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1 Traccia per la descrizione dell esperienza di social housing Nota: di seguito una traccia che consente ai partecipanti del work shop di acquisire il medesimo set minimo di informazioni. Queste possono essere oggetto di slide, se il relatore lo ritiene opportuno. Possono, ovviamente, essere completate da ogni informazione il relatore ritenga utile per consentire ai partecipanti al work shop di fruire al meglio dell esperienza presentata NOME DELL ESPERIENZA ABITARE SOLIDALE N.B. nell attuale scheda si riportano solo note sintetiche sull esperienza di coabitazione e coaffitto/affitto solidale STATO DI AVANZAMENTO Progetto avviato nel In corso ELEMENTI CARATTERIZZANTI L ESPERIENZA Il progetto propone interventi per tradurre il "problema casa" in strumento per una societa piu solidale e coesa. La costante riduzione delle risorse destinate al Sociale e alla Prevenzione sconta oggi di un aumento/diversificazione esponenziale dei bisogni, espressi da un'eterogeneita di soggetti. Tale fenomeno, derivante dall'allungarsi dell'aspettativa di vita, dalle trasformazioni socioeconomiche e demografiche, e acuito dall'attuale, lunghissimo periodo di crisi che sta generando nuove poverta, nuove ed inedite tipologie di soggetti fragili (cassintegrate/i, inoccupate/i, anziani soli, separate/i ecc.), palesando i limiti dei sistemi di welfare tradizionali nel dare risposte calzanti a tali criticita. La parziale o totale impossibilita di fornire un sostegno preventivo istituzionale a tale pluralita di portatori di bisogni, rischia di aumentarne il disagio e le criticita, con future ricadute negative in termini di spesa pubblica e sostenibilita sociale e civile. Servono pertanto approcci diversi, atti a fornire, con un unico intervento personalizzato, una molteplicita di risposte "in economia", facendo leva sull'integrazione tra competenze e risorse Pubblico e Private e su azioni concrete di sussidiarieta orizzontale. Il tema abitativo, il diritto alla casa e alla domiciliarita, inteso in modo innovativo, costituisce l'occasione per strutturare attorno all'abitare forme nuove di aiuto e sostegno socio - economico per soggetti a rischio, e al contempo per favorire la costruzione di nuovi rapporti di solidarieta e mutuo aiuto tra gli stessi target fragili, che permetta loro, in virtu della pratica della reciproca responsabilita, di divenire protagonisti attivi del Welfare di Comunita. Con tali obiettivi Abitare Solidale facilita l'attivazione di forme di coabitazioni gratuite, coaffitto solidale e condomini solidali (non oggetto di questa sintesi), fondate comunque su patti solidaristici tra: Soggetti ospitanti: anziani e non anziani possessori di case sovradimensionate per le loro esigenze di vita e per le loro possibilita economiche e gestionali, famiglie bisognose di aiuto per armonizzare il tempo del lavoro con quello degli affetti, singoli con necessità specifiche valutabili di volta in volta e soggetti ospitati: persone a rischio poverta relative, disagio ed emarginazione sociale; donne vittime di violenze domestiche sole o con figli; vittime della tratta; ex detenute/i singoli con necessità specifiche valutabili di volta in volta (es genitori separati). Abitare Solidale si articola nelle seguenti fasi (in sintesi): I. azioni per l individuazione di domanda ed offerta (coinvolgimento diretto, selezione target specifici, comunicazione ordinaria, tramite web e social network) II. Selezione soggetti idonei mediante specifici modelli di profilazione che permettano anche di distinguere, in base all agibilità economica del singolo caso, tra utenti della coabitanza o del coaffitto solidale; III. Incontri individuali tra operatore e destinatari; IV. Percorso di conoscenza tra possibili coabitanti/coaffittuari selezionati in base a compatibilità, caratteristiche, aspettative e bisogni, condizione economica; V. Elaborazione e sottoscrizione degli accordi di coabitazione/coaffitto, definiti Patti Abitativi; in caso di coaffitto, firma del relativo contratto

