QUADERNI NAPOLETANI DI ASSIRIOLOGIA A10 126/4

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1 QUADERNI NAPOLETANI DI ASSIRIOLOGIA 4 A10 126/4

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3 Pietro Mander Appunti di grammatica accadica CORSO ELEMENTARE

4 Copyright MMV ARACNE editrice S.r.l. via Raffaele Garofalo, 133 A/B Roma tel. (06) ISBN I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: novembre 2005 I ristampa aggiornata: giugno 2007

5 Indice Presentazione Introduzione Fonetica Fonotattica Il nome Lo stato costrutto L aggettivo Pronomi Pronomi suffissi Morfologia verbale: introduzione I tempi Coniugazioni derivate in t- e tn I modi Forme verbali nominali Coniugazione nominale Verbi deboli Verbi di primæ W e N

6 17. Verbi di mediæ infirmæ Verbi di ultimæ infirmæ Altre radici verbali Preposizioni Esercizio Glossario Indice

7 PRESENTAZIONE Questi appunti di grammatica nascono dall esigenza di avere un manualetto di riferimento per i moduli da 4 CFU pianificati dalla riforma del 2001: le grammatiche a disposizione presentano percorsi di studio che richiedono più di 25 ore e inoltre hanno l inconveniente di non essere scritte in italiano. Ricordando che la grammatica di base è: von Soden, Wolfram, Grundriss der akkadischen Grammatik, Analecta Orientalia 33, Roma 1952, , 3 a ed. con aggiornamenti di Mayer, Werner R.,1995, abbreviata GAG, che ha costituito la base per la sintesi in italiano di Lancellotti, Angelo, Grammatica della lingua accadica, Jerusalem alla quale si rinvia per ogni chiarimento ed approfondimento, precisiamo che ho usato nozioni tratte dall analisi di Reiner Reiner, Erica, A Linguistic Analysis of Akkadian, Janua Linguarum, series practica 21, The Hague, Mouton 1966, abbreviata LAA, volume dal quale avevo tratto volgarizzandone i contenuti delle dispense distribuite in fotocopia nell anno accademico presso l Università La Sapienza di Roma. Non ostante l asperità presentata dal sistema di regole fonotattiche di LAA, gli esami di fine corso diedero esiti decisamente soddisfacenti: per questa ragione ho mantenuto alcuni aspetti di quelle dispense. Mi sono anche avvalso dell ultima edizione della grammatica Huehnergard, John, A Grammar of Akkadian, Harvard Semitic Museum Studies 45, Atlanta, Georgia 1997, 2 nd ed e della piccola, ma ben congegnata grammatica Bodi, Daniel, Petite grammaire de l akkadien à l usage des débutants, Geuthner manuels, Paris

8 Si è tenuto conto anche della succinta e accurata descrizione della lingua accadica tracciata in Huehnergard, John Woods, Christopher, Akkadian and Eblaite, in: Woodard, Roger D. ed., The Cambridge Encyclopedia of the World s Ancient Languages, Cambridge 2004, pp Sperando di aver raggiunto lo scopo, e ricordando che questi appunti fungono da appoggio alla didattica frontale (terminologia della riforma) che si svolge a lezione, e che non possono sostituirla, li offriamo agli studenti soprattutto per favorirli nella preparazione dell esame. Infatti ho voluto tenere conto dei dubbi e problemi che possono insorgere lontano dal docente: da quest esigenza nascono i riferimenti ai paragrafi delle regole grammaticali posti a corredo del testo in lingua accadica da presentare all esame. Liste di diversa natura sono pensate per esonerare lo studente dalla consultazione delle liste di segni e dei grandi vocabolari. Un ringraziamento particolare va al Dott. Gian Piero Basello, che ha rivisto l intero testo, apportando correzioni e modifiche. Roma, 24 Ottobre

