II CONVEGNO ITALIANO RAPACI DIURNI E NOTTURNI

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1 ASSOCIAZIONE FAUNISTI VENETI II CONVEGNO ITALIANO RAPACI DIURNI E NOTTURNI a cura di FRANCESCO MEZZAVILLA e FRANCESCO SCARTON Quaderni Faunistici - n. 3

2 L Associazione Faunisti Veneti ( fondata nel 1994 conta attualmente oltre 200 soci ed ha sede presso il Museo di Storia Naturale di Venezia. Gli obiettivi dell Associazione sono quelli di: 1) diffondere l interesse per la fauna selvatica a Vertebrati del Veneto, anche organizzando conferenze, visite guidate, mostre e corsi di aggiornamento; 2) coordinare le attività di ricerca dei singoli o dei gruppi organizzati; 3) promuovere iniziative di conservazione e gestione del patrimonio faunistico regionale; 4) cooperare con Enti ed Amministrazioni al fine di incrementare le conoscenze di base atte ad avviare una gestione scientificamente corretta del patrimonio faunistico. Tra le più significative attività organizzate dall As.Fa.Ve. si ricordano il I e II Convegno Nazionale Rapaci Diurni e Notturni (Treviso, 2000 e 2012), l Atlante degli Anfibi e Rettili del Veneto (2007), i Progetti Atlanti degli Uccelli nidificanti delle province di Venezia (2000), di Rovigo (2003) e di Treviso (2007), i censimenti degli uccelli acquatici svernanti nelle zone umide della provincia di Venezia (dal 1996), il X Convegno Italiano di Ornitologia (Caorle 1999), il I e II censimento delle garzaie nel Veneto (2002 e 2013). Francesco Mezzavilla (Treviso, 1951), laureato in Scienze Biologiche, da trentacinque anni opera in campo ambientale come faunista. Le attività di studio hanno riguardato soprattutto alcune indagini a lungo termine come la migrazione degli uccelli rapaci sopra le Prealpi Trevigiane, la biologia riproduttiva della civetta capogrosso, la migrazione post riproduttiva dei Passeriformi attraverso i valichi montani. Attualmente libero professionista, ha redatto circa un centinaio di pubblicazioni scientifiche. Si occupa di Piani di Gestione e Valutazioni di Incidenza. Da qualche anno coordina per il Veneto il Progetto MITO2000 e l Atlante degli Uccelli nidificanti e svernanti (Ornitho.it). Francesco Scarton (Venezia, 1962), laureato in Scienze Naturali, da trent anni è attivo nel campo delle indagini faunistiche, con particolare attenzione all avifauna delle zone umide. Libero professionista, consigliere dell Associazione Faunisti Veneti, ha al suo attivo circa 200 pubblicazioni scientifiche di interesse ecologico. Ha curato con F. Mezzavilla e M. Bon gli Atti del Primo Convegno Italiano Rapaci Diurni e Notturni. Il Convegno ha avuto il patrocinio dei seguenti Enti ed Istituti: Centro Italiano Studi Ornitologici, Museo di Storia Naturale di Venezia, Museo Zoologico G. Scarpa di Treviso, Società Trevigiana di Scienze Naturali, Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Treviso, Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Treviso. Comitato Scientifico G. Bogliani, M. Bon, A. Borgo, M. Brunelli, P. e L. Fasce, P. Galeotti, F. Mezzavilla, M. Pandolfi, E. Pascotto, P. Pedrini, F. Perco, M. Sarà, F. Scarton Comitato Organizzatore M. Bon, F. Mezzavilla, F. Scarton, A. Borgo, G. Zanata, E. Pascotto, A. Nardo, E. Stival Un particolare ringraziamento al Seminario Vescovile di Treviso per la disponibilità delle sale e a R. Trabucco (Museo di Storia Naturale di Venezia) per l editing dei testi. Copertina: foto di L. Sebastiani, progetto grafico di L. Mezzavilla. Citazione bibliografica raccomandata: Mezzavilla F., Scarton F. (a cura di), Atti Secondo Convegno Italiano Rapaci Diurni e Notturni. Treviso, ottobre Associazione Faunisti Veneti, Quaderni Faunistici n. 3: 312 pagg.

