Asilo Nido Causa Pia d Adda di Burago di Molgora

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1 Asilo Nido Causa Pia d Adda di Burago di Molgora Per crescere insieme...!

2 Amo gli inizi perché gli inizi mi riempiono di meraviglia!

3 Crescere è incontrare il mondo, incontrare la realtà. Il bambino inizia e continua la sua avventura amorosa con il mondo solo se ha accanto un adulto che gli infonde fiducia, che gli comunica attraverso gesti, esperienze, modi di essere, che incontrare il mondo è bello. (M. Mahler)

4 PROGETTO EDUCATIVO, Asilo Nido Causa Pia d Adda, di Burago di Molgora. L Asilo nido Causa Pia d Adda, di Burago di Molgora è presente sul territorio dal Vuole porsi come una risorsa per i genitori spesso impegnati nel lavoro e comunque desiderosi di essere coadiuvati nell educazione dei figli. La famiglia è e rimane il punto di riferimento principale nell educazione dei figli; il suo è un ruolo primario e non può essere sostituito e demandato a nessuna struttura. L Asilo nido, nasce e cresce, pienamente inserito nella struttura della scuola dell infanzia Causa Pia d Adda condividendo la Mission del Progetto Educativo. Il suo scopo è quello di riaffermare l attenzione di cura verso i piccoli e di sviluppo di tutte le loro potenzialità affettive e cognitive, con la convinzione che per l adulto la responsabilità più importante è l educazione. Se l Asilo Nido, nasce per rispondere a un serio bisogno delle famiglie, la risposta non può essere un semplice accudimento. 4

5 La Fondazione ha deciso così di offrire una struttura che potesse rispondere ai bisogni dei bambini in età prescolare, con la consapevolezza dell importanza che riveste l educazione e la cura della persona nei primi anni di vita. I bambini in età 0-3 anni richiedono un atteggiamento di cura, di accudimento e di introduzione alla vita che sollecitano una grande attenzione. La qualità del progetto, l organizzazione degli spazi, la scelta degli arredi, il materiale di gioco e l individuazione di personale qualificato sono state, da sempre, le preoccupazioni principali del Patrono e del Gestore. Siamo convinti che accogliere un bambino al nido significhi accogliere anche la sua famiglia. Proprio per questo, durante i primi giorni di frequenza chiediamo alla mamma o al papà di rimanere un po di tempo con il suo bambino e con noi. L accoglienza, infatti, non è qualcosa di astratto, ma la conoscenza reciproca attraverso le piccole cose che aiutano un bambino a crescere. Desiderio delle educatrici è di offrire la presenza di un adulto che aiuta, accudisce, accoglie, offre possibilità di gioco, educa. Accogliere significa tenere presenti le molteplici domande che un bambino rivolge ad un adulto, tutte riassumibili in una domanda di compagnia, di ascolto reciproco, di tempo dedicato. La mano di un adulto aiuta, accudisce, accoglie, offre possibilità di gioco, educa. I bambini e, attraverso di essi le loro famiglie, sono accolti da questa mano adulta che sorregge. Gli adulti presenti al nido pensano che valga la pena tenervi fede, affondando le radici nel terreno della condivisione e della responsabilità educativa. 5

6 UN GRANDE ATTO DI FIDUCIA Una famiglia che consegna il proprio bambino piccolissimo ad una persona inizialmente estranea, compie un grande atto di fiducia. Le educatrici comprendono il salto che la famiglia, ancor prima del bambino, deve compiere quando chiede che il figlio venga accolto al nido. Le domande esplicite o inespresse sono molte: riguardano la persona dell educatrice, la presenza di altri bambini, gli orari, le consuetudini del nido, le regole e soprattutto riguardano il figlio ce la farà ad inserirsi? Avrà tutte le attenzioni di cui ha bisogno? come far presente le sue particolari necessità?. Se i genitori, ma soprattutto la mamma, avvertono fin dai primi contatti la possibilità di uno spazio personale di dialogo, molte domande trovano subito una risposta. Questo costituisce la base di un rapporto di fiducia. L inserimento graduale con la presenza della mamma o del papà, nelle prima settimana di frequenza del bambino al nido, serve a facilitare il simbolico passaggio dalle braccia del genitore a quelle dell educatrice. La mamma o il papà, nei primi giorni di frequenza sta con il bambino, gioca con lui, lo accudisce, lo cambia, lo nutre accompagnata dalla presenza dell educatrice di riferimento. Quanto più questo passaggio avviene con calma, tanto più il distacco sarà sereno. I tempi di separazione, inizialmente brevi, non aboliscono il pianto, ma strutturano un ritmo di assenza presenza della mamma o del papà, che il bambino piano piano riesce ad interiorizzare. L educatrice durante la giornata, tiene mentalmente presente la mamma al bambino: gli parla di lei accompagnandolo nell attesa del suo ritorno. 6

