Economia Applicata. Lezione 12 Esternalità Prof. Giorgia Giovannetti Giorgia Giovannetti 1

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1 Economia Applicata Lezione 12 Esternalità Prof. Giorgia Giovannetti Giorgia Giovannetti 1

2 w1 martedi 28 Intro giovedi 2 Intro, elasticitá w2 martedi 7 Il concetto di mercato, esempi giovedi 9 richiami micro, curve dei costi w3 martedi 14 Domanda, equilibrio di mercato, statica comparata, curve dei costi giovedi 16 Curve dei costi, forme mercato: concorrenza, monopolio w4 martedi 21 ESERCIZI concorrenza, monopolio, curve dei costi, ricavi giovedi 23 forme di mercato: concorrenza imperfetta e economia del benessere w5 martedi 28 esercizi su forme di mercato giovedi 30 forme di mercato concorrenza imperfetta e oligopolio w6 martedi 4 Oligopolio, curva di domanda ad angolo, benessere giovedi 6 Benessere Introduzione teoria dei giochi, w7 martedi 11 Primo compito giovedi 13 Vacanza pasqua w8 martedi 18 Vacanza pasqua giovedi 20 Soluzioni compito w9 martedi 25 vacanza giovedi 27 giochi Bertrand, Cournot, Stackelberg w10 martedi 2 giochi ripetuti, nozioni giovedi 4 Investimenti w11 martedi 9 Investimenti pubblici e privati giovedi 11 investimenti e incertezza w12 martedi 16 investimenti analisi costi benefici giovedi 18 esercizi su investimenti w13 martedi 23 Q&A giovedi 25 Lezione su crisi w14 martedi 30 esempi acqua e terra giovedi 1 secondo compito w15 martedi 6 giovedi 8

3 Outline di oggi Riassunto lezione precedente Economia del benessere, esternalità e beni pubblici Introduzione Teoria dei giochi

4 Oligopolio: riassunto Forma di mercato in cui le imprese presenti sono poche (due) e grandi. Il prodotto può essere sia omogeneo che differenziato. Le barriere all entrata possono esserci o non esserci. Cosa vuol dire poche e grandi? Che la scelta della singola impresa è rilevante per il risultato complessivo del mercato. Di conseguenza, quando un impresa definisce la propria scelta deve mettere nel conto le possibili scelte delle altre (perché quel che fanno le altre influenza il proprio profitto). ESEMPIO: due sole imprese (duopolio) e prodotto omogeneo. La relazione tra prezzo e quantità prodotta (curva di domanda) è p = a - q = a - (q 1 + q 2 ) Il profitto della prima impresa è p 1 = pq 1 - C(q 1 ) ossia p 1 = [a - (q 1 + q 2 )]q 1 - C(q 1 ) e dipende sia dalla propria scelta (q 1 ) che dalla scelta dell altra (q 2 ).

5 Riassunto: Interazione strategica L impresa oligopolistica sa che i risultati della sua scelta dipendono dalle scelte delle altre imprese e che le altre imprese si trovano nella stessa situazione. Questo fenomeno viene chiamato interazione strategica ed è ciò che distingue l oligopolio da tutte le altre forme di mercato (sia in monopolio che in concorrenza il profitto dell impresa dipende solo dalla sua scelta). L interazione strategica rende il processo decisionale dell impresa molto più complicato. Sono possibili tre strategie generali: (1) Cercare di mettersi d accordo con le altre imprese; (2) Rinunciare all accordo e cercare di prevedere le mosse delle altre imprese; (3) Rinunciare all accordo e cercare di escludere le altre dal mercato (o di non farcele entrare).

