CRESCERE TRA AUTONOMIA E REGOLE

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1 SOCIETÀ SERVIZI SOCIOSANITARI VAL SERIANA a r. l. Viale Stazione, 26/a ALBINO (BG) Tel Fax direzione@ssvalseriana.org CRESCERE TRA AUTONOMIA E REGOLE C era una volta una mamma con tanti bambini che, dopo averli lavati, sfamati e accuditi tutto il giorno, a sera non aveva la forza di raccontar fiabe o cantar ninnananne. Li metteva a letto e che fosse finita! Finchè un dì insegnò loro a cavarsela da soli. Quanto tempo le restò, allora per le favole della buonanotte!

2 INDICE Educare tra regole ed autonomia Pag. 3 Presentazione di Claudio Persico (Gruppo Tecnico del Progetto) Pag. 4 Perché le regole di Maria Peracchi (Dirigente del Circolo Didattico di Albino) Le fasi del percorso. Ricostruzioni delle varie fasi, articolazione del progetto, attività di Daniela Dinetti (Psicologa Società Servizi Sociosanitari Val Seriana) RACCONTI DEI PROTAGONISTI Pag. 6 Pag. 7 Le insegnanti. Regolarmente insieme Impariamo a regolare di Nicoletta Carrara, Elena Cassera, Paola Gusmini, Lucia Bravo L educatrice di Cinzia Bettinaglio (Cooperativa Il Cantiere ) I genitori di Giovanna Riboli I bambini di classe quinta e classe terza Pag. 14 Pag. 16 Pag. 18 Pag. 21 MATERIALE PRODOTTO Primo manifesto. Crescere tra autonomia e regole Pag. 26 Regolamento di circolo: indicazioni sulle assemblee di classe Pag. 28 Regole e formazione di Piero Manfredi Pag. 29 Lavoro in classe con i bambini: unità didattica Pag. 35 ALTRI CONTRIBUTI Quali regole per quali generazioni di Ivo Lizzola (Preside Facoltà di Scienze della Pag. 38 Formazione - Università di Bergamo) Regole? No grazie! Basta, per favore. di Ennio Rocchi (Psicologo ASL Pag. 40 Provincia di Bergamo) Conclusioni Pag. 45 ALTRI MATERIALI Pag. 47 Il quaderno è stato elaborato dal gruppo tecnico del progetto, composto da: Maria Peracchi (Dirigente scolastico Direzione Didattica Albino) Nicoletta Carrara, Elena Cassera ( Insegnanti Direzione Didattica Albino) Giovanna Riboli (Genitore Direzione Didattica Albino) Daniela Dinetti (Psicologa Società Servizi Sociosanitari Val Seriana) Claudio Persico (Educatore Prof. Società Servizi Sociosanitari ValSeriana) Piero Manfredi (Consulente Pedagogico Cooperativa Il Cantiere Albino) 2

3 Educare tra regole ed autonomia Una norma, per definizione, tende ad indicare uno standard, un ambito comportamentale ritenuto lecito, 'normale e lo indica ad un certo universo di soggetti cui viene chiesto di attenersi, normalizzandosi. L'educazione, laddove non la si voglia intendere come mero sinonimo di integrazione sociale, tende a promuovere autonomia, ovvero letteralmente, il darsi da solo le proprie norme. Parrebbe quindi che la relazione educativa debba rifuggire le regole, e non pochi infatti l hanno intesa in questo modo, salvo poi trovarsi privi di ruolo entro situazioni ingestibili. Di fatto la relazione educativa senza regole non può sussistere, sia perché ogni relazione per definizione è regolata, sia perché essendo educativa, risulta normata dalle particolari regole dell educazione. Ogni relazione educativa prende forma, inoltre, all'interno di organizzazioni che per sopravvivere hanno bisogno di norme. In altre parole, senza regole né la relazione educativa né l'organizzazione nella quale agisce possono sopravvivere e questo fatto restituisce una definizione del problema che va ben al di là dell'immagine che comunemente se ne dà: le regole in educazione, prima di essere una sorta di contenuto del lavoro (in cui si insegna a farle rispettare), ne sono una condizione costitutiva. Ciò significa che ogni educatore deve al tempo stesso garantirsi la propria sopravvivenza (per lo meno quella del proprio ruolo) e negarla. Questo del resto non deve apparire così paradossale, perché assomiglia in modo straordinario a ciò che l'educatore chiede al proprio destinatario: cambia secondo quanto ti sto indicando, ma fallo per tua libera scelta in modo da restare te stesso. 3

4 PRESENTAZIONE di Claudio Persico (Gruppo tecnico del progetto) Il tema dell educazione al rispetto delle regole è strettamente interconnesso con quello della cittadinanza, cioè al tema dell educare ad essere cittadini. In tempi passati, quando vi è stata la necessità della costruzione della nazione italiana, in un territorio diviso in diverse comunità, la formazione del cittadino promossa principalmente dall istituzione scolastica, consisteva nella costruzione del senso di appartenenza attraverso strategie di omologazione e omogeneizzazione. I recenti cambiamenti indotti dai processi di planetarizzazione e di globalizzazione, con i conseguenti fenomeni di interdipendenza tra i popoli, hanno portato all attuale crisi della funzione degli stati nazionali e a fronte di questa nuova situazione, oggi, ci si chiede, cosa significhi promuovere l educazione alla cittadinanza. Alcuni studiosi dei fenomeni socio-culturali concordano sul fatto che nell attuale contesto, tra le nuove generazioni, abbiano acquisito posizione di dominanza valori quali il narcisismo, il consumismo, il potere e la visibilità, ritenuti da molti dis-valori educativamente pericolosi: ciò ha contribuito a costruire l attuale sistema di vita che qualcuno ha definito Epoca delle passioni tristi, dove le persone sono primariamente centrate su loro stesse. La costruzione del nuovo cittadino non può che passare, a nostro avviso, attraverso l acquisizione della capacità di costruire sistemi di regolamentazione delle relazioni fondati sul sentire gli altri come elementi importanti per la propria esistenza; non può che passare, inoltre, attraverso la stipulazione di patti educativi che, partendo dalla scuola, coinvolgano maggiormente altri livelli della comunità territoriale che in questo modo ambisce a diventare comunità educante. Nell ambito territoriale della Val Seriana, da tempo, l interazione di rete tra amministrazioni comunali, Società Servizi Sociosanitari Val Seriana (costituita per gestire i servizi sociali previsti dal Piano di Zona L.328/00) e diverse agenzie territoriali attente alle questioni educative (in primis l istituzione scolastica), si sta sempre più concretizzando in progetti dove viene favorita la nascita di spazi di osservazione e di riflessione sulle condizioni dei minori e di condivisione di azioni rivolte alla prevenzione e al contenimento di situazioni di disagio e pregiudizio. Si ritiene quindi di fondamentale importanza condividere una modalità di progettazione che affronti i problemi in un ottica sistemica, favorendo lo scambio ed il confronto a diversi livelli tra i vari attori in gioco. 4

