Una strategia trentina per la realizzazione dell'interoperabilità e della cooperazione applicativa fra amministrazioni

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Una strategia trentina per la realizzazione dell'interoperabilità e della cooperazione applicativa fra amministrazioni"

Transcript

1 Una strategia trentina per la realizzazione dell'interoperabilità e della cooperazione applicativa fra amministrazioni Sergio Bettotti Italo Della Noce Nicola Prantil SOI-PAT [sergio.bettotti, italo.dellanoce, nicola.prantil]@provincia.tn.it Giuliano Muzio Informatica Trentina giuliano.muzio@infotn.it Marco Pistore Paolo Traverso ITC-IRST Trento [pistore, traverso@itc.it] Sommario Obiettivo della presente nota e' descrivere la strategia adottata dalla Provincia Autonoma di Trento per favorire la realizzazione di una piena interoperabilità e cooperazione applicativa fra le amministrazioni. Si descrivono in particolare due pilastri di questa strategia, ovvero la realizzazione di un sistema di collaborazioni sul territorio che coinvolga amministrazioni pubbliche locali, aziende e centri di ricerca attivi sul territorio e l'adozione di un insieme di strumenti per l'interoperabilità, basati su sistemi e formati open source, che adottano e evolvono i modelli SPC/SPCoop. Introduzione E' ampiamente riconosciuto il ruolo fondamentale che la realizzazione di una piena interoperabilità e cooperazione applicativa fra le amministrazioni può giocare per favorire la semplificazione e l'efficientizzazione della PA: basti considerare a tal proposito le indicazioni che in tal senso compaiono nelle recenti linee strategiche per la realizzazione del Sistema nazionale di e-government predisposte dal Ministro Luigi Nicolais. Sono però altrettanto ampiamente riconosciute le difficoltà nella realizzazione di questa piena interoperabilità e cooperazione, che richiede un ripensamento complessivo dei processi interni di lavoro delle PA e del loro modo di relazionarsi con gli utenti. E' quindi evidente l'importanza di non sommare, per quanto possibile, a queste difficoltà di natura organizzativa altre difficoltà di natura tecnologica. L'esistenza di un sistema pubblico di connettività e cooperazione applicativa (SPC/SPCoop) che propone modelli e specifiche tecniche basati su standard aperti e consolidati e' sicuramente un buon punto di partenza, ma non e' in grado da solo di rispondere alle esigenze tecnologiche che emergeranno da un'adozione sempre più diffusa e generalizzata delle infrastrutture di cooperazione applicativa. L'adozione dei modelli e delle specifiche SPC/SPCoop deve quindi accompagnarsi con una progressiva estensione di SPC/SPCoop con nuovi modelli e metodologie, nuove tecnologie e standard, casi di successo e soluzioni riutilizzabili che arricchiscano gli strumenti informatici utilizzabili a supporto della realizzazione della cooperazione applicativa. In Trentino, il processo sopra descritto e' supportato con un insieme di azioni strategiche che si pongono due obiettivi fortemente sinergici: (1) la realizzazione di un sistema di collaborazioni sul territorio che coinvolga amministrazioni pubbliche locali, aziende e centri di ricerca attivi sul territorio; (2) l'adozione da parte del sistema appena descritto di un insieme di strumenti per l'interoperabilità, basati su strumenti e formati open source, che adottano e evolvono i modelli SPC/SPCoop. La realizzazione della rete di collaborazioni sul territorio ha la funzione di favorire una collaborazione sistematica e continuativa fra tutti gli attori necessari ad una corretta evoluzione delle tecnologie di interoperabilità. In questo modo, e' possibile realizzare un incontro e un bilanciamento naturale fra problemi e requisiti dei domini applicativi (pubbliche amministrazioni), soluzioni e prodotti tecnologici assestati (aziende) e soluzioni innovative e di ricerca (centri di ricerca). Si può ad esempio dosare l'utilizzo di soluzioni di ricerca in un progetto di interoperabilità, limitandolo agli aspetti più innovativi, e garantendo comunque la soluzione complessiva del problema con l'adozione di tecnologie assestate. In questo modo, si favorisce un trasferimento più efficace di soluzioni di ricerca in soluzioni funzionanti e in pratiche industriali e di permette, in senso inverso, di indirizzare l'evoluzione delle soluzioni di ricerca verso i problemi applicativi e tecnologici reali. Azione necessaria al successo di questa collaborazione

2 a livello di sistema e' l'adozione da tutti gli attori di una piattaforma condivisa e basata su strumenti aperti per l'interoperabilità applicativa. Per strumenti aperti intendiamo non solo soluzioni open source e formati aperti, ma anche architetture aperte, che permettano cioè l'aggiunta, l'evoluzione o l'utilizzo selettivo delle specifiche funzionalità di interesse in uno specifico ambito applicativo. L'utilizzo di strumenti aperti e' indispensabile all'interno del sistema trentino per favorire la condivisione e il trasferimento di soluzioni e tecnologie fra i diversi attori. E' fondamentale inoltre in ottica evolutiva, per garantire una continua aderenza allo standard SPC/SPCoop, sia per favorire l'adozione eventuale di soluzioni risultate efficaci da parte dello standard SPC/SPCoop, sia in ottica inversa, ovvero di adeguamento della piattaforma trentina alle evoluzioni dello standard SPC/SPCoop. Nel seguito della nota verranno descritte in maggiore dettaglio le azioni che si stanno compiendo in Trentino per creare il sistema di collaborazioni e per sviluppare la piattaforma di strumenti aperti sopra descritti. Si presenteranno inoltre alcuni risultati che si intendono conseguire in queste azioni, in termini di estensione di standard e di modelli. Il fuoco sarà in particolare sul significato e sull'importanza dell'adozione di standard e strumenti aperti per supportare una evoluzione e un'adozione più rapida e meno invasiva delle soluzioni sviluppate. L interoperabilità come innovazione di sistema: il tripolo istituzioni-centri di ricerca-imprese Realizzare compiutamente l interoperabilità tra applicazioni sviluppate e gestite da una pluralità di attori che lavorano in un dato territorio significa anche individuare quali possano essere i migliori modelli organizzativi in grado di supportare tale interoperabilità. In altre parole, accanto agli standard e alle specifiche tecniche necessari a garantire il funzionamento dei sistemi interoperanti è opportuno introdurre altri strumenti di gestione del cambiamento, che permettano di mettere a sistema quanto realizzato da un punto di vista applicativo. Vista in questo contesto, l interoperabilità e la cooperazione applicativa presuppongono una nuova modalità di interazione tra pubbliche amministrazioni, che le renda capaci di aprire verso l esterno (e in primo luogo verso le istituzioni e le realtà che lavorano nell ambito dello stesso territorio) e rendere chiaramente leggibili le pratiche e i processi amministrativi e funzionali che le caratterizzano. Questa apertura risponde a un duplice obiettivo: da un lato mettere a disposizione di altre amministrazioni pratiche virtuose sviluppate all interno del proprio contesto organizzativo, dall altro realizzare una sorta di benchmarking che permetta di adeguare il proprio funzionamento a quello delle migliori pratiche altrui. Tale confronto biunivoco non preclude alcun punto di arrivo del processo cooperativo, che può sfociare nell adozione di un processo preesistente o nella reingegnerizzazione dei processi dei cooperanti. L adozione di tecnologie che abilitano l interoperabilità e la cooperazione applicativa implica quindi la necessità di generare un innovazione di sistema, che raccordi tra loro gli attori del territorio. Proprio nel rispetto di questo assunto, è stata immaginata la modalità di realizzazione dei progetti di interoperabilità in Trentino. La restante parte di questo capitolo sarà dedicata a illustrare e analizzare in dettaglio, in un ottica prettamente organizzativa, due casi specifici che si riferiscono a progetti avviati sul territorio trentino con la finalità di realizzare sistemi informativi che implementino il concetto di interoperabilità e cooperazione applicativa. Per analizzare al meglio i casi di studio citati nel paragrafo precedente è opportuno premettere alcuni concetti cardine del ragionamento, che servano nel contempo a chiarire come il percorso descritto affondi le sue radici in un lavoro iniziato già da alcuni anni. Il primo concetto è l importanza della creazione di reti di relazioni sul territorio. Infatti, la cooperazione non è abilitata soltanto dalla presenza di reti telematiche (seppur molto importanti), ma anche dalla reale esistenza di contatti e occasioni di lavoro comune che consentano alle realtà del territorio e agli individui che le rappresentano di trovare momenti di incontro, di scambio, di reciproca influenza culturale. Il valore di queste relazioni è inoltre indubbiamente aumentato dalla capacità di costruire team eterogenei, assegnando loro obiettivi e traguardi comuni e condivisi. Va detto che da questo punto di vista il Trentino è avvantaggiato dall avere un estensione territoriale relativamente ridotta, anche se la conformazione orografica dello stesso può generare fenomeni di digital divide. Sembra importante a questo punto chiedersi quali debbano essere in concreto i componenti di questa rete di relazioni, oltre ovviamente alle componenti istituzionali che, dato il loro ruolo, devono fungere da coordinamento e da collante del sistema. In Trentino questa riflessione ha portato alla conclusione che, per portare a termine un percorso di innovazione di sistema, che abbiamo visto essere una precondizione per la realizzazione dell interoperabilità, non si possa