7 Gradualmente la compagnia dell adulto, attraverso il gioco, aiuta ad accettare la separazione fino a permettere il piacere di coinvolgersi con la vita del nido. Il passaggio di notizie sull andamento della giornata aumenta la sicurezza del genitore: questo sentimento è la garanzia perché il bambino possa inserirsi bene. La crescita non è mai lineare: progressi e crisi normalmente si alternano; è importante che genitori ed educatori abbiano momenti di colloquio per confrontarsi liberamente, in assenza del bambino. Ciò che si respira in un nido è il clima che gli adulti sanno stabilire. Un clima di unità tra genitori ed educatori è ciò che maggiormente può recare benessere al bambino pur nell indiscutibile diversità dei ruoli. PILASTRI DELL AZIONE EDUCATIVA LA FAMIGLIA: È il riferimento principale, della storia del bambino. Essa è il primo luogo nel quale il bambino impara a vivere. Per questo è importante partire dal rapporto con la famiglia come fonte di identità e ricerca di un cammino. LA RELAZIONE: Il senso più profondo di un luogo educativo come l asilo nido è il suo essere luogo di relazioni: non c è apprendimento senza relazione affettiva, poiché è proprio questa che costituisce e sorregge il bambino a crescere. I piccoli capiscono soprattutto dalle modalità di rapporto e di cura, da come sono abbracciati, accolti, tenuti, compresi, dalla disponibilità e dal piacere che gli adulti ricavano dalla relazione con loro. Solo l ascolto, la comprensione e il contenimento, creando una situazione affettiva di benessere, aiutano il bambino a strutturare un idea positiva, sono amato, quindi valgo, che sostiene la motivazione a crescere. Nostro desiderio è che questa esperienza possa essere vera anche per i genitori, non solo per i bambini; perché l importanza della relazione, è fondamentale tra adulti. 7

8 LA PERSONA DI RIFERIMENTO: È innanzitutto l esperienza di un rapporto personale che sostiene il bambino a guardare e conoscere il mondo. La persona adulta costituisce il riferimento sicuro, che permette l apertura a nuove esperienze. L idea di una figura di riferimento consiste nel conferire ad una specifica educatrice la responsabilità di un particolare bambino. Ad un piccolo gruppo di bambini viene offerta la possibilità di relazionarsi in modo particolare con un educatrice e, conseguentemente anche i genitori individuano più facilmente il riferimento. Quando un bambino entra per la prima volta al nido, la persona di riferimento sarà responsabile del suo inserimento. In seguito assumerà diverse importanti funzioni per favorire lo sviluppo del linguaggio e relazionarsi con i genitori. È di grande importanza che le educatrici presenti nella sala vivano una forte condivisione educativa che permetta di guardare ai bambini come i nostri bambini. L OSSERVAZIONE: L osservazione è una particolare modalità di rapporto proiettata a cercare di capire ciò che non si sa. Dall osservazione dei bambini nascono le proposte, che prendono l avvio da una posizione intenzionale dell adulto, ma si modulano e prendono forma dalla considerazione di quei bambini, considerati unici e irripetibili. 8

9 L INSERIMENTO A PICCOLO GRUPPO Per suonare un brano di Mozart, ci vuole lo stesso tempo che ci voleva ai tempi di Mozart. ( Anonimo) L inserimento può essere definito come il periodo necessario ai bambini, ai genitori e agli educatori per integrarsi nel contesto comunicativo-relazionale che si viene a creare con l ingresso dei bambini al nido. L inserimento del bambino al nido d infanzia è un evento nuovo, che provoca un grosso cambiamento nel contesto della relazione, una separazione dalle figure di attaccamento, dove per la prima volta il bambino si trova di fronte a una relazione triadica: mamma, papà, educatrice. Questa è un esperienza che coinvolge globalmente tutta la famiglia nell incontro col servizio dove ci sono spazi, bambini, educatrici, con i quali incominciare un percorso di corresponsabilità educativa per il benessere del bambino. L obiettivo è quello di creare una continuità emotiva e relazionale tra famiglia e nido, capace di favorire nel bambino processi sia di separazione graduale, sia di costruzione della propria identità. L inserimento al nido a piccolo gruppo parte da una prospettiva diversa da quello individuale, in quanto questa modalità evidenzia la complessità dell esperienza dell inserimento, dal momento che chiama in causa non soltanto l educatore che accoglie il bambino e la sua famiglia, ma anche il contesto educativo con tutte le parti che lo compongono: spazi, materiali, personale. La presenza rassicurante del genitore è necessaria per facilitare al bambino l esplorazione degli spazi, l interazione con l educatrice e con gli altri bambini. 9