5 Questo è quanto è avvenuto nel progetto Crescere tra autonomia e regole in cui la tematica del rapporto con le regole vissuta a scuola è stata affrontata coinvolgendo alunni, insegnanti, genitori, educatori della cooperazione e psicologi del servizio famiglia. Quanto emerso potrà essere, oltre che utilizzato per riproporre in altri contesti scolastici esperienze simili, confrontato, collegato, con il lavoro di scambio intrapreso sulla stessa tematica dal T.Ag.E. (Tavolo Agenzie Educative) promosso dall Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Albino in collaborazione con gli istituti scolastici, gli oratori, la Società dei Servizi, e diversi enti e associazioni del paese. La formazione dei nuovi cittadini, quindi, passa a nostro avviso necessariamente attraverso accordi tra adulti e ragazzi di uno stesso territorio o meglio di una stessa comunità, finalizzati da una parte ad aiutare i ragazzi ad uscire dal labirinto della crescita in cui si vengono a trovare e dall altra a sostenere gli adulti nella ricostruzione di comunità in cui le alterità riescano ad interagire tra loro. Questa è una delle possibilità per poter affrontare positivamente la globalizzazione trasformandola da processo globale a locale, facendola accadere attraverso l incontro tra persone prima di tutto nei nostri paesi, nelle nostre vite. 5

6 PERCHE LE REGOLE di Maria Peracchi (Dirigente del Circolo Didattico di Albino) Il progetto brevemente presentato in queste pagine ha seguito volutamente il modello che era stato delineato in una precedente esperienza: il progetto compiti, realizzato tre anni fa con l Istituto Comprensivo di Albino. I due percorsi non solo hanno in comune l impianto organizzativo-gestionale, ma condividono l obiettivo di fondo, di cui diventano strumenti facilitatori e occasioni di realizzazione. Al di là del contenuto dell oggetto ( i compiti le regole) essi hanno costituito infatti un opportunità preziosa di incontro confronto scambio - riflessione comune tra scuola e famiglia, al fine di costruire/ricostruire un patto educativo per i ragazzi, tra adulti accomunati dalla medesima funzione educativa. Il percorso è stato sicuramente impegnativo, a volte faticoso, a dimostrazione del fatto che in campo educativo è tutt altro che semplice e scontato non solo coinvolgere le persone, ma anche trovare un linguaggio comune attraverso il quale veicolare idee e riflessioni. Tuttavia il lavoro è stato utile e ha portato dei cambiamenti, certo non eclatanti, ma in educazione è sicuramente vero il detto secondo il quale L erba che cresce non fa rumore. Anche questo progetto non ha fatto rumore, ma ha consentito a tutti gli insegnanti del Circolo di focalizzare l attenzione su una tematica cruciale, di confrontarsi, di esplicitare le idee che inevitabilmente guidano l azione, di assumere alcune decisioni semplici, ma condivise e comuni a tutti. Il confronto ha coinvolto anche le famiglie e gli alunni, non certo con l illusione di individuare regole uguali per tutti, ma con l ambizione di costruire un progetto educativo di scuola insieme con le famiglie e con gli alunni, nella convinzione che anche la scuola è una comunità educante e che tutti i soggetti coinvolti concorrono all attuazione di quest ultima. Il tema delle regole è molto complesso, ciò ha costituito all inizio del progetto un elemento di criticità, poi superato dalla consapevolezza che la conclusione del lavoro non sarebbe certo stata definitiva, ma avrebbe costituito uno step di un percorso che teoricamente non ha fine. La necessità di iniziative simili nasce dalla consapevolezza che la scuola agisce in un contesto socio-culturale, connotato da assenza di certezze, cambiamento continuo e incessante, polverizzazione delle identità. Nulla è più dato, tutto va rinegoziato, richiarito, condiviso. Si tratta di un passaggio necessario se si vuole continuare a intendere l uomo come essere sociale e socievole, che può realizzare se stesso solo in un contesto relazionale in cui si riconosce e in cui è a sua volta riconosciuto e se queste continuano ad essere tra le finalità generali dell educazione e della scuola. 6

7 LE FASI DEL PERCORSO Ricostruzione delle varie fasi, evoluzione, articolazione del progetto, attività di Daniela Dinetti (Psicologa della Società Servizi Sociosanitari Val Seriana) Alla fine del 2005 gli operatori della Società Servizi Sociosanitari ValSeriana e della Cooperativa Il Cantiere si sono incontrati con la dirigente scolastica e alcune insegnanti referenti alle Commisioni alla Salute della scuola Primaria di Albino per la progettazione e realizzazione di un percorso di formazione per genitori, insegnanti e alunni sul tema delle regole. Tale percorso aveva l obiettivo di avviare un confronto tra scuola e famiglia attorno a un tema difficile, complesso (ma interessante e importante!) come quello delle Regole. E stata un impresa ardua e audace, una scelta coraggiosa, ma allo stesso tempo pericolosa; questo tema ha infatti suscitato molto interesse e tante aspettative nella componente adulta ma, data la complessità dell argomento, il percorso ha anche richiesto un lavoro attivo e tanta pazienza da parte dei partecipanti, che con la speranza di trovare risposte alle loro domande (ad es. come si fa a far rispettare le regole?, è proprio necessario dare punizioni?, quali regole sono importanti?.) in qualità di educatori (genitori o insegnanti che fossero), a volte hanno provato sconforto, fatica, delusione e confusione. Con questa pubblicazione proviamo a ricostruire le fasi e i passaggi principali del percorso con l obiettivo di fare chiarezza su quanto svolto e di comunicare (a chi c era e chi non c era) quanto è emerso ed è stato prodotto in questi tre anni. Gli operatori referenti del progetto (la psicologa Daniela Dinetti e l educatore professionale Pietro Manfredi) all inizio dell anno 2006 hanno prodotto delle proposte su come poteva essere sviluppato e affrontato il tema scelto dalla scuola, che sono state illustrate alla dirigente scolastica, ai genitori (inizialmente convocando solo i rappresentanti di classe poi estendendo l invito a tutti) e agli insegnanti delle diverse scuole dell Infanzia e Primarie appartenenti alla Direzione Didattica di Albino. Da quanto emerso dagli incontri con i genitori e con gli insegnanti è stato definito che l intervento avrebbe principalmente affrontato il tema Educare alle regole con particolare riferimento a: 1) cosa intendiamo per regole: perchè devono essere rispettate? perchè sono importanti? 2) atteggiamento verso le regole: come darle? come farle rispettare? come sanzionare? quali sono le regole della scuola? quali sono le regole di casa? 3) alleanza educativa tra genitori e insegnanti: confrontarsi e mettersi in discussione, mantenere coerenza nei modelli di comportamento, definire le differenze dei diversi ruoli. 7