3 prescindere da altri due attori fondamentali: i centri di ricerca ICT e le imprese innovative del territorio. Nasce in questo modo il concetto di tripolo dell innovazione, come modello organizzativo di riferimento per la realizzazione di reti aperte interoperanti. L ulteriore ricaduta positiva del coinvolgimento dei centri di ricerca e delle imprese nella realizzazione dell interoperabilità è data dalla familiarità che questi soggetti hanno (forse in misura addirittura maggiore di quanto non abbiano le stesse istituzioni) con il concetto di reti di relazioni. Coinvolgere questi attori significa quindi anche, in una certa misura, poter disporre di altre reti, collegate a quella primaria, che possono avere un ulteriore effetto positivo sui progetti. Il secondo concetto cardine è la necessità di individuare strutture organizzative e/o centri di competenza dedicati alla ideazione, progettazione e gestione dei progetti innovativi di interoperabilità. Data l estrema complessità di tale attività non sembra infatti opportuno considerare i progetti che la riguardano come ordinari progetti di sviluppo ICT, ma è piuttosto il caso di creare un nucleo di competenze ad hoc, dotato della necessaria autonomia per affrontare situazioni particolarmente delicate. In questo senso due aspetti vanno sottolineati: i progetti di interoperabilità mal si prestano alla creazione di strutture gerarchiche tipiche dei progetti interni a una singola organizzazione e la comunicazione tra attori eterogenei implica la capacità di comprendere e utilizzare linguaggi diversi, tra loro a volte anche contradditori. Il centro di competenza dedicato deve quindi avere la capacità di rapportarsi a realtà diversificate e multiformi. In Trentino, la risposta a questa esigenza è stata data individuando (o creando, laddove necessario) in tre realtà del territorio i nuclei di competenze in grado di affrontare la sfida delineata nel paragrafo precedente: il Servizio Organizzazione e Informatica della Provincia Autonoma di Trento (PAT), un gruppo di Innovation Management in Informatica Trentina (di recente creazione), azienda della PAT che sviluppa e gestisce in Insourcing i sistemi provinciali e il gruppo di ricerca sull E-government (anch esso di recente creazione) all interno dell ITC-IRST, Ente di ricerca della PAT. Veniamo ora ai casi di studio, con una piccola premessa che riguarda il territorio trentino. Gli aspetti che è importante sottolineare ai nostri fini sono due: da un lato l elevato numero di ricercatori ICT presenti in Trentino rispetto alla popolazione (circa 800), dall altro la dimensione relativamente ridotta delle imprese trentine (la media è di 1,2 addetti per impresa). Questi due aspetti hanno importanti influenze sull implementazione del tripolo precedentemente citato: intanto perché sorge l opportunità di sfruttare al meglio, a vantaggio delle istituzioni del territorio, le competenze dei ricercatori ICT, eventualmente incrementando il contenuto innovativo dei progetti di interoperabilità (questi aspetti saranno trattati più esaurientemente nel prossimo capitolo). La dimensione ridotta dell impresa facilita invece la flessibilità delle relazioni che si generano, obbligando tuttavia le istituzioni a un faticoso lavoro di raccordo tra una pluralità di aziende, ciascuna delle quali può tipicamente essere utilizzata per applicazioni di nicchia o specializzate verticalmente in un determinato dominio. Il primo caso di studio è costituito dal progetto ICAR- PAT, componente provinciale del più ampio progetto ICAR (Interoperabilità e Cooperazione Applicativa fra le Regioni), che ha come obiettivo una serie di realizzazioni infrastrutturali e applicative, che dovrebbero fornire un dispiegamento sul territorio e un'adozione in ambiti di competenza regionale degli standard SPC/SPCoop. Il secondo progetto è il progetto CASALPINA, progetto locale che ha l obiettivo di sperimentare un infrastruttura di interoperabilità che permetta la cooperazione applicativa in ambito socio-assistenziale. Questa cooperazione deve in prospettiva riguardare i vari enti che, a vario titolo, operano per fornire servizi socioassistenziali. Caratteristica specifica del progetto e' che alla progettazione e realizzazione della soluzione contribuiscono in maniera determinante aziende e centri di ricerca del territorio, con l'obiettivo di applicare e sperimentare in ambito industriale idee innovative di ricerca. Segnaliamo per punti quelli che ci sembrano essere gli aspetti maggiormente importanti che scaturiscono dall analisi di questi progetti, sottolineando che i progetto sono ancora in corso e che hanno orizzonte temporali assai diversi: il primo di lungo periodo (fine prevista 2009), il secondo di breve periodo (fine prevista aprile 2007). a) Condivisione degli obiettivi da parte degli attori. La prima sfida che un progetto di interoperabilità si trova concretamente ad affrontare è la capacità di gestire e superare comportamenti opportunistici da parte degli attori di progetto, per i quali gli obiettivi di sistema devono essere armonizzati con gli obiettivi che le singole istituzioni e/o strutture organizzative hanno assegnato loro. Mettere a

4 disposizione di altri i propri sistemi è non solo percepito come rischioso in virtù di elementi culturali, ma anche come inutile in rapporto al soddisfacimento dei propri obiettivi di performance (individuali e di gruppo). Si tratta quindi di accettare il rischio di condividere infrastrutture e applicazioni, ma anche di saper percepire l obiettivo istituzionale che è sotteso ai progetti e che ha come unica contropartita a lungo termine la crescita culturale complessiva del territorio (che sfocerà auspicabilmente in una crescita anche economica). Condividere gli obiettivi di un progetto di interoperabilità significa quindi spogliarsi degli aspetti tattici per investire in un percorso che ha una ricaduta non immediata. In questo senso ci sembra importante sottolineare che i progetti di interoperabilità devono avere una durata congrua con l ambizione che si pongono. Il caso del progetto CASALPINA ci insegna anche che porre una prima data-obiettivo a breve termine può essere pagante solo se si fa percepire agli attori del progetto che questo è un primo passo in un percorso di collaborazione che può continuare a lungo. Una sorta di periodo di prova del team di progetto, che verifica l eventuale sussistenza di forti incompatibilità al proprio interno. Può essere inoltre opportuno che gli obiettivi del progetto (in Trentino questo è avvenuto sia per ICAR-PAT, sia per CASALPINA) siano chiaramente esplicitati con comunicazioni formali ai massimi livelli tra i soggetti istituzionali che partecipano all iniziativa. In altre parole, il solo approccio bottom-up all interoperabilità potrebbe non essere sufficiente, se non adeguatamente accompagnato da un parallelo percorso topdown che lo rafforzi. b) Libertà di sperimentazione. Il ciclo di vita del progetto di interoperabilità non può essere scandito da fasi rigidamente sequenziali quali quelle di un modello waterfall, ma ha bisogno di iterazioni e di flessibilità operativa. Si tratta infatti di superare processi, più o meno esplicitati, appartenenti a singole organizzazioni, per costruire pragmaticamente processi condivisi da una rete di organizzazioni, i cui standard non è detto che siano allineati, condivisi o molto più semplicemente reciprocamente noti. Il risultato di progetto va quindi conseguito per approssimazioni successive, che affinano risultati iniziali realizzati a livello prototipale (con un modello prototipale o a spirale ) e garantiscano a ogni attore la possibilità di sperimentare adeguatamente e di comunicare all interno della propria organizzazione quanto realizzato. È evidente che per garantire che tale libertà di sperimentazione conduca comunque a risultati soddisfacenti è necessaria una forza notevole a livello di governance di progetto, che consenta di fare sintesi laddove si rischierebbe di lasciare eccessivo spazio a comportamenti disarticolati. c) Adeguatezza degli strumenti e delle modalità di comunicazione. La rete di relazioni del progetto di interoperabilità regge bene se adeguatamente supportata da opportuni strumenti di comunicazione. Si tratta quindi di prevedere i necessari momenti di confronto mediante riunioni, workshop, brainstorming, così come è necessario utilizzare in modo sensibile strumenti informatici di collaboration e workgroup. Lo stile di leadership per la gestione dei progetti dovrebbe quindi essere improntato, non solo a criteri che garantiscano la libertà di sperimentazione, ma anche alla massima trasparenza, nella volontà di condividere al massimo all interno del gruppo di lavoro gli oggetti realizzati dal progetto. Ciò non toglie che siano opportuni anche momenti di settorializzazione e specializzazione di competenze. Sia in ICAR-PAT che in CASALPINA si è infatti sempre partiti dal presupposto che all interno del gruppo di lavoro si dovessero utilizzare le migliori competenze a disposizione per realizzare i task di progetto, una cui prima immediata conseguenza è che, se è vero che ogni amministrazione si apre e si mette in rete con altre amministrazioni, è pur vero che ogni amministrazione gestisce in prima persona le evoluzioni dei propri sistemi informativi. d) Presenza di esperti del dominio applicativo di progetto. La scelta del dominio applicativo per il progetto di interoperabilità non è banale. ICAR-PAT (almeno al momento) e CASALPINA, per una precisa scelta dell amministrazione provinciale lavorano entrambi sul dominio socio-sanitario. In particolare CASALPINA coinvolge oltre alla

