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1 agosto Toscana occidentale Questi terremoti sono rappresentati nel catalogo PFG (Postpischl ed., 1985) con i seguenti parametri: Nr An Me Gi Ho Mi Area Epic. Io Lat Lon M CASCINA SANSEPOLCRO SANSEPOLCRO La fonte del catalogo PFG è Baratta (1901) che riporta: "1414 [...] Il giorno 3 agosto, circa le 22h, si ebbe una scossa molto forte che atterrì le popolazioni di Pisa, Firenze e Lucca e d'altri luoghi della Toscana; fu sentita con intensità anche a Bologna. In Firenze se ne avvertirono altre sì di giorno che di notte, fra cui una nel dì, all'ora nona, ed una seconda al tramonto: furono questi due scuotimenti sì violenti che i cittadini uscirono dalle case temendone la rovina: caddero in tale occasione in tutto od in parte più di 200 camini insieme a qualche muro e tetto. Questi terremoti corrispondono probabilmente a quelli che il Farulli dice avvenuti nell'agosto a S. Sepolcro, ove fecero rovinare gran parte della città, causando duecento vittime, e nell'anno ad Arezzo, facendo diroccare molti edifici." Questa descrizione non sembra giustificare intensità e localizzazione epicentrale attribuite all'evento del 3 agosto dal catalogo PFG, né la localizzazione a Sansepolcro di due eventi di IX e VIII grado MCS a distanza di poche ore l'uno dall'altro, il agosto. Le fonti di Baratta sono due cronache coeve (Istorie di Firenze, XV; Buoninsegni, XV sec.), alcune storie posteriori (Ammirato, XVI; Ghirardacci, XVI; Farulli, 113; Farulli, 11) e un repertorio sismologico (Pilla, 1846) contenente la trascrizione di una "nota manoscritta" coeva, scoperta dal grande archivista Francesco Bonaini in un codice pisano di cui si sono perse le tracce. L'analisi dei repertori sismologici permette di reinserire nel quadro informativo dell'agosto 1414 una serie di notizie su risentimenti nella Toscana centromeridionale (Siena, Montingegnoli, Radicondoli e Belforte), attribuite da Baratta ad un fittizio evento dell'agosto 1413 e tratte da Tizio (XVI sec.). Guidi (1915) cita un'ulteriore fonte coeva, la cronaca lucchese del Sercambi. Giovannozzi (1895b) cita il diario fiorentino di Bartolomeo del Corazza (Corazza, XV sec.), edizione critica del testo noto a Baratta in una parziale edizione settecentesca, come Istorie di Firenze. Benché alcuni dei testi citati dai repertori non siano coevi e non forniscano espliciti riferimenti bibliografici, uno spoglio sistematico di cronachistica quattrocentesca ha permesso di ricostruirne la discendenza da testi coevi (Pietro di Mattiolo, XV per Ghirardacci, XVI; Montauri, XV e Fecini, XV per Tizio, XVI; Buoninsegni, XV per Ammirato, XVI sec.). Solo per le segnalazioni relative ad Appendice 3-58