6 Caratteristica principale dell oligopolio Poiché ci sono pochi venditori, le azioni di un venditore nel mercato hanno un forte effetto sui profitti degli altri venditori In oligopolio, c è contraddizione tra la convenienza alla cooperazione tra imprese e l interesse individuale di queste ultime Gli oligopolisti nel loro complesso traggono vantaggio dalla cooperazione : tramite un accordo di cartello potrebbero produrre una quantità bassa e venderla a un prezzo elevato (superiore al costo marginale), facendo profitti simili a quelli di un monopolio. Però il singolo oligopolista ha un forte incentivo a non rispettare l accordo, cercando di vendere più di quanto stabilito.

7 Un esempio di accordo L accordo tra le imprese oligopolistiche ha l obiettivo di ottenere il massimo profitto per il gruppo, da distribuire poi tra le singole imprese partecipanti all accordo stesso. ESEMPIO. Consideriamo il duopolio. La curva di domanda è p = a - q; le due imprese hanno identici costi totali Ct 1 = c q 1 e Ct 2 = c q 2 (Cm costanti e niente costi fissi). Se ci fosse una sola impresa (monopolio), sceglierebbe la quantità che dà il massimo profitto uguagliando Rm = a - 2q al Cm = c, da cui si ricava q m = (a - c)/2; sostituendo nella curva di domanda si ottiene p m = (a + c)/2; sostituendo nella definizione di profitto si ottiene p m = (a - c) 2 /4. Perciò l accordo tra le due imprese deve prevedere che ciascuna produca q m /2 = (a - c)/4 in modo che il prezzo sia p m e che a ciascuna delle due imprese tocchi un profitto pari a p m /2. Le due imprese, accordandosi, danno vita a un monopolio di fatto.

8 Riassunto: tipi di accordo In che modo può essere realizzato l accordo tra le imprese? Esistono diverse possibilità: (1) Fusione. Le due imprese si uniscono dando vita a un unica società. L impresa risultante (con due stabilimenti) ha il monopolio nel mercato; (2) Intesa. Le due imprese sottoscrivono un contratto vincolante per entrambe che le impegna a rispettare l accordo. Queste due soluzioni spesso non sono praticabili perché proibite dalla legislazione e sanzionate dall Antitrust. Esiste però una terza soluzione. (3) Collusione. Le due imprese si coordinano con un accordo non formalizzato e non vincolante. Mancando un contratto vincolante, la collusione si regge sull interesse delle imprese a rispettare l accordo.

9 Incentivi a deviare dagli accordi tuttavia, ogni singola impresa è sempre tentata di tradire l accordo e, ad esempio, cerca di ridurre il prezzo per conquistare quote maggiori di mercato. In questo caso, però, l impresa deve considerare il rischio che la rottura dell accordo generi una guerra di prezzo

10 Ancora sui meccanismi dell Oligopolio 1. Le imprese possono voler eliminare l interdipendenza strategica e quindi sono tentate di colludere con le altre imprese: in questo caso le imprese massimizzano il profitto collettivo 2: Ogni singolo oligopolista è tentato di competere con le imprese rivali per togliere loro quote di mercato. Queste due alternative non sono compatibili e in generale se si verifica una non si verifica l altra.

11 Oligopolio Quando imprese oligopolistiche colludono possono accordarsi su differenti variabili: il prezzo, le quote di mercato, la pubblicità. Dal punto di vista delle imprese la collusione è vantaggiosa perché mantiene elevati i profitti e riduce il rischio che la concorrenza li riduca per tutti. Un accordo formale di collusione è detto cartello (definizione). Se in un industria si forma un cartello è come se le imprese massimizzassero congiuntamente il loro profitto

12 Definizioni: Collusione e cartelli COLLUSIONE accordo implicito o esplicito tra le imprese per evitare o limitare la concorrenza reciproca CARTELLO accordo formale tra le imprese finalizzato a evitare o limitare la concorrenza esempio: OPEC

13 Fattori che favoriscono la collusione Ci sono poche imprese I costi e le tecniche di produzione nell industria sono note Le imprese hanno costi e tecniche di produzione simili Le imprese producono beni simili C è un impresa dominante Ci sono barriere all entrata Il mercato è stabile Non ci sono leggi contrarie alla collusione

