2 L andamento del mercato del lavoro nel corso del 2000

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1 2 L andamento del mercato del lavoro nel corso del Negli ultimi anni il mercato del lavoro italiano è stato interessato da profondi cambiamenti, sia di ordine quantitativo che qualitativo, che hanno interessato maggiormente le aree più industrializzate come le regioni settentrionali e in particolare la Lombardia e la provincia di Milano. Tali trasformazioni sono rappresentate in primo luogo da un accentuazione del processo di terziarizzazione e, per contro, dal declino delle attività manifatturiere e dell agricoltura; dal ruolo sempre più rilevante che vanno assumendo le attività di lavoro indipendente; da una forte accelerazione della flessibilità del lavoro dovuta all esplosione di forme di contrattazione atipica; da una presenza femminile che, seppur lentamente, vede aumentare il proprio peso specifico sia tra le forze di lavoro sia tra gli occupati. I cambiamenti della composizione settoriale della forza lavoro rappresentano in verità un processo di durata oramai più che ventennale, che in questi ultimi anni ha però conosciuto un accelerazione - probabilmente non adeguatamente restituita dalla statistica economica - legata alle forme di terziarizzazione implicita dello stesso settore industriale e ai processi crescenti di esternalizzazione di funzioni connesse alla riorganizzazione dei cicli produttivi del comparto manifatturiero. Il peso del lavoro indipendente ha storicamente in Italia una rilevanza maggiore che in molti altri Paesi nostri partner; tuttavia, se questo è stato un segnale di arretratezza del nostro sistema produttivo, nel quale la presenza della moderna impresa industriale era più debole, in epoca recente esso si è trasformato in un vettore della modernizzazione dell economia, soprattutto in alcune regioni, tra cui sicuramente la Lombardia e Milano, e in alcuni settori. La diffusione del lavoro indipendente non rappresenta però, come si vedrà nelle pagine seguenti, un processo lineare; essa si propone, infatti, come un fenomeno che risente ancora dell andamento della congiuntura: quando, come nel corso del, l economia conosce fasi di espansione marcata, il lavoro indipendente tende ad aumentare meno di quello dipendente. La crescita dei lavoratori indipendenti, inoltre, ha beneficiato in questi anni della forte crescita del lavoro autonomo cosiddetto di seconda generazione, che si configura però come una forma di lavoro parasubordinato. Continuano invece a farsi sentire gli effetti della ristrutturazione di alcuni segmenti del commercio, benché oramai si comincino anche ad avvertire i benefici impulsi indotti dalla legge Bersani. Il tema della flessibilità è stato in tutti questi anni uno dei temi ricorrenti del dibattito politico ed economico, come una delle condizioni determinanti per garantire la competitività del nostro sistema economico; il mercato del lavoro è stato interessato da numerosi provvedimenti volti a incentivare appunto la diffusione di forme flessibili di utilizzo della forza lavoro, dall introduzione del lavoro interinale ai provvedimenti per l incentivazione del part-time e del lavoro a tempo determinato, sino alle diverse modalità di contratti di inserimento. La Lombardia, e ancor di più Milano, ha fatto registrare risultati di gran lunga superiori al resto d Italia per la diffusione di tutte le forme di lavoro non standard, sia per quanto riguarda le modalità contrattuali tipiche del lavoro dipendente (a cui in questi anni si è venuta aggiungendo quella del lavoro 21

2 internale) sia per quelle caratteristiche del lavoro autonomo. Dell insieme delle dinamiche delle forme flessibili di lavoro si darà conto nel prossimo capitolo, mentre in questo verranno prese in esame più approfonditamente le macro tendenze del mercato del lavoro ai diversi livelli territoriali, con attenzione anche a due aspetti qualitativi quali la composizione per genere e l evoluzione della scolarità della forza lavoro. Il capitolo si chiuderà poi con una succinta illustrazione dei primi dati Excelsior, che consentono di introdurre alcune considerazioni sulla possibile evoluzione della domanda di lavoro. 2.1 Le dinamiche del mercato del lavoro a livello nazionale e regionale Coerentemente con l andamento dell economia nazionale, anche il mercato del lavoro, tanto a livello nazionale che regionale, ha evidenziato nel corso del un andamento molto positivo, dopo anni di crescita modesta o nulla. Gli indicatori riportati nella Tab. 1 evidenziano infatti, dinamiche ascendenti, sia per quanto riguarda la partecipazione al mercato del lavoro sia per quanto concerne l occupazione, mentre quelli della disoccupazione registrano un calo generalizzato, più accentuato per la componente femminile. Tab. 1 - Indicatori sintetici del mercato del lavoro: Italia e regione Lombardia, (Definizione Eurostat) Italia Lombardia Maschi e femmine Tasso di attività 47,9 48,2 51,8 51,9 Tasso di occupazione 42,5 43,1 49,3 49,6 Tasso di disoccupazione 11,4 10,6 4,8 4,4 Femmine: Tasso di attività 35,3 35,8 40,3 40,6 Tasso di occupazione 29,8 30,6 37,4 37,9 Tasso di disoccupazione 15,7 14,5 7,4 6,7 Fonte: ISTAT Nel corso del la Lombardia ha confermato il proprio primato nel panorama economico italiano; infatti ben il 18,4% degli occupati italiani lavora in Lombardia, quota che sale al 19,7% per le donne e al 25% per l occupazione industriale. Il tasso di attività della Lombardia (51,9%) è superiore a quello medio nazionale (48,2%), così come il tasso di occupazione, che presenta un differenziale rispetto al dato nazionale di quasi 6 punti. Il tasso di occupazione specifico delle persone in età di lavoro (15-64 anni) della Lombardia si attesta addirittura sul 60,9%, sempre più elevato di quello nazionale (53,5%), ma è leggermente inferiore a quello della media dei paesi dell Unione Europea (63,1%). Infine, il tasso di disoccupazione registrato a livello regionale su base media annuale si attesta al 4,4%, (ma negli ultimi due trimestri il dato è stato anche migliore), configurando oramai una situazione di piena occupazione in diverse province lombarde. Anche per quanto riguarda la componente femminile, la Lombardia evidenzia performance migliori di quelle del resto d Italia (il tasso di occupazione specifico 22