3 DATI SUL POPOLAMENTO DI RAPACI NELL APPENNINO CENTRO-SETTENTRIONALE Tommaso Campedelli, Guglielmo Londi, Simonetta Cutini, Guido Tellini Florenzano D.R.E.Am Italia, via Garibaldi 3, I Pratovecchio (AR), Keywords: raptor monitoring, migration, Falconiformes, Apennines I rapaci rivestono un notevole interesse nell ambito della gestione e conservazione della biodiversità: sono comunemente considerati buoni indicatori ecologici (Sergio et al. 2005, 2006), efficienti specie ombrello (Roberge & Angelstam 2004) e numerose sono le specie considerate di interesse perché rare e localizzate (BirdLife International, 2004). Sebbene negli ultimi anni siano stati attivati numerosi progetti di studio, anche a scala nazionale, che hanno contribuito a colmare molte lacune conoscitive sulla distribuzione delle specie, almeno di quelle di maggiore interesse (Mezzavilla et al. 2003, Allavena et al. 2006, Magrini et al. 2007), molte sono ancora le aree per le quali i dati a disposizione sono pochi e, molto spesso, difficilmente consultabili. In questo contributo vengono presentati i dati sulla presenza dei rapaci raccolti in 15 progetti di monitoraggio effettuati in altrettanti siti appenninici nell ambito di procedure di valutazione di piani e progetti di infrastrutture. I dati, raccolti in tutti i siti con la stessa metodologia, consentono il confronto tra queste zone che, seppur con le loro specificità ambientali, afferiscono comunque ad un sistema ambientale per molti versi omogeneo, quello appenninico, consentendo di evidenziare anche problematiche di gestione e conservazione a vasta scala. I siti in cui sono stati effettuati i monitoraggi sono distribuiti in Toscana (10), Emilia Romagna (3), Marche (1) e Umbria (1) e sono stati realizzati tra il 2007 e il 2011 (Fig. 1) con almeno una ripetizione a stagione per ogni sito (Tab. 1). La metodologia di censimento utilizzata è stata quella dell osservazione diretta da punti fissi vantaggiosi, con l ausilio di binocoli 10x e cannocchiali 60x. Le osservazioni sono state registrate direttamente su carte da campo su base CTR e ortofoto, annotando, contestualmente, la specie, il numero di individui, l attività (spostamento, caccia, termica, volo territoriale) e, dove possibile, l età e il sesso. Le osservazioni, effettuate in media per 10 giorni, sia durante la stagione primaverile sia durante quella autunnale, sono state condotte dalle ore 9 alle ore 17. Un individuo o gruppo di individui è stato registrato come contatto ad intervalli minimi di un ora oppure se osservato frequentare aree diverse. Di conseguenza, uno stesso individuo, o gruppo di individui, può essere stato registrato più volte nell arco della stessa giornata. In questo modo è stato possibile estrapolare una stima della frequentazione dell area da parte delle specie. I dati raccolti sono stati elaborati mediante una cluster analysis (metodo di 197

4 Figura 1 Localizzazione delle zone interessate dai monitoraggi e dettaglio della distribuzione esatta delle aree di studio. Localizations of the study areas and their spatial distribution. raggruppamento: beta flessibile con beta = 0,25; misura della distanza: relativo di Sørensen), per verificare eventuali somiglianze tra i siti in base alle specie e al numero di individui osservati; il numero ottimale di cluster è stato scelto utilizzando la tecnica delle specie indicatrici (Dufrêne & Legendre 1997), individuando, per ogni gruppo, le specie che più lo caratterizzano, scelte in base ai valori di frequenza e abbondanza relativa osservati all interno di ciascun raggruppamento. In Tabella 1 sono riportati i risultati dei censimenti; per ciascuna specie, sia nidificante che migratrice, è indicato il numero medio di contatti/giornata rilevati in ciascun sito; il dettaglio relativo al numero di individui per le specie esclusivamente migratrici è invece riportato, quando ritenuto significativo, nel testo seguente. Considerando tutti i siti monitorati, sono state osservate 20 specie di rapaci, di cui sette esclusivamente migratrici: Pandion haliaetus, Milvus milvus, Aquila pennata, Circus aeruginosus, Circus cyaneus, Falco naumanni e Falco vespertinus. Oltre a queste sono riportate anche altre specie di migratori non rapaci: Ciconia nigra (quattro individui il 20/09/08, sito 12 e due individui il 6/05/09, sito 7), Ciconia ciconia (un ind. il 31 agosto 2009, sito 1) e Anser anser (49 individui il 09/10/08, sito 7). In quasi tutti i siti monitorati, sebbene con delle differenze, è stato osservato un certo flusso migratorio, ma in nessuno di questi sono state osservate concentrazioni importanti; i dati raccolti confermano quanto già noto per l Appennino settentrionale, interessato da una migrazione a fronte ampio di rapaci che si distribuiscono attraversando tutta la dorsale (Premuda et al. 2006). La specie più comune è stata il falco di palude, più frequente durante la stagione autunnale (in media 1,2 individui /giorno) che durante quella primaverile (0,7 individui /giorno). Presso Castiglion dei Pepoli in una stagione sono stati osservati 48 individui in autunno. Degna di nota l osservazione di un grifone il 198