2 Arezzo, Sansepolcro, Radicondoli e Belforte non è possibile risalire a fonti più antiche di Farulli (113; 11) e Soldani (198). Tutte le fonti quattrocentesche individuate possono essere considerate fonti principali per questo evento Il agosto a Firenze "fra la nona e 'l vespro", o più precisamente "circa hore 20" (verso le EMT), furono avvertite scosse a seguito delle quali "caddono in Firenze più di dugento camini, o tutti o parte, e alcuno muro e tetti, per modo feciono assai danno" (Corazza, XV sec.). Secondo il senese Paolo Montauri "caddero in Siena molti ciminaiuoli e ruinò el palazo di Montingegnoli", situato nelle Colline Metallifere, in vista dei castelli di Radicondoli e Belforte dove il terremoto "produsse gran male" (Soldani, 198). La nota manoscritta pisana trascritta da Pilla (1846) ricorda un terremoto "maximus" avvertito a Pisa, Lucca, Firenze e nei rispettivi contadi il 3 agosto 1414, alle 20 della sera ( EMT). Considerato che questo orario coincide con quello dell'evento del agosto e che le fonti principali disponibili per Firenze e Lucca non serbano precisa memoria di un evento del 3 agosto, si può ipotizzare che l'anonimo pisano abbia riassunto sotto un'unica data il ricordo di più eventi. Si propone di riportare tutte le informazioni disponibili sotto la data del agosto, poiché le fonti fiorentine attestano che quello del agosto fu il maggiore di una serie di eventi avvertiti nei primi giorni del mese "in Firenze, e di fuori". A livello di ipotesi di lavoro (da verificare) viene ricondotto a questa data anche l'avvertimento di una scossa a Bologna il 3 agosto, tra le 22 e le 23 italiane (circa le EMT ), segnalato dal diarista Pietro di Mattiolo (XV sec.) Si segnala per completezza l'ipotesi alternativa di una correlazione dei risentimenti datati 3 agosto (Pisa, Bologna, Lucca? Firenze?) con un evento sismico dalla localizzazione epicentrale ignota (Appennino nordoccidentale?) di cui potrebbe essersi persa la memoria diretta. Il quadro informativo fin qui delineato appare ragionevolmente affidabile e anche le poche informazioni non basate su testimonianze coeve risultano ben integrate con le conoscenze complessive. Non si può dire altrettanto per le seguenti segnalazioni di Farulli: "L'anno 1414 del mese di Agosto i terremoti buttavano a terra una gran parte della Terra [di Sansepolcro, NdC], che fu risarcita dall'istesso Carlo [Malatesta, NdC] e morirono 200 persone." "L'anno 1414 furono nella città di Arezzo alcuni tremoti che buttarono a terra molti edificii e perciò si fecero processioni per implorare l'aiuto divino. I tentativi di risalire alle fonti di queste notizie sono falliti. Bercordati (XVI sec.) e Goracci (1643), citati - genericamente, non in relazione alla notizia specifica - da Farulli (113) sono lacunosi per il Nessuno dei cronisti coevi finora identificati ricorda Arezzo e Sansepolcro tra le località interessate dall'evento. Appendice 3-59

3 Questo sembra significativo, specie da parte dei fiorentini, dato che Arezzo faceva parte dei domini di Firenze fin dal 1384: presumibilmente un terremoto che avesse gravemente colpito Arezzo non sarebbe sfuggito all'attenzione dei cronisti della città dominante. Nel complesso le segnalazioni in questione sono sospette. Non si può escludere che Farulli abbia attirato sulle località di suo interesse notizie desunte da testi storici standard per i suoi tempi, quali Ammirato (XVI sec.) - che cita in altre occasioni - o Buoninsegni (XV sec.). La ricerca di nuovi dati A partire dai risultati dell'analisi attraverso i repertori è stata progettata una ricerca mirante in primo luogo alla verifica degli aspetti meno affidabili del quadro informativo di partenza (riscontri su quanto avvenuto nell'agosto 1414 ad Arezzo, Sansepolcro e in Valtiberina). Per le altre località coinvolte nei terremoti del 1414 sono stati svolti sondaggi mirati su fondi archivistici di particolare rilievo o su bibliografia opportunamente scelta per la elevata potenzialità informativa. Scopo di queste indagini era la raccolta di informazioni utili a dettagliare il sintetico quadro di effetti reso disponibile dalla analisi attraverso i repertori. Gli archivi laici e di enti ecclesiastici contenenti documentazione di rilievo per l'anno 1414 ad Arezzo, Sansepolcro, Città di Castello e Perugia sono stati consultati con esito negativo. A Sansepolcro (dove l'archivio comunale è lacunoso per il 1414) i Libri dei testamenti e Libri dei morti della locale Fraternita di S. Bartolomeo (ASCSs, ; ) non attestano un aumento dei decessi nel periodo in cui Farulli afferma che i terremoti avrebbero causato 200 vittime (i Libri si riferiscono però ai soli membri della Fraternita). Le deliberazioni dei Priori aretini per l'agosto 1414 attestano un normale svolgimento delle attività amministrative nei giorni di sessione (ASAr, ; ). L'archivio della Fraternita di S. Maria della Misericordia detta dei Laici, non contiene indizi correlabili al terremoto (AFLAr, ). Questo non è menzionato da storici locali anteriori o contemporanei a Farulli (Burali, 1638; Bacci e Certini, XVII-XVIII secc.). Presso l'archivio di Stato di Siena sono stati consultati i fondi delle due principali magistrature locali, il Concistoro (o Signoria) e il Consiglio Generale. I verbali delle riunioni del Concistoro di agosto e settembre 1414 (ASSi, 1414a; 1414b) e i verbali del Consiglio generale dal 1413 al 1415 (ASSi, ) non contengono riferimenti a eventi sismici. E' da notare solo che le riunioni quotidiane del Concistoro furono sospese nei giorni 5, 8, 10, 14, 15 e 31 agosto Non sono state individuate fonti amministrative o narrative di potenziale interesse per la ricostruzione di quanto avvenuto a Radicondoli e Belforte, ambedue castelli della repubblica di Siena. Montingegnoli era un castello della contea dei Pannocchieschi d'elci, non soggetta alla repubblica di Siena. Dopo il XIII Appendice 3-60