8 L intervento ha preso avvio ad aprile E stato strutturato con iniziali incontri (tra aprile e ottobre) di esplorazione del tema delle regole tra operatori e genitori; tra operatori e insegnanti referenti delle Commissioni alla Salute. Successivamente (tra ottobre e dicembre) sono stati effettuati degli incontri congiunti tra operatori, insegnanti e genitori (già coinvolti negli incontri iniziali). Parallelamente sono stati proposti degli incontri nelle classi condotti da un educatrice in collaborazione con gli insegnanti. Nella prima fase esplorativa è emerso quanto segue. Il tema delle regole è molto complesso, complicato e, a differenza del tema riguardante I compiti affrontato nel 2001, richiede molto più tempo per affrontarlo, per scegliere su cosa focalizzarsi e cosa approfondire. E certamente possibile formulare una definizione di regola, ma ogni definizione può essere considerata solo una sintesi di un determinato ambiente culturale, di un determinato modo di pensare le cui fondamentali caratteristiche costitutive fondano le premesse (spesso implicite, non espresse) di ogni comunicazione, comprese quindi quelle che hanno a che fare con le regole. Se si è consapevoli di ciò - e se si assumono come legittime, pur se non sempre condivisibili, le culture diverse dalla propria - diventa allora importante, auspicabile, il confronto/scontro con definizioni diverse dalla propria. Una maggiore consapevolezza di come si funziona, di come ci si comporta, di come ci si regola può avvenire grazie al confronto con altri diversi da sé. Il tema delle regole si può porre in relazione con altri concetti: Regole e Autonomia. Le regole servono per diventare autonomi: le regole che gli adulti pongono nei confronti dei ragazzi avrebbero l obiettivo di renderli capaci in futuro di darsi da sé le proprie regole. L autonomia ha le sue regole (la prima delle quali è che non può esistere autonomia senza una qualche forma di dipendenza che l accompagna), ma anche le regole possiedono uno spazio di autonomia (possono modificarsi a seconda del contesto, della relazione, dell età ; possono essere trasgredite). Regole e Autorità. Una regola senza autorità non è in grado di sopravvivere a lungo; deve essere presidiata. Possiamo allora chiederci quali siano le condizioni che meglio di altre garantiscono autorità alle regole. Regole e Conflitto. Una regola può essere utilizzata e servire per mettere fine a un problema, eliminare un conflitto, ma può anche creare un problema e quindi un conflitto. Regole e Contesti. Ogni contesto ha le sue regole, questo implica che si possa verificare armonia fra i contesti e relativa omologazione, oppure adattamento. Regole e Educazione. Spesso, nel ruolo di educatore, si pensa di dover insegnare l educazione, intendendo con ciò di dover trasmettere un insieme di comportamenti ritenuti adeguati e accettabili in un determinato contesto culturale. Questa è una versione addestrativa dell educazione. Una visione educativa rispetto alle regole, che non la riduca a nessuna particolare esigenza 8

9 logistico/organizzativa/funzionale, la ritroviamo nel pensare che educare alle regole significa costruire percorsi di senso esistenziali in relazione a una specifica dimensione della vita quale quella del rapporto con le norme. Regole, Famiglia e Scuola. Nel confronto tra Scuola e Famiglia, tra insegnanti e genitori, si è rischiato di continuare a discutere, a confliggere su quali debbano essere i valori (e relative norme) universalmente accettati, - oppure- di cercare una verità assoluta che non esiste o una verità relativa, in quanto ogni affermazione è riferita a particolari fattori e solo in riferimento ad essi è vera. E stato perciò proposta una via di uscita, invitando a riconoscere/legittimare un rapporto equivalente (di pari dignità) fra diversi (genitori e insegnanti) nella uguaglianza delle funzioni (quella educativa), attraverso il quale è possibile, per ognuno, insegnare e imparare qualche cosa sul proprio rapporto con le regole e sull educazione, a partire dalle progettualità educative che ognuno presidia (gli insegnanti quelle scolastiche; i genitori quelle familiari). Regole e Limiti. Le regole servono a porre dei limiti, aiutando i ragazzi e le ragazze a fare i conti con la realtà, a riconoscere l altro e quindi anche se stessi. I limiti a loro volta hanno delle loro regole, così come anche le regole hanno i loro limiti. Regole e Negoziazione. La negoziazione è spesso considerata come un alternativa (più democratica, più comoda) alla regola. La negoziazione viene spesso usata per anticipare i problemi, per evitare i conflitti che ne potrebbero nascere, ma così facendo il problema del confronto viene solo spostato in avanti. Qualsiasi negoziazione produce come esito un patto, quindi una regola; è un momento in cui è necessario aver costruito relazioni evolute capaci di affrontare i conflitti in modo costruttivo e creativo. Regole e Regole. Le regole in quanto elementi costitutivi della comunicazione hanno delle regole che ne governano il funzionamento a seconda delle loro tipologia. Esistono regole prescrittive ( devi fare così ), la cui caratteristica principale è quella di rispondere a una domanda (esplicita o implicita) ( voglio mangiare bene, voglio imparare ), le cui sanzioni in caso di trasgressione - corrispondono alla perdita di ciò che si è chiesto. La motivazione di queste regole è intrinseca, sta dentro alla domanda stessa. Esistono regole proscrittive ( è vietato ) la cui caratteristica è di avere una motivazione estrinseca, esterna e le cui trasgressioni prevedono un danno, come controparte della soddisfazione di un bisogno (torni a casa dopo l orario pattuito, domani non esci). Le regole che vietano aprono però la possibilità di fare tutto ciò che non è espressamente vietato. Regole e Relazioni. La regola si inscrive dentro una relazione comunicativa. E un gioco di trasformazioni e di apprendimenti che riguarda sia il regolante sia il regolato, in un rapporto circolare, che permette di guardare alle regole come meccanismi generativi di nuove possibilità. In tal senso la domanda da porsi non è solo come faccio a far rispettare le regole ma anche quale direzione sta prendendo la relazione grazie a questa regola? 9