5 sito gruppo II II II I I III II II IV IV IV IV III IV I n. stagioni (primavera) n. giornate (primavera) Ciconia nigra 0,1 Pernis apivorus 2,2 0,9 6,2 0,7 1,0 0,5 1,1 1,9 0,6 0,5 0,5 0,7 0,2 0,8 0,4 Milvus migrans 0,1 0,6 0,1 0,1 0,2 Milvus milvus 0,1 Gyps fulvus 0,05 Circaetus gallicus 0,4 0,5 1,3 1,5 0,3 0,3 0,9 0,3 0,5 0,1 0,8 0,4 0,6 1,4 Circus aeruginosus 0,5 1,0 0,7 1,2 0,5 0,4 0,6 0,3 0,4 0,5 0,1 0,3 1,3 Circus cyaneus 0,1 Circus pygargus 0,1 0,1 0,2 0,1 0,1 1,0 0,3 0,1 0,1 0,1 Accipiter gentilis 0,4 0,1 0,1 0,1 0,2 0,1 0,6 0,1 0,4 0,3 Accipiter nisus 0,7 1,5 0,5 0,6 0,2 1,1 1,1 1,9 0,7 1,3 0,3 0,6 0,4 1,0 Buteo buteo 2,7 11,8 4,9 4,7 4,0 3,8 8,2 6,0 5,1 5,3 6,5 5,8 5,0 6,3 6,4 Aquila chrysaetos 0,3 0,1 0,1 0,1 0,2 0,1 0,5 0,1 0,4 0,1 0,2 0,6 Aquila pennata 0,1 Pandion haliaetus 0,1 0,1 Falco naumanni 0,1 Falco tinnunculus 0,6 0,8 1,8 3,7 2,3 1,2 1,8 1,0 1,8 1,7 3,1 1,8 0,9 4,8 8,6 Falco vespertinus 0,1 0,3 0,1 0,4 0,1 Falco subbuteo 0,2 0,3 0,3 0,5 0,3 1,2 0,5 0,1 0,5 0,3 0,4 0,7 0,6 0,3 Falco biarmicus 0,1 0,1 Falco peregrinus 0,3 0,1 0,6 0,4 0,1 0,3 0,2 0,6 0,3 n. stagioni (autunno) n. giornate (autunno) Ciconia nigra 0,1 Ciconia ciconia 0,1 Anser anser 0,2 Pernis apivorus 4,5 2,2 5,1 0,7 1,1 0,6 0,6 1,7 0,3 0,7 0,2 0,3 0,3 0,2 0,6 Milvus milvus 0,1 Circaetus gallicus 0,1 0,1 0,1 1,1 0,1 0,6 0,3 0,5 0,5 0,2 0,2 0,6 0,3 Circus aeruginosus 2,3 0,5 1,0 0,5 1,4 1,8 0,7 1,3 0,1 0,5 0,2 0,3 0,9 2,1 Circus cyaneus 0,1 Circus pygargus 0,1 0,1 0,2 0,1 0,1 Accipiter gentilis 0,9 0,2 0,1 0,1 0,1 0,3 0,3 0,2 0,2 Accipiter nisus 1,1 0,8 1,9 1,7 0,7 0,4 2,0 0,9 1,4 0,9 0,4 0,7 0,6 0,5 0,1 Buteo buteo 6,8 7,8 4,4 5,7 6,9 4,4 10,5 7,3 4,5 10,1 8,7 6,9 1,3 7,2 8,4 Aquila chrysaetos 0,2 0,9 0,2 0,1 0,3 0,2 0,1 0,5 0,3 0,4 0,2 0,8 Aquila pennata 0,1 Pandion haliaetus 0,1 0,1 0,2 0,1 0,1 Falco naumanni 0,1 0,1 Falco tinnunculus 0,8 1,3 2,3 6,8 3,0 1,2 2,1 1,2 1,1 4,9 4,5 4,0 0,1 7,8 7,3 Falco vespertinus 0,1 Falco subbuteo 0,7 0,5 0,5 0,2 0,2 2,5 0,5 0,1 0,4 0,3 1,0 0,6 Falco biarmicus 0,1 Falco peregrinus 0,2 0,2 0,3 0,5 0,3 0,3 0,3 0,1 0,1 0,1 0,6 0,2 0,3 199