2 VI. Sperimentazione coabitazione/coaffitto (30 gg circa); VII. Ufficializzazione del solo rapporto coabitativo attraverso il comodato d uso gratuito precario di immobile. Il progetto si avvale dei seguenti strumenti, specificatamente creati o adattati alle esigenze del servizio: Modello di Profilazione personale elaborato con il coinvolgimento dell'utente, contenente notizie e informazioni su storia, esigenze, hobby d ogni singolo utente, utile per valutarne caratteristiche e compatibilità con altri soggetti; Patto Abitativo, accordo definito e sottoscritto dai destinatari del progetto a seguito della concertazione sulle reciproche esigenze e disponibilità. Il Patto, espressione di mutualità, rappresenta lo strumento di autogestione della coabitazione e il parametro utilizzato dai volontari e dagli operatori per verificare la qualità della coabitazione in itinere; il Patto può essere modificato consensualmente nel corso della coabitazione qualora venissero a mutare le condizioni in ingresso; Carta dell impegno volontario, siglata dall'utente a eventuale integrazione del Patto, contiene la quantificazione e la tipologia di attività volontarie che il locatario sociale dovrà garantire alla Comunità quale forma di compensazione per il beneficio ricevuto (cura aree verdi, manutenzione arredi, pulizia aiuole ecc.) Comodato d'uso gratuito precario d'immobile (per la sola coabitazione), strumento giuridico che non prevede canoni di locazione e neppure il termine della coabitazione, ma solo il tempo di preavviso per una eventuale interruzione del rapporto la cui durata e difatti vincolata al rispetto delle condizioni dettate nel Patto. INNOVATIVITA : Abitare Solidale promuove in maniera strutturata, continuativa e supportata da specifici strumenti e procedure, risposte innovative al problema abitativo in ognuna delle sue espressioni, mediante coabitazioni e/o coaffitti solidali tra soggetti fragili che prevedono sempre rapporti mutualistici. Il progetto inoltre presenta caratteristiche innovative per: "primato" del volontariato e ruolo volontari; organicita funzionale del parternariato, in virtu della costituzione di reti territoriali reali tra soggetti Pubblici (Amministrazioni Comunali, Consorzi Pubblici ecc), Terzo Settore e società civile, in base a ruoli, competenze e professionalità specifiche espresse dai partners stessi, propedeutici alla riuscita del progetto; tali accordi sono tutti normati da specifici protocolli d intessa strategie adottate per rispondere con un unico intervento a bisogni molteplici, moltiplicando le ricadute sociali dell'intervento in un'ottica di welfare generativo; eterogeneita dei target selezionati quali destinatari del progetto; ibridazione/integrazione risorse economiche e professionali pubblico/private per un reale cluster sociale; strumenti creati appositamente (identikit; Patto Abitativo) per: a) rispondere in maniera adeguata e duttile ai bisogni in essere e alle eventuali nuove istanze che possono maturare nel corso delle coabitazioni; b) facilitare innovativi rapporti solidaristici e di aiuto reciproco, al posto di rapporti economici. In effetti Abitare Solidale promuove l'incontro innovativo di istanze diverse che, proprio grazie alla loro eterogeneità, facilitino la reciproca presa in carico trasformando soggetti fragili in inattesi erogatori di nuovi servizi; Approccio ai destinatari, interpretati, in una prospettiva di empowerment, non solo come semplici utenti, bensì quali soggetti coinvolti in maniera consapevole e responsabile nei processi del servizio e co-creatori di nuovi sistemi di welfare dal basso. TRASFERIBILITA': Come palesano i 5 anni di attività del progetto e gli esempi di sperimentazione in diversi territori toscani ad oggi in corso, Abitare Solidale nasce con la vocazione e l'obiettivo di essere un servizio facilmente trasferibile in qualsiasi area italiana. Ciò in virtù di più fattori: a livello territoriale delle istanze sociali connesse al tema casa e sociali; replicabilità delle varie fasi ed azioni del progetto, esperite nella loro efficacia ed adattabilità ai contesti territoriali di riferimento;