14 Riassumendo: che cosa succede se poche imprese dominano il mercato? Si ha oligopolio quando poche imprese offrono un prodotto Vi sono diversi tipi di oligopolio e diversi comportamenti delle imprese oligopoliste Le imprese possono offrire un prodotto omogeneo oppure differenziato Le imprese possono colludere oppure competere

15 Primi cenni alla teoria dei giochi Le imprese oligopolistiche adottano un comportamento strategico: agiscono in base alle mosse compiute dagli avversari per rubare quote di mercato. Per questo, spesso, in mancanza di accordi per cooperare, producono esiti negativi per tutte (riduzione dei margini di profitto). La teoria dei giochi ha studiato il comportamento strategico tipico di queste imprese. Esempio di gioco non cooperativo è il dilemma del prigioniero. Supponiamo che Bonnie e Clyde siano arrestati. Al momento dell arresto hanno addosso armi illegali per il cui porto la condanna è 1 anno. Vengono interrogati in stanze diverse contemporaneamente. Il magistrato propone a ciascuno un patto: se confessa e denuncia il complice, gli verrà condonato il reato di porto d armi e verrà liberato. Al complice verranno dati 20 anni. Se entrambi confessano, la condanna è 8 anni (parziale condono per avere confessato).

16 Questa è la matrice delle vincite (payoffs): La strategia consistente nel confessare è detta strategia dominante. A entrambi conviene non conoscendo la scelta dell altro. Se potessero comunicare potrebbero cooperare e scegliere la strategia dell omertà.

17 Per questo spesso le imprese oligopolistiche stabiliscono accordi espliciti o segreti (detti di cartello o trust ), per cooperare e mantenere così alti i profitti. Esempi: 1. OPEC 2. Società assicuratrici Gli stati moderni hanno adottato politiche anti-trust per proibire questi accordi.

18 Il dilemma del prigioniero I numeri rappresentano anni di carcere

19 Il dilemma del prigioniero Giocatore 1 C N Giocatore 2 C N I numeri rappresentano anni di carcere

20 Perché questo gioco è paragonato da Cabral al Dilemma del prigioniero? Giocatore 2 Giocatore 1 T B L R

21 Dilemma del prigioniero e fissazione dei prezzi (profitti) impresa A prezzo alto prezzo basso impresa B prezzo alto 500 ; ; 700 prezzo basso 700; ; 300 fonte: A. Schotter Microeconomia, Giappichelli, Torino

22 La teoria dei giochi Sarebbe stato possibile colludere per ottenere il payoff (500,500). Ma per entrambe le imprese ci sarebbe stato l incentivo a tradire l accordo per ottenere un payoff superiore

23 Fissazione dei prezzi, qual è la differenza rispetto alla diapositiva precedente? (i numeri sono profitti) impresa A prezzo alto prezzo basso impresa B prezzo alto 900 ; ; 500 prezzo basso 500; ; 750 fonte: A. Schotter Microeconomia, Giappichelli, Torino

24 La teoria dei giochi Studia con approccio formale l interazione strategica tra due o più soggetti

25 L oligopolio e i consumatori SVANTAGGI Prezzi elevati Può esservi un non pieno sfruttamento delle economie di scala Maggiore ricorso alla pubblicità VANTAGGI L extraprofitto può essere usato per investire in ricerca e sviluppo La concorrenza non di prezzo attraverso la differenziazione di prodotto consente una maggiore scelta per i consumatori

26 Ultimo argomento per il compito Benessere, beni pubblici esternalità

27 Economia del benessere Sappiamo che l economia si occupa di problemi di scelta e di problemi di coordinamento. Ci sono vari meccanismi di coordinamento; il principale è il mercato. I risultati delle scelte dei soggetti e dei meccanismi di coordinamento vengono chiamati allocazioni. L economia del benessere è quel ramo della scienza economica che studia come valutare le allocazioni. Il singolo consumatore valuta le allocazioni dal punto di vista della sua utilità. La singola impresa le valuta dal punto di vista del suo profitto. Esiste un punto di vista generale (sociale) per valutare le allocazioni. Ci sono dei criteri che ci consentano di dire se l allocazione A è superiore all allocazione B, oppure se è vero il contrario.