10 Regole e Sanzioni. Una regola senza sanzione non è una regola e in quanto tale godrà di una vita breve. Si indebolirebbe l autorità (e l autorevolezza) di chi pone le regole e l autorità (e autorevolezza) delle regole stesse. Necessita della presenza di chi presidia la regola. Anche le sanzioni hanno le loro regole, procedurali ed etiche. Regole e Valori. Tra regole e valori esiste un rapporto profondo; le prime sottendono sempre in forma di premesse implicite valori e culture di riferimento. Regole e valori non sono la stessa cosa: è molto rischioso in termini educativi e culturali - trasformare (e confondere) le regole in valori, cosi come lo è trasformare i valori in regole: sarebbe come confondere delle indicazioni/precetti su come ci si deve comportare con indicazioni/precetti su come si deve essere. Le regole che governano i valori (il mondo dell etica) sono una cosa diversa dai valori che sottendono le regole (il mondo del diritto). Nella successiva fase di raccolta è emerso che da questi incontri è stato possibile: - avere nel 2007 degli elementi e degli spunti preziosi per i docenti referenti delle Commissioni alla Salute che hanno approntato un decalogo relativo alle Regole della Scuola Primaria di Albino; illustrare la bozza del decalogo a tutti i docenti all interno dei singoli plessi, raccogliendo le diverse riflessioni e realtà sul tema; approvare la versione definitiva del decalogo 1 Manifesto ; sottoporlo alla valutazione e riflessione del Consiglio di Circolo; inserirlo nel P.O.F. per l a.s. 2008/9 (vedi pag. 26); - far emergere, dagli interventi svolti in classe con i bambini e dagli incontri con gli adulti (genitori e insegnanti), la necessità di comprendere meglio come sono regolate le relazioni tra gli adulti e quale spazio potrebbe essere utilizzato dagli adulti per un confronto sul tema delle regole in educazione; lo strumento dell assemblea di classe è stata individuato (sia dai genitori, che dalle insegnanti) come il luogo per il confronto tra scuola e famiglia sul tema delle regole (a partire dall a.s. 2008/9); - realizzare perciò nel 2007 un questionario sulle assemblee di classe (consultabile presso la Direzione Didattica di Albino) somministrato ai genitori di 7 classi prese a campione, per valutare come avvengono attualmente e come modificarle, al fine di permettere una maggior frequenza da parte dei genitori e un migliore scambio tra quest ultimi e gli insegnanti; - definire delle indicazioni sulle assemblee di classe per genitori e insegnanti (art. 16 bis del Regolamento di Circolo) (pag. 28); - avviare nel 2008 degli incontri con gli insegnanti referenti delle Commissioni alla Salute per visionare le programmazioni di modulo delle diverse classi, individuare delle linee guida comuni e delle procedure interne per definire in équipe le regole (pag.33); proporre al Consiglio d interclasse e successivamente al Collegio d Istituto le riflessioni su quanto emerso dalla lettura delle diverse programmazioni; introdurre all interno della programmazione di modulo uno strumento creato per definire regole e 10

11 sanzioni per la gestione del gruppo classe per quanto riguarda l area della sicurezza, dell apprendimento e della buona educazione da compilare da parte del team docente (pag. 34); - avere un gruppo ristretto di genitori e di insegnanti che ha riflettuto (e magari continuerà a farlo) su questi temi; - effettuare nel 2007 degli incontri nelle classi con un educatrice per affrontare con gli alunni il tema delle regole; da questi lavori svolti in 3 classi (scelte a campione per la sperimentazione) sono emersi dei prodotti dei bambini visionabili. 11

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13 I RACCONTI DEI PROTAGONISTI 13

14 Le insegnanti Regolarmente insieme Impariamo a regolare di Nicoletta Carrara, Elena Cassera, Paola Gusmini, Lucia Bravo Come insegnanti, nella quotidianità del lavoro di relazione educazione - apprendimento abbiamo sentito il bisogno di confrontarci e di riflettere tra docenti e genitori sulle tematiche educative relative alle regole. Si è così dato vita ad un percorso, prima parallelo e poi congiunto, che ha dato spazio al dialogo con la famiglia, atto a favorire la costruzione di un contesto educativo condiviso. In questo viaggio di formazione il bambino è stato protagonista e creando spazi di ascolto, percorsi d azione e di ricerca guidati, sono emersi bisogni e idee sullo stare regolarmente insieme. CRESCERE TRA AUTONOMIA E REGOLE è il nome che abbiamo scelto per questo progetto, che pur essendo appena nato affonda le sue radici nella storia profonda di ciascuno di noi. IL RUOLO DELL INSEGNANTE. Adulti sicuri e decisi nel proprio ruolo, inducono i bambini ad essere tali nell affrontare, con scelte consapevoli, le regole date, li accompagnano ad essere persone responsabili nell affrontare la vita scolastica. Per essere educatori efficaci, è inevitabile percorrere un sentiero di responsabilità formativa che porti a disimparare per poi imparare. La professionalità del docente si gioca con la continua formazione che in questo caso ha assunto una duplice direzione: una di conoscenza personale con la chiara definizione del significato dato ad ogni parola (valore, regola e valore della regola) e di conseguenza la creazione di azioni di apprendimento alla regola (ADATTAMENTO, ADDESTRAMENTO e EDUCAZIONE); l altro, il dialogo con l altro soggetto educativo: la famiglia. Ecco che il primo passo è stato quello di costruire una cornice di significato che ha chiarito la differenza tra le parole valore e regola; e una cornice di azione che non significa delineare solo contesti etici (es: quando si gioca si decide a maggioranza), ma produrre azioni che portino a creare condizioni di diritto (es: il gioco è scelto a maggioranza) definendo regole chiare che non diano spazio ad interpretazioni. All interno del percorso dell educazione alla regola è importante tenere presente la differenza tra regole prescrittive (es: devo usare solo la palla di spugna) e regole proscrittive (es: non devo usare la palla di cuoio) in quanto la prima è vincolante e crea un ambiente educativo scarsamente sostenibile, (se non in presenza di domanda del bambino) perciò invita a trasgredire, la seconda è liberale perché il no (non devo) fa intravedere altre possibilità. 14