3 presenta un differenziale di circa 9 punti), pur evidenziando ancora divari marcati rispetto alla componente maschile della forza lavoro. Va rimarcato però come lo scorso anno la Lombardia abbia evidenziato una dinamica dei diversi indicatori che, pur mantenendosi positivi, sono risultati più contenuti di quelli del resto d Italia sia per quanto riguarda l insieme delle forze lavoro sia per quanto riguarda la componente femminile: in effetti, nell ultimo anno, il tasso di attività in Lombardia è rimasto sostanzialmente invariato, passando dal 51,8% al 51,9%, il tasso di occupazione specifico è aumentato di 0,7 punti percentuale (dal 60,2% al 60,9%) mentre, il tasso di disoccupazione si è ridotto di circa mezzo punto percentuale (dal 4,8% al 4,4%).Il dato relativo in particolare alle dinamiche delle forze di lavoro sembra palesare una certa rigidità, legata in parte alla struttura per classi di età della popolazione (le generazioni in uscita sono ancora più numerose di quelle in ingresso) e in parte alle più limitate potenzialità di espansione della partecipazione delle donne al mercato del lavoro, a causa delle limitazioni che ostano a una maggiore partecipazione delle donne, derivanti in primo da un insufficiente politica dei servizi a sostegno della famiglia. Nella Tab. 2 viene invece presentata la dinamica recente degli occupati, delle persone in cerca di occupazione e delle persone che non si presentano sul mercato del lavoro a livello nazionale e in Lombardia. Tab. 2 - Popolazione di 15 anni e oltre per posizione nei confronti del mercato del lavoro: Italia e regione Lombardia, Italia /\% /\% Lombardia 1999 /\% Maschi e femmine Occupati ,6 1, ,1 In cerca di occupazione ,5-6, ,8 Non forze di lavoro ,7-0, ,3 di cui femmine: Occupati ,9 3, ,7 In cerca di occupazione ,3-6, ,3 Non forze di lavoro ,6-0, ,1 Fonte: ISTAT L aumento degli occupati a livello nazionale negli ultimi sei anni (dopo la crisi dei primi anni Novanta) è stata complessivamente modesta ( unità pari a un incremento complessivo del 4,6%); essa è però stata molto consistente nell ultimo anno, nel quale l incremento è stato misurato in nuovi occupati (+1,9%): la comparazione di questo dato con quello regionale permette di notare come la crescita dell occupazione in Lombardia, stimata in unità (+1,1%), sia stata meno vivace di quella nazionale. È verosimile ritenere che l aumento del numero degli occupati sia dovuto a diversi fattori, tra i quali occorre innanzitutto ricordare l andamento positivo del ciclo economico, ma anche la moderata crescita del costo del lavoro dipendente per unità standard di lavoro, la riduzione dei costi indiretti del lavoro (grazie anche alla diffusione dei lavori atipici) e, per quanto riguarda il dato nazionale, l emersione di lavoratori da attività che in precedenza sfuggivano anche ai conti nazionali. 23

4 Se si considera invece la dinamica delle persone in cerca di occupazione, è possibile rilevare che il loro numero si è ridotto negli ultimi sei anni ( persone in cerca di occupazione ovvero -6,5% nell ultimo anno): in questo caso si può tuttavia notare che la riduzione delle persone in cerca di occupazione in Lombardia è stata superiore, nell ultimo anno, rispetto quanto avviene a livello nazionale ( persone in cerca di occupazione, ovvero -8,8%). Per quanto riguarda la partecipazione della forza lavoro femminile al mercato del lavoro, i dati riportati sempre in Tab. 2 evidenziano che: l occupazione femminile cresce più dell occupazione totale sia a livello nazionale (+3,1% contro +1,9% nell ultimo anno) sia a livello regionale (+1,7% contro +1,1% nell ultimo anno); la dinamica delle donne in cerca di occupazione è meno soddisfacente di quella del dato aggregato sia a livello nazionale (-6,3% contro -6,5% nell ultimo anno) sia a livello regionale (-8,3% contro -8,8% nell ultimo anno), anche se le differenze, almeno per quanto riguarda l ultimo anno, non sono particolarmente significative. Va quindi segnalato come, nonostante i progressi registrati in questi anni e segnatamente nel corso dell ultimo, il divario tra le due componenti della forza lavoro permanga elevata, e la ripresa dell occupazione maschile nel corso dell ultimo biennio sembra preludere a un rallentamento di quel processo di riequilibrio che si era registrato nel corso della seconda metà degli anni Novanta sia a livello nazionale sia a livello regionale. Come è già stato accennato, l aumento dell occupazione è dovuto verosimilmente anche alla forte crescita delle forme di lavoro flessibile o non standard, quali il lavoro interinale (per il quale si rinvia al capitolo 2 della Parte III) e le altre forme di lavoro atipiche, che verranno trattate più diffusamente nel prossimo capitolo. Nella Tab. 3 si darà invece conto della distribuzione degli occupati secondo la posizione lavorativa, per vedere in che misura il lavoro indipendente ha concorso agli andamenti del mercato del lavoro dello scorso anno. Tab. 3 - Occupati per posizione lavorativa: Italia e regione Lombardia, Italia 1999 (%) (v.a.) Lombardia (v.a.) 1999 (v.a.) /\% (%) 1999/ (v.a.) (%) /\% (%) 1999/ Dipendenti , ,8 2, , ,2 1,4 Indipendenti , ,2 1, , ,8 0,1 Totale , ,0 1, , ,0 1,1 Fonte: ISTAT Nel corso del la quota di occupazione indipendente che si registra a livello nazionale ha confermato la sua rilevanza, attestandosi al 28,2% del totale, mentre in Lombardia tali valori sono risultati più modesti (25,8%). Da un punto di vista dinamico, però, nell ultimo anno la crescita dell occupazione dipendente è stata superiore a quella dell occupazione indipendente sia a livello nazionale (rispettivamente +2,1% e +1,4%) sia a livello regionale (rispettivamente +1,4% e +0,1%), confermando che nelle fasi espansive il lavoro dipendente tende ad aumentare più di quello indipendente. La Tab. 4 presenta la ripartizione degli occupati per settore di appartenenza e la loro 24