5 PAT, anche l Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (APSS) e alcune amministrazioni comunali (in particolare il Comune di Trento). Questo dominio garantisce un buon bilanciamento tra la specializzazione necessaria per affrontarlo e la ricchezza applicativa che lo contraddistinguono, ma richiede come è ovvio la presenza di esperti di dominio. Tali esperti non possono essere costituiti soltanto dagli appartenenti alle unità organizzative di riferimento delle istituzioni (APSS e Servizi Socio-Sanitari della PAT), ma devono essere anche affiancati da esperti provenienti da aziende e centri di ricerca che abbiano familiarità con le tecnologie che caratterizzano il dominio stesso. e) Lavoro di mediazione tra interessi contrapposti. La prima difficoltà nell implementare da un punto di vista organizzativo il tripolo dell innovazione è nel mediare tra interessi contrapposti, gestendo i conflitti tipici di ogni progetto complesso. Le tecniche con le quali si risolvono i conflitti che nascono all interno dei progetti di interoperabilità chiamano quasi sempre in causa aspetti relativi alla scelta di particolari strumenti informatici o alle caratteristiche che in un determinato contesto deve assumere una specifica implementazione. Se è vero infatti che per loro natura i progetti di interoperabilità privilegiano la scelta di formati e standard aperti (vedere il prossimo capitolo per gli approfondimenti), è pur vero che all interno di questo ambito ci si deve confrontare con una pluralità di opzioni che spesso devono fare i conti con le scelte del passato e i sistemi legaci presenti all interno delle singole organizzazioni. Il ruolo di chi governa e gestisce i progetti di interoperabilità diventa quindi un ruolo particolarmente delicato, perché esso deve caratterizzarsi come colui che pur utilizzando al meglio le competenze delle imprese e dei centri di ricerca deve evitare meccanismi di lock-in che non tutelano gli interessi delle amministrazioni e dei cittadini e che non sono di per sé fugati dalla scelta di adottare formati e standard aperti. La difficile via d uscita sembra in questo caso essere suggerita dall orientare le proprie scelte massimizzando l apertura e la flessibilità che la generanda infrastruttura di interoperabilità dovrà garantire, senza esasperare tuttavia atteggiamenti che non consentirebbero di massimizzare al contempo le competenze del territorio, comprendendo che per le architetture di interoperabilità sono possibili e necessarie anche scelte tattiche. f) Valorizzazione del risultato del lavoro, anche se effettuato sui back-end dei sistemi. Il lavoro necessario per garantire l interoperabilità e la cooperazione applicativa tra le istituzioni inizia dal back-office e dalle infrastrutture di back-end. Per far adeguatamente percepire a un pubblico vasto di cittadini e di amministratori i benefici dei progetti di interoperabilità è necessario allora individuare strumenti opportuni per divulgare quello che si sta realizzando. Questa individuazione è un processo faticoso che richiede tempi e modalità opportune e non può prescindere dal coinvolgimento attivo di tutti gli attori del progetto. Integrare i vari apporti in uno schema di sintesi che valorizzi le competenze di ciascuno genera quindi un costo aggiuntivo che va previsto se si vuole garantire alla propria iniziativa il successo necessario. Accanto ai temi ricordati nei paragrafi precedenti si sottolineano alcuni aspetti che allo stato attuale non sono stati affrontati, ma che potrebbero costituire materia di successivi approfondimenti. 1) Se l interoperabilità e la cooperazione applicativa non consentono la realizzazione di reti di relazioni reali sul territorio, vanno realizzate reti virtuali (per esempio a livello nazionale o sovranazionale). Rimane da chiarire in che modo le reti virtuali garantiscano un adeguato livello di condivisione degli obiettivi progettuali che abbia ricadute benefiche sui cittadini del territorio 2) Nei paragrafi precedenti è stata abbondantemente chiarita la necessità di sostenere effort adeguati per cementare la rete di relazioni della comunità che realizza l interoperabilità. Tali effort, oltre a costituire un sforzo in termini di costi progettauli, pongono il problema di trovare i giusti indicatori per effettuare una valutazione efficace delle attività di interoperabilità. 3) E' necessario approfondire ulteriormente il discorso che riguarda i diritti di proprietà delle infrastrutture di interoperabilità e delle conoscenze necessarie per realizzarle. Questo approfondimento è da effettuare non solo per chiarire il ruolo che i privati possono avere accanto alle istituzioni in questo contesto, ma

6 anche per stabilire in che modo garantire l esercizio di queste infrastrutture. Strumenti aperti e sperimentazione di soluzioni innovative: un esempio concreto Nel capitolo precedente abbiamo discusso due iniziative progettuali in cui la rete di collaborazioni fra istituzioni, aziende e centri di ricerca presenti sul territorio trentino viene sfruttata per permettere una migliore realizzazione di soluzioni di interoperabilità e cooperazione applicativa. Uno degli obiettivi di questo approccio e' permettere di adottare, in modo selettivo e mirato, soluzioni di avanzate e di ricerca all'interno di questi progetti. Si può, cioè, dosare l'utilizzo di queste soluzioni di ricerca, limitandolo agli aspetti più innovativi, e garantendo comunque la soluzione complessiva del problema con l'adozione di tecnologie assestate. In questo modo, si favorisce un trasferimento più efficace di soluzioni di ricerca in soluzioni funzionanti e in pratiche industriali e di permette, in senso inverso, di indirizzare l'evoluzione delle soluzioni di ricerca verso i problemi applicativi e tecnologici reali. Nel capitolo precedente, abbiamo analizzato i requisiti di natura organizzativa che sono necessari per realizzare questo tipo di approccio all'innovazione. In questo capitolo, analizzeremo un secondo aspetto, altrettanto importante: l'adozione da tutti gli attori di una piattaforma condivisa e basata su strumenti aperti per l'interoperabilità applicativa. Più che ripercorrere i numerosi e ben noti argomenti a favore dell'adozione dell'open source e dei formati aperti, che pure condividiamo e riteniamo fondamentali, vogliamo seguire in questa nota un approccio diverso e mostrare, su un esempio specifico, come l'utilizzo di strumenti aperti si sia dimostrato condizione indispensabile per l'adozione di idee e strumenti sviluppati dalla ricerca nell'ambito del progetto CASALPINA. Nell'ambito dell'interoperabilità e delle architetture orientate ai servizi, un tema di ricerca che sta riscuotendo un crescente interesse sia dall'accademia sia dalle grandi aziende (IBM, Oracle, HP prime fra tutte) e' quello del monitoraggio. L'interesse su questo tema ha due forti spinte, che analizziamo nel seguito. La prima spinta nasce dall'ovvio requisito di specificare, a livello di accordo di servizio, non solo gli aspetti funzionali relativi alla fornitura e all'utilizzo di un servizio, ma anche aspetti nonfunzionali relativi ai livelli di servizio (es. periodo di disponibilità del servizio, tempi di risposta, livello garantito di risposta positiva del servizio...). Questi parametri di Service Level Agreement sono necessari in fase di negoziazione per la definizione dell'accordo di servizio; altrettanto importante e' il monitoraggio di questi parametri a run-time, per rilevare deviazioni nelle modalità e nei livelli di fornitura dei servizi rispetto a quanto negoziato. Evidenza dell'importanza di questo tema sono sia l'attenzione da parte delle grandi aziende alla definizione di linguaggi specifici per la definizione dei requisiti si Service Level Agreement (si veda ad esempio il recente standard ws-agreement), sia lo sviluppo e la progressiva inclusione in piattaforme di supporto all'interoperabilità applicativa di strumenti e tecniche per il monitoraggio e di questi requisiti. Tale necessità di sviluppare strumenti per definire e monitorare Service Level Agreement e' riconosciuta infine anche nel progetto ICAR, dove anzi uno dei principali interventi infrastrutturali riguarda proprio lo sviluppo di questi strumenti. La seconda spinta a supporto dello sviluppo di strumenti avanzati di monitoraggio nasce dal requisito di realizzare anche nell'ambito delle architetture orientate ai servizi funzionalità di data warehouse e di business intelligence. tipiche degli ambiti centralizzati. E' infatti evidente che, se l'esecuzione di un processo e' distribuito e richiede l'accordo e la collaborazione fra più attori, anche un'analisi completa e un'estrazione efficace di informazioni di business intelligence non può che richiedere la collaborazione di questi attori. Pertanto, accordi di servizio e interoperabilità applicativa non devono riguardare solo la messa a disposizione dei servizi necessari ad eseguire un processo distribuito, ma devono normare e permettere anche l'accesso alle informazioni necessarie al data warehouse e di business intelligence. Questo aspetto e' evidente nel progetto CASALPINA, che si pone esplicitamente l'obiettivo di realizzare l'interoperabilità fra enti in ambito socioassistenziale non solo per quel che riguarda l'invocazione di servizi ma anche per quel che riguarda la realizzazione di funzionalità di data warehouse e l'estrazione di indicatori sul funzionamento dei vari enti che partecipano alla fornitura di servizi socioassistenziali. Questi indicatori sono la sorgente prima di informazioni per permettere alla Provincia di Trento di svolgere i suoi compiti di monitoraggio e governance su questi enti. Da un punto di vista tecnologico, le funzionalità per supportare data warehouse messe a disposizione dai singoli attori di un dominio di cooperazione altro non sono che servizi addizionali, che affiancano quelli