6 Tabella 1 Risultati dei monitoraggi. Per ogni sito viene riportato il numero delle stagioni (primavera e autunno), coperte negli anni , il numero complessivo delle giornate realizzate e il gruppo in cui il sito è classificato con la cluster analysis. Per ogni specie viene riportato il numero medio di contatti al giorno. Monitoring results. For each site, it is reported the number of seasons (spring and autumn) and of days in which the observations were made and the group resulting from the cluster analysis are reported. For each species it is reported the average number of contacts/day. 2/05/2011 nel sito 4, e di un nibbio reale il 10/10/2008 nel sito 7 e il 12/05/2011 nel sito 11. Le osservazioni di nibbio bruno potrebbero essere ascritte non solo a individui in migrazione, sebbene non siano noti recenti casi certi di nidificazione in aree limitrofe ai siti monitorati. Tuttavia alcune osservazioni nei mesi di giugno e luglio 2009 presso il lago di Bilancino (comune di Barberino del Mugello, FI), permettono di ipotizzare, almeno per quell anno, la presenza di una coppia nidificante, alla quale potrebbero riferirsi almeno alcune delle osservazioni dei siti 1 e 2. Tra le specie nidificanti, ovvero quelle che utilizzavano le aree di studio come siti di nidificazione oppure come aree di caccia durante il periodo di nidificazione, sono di interesse per la conservazione falco pecchiaiolo, biancone, albanella minore, aquila reale, lanario e falco pellegrino. In particolare: il biancone è stato osservato con una frequenza maggiore nei siti 4 (nel 2011 anche in atteggiamenti territoriali) e 14; l albanella minore invece nel sito 6, con ripetute osservazioni tra la metà di aprile e tutto il mese di maggio Le osservazioni di lanario nel sito 3 (maggio e settembre 2009) e nel sito 4 (due osservazioni consecutive nel maggio 2011) si riferiscono probabilmente ad individui erratici appartenenti alla popolazione bolognese; l Appennino Emiliano costituisce infatti il limite settentrionale dell areale di nidificazione del lanario e la nidificazione di poche coppie sembra essere regolare solamente nella provincia di Bologna (Bonora et al. 2007). Considerando entrambe le stagioni, la presenza dell aquila reale è stata registrata in tutti i siti dell Appennino, tranne nel 13, in cui comunque è stata osservata durante alcuni rilievi non standardizzati. La specie è stata osservata, anche se con frequenze differenti, in aree caratterizzate da tipologie ambientali anche molto diverse tra loro (da spazi aperti ad aree forestali), a conferma di una notevole plasticità ecologica. Da segnalare l osservazione in 10 dei 15 siti dell astore, specie particolarmente elusiva e probabilmente relativamente diffusa, più di quanto ipotizzato. La cluster analysis (Fig. 2) ha evidenziato in maniera abbastanza chiara la presenza di quattro gruppi ben differenziati tra loro, per tre dei quali sono state individuate specie indicatrici coerenti con le caratteristiche ambientali delle zone. Il primo gruppo (I), composto da tre siti (4, 5 e 15), ha come specie indicatrici il gheppio, i siti sono infatti caratterizzati da estesi ambienti aperti, e il falco di palude. Anche il secondo gruppo (II), composto invece di cinque siti (1, 2, 3, 7 e 8), ha due specie indicatrici: lo sparviere e il falco pecchiaiolo, risultato coerente con l elevata boscosità che caratterizza tutte queste zone. Per quanto riguarda il falco pecchiaiolo, soprattutto nei siti 1 e 3, è stato osservato un certo flusso migratorio, comunque con contingenti inferiori alle 100 unità/stagione. Per il terzo gruppo 200