5 Tab. 4 - Occupati per settore di appartenenza: Italia e regione Lombardia, Italia 1999 (%) (v.a.) Lombardia (v.a.) 1999 (v.a.) /\% (%) 1999/ (v.a.) (%) /\% (%) 1999/ Agricoltura , ,3-1,2 80 2,1 80 2,1 - Industria in senso stretto , ,4-0, , ,4-2,9 Costruzioni , ,7 2, , ,1-2,5 Altre attività , ,6 3, , ,4 4,0 Totale , ,0 1, , ,0 1,1 Fonte: ISTAT dinamica nell ultimo anno sia a livello nazionale sia a livello regionale. Benché, come noto, la maggior parte degli occupati siano impiegati nel settore dei servizi sia a livello nazionale sia a livello regionale, si può notare la relativa vocazione industriale della Lombardia, che da sola occupa il 25,7% di tutti gli addetti al settore manifatturiero a livello nazionale (in Lombardia il 57,4% degli occupati totali è impiegato nei servizi e il 40,5% nell industria, mentre, in Italia, il 62,6% degli occupati è impiegato nei servizi e il 32,1% nell industria). Occorre tuttavia sottolineare come le dinamiche settoriali più recenti mettano in evidenza una contrazione delle attività industriali regionali (l industria in senso stretto perde il 2,9% dell occupazione mentre l occupazione nel settore delle costruzioni si riduce del 2,5%) superiore a quella che si registra a livello nazionale (in Italia l occupazione manifatturiera ha perso nel solo lo 0,5%, mentre quella nelle costruzioni è aumentata del 2,7%). Specularmente, l occupazione regionale nel settore dei servizi cresce a ritmi superiori a quelli che si registrano a livello nazionale (+4,0% contro +3,0%): la più vivace dinamica del settore dei servizi consente verosimilmente di spiegare le ragioni per cui l occupazione femminile cresce più velocemente dell occupazione maschile. Infine, la composizione di queste tendenze parziali permette di comprendere come l occupazione complessiva sia cresciuta a livello nazionale (+1,9%) e, seppure in misura leggermente inferiore, a livello regionale (+1,1%). Infine, la Tab. 5 mette in evidenza la ripartizione degli occupati secondo il titolo di studio conseguito. L analisi dell occupazione per titolo di studio conseguito evidenzia che le persone con titoli di studio più qualificati (dottorati, laurea, laurea breve e diploma universitario) rappresentano una parte ancora modesta dell occupazione sia a livello nazionale (11,9%) sia a livello regionale (11,5%), anche se nel periodo gli occupati con questi titoli di studio hanno evidenziato incrementi elevati sia a livello nazionale (il tasso di crescita degli occupati con dottorato o laurea è aumenta del +4,2%, quello degli occupati con laurea breve o diploma universitario del +7,1%), sia a livello regionale (rispettivamente +0,3% e +9,3%). Le persone con titoli di studio intermedi (maturità e qualifica professionale) rappresentano invece una quota consistente dell occupazione in Italia (39,8%) come anche in Lombardia (42,8%); in entrambi i casi, inoltre, la dinamica di questi aggregati rimane fortemente positiva e più vivace della dinamica dell occupazione sia in Italia (il tasso di crescita degli occupati con diploma di scuola media superiore aumenta del 5,0%, quello degli occupati con qualifica professionale del 2,4%) sia in Lombardia (rispettivamente +4,6% e +6,8%). 25

6 Tab. 5 - Occupati per titolo di studio: Italia e regione Lombardia, (v.a.) 1 (%) Italia (v.a.) 1 (%) /\% 1999/ 1999 (v.a.) 2 Lombardia (v.a.) (%) (%) /\% 1999/ Senza titolo o licenza elementare , ,7-4, , ,6-5,1 Licenza media inferiore , ,6 0, , ,2-1,6 Qualifica professionale , ,2 2, , ,4 6,8 Maturità , ,6 5, , ,4 4,6 Diploma Universitario o 224 1, , ,1 47 1,2 9,3 Laurea breve Laurea o Dottorato , ,8 4, , ,3 0.3 Totale , ,0 1, , ,0 1,1 Fonte: ISTAT Nonostante ciò, la maggior parte degli occupati è tuttora rappresentata da persone con un modesto livello di scolarità; il 48,3% degli occupati italiani e il 45,8% di quelli lombardi sono ancora oggi in possesso solo di titoli di studio meno qualificati (licenza elementare o media inferiore) o addirittura privi di qualunque titolo. Tuttavia il peso di persone con questo livello di scolarità si va riducendo in termini assoluti o presenta incrementi più contenuti rispetto all occupazione complessiva. In particolare in Italia (il tasso di crescita degli occupati con licenza media aumenta solo dello 0,8%, e quello degli occupati senza titolo o con licenza elementare si riduce del 4,7%), mentre in Lombardia entrambe le categorie presentano saldi negativi (rispettivamente -1,6% e - 5,1%). Complessivamente la Lombardia si caratterizza per una quota di occupati con titoli di studio intermedi (diploma, qualifica professionale) maggiore di quella che si registra a livello nazionale, mentre a livello nazionale è maggiore la quota di occupati con titoli di studio altamente qualificati (dottorato, laurea, laurea breve, diploma universitario) o scarsamente qualificati (nessun titolo, licenza elementare o media). Questi dati non riflettono però solo tendenze di fondo della struttura sociale italiana, ma stanno a testimoniare anche la maggiore facilità di accesso al mercato del lavoro per i detentori di titoli di studio più qualificati. 2.2 Occupazione e disoccupazione in provincia di Milano Come la Lombardia presenta in genere andamenti migliori di quelli nazionali, anche la provincia di Milano evidenzia una serie di indicatori migliori di quelli regionali, com è testimoniato dai dati riportati nella Tab. 6. Se comparato con i valori assunti a livello nazionale e regionale, il tasso di attività in provincia di Milano (52,4%) è più elevato di quello registrato a livello nazionale e regionale. Anche il tasso di occupazione presenta valori migliori sia nella definizione Eurostat (49,7%), sia per quanto riguarda i valori specifici della popolazione in età di lavoro (61,2%), anche se anche Milano si attesta su valori inferiori alla media dei paesi dell Unione Europea. 26

7 Infine, il tasso di disoccupazione (5,2%) è inferiore sia rispetto alla media nazionale sia rispetto alla media dei paesi dell Unione Europea, ma rimane superiore rispetto alla media regionale. Tab. 6 - Indicatori sintetici del mercato del lavoro: provincia di Milano, (Definizione Eurostat) Provincia di Milano 1999 Maschi e femmine Tasso di attività 52,0 52,4 Tasso di occupazione 49,1 49,7 Tasso di disoccupazione 5,6 5,2 di cui femmine: Tasso di attività 41, Tasso di occupazione 38,7 39,3 Tasso di disoccupazione 7,5 7.4 Fonte: ISTAT Se si considera invece la partecipazione femminile al mercato del lavoro milanese, emerge che la provincia di Milano rappresenta la realtà in cui le donne incontrano minori difficoltà a trovare un lavoro; il tasso di occupazione femminile è infatti pari al 39,3% e quello specifico delle donne in età lavorativa è pari addirittura al 50,7%, con incrementi di un punto percentuale rispetto all anno precedente. Il tasso di disoccupazione appare invece stazionario, anche a causa del forte aumento delle forze di lavoro femminili. Graf. 1 - Indicatori sintetici del mercato del lavoro: maschi e femmine, Graf. 2 - Indicatori sintetici del mercato del lavoro: femmine, Tasso di attività Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione Italia Lombardia Provincia di Milano 0 Tasso di attività Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione Italia Lombardia Provincia di Milano 27

