività) Sono stati particolarmente propositivi nell ipotizzare interventi per sensibilizzare la popolazione straniera. Sono andati oltre le aspettative e il risultato è la stesura di nuovi progetti da sviluppare nel 2010: Ampliare il progetto di prevenzione e sensibilizzazione dell infezione da HIV/AIDS, allargandolo alle malattie sessualmente trasmesse e l educazione alla sessualità; Progetto pilota prevenzione dei tumori femminili nelle donne albanesi residenti in tre città piemontesi (da svolgere con il Programma Prevenzione Serena e la Cooperativa Orso) Prevenzione abuso di alcol nelle comunità sudamericane residenti nella provincia di Torino (Associazione Aliseo Onlus); 70

6 Progetto Lavoriamo con le comunità (Assessorato Welfare della Regione Piemonte) Tutti si sono impegnati nel portare a termine le attività programmate nel miglior modo possibile, svolgendo un importante attività di divulgazione Sarebbe interessante creare un gruppo leader giovani partendo dal gruppo di giovani peruviani che hanno partecipato ad uno degli incontri in-formativi Hanno coinvolto un gran numero di connazionali Nella maggior parte dei casi le persone che hanno partecipato fanno parte di reti significative, non solo quelle che riguardano le loro comunità di appartenenza ma anche altri gruppi etnici presenti sul territorio (per lo più dello stesso continente) o anche alcune istituzioni (come consolati, Anagrafe, il Gris, ecc.). Queste loro reti ci hanno permesso di creare iniziative insieme ad altri enti e associazioni che sul territorio si occupano di immigrazione; fra quelle più significative: il contatto con gli operatori del Progetto The Gate con i quali nel mese di marzo progetteremo diverse iniziative da sviluppare nella zona di Porta Palazzo. La comunicazione vis a vis e il passa-parola sono le forme comunicative più effettive per arrivare alle persone straniere Alcuni di loro hanno preso maggiore coscienza dell esistenza delle reti sociali, della loro importanza, delle potenzialità che esse possono avere se utilizzate e sviluppate. Questo lo abbiamo osservato in diversi aspetti: l informazione acquisita durante il corso è stata utile non solo a chi ha partecipato al corso, ma anche ad altri, ai quali è arrivata tramite i nostri leader; alcuni hanno voluto creare nuovi contatti con altre comunità di stranieri (connazionali o meno) per vedere in che modo possono aiutarsi a vicenda o sviluppare delle iniziative insieme. Hanno percepito la disponibilità di alcuni formatori di lavorare con loro e per loro, proponendo di tenere degli interventi presso le loro comunità o luoghi di lavoro, chiedendo degli appuntamenti per sé o per qualche conoscente Attraverso questo percorso, sono nate nuove reti di collaborazione fra alcuni di loro Vedere come risorse altri stranieri è servito loro per: 1. capire che ognuno può essere d aiuto agli altri con quel poco o tanto che ha; 2. trovare delle figure di riferimento (d aiuto) presso servizi, associazioni, ecc., che prima percepivano come inavvicinabili e inospitali o distanti Attraverso le interviste svolte alcuni di loro hanno capito che lavorando insieme possono migliorare le proprie condizioni di vita trovando delle soluzioni a problematiche che prima sembravano troppo grandi per loro Anche se non vogliamo fare delle generalizzazioni, dato il piccolo campione sul quale possiamo contare, possiamo ipotizzare che ci siano alcune comunità i cui membri si presentano più disponibili rispetto ad altri per portare avanti attività come quella che abbiamo proposto. Fra le comunità dove ci sono maggiore disponibilità troviamo: i sudamericani in generale (peruviani e colombiani), gli albanesi e le donne egiziane; mentre quelle con cui è stato quasi impossibile trovare degli interlocutori sono i filippini e le persone provenienti da altri paesi del