7 necessari per realizzare la logica applicativa. Da un punto di vista concettuale, e' però di fondamentale importanza distinguere le due tipologie di servizi : logica applicativa e logica di monitoraggio/dataware house hanno finalità e modalità operative diverse, spesso coinvolgono attori diversi (si pensi ad esempio all'ambito socio-assistenziale, in cui la Provincia di Trento non partecipa alla logica applicativa ma interviene solamente nella logica di monitoraggio per realizzare i suoi compiti di governance) e basandosi su strumenti diversi. E' perciò importante sviluppare soluzioni specifiche per realizzare la logica di monitoraggio/dataware house nell'ambito delle architetture orientate ai servizi: e' cioè importante realizzare uno strato specifico per questa logica che si basi sulle tecnologie base dei servizi, ma che le declini per realizzare le funzionalità specifiche richieste da questa logica. Si tratta, cioè, di sviluppare: (1) standard specifici per definire proprietà e servizi di monitoraggio/dataware house; (2) standard specifici per l'interoperabilità fra piattaforme per quel che riguarda l'invocazione di questi servizi di monitoraggio/dataware house; e (3) strumenti specifici che implementino questi standard. Questo modo di procedere e' prassi consolidata nell'ambito delle architetture orientate ai servizi in cui specifici standard intervengono a normare l'utilizzo dei servizi per realizzare specifiche funzionalità infrastrutturali (si pensi alla discovery basata sullo standard UDDI, oppure allo standard SAML per quel che riguarda autenticazione e autorizzazione). I centri di ricerca trentini coinvolti nel progetto CASALPINA (Università e ITC-IRST) sono attivi da vari anni nella ricerca nell'ambito del monitoraggio nelle architetture orientate ai servizi, sia per quel che riguarda il monitoraggio di Service Level Agreement, sia per quanto concerne il monitoraggio orientato al dataware house e alla business intelligence. In particolare, hanno sviluppato linguaggi e tecniche per supportare queste forme di monitoraggio e hanno realizzato strumenti di supporto che hanno raggiunto un buon livello di maturità. Il progetto CASALPINA e' pertanto l'occasione per applicare queste tecniche e questi strumenti in un dominio reale. Il progetto CASALPINA non si limita tuttavia a voler sperimentare questi strumenti avanzati di monitoraggio, ma vuole fornire una soluzione complessiva al problema dell'interoperabilità in ambito socio-assistenziale. Per questo motivo, gli strumenti di ricerca devono essere combinati con strumenti più assestati, basati su SPC/SPCoop, per supportare una soluzione complessiva del problema. L'adozione di strumenti open si e' dimostrata una precondizione fondamentale e una scelta necessaria per poter realizzare nei tempi del progetto questa integrazione fra strumenti innovativi di ricerca e tecnologie più assestate e permettere uno sviluppo organico e bilanciato dei diversi aspetti del progetto. Ci preme in particolare mettere in evidenza tre aspetti legati agli strumenti che si sono dimostrati fondamentali. 1. L'utilizzo di linguaggi standard aperti e estensibili tipici delle architetture orientate ai servizi da parte di SPC/SPCoop per la definizione dell'accordo di servizio permette una estensione puntuale e localizzate di questi accordi di servizio in modo da supportare i nuovi linguaggi di specifica necessari a descrivere la logica di monitoraggio/dataware house. Questa estensione non pervasiva permette di offrire un supporto specifico per le funzionalità avanzate di monitoraggio, recuperando pienamente l'esistente per quel che riguarda tutti gli altri aspetti relativi all'interoperabilità applicativa. 2. L'utilizzo di una piattaforma open source per la realizzazione delle funzionalità di Porta di Dominio (nel nostro caso, la Porta di Dominio realizzata da Insiel per la Regione Veneto) e' condizione necessaria per permettere l'inclusione degli strumenti sviluppati dalla ricerca a supporto del monitoraggio (anch'essi open source ) nella base di codice della Porta di Dominio. L'adozione di una soluzione non open source, sia per la Porta di Dominio di base, sia per le estensioni, sarebbe ostacolo molto severo alla sperimentazione, richiedendo la definizione di accordi e licenze specifiche. 3. Ancora più importate della licenza open source della Porta di Dominio adottata, e' fondamentale per supportare una sperimentazione efficace l'architettura aperta utilizzata nella realizzazione della Porta stessa. Questa architettura e' stata pensata per permettere un'agevole aggiunta o estensione di una specifica componente, come anche un utilizzo selettivo delle specifiche funzionalità di interesse in uno specifico ambito applicativo. Affianco alla licenza, e' proprio questa architettura a permettere una semplice integrazione dei prototipi di ricerca in un'architettura più ampia e a supportare l'utilizzo selettivo di idee innovative che si

8 vuole realizzare nel progetto. L'esempio presentato e', secondo noi, rappresentativo del ruolo indispensabile dell'utilizzo di strumenti aperti all'interno del sistema trentino per favorire la condivisione e il trasferimento di soluzioni e tecnologie fra i diversi attori coinvolti nei progetti di innovazione. E', dal nostro punto di vista, fondamentale anche in ottica evolutiva, per garantire una continua aderenza allo standard SPC/SPCoop, sia per favorire l'adozione eventuale di soluzioni risultate efficaci da parte dello standard SPC/SPCoop, sia in ottica inversa, ovvero di adeguamento della piattaforma trentina alle evoluzioni dello standard SPC/SPCoop. Conclusioni In questa nota abbiamo descritto la strategia adottata dalla Provincia Autonoma di Trento per favorire la realizzazione di una piena interoperabilità e cooperazione applicativa fra le amministrazioni. Abbiamo descritto in particolare due pilastri di questa strategia. Il primo pilastro consiste nella realizzazione di un sistema di collaborazioni sul territorio che coinvolga amministrazioni pubbliche locali, aziende e centri di ricerca. Questo sistema ha l'obiettivo di realizzare una collaborazione continuativa fra tutti gli attori necessari ad una corretta evoluzione delle tecnologie di interoperabilità, al fine di realizzare un incontro e un bilanciamento naturale fra problemi e requisiti dei domini applicativi (di competenza delle pubbliche amministrazioni), soluzioni e prodotti tecnologici assestati (di competenza delle aziende) e soluzioni innovative e di ricerca (di competenza dei centri di ricerca) Il secondo pilastro e' l'adozione da tutti gli attori di una piattaforma condivisa e basata su strumenti aperti per l'interoperabilità applicativa. Per strumenti aperti abbiamo inteso non solo soluzioni open source e formati aperti, ma anche architetture aperte, che permettano cioè l'aggiunta, l'evoluzione o l'utilizzo selettivo delle specifiche funzionalità di interesse in uno specifico ambito applicativo. L'utilizzo di strumenti aperti e' infatti indispensabile all'interno del sistema trentino per favorire la condivisione e il trasferimento di soluzioni e tecnologie fra i diversi attori. Nella nota abbiamo utilizzato due progetti di innovazione per illustrare e suffragare l'importanza dei due pilastri sopra menzionati. Questi progetti, anche se ancora in corso, hanno dato evidenze degli effetti positivi e dei possibili risultati derivanti dall'adozione della strategia sopra descritta.

IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale.

IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale. IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale. Gestione e sviluppo richiedono oggi comportamenti diversi

Dettagli

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Allegato Delibera Giunta Comunale n. 110 del 19 maggio 2014 1) Caratteristiche generali del sistema

Dettagli

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p

Dettagli

1- Corso di IT Strategy

1- Corso di IT Strategy Descrizione dei Corsi del Master Universitario di 1 livello in IT Governance & Compliance INPDAP Certificated III Edizione A. A. 2011/12 1- Corso di IT Strategy Gli analisti di settore riportano spesso

Dettagli

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE Non c è mai una seconda occasione per dare una prima impressione 1. Lo scenario Oggi mantenere le proprie posizioni o aumentare le quote di mercato

Dettagli

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE GRUPPI DI LAVORO GRUPPO DI LAVORO Un gruppo di lavoro è costituito da un insieme di individui che interagiscono tra loro con una certa regolarità, nella consapevolezza di dipendere l uno dall altro e di

Dettagli

GRANDE INTERESSE DEI CIO ITALIANI VERSO IL CLOUD: TREND RILEVANTE PER IL

GRANDE INTERESSE DEI CIO ITALIANI VERSO IL CLOUD: TREND RILEVANTE PER IL GRANDE INTERESSE DEI CIO ITALIANI VERSO IL CLOUD: TREND RILEVANTE PER IL 66% Una survey del Politecnico di Milano mostra dati positivi sia per la rilevanza percepita sia per la diffusione dei progetti.

Dettagli

M U L T I F A M I L Y O F F I C E

M U L T I F A M I L Y O F F I C E MULTI FAMILY OFFICE Un obiettivo senza pianificazione è solamente un desiderio (Antoine de Saint-Exupéry) CHI SIAMO MVC & Partners è una società che offre servizi di Multi Family Office a Clienti dalle

Dettagli

VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola

VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola Premessa VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola progetto sperimentale per individuare criteri, strumenti e metodologie per la valutazione delle scuole e dei dirigenti scolastici Le precedenti sperimentazioni

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

FORMAZIONE AVANZATA LA GESTIONE E VALUTAZIONE DEI CONTRATTI, PROGETTI E SERVIZI ICT NELLA PA

FORMAZIONE AVANZATA LA GESTIONE E VALUTAZIONE DEI CONTRATTI, PROGETTI E SERVIZI ICT NELLA PA FORMAZIONE AVANZATA LA GESTIONE E VALUTAZIONE DEI CONTRATTI, PROGETTI E SERVIZI ICT NELLA PA 1. Premessa Il nuovo Codice dell Amministrazione Digitale, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 10 gennaio 2011

Dettagli

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006)

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) Siamo nell ultimo anno di programmazione, per cui è normale fare un bilancio dell attività svolta e dell

Dettagli

EVOLUZIONE DELLE INIZIATIVE PER LA QUALITA : L APPROCCIO SIX SIGMA

EVOLUZIONE DELLE INIZIATIVE PER LA QUALITA : L APPROCCIO SIX SIGMA http://www.sinedi.com ARTICOLO 3 LUGLIO 2006 EVOLUZIONE DELLE INIZIATIVE PER LA QUALITA : L APPROCCIO SIX SIGMA A partire dal 1980 sono state sviluppate diverse metodologie per la gestione della qualità

Dettagli

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale.

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Il presente materiale didattico costituisce parte integrante del percorso formativo

Dettagli

Alla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente

Alla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente Alla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente Controllo di Gestione e Misurazione delle Performance: l integrazione delle competenze, la valorizzazione delle differenze e la tecnologia

Dettagli

Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia

Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia Report a cura del Nucleo di Valutazione delle Prestazioni Dirigenziali Settembre 2014 1 Premessa Il Report Il sistema di misurazione

Dettagli

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007 Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani AA. 2006-2007 PIANO e PIANIFICAZIONE 3 Pianificazione È il Processo con il quale un individuo, una impresa, una istituzione, una collettività territoriale

Dettagli

AGENDA DIGITALE: COSA I COMUNI SI ATTENDONO DALLA SUA ATTUAZIONE E COME I COMUNI POSSONO CONTRIBUIRE ALLA SUA ATTUAZIONE

AGENDA DIGITALE: COSA I COMUNI SI ATTENDONO DALLA SUA ATTUAZIONE E COME I COMUNI POSSONO CONTRIBUIRE ALLA SUA ATTUAZIONE AGENDA DIGITALE: COSA I COMUNI SI ATTENDONO DALLA SUA ATTUAZIONE E COME I COMUNI POSSONO CONTRIBUIRE ALLA SUA ATTUAZIONE Milano, 19 dicembre 2012 1 Premessa L agenda digitale italiana, con le prime misure

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

PROGETTO DI RICERCA. Titolo: LO STUDIO DI UNA GOVERNANCE PER L ATTUAZIONE DI PROTOCOLLI DI AZIONE IN

PROGETTO DI RICERCA. Titolo: LO STUDIO DI UNA GOVERNANCE PER L ATTUAZIONE DI PROTOCOLLI DI AZIONE IN PROGETTO DI RICERCA Titolo: LO STUDIO DI UNA GOVERNANCE PER L ATTUAZIONE DI PROTOCOLLI DI AZIONE IN MATERIA DI MEDIAZIONE. Ambito: Mediazione civile e commerciale delle controversie. Proponenti: Prof.

Dettagli

Documento approvato dal Consiglio Direttivo dell ANVUR nella seduta del 15/5/2013

Documento approvato dal Consiglio Direttivo dell ANVUR nella seduta del 15/5/2013 Documento approvato dal Consiglio Direttivo dell ANVUR nella seduta del 15/5/2013-1. Premessa Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n. 104 del 06/05/2013 del DM 45/2013 Regolamento recante modalità

Dettagli

Linee guida per le Scuole 2.0

Linee guida per le Scuole 2.0 Linee guida per le Scuole 2.0 Premesse Il progetto Scuole 2.0 ha fra i suoi obiettivi principali quello di sperimentare e analizzare, in un numero limitato e controllabile di casi, come l introduzione

Dettagli

IL CICLO DI VITA DEL PROGETTO. Elementi essenziali di progetto. Fasi e tappe Gli Approcci

IL CICLO DI VITA DEL PROGETTO. Elementi essenziali di progetto. Fasi e tappe Gli Approcci UNIVERSITA MILANO BICOCCA Corso di laurea di primo livello in servizio sociale anno accademico 2009-2010 Progettare il sociale Prof. Dario A. Colombo IL CICLO DI VITA DEL PROGETTO Elementi essenziali di

Dettagli

LA GESTIONE EFFICACE DEI COLLABORATORI

LA GESTIONE EFFICACE DEI COLLABORATORI LA GESTIONE EFFICACE DEI COLLABORATORI La qualità organizzativa passa attraverso la qualità delle persone 1. Le ragioni del corso Nella situazione attuale, assume una rilevanza sempre maggiore la capacità

Dettagli

Progetto Atipico. Partners

Progetto Atipico. Partners Progetto Atipico Partners Imprese Arancia-ICT Arancia-ICT è una giovane società che nasce nel 2007 grazie ad un gruppo di professionisti che ha voluto capitalizzare le competenze multidisciplinari acquisite

Dettagli

Thinkalize. Il nuovo creatore dell innovazione.