4 secolo la storia di questo castello è mal conosciuta (Cammarosano e Passeri, 1985). La cronaca di Bindino da Travale (XV sec.), già conservata nell'archivio Pannocchieschi a Montingegnoli, e relativa al periodo , non fa riferimento al terremoto del Così pure il capitolo dedicato a Montingegnoli in Pecci (XVIII sec.). Per quanto riguarda Firenze, dove non sono state svolte ricerche sistematiche su fonti inedite, un'indagine bibliografica ha individuato diversi riferimenti ai terremoti avvenuti "in mense augusti [1414]" nelle deposizioni rese da testimoni durante i processi celebrati presso il tribunale dell'arte della Lana (Franceschi, 1990) e due segnalazioni dell'evento da parte dei memorialisti Cambi (XV sec.) e Rinuccini (XV sec.). Per quanto riguarda Lucca, l'analisi del regesto del carteggio di Guido Manfredi, cancelliere della Repubblica di Lucca (Manfredi, ) non contiene alcun accenno ai terremoti del 1414 o a loro effetti in Lucchesia. Le indicazioni finora raccolte portano a ritenere che, quand'anche nel 1414 l'area di Arezzo e Sansepolcro fosse stata interessata da terremoti, non sarebbe possibile considerarla come area epicentrale dell'evento del agosto 1414 unicamente sulla base di un autore tardo e non corroborato da testimonianze coeve come Farulli. Le notizie attualmente disponibili riguardano un evento che ha interessato con effetti di danno località distribuite in una vasta area della Toscana centrooccidentale ma non consentono una dettagliata ricostruzione del quadro degli effetti. Il maggior numero di informazioni riguarda le città più importanti di quest'area, Firenze e Siena cui si propone di assegnare il grado VII d'intensità MCS in considerazione della descrizione della caduta parziale o totale di "molti" camini a Siena (Montauri, XV sec.) e di "più di dugento camini" a Firenze (Corazza, XV sec.). Nell'area delle Colline Metallifere si propone di assegnare il grado VII-VIII MCS a Radicondoli e Belforte, in considerazione della generica descrizione di un terremoto che "produsse gran male" alle due località nel loro complesso e il grado VII MCS a Montingegnoli in considerazione della descrizione della rovina (termine ambiguo: crollo o danneggiamento diffuso?) di un solo edificio. Si propone di assegnare a Lucca e Pisa il grado VI MCS in considerazione della segnalazione del panico degli abitanti senza indicazioni su eventuali danni Località citata Località riconosciuta I1 I2 BELFORTE (SI) BELFORTE 8 RADICONDOLI (SI) FIRENZE RADICONDOLI FIRENZE 8 MONTINGEGNOLI (SI) MONTINGEGNOLI (SI)* SIENA SIENA LUCCA LUCCA 6 6 Appendice 3-61

5 PISA PISA 6 6 BOLOGNA BOLOGNA 3 3 Appendice 3-62

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