10 Il bambino deve sentire e vedere accanto a sé una persona affettivamente significativa per poter serenamente esplorare l ambiente nuovo e gradualmente dirigersi verso le educatrici. Per questo viene chiesto al genitore di essere presente in maniera continuativa, tenendo conto della gradualità dello schema di inserimento, evitando che si alternino diverse figure di riferimento, in quanto con ognuna di loro il bambino instaura schemi di attaccamento diversi. L organizzazione del gruppo bambini e del gruppo genitori risulta spesso difficoltosa, soprattutto nella fase delle prime separazioni; pertanto la sua gestione viene programmata fin nei minimi particolari per garantire a tutti i soggetti tempi e spazi accoglienti. Un inserimento a piccolo gruppo, ben organizzato e pensato, permette, infatti, ai genitori di avere la possibilità di comunicare tra loro intorno ad ansie e preoccupazioni che accompagnano l esperienza, diventando un momento rilevante di contenimento reciproco. Condividere questa prima esperienza così intensa, quale è l inserimento di un figlio al nido, facilita inoltre la costruzione di rapporti significativi tra genitori, rapporti che potranno continuare durante l anno. Il gruppo di genitori diventa allora, una base sicura che permette ai bambini di intraprendere la conoscenza dei nuovi angoli e dei nuovi giochi presenti, sperimentando nel contempo un andare verso gli altri: bambini ed educatori, sostenuti dallo sguardo attento e partecipe del genitore al quale rivolgersi, o ritornare per un rifornimento affettivo. La dimensione non è più quella duale di bambino-genitore che entra in relazione con lo spazio e l educatore, ma di genitori che accompagnano i bambini a esplorare i nuovi spazi rimanendo seduti in un luogo preparato ad hoc, presenti e disponibili per i piccoli e grandi viaggi di andata e ritorno del bambino, che lo porteranno a un graduale distacco dalla figura genitoriale, per iniziare una relazione significativa con l educatrice di riferimento. 10

11 Le educatrici devono essere molto attente e porsi in una situazione di ascolto rispetto ai tempi di inserimento di ciascun bambino, tenendo conto della loro stabilità emotiva, rinviando per esempio il momento in cui il bambino rimane a dormire al nido, se si sono verificate delle difficoltà. È un modello di inserimento che richiede alle educatrici un alto livello di investimento emotivo per creare una situazione di benessere sia per il bambino che per i genitori, modulando una atmosfera emotiva permeata di aspettative, ansie, paure e desideri. Al genitore, nella fase di inserimento, viene richiesto di rimanere seduto a osservare il proprio figlio, in modo da notare come questi esplora il nuovo spazio e incoraggiarlo con sguardi di approvazione, lasciando all educatrice la possibilità di porsi in relazione col bambino e di mostrargli i giocattoli presenti nella sezione. Il genitore viene invitato a distaccarsi gradualmente dal bambino per circa un oretta. In questa fase di inserimento i bambini portano spesso con sé degli oggetti che diventano il tramite tra casa e nido. Questo è spesso un oggetto transizionale con il quale il bambino è stato in contatto sin dai primissimi mesi di vita: uno straccino, una coperta o un giocattolo che viene poi utilizzato nel corso della giornata nei momenti in cui i bambini sembrano di più ricercare la figura materna, aiutandolo a consolarsi e a calmarsi. Esso aiuta il bambino a sviluppare la capacità di restare solo, senza sentirsi perduto o deprivato: è il primo passo verso l accettazione della separazione fisica dalla figura di attaccamento principale. 11

12 DENTRO AL NIDO GLI SPAZI Uno degli aspetti fondamentali che definisce la qualità di un asilo nido, è costituito dall ambiente che deve essere stimolante e permettere ai bambini di fare esperienze e di mettere alla prova le loro capacità. Lo spazio ben strutturato si articola come una casa con dimensioni e arredi adatti ai bambini. L asilo si sviluppa su un ampia superficie caratterizzata con spazi ben definiti: angolo morbido con grande specchio, zona motoria, angolo per il gioco dei travasi e la manipolazione, spazio con i tavoli a ribalta per il momento del pranzo. Alcuni arredi mobili danno la possibilità di rimodulare lo spazio a seconda delle esigenze che si manifestano. Lo spazio così strutturato permette alle educatrici di stare con piccoli gruppi di bambini in zone diverse. La sala offre un uscita sul giardino e dispone di una stanza per il gioco della casetta, una stanza per le nanne e una per i servizi igienici a misura di bambino con una zona per il fasciatoio. L asilo dispone di una cucina interna dove vengono preparati i pranzi e le merende in modo che possano arrivare in tavola pronti per essere consumati. L EQUIPE Le educatrici, sono professioniste qualificate per svolgere il loro compito educativo in collaborazione con le famiglie. Lo staff educativo è composto da due educatrici di riferimento una educatrice jolli, la cuoca, la balia. Il lavoro delle educatrici è supportato da una pedagogista e da una pediatra. Questa varietà di contributi e possibilità di confronto arricchisce la proposta delle educatrici e accresce anche la loro professionalità. 12