8 L occupazione in provincia di Milano nel è aumentata di circa unità, con un incremento pari all 1,3%, più contenuto della media nazionale ma superiore a quello della media regionale. Le persone in cerca di occupazione in provincia di Milano, nell ultimo anno, si sono ridotte di circa unità, pari al 5,3%, un dato meno brillante di quello regionale e che sembra testimoniare che una realtà estremamente dinamica come Milano presenta anche un mercato del lavoro selettivo, che manifesta una perdurante difficoltà ad assorbire alcuni segmenti specifici di disoccupazione. Anche se non sono ancora disponibili i microdati Istat a livello provinciale, è presumibile che siano confermate difficoltà di inserimento per le persone appartenenti alle classi di età più avanzate e per i giovani con titolo di studio inadeguato. Tab. 7 - Popolazione di 15 anni e oltre per posizione nei confronti del mercato del lavoro: provincia di Milano, /\% Maschi e femmine Occupati ,3 In cerca di occupazione ,3 Non forze di lavoro ,8 di cui femmine: Occupati ,7 In cerca di occupazione Non forze di lavoro ,3 Fonte: ISTAT Graf. 3 - Forze di lavoro e non forze di lavoro in provincia di Milano: variazioni percentuali, Occupati Maschi e femmine In cerca di occupazione Non forze di lavoro Femmine 28

9 Anche nel l occupazione femminile milanese è aumentata più del totale dell occupazione (+1,7, contro +1,3), confermando una tendenza di medio periodo che in questi anni ha visto ridursi il divario tra la componente maschile e quella femminile, mentre, come si è visto, la disoccupazione non conosce apprezzabili diminuzioni. Com è noto, le performance dell occupazione femminile risentono positivamente dei processi di terziarizzazione che interessano il sistema produttivo milanese; come si può infatti vedere dalla Tab. 8, il peso dell occupazione nel settore dei servizi ammonta complessivamente al 65,4% del totale, con un incremento nel corso del solo ultimo anno pari al 4,3%. Tab. 8 - Occupati per settore di appartenenza: provincia di Milano, Provincia di Milano /\% (v.a.) (%) (v.a.) (%) Agricoltura 6 0,4 8 0,5 33,3 Industria in senso stretto , ,1-5,3 Costruzioni 80 5,0 81 5,0 1,3 Altre attività , ,4 4,3 Totale , ,0 1,3 Fonte: ISTAT Per contro, a Milano la quota degli occupati nell industria è scesa al 34,1% degli occupati totali, un dato che sopravanza il dato nazionale, ma inferiore a quello medio lombardo. L industria in senso stretto in particolare ha registrato una diminuzione del 5,3%, una quota di gran lunga superiore a quella media nazionale e regionale. Graf. 4 - Distribuzione degli occupati per settore di appartenenza: provincia di Milano, Agricoltura 0,5% Industria 29,1% Altre attività 65,4% Costruzioni 5,0% La Tab. 9, che illustra la distribuzione degli occupati secondo la posizione lavorativa, evidenzia invece che la provincia di Milano è in chiara controtendenza rispetto al resto della regione; se in Lombardia, infatti, è il lavoro dipendente che nell ultimo anno ha registrato gli incrementi più sostenuti, in provincia di Milano è il lavoro indipendente 29

10 quello che palesa i trend di crescita più elevati (3,0%, contro 0,7% del lavoro dipendente. Questo dato non sembra spiegabile con l aumento della natalità d impresa, di cui abbiamo già visto nel capitolo precedente gli andamenti non particolarmente brillanti, ma sembra essere invece trascinato dalla componente del lavoro autonomo parasubordinato. Tab. 9 - Occupati per posizione lavorativa: provincia di Milano, /\% (v.a.) (%) (v.a.) (%) Dipendenti , ,5 0,7 Indipendenti , ,4 3,0 Totale , ,0 1,3 Fonte: Regione Lombardia Graf. 5 - Distribuzione degli occupati per posizione lavorativa: provincia di Milano, Lavoratori indipendenti 25,4% Lavoratori dipendenti 74,5% Infine, la Tab. 10 presenta la distribuzione degli occupati per titolo di studio; poiché l ISTAT non presenta dati a livello provinciale, sono state utilizzate elaborazioni effettuate dalla Regione Lombardia che non sono direttamente comparabili con quelle presentate in Tab. 5, a causa del fatto che varia la classificazione dei titoli di studio, ma dalle quali è tuttavia possibile desumere alcune indicazioni. Tab Occupati per titolo di studio: provincia di Milano, /\% (v.a.) 2 (%) (v.a.) 2 (%) Senza titolo o licenza , ,0 1,3 elementare Licenza media inferiore , ,6-0,8 Diploma , ,3 3,9 Titolo di studio superiore , ,1-3,0 Totale , ,0 1,3 Fonte: Regione Lombardia 30