15 Il trattamento della regola comporta un assunzione di responsabilità dell adulto, in quanto la regola va presidiata, sanzionata proporzionalmente all età del bambino e alla regola trasgredita. Successivamente si è redatto il 1 Manifesto Crescere tra autonomia e regole come cornice dichiarata e visibile, di significati e quindi di comportamenti: autonomia, autorevolezza, possibilità di trasgressione, stare nel conflitto, affrontare i limiti, educarsi alle regole, negoziare e affrontare eventuali sanzioni. IL RUOLO DEL BAMBINO I bambini, quali attori attivi e consapevoli del percorso, sono diventati costruttori di conoscenza intorno all argomento regole. Tre classi del nostro circolo hanno sperimentato un percorso operativo gestito dall educatrice professionale Cinzia Bettinaglio. Usando la metafora del semaforo, hanno distinto i comportamenti rossi (regole che non si possono trasgredire), arancio ( regole che si modificano secondo la situazione) e verdi (regole di buon senso ). Attraverso quest attività ludica, intitolata Caccia alle regole, i bambini hanno capito l importanza di avere regole definite, chiare e condivise e che poi hanno suddiviso in tre campi di applicazione: regole per la sicurezza, regole che servono per imparare, e regole che servono per la buona educazione. Il gioco ha permesso di sperimentare la necessità di negoziazione, che nella costruzione di un ambiente regolativo diventa un elemento costitutivo, Infatti la coralità del lavoro ha dato modo ai bambini di sentirsi attori e creatori del loro percorso, portandoli a un maggior grado di benessere e di disponibilità all apprendere. Il carattere collaborativo del lavoro proposto ha permesso che diventasse un laboratorio cooperativo nel quale i bisogni di ognuno si sono intrecciati. La riflessione sulle regole con i bambini ha permesso di creare contesti in cui ognuno si prende cura del proprio processo elaborativo di rapporto con la regola. Un corso è ultimato con successo non quando lo studente ha appreso tutto quello che è necessario sapere, ma quando ha compiuto un progresso significativo nell imparare come apprendere ciò che vuole sapere (Carl R. Rogers) La sfida di tale processo apprenditivo sta nel non considerare questo corso prerogativa dello studente, ma anche degli adulti coinvolti che sono chiamati a costruire ambienti regolativi. La regola è uno strumento essenziale nell impostare l educazione dei bambini, si può dire che la regola è come una procedura per favorire un determinato funzionamento, in questo caso, come azione predominante della scuola: l apprendimento. Creare regole perché ci siano contesti per favorire l apprendimento, fa sì che si determinino modi di essere e di stare insieme nel rispetto delle diversità. 15

16 L educatrice di Cinzia Bettinaglio (Cooperativa Il Cantiere ) Era proprio necessario? Forse è la prima domanda che nasce pensando ai bambini delle classi con cui si è lavorato che erano, alla data dell intervento, una seconda e una terza elementare. E perché iniziare con l intervento di una persona esterna, quando è evidente che la scuola, la classe, e il succedersi del tempo in aula è evidentemente regolato da orari, norme, succedersi di materie e di insegnanti, squilli di campanella e spesso, tanto di cartelloni appesi alle pareti con le buone regole perché tutti possano stare in classe tranquilli ad imparare? Viene da domandarsi se dentro la cultura degli adulti che segnalano bambini sempre più sregolati e difficili da disciplinare (ma questo già dalla Scuola dell Infanzia), non ci sia una sorta di allarme sociale che spinge ad intervenire precocemente nella speranza di non trovarsi di fronte, in futuro, adolescenti inquieti ed inquietanti come ad esempio quelli che mandano o guardano i video con atti di prevaricazione verso i più deboli su Youtube. Un intervento preventivo dunque? Entrando in classe alcuni di questi interrogativi me li ero posti, ma per altro non avevo ancora chiara la risposta come per l omeopatia, mi dicevo, un intervento educativo in più, se proprio non fa bene, almeno non fa male (ma anche questa affermazione in realtà meriterebbe un punto di domanda). Così rassicurata dal quadro progettuale, che prevedeva tre incontri in classe per me, ma che sarebbero serviti da input al lavoro successivo delle insegnanti, ho preparato tre lezioni e mi sono addentrata nella mia relazione a tema con i bambini e le bambine. Quello che è stato evidente da subito è che gli alunni non erano certo sprovveduti di fronte alla parola regola, la conoscevano benissimo, si sentivano immersi in un mondo regolato da diversi sistemi normativi, e da subito li hanno saputi nominare: le regole che ognuno ha a casa propria, quelle del codice stradale, quelle scolastiche, quelle che ci sono in biblioteca, quelle che si chieda vengano rispettate all Oratorio o in chiesa anche le regole per poter frequentare in modo adeguato una piscina pubblica o la casa di un amico Allora? Il divario che sembra creare il problema sta tra la conoscenza della norma e l incapacità della sua applicazione? Ho cominciato a capire meglio cosa stava succedendo, quando i bambini sollecitati sul perché io fossi lì, perché dovessi parlare con loro delle regole (erano particolarmente monelli? Non conoscevano ancora, per qualche strano motivo, le regole determinate dai luoghi? Qualcuno aveva aggiunto a sorpresa a scuola la materia regole e regolamenti?) hanno risposto semplicemente Dobbiamo imparare a fare i bravi. Ecco la richiesta che percepiscono indistintamente dal mondo adulto e dal suo sistema normativo che non è evidentemente deficitario di regole, ma che ne produce in eccesso tanto da trasformarsi in imperativo morale. 16

17 Così abbiamo iniziato a lavorare per distinguere le regole dai valori, le regole dai consigli, le regole dalle abitudini che determinano la buona educazione, le regole dalle consuetudini e così via perché era abbastanza evidente che, ad esempio, la regola dobbiamo essere tutti amici non ha nessuna speranza di poter essere rispettata, come per altro ci insegna da tempo il racconto de Il piccolo principe a cui il re dell asteroide 325 saggiamente dice: "L'autorità riposa, prima di tutto, sulla ragione. Se tu ordini al tuo popolo di andare a gettarsi in mare, farà la rivoluzione. Ho il diritto di esigere l'ubbidienza perchè i miei ordini sono ragionevoli". (Saint Exupéry). Per altro a nessuno di noi adulti passerebbe per la mente di applicare a noi stessi regole che sentenziano: Bisogna andare tutti d accordo o Si deve essere generosi con tutti. E a questo punto era più facile passare alla domanda successiva: Cos è una regola, com è fatta e come la distinguiamo ad esempio, da un consiglio?. Tratteggiato questo lavoro è stato per altro possibile anche andare avanti con le domande, che si sa, come dicono i filosofi, sono come le ciliegie e una tira l altra. A cosa servono queste benedette regole? A proteggerci, a poter vivere insieme, ad essere beneducati, ed infine persino, signori e signore, ce ne sono alcune utili espressamente a scuola e che ci permettono di imparare. Ecco. Giunti al cuore del problema. Finalmente illuminati che non tenere il cappello in testa mentre si è seduti al banco serve per essere beneducati, ma che in realtà potremmo imparare anche con il berretto in testa, perché le regole che determinano la relazione di apprendimento e insegnamento sono altre e si possono esprimere in comportamenti chiaramente indicati, che vengono sanzionati qualora non li rispettiamo. Iniziare a tratteggiare il problema, a definirlo in modo diverso, a categorizzarne i contenuti, a capire quali di essi ci servono o come possiamo trasformarli per ottenere regole ragionevoli e quindi utili. Certo, non abbiamo avuto tempo di capire cosa c entrassero le regole con i desideri, ne tanto meno con la trasgressione, quali possibilità ci fossero dentro queste relazioni ma c è tempo per imparare a scuola magari mentre si stà facendo lingua o matematica: hai presente quanto materiale di discussione ad esempio sulle regole grammaticali, sulle loro eccezioni che diventano a loro volta regole? E certo, anche sulla possibilità di trasgredire, che altrimenti non esisterebbero i poeti e così via 17