7 Figura 2 Risultati della cluster analysis. Cluster analysis results. (III), composto di due soli siti (6 e 14), è stata individuata invece una sola specie indicatrice, il lodolaio, che tuttavia bene descrive il paesaggio di queste due zone, caratterizzate da un alternanza di campi e spazi aperti e aree boscate. Per quanto riguarda l ultimo gruppo (IV), composto di cinque siti (9, 10, 11 e 12 e 13), tutti localizzati nella Valtiberina, non è stata individuata nessuna specie indicatrice anche se il gruppo appare comunque ben differenziato dagli altri. Ringraziamenti. Si ringraziano per aver partecipato alle osservazioni: D. Ardizzone, R. Balestrieri, M. Cento, C. Ciani, L. Mini, B. Perroud e M. Verdecchia. Summary. Data on populations of diurnal raptors in the central-north Apennines (central Italy). Birds of prey have long been considered, by virtue of their position in the food webs and their symbolic value, some of the most important species in conservation policies. Knowledge about their distribution and populations trend is greatly increased in recent years, although many areas remain little investigated. Quantitative data on the presence collected as part of monitoring and evaluation procedures for infrastructure projects, can help to fill some of these gaps. In this paper we present the results of 15 projects in as many sites in the Apennines, in Tuscany (10), Emilia-Romagna (3), Marche (1) and Umbria (1), monitored between 2007 and The monitoring protocol, similar in all sites, has provided 10 days of observation in spring as well as during the autumn, with about eight hours of observation per day, made from fixed points. Overall, 20 species were observed, including, in the breeding season, many of conservation concern: Honey Buzzard Pernis apivorus, Black Kite Milvus migrans, Short-toed Eagle Circaetus gallicus, Montagu s Harrier Circus pygargus, Golden Eagle Aquila chrysaetos, Lanner Falco biarmicus and Peregrine Falco peregrinus. The analysis of differences between sites, by means of cluster analysis, shows interesting patterns. 201

8 Bibliografia Allavena S., Andreotti A., Angelini J., Scotti M. (eds.), Status e conservazione del Nibbio reale (Milvus milvus) e del Nibbio bruno (Milvus migrans) in Italia e in Europa meridionale. Atti del Convegno di Serra San Quirico (Ancona), marzo 2006: 61. BirdLife International, Birds in Europe: population estimates, trends and conservation status. Cambridge, UK: BirdLife International (BirdLife Conservation Series No.12). Bonora M., Bagni L., Battaglia A., Ceccarelli P., Chiavetta M., Ferrari P., Ferri M., Martelli D., Ravasini M., Rigacci L., Schiassi S., L Aquila reale Aquila chrysaetos, il Lanario Falco biarmicus e il Pellegrino Falco peregrinus in Emilia Romagna. In: Magrini M., Perna P., Scotti M. (eds.), Aquila reale, Lanario e Pellegrino nell Italia peninsulare - Stato delle conoscenze e problemi di conservazione. Atti del Convegno di Serra San Quirico (Ancona), marzo Parco Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi: Dufrêne M., Legendre P., Species assemblages and indicator species: the need for a flexible asymmetrical approach. Ecological Monographs, 67: Magrini M., Perna P., Scotti M. (eds.), Aquila reale, Lanario e Pellegrino nell Italia peninsulare - Stato delle conoscenze e problemi di conservazione. Atti del Convegno di Serra San Quirico (Ancona), marzo Parco Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi. Mezzavilla F., Scarton F., Bon M. (eds), Atti 1 Convegno Italiano Rapaci diurni e notturni. Avocetta, 27 (1). Premuda G., Bonora M., Leoni G., Roscelli F., Note sulla migrazione dei rapaci attraverso l Appennino Settentrionale. Picus, 32 (62): Roberge J.M., Angelstam P., Usefulness of the Umbrella Species Concept as a Conservation Tool. Conservation Biology, 18 (1): Sergio F., Newton I., Marchesi L., Top predators and biodiversity. Nature, 436: Sergio F., Newton I., Marchesi L., Pedrini P., Ecologically justified charisma: preservation of top predators delivers biodiversity conservation. Journal of Applied Ecology, 43:

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