11 Graf. 6 - Distribuzione degli occupati per titolo di studio: provincia di Milano, Titolo di studio sup. 14,1% Diploma 45,3 Senza titolo/ lic. elem. 10,0% Licenza media 30,6% In primo luogo va segnalato che in provincia di Milano le persone con titoli di studio intermedi rappresentano la percentuale più elevata degli occupati (45,3%), sopravanzando anche il sottoinsieme che include la fascia di detentori del solo obbligo e di titoli anche più bassi (40,6%). Questa categoria continua tra l altro a registrare incrementi più elevati dell occupazione totale (+3,9%, come anche nel resto d Italia e in Lombardia). È possibile poi notare che le persone con titolo di studio superiore rappresentano una quota di occupazione ancora modesta (14,1% degli occupati totali) ma nettamente superiore alla media nazionale e regionale. Occorre peraltro segnalare che nell ultimo anno il numero di occupati in questa classe si è fortemente ridotto (-3,0%, in controtendenza rispetto alle dinamiche nazionali e regionali). Infine le persone senza titolo di studio o con licenza elementare/media rappresentano, come si è visto, una percentuale ancora elevata, anche se in fase di lenta riduzione. Di grande interesse è però il dato che segnala che, mentre il numero degli occupati che hanno conseguito la sola licenza media è diminuito di quasi un punto percentuale, si registra un incremento di quanti non possiedono alcun titolo o comunque non hanno neppure assolto l obbligo scolastico. (+1,3%, in controtendenza rispetto alle dinamiche nazionali e regionali). Complessivamente, l evoluzione della scolarità della forza lavoro milanese evidenzia numerose difformità rispetto ai trend nazionali e regionali, confermando che questo rappresenta probabilmente un fattore di criticità e richiede un attenzione maggiore da parte dei policy makers e uno sforzo maggiore di tutte le strutture che operano nell area della formazione; i dati in nostro possesso inducono infatti a pensare che le grandi opportunità lavorative offerte dal sistema produttivo milanese producano effetti perversi e indesiderabili sulla formazione del capitale umano, inducendo fenomeni di fuoriuscita precoce dai percorsi formativi. Questo dato assume inoltre un importanza ancora più rilevante come indicatore di processi che devono chiamare a un impegno più serrato tutti i soggetti istituzionali deputati a vigilare sull assolvimento dell obbligo formativo. 31

12 2.3 Iscrizioni, avviamenti, Cassa Integrazione Guadagni I dati forniti dai Centri per l Impiego provinciali permettono di mettere in evidenza alcune tendenze relative alle iscrizioni alle liste di collocamento (cfr. paragrafo 2.3.1), agli avviamenti (cfr. paragrafo 2.3.2) e alla Cassa Integrazione Guadagni (cfr. paragrafo 2.3.3) Gli iscritti al collocamento Per quanto riguarda le iscrizioni alle liste di collocamento, i dati disponibili sembrano prefigurare un mercato del lavoro provinciale estremamente dinamico; il rapporto fra il totale degli iscritti al collocamento e la popolazione della provincia nel è infatti pari a 3,8 iscritti per 100 residenti, valore che risulta in diminuzione rispetto allo scorso anno (4,1 iscritti per 100 residenti). Le Tabb permettono poi di comprendere alcune ulteriori caratteristiche del mercato del lavoro provinciale. Tab Iscritti al collocamento in provincia di Milano per tipologia, sesso e settore: (variazioni percentuali) Disoccupati In cerca di 1^ occupazione Totale M F TOT M F TOT M F TOT Agricoltura -23,1-15,1-20,9 26,3 85,7 42,3-19,5-8,0-16,4 Industria -25,4-46,6-34,8-17,5-18,1-17,7-24,4-44,8-33,2 Altre attività -58,9-23,0-40,0 7,5 6,4 6,7-55,9-19,7-36,1 Non classificabili 98,0 38,6 +56,8-40,3-24,1-31,6 16,4 12,1 13,7 Totale 2,8 4,6 +3,8-36,8-21,5-28,6-10,7-3,3-6,6 Fonte: Centri per l Impiego Come si può notare dall esame della Tab. 11, nel il numero degli iscritti al collocamento si riduce rispetto ai dati dello scorso anno (-6,6%), con una diminuzione decisamente più consistente per gli uomini (-10,7%) che per le donne (-3,3%): tale diminuzione complessiva è da ascriversi alle persone in cerca di prima occupazione (-28,6%), mentre è in aumento il numero degli iscritti con esperienza lavorativa (+3,8%), con una percentuale maggiore tra le donne (+4,6%) che tra gli uomini (+2,8%). Tab Iscritti al collocamento in provincia di Milano per classe di età, sesso e settore: (variazioni percentuali) Fino a 25 anni anni Oltre 30 anni Totale M F TOT M F TOT M F TOT M F TOT Agricoltura -24,5-46,7-29,7-56,7 62,5-42,6-3,8-7,8-5,1-19,5-8,0-16,4 Industria -43,6-63,2-49,7-33,9-57,0-43,5-13,1-38,4-25,2-24,4-44,8-33,2 Altre attività -78,5-59,5-68,2-75,0-21,8-51,4-32,0 4,7-10,6-55,9-19,7-36,1 Non classificabili -16,4-24,0-20,7 36,3 2,5 14,3 37,9 35,6 36,4 16,4 12,1 13,7 Totale -35,6-35,9-35,8-14,3-9,4-11,6 +7,5 15,1 12,0-10,7-3,3-6,6 Fonte: Centri per l Impiego 32

13 A conferma di ciò, un analisi disaggregata per classi di età permette di evidenziare come l età degli iscritti tenda progressivamente ad aumentare (cfr. Tab. 12): il numero degli iscritti con età inferiore ai 25 anni è infatti diminuito del 35,8% rispetto al 1999, quello degli iscritti con età compresa tra i 25 ed i 29 anni si è ridotto dell 11,6%, mentre gli iscritti con oltre 30 anni sono aumentati del 12,0%, anche in questo caso con una percentuale maggiore tra le donne (+15,1) che tra gli uomini (+7,5%). Tab Iscritti al collocamento in provincia di Milano per qualifica, sesso e settore: variazioni percentuali Operai non qual. Operai qualif. Impiegati Totale M F TOT M F TOT M F TOT M F TOT Agricoltura -34,8-7,0-27,4 2,8-9,8-0,7-33,3 0,0-20,0-19,5-8,0-16,4 Industria -23,9-40,0-31,6-8,6-15,7-11,1-42,0-73,1-55,7-24,4-44,8-33,2 Altre attività -43,4 26,2-5,6-31,8-4,4-18,5-79,0-53,2-64,0-55,9-19,7-36,1 Non classificabili 26,5 5,8 15,1-49,5-22,4-33,8 22,6 21,4 21,8 16,4 12,1 13,7 Totale 1,6 0,5 1,0-26,6-15,0-21,2-14,8-2,7-7,3-10,7-3,3-6,6 Fonte: Centri per l Impiego Se, poi, si vuole condurre un analisi delle iscrizioni disaggregata per qualifica (cfr. Tab. 13), si può osservare che nel è diminuito rispetto all anno precedente sia il numero degli operai qualificati (-21,2%) sia il numero degli impiegati (-7,3%) iscritti alle liste di collocamento, mentre è solo leggermente aumentato il numero degli operai non qualificati (+1,0%). Dalle Tabb possono essere desunte anche alcune informazioni sulla distribuzione settoriale degli iscritti alle liste di collocamento: è così possibile notare che si riduce il numero delle iscrizioni in agricoltura (-16,4%), nell industria (-33,2%) e nelle altre attività (-36,1%) mentre aumenta il numero degli iscritti non classificabili (+13,7%) Gli avviamenti La riprova del forte dinamismo del mercato del lavoro milanese nel corso del è però fornita dai dati sugli avviamenti: in effetti, nel il rapporto tra saldo avviaticessati e popolazione residente è pari a 1,39 avviati netti ogni 100 residenti, valore che risulta superiore rispetto a quello dello scorso anno (0,60 avviati netti ogni 100 residenti). La Tab. 14a e 14b mettono poi in luce uno dei dati più eclatanti relativamente al mercato del lavoro milanese nel corso del, ovvero quello degli avviamenti che, attestandosi quasi a quota , registrano un aumento del 35,3% rispetto all anno precedente; in particolare l incremento è stato del 38,2% per gli uomini e del 31,5% per le donne. Anche le cessazioni sono aumentate del 21,3% rispetto allo stesso periodo dell anno precedente: l incremento è stato del 19,4% per gli uomini e del 24,2% per le donne. Le Tabb. 15a-15d analizzano invece la variazione percentuale degli avviamenti per qualifica nell ultimo anno: emerge così che il maggior incremento degli avviamenti è stato registrato dagli operai qualificati (+77,9%); variazioni positive ma di minore entità sono state registrate anche dagli operai non qualificati (+25,7%), dagli impiegati (+23,4%) e dagli apprendisti (+15,2%). 33