3 totale gratuità del trasferimento e della sperimentazione del progetto, attuato attraverso protocolli d'intesa non onerosi tra associazione Auser Abitare Solidale e soggetti Pubblici e del Terzo Settore; capillare diffusione sul territorio toscano di associazioni AUSER e/o di altre realtà del volontariato sociale. SOGGETTO PROMOTORE Auser Volontariato Abitare Solidale Via Pier Paolo Pasolini 105, Sesto Fiorentino Tel Fax abitaresolidaleauser@gmail.com sito web: PARTNER (considerata la rete cospicua di partner, se ne riporta solo l elenco) PARTNER ISTITUZIONALI Provincia di Firenze - tutti i Comuni, in particolare: Comune di Firenze SdS area fiorentina Nord Ovest Comune di Bagno a Ripoli Provincia di Pisa Comune di Cascina Comune di Calci Comune di Vicopisano SdS Valdarno Inferiore Unione Comune Valdera Provincia di Arezzo Comune di San Giovanni Valdarno Unione Comuni Valdarno aretino Provincia di Pistoia Comune di Monsummano Comune di Quarrata Provincia di Lucca Contatti con il Comune di Capannori TERZO SETTORE Auser locali Fondazione Il Cuore si Scioglie Provincia di Firenze Artemisia Centro Antiviolenza Associazione Pantagruel Associazione Progetto Arcobaleno Acli

4 Provincia di Pisa Casa Valdera Frida Centro Antiviolenza Associazione Casa delle donne Centro antiviolenza Arci Comitato Territoriale Pisa Acli Pisa Cooperativa sociale La Pietra d'angolo Pubblica assistenza Cascina Misericordia di Cascina Misericordia di Latignano San Vincenzo de Paoli Santa Maria delle Grazie San Vincenzo de Paoli Consiglio Centrale Diocesi di Pisa e San Miniato Società Mutuo Soccorso Cascina Caritas Calci Associazione Famiglia aperta Calci Centro italiano femminile. Comitato Calci Misericordia di cintolese Provincia di Pisa Misericordia di Monsummano Terme Croce Rossa comitato di Monsummano Terme Pubblica Assistenza Monsummanese Provincia di Arezzo Misericordia di San Giovanni Valdarno Arci Valdarno aretino Pronto Donna Centro Antiviolenza Provincia di Lucca Casa delle donne MOTIVAZIONI CHE HANNO DETERMINATO L AVVIO DELL ESPERIENZA La situazione attuale di crisi, in cui il welfare tradizionale non è più in grado di prevenire marginalità, non autosufficienza, nuove ed inedite povertà, palesa come attorno al problema alloggiativo, inteso come diritto di accesso alla casa o di permanenza presso il proprio domicilio, convergano i bisogni di una pluralità di soggetti: ANZIANI In Toscana GLI over 74 anni sono il 12,2% della popolazione (Dati ISTAT 2012). Di questi, circa il 30% vive solo in case di proprietà e non, luogo di affetti e vita, che però in assenza di servizi costanti e di un'adeguata assistenza familiare può divenire onere eccessivo (es. problemi manutentivi [IRPET, Speciale Censimenti n. 7, Le Abitazioni p. 15, 17]), e concreta perdita di autonomia/istituzionalizzazione a causa della solitudine e/o di incidenti domestici [PSR , p. 79]. Il PSSIR 2012/2015 prevede che "nei prossimi 10 anni il numero di anziani residenti aumenterà dagli attuali a di cui circa il 10%" con un "aumento dei bisogni sociosanitari", e del gap tra richieste di aiuto/possibilità di intervento in termini di spesa pubblica. DONNE VITTIME DI VIOLENZA DI GENERE Il numero di donne rivoltesi ai Centri antiviolenza in Toscana è sì in crescita (II Rapporto sulla violenza di genere, 1761 casi nel 2009/10;

5 2033 nel biennio 2011/12) ma la percentuale tra denunce e casi reali (24%) rimane bassa, motivata anche dall'insufficienza di soluzioni abitative postemergenza(evidenziata dalle associazioni partner Artemisia, "Frida" e "365 giorni"). Mancano opportunità di emancipazione dal luogo della violenza (95% perpetrata dentro casa da parenti o partner) e di autonomia e tuttavia ancora troppe vittime non denunciano. POVERTA' INTERMITTENTI E NUOVE POVERTA' Il problema abitativo tocca poi drammaticamente i soggetti a rischio nuove povertà: nel 2011, il 5,2% (Report povertà delle famiglie, Istat, 2012) delle famiglie toscane risultava in condizione di povertà relativa (con conseguente incremento di richieste di sostegno economico da parte di cittadini indigenti) e secondo il Dossier 2010 sulle povertà in Toscana l'assenza di risorse genera gravi criticità per l'accesso alla casa. Dal Rapporto "Abitare in Toscana", emerge infine che nel biennio 2009/10 vi sono state domande inevase di alloggi ERP, istanze di sfratto e esecuzioni ('87% per morosità incolpevole). La carenza di politiche abitative adeguate alle esigenze delle persone, alle trasformazioni socio economiche, all'emersione di una nuova classe sociale e reddituale, erede della famosa fascia grigia, ed oggi definibile come a povertà intermittente ha caratterizzato un mercato locativo in cui l'intervento pubblico è limitatamente incisivo con un crescente n. di domande