18 I genitori APPUNTI DI VIAGGIO. Una mamma racconta di Giovanna Riboli Crescere tra autonomia e regole primo incontro: ci si divide in 3 gruppi perché siamo moltissimi. E subito chiaro che i genitori vogliono una guida, un consiglio illuminato: lavare i denti è una regola?... Ma se io stesso penso che in quel momento non sia il caso di. Ogni esempio, ogni problema anche piccolo, sottende grandi temi: regola e buon senso, regola e potere, imposizione o spiegazione, regola e valore. Si naviga a vista: i nostri figli sono un equipaggio fantasioso, ricchi di inventiva e risorse per provare modi diversi di condurre la vita e noi che ancora ci chiediamo qual è la rotta! Gli operatori presenti ci pongono, però, un altro problema: non si tratta di fare un corso di formazione per genitori ma di avviare un lavoro di confronto e collaborazione tra insegnanti e genitori sulla definizione, l applicazione e il valore delle regole a scuola. Ma non riusciamo a enucleare aspetti e norme della vita scolastica così cariche di dubbi e attese da imporsi sulle domande che frullano in testa a ognuno rispetto al proprio modo di rapportarsi alla normatività! Si dà ascolto a questa esigenza e, negli incontri che seguono, aiutati dagli operatori nel far sintesi, proviamo a dipanare la matassa fissando le conclusioni comuni sul tema del rapporto tra regola e educazione. Contemporaneamente anche gli insegnanti procedono nello stesso modo e gli incontri fissati per il nuovo anno scolastico vedono genitori e insegnanti insieme a confrontarsi su un documento corposo frutto delle riflessioni di entrambe i gruppi. Mi sembra un bel lavoro: partecipare alle discussioni mi ha aiutato a capire e il MANIFESTO di sintesi fissa i punti di arrivo. Certo a giudicare dal gruppetto superstite dei partecipanti non so se il mio è un parere condiviso. Molti hanno abbandonato delusi, convinti che parlare e scrivere enunciati non produca un effetto tangibile.sarà utile tenere aperta questa domanda. Dopo aver condiviso i concetti su regole e educazione, ci poniamo il compito di individuarne ambiti di sperimentazione all interno della vita scolastica. Questo lavoro fa fatica a decollare: alcuni genitori arrivano nuovi e sentono il bisogno di ripartire da zero a discutere sui significati. Da parte loro le maestre sembrano preoccupate di non perdere autonomia nella proposta didattica. Si aprono filoni diversi di approfondimento: - si lavora sulle regole delle assemblee di classe per inserire una maggior attenzione alla chiarezza e alcune esigenze sentite dai genitori; 18

19 - si passano in rassegna i Piani di offerta Formativa per verificare se e come viene dichiarato a livello progettuale il lavoro di educazione alla regola che in tutte le classi si svolge attraverso prassi a volte non esplicitate. Nel frattempo dopo alcuni interventi di ricerca attiva con un educatrice, in alcune classi partono delle sperimentazioni su un sistema di regole e sanzioni elaborato dai bambini e dalle loro insegnanti, che coinvolge attivamente anche i genitori. Lavorare sulle regole per l apprendimento e la buona convivenza in classe aiuta la riflessione e l apprendimento sul tema del rapporto tra sé e la regola. Inoltre permette ai genitori di capire e sostenere di più quel che fanno i loro figli e offre loro un esempio da osservare. Questo è il risultato più conforme all obbiettivo che ci si era posti fin dall inizio! Ma questa sperimentazione è appannaggio solo dei pochi che l hanno realizzata? Vi ho condotto attraverso questo racconto per immagini e pensieri sospesi perché penso che il senso e il risultato reale del processo compiuto si debba ancora esprimere e giocare. C è un problema di divulgazione. Si intende leggere il MANIFESTO CRESCERE TRA AUTONOMIA E REGOLE nelle assemblee di classe descrivendo brevemente il lavoro svolto. Del resto i lavori sperimentali fatti dalle classi sono stati presentati ai consigli di plesso e il materiale illustrativo è a disposizione di chi lo richieda. Questo stesso opuscolo ha lo scopo di informare ma sappiamo che questi metodi nella maggioranza dei casi non riescono a essere incisivi motori di consapevolezza. E interessante perciò, l impegno assunto dalla scuola ad esplicitare progettualmente obbiettivi e strategie di intervento sull educazione alla regole, nelle diverse classi. Su questa base le occasioni di conoscenza, confronto e collaborazione con le famiglie su questo tema possono rinnovarsi di anno in anno. Certo c è un problema di partecipazione. L interesse della scuola per la partecipazione dei genitori si trasmette anche nel sostenere e rendere chiare le regole dei ruoli e luoghi di rappresentanza. Il perfezionamento e la divulgazione delle regole dell Assemblea di classe per esempio. Ma quanti genitori intendono esserci e con che scopo? Partecipare a un assemblea, fare il rappresentante, sono DIRITTI prima che doveri! Intendo dire che dovremmo credere innanzitutto ai guadagni che, dal partecipare, ricaviamo per noi e per i nostri figli. Nella seconda fase del progetto crescere tra autonomia e regole la partecipazione dei genitori è stata esigua e mal distribuita rispetto alla dislocazione territoriale dell Istituto scolastico di Albino 19

20 La necessità di avere uno strumento che, come genitori, ci permettesse di far circolare e di reperire informazioni in modo più omogeneo mi ha convinto a sostenere la proposta del COMITATO GENITORI che si è costituito nel maggio scorso. Farlo funzionare sarà una sfida che se vinta darà sicuramente buoni frutti. C è il problema di una domanda aperta la partecipazione massiccia ai primi incontri, l insistenza nel cercare istruzioni la dice lunga sul disorientamento di fronte al compito di educare alla regola. Del resto anche in altri ambiti si esplicita una domanda: su questo tema, l Amministrazione comunale promuove un confronto tra rappresentanti delle Agenzie Educative del territorio e il Comitato dei Genitori delle Scuole Medie propone un corso di formazione. Mi pare interessante sottolineare che la Scuola Elementare cerca di condividere il tratto di strada percorso (partecipazione al T. Ag.E.) e di rinnovare le proposte (lavoro nei P.O.F.). Certo, come recita una canzone di Jovanotti:..bisogna inventarsi qualcosa! - Ma che?- - Amico non chiederlo a me. A ognuno tocca la sua parte di domande e di sorprendenti proposte. 20