14 Tab. 14a - Avviamenti e cessazioni in provincia di Milano per sesso e settore: Anno (valori assoluti) Avviati Cessati M F TOT M F TOT Agricoltura Industria Altre attività P.A Totale Fonte: Centri per l Impiego Tab. 14b - Avviamenti e cessazioni in provincia di Milano per sesso e settore: (variazioni percentuali) Avviati Cessati M F TOT M F TOT Agricoltura 66,4 57,9 64,7 13,8 103,6 26,1 Industria 13,1-8,2 6,7-6,9-32,5-15,5 Altre attività 59,1 46,1 52,4 50,8 64,9 57,3 P.A. 45,1-10,3 1,9-30,2-62,7-58,2 Totale 38,2 31,5 35,3 19,4 24,2 21,3 Fonte: Centri per l Impiego Tab. 15a - Avviamenti in provincia di Milano per qualifica, sesso e settore: Anno (valori assoluti epercentuali) Apprendisti M F MF V.A. V. % V.A. V. % V.A. V. % Agricoltura Industria , , ,7 Altre attività , , ,5 P.A Totale , , ,2 Fonte: Centri per l'impiego Tab. 15b - Avviamenti in provincia di Milano per qualifica, sesso e settore: Anno (valori assoluti epercentuali) Operai qualificati M F MF V.A. V. % V.A. V. % V.A. V. % Agricoltura , , ,0 Industria , , ,8 Altre attività , , ,7 P.A ,5 66-9, ,1 Totale , , ,9 Fonte: Centri per l'impiego 34

15 Tab. 15c - Avviamenti in provincia di Milano per qualifica, sesso e settore: Anno (valori assoluti epercentuali) Operai non qualificati M F MF V.A. V. % V.A. V. % V.A. V. % Agricoltura , , ,2 Industria , , ,5 Altre attività , , ,2 P.A , , ,1 Totale , , ,7 Fonte: Centri per l'impiego Tab. 15d - Avviamenti in provincia di Milano per qualifica, sesso e settore: Anno (valori assoluti epercentuali) Impiegati M F MF V.A. V. % V.A. V. % V.A. V. % Agricoltura , , ,4 Industria , , ,8 Altre attività , , ,4 P.A , , ,2 Totale , , ,4 Fonte: Centri per l'impiego Dall esame delle Tabb.14 e 15 è infine possibile analizzare la dinamica degli avviamenti per settore: dall analisi risulta che il settore in cui l incremento percentuale è stato più cospicuo è quello agricolo (+64,7%), seguito dalle altre attività (+52,4%), dall industria (+6,7%) e infine dalla Pubblica Amministrazione (+1,9%) La Cassa Integrazione Guadagni Un ulteriore dato che fornisce un immagine del buon andamento del mercato del lavoro provinciale è costituito dall analisi delle ore di Cassa Integrazione Guadagni effettuate nel (cfr. Tab. 16). Tab. 16. Ore di Cassa Integrazione Guadagni in provincia di Milano per settore CIG ordinaria CIG straordinaria CIG totale?%?% 1999/ / ?% 1999/ Agricoltura Industria , , ,6 Edilizia , , ,4 Terziario , , ,8 Totale , , ,3 Fonte: Centri per l impiego 35

