Revisione dei principali terremoti d'interesse per il territorio toscano
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1 Consiglio Nazionale delle Ricerche Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti Revisione dei principali terremoti d'interesse per il territorio toscano vol. 1: dall'anno 1000 al 1731 a cura di Castelli V., Stucchi M., Moroni A. e G. Monachesi rapporto interno Milano 1996
2 13 aprile Siena Questo terremoto è rappresentato nel catalogo PFG (Postpischl ed., 1985) con i seguenti parametri: Nr An Me Gi Ho Mi Area Epic. Io Lat Lon M SIENA La fonte del catalogo PFG è Baratta (1901) che riporta: "1558 [...] Circa le ore (9 1/2 ant.) del 13 aprile grandissimo terremoto a Firenze e in quasi tutta la Toscana. In Siena apportò vari danni al Duomo; molti abitarono all'aperto. L'acqua di Fontebranda «alzò tre volte più di due braccia»[...] danni anche in Val d'arno, nel Chianti ecc.". Le fonti di Baratta sono Lapini (XVI sec.) e due repertori sismologici (Soldani, 1798; Giovannozzi, 1895b) che citano rispettivamente il "libro di memorie" di un convento senese (Bocciardi, XVI sec.) e il "Diario Settimanni" (Settimanni, XVIII sec.). Baratta sottolinea che storici locali aretini e pistoiesi (Farulli, 1717; Fioravanti, 1758) non ricordano effetti del terremoto ad Arezzo e Pistoia e ipotizza che Bonito (1691) si riferisca in realtà a questo evento quando segnala dei terremoti in Toscana nel L'analisi dei repertori sismologici non individua altre fonti: Soldani e Giovannozzi sono i soli a citare dati originali. Gli altri repertori positivi (Pilla, 1846; Perrey, 1848; Dei, 1882; Mercalli, 1883; Cardinali, 1939; Coccia, 1982) si citano vicendevolmente tramandandosi la descrizione dell'evento elaborata da Soldani (1798). Quanto a Bonito (1691), la segnalazione di un evento in Toscana nel 1538 è tratta da Bardi (1581a) che riporta, sotto la data "1537": "in Thoscana il tremuoto fu tanto grande che rovinò molti luoghi". La fonte citata da Bardi (Surio, 1574) non riporta in realtà questa notizia ma un altro avvenimento toscano del 1537 (uccisione del duca di Firenze). La notizia potrebbe essere un'invenzione di Bardi o la duplicazione di un terremoto avvenuto in un altro anno, forse l'evento mugellano del 1542, piuttosto che il meno famoso evento del Le fonti principali individuate attraverso i repertori descrivono il terremoto del 1558 dal punto di vista senese e da quello fiorentino. La testimone senese è suor Girolama Bocciardi, camerlenga del monastero di Santa Maria degli Angeli o del Santuccio, autrice di un Libro di memorie sul periodo Il canonico Lapini, morto nell'ultimo decennio del XVI secolo, è Appendice 3* - 98
3 il testimone di parte fiorentina. Le Memorie compilate da Francesco Settimanni nella prima metà del XVIII secolo tramandano una seconda testimonianza fiorentina, probabilmente coeva ma di origine ignota, il cuielemento originale di questa testimonianza è l'orario, diverso da quello indicato dalla Bocciardi (Lapini non ne riporta uno). Secondo queste testimonianze il terremoto avvenne "adì 13 daprile 1558, a ore 15 dì" (Bocciardi, XVI sec.) o "a ore 14 e 1/2" (Settimanni, XVIII sec.), cioè tra le 9.30 e le EMT. A Siena "fece asaj danni di ruine e masime al duomo [...] e a noj [al monastero del Santuccio, NdC] fece quella apritura chedè sopra alaltare grande da san Iachomo e danni a' ciminaiuolj [...] e per parechie giornj si dormiva a la campagnia per paura" (Bocciardi, XVI sec.). A Firenze fu "assai ben grande" (Lapini, XVI sec.). Almeno una fonte afferma indirettamente che gli effetti maggiori si sarebbero registrati"per il Val d'arno di sopra e per il Chianti e per il contado di Siena; dove fe' rovinare castelli e casamenti d'importanza" (Lapini, XVI sec.). A proposito di quanto avvenuto fuori città suor Girolama dice solo che "pe' contadi di Siena e Fiorenza morj' asai persone e fasi asai procisioni". La vaghezza delle informazioni disponibili è probabilmente legata alla loro natura di voci raccolte in maniera non sistematica da privati cittadini. La ricerca di nuovi dati A partire dai risultati dell'analisi attraverso i repertori è stata progettata una ricerca finalizzata ad una migliore definizione dell'immagine di questo terremoto sia per quanto riguardava gli effetti a Siena, sia dal punto di vista della individuazione di notizie sugli effetti in un'area all'incirca compresa tra Firenze, Siena e i fiumi Arno ed Elsa. L'attenzione si è concentrata sugli archivi dello stato mediceo, organizzato su moderne linee burocratiche e caratterizzato dall'esistenza di magistrature specificamente preposte all'amministrazione delle comunità del territorio, i cui archivi sono potenziali collettori di informazioni sul territorio stesso. La situazione politico-istituzionale dell'epoca del terremoto condiziona però lo svolgimento della ricerca. Nel 1558 l'intero territorio preso in esame ricade sotto l'autorità del duca Cosimo I de' Medici ma è soggetto ad amministrazioni diverse. La parte già soggetta alla repubblica di Firenze fa capo alla magistratura dei Cinque Conservatori del contado e del dominio, con sede nella capitale. Per il Senese, entrato a far parte del dominio mediceo da meno di un anno, è in corso una riforma istituzionale e non esiste ancora un referente amministrativo delle comunità. I principali produttori di informazioni per il "polo senese" sono il governatore e le magistrature comunali (caratterizzati entrambi da un'ottica prevalentemente urbana). Presso l'archivio di Stato di Siena sono stati consultati gli archivi del Concistoro (consiglio cittadino), della Balìa (commissioni speciali, di breve durata, elette dal concistoro per il disbrigo di questioni specifiche), della Biccherna (ufficio Appendice 3* - 99
