Il Modello di Project Management del Consorzio Operativo. Siena, marzo 2006

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Il Modello di Project Management del Consorzio Operativo. Siena, marzo 2006"

Transcript

1 l Modello di Project Management del Consorzio Operativo Siena, marzo 2006

2 l Modello di Project Management del Consorzio Operativo Modulo 1 ntroduzione al Project Management e Discipline di PM

3 ALCUNE DEFNZON l Progetto è una combinazione integrata di persone, risorse e fattori organizzativi predisposta temporaneamente per raggiungere obiettivi definiti con risorse limitate e rispettando vincoli di tempo, costo e qualità l Project Management è l applicazione di conoscenze, competenze, strumenti e tecniche specifiche alle attività di un progetto, finalizzate a raggiungere gli obiettivi definiti (Project Management nstitute ) 3

4 LE DSCPLNE D PROJECT MANAGEMENT GESTONE QUALTÀ GESTONE AMBTO E OBETTV GESTONE TEMP ANNO +1 3 GESTONE RSCH Project Management GESTONE COST GESTONE CRTCTÀ GESTONE COMUNCAZONE GESTONE ORG. RSORSE UMANE 4

5 L CCLO D VTA D UN PROGETTO MPOSTAZONE PANFCAZONE REALZZAZONE E CONTROLLO CHUSURA GESTONE AMBTO E OBETTV GESTONE TEMP GESTONE COST GESTONE ORG. RSORSE UMANE GESTONE COMUNCAZONE GESTONE CRTCTÀ GESTONE RSCH GESTONE QUALTÀ 5

6 GESTONE AMBTO E OBETTV GESTONE QUALTÀ GESTONE AMBTO E OBETTV GESTONE TEMP GESTONE RSCH GESTONE COST GESTONE CRTCTÀ GESTONE COMUNCAZONE GESTONE ORG. RSORSE UMANE 6

7 GESTONE AMBTO E OBETTV GESTONE AMBTO E OBETTV COSA E La disciplina Gestione Obiettivi ed Ambito si occupa di delineare le finalità ed i confini dell intervento progettuale. noltre, gestisce le eventuali variazioni d ambito definite nel corso del progetto A COSA SERVE Formalizzare i requisiti del richiedente al fine di garantire che il lavoro venga impostato e svolto in coerenza con essi Recepire le eventuali nuove richieste affinché vengano soddisfatte dalle attività di progetto PASS PRNCPAL Definizione obiettivi ed ambito Approvazione obiettivi ed ambito Estensione o modifica ambito 7

8 GESTONE AMBTO E OBETTV GESTONE AMBTO E OBETTV Definizione obiettivi ed ambito Approvazione obiettivi ed ambito Estensione o modifica ambito. DEFNZONE OBETTV ED AMBTO Formalizzazione delle caratteristiche tipiche del progetto: area di influenza del progetto (ambito) e risultati attesi (obiettivi) vincoli e ipotesi di base tecnologie utilizzate competenze e numerosità delle risorse umane necessarie scadenze previste principali aree di rischio. APPROVAZONE OBETTV ED AMBTO Approvazione di obiettivi ed ambito da parte degli organi competenti per delimitare chiaramente i risultati da produrre: in questo senso si parla comunemente di contratto con il richiedente (cliente). ESTENSONE O MODFCA AMBTO Recepimento di nuove richieste o delle modifiche alle richieste originarie, con conseguente estensione o modifica ambito di progetto Definizione di una nuova baseline 8 la baseline è il riferimento di tempi e risorse per il progetto, su cui confrontarsi periodicamente per rilevare gli eventuali scostamenti; tra i documenti che la esplicitano vi sono, ad esempio, il Piano di Lavoro e il documento Obiettivi ed Ambito

9 GESTONE AMBTO E OBETTV GESTONE AMBTO E OBETTV ES. DOCUMENTO OBETTV ED AMBTO Nome Progetto... Anagrafica di Project Leader... Progetto Committente Riferimenti Data Documento... documento Data condivisione... Obiettivi del Progetto.. Ambito del Progetto.. potesi di base.. Tecnologie utilizzate. Principali scadenze.. Budget.. Risorse umane e gdl.. Aree di rischio. contratto nei confronti del cliente 9

10 LE DSCPLNE DEL PROJECT MANAGEMENT GESTONE QUALTÀ GESTONE AMBTO E OBETTV ANNO +1 3 GESTONE TEMP GESTONE RSCH GESTONE COST GESTONE CRTCTÀ GESTONE ORG. RSORSE UMANE GESTONE COMUNCAZONE 10

11 LA GESTONE DE TEMP ANNO +1 GESTONE TEMP 3 COSA E La disciplina Gestione dei Tempi occupa di definire e controllare i tempi di completamento delle attività del progetto Gestisce, inoltre, le eventuali variazioni sulle scadenze pianificate A COSA SERVE Stabilire la durata del progetto Garantire che il lavoro venga svolto nel rispetto delle scadenze pianificate Ridurre gli impatti di eventuali ritardi di singole attività sulla scadenza finale PASS PRNCPAL Definizione attività e milestones Stima impegni Definizione date attività V Controllo e revisione scadenze 11

12 LA