16 Come si può notare, nel le ore di CIG effettuate hanno subito una drastica riduzione ( ore, con un decremento del 27,3% rispetto all anno scorso) che è sostanzialmente dovuta a una contrazione del numero di ore di CIG ordinaria ( ore circa, con un decremento del 60,0% rispetto all anno precedente) che ha più che compensato l aumento delle ore di CIG straordinaria ( ore, un aumento del 30,4% rispetto al 1999). La disaggregazione per settore permette di mettere in evidenza che la riduzione del numero delle ore di CIG effettuate è pressoché interamente dovuta al settore industriale ( ore ovvero -33,6%), mentre aumenta - seppur di poco - il numero di ore di CIG effettuate nei settori dell edilizia ( ore ovvero +0,4%) e del terziario ( ore ovvero +47,8%). 2.4 La domanda di lavoro prevista per l anno 2001 in provincia di Milano In conclusione, in questo paragrafo verranno illustrate le stime previsionali sul mercato del lavoro provinciale, condotte sulla scorta delle prime anticipazioni dei dati del Sistema Informativo Excelsior, recentemente aggiornati con le previsioni sull andamento della domanda di lavoro nel 2001 (cfr. Tabb ). In particolare, le Tabb. 17 (relativa alla Lombardia) e 18 (riferita alla provincia di Milano) presentano una stima dell occupazione dipendente al 31/12/. Come si può notare, l occupazione industriale in provincia di Milano (il 43,7% dei dipendenti è impiegato nell industria, il restante 56,3% è impiegato nei servizi) pesa meno che in Lombardia (il 54,8% dei dipendenti è impiegato nell industria e solo il 45,2% è impiegato nei servizi). Tra i settori industriali, particolare rilevanza assumono quello definito come estrattiva, chimica e gomma, lavorazione meccanica e produzione energia (14,4% dell occupazione dipendente totale) e quello dell industria meccanica (13,9% dell occupazione dipendente totale). Questi settori sono tuttavia relativamente sottodimensionati rispetto alla media regionale, con la sola eccezione dell industria meccanica, che occupa una quota di addetti in linea con la media regionale. Tra i settori di specializzazione del terziario svolge un ruolo importantissimo, come si può facilmente immaginare, il settore dei servizi avanzati alle imprese, definiti come credito e assicurazioni, informatica e telecomunicazioni e altri servizi alle imprese (24,7% dell occupazione dipendente totale) mentre più limitato è il ruolo del commercio (15,8% dell occupazione dipendente totale) e di alberghi, ristorazione, servizi turistici e trasporti (11,4% dell occupazione dipendente totale): in questo caso, però, la quota di occupazione garantita da tutti questi settori è superiore a quella regionale. Le Tabb. 17 e 18 presentano anche una previsione a tutto il 2001 dell andamento delle assunzioni e delle cessazioni del rapporto di lavoro, e quindi della domanda netta di lavoro da parte del sistema produttivo locale. Come si può notare, nel corso del 2001 si prevede un aumento dell occupazione dipendente complessiva pari al 3,3% dell occupazione attuale, una variazione perfettamente in linea con il dato regionale: questo aumento è dovuto a una variazione delle entrate (7,0% dell attuale occupazione dipendente) nettamente superiore a quella delle uscite (3,7% dell attuale occupazione dipendente). L analisi della dinamica dei settori e dei comparti del sistema produttivo provinciale, effettuata sulla base dei dati disponibili, sembra indicare che anche nell anno in corso dovrebbe proseguire la contrazione relativa dell industria, dal momento che l occupazione industriale aumenterà, ma meno della media provinciale (il saldo entrate/uscite previsto essendo pari a +2,5%): questo andamento è comune a tutti i comparti dell industria, a eccezione del settore delle costruzioni in cui l occupazione dovrebbe aumentare in misura superiore alla media provinciale (saldo entrate/uscite pari a +4,6%). 36

17 Tab Dipendenti al 31/12/ delle imprese attive con almeno un dipendente, movimenti e tassi previsti nel 2001 per settore di attività: regione Lombardia Dipendenti (v.a.) TOTALE ,0 6,6 3,3 3,3 INDUSTRIA ,8 5,5 2,7 2,8 Estrazione di minerali ,3 1,5 1,5 -- Ind. alimentari, ,6 4,9 3,4 1,5 Ind. tessili, dell abbigliamento ,1 3,9 2,2 1,7 Ind. del legno e del mobile ,1 6,2 1,5 4,6 Ind. della carta, stampa e editoria ,7 5,2 2,4 2,9 Ind. chimiche ,2 3,5 2,7 0,8 Ind. della gomma e mat. plastiche ,6 4,6 2,0 2,7 Ind. dei minerali non metalliferi ,2 5,1 2,8 2,3 Ind. dei metalli ,8 5,9 2,2 3,7 Ind. meccaniche e mezzi di trasp ,7 5,8 3,7 2,1 Ind. macchine elettr. e ,5 6,3 3,5 2,8 elettroniche Ind. beni per casa, ,7 5,2 2,8 2,4 Prod. e distrib. di energia, gas e ,5 4,5 4,4 0,1 Costruzioni ,7 7,8 2,5 5,3 SERVIZI ,2 8,0 4,1 3,9 Comm. al dettaglio prod. alim ,9 9,3 5,6 3,7 Comm. al dettaglio prod. non ,0 6,7 2,7 4,0 alim. Comm. all ingrosso autoveicoli ,5 5,2 1,4 3,8 Alberghi, ristoranti e servizi ,9 12,7 7,3 5,4 turistici Trasporti e attività postali ,2 5,8 3,9 1,9 Informatica e telecomunicazioni ,3 13,9 6,4 7,5 Servizi avanzati alle imprese ,4 7,8 3,0 4,8 Credito, assicurazioni e serv ,9 4,5 2,7 1,8 finanz. Servizi operativi alle imprese ,8 12,6 8,3 4,4 Istruzione e servizi formativi ,6 4,1 1,8 2,3 privati Sanità e servizi sanitari privati ,6 10,2 6,9 3,2 Altri servizi alle persone ,0 8,4 3,6 4,8 Studi professionali ,2 4,5 1,3 3,2 Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2001 Dipendenti (%)? % Entrate? % Uscite? % Saldo Per contro, si assisterà verosimilmente all aumento relativo del settore dei servizi, la cui occupazione aumenterà in misura superiore alla media regionale (il saldo entrate/uscite previsto essendo pari a +3,9%): la crescita dell occupazione dovrebbe essere positiva in tutti i comparti presi in esame e dovrebbe essere particolarmente 37

18 sostenuta nel tradizionale settore di specializzazione della provincia di Milano, ovvero nel settore dei servizi avanzati alle imprese (saldo entrate/uscite pari a +4,5%). Tab Dipendenti al 31/12/ delle imprese attive con almeno un dipendente, movimenti e tassi previsti nel 2001, per settore di attività: provincia di Milano Dipendenti (v.a.) TOTALE ,0 7,0 3,7 3,3 INDUSTRIA ,7 5,4 2,8 2,5 Alimentare e bevande ,0 5,1 4,3 0,8 Tessile, abbigliamento, cuoio e calzature ,0 4,0 2,4 1,6 Legno e mobili, cartaria, editoriale e altre industrie ,4 5,9 2,7 3,2 manifatturiere Estrattiva, chimica e gomma, lavorazione metalli e produzione ,4 4,5 2,3 2,2 energia Meccanica, elettrica ed elettronica, mezzi di trasporto ,9 5,5 3,2 2,3 Costruzioni ,0 7,8 3,2 4,6 SERVIZI ,3 8,2 4,4 3,9 Commercio dettaglio e ingrosso ,8 6,4 2,8 3,6 Alberghi, ristorazione, servizi ,4 9,1 6,2 2,9 turistici e trasporti Credito e assicurazioni, informatica e telecomunicazioni ,7 9,1 4,5 4,5 e altri servizi alle imprese Servizi alle persone, istruzione e servizi sanitari privati ,3 7,9 4,2 3,6 Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2001 Dipendenti (%)? % Entrate? % Uscite? % Saldo Le Tabb. 19 (per la Lombardia) e 20 (per la provincia di Milano) oltre a riproporre la stima dell occupazione dipendente al 31/12/ presentano una previsione del saldo entrate/uscite atteso nel 2001 suddiviso per livelli di inquadramento. L immagine che l analisi delle Tabb. 19 e 20 restituisce è quella di un relativo sviluppo dei livelli di inquadramento impiegatizi e tecnici in provincia di Milano (l occupazione di quadri, impiegati e tecnici aumenterà del 3,5% in provincia di Milano e del 3,2% in Lombardia), mentre a livello regionale si dovrebbe assistere allo sviluppo relativo dell occupazione operaia o comunque meno qualificata (l occupazione di operai e personale non qualificato aumenterà del 3,2% in provincia di Milano e del 3,4% in Lombardia): in realtà, è evidente che queste dinamiche sono fortemente influenzate dalla diversità della struttura produttiva della provincia di Milano (relativamente specializzata nei servizi) e della Lombardia (relativamente specializzata nell industria). 38