4 finanziario), l'archivio dell'opera del duomo di Siena e quelli di alcune compagnie religiose cittadine. Presso l'archivio di Stato di Firenze è stato consultato l'archivio dei Cinque Conservatori del contado e del dominio fiorentino (amministrazione delle comunità del contado fiorentino. Non sono stati consultati gli archivi più strettamente connessi alle attività del sovrano: il fondo Mediceo del principato (archivio personale del duca), quello della Pratica segreta (consiglio politico del granduca, competente in materia di spese straordinarie, controversie tra comuni e altre questioni rilevanti). Considerazioni sul rapporto costi/benefici hanno sconsigliato l'avvio di ricerche in archivi comunali del territorio senese e fiorentino in considerazione della scarsa autonomia gestionale delle comunità e della scarsità di fondi documentari consistenti. Le notizie rintracciate provengono da archivi senesi e riguardano il centro urbano, con particolare riferimento ai due edifici di maggior rilievo: il palazzo pubblico e il duomo. Il primo subì "alquanto danno [...] e in alcuna parte à bisogno di reparationi" (ASSi, 1558a; 1558b). Il secondo "minacciava rovina" sicché il duca Cosimo spedì a Siena un architetto, l'ammannati, "per considerare il bisogno, e la spesa della restaurazione" (ASSi, 1798). Si ha inoltre notizia della indizione di una processione e di preghiere collettive (ASSi, 1558a). L'esistenza di analoghe iniziative da parte della comunità ebraica senese è stata recentemente segnalata (Busi, comunicazione personale). Né a Siena né a Firenze è stata finora trovata traccia di richieste d'aiuto inoltrate da comunità o singoli a seguito del terremoto. Questo fa pensare che, qualora ve ne siano state, queste abbiano seguito vie diverse da quelle della ordinaria amministrazione: è ipotizzabile ad esempio, che qualche supplica sia stata rivolta direttamente al duca Cosimo e/o che questi sia intervenuto a titolo personale, come sembra nel caso del duomo di Siena. La ricerca di fonti narrative, svolta sistematicamente solo per Siena, ha avuto esito negativo. Si segnala che il terremoto del 1558 non è ricordato da Casotti (1714), storia del santuario di S. Maria Impruneta, tra le occasioni in cui l'immagine della Madonna dell'impruneta fu traslata a Firenze. Le traslazioni processionali avvenivano in momenti di speciale pericolo per la città (piogge, siccità, guerre, carestie, epidemie, terremoti). Questo potrebbe indicare, indirettamente, che il terremoto del 1558 non fu sentito come particolarmente minaccioso per Firenze (e per il suo territorio?). L'immagine del terremoto ricostruita dalla analisi attraverso i repertori non viene sensibilmente approfondita dai risultati della ricerca. Non è stato possibile verificare e ricostruire nei dettagli l'estensione dell'area interessata dai maggiori effetti del terremoto in studio. Le poche notizie raccolte non modificano sostanzialmente il quadro degli effetti a Siena. Appendice 3* - 100
5 E' possibile che le notizie di rovine di edifici in località del territorio fiorentino e senese (Lapini, XVI sec.) siano esagerate e che sia da prestare più fede a quanto affermato dalla Bocciardi (XVI sec.), secondo la quale il terremoto avrebbe causato paura - anzi addirittura morti per paura - e indotto ad una diffusa celebrazione di funzioni espiatorie. In questo caso si spiegherebbe perché la strategia adottata (ricerca di notizie di danno in documenti ufficiali ) non abbia dato frutti, e si potrebbe ipotizzare un sondaggio di altri tipi di fonti (storie locali, agiografie, archivi parrocchiali). Per quanto riguarda l'eventuale danneggiamento di località appartenenti alla caduta repubblica di Siena va ricordato che nel 1558 questo territorio versava in condizioni particolarmente precarie a seguito delle devastazioni (bombardamenti, saccheggi e altre operazioni militari) subite nel corso della guerra tra truppe imperiali e francesi, iniziata nel 1552, culminata nella conquista di Siena del 1555 e ancora in corso benché stancamente nel 1558 (Pepper e Adams, 1986). Simili condizioni potrebbero anche aver ostacolato la registrazione e conservazione di dati relativi a eventuali effetti del terremoto. L'approfondimento dell'analisi di questo evento non può prescindere da un sondaggio dell'archivio privato del duca di Firenze, finalizzato alla ricerca di suppliche indirizzate al duca in un periodo di mancanza di specifici organi intermedi quale quella in atto nel Senese durante il periodo d'interesse. Si propone di assegnare a Siena il grado VI-VII MCS in considerazione della descrizione di un terremoto "smisurato" che provocò panico e danni non ben precisati ma comunque diffusi e di natura presumibilmente non strutturale. A Firenze si assegna il grado V MCS in considerazione della descrizione di un terremoto "assai ben grande" o "grandissimo" in assenza di segnalazioni di danno Località citata Località riconosciuta I1 I2 SIENA SIENA 6 7 ALTA VAL D'ARNO D D CHIANTI D D CONTADO DI SIENA D D FIRENZE FIRENZE 5 5 Appendice 3* - 101
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