28 Definizione: Efficienza La parola efficienza ha vari significati: EFFICIENZA PRODUTTIVA. Si ha quando non è possibile aumentare la quantità prodotta se non aumentando l impiego di un input. Nel caso che ci sia un solo input variabile e che la funzione di produzione sia f(x), c è efficienza (produttiva) quando y = f(x), mentre c è inefficienza quando y < f(x). EFFICIENZA ECONOMICA (O TECNICA). Si ha quando non è possibile aumentare la quantità prodotta se non aumentando il costo. EFFICIENZA ALLOCATIVA. Si ha quando non è possibile aumentare la produzione di un bene senza ridurre quella di un altro bene. È realizzata quando il paniere di beni prodotto si trova sulla frontiera delle possibilità produttive (sulla curva di trasformazione). Se si trova sotto, c è inefficienza (allocativa).

29 Il criterio di Pareto Le varie nozioni di efficienza che abbiamo visto forniscono dei criteri parziali per ordinare le allocazioni: in particolare, ogni allocazione inefficiente è dominata dalla corrispondente allocazione efficiente, che le è preferibile. Possiamo allora limitare il problema dell ordinamento delle allocazioni alle sole allocazioni efficienti. Un passo avanti può essere fatto utilizzando il cosiddetto criterio di Pareto. Esso afferma quanto segue: Un allocazione A è superiore a un altra allocazione B, se almeno un soggetto preferisce A a B e nessuno preferisce B ad A (e viceversa). Se qualcuno preferisce A a B e qualcun altro preferisce B ad A, le due allocazioni sono inconfrontabili. Il criterio non consente di ordinare tutte le allocazioni.

30 Allocazioni ottime Secondo il criterio di Pareto una allocazione è ottima quando non ci sono allocazioni superiori. DEFINIZIONE EQUIVALENTE: un allocazione è ottima quando non è possibile far stare meglio un soggetto senza far stare peggio almeno un altro soggetto. Il soggetto stesso decide se sta meglio o peggio. Il criterio fa riferimento alle sue preferenze. Perciò, per giustificare un cambiamento col criterio di Pareto occorre l unanimità. Basta il veto anche di un solo soggetto perché il cambiamento non sia giustificato. Ovvero, il criterio favorisce lo status quo. Esistono infinite allocazioni ottime

31 Parola chiave: Surplus del consumatore Consideriamo una curva di domanda (individuale). Definiamo prezzo di riserva, e lo indichiamo con p d, il prezzo massimo che il consumatore è disposto a pagare per acquistare una determinata quantità. Per esempio, per acquistare la prima unità del bene il prezzo di riserva è appena inferiore a p m ; per acquistare la quantità q a il prezzo di riserva è p a. Se il prezzo di mercato è p a, il consumatore paga tutte le unità acquistate, tranne l ultima, meno del loro prezzo di riserva (perciò ci guadagna). p Definiamo surplus del consumatore p m (Sc) la somma di tutti questi guadagni. Per ogni singola unità venduta è p a A data dalla differenza p d - p a. Può essere calcolato come l area: Sc = (p m - p a )q a /2. D(p) 0 y Surplus del consumatore q a