19 Tab Dipendenti al 31/12/ delle imprese attive con almeno un dipendente, movimenti e tassi previsti nel 2001, per settore di attività e livello di inquadramento: regione Lombardia Dipendenti (v.a.) Dipendenti (%)? % Dirigenti? % Quadri, impieg. e tecnici? % Operai e pers. non qualificato TOTALE ,0 0,6 3,2 3,4 3,3 INDUSTRIA ,8-0,2 2,0 3,2 2,8 Estrazione di minerali ,3-1,5-0,7 0,7 0,0 Ind. alimentari, ,6-0,1 1,0 1,7 1,5 Ind. tessili, dell abbigliamento ,1-0,1 1,0 1,9 1,7 Ind. del legno e del mobile ,1 0,0 3,0 5,0 4,6 Ind. della carta, stampa e editoria ,7 0,5 2,2 3,4 2,9 Ind. chimiche ,2-0,6 0,7 1,0 0,8 Ind. della gomma e mat. plastiche ,6 0,6 2,1 2,9 2,7 Ind. dei minerali non metalliferi ,2-0,6 1,5 2,6 2,3 Ind. dei metalli ,8 0,1 2,6 4,1 3,7 Ind. meccaniche e mezzi di trasp ,7-0,6 1,7 2,3 2,1 Ind. macchine elettr. e ,5 0,4 3,0 2,7 2,8 elettroniche Ind. beni per casa, ,7-2,1 2,7 2,3 2,4 Prod. e distrib. di energia, gas e ,5 1,5 0,3-0,4 0,1 Costruzioni ,7-0,1 3,7 5,7 5,3 SERVIZI ,2 1,4 4,0 3,9 3,9 Comm. al dettaglio prod. alim ,9 1,3 4,6 3,0 3,7 Comm. al dettaglio prod. non ,0 2,3 4,2 3,3 4,0 alim. Comm. all ingrosso autoveicoli ,5 0,8 3,5 4,4 3,8 Alberghi, ristoranti e servizi ,9 0,4 3,9 5,7 5,4 turistici Trasporti e attività postali ,2-1,4 1,5 2,2 1,9 Informatica e telecomunicazioni ,3 2,8 7,8 6,5 7,5 Servizi avanzati alle imprese ,4 1,6 5,3 4,0 4,8 Credito, assicurazioni e serv ,9 1,2 1,9 1,5 1,8 finanz. Servizi operativi alle imprese ,8 3,8 6,6 3,8 4,4 Istruzione e servizi formativi ,6-2,5 2,5 1,7 2,3 privati Sanità e servizi sanitari privati ,6 3,5 5,3-0,5 3,2 Altri servizi alle persone ,0-0,8 2,8 5,7 4,8 Studi professionali ,2 0,0 3,2 3,4 3,2 Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2001 In generale, l occupazione in posizione dirigenziale varierà in modo non particolarmente rilevante.? % Totale 39

20 Tab Dipendenti al 31/12/ delle imprese attive con almeno un dipendente, movimenti e tassi previsti nel 2001, per settore di attività e livello di inquadramento: provincia di Milano Dipendenti (v.a.) Dipendenti (%)? % Dirigenti? % Quadri, impieg. e tecnici? % Operai e pers. non qualificato TOTALE ,0 0,9 3,5 3,2 3,3 INDUSTRIA ,7 0,0 2,0 2,9 2,5 Alimentare e bevande ,0 0,7 0,4 1,0 0,8 Tessile, abbigliamento, cuoio e calzature ,0-0,2 1,8 1,6 1,6 Legno e mobili, cartaria, editoriale e altre industrie ,4 0,2 2,5 3,7 3,2 manifatturiere Estrattiva, chimica e gomma, lavorazione metalli e ,4-0,2 1,3 2,9 2,2 produzione energia Meccanica, elettrica ed elettronica, mezzi di trasporto ,9 0,1 2,5 2,2 2,3 Costruzioni ,0-0,1 3,3 5,3 4,6 SERVIZI ,3 1,6 4,2 3,6 3,9 Commercio dettaglio e ingrosso ,8 1,1 3,6 3,9 3,6 Alberghi, ristorazione, servizi ,4 turistici e trasporti -0,7 2,2 3,2 2,9 Credito e assicurazioni, informatica e ,7 2,1 4,9 3,8 4,5 telecomunicazioni e altri servizi alle imprese Servizi alle persone, istruzione e servizi sanitari privati ,3 1,7 3,8 3,5 3,6 Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2001? % Totale Che le caratteristiche dei settori produttivi influenzino la domanda di lavoro è confermato dalle previsioni sulla domanda netta dei diversi settori dell economia provinciale. La maggior parte delle assunzioni nel settore industriale riguarderanno infatti le professioni operaie o con un basso livello di qualificazione (+2,9% contro +2,0% delle occupazioni impiegatizie e tecniche): in tutti i comparti industriali le assunzioni di operai e personale non qualificato supereranno quelle di impiegati e tecnici; tuttavia questo livello di inquadramento si prevede sarà fortemente richiesto da alcuni settori dell industria tradizionale (quali l industria definita legno e mobili, cartaria, editoriale e altre industrie manifatturiere : +3,7%) o a basso valore aggiunto (costruzioni: +5,3%). Nel settore dei servizi, invece, la maggior parte delle 40

21 assunzioni si prevede riguarderà i livelli di inquadramento impiegatizi e tecnici (+4,2% contro +3,6% dell occupazione operaia o non qualificata): tuttavia questo dato complessivo è dovuto al ruolo svolto dal settore dei servizi avanzati alle imprese, che domanderà forza lavoro da inquadrare come quadri, impiegati e tecnici ; gli altri settori si comporteranno in controtendenza, privilegiando l occupazione operaia o non qualificata a quella impiegatizia o tecnica. 41

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