21 I bambini di Laura, Chiara, Yassmine, Hamza, Veronica, Davide, Omar, Samantha, Luca, Filippo, Noemi, Nermine, Mirco, Francesca, Matteo, Leila, Daniel, Pristina, Sara, Alice, Noemi, Morgan, Odiasse, Lorenzo e Davide (di classe quinta) La regola è il rispetto delle cose e anche degli altri. La regola è come un seme se la rispetti diventerà robusta e porterà frutto, se non la rispetti morirà e non porterà niente. La regola si può paragonare a tante cose ma è una cosa sola e bisogna rispettarla. La regola è fondamentale perché senza regole ci sarebbe solo caos e quindi non si vivrebbe bene. La regola è importantissima perché senza di lei la gente sarebbe maleducata. La regola è importante, nei giochi, a casa, per strada, a scuola e in tutti gli altri posti. La regola è importante perché se rispettata fa andare tutti d accordo. La regola è un metodo di ordine che propongono le persone adulte (anche se a volte sono noiose) per il nostro bene. La regola è un metodo per crescere che insegna le cose giuste e quelle sbagliate. La parola regola può significare molte cose. La regola è una decisione prestabilita tra delle persone e serve per migliorare il gioco, la vita, la natura e il mondo, se viene infranta c è sempre una sanzione di grado pari alla regola infranta. La regola è una parola che ti aiuta ad essere più accettato dai compagni e per comportarsi bene in qualunque posto, le regole devono essere rispettate altrimenti si viene puniti. La regola è una formula da rispettare. La regola è l accordo che serve per giocare e divertirsi senza farsi male, è prestabilita e deve essere rispettata da tutti. La regola è ciò che ci aiuta a rispettare, maturare e imparare La regola non permette di fare caos e rumore. La regola per me è una cosa da rispettare se no, che regola è se non si rispetta? La regola è un segno d istruzione. La regola è una cosa che usiamo tutti per la nostra sicurezza. 21

22 i bambini di classe terza NOI BAMBINI ABBIAMO DECISO QUESTE SANZIONI SE UN BAMBINO ROMPE UN OGGETTO A UN COMPAGNO L OGGETTO ROTTO VA RESTITUITO UGUALE A QUELLO ROVINATO L OGGETTO VA RESTITUITO DOPPIO PER LA PRIMA VOLTA, TRIPLO PER LA SECONDA L OGGETTO NON VA PAGATO CON I SOLDI DEI GENITORI MA IL BAMBINO DEVE GUADAGNARE I SOLDI CHE GLI SERVONO FACENDO DEI LAVORI A CASA CHI HA R0TTO L OGGETTO DEVE CHIEDERE SCUSA CHI ROMPE GLI OGGETTI DEGLI ALTRI DEVE VERGOGNARSI: ROMPERE UNA COSA E BRUTTO E NON SI PUO FAR FINTA DI NIENTE QUELLO CHE HA FATTO IL DANNO DEVE PARLARE CON LE PERSONE ADULTE CHE SI OCCUPANO DI LUI UN OGGETTO VIENE PRESTATO SOLO A CHI PRESTA I SUOI NOI BAMBINI CI SIAMO CHIESTI: DOBBIAMO DIRLO ALLE MAESTRE, AI GENITORI E ALLA DIRETTRICE? SI: - PERCHE LORO HANNO PIU GIUDIZIO - PERCHE LORO SANNO PIU COSE SU DI NOI - PERCHE MAGARI HANNO GIA FATTO QUESTA ESPERIENZA SI MA: - GLI ADULTI DEVONO ASCOLTARE E AIUTARE I BAMBINI NON POSSONO RISOLVERE IL PROBLEMA AL LORO POSTO - IL PROBLEMA E DEI BAMBINI CHE LO DEVONO AFFRONTARE, NON E DELLA DIRETTRICE O DEGLI ALTRI ADULTI - NOI SAPPIAMO CHE, QUANDO SUCCEDE QUALCOSA A UNO DI NOI, DOBBIAMO AFFRONTARE TUTTI IL PROBLEMA, RIFLETTERCI E TROVARE UNA SOLUZIONE - GLI ADULTI DEVONO ESSERE INFORMATI MA NOI DOBBIAMO AFFRONTARE IL PROBLEMA - SIAMO NOI CHE SIAMO A SCUOLA INSIEME TUTTO IL GIORNO, E POI NOI ABBIAMO DELLE PROPOSTE DIVERSE DA QUELLE DEGLI ADULTI E SIAMO CAPACI DI SCEGLIERE LA LEGGE GIUSTA - NOI TROVIAMO UNA PUNIZIONE PIU GIUSTA PER NOI, GLI ADULTI TROVANO LA PUNIZIONE PIU GIUSTA PER LORO - POSSIAMO CHIARIRE NOI IL PROBLEMA ANCHE PERCHE COSI IMPARIAMO COSA FARE IN QUESTE SITUAZIONI 22

23 COSA POSSONO FARE GLI ADULTI? - RICHIAMARE - SGRIDARE - DARE CASTIGHI SCOLASTICI - DARE LE NOTE - CHIAMARE I GENITORI E INFORMARLI - CHIAMARE LA DIRETTRICE E INFORMARLA NOI CREDIAMO CHE PER NOI SERVANO DI PIU LE NOSTRE REGOLE. NOI CREDIAMO DI ESSERE CAPACI DI DECIDERE ALCUNE COSE CHE CI RIGUARDANO NOI CREDIAMO CHE POSSIAMO CHIARIRE NOI IL PROBLEMA ANCHE PERCHÈ COSI IMPARIAMO COSA FARE IN QUESTE SITUAZIONI DEFINIREMO IL PROSSIMO ANNO LE SANZIONI PER I SEGUENTI COMPORTAMENTI CHE CI DANNO PARTICOLARMENTE FASTIDIO MA SONO MOLTO FREQUENTI NEL NOSTRO GRUPPO SE UN BAMBINO FA MALE FISICAMENTE A UN COMPAGNO SE UN BAMBINO OFFENDE CON GESTI O CON PAROLE UN COMPAGNO SE CI SONO DEI PROBLEMI PER DECIDERE CON CHI E A CHE COSA GIOCARE 23