disattese e conseguente disagio sociale. E' quindi necessaria una rete di protezione sociale più efficace che integri interventi pubblici e del volontariato, prevenga la non autosufficienza e moltiplichi in termini di risposte efficaci a più istanze, gli esiti di ogni azione. Diventa parimenti cogente il bisogno di arginare l'emergenza abitativa con interventi integrati e a potenziamento di quelli istituzionali, che: I. modifichino le attuali strategie di realizzazione e gestione dell'edilizia Residenziale Pubblica, nel rapporto quali/quantitativo e funzionale con il contesto urbano di riferimento II. superino gli attuali criteri ISEE di assegnazione degli alloggi, orientando l'offerta abitativa Pubblica/Sociale anche a favore di famiglie e singoli in equilibrio instabile tra povertà ed autonomia III. promuovano forme innovative dell'abitare, fondate sul principio della reciprocità, mutualità, della condivisione e coabitazione, della messa a disposizione delle proprie competenze e disponibilità a favore di un principio attivo di Welfare di Comunità IV. moltiplichino i risultati e le ricadute positive in termini di costi/benefici. E ancora: ad oggi, in Regione Toscana, vi sono circa 7000 nuovi alloggi invenduti, realizzati sia da imprese, sia da cooperative di costruttori. Quella che un tempo era una facile possibilità di guadagno e rendita, dopo anni di stagnazione del mercato immobiliare si sta trasformando in un onere gravoso per i proprietari in termini di: fiscalità (tasse sulla casa) obsolescenza delle costruzioni (lavori di manutenzione) assenza di risorse per ripagare l'investimento iniziale. Tanto che, seppur in maniera non organica, 'a macchia di leopardo', gli stessi privati si stanno avvicinando alle opportunità offerte dal social housing pubblico per mettere a profitto 'sociale' almeno parte dell'invenduto. Ai 7000 alloggi di cui sopra vanno poi sommati gli appartamenti sfitti: secondo la ricerca della Fondazione Giovanni Michelucci curata per conto della Regione Toscana, presentata al convegno 'Abitare difficile in Toscana', nella nostra Regione esistono 423mila abitazioni sfitte. In breve, un capitale potenziale enorme, a cui si affiancano ulteriori possibilità alloggiative rappresentate dalle case di proprietà o oggetto di 'affitto storico' (ossia una permanenza lunga del locatario; es anni) delle quali il proprietario o il conduttore non riesce più a sostenere le spese di gestione e/o affitto. Tale congiuntura costituisce pertanto l'opportunità per ri-scrivere i rapporti tra Pubblico Privato recuperando la logica di un Patto Sociale a tutela dei diversi, legittimi interessi e, in generale, della Comunità. FATTORI CHE HANNO DETERMINATO L AVVIO DELL ESPERIENZA 1. Conoscenza ed anticipazione dei bisogni sociali da parte del soggetto promotore (es. numero crescente di anziani soli); 2. Capacità di lavorare in rete con Ente Pubblico e altre realtà del Terzo Settore per condividere ed

6 affinare, a fronte delle competenze espresse dai vari partner, l idea progettuale; 3. Ottenimento di fondi mediante partecipazione al bando Cesvot Percorsi di Innovazione 2009, ma, soprattutto, capacità di agire in economia, ottimizzando le risorse professionali proprie e dei partner. RISULTATI ATTESI DELL INIZIATIVA IN TERMINI DI: Obiettivi generali: Attivare in collaborazione con il Pubblico, il Privato Sociale e il Terzo Settore sistemi di welfare di comunità fondati sui valori della reciprocità e della cittadinanza attiva, e capaci di moltiplicare gli esiti/ricadute del progetto, in virtù dell'integrazione di competenze, risorse, professionalità e strumenti; Avviare processi duraturi di empowerment di Comunità fondati sulla ricomposizione di rapporti interpersonali e progetti di relazioni solidali. Tradurre il problema della casa in un inedito strumento per costruire una comunità più solidale, attivando percorsi sperimentali di coabitazione in cui il concetto storico dell'affitto venga sostituito dal principio della redditività sociale: forme del tutto nuove di accordi ed "obbligazioni sociali" intra/intergenerazionali, che, grazie a un condiviso complesso di doveri e diritti reciproci tra coabitanti e/o locatari e al costante tutoraggio/sostegno del mondo del volontariato, sviluppi il protagonismo attivo degli stessi soggetti deboli - sinora