32 Parola chiave: Surplus del produttore Consideriamo una curva di offerta (individuale). Definiamo prezzo di riserva dell impresa, e lo indichiamo con p s, il prezzo minimo che essa è disposta ad accettare per vendere una determinata quantità. Di fatto il prezzo di riserva coincide col costo marginale; per vendere la quantità y* il prezzo di riserva è p*, ma per venderne di meno è inferiore (p s = Cm). Se il prezzo di mercato è p*, l impresa incassa su tutte le unità vendute, tranne l ultima, più del loro prezzo di riserva (perciò ci guadagna). p Definiamo surplus del produttore Surplus S(p) (Sp) la somma di tutti questi guadagni. Per ogni singola unità venduta è A del produttore data dalla differenza p* - Cm. p* Può essere calcolato come l area : Sp = p*q*/2. 0 q* y

33 Il mercato concorrenziale e i due surplus I due concetti di surplus valgono anche a livello di domanda e offerta di mercato. I due surplus sono sempre visualizzati dalle aree sotto la curva di domanda (quello dei consumatori) e sopra la curva di offerta (quello dei produttori). È facile verificare che il mercato concorrenziale, in equilibrio parziale, ha l effetto di rendere massima la somma dei due surplus. Questo significa allora che l allocazione realizzata dall equilibrio parziale concorrenziale è ottimale? Per rispondere dobbiamo prima vedere come può essere identificata un allocazione ottimale in un singolo mercato. p p* 0 E y* S(p) D(p) y

34 Parola chiave: Prezzo ombra Beneficio marginale sociale (Bms): è l ammontare di risorse che la società è disposta a spendere per disporre di una unità in più del bene q. Costo marginale sociale (Cms): è l ammontare di risorse che la società deve spendere se vuole disporre di una unità in più del bene q. Se si ha Bms > Cms, alla società conviene che la produzione del bene q venga accresciuta. Se invece si ha Bms < Cms, alla società conviene che la produzione del bene y venga ridotta. La quantità prodotta del bene q è perciò ottimale quando si ha Bms = Cms Prezzo ombra del bene y è il prezzo che, se venisse realizzato dal mercato, garantirebbe la produzione della quantità ottimale del bene q. È il comune valore di Bms = Cms.

35 Equilibrio del mercato e allocazioni ottimali Il bene q è prodotto in un mercato perfettamente concorrenziale. Quanto costa alla società produrne una unità in più? Ovvero qual è il suo Cms? Risposta: quel che costa alle imprese che lo producono, ossia Cm. Dunque, in concorrenza si ha Cms = Cm. Perciò il grafico di Cms coincide con quello della curva di offerta. Quanto è disposta a pagare la società per una unità in più del bene q? Risposta: il prezzo(misurato sulla curva di domanda). p p* 0 Costo marginale sociale E q* S = Cms Beneficio marginale Sociale D = Bms q Perciò il grafico di Bms coincide con la curva di domanda. Perciò il prezzo di equilibrio coincide col prezzo ombra e l allocazione realizzata dal mercato (concorrenziale) è ottimale.

36 Parola chiave: Fallimento del mercato Con l espressione fallimento del mercato (market failure) si intende una situazione in cui l allocazione realizzata dal mercato non è Pareto-ottimale PRINCIPALI CASI DI FALLIMENTO DEL MERCATO: 1. Concorrenza imperfetta. 2. Esternalità. 3. Beni pubblici. 4. Tasse e sussidi.

37 Fallimenti del mercato e intervento pubblico I principali obiettivi dell intervento pubblico sono (dovrebbero essere) efficienza sociale ed equità I casi in cui il mercato non conduce all efficienza sociale: i cosiddetti fallimenti del mercato (esternalità, beni pubblici e monopolio) Quindi obiettivo: Massimizzazione del benessere sociale o efficienza sociale

38 Efficienza sociale Per massimizzare il benessere sociale è necessario considerare i costi e i benefici marginali sociali della produzione/consumo di un dato bene Se BMG S >CMG S è necessario produrre/consumare una quantità maggiore Se BMG S <CMG S è necessario produrre/consumare una quantità inferiore ùse BMG S =CMG S è necessario mantenere la produzione/consumo al livello corrente