24 24

25 MATERIALE PRODOTTO 25

26 1 MANIFESTO CRESCERE TRA AUTONOMIA E REGOLE Ogni contesto abitato socialmente è regolato, non esistono contesti senza regole. La regola è: orientamento rispetto all'insieme di comportamenti, individuali e/o di gruppo, finalizzati al raggiungimento di obiettivi considerati importanti per la vita individuale (del soggetto) e collettiva, per un rapporto armonioso con se stessi, con le cose, con la natura e con gli altri. REGOLA ED AUTONOMIA La regola serve per educare ed essere autonomi La regola data dall adulto serve anche per imparare a darsi da sé delle regole per relazionarsi e stare bene con gli altri. Educare alle regole significa curare il processo che porta ad elaborare il proprio rapporto con la dimensione regolativa. REGOLA ED AUTOREVOLEZZA Educare alle regole comporta da parte dell adulto un atteggiamento di autorevolezza e di consapevolezza delle competenze necessarie per esprimerla. REGOLA: CONFLITTO E TRASGRESSIONE Il contesto regolativo implica riconoscere che in esso possono esserci disaccordo, disobbedienza e conflitto che a loro volta hanno delle regole. REGOLA E CONTESTI Contesti diversi comportano regole diverse, quindi esiste un intreccio tra universalità e specificità delle regole. La consapevolezza di questa diversità deve essere orientata alla ricerca di armonia tra contesto scolastico e familiare. REGOLA E LIMITI La regola serve anche a porre dei limiti e dei confini per aiutare a fare i conti con la realtà, a riconoscere l altro/a e quindi se stesso. La regola a sua volta ha dei limiti (fino a quando, a quali condizioni, per quali buoni motivi è giusto, vale la pena stare dentro il limite della regola). REGOLA ED EDUCAZIONE Si possono individuare rispetto alle regole modalità adattative, addestrative ed educative a secondo degli obiettivi. 26

27 REGOLA E VALORI Regola e valore non sono la stessa cosa: la prima sottintende sempre valori e culture di riferimento. La regola rimanda ai precetti su come ci si deve comportare (diritto), il valore rimanda alle indicazioni su come si deve essere (etica). REGOLA E NEGOZIAZIONE Considerare il campo della regola richiede di riconoscere la negoziazione come processo nobile nella costruzione di relazioni evolute capaci di affrontare i conflitti in modo costruttivo e creativo. Significa riconoscere che anche la negoziazione ha delle regole. REGOLA E REGOLE La regola a sua volta ha le proprie regole che ne governano il funzionamento a seconda della sua tipologia. Ci sono regole che obbligano devi fare così (prescrittive) e regole che vietano non puoi fare questo (proscrittive). Ci sono regole implicite ed esplicite, è compito dell educatore renderle il più esplicite possibile. REGOLA E SANZIONI Ogni regola per essere tale deve comportare una sanzione. È un errore mettere una regola e non accompagnarla da una sanzione. Parimenti è un errore mettere una sanzione e non essere in grado di applicarla. Anche le sanzioni hanno le loro regole. 27

28 REGOLAMENTO DI CIRCOLO ART. 16 BIS Assemblee di classe di classe per genitori e insegnanti Di norma si tengono due assemblee di classe ogni anno scolastico, di cui una all inizio dell anno. Le assemblee sono convocate dal Dirigente Scolastico in forma scritta con preavviso di almeno 5 giorni, con ordine del giorno e orario. Dell assemblea verrà redatto un verbale sintetico, preferibilmente a cura del genitore rappresentante, vistato dai docenti. Indicazioni sulle assemblee - L avviso della convocazione deve essere firmato dal genitore per presa visione. - Particolare cura andrà posta in caso di presenza di genitori che non conoscono la lingua italiana; in tal caso sarà preziosa la collaborazione tra genitori, per favorire la comunicazione e il passaggio di informazioni, anche attraverso la traduzione dei verbali. - Si segnalerà la possibilità per i genitori di riunirsi senza la presenza degli insegnanti. - Le assemblee non avranno solo carattere informativo, ma favoriranno il confronto su tematiche educative relative al gruppo classe tra genitori e tra genitori e docenti, anche per concordare linee educative condivise. - Nelle assemblee di inizio anno si illustreranno le indicazioni per il funzionamento della stessa. - In caso di scarsa partecipazione alle assemblee i docenti chiederanno la collaborazione dei rappresentanti per capire i motivi. 28

29 REGOLE E FORMAZIONE a cura di Piero Manfredi L impianto formativo è stato pensato a partire da una richiesta scolastica di continuare a proporre iniziative utili a promuovere e sostenere processi comunicativi fra scuola e famiglia. Il tema, delle regole, è originato dall idea diffusa che nell educazione odierna il tema sia alquanto sottovalutato e pertanto utile che scuola e famiglia se ne occupino insieme. A partire da questa premessa, oltre che dalle evidenze di un esperienza precedente, si è preferito strutturare un percorso tessuto su lavori di gruppo convinti di favorire, in questo modo, possibilità di riflessione più individuali, ma anche l emersione e l esplorazione delle culture circolanti nei contesti interessati, vale a dire scuola e famiglia, in merito al rapporto con la dimensione regolativa. Occuparsi di regolare il traffico degli scambi comunicativi fra genitori, fra insegnanti e poi congiuntamente s è costituita come formula capace di tenere aperta un esperienza di conoscenza per niente scontata. Il concetto di regola si è mostrato da subito in tutta la sua ambivalenza, articolazione e anche nella sua dimensione disorientante e dubbia. Dopo il primo incontro, i genitori hanno esplicitato il loro bisogno di avere a disposizione punti di vista, indicazioni, strutture concettuali da assumere, anche da criticare magari, ma dentro un idea di ordine e regolazione formativi molto lineari. Questo nonostante da subito si siano evidenziati due schieramenti: di chi sentiva bisogno di guida, di ordine e chi lamentava il rischio di imposizione; le domande più frequenti hanno riguardato il come far rispettare le regole, ma senza scadere nell autoritarismo; per un verso si riconosceva il bisogno di autorevolezza in grado di presidiare anche sanzioni, e dall altro si sono segnalate contrattazione e negoziazione come forme più democratiche nella gestione delle regole ed antidoto al conflitto, che si traduce in trasgressione delle stesse. Gli esempi riportati, oltre a sottolineare suddette ambivalenze, hanno continuato a mostrare come molti termini, relativi alla medesima mappa concettuale, venissero usati indistintamente come sinonimi, pur non essendolo: rispetto della regola e adesione a dei valori; sanzione e punizione; Regolare l articolazione dei contenuti, gli sforzi di comprensione dei genitori ed i loro tentativi di contenere le ambivalenze percepite come contraddizioni o incongruenze ha portato a tentare di mettere un po di ordine: - concettuale, attraverso la proposizione del kit delle regole (poi tradotto nel manifesto ) di cui si parla in un altra parte del testo; - relazionale e processuale, attraverso la comprensione di come l esperienza formativa stessa permettesse uno sviluppo relazionale piuttosto che un altro a partire da come lì si decideva di trattare le regole formative: accettare o meno di lavorare in gruppo, accettare ed eseguire o meno un esercitazione; accogliere o resistere alle 29

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