Thinkalize. Il nuovo creatore dell innovazione. Thinkalize. Il nuovo creatore dell innovazione. Come nasce il progetto? La necessita, il desiderio di cambiare le regole e di dettarne di nuove verso un modo contemporaneo di fare impresa, ha dato vita

Dettagli

SVILUPPO TALENTI PROGETTO CONSEGUIRE OBIETTIVI RICERCARE ECCELLENZA

SVILUPPO TALENTI PROGETTO CONSEGUIRE OBIETTIVI RICERCARE ECCELLENZA SVILUPPO TALENTI PROGETTO CONSEGUIRE OBIETTIVI RICERCARE ECCELLENZA Bologna Aprile 2009 L IMPORTANZA DEL MOMENTO In un mercato denso di criticità e nel medesimo tempo di opportunità, l investimento sulle

Dettagli

UNO SGUARDO OLTRE LA SCUOLA ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO E PROGETTO DI VITA

UNO SGUARDO OLTRE LA SCUOLA ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO E PROGETTO DI VITA ENTE DI APPARTENENZA ASSOCIAZIONI Coinvolgimento prima e durante l esperienza Riflessione sull esperienza Collegamenti con realtà vissuta Scoperta di nuovi bisogni e nuove opportunità Possibilità di provare

Dettagli

ALLINEARSI: IL DRIVER PER UNA INNOVAZIONE DI SUCCESSO!

ALLINEARSI: IL DRIVER PER UNA INNOVAZIONE DI SUCCESSO! ALLINEARSI: IL DRIVER PER UNA INNOVAZIONE DI SUCCESSO! L allineamento del team esecutivo è definibile come l accordo dei membri del team in merito a: 1. Allineamento personale -consapevolezza dell impatto

Dettagli

Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile

Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile Obiettivi specifici Per il generale, si individuano

Dettagli

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE Dicembre, 2014 Il Sistema di misurazione e valutazione della performance... 3 Il Ciclo di gestione della performance... 5 Il Sistema di misurazione e valutazione

Dettagli

L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE CONCETTO: L ORGANIZZAZIONE SI PONE COME OBIETTIVO LO STUDIO DELLE COMPOSIZIONI PIU CONVENIENTI DELLE FORZE PERSONALI, MATERIALI E IMMATERIALI OPERANTI NEL SISTEMA AZIENDALE.

Dettagli

L esperienza dell Università di Bologna

L esperienza dell Università di Bologna PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMA ASSE E Capacità Istituzionale Obiettivo specifico 5.1 Performance PA Linea 2 WEBINAR Ciclo delle Performance nelle Università: La programmazione della formazione e il

Dettagli

Presidiare una consultazione online

Presidiare una consultazione online Progetto PerformancePA Ambito A - Linea 1 - Una rete per la riforma della PA Presidiare una consultazione online Autore: Maria Antonietta Sanna Artizzu, Laura Manconi Creatore: Formez PA, Progetto Performance

Dettagli

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo. L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono

Dettagli

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino In un contesto normativo e sociale caratterizzato da una costante evoluzione, al Comune,

Dettagli

4.5 CONTROLLO DEI DOCUMENTI E DEI DATI

4.5 CONTROLLO DEI DOCUMENTI E DEI DATI Unione Industriale 35 di 94 4.5 CONTROLLO DEI DOCUMENTI E DEI DATI 4.5.1 Generalità La documentazione, per una filatura conto terzi che opera nell ambito di un Sistema qualità, rappresenta l evidenza oggettiva

Dettagli

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE A.S. Dott.ssa Carmen Prizzon Il progetto Operazione complessa unica e di durata limitata rivolta a produrre un risultato specifico attraverso

Dettagli

una società cooperative Europea (SCE) ropea Moduli e metodologie Mediterranea

una società cooperative Europea (SCE) ropea Moduli e metodologie Mediterranea a coop Creare una società cooperative Europea (SCE) ropea Moduli e metodologie esente, Pass 1 Creare una società cooperative Europea (SCE) Introduzione La società cooperativa è un associazione autonoma

Dettagli

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE: IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:! definisce i bisogni e i desideri insoddisfatti! ne definisce l ampiezza! determina quali mercati obiettivo l impresa può meglio servire! definisce i prodotti

Dettagli

Presidenza del Consiglio dei Ministri

Presidenza del Consiglio dei Ministri Presidenza del Consiglio dei Ministri SCUOLA SUPERIORE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE FORMAZIONE AVANZATA e-government 1. Premessa Oggi l innovazione nella pubblica amministrazione (PA) e, in particolare,

Dettagli

LA VALUTAZIONE DELLE RISORSE UMANE NEI SISTEMI DI SVILUPPO E GESTIONE AZIENDALE

LA VALUTAZIONE DELLE RISORSE UMANE NEI SISTEMI DI SVILUPPO E GESTIONE AZIENDALE LA VALUTAZIONE DELLE RISORSE UMANE NEI SISTEMI DI SVILUPPO E GESTIONE AZIENDALE Schema legami fra strumenti di gestione r.u. e strategie/obiettivi aziendali ECOSISTEMA AMBIENTALE AZIENDALE Economico; Politico;

Dettagli

Generazione Automatica di Asserzioni da Modelli di Specifica

Generazione Automatica di Asserzioni da Modelli di Specifica UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO BICOCCA FACOLTÀ DI SCIENZE MATEMATICHE FISICHE E NATURALI Corso di Laurea Magistrale in Informatica Generazione Automatica di Asserzioni da Modelli di Specifica Relatore:

Dettagli

Manuale della qualità. Procedure. Istruzioni operative

Manuale della qualità. Procedure. Istruzioni operative Unione Industriale 19 di 94 4.2 SISTEMA QUALITÀ 4.2.1 Generalità Un Sistema qualità è costituito dalla struttura organizzata, dalle responsabilità definite, dalle procedure, dai procedimenti di lavoro

Dettagli

La tecnologia cloud computing a supporto della gestione delle risorse umane

La tecnologia cloud computing a supporto della gestione delle risorse umane La tecnologia cloud computing a supporto della gestione delle risorse umane L importanza delle risorse umane per il successo delle strategie aziendali Il mondo delle imprese in questi ultimi anni sta rivolgendo

Dettagli

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis Le organizzazioni di volontariato ritengono essenziale la legalità e la trasparenza in tutta la loro attività e particolarmente nella raccolta e nell uso corretto

Dettagli

Comprendere il Cloud Computing. Maggio, 2013

Comprendere il Cloud Computing. Maggio, 2013 Comprendere il Cloud Computing Maggio, 2013 1 Cos è il Cloud Computing Il cloud computing è un modello per consentire un comodo accesso alla rete ad un insieme condiviso di computer e risorse IT (ad esempio,

Dettagli

QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA

QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA Caratteristiche generali 0 I R M 1 Leadership e coerenza degli obiettivi 2. Orientamento ai risultati I manager elaborano e formulano una chiara mission. Es.: I manager

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA TUSCIA MASTER UNIVERSITARIO IN E-LEARNING PROJECT WORK. Gruppo CENTAURO. ~o~

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA TUSCIA MASTER UNIVERSITARIO IN E-LEARNING PROJECT WORK. Gruppo CENTAURO. ~o~ UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA TUSCIA MASTER UNIVERSITARIO IN E-LEARNING PROJECT WORK Gruppo CENTAURO ~o~ R A P I D E L E A R N I N G Una Nuova Strategia per il Knowledge Management (L insegnamento in pillole

Dettagli

COMUNE DI MORNICO AL SERIO. (Provincia di Bergamo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2013-2015. (art. 10 del D.Lgs. n.

COMUNE DI MORNICO AL SERIO. (Provincia di Bergamo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2013-2015. (art. 10 del D.Lgs. n. COMUNE DI MORNICO AL SERIO (Provincia di Bergamo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2013-2015 (art. 10 del D.Lgs. n. 33/2013) Introduzione Il principio di trasparenza deve essere inteso

Dettagli

leaders in engineering excellence

leaders in engineering excellence leaders in engineering excellence engineering excellence Il mondo di oggi, in rapida trasformazione, impone alle imprese di dotarsi di impianti e macchinari più affidabili e sicuri, e di più lunga durata.