9 1. INTRODUZIONE 1.a Il sistema cuneiforme Sul contesto storico in cui si verificò l invenzione della scrittura, sui prodromi e le caratteristiche del sistema di scrittura cuneiforme, si rinvia a QNAss 1, parte 1, (pp ). 1.b La lingua accadica L accadico rientra fra le lingue flessive (gruppo cui appartengono anche le lingue indo-europee), nella famiglia delle lingue semitiche. Anche per questo argomento, si rinvia al QNAss 1, 2.3 pp c I dialetti dell accadico Come s è visto 1, le più antiche testimonianze della lingua accadica sono costituite da nomi propri di persona che appaiono nei testi di Farah (2600 a. C. circa) e, più numerosi, in quelli, di poco posteriori, da Abu S alâbîkh. Comincia, con queste attestazioni, il periodo più antico della lingua, denominato paleo-accadico. Probabilmente al sistema dell accadico appartiene anche la lingua semitica (o, meglio, le lingue semitiche) documentate nei testi (XXV/XXIV sec. a. C.) di Ebla (Siria del Nord, circa 70 km. a Sud di Aleppo). I primi testi letterari e amministrativi in accadico in Mesopotamia appaiono dal 2350 circa a. C., dando origine ad una tradizione che non sarà più interrotta fino alla fine della civiltà mesopotamica. Poiché il periodo in cui troviamo i primi testi di una certa rilevanza scritti in questa lingua (il XXIV sec. a. C.) è quello in cui si afferma l egemonia politica della dinastia di Akkad, si è deciso di chiamare accadico la lingua delle antiche Babilonia ed Assiria. Dall inizio del II millennio a. C. si distinguono due dialetti principali, il babilonese e l assiro, la cui periodizzazione si può così rappresentare schematicamente: a. C. paleo-babilonese paleo-assiro a. C. medio-bab. medio-ass a. C. neo-bab. neo-ass. 600 a. C.-100 (o III sec.?) d. C. tardo-bab. // La fase linguistica descritta in questo corso elementare è quella che è considerata sia per la stabilità della grammatica, sia per il fiorire di accademie scribali da quasi tutti gli studiosi il periodo classico. 1 QNAss 1 p

10 Quest opinione, è stata condivisa anche nelle antiche accademie e scuole scribali, che hanno scelto questa fase (ormai non più parlata) della lingua per comporre i grandi lavori letterari: è il cosiddetto dialetto Standard Babylonian, usato nel I millennio a. C. 10

11 2. FONETICA 2 2.a Vocali Abbiamo le vocali /a/, /i/ e /u/, che costituiscono le vocali proto-semitiche; la /e/ è secondaria, derivando da fenomeni di modificazione. Nulla si sa sull esistenza di /o/ o /ü/, la cui esistenza è da alcuno sostenuta: nella scrittura, comunque, non sono rappresentate. Il simbolo V inidca la presenza di una vocale. 2.b Consonanti Rinviando a Bodi, Petite grammaire, 14b (= pp. 53 ss.) per un esposizione sintetica ma particolareggiata del consonantismo accadico nel quadro di quello semitico, forniamo qui lo schema più semplice. sonore sorde enfatiche labiali b p - dentali d t palatali g k q sibilanti z s, å (alveolari) velari/faringali h nasali m, n liquide l, r A queste 17 si aggiungano: Semi-consonanti: w, j Il semitico possiede una serie di suoni gutturali:, h, h,, h, g che finiscono col fondersi e sparire. Tuttavia esse e le semi-consonanti w e j (che spariscono anch esse, seppur con tempi diversi), lasciano delle significative modificazioni nella flessione. 2 Le graffe indicano morfema (così {-t-} inidca il suono /t/ considerato come elemento grammaticale), mentre le barre oblique indicano il suono (così /t/ inidcano il suono senza considerarne la funzione nella frase. 11