39 Summary: I fallimenti del mercato 1. Monopolio 2. Esternalità 3. Beni pubblici 1. Informazione imperfetta

40 Summary: Monopolio e fallimento del mercato Per ipotesi non vi sono esternalità p=bm=bm S e CM S =CM p CM=CM S p m p c p=rme=bm S In situazioni di monopolio vi è sottoproduzione rispetto all ottimo sociale (rappresentato dalla concorrenza perfetta) q m RM q c q

41 Summary: Surplus del consumatore e del produttore Surplus del consumatore è dato dalla differenza tra il prezzo massimo che sarebbero stati disposti a pagare i consumatori per acquistare il bene (prezzo di riserva) e quanto spendono effettivamente Surplus del produttore è pari al profitto

42 Perdita secca di benessere in monopolio Benessere in concorrenza perfetta Surplus del consumatore Surplus del produttore Benessere in monopolio Surplus del consumatore Surplus del produttore p e p m p c g Perdita secca b CMG=CMG S d a c RMG q m q c p=rme=bmg S q

43 Summary: La perdita netta del monopolio Perdita secca del monopolio

44 p a p m Monopolio e Pareto-ottimalità Una seconda strada per confrontare monopolio e concorrenza è quella di valutare il monopolio col criterio di Pareto. Supponiamo, per semplicità, che non ci siano costi fissi (k = 0) e che il costo marginale sia costante (Cm = c). Si vede subito che l allocazione non è ottimale, perché nel punto scelto dal monopolista (M) si ha Bms > Cms. Il punto ottimale è C (quello che si avrebbe in concorrenza); ma è un punto che il monopolista non sceglierebbe mai spontaneamente, perché non farebbe profitti. M p c C Cm = Cms 0 q m Rm q c D = Bms q

45 Fallimento del mercato L allocazione del monopolio (il punto M) è un tipico esempio di fallimento del mercato (non dal punto di vista dell impresa, che ottiene il massimo profitto, ma da quello della società ). Misuriamo il benessere sociale come la somma del surplus dei consumatori (l area del triangolo amp m ) e del profitto dell impresa (il rettangolo MQp c p m ). p Rispetto all allocazione C (quella Pareto ottimale) si registra a p m p c 0 q m M Q Rm C q c Cm = Cms D = Bms q una perdita sociale, misurata dal triangolo CMY. L impresa potrebbe accettare di produrre q c in cambio di un indennizzo versato dai consumatori pari al mancato profitto. I consumatori ci guadagnerebbero (una cifra pari alla perdita sociale), ma un accordo del genere è vanificato dal fenomeno del free-riding.

46 Due rimedi (e i loro inconvenienti) Per contrastare il fallimento del mercato, ci sono due soluzioni principali: (1) Monopolio pubblico, cui viene imposto l obiettivo di massimizzare il benessere sociale (e quindi il surplus dei consumatori) invece di massimizzare il profitto. (2) Regolamentazione. Per esempio, in cambio della licenza a produrre il bene si impone all impresa il prezzo p c (prezzo amministrato). Entrambe le soluzioni presentano numerosi inconvenienti. Ne segnaliamo due: (i) se vi sono costi medi decrescenti sia il monopolio pubblico che l impresa regolamentata lavorerebbero in perdita e andrebbero sussidiate; (ii) nelle imprese sussidiate (pubbliche o private) si indeboliscono fortemente gli incentivi a tenere comportamenti efficienti.

47 Esternalità Le esternalità si realizzano invece ogniqualvolta un soggetto compie un azione che ha effetti (positivi o negativi) su un altro soggetto senza che quest ultimo paghi per tale effetto (se positivo) o riceva un indennizzo (se negativo). Il problema principale si pone nei confronti delle esternalità negative. Se queste hanno una estensione limitata spesso vengono risolte mediante interazioni dirette tra le parti interessate (soluzioni private) ma una tale soluzione non è praticabile quando le conseguenze di un comportamento privato si fanno sentire sull intera collettività.