Nord Africa. Nelle comunità romena e marocchina abbiamo riscontrato delle particolarità. Nella prima abbiamo trovato dei singoli con gran interesse nel frequentare il corso ed apprendere il più possibile l informazione offertagli ma scarsa disponibilità a collaborare con altri membri della loro comunità. Per quanto riguarda la comunità marocchina abbiamo trovato delle istituzioni molto disponibili (in particolare il Consolato del Marocco tramite le figure del Responsabile per gli Affari Sociale e il Console) ma totale disinteresse da parte dei residenti. Obiettivo n Creare una coscienza di gruppo fra le partecipanti 71

7 Difficoltà di creare i gruppi di lavoro con i pazienti. Cause: diffidenza; vergogna; paura che la loro condizione venga a conoscenza dei connazionali. Osservando le dinamiche di gruppo possiamo dire che: Fra le donne sudamericane c è stata una condivisione spontanea già dal primo incontro riguardo la propria sieropositività e hanno dimostrato desiderio ed interesse nel lavorare insieme. I loro racconti sono per lo più legati alla sfera emotiva. Gruppo Romania: anche se c è stato fin dall inizio una condivisione spontanea della propria sieropositività non sembra si sia creata una coscienza di gruppo ampio senso di diffidenza. I loro racconti sono più di tipo razionale. Africa: dall inizio si è creata una coscienza di gruppo, ma solo dopo 1 anno di lavoro hanno parlato dell infezione in prima persona. Difficoltà o facilità nel parlare del modo in cui sono state contagiate (in una scala da più facile a più difficile si sono le sudamericane, le romene, le africane). 2.2 Capire come il virus e la malattia sono percepite nelle loro comunità di appartenenza Grandi differenze non solo sulla percezione della malattia fra i diversi gruppi culturali ma anche sul modo in cui si deve affrontare. Soltanto fra le africane sembra che le credenze culturali e religiose legate alla malattia come punizione divina siano particolarmente diffuse Infezione collegata a determinate categorie di persone: Africa: alla donna (non necessariamente prostitute) Romania: ragazze squillo e omosessuali Sud America: omosessuali 2.3 Aspetti socio-culturali legati alla malattia e ai comportamenti a rischio Condividono la condizione di sottomissione della donna nei confronti dell uomo Conseguenze drammatiche del fallimento del progetto migratorio nell autostima del migrante con delle ripercussioni nella vita affettiva e sessuale (diversi partner occasionali e rapporti sessuali non protetti; abuso di sostanze quali alcol) I tabù legati alla sessualità e quindi l importanza di parlarne 2.4 Individuare i messaggi che devono essere trasmessi e le modalità Alcuni aspetti ritornano in tutti tre i gruppi: il bisogno di far capire la differenza fra HIV e AIDS, perché nell immaginario della gente entrambe vogliono dire morte e l importanza del far capire che i farmaci sono gratuiti; Importanza nell attirare la curiosità delle persone Anche se condividono alcuni aspetti e preoccupazioni, sembrerebbe che le differenti comunità facciano perno su aspetti diversi legati all infezione: Africa: capacità di procreare anche se sieropositivi; la correlazione non obbligatoria fra HIV e morte Romania: importanza di far capire che non solo le persone appartenenti alle categorie sociali come le ragazze squillo e gli omosessuali possono essere sieropositivi; la correlazione non obbligatoria fra HIV e morte Sudamerica: l importanza di una sessualità responsabile 2.5 Individuare il materiale/gli oggetti attraverso i quali trasmettere l informazione rilevata Importanza degli oggetti della vita quotidiana soprattutto per i sudamericani nel fare prevenzione. Oggetti che possano essere portati con sé, contenenti determinati messaggi, che però per la loro intrinseca condizione di quotidianità non creino allarmismo e rifiuto. Altre riflessioni 72