considerati solo destinatari di servizi - in una forte rete di protezione sociale, spontanea, "dal basso", che converta i bisogni specifici dei target individuati in strumenti e azioni di reciproca tutela ed assistenza. Co-creare un modello replicabile di Welfare di Comunità connesso all'abitare e ampliare la rete di solidarietà e di sussidiarietà orizzontale nella popolazione Moltiplicare in termini qualitativi e quantitativi le ricadute degli interventi a parità di fondi investiti/investibili, attraverso l'ibridazione tra risorse ed operatori Pubblici e Privati e l'erogazione, in un unico intervento, di più risposte ad altrettante, eterogenee, istanze sociali. Obiettivi Specifici per i destinatari I. Proprietari/affittuari Anziani: [breve periodo] a) favorire il mantenimento di uno stato di salute psicofisica apprezzabile e la permanenza presso la propria abitazione in virtù dei servizi offerti dai volontari e soprattutto dai coabitanti, in base agli accordi presi: tutela costante della salute dell'anziano mediante frequentazione quotidiana; aiuto nell'accudimento dell'ambiente domestico e nel disbrigo delle pratiche ordinarie (spesa, pensione, visite mediche); sostegno psicologico ed emotivo grazie alla costruzione di nuovi rapporti interpersonali e alla condivisione di momenti di una ritrovata socialità che si integri a quello materiale, e prevenga pericolosi stati depressivi. b) sostenere, qualora lo sia richiesto, l'anziano nelle spese gestionali della casa con un contributo massimo del 50% del costo delle utenze o forme di affitto sociale c) prevenire incidenti domestici garantendo adeguamento e manutenzione degli alloggi grazie ai partner tecnici. d) valorizzare la figura dell'anziano come risorsa, e non come peso, spesa sociale, giacché proprietario dello strumento primario del progetto, la casa, e detentore di un patrimonio di valori ed esperienze utile per gli altri soggetti individuati. [lungo periodo] a) incrementare i benefici di cui sopra; b) consolidare il ruolo dell'anziano come soggetto attivo e consapevole di azioni a favore di altri soggetti deboli. Famiglie e singoli: a) facilitare la conciliazione tra lavoro, cura dei figli, vita di coppia; b) ricevere un sostegno nella cura della casa o nell integrazione della propria disponibilità economica II. Richiedenti alloggio Donne vittime di violenza e della tratta (sole o con figli): [b.p] a) offrire una sicura, economica soluzione abitativa post-emergenza (post case-rifugio), sia in coabitazione con l'anziano che in case autonome. b) favorire percorsi di normalizzazione, superamento del trauma e "reinserimento" nel quotidiano, grazie ai volontari, al "prendersi cura" di un altro individuo, alla condivisione di semplici azioni giornaliere e ai nuovi legami.

7 [l. p.] a) fornire l'opportunità di una vita nuova, autonoma. b) trasformare il patto abitativo in menage naturale all'interno di ricreati rapporti "familiari". c) rafforzare la rete di servizi offerti alle vittime di violenza.. Soggetti in momentanea difficoltà economica e a rischio di marginalità: [b.p.] a) garantire opportunità abitative a costo di fatto gratuito (coabitazione) o al di sotto dei canoni di locazione di mercato (coaffitto solidale) e un ambiente di vita decoroso; b) offrire soluzioni abitative temporanee per avviare o mantenere un percorso di vita autonoma in attesa di una maggior stabilità economica c) favorire un processo di maturazione come cittadini attivi ed attenti ai temi della solidarietà grazie all'input degli oneri derivanti dagli accordi sociali. [l.p.] a) prolungare il tempo di coabitazione grazie al sincero instaurarsi di forti legami tra ospite ed ospitante; b) offrire l'opportunità di riconquistare una posizione economica dignitosa che offra nuove prospettive c) favorire la spontanea, propositiva e concreta partecipazione ai valori e alla prassi del Welfare di Comunità, responsabilizzando i giovani e i target tutti nel loro ruolo di capitale e futuro di una società più solidale. Ex detenute/i [b.p.] a) garantire opportunità abitative gratuite che, attraverso l interazione con la/il coabitante, facilitino il reinserimento sociale e la ricomposizione di rapporti interpersonali; [l.p.] a) favorire il recupero dell'autonomia individuale

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