13 LE ATTIVITA Anche le attività sono pensate soprattutto come occasione di rapporto con l adulto e con i coetanei. Il momento dell attività è un momento piacevole e questa piacevolezza permette di fare un esperienza positiva, è un occasione per relazionarsi all altro in modo positivo. Fare esperienza di un eccezionale, di un di più permette di poter vivere e capire il quotidiano. L attività della farina gialla, della pasta di pane, della crema davanti allo specchio, del gioco euristico, sono pensate e progettate in relazione al gruppo dei bambini e anche rispetto alla modalità della proposta (svolgimento, previsione imprevisti, materiali, spazi e tempi). Le attività di ogni giorno sono proposte in genere dopo la merenda mattutina o il gioco di inizio giornata. L attività non è solo un fare ma è soprattutto uno stare con il bambino, è la possibilità di sperimentare l importanza di un rapporto per crescere con se stessi, con l adulto, per il quale si tratta di fare compagnia a un più piccolo prendendolo sul serio. LA GIORNATA L organizzazione del tempo è fondata sui ritmi quotidiani del vivere del bambino. La routine quotidiana è per il bambino l incontro di un tempo conosciuto e sicuro, un tempo atteso e previsto che dando sicurezza, invita all esplorazione e alla scoperta. Tutti i momenti della giornata sono momenti educativi, l educatrice è tesa a valorizzare ogni circostanza e istante della giornata PRE-ORARIO ENTRATA GIOCO DEL CHI C È + BISCOTTO PRIMO CAMBIO ATTIVITÀ DI GIOCO + CASETTA PREPARAZIONE PRANZO PRANZO SECONDO CAMBIO + GIOCHI TRANQUILLI PREPARAZIONE PER LA NANNA NANNA MERENDA TERZO CAMBIO USCITA DOPO ORARIO 13

14 COME MI VESTO AL NIDO I bambini al nido devono indossare abiti comodi che consentano il gioco e facilitano il cambio del pannolino. Sono da evitare: Salopette Oggetti preziosi (braccialetti, collanine, orecchini, orologi ecc..) Oggetti pericolosi (spille, mollettine ecc..) Il nido fornisce giornalmente: Pannolini Salviettine Lenzuola Coperte Viene chiesto un corredino da mettere in un sacchetto di tela o in un piccolo zaino, contenente: Due cambi completi adatti alla stagione Un pigiamino Pantofoline o scarpine morbide o calzine antiscivolo Due ciucci (uno con catenella + nome) se il bambino ne fa uso Un biberon per acqua + nome se il bambino ne fa uso Una confezione al mese di fazzoletti di carta Almeno tre bavaglie con elastico + nome 14

15 IL RAPPORTO CON I GENITORI Indichiamo alcuni momenti salienti che nutrono e sostengono il rapporto con la famiglia: Il colloquio di iscrizione che non è un semplice atto burocratico, ma un momento in cui, attraverso la figura della direttrice, l asilo nido si presenta con il suo progetto educativo, con la visita ai vari ambienti e con l ascolto di ciò che il genitore si attende affidandoci il figlio. Il colloquio preliminare alla frequenza, nei primi giorni del mese di settembre, con l educatrice di riferimento. Questo colloquio è centrato sul bambino. I genitori hanno la possibilità di presentarlo e le educatrici sanno che da questo ascolto dipende l iniziale instaurazione di quella fiducia che sarà fondamentale per un buon inserimento. La riunione con i genitori offre l occasione per presentare tutte le persone coinvolte nell organizzazione, si illustra il regolamento e si presentano le linee educative che sostengono il progetto del nido. Il rapporto giornaliero al momento dell accoglienza e del ricongiungimento. È questo ritmico salutarsi con lo sguardo rivolto al bambino che prepara il terreno a colloqui più ampi di approfondimento. 15

16 Asilo Nido Causa Pia d Adda di Burago di Molgora Via Garibaldi, Burago di Molgora - Tel buragodimolgora@causapiadadda.it

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