8 Necessità di aggiornare i medici di base e gli operatori del pronto soccorso; ambiti sanitari dove i pazienti si trovano ad essere discriminati per la loro condizione. Sono forme di discriminazione che nascono dalla scarsa conoscenza delle forme di trasmissione del virus. Necessità di andare oltre le comunità straniere (anche per evitare ulteriori pregiudizi nei loro confronti) e fare un lavoro ad ampio raggio anche con la popolazione italiana. Importanza di lavorare a tappeto con le comunità, non solo per diffondere informazioni sui modi di trasmissione, ecc. ma anche per contribuire a diminuire la discriminazione verso le persone sieropositive. E per questo motivo che stimiamo importante allargare il discorso all educazione sessuale. Obiettivo n. 3 Stabilire un contatto con altri ospedali ed ambulatori di malattie infettive del Piemonte ci ha permesso di confrontarci con altri operatori che lavorano nel settore, individuare le problematiche e le risorse messe già in atto per risolverle. Alcuni degli aspetti condivisi fra le diverse realtà che abbiamo riscontrato sono: Difficoltà di comunicazione con i pazienti stranieri e mancanza di materiale informativo in lingua. Di fronte a questa difficoltà, Il materiale informativo elaborato nell obiettivo 2 è stato molto apprezzato dagli operatori sanitari, motivo per cui abbiamo deciso di utilizzare una parte dei fondi dell obiettivo n. 2 e dell obiettivo n. 3 nella riproduzione del depliant in otto lingue e del volantino in romeno, inserendo gli indirizzi degli altri centri di malattie infettive. Questo materiale sarà distribuito attraverso le reti di collaborazione di ogni realtà locale. Importanza di elaborare materiale informativo sulla tubercolosi e l epatite (infezioni maggiormente diffuse fra gli stranieri) Risposte ai questionari di valutazione corso base N. questionari di valutazione compilati: In base al vostro gradimento assegnate un voto al corso da 1 a 5 ( Valutazione Negativa; Valutazione Positiva) Ritenete che la scelta degli argomenti sia stata adeguata? 73

9 25 0 SI NO Spiegate il perché della vostra risposta Perché argomenti attuali e poco approfonditi. Ho visto: dati/realtà di altri paesi; il lavoro che fanno le aziende sanitarie in Piemonte; sono stati argomenti che noi li sentiamo; magari incontriamo più spesso in società. Perché mi ha arricchito personalmente e come posso aiutare o indirizzare qualcuno. Perche è sempre bene conoscere l ambito sanitario come si deve quindi gli argomenti sono stati adeguati. Perche ho imparato molto. La scelta ha risposto alle mie aspettative peraltro basilari non essendo un addetto ai lavori o esperto in materia. Si è affrontato diversi argomenti importanti per il lavoro come leader. La conoscenza delle organizzazioni che si occupano della salute degli immigrati. Le relazioni stabilite con loro. La conoscenza delle diverse malattie, non siamo chi portiamo tutte le malattie, siamo anche vittime di queste. La esistenza di una rete nei trattamenti delle malattie più diffuse. Sono problemi puntuali, evidente e profondi che hanno bisogno di una risposta urgente. Propriamente educativo, interessante conoscere temi sulla nostra salute società. Come affrontarlo con chi parlarci. Perché abbiamo imparato tante cose, diverse diversi temi referenti all ambito sanitario, soprattutto conoscere, sentire dagli esperti la loro specialità che ci serviranno per trasmettere nelle nostre comunità, tante opportunità per non sentirci soli, si possiamo lavorare in rete meglio ancora. Penso che sono stati discussi argomenti che realmente abbiamo bisogno di essere consapevoli e avere una base (struttura) per lavorare nell ambito della sanità. Si è parlato delle informazioni sanitarie che sempre non sono a conoscenza degli stranieri o hanno paura di presentarsi nei luoghi pubblici sanitari per paura di essere mandati via nel loro paese. Argomenti ginecologici, cancro, concetto culturale della malattia (mediatrici culturali), HIV, HPV, ecc. Si, perché gli argomenti sono stati interessanti, problemi di comunicazione, malattia, servizio nazionale, ecc. E essere in contatto con i servizi pubblici e privati, e le comunità stranieri che si trovano in questa città. Perché tutti gli argomenti scelti penso sono quelli più utili per il corso di leader nelle condizioni di essere maggiormente stranieri. Me han dado una ilustración grande e amplia a nivel de salud con respecto a la presencia de extranjeros migrantes en Italia. Perché ho ampliato il mio sistema di conoscenze. 74

10 Argomenti adeguati ed esposti da professionisti molto competenti e seri. Perché una cosa nuova per me è interessanti. Mi pare abbia toccato nodi fondamentali di un ambito estremamente complesso. Spiegato con linguaggio chiaro e concreto. C è bisogno di passare i valori d educazione. Il bene che c è come valore il sesso. 3. A vostro avviso gli argomenti sono stati trattati in modo adeguato? Si, NO. Perché. Si, di una maniera chiara, comprensiva a tutti con materiale illustrativo e testo. Sono stati chiari e concisi ma di volta, il tempo non c era per approfondimenti. La raccolta di problematiche rimane un esclusiva delle istituzioni. Dalle basi bisogna dare vita a un organizzazione di leader per fare il senso TERRITORIO VERSO- ISTITUZIONI. La scelta dei professionisti non poteva essere meglio. Tutti hanno dimostrato e sono anche conosciuti per il loro impegno su quello di cui hanno parlato. Conducenti molto preparati. Il gruppo molto etnico in modo bello. Assolutamente si. In ogni occasione il tempo a disposizione è stato impiegato molto efficacemente. Peccato sia sempre troppo poco. Si, ma il tempo era poco. Si perché abbiamo imparato tante cose. Sono stati chiari e interessanti. Generalmente si perché mi ha fatto capire le cose che stanno nascoste in certi argomenti trattati le problematiche che sono viste da nostra parte stranieri e medici. Si, perche argomenti interessanti nel mondo ospedaliero e che servono ad informare noi, per primi, poi tutti quelli che ci contattano. Si, i temi sono scelti per il nostro interesse. Chissà, magari approfondire un po di più con rispetto alle malattie sessualmente trasmissibili. Per quanto riguarda alla competenza e alla chiarezza dei professionisti, i messi, materiali, ecc. sono stati molto soddisfacente. Si, sono stati ben argomentati soprattutto la malattia nelle diverse culture (Fanon); malattie infettive e AIDS per esempio. Quelli sono stati i più belli. Si perché ho imparato belle cose nuove. Belle frasi stimolanti come ad esempio: l importante in tutto è condividere l obiettivo e non abbiate paura di dire che siete diversi e che pensate diversamente. Si. Si. La freschezza e la vitalità dei relatori, oltre le competenze, hanno reso gli incontri oltre che offerto di contenuti ricchi, gradevoli e familiari. Si. Si, ma mi sarebbe piaciuto approfondire certi argomenti. Si Si. In modo adeguato ed anche esauriente. Si Si. Sobretodo con tanta presencia profesional. Si. Da come si sono sviluppati in ogni lezione mi sono sembrati trattati in modo adeguati, gli argomenti e anche i modi. Si. Perché il messaggio è arrivato a noi chiaramente. 4. C è qualcosa che a vostro avviso cambiereste? Perché SI o perché NO? No, tutto è stato bene. Forse più ore per approfondire/discutere. Sicuramente l iniziativa è molto bella. Non dimenticare i leader, coinvolgere loro in qualche iniziativa con guadagno economico. È necessario e non solo da parlarne. Il tempo dovrebbe essere più lungo. Noi stranieri possiamo e vogliamo dedicare più tempo in questa tappa formativa così importante. No andava bene come orario, come gruppo. 75

11 Renderei disponibile la documentazione cartacea di quanto presentato dai relatori all inizio della singola lezione. Si, parlare più delle malattie in loro diversità. No, tutto è importante. Non cambierei ma aggiungerei altri argomenti. Solo se si può approfondire di più la parte degli stranieri (qual è la realtà, le paure) di essere al centro. No, solo perché non ho esperienza nel campo, e non posso cambiare niente. Va benissimo così. Cambierei NO, chiederei meglio più materiale come dispense ed altri di ogni tipo. Al momento non ho nessuno avviso, magri più avanti. Forse l orario per chi vuole venire al mattino. Si, il corso per leader non solo di 17 ore, sempre di più, e ancora aggiungere più argomenti, soprattutto con la partecipazione di operatori sanitari e/o medici stranieri. Grazie. Si, bisognerebbe insistere nella prevenzione della malattia che è una delle cose che ti garantisce un futuro visto il contesto culturale da dove provengono gli stranieri è diverso. O semplicemente l ospedale fa paura a qualcuno di loro, insistere tanto sul fatto che Meglio sapere come sto così, sono tranquilla, e magari salvo anche il mio entourage. No Va bene così No. Perché sia come argomenti, come tempistica, come organizzazione e come competenza. No Avrei voluto avere del tempo per studiare insieme qualche progetto da sviluppare Prolungherei Metterci in rete e come rete arrivare a sollevare il segno di speranza in difesa della vita e salute spirituale e corporale. Si. Forse con qualche espositore più dinamico o con dati da spiegarci. 5. Quali argomenti vorresti approfondire nei prossimi incontri? Alcool, bulimia, anoressia nervosa, psicologia, tubercolosi, razzismo, diritti umani. La vita nelle comunità che qualche persona di una realtà possa parlare di loro stessi che i protagonisti siano anche leader di comunità. Gli organismi assistenziali per gli stranieri; le leggi sul diritto all assistenza; il sostegno psicologico all integrazione; la famiglia e come difenderla. Le lezioni di psicologia del professore di Frantz Fanon; aumenterei gli incontri delle malattie infettive; servizio dei consultori familiare e pediatrico; servizio che offre la Caritas in tutto il mondo. Problemi psichici, disturbi del comportamento o della personalità, difficili da diagnosticare e curare. HIV, tumori, bambini. Maternità e pediatria. Comunicazione e counselling e sostegno al malato e alla sua famiglia. Tubercolosi, in caso di incidenti sul lavoro (con l assenza di documenti) come siamo aiutati (la parte chirurgica) La violenza psichica o fisica su donne e bambini Abbiamo parlato di salute mentale, è rimasto ancora quelle che ne patiscono tanto di noi stranieri: la solitudine; autostima; che di queste ne derivano altre conseguenze. Relazione umana; salute mentale. Ginecologia, cancro, prevenzione, informazione luoghi accessibili agli stranieri indipendentemente di essere in regola o no. 76

12 Prevenzione alla interruzione di gravidanza Educazione sessuale e prevenzione gravidanze Prevenzione AIDS Casi concreti di migranti con problemi di salute o ai servizi sanitari Mi piacerebbe analizzare, uno per uno, gli ospedali della città per capire dove sarebbe giusto e possibile intervenire. Nei prossimi incontri vorrei sentire tante cose altre, come altre malatie Tematiche al femminile. Etnopsicologia. Accompagnamento HIV Ambito della salute. Ancora mi piacerebbe approfondire di più. Anche avere qualche strumento pratico come aiutare la nostra gente. Uno molto importante che forse è mancato sarebbe le malattie psicologichepsichiatriche dei migranti a causa della migrazione qua. Allegato n. 2 Corso di formazione base - Risultati valutazione Reti Allegato n. 3 Interventi informativi HIV/AIDS sviluppati dai leader - Risultati valutazione Reti 77

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