Dettagli

Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione

Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione 2 Premessa In.Sar. Spa, nell assolvere alle sue finalità istituzionali volte a supportare l Amministrazione

Dettagli

03. Il Modello Gestionale per Processi

03. Il Modello Gestionale per Processi 03. Il Modello Gestionale per Processi Gli aspetti strutturali (vale a dire l organigramma e la descrizione delle funzioni, ruoli e responsabilità) da soli non bastano per gestire la performance; l organigramma

Dettagli

I Tirocini nella Cooperazione Sociale Trentina. Tirocini formativi del Master in Gestione di Imprese Sociali

I Tirocini nella Cooperazione Sociale Trentina. Tirocini formativi del Master in Gestione di Imprese Sociali I Tirocini nella Cooperazione Sociale Trentina Tirocini formativi del Master in Gestione di Imprese Sociali Premessa Con. Solida ed Euricse condividono un approccio e un metodo per la realizzazione ed

Dettagli

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016.

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. Indice: Premessa 1. FONTI NORMATIVE 2. STRUMENTI 3. DATI DA PUBBLICARE 4. INIZIATIVE DI

Dettagli

Progetto 5. Formazione, discipline e continuità

Progetto 5. Formazione, discipline e continuità Istituto Comprensivo Statale Lorenzo Bartolini di Vaiano Piano dell Offerta Formativa Scheda di progetto Progetto 5 Formazione, discipline e continuità I momenti dedicati all aggiornamento e all autoaggiornamento

Dettagli

Lavorare in Rete. a cura di Nunzia Coppedé. Nulla su di Noi senza di Noi. Formazione EmpowerNet

Lavorare in Rete. a cura di Nunzia Coppedé. Nulla su di Noi senza di Noi. Formazione EmpowerNet Lavorare in Rete Nulla su di Noi senza di Noi a cura di Nunzia Coppedé Cosa significa lavorare in rete Significa lavorare con diversi attori per affrontare insieme una causa comune La rete informale Le

Dettagli

Social Innovation AROUND Award

Social Innovation AROUND Award Social Innovation AROUND Award Social Innovation Around Award APPuntamento e Premio dell Innovazione Sociale, quest anno alla sua prima edizione, è una iniziativa di SIS Social Innovation Society che con

Dettagli

Sistemi di misurazione e valutazione delle performance

Sistemi di misurazione e valutazione delle performance Sistemi di misurazione e valutazione delle performance 1 SVILUPPO DELL'INTERVENTO Cos è la misurazione e valutazione delle performance e a cosa serve? Efficienza Efficacia Outcome Requisiti minimi Indicatori

Dettagli

L uso della Balanced Scorecard nel processo di Business Planning

L uso della Balanced Scorecard nel processo di Business Planning L uso della Balanced Scorecard nel processo di Business Planning di Marcello Sabatini www.msconsulting.it Introduzione Il business plan è uno strumento che permette ad un imprenditore di descrivere la

Dettagli

POLITICA DELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE CIVILE

POLITICA DELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE CIVILE POLITICA DELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE CIVILE 1. Che cos è la formazione La formazione è il processo attraverso il quale si educano, si migliorano e si indirizzano le risorse umane affinché personale

Dettagli

PROGETTO DIDATTICO LAVORARE IN CONTINUITA

PROGETTO DIDATTICO LAVORARE IN CONTINUITA Comune di Casalecchio di Reno ASILO NIDO R. VIGHI PROGETTO DIDATTICO LAVORARE IN CONTINUITA Per un progetto di territorio: uno spazio e un tempo per l incontro Anno educativo 2007/2008 A cura del Collettivo

Dettagli

La Leadership efficace

La Leadership efficace La Leadership efficace 1 La Leadership: definizione e principi 3 2 Le pre-condizioni della Leadership 3 3 Le qualità del Leader 4 3.1 Comunicazione... 4 3.1.1 Visione... 4 3.1.2 Relazione... 4 pagina 2

Dettagli

ALLEGATO 2D MODELLO DI OFFERTA TECNICA LOTTO 4

ALLEGATO 2D MODELLO DI OFFERTA TECNICA LOTTO 4 ALLEGATO 2D MODELLO DI OFFERTA TECNICA LOTTO 4 Allegato 2D Modello di offerta tecnica - Lotto4 Pagina 1 di 16 Premessa Nella redazione dell Offerta tecnica il concorrente deve seguire lo schema del modello

Dettagli

Fattura elettronica e conservazione

Fattura elettronica e conservazione Fattura elettronica e conservazione Maria Pia Giovannini Responsabile Area Regole, standard e guide tecniche Agenzia per l Italia Digitale Torino, 22 novembre 2013 1 Il contesto di riferimento Agenda digitale

Dettagli

FORMAZIONE AVANZATA IL CONSERVATORE DEI DOCUMENTI DIGITALI

FORMAZIONE AVANZATA IL CONSERVATORE DEI DOCUMENTI DIGITALI FORMAZIONE AVANZATA IL CONSERVATORE DEI DOCUMENTI DIGITALI 1. Premessa Con raccomandazione del 27/10/2011 - digitalizzazione e accessibilità dei contenuti culturali e sulla conservazione digitale - la

Dettagli

POLITICA DI COESIONE 2014-2020

POLITICA DI COESIONE 2014-2020 INVESTIMENTO TERRITORIALE INTEGRATO POLITICA DI COESIONE 2014-2020 A dicembre 2013, il Consiglio dell Unione europea ha formalmente adottato le nuove normative e le leggi che regolano il ciclo successivo

Dettagli

SPORTELLO UNICO DELLE ATTIVITA PRODUTTIVE. Rete telematica e servizi di supporto ICT

SPORTELLO UNICO DELLE ATTIVITA PRODUTTIVE. Rete telematica e servizi di supporto ICT SPORTELLO UNICO DELLE ATTIVITA PRODUTTIVE Rete telematica e servizi di supporto ICT La rete telematica regionale LEPIDA ed il SISTEMA a rete degli SUAP come esempi di collaborazione fra Enti della PA per

Dettagli

Gestire il rischio di processo: una possibile leva di rilancio del modello di business

Gestire il rischio di processo: una possibile leva di rilancio del modello di business Gestire il rischio di processo: una possibile leva di rilancio del modello di business Gianluca Meloni, Davide Brembati In collaborazione con 1 1 Le premesse del Progetto di ricerca Nella presente congiuntura

Dettagli

La Dichiarazione di Verona sugli investimenti in salute (The Verona Declaration on Investment for Healt)

La Dichiarazione di Verona sugli investimenti in salute (The Verona Declaration on Investment for Healt) SCHEDA 8 La Dichiarazione di Verona sugli investimenti in salute (The Verona Declaration on Investment for Healt) Verona, Italia, 5-9 luglio 2000 LA SFIDA DI VERONA Investire in salute significa promuoverne

Dettagli

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione del Consiglio dei Delegati n. 13 del 30/12/2008 Approvato dalla Provincia di

Dettagli

Verso l autonomia I nostri servizi per le organizzazioni non profit

Verso l autonomia I nostri servizi per le organizzazioni non profit Verso l autonomia I nostri servizi per le organizzazioni non profit gennaio 13, Milano Il vostro bisogno, la nostra proposta L economia italiana attraversa una fase di generale difficoltà, all interno

Dettagli

ALLEGATO H VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE INDIVIDUALE DEI DIPENDENTI COMUNE DI CINISI Prov. Palermo

ALLEGATO H VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE INDIVIDUALE DEI DIPENDENTI COMUNE DI CINISI Prov. Palermo SCHEDA di 3 II Fattore di Valutazione: Comportamenti professionali e organizzativi e competenze Anno Settore Servizio Dipendente Categoria Profilo professionale Responsabilità assegnate DECLARATORIA DELLA

Dettagli

E il momento di iniziare: le fondamenta del fundraising

E il momento di iniziare: le fondamenta del fundraising ENGAGEDin propone corsi di formazione per le organizzazioni che vogliono avviare o sviluppare la propria attività di raccolta fondi attraverso la crescita delle proprie competenze, la discussione di casi

Dettagli

Progetto TIC (trasparenza- informatica-comunicazione)

Progetto TIC (trasparenza- informatica-comunicazione) Progetto TIC (trasparenza- informatica-comunicazione) Il quadro normativo di seguito riportato evidenzia il ruolo che la Provincia avrà quale ente con funzioni di area vasta che potrà essere di supporto

Dettagli

12.1) Metodi e tecniche di valutazione delle politiche pubbliche nella dimensione locale (rif. Paragrafo n.12 del Piano formativo Argomento n.

12.1) Metodi e tecniche di valutazione delle politiche pubbliche nella dimensione locale (rif. Paragrafo n.12 del Piano formativo Argomento n. 12.1) Metodi e tecniche di valutazione delle politiche pubbliche nella dimensione locale (rif. Paragrafo n.12 del Piano formativo Argomento n.1) La valutazione delle politiche pubbliche locali in una prospettiva

Dettagli

PARTNER DI PROGETTO. Università degli Studi di Palermo Dipartimento di Ingegneria Industriale

PARTNER DI PROGETTO. Università degli Studi di Palermo Dipartimento di Ingegneria Industriale PARTNER DI PROGETTO Il raggruppamento dei soggetti attuatori è altamente qualificato. Da una parte, la presenza di quattro aziende del settore ICT garantirà, ognuna per le proprie aree di competenza, un

Dettagli

Programmazione Pubblica/Mercato

Programmazione Pubblica/Mercato Programmazione Pubblica/Mercato I modelli centrati sulla programmazione pubblica si fondano sulla assunzione della incapacità del sistema di auto regolarsi, o meglio sulla sua incapacità di autoorientarsi

Dettagli

Sistemi per la Sicurezza Consulenza. Sicurezza Analisi Consulenza. La La Sicurezza non è un gioco. non è un gioco

Sistemi per la Sicurezza Consulenza. Sicurezza Analisi Consulenza. La La Sicurezza non è un gioco. non è un gioco Sistemi per la Sicurezza Consulenza Sicurezza Analisi Consulenza La La Sicurezza non è un gioco non è un gioco m Il parere del Legale La formazione in materia di sicurezza e salute dei lavoratori ha assunto

Dettagli

Piani integrati per lo sviluppo locale. Progetti di marketing territoriale. Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali

Piani integrati per lo sviluppo locale. Progetti di marketing territoriale. Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali Piani integrati per lo sviluppo locale Progetti di marketing territoriale Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali Sviluppo di prodotti turistici Strategie e piani di comunicazione Percorsi

Dettagli

Il corso di italiano on-line: presentazione

Il corso di italiano on-line: presentazione Il corso di italiano on-line: presentazione Indice Perché un corso di lingua on-line 1. I corsi di lingua italiana ICoNLingua 2. Come è organizzato il corso 2.1. Struttura generale del corso 2.2. Tempistica

Dettagli

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Premessa All arrivo di un nuovo volontario l intero sistema dell associazione viene in qualche modo toccato. Le relazioni si strutturano diversamente

Dettagli

STORE MANAGER.. LE COMPETENZE CARATTERISTICHE E I BISOGNI DI FORMAZIONE

STORE MANAGER.. LE COMPETENZE CARATTERISTICHE E I BISOGNI DI FORMAZIONE STORE MANAGER.. LE COMPETENZE CARATTERISTICHE E I BISOGNI DI FORMAZIONE 1 Indice 1. Premessa 2. Obiettivo 3. Le competenze del profilo ideale Competenze 3.1. Età ed esperienza 3.2. Le reali competenze

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016 -

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016 - PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016-1 1. Introduzione: organizzazione e funzioni del Comune. Con l approvazione del presente Programma Triennale della Trasparenza e dell

Dettagli

Premesso che il Sistema di e-learning federato per la pubblica amministrazione dell Emilia-Romagna (SELF):

Premesso che il Sistema di e-learning federato per la pubblica amministrazione dell Emilia-Romagna (SELF): CONVENZIONE PER L ADESIONE AL SISTEMA DI E-LEARNING FEDERATO DELL EMILIA-ROMAGNA PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E L UTILIZZO DEI SERVIZI PER LA FORMAZIONE Premesso che il Sistema di e-learning federato

Dettagli

SPCOOP E I PROGETTI DI COOPERAZIONE INTERREGIONALE

SPCOOP E I PROGETTI DI COOPERAZIONE INTERREGIONALE SPCOOP E I PROGETTI DI COOPERAZIONE INTERREGIONALE EGIDIO PICERNO POTENZA 9 LUGLIO 2010 Interoperabiltà è la capacità di due o più sistemi informativi di scambiarsi informazioni e di attivare, a suddetto

Dettagli

Quanto sei pronto ad Innovare? Prime evidenze dal check-up dell innovazione. SDA Bocconi School of Managment

Quanto sei pronto ad Innovare? Prime evidenze dal check-up dell innovazione. SDA Bocconi School of Managment Quanto sei pronto ad Innovare? Prime evidenze dal check-up dell innovazione Paolo Pasini, Gianluca Salviotti SDA Bocconi School of Managment Copyright SDA Copyright Bocconi SDA 2006Bocconi 2006 1 Agenda

Dettagli

Indice. Prefazione PARTE PRIMA LE FONDAZIONI DI PARTECIPAZIONE NELLE STRATEGIE COLLABORATIVE TRA AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE ED IMPRESE

Indice. Prefazione PARTE PRIMA LE FONDAZIONI DI PARTECIPAZIONE NELLE STRATEGIE COLLABORATIVE TRA AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE ED IMPRESE Indice Prefazione XI PARTE PRIMA LE FONDAZIONI DI PARTECIPAZIONE NELLE STRATEGIE COLLABORATIVE TRA AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE ED IMPRESE Capitolo 1 Le partnership pubblico-privato nei nuovi modelli di gestione

Dettagli

Progettaz. e sviluppo Data Base

Progettaz. e sviluppo Data Base Progettaz. e sviluppo Data Base! Progettazione Basi Dati: Metodologie e modelli!modello Entita -Relazione Progettazione Base Dati Introduzione alla Progettazione: Il ciclo di vita di un Sist. Informativo

Dettagli

Via Don Angelo Scapin, 36 I-35020 Roncaglia di Ponte San Nicolò (PD) ITALIA Phone/Fax: +39 049 719065 - info@spinips.com www.spinips.

Via Don Angelo Scapin, 36 I-35020 Roncaglia di Ponte San Nicolò (PD) ITALIA Phone/Fax: +39 049 719065 - info@spinips.com www.spinips. Via Don Angelo Scapin, 36 I-35020 Roncaglia di Ponte San Nicolò (PD) ITALIA Phone/Fax: +39 049 719065 - info@spinips.com www.spinips.com STUDI E VERIFICHE DI FATTIBILITÀ... 2 PROGETTAZIONE MECCANICA...

Dettagli

La Pubblica Amministrazione consumatore di software Open Source

La Pubblica Amministrazione consumatore di software Open Source La Pubblica Amministrazione consumatore di software Open Source Dipartimento per l Innovazione e le Tecnologie Paola Tarquini Sommario Iniziative in atto Una possibile strategia per la diffusione del Software

Dettagli

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Introduzione Il progetto W.In D. (Women In Development) si inserisce nelle attività previste e finanziate

Dettagli

Le fattispecie di riuso

Le fattispecie di riuso Le fattispecie di riuso Indice 1. PREMESSA...3 2. RIUSO IN CESSIONE SEMPLICE...4 3. RIUSO CON GESTIONE A CARICO DEL CEDENTE...5 4. RIUSO IN FACILITY MANAGEMENT...6 5. RIUSO IN ASP...7 1. Premessa Poiché

Dettagli

Descrizione dettagliata delle attività

Descrizione dettagliata delle attività LA PIANIFICAZIONE DETTAGLIATA DOPO LA SELEZIONE Poiché ciascun progetto è un processo complesso ed esclusivo, una pianificazione organica ed accurata è indispensabile al fine di perseguire con efficacia

Dettagli

Imprenditorialità e Innovazione per l Internazionalizzazione delle PMI

Imprenditorialità e Innovazione per l Internazionalizzazione delle PMI Corso di Alta Formazione Imprenditorialità e Innovazione per l Internazionalizzazione delle PMI Evento Finale 25 marzo 2013 -Bergamo Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni BERGAMO SVILUPPO AZIENDA

Dettagli

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione.

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione. ISO 9001 Con la sigla ISO 9001 si intende lo standard di riferimento internazionalmente riconosciuto per la Gestione della Qualità, che rappresenta quindi un precetto universale applicabile all interno

Dettagli

COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING

COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING Febbraio Inserto di Missione Impresa dedicato allo sviluppo pratico di progetti finalizzati ad aumentare la competitività delle imprese. COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING COS E UN

Dettagli

AUDIT. 2. Processo di valutazione

AUDIT. 2. Processo di valutazione AUDIT 2. Processo di valutazione FASE ATTIVITA DESCRIZIONE Inizio dell'audit Inizio dell attività Costituzione del gruppo di valutazione sulla base delle competenze generali e specifiche e dei differenti

Dettagli