12 Sono indicate come 1, 2, 3, 4, 5, abbreviato in: 1-5. Si tenga presente che le consonanti faringali h, e g (= 3-5 ) causano la coloritura vocalica della /a/ in /e/. Infine consideriamo il fonema {:}, ovvero la quantità lunga (tratto prosodico lungo = TPL), indicata con /:/, che si comporta come una semi-consonante, dando luogo a fenomeni di mutamenti nella flessione. Il simbolo C indica la presenza di una consonante. 2.c Mutamenti consonantici Non forniremo in questi appunti l insieme delle regole, ma solo le principali, in particolare quelle che si incontrano nel CH (codice di Hammurabi). 1. /n/ + C = C 1 C 1 Es. *indin > iddin, *indâk > iddâk,* intanaååi > ittanaååi Questa regola non si applica rigidamente quando la consonante che segue appartiene a un morfema suffisso: Es.: -n+åu > uktînåu, dînåu ma: inaddin+åum > inaddiååum 2. (d, t, ), (å,, s, z) + /å/ > /ss/ Es.: bît+åu > bîssu, iktaåad+åu > iktaåassu 3. Assimilazione progressiva: /b/+ enclitica ma > -mm- /m/+ C di suffissi pronominali > CC Es.: Ûtebbibam+åu-ma > Ûtebbibaååuma, irtedêam+åu > irtedêaååu 4. Assimilazione regressiva: La /t/ degli infissi {-t-} e{-tan-} si assimila con la C che precede, se essa è /d/, / / o /z/, /s/, / /. Es.: i -tabat > i abat 5. Il contrassegno {t} del femm. dà luogo a questi cambiamenti: 12

13 a. /d/, / / + {t} --> -ttb. /s/, / / e /z/ + {t} --> -åt- 13

14 Simbologia: oltre a V e C, per cui si veda sopra, useremo: a. = corpo della parola b. # = fine parola 3 Fonotattica N.B. C 1 C 1 = consonante doppia (es.: ipa-rr-as/), C 1 C 2 consonanti diverse (u-kt-în). 3.a. Nessi consonantici Non ricorrono i nessi consonantici: a. CC # ovvero nesso biconsonantico in fine di parola b. # CC ovvero nesso biconsonantico in inizio di parola c. VCCCV ovvero nesso triconsonantico ovunque. Ricorre solo: d. VCCV ovvero nesso biconsonantico nel corpo della parola 3.b. Comportamento del Tratto prosodico lungo Il TPL, indicato {:}, si comporta come una consonate debole. Infatti non ricorrono: a. C:# b. #:C c. VCCCV in cui una C = /:/. La quantità lunga rappresenta un tempo di pronuncia, e quindi si riferisce tanto alle vocali che alle consonanti. Essa sostituisce le consonanti deboli che, cadendo, causano il prolungamento (le parole devono avere lo stesso tempo di pronuncia per essere riconoscibili) dei fonemi circostanti. 3.c. Mutamenti vocalici Il consonantismo della radice, sia nominale che verbale, può dar luogo a mutamenti vocalici. Si veda 15.b.1, 17 (paragrafi relativi alla flessione verbale). 3.d Contrazioni Due vocali, nel corso sia della flessione, che della formazione della parola, possono entrare in contatto: in questi casi si verificano fenomeni di contrazione. Ne diamo uno schema. 14

15 V + esito a u/û û a i/î î Â i/î ê Â u/û û e/ê a/â ê e Î ê (î) e/ê u/û û i u/û û u/û a/â â u i/î î Es.: nadû: < nadi+u (cfr. 18 es. 5; 12.b.1) rugummê: < rugummâ+i 3.e Sincope vocalica Se due sillabe CV (in cui V sia breve) si succedono nel corpo della parola e non sono seguite da V, da liquida (/l/, /r/) o da suffissi, la seconda vocale breve cade. Così, essendo {-Ât-} la desinenza del pl. f., dal sg napiåtum vita (napiå+t+um), il pl. dovrebbe essere *napiå+ât+um ma CV-CV > CVCC = napåâtum. 3.f Accento tonico L accento cade secondo le seguenti regole, indirettamente desunte da studi filologici (in neretto la vocale accentata): a. Cade sull ultima sillaba, se la parola termina in CV:C # o con vocale esito di contrazione. Es. idûk leggi: idûk; rabi+um > rabûm leggi: rabûm. b. Sulla penultima sillaba se questa è lunga o CVC. Es. iparras leggi: iparras; nidittum leggi: nidittum; idûkû leggi idûkû; bîkîtum leggi bîkîtum. c. Sulla terzultima (se non si verifica nessuna delle condizioni descritte ai precedenti punti a e b). Ovviamente parole bisillabe accentano la prima sillaba. Es. zikarum leggi zikarum; abum leggi abum. 15