48 Esternalità Il mercato non conduce a un allocazione efficiente se le azioni di produzione e consumo influenzano il benessere di altri individui senza che il mercato possa tenerne conto In tal caso il costo (beneficio) marginale sociale non coincide con il costo (beneficio) marginale privato Si possono avere Esternalità positive o negative Esternalità di produzione o di consumo

49 Esternalità

50 Definizione: esternalità si genera una esternalità se il profitto di un produttore o l'utilità di un consumatore sono direttamente influenzati dalla decisione di produzione o di consumo di un altro soggetto e tale effetto non è valutato o compensato.

51 OTTO TIPOLOGIE DI ESTERNALITÀ Produttore Consumatore Consumatore Produttore esternalità positive esternalità negative

52 ALCUNI ESEMPI DI ESTERNALITÀ POSITIVE P/P: investimenti in R&S (specialmente la ricerca di base) P/P: formazione professionale sul lavoro C/C: il giardino del vicino allieta la mia vista C/C: navigo il web con il router del mio vicino C/P: lettura+informazione università C/P: istruzione universitaria imprese P/C: formazione professionale sul lavoro

53 ALCUNI ESEMPI DI ESTERNALITÀ NEGATIVE P/C: impresa inquina area residenziale P/P: impresa industriale inquina attività agricola C/P: traffico privato rallenta trasporto imprese P/C: traffico TIR rallenta trasporto privato C/C: fumatore inquina l aria di un centro commerciale; il nonno guarda X-Factor e disturba (o allieta) lo studio del Carlton-Perloff

54 Vediamo perché la presenza di una esternalità è causa di fallimento del mercato ESTERNALITÀ NEGATIVA PRODUTTORE/PRODUTTORE L impresa chimica Anthrax (A) inquina l impresa agricola BioGreen (B), che subisce l'inquinamento C B = C B (Q B, Q A ) con C B / Q A > 0 ove: Q A, Q B : produzione di A e B C B : funzione di costo di B

55 p p A L impresa A, che inquina, opera in un mercato perfettamente Concorrenziale il prezzo di mercato del bene che produce è un dato A produce la quantità che realizza l eguaglianza tra costo marginale e prezzo, quindi sceglie Q A Cm A Q A non è la produzione P-efficiente, perché A non ha tenuto conto dell effetto esterno su B CMAE Q A 0 Q CMAE Costo marg. dell esternalità (subito da B) Area sotto il CMAE (fino a Q A ): costo tot. dell inquinamento

56 Regola generale di efficienza: Una allocazione è P-efficiente se il costo marginale Cm che la società affronta per produrre una unità in più di un bene è uguale al beneficio marginale Bm che la società ottiene Se un bene non produce effetti esterni, i Cm e Bm da considerare sono solo quelli dei soggetti direttamente coinvolti nella transazione Se un bene produce effetti esterni negativi, il Bm sociale è dato dal prezzo P, mentre il Cm sociale (cioè totale) è dato dalla somma del Cm interno, sostenuto dal produttore, e dal Cm esterno (CMAE) subito dal soggetto inquinato È efficiente la quantità per cui: Bm sociale = P = Cm sociale = Cm interno + CMAE

57 Impresa A che inquina p Cm A + CMAE = costo marg. sociale G Cm A p A K B Q* è la produzione P- E. C F E CMAE In questo punto, il prezzo è uguale alla somma del Cm interno (CQ*) e del Cm esterno CMAE (FQ*=CK) 0 Q* Q A Q Il mercato genera una sovraproduzione del bene A La soluzione P-E non prevede un livello di inquinamento nullo, ma un grado di inquinamento ottimale

58 p Cm A p A Beneficio totale della quantità Q*-Q A : KBQ A Q* Costo sociale totale della quantità Q*-Q A : KGQ A Q* Costo totale beneficio totale = G KGB = perdita di benessere sociale provocata dalla ester. K B C F E CMAE 0 Q* Q A Q Ogni unità di prodotto oltre Q* ha un Cm sociale superiore al Bm sociale (prezzo)

59 Costi, benefici Esternalità negative di produzione CMG S >CMG Il prezzo pagato dai consumatori riflette il beneficio marginale Il mercato è perfettamente concorrenziale Non vi sono esternalità di consumo BMG S =BMG CMG S CMG p=bmg=bmg S Vi è sovrapproduzione rispetto all ottimo sociale q 2 q 1 q

60 Costi, benefici Esternalità negative di consumo BMG S <BMG Il prezzo pagato dai consumatori riflette il costo dell uso del bene Il mercato è perfettamente concorrenziale Non vi sono esternalità di produzione CMG S =CMG BMG S BMG p=cmg=cmg S Vi è sovraconsumo rispetto all ottimo sociale q 2 q 1 q

61 Beni pubblici Quattro tipi di beni, incrociando i principi di escludibilità cioè la possibilità di impedire a qualcuno l accesso al bene rivalità cioè il fatto che l uso del bene da parte di un individuo ne limiti l uso da parte di un altro

62 DEFINIZIONE DI NON RIVALITA I beni e servizi collettivi sono caratterizzati dal fatto che il consumo degli stessi da parte di un individuo è compatibile, o meglio non rivale, con il consumo degli stessi da parte di uno o più individui (es. difesa nazionale, illuminazione stradale pubblica).

63 DEFINIZIONE DI NON ESCLUDIBILITA Difficoltà, o impossibilità, per il produttore di un bene o servizio di escludere gli altri dai benefici di tale produzione Può essere di tipo: Tecnico: trasmissioni televisive via satellite Economico: costo elevato per escludere qualcuno dal servizio, accesso ad un parco

64 IMPORTANTE Date le caratteristiche di non rivalità e non eslcudibilità i consumatori non hanno incentivo alcuno a dichiarare quanto sono disposti a pagare per il loro consumo. In queste condizioni il mercato non è in grado di produrli

65 La domanda di beni pubblici: la rivelazione imperfetta delle preferenze Nessun individuo ha convenienza a rivelare le proprie preferenze, cioè a dichiarare il proprio contributo alla produzione del bene pubblico Ogni persona pensa che, poiché il suo contributo è marginale, esso non ha influenza sulla quantità prodotta. E meglio lasciare che gli altri facciano le proprie dichiarazioni e consumare il bene, che è indivisibile, senza pagare

66 MA se tutti si comportano da free-riders il bene Non verrà prodotto, non essendovi nessuno disposto a sopportarne il costo, anche se tutti (o i più) hanno valutato positivamente il bene e sono quindi desiderosi di averlo Verrà prodotto in quantità insufficiente

67 Definizione: La non escludibilità è la causa del fenomeno conosciuto come: FREE RIDING Il mercato fallisce perché gli individui non hanno interesse a rivelare le proprie valutazioni marginali dei beni

68 Summary: Beni pubblici

69 Beni pubblici Beni pubblici: quali differenze denotano con i beni privati e con quali conseguenze per la società Chi paga per i beni pubblici? se a pagare è il mercato, per il principio di non escludibilità molti (tutti?) si comportano da free rider, cioè non pagano la produzione del bene pubblico produce esternalità positive, ma può essere economicamente impossibile (esempio: fuochi d artificio)

70 Beni pubblici Poiché i beni pubblici non sono escludibili, la presenza dei free rider impedisce al mercato privato di fornirli... ma se i costi sono inferiori ai benefici l amministrazione pubblica può produrre (far produrre) il bene pubblico pagandolo con le entrate tributarie aumentando così il benessere economico Esempi: difesa nazionale, ricerca di base, riduzione della povertà (welfare)

71 Quali problemi generano le grandi imprese? Anche in assenza di esternalità quando il mercato è imperfetto non si determina l uguaglianza tra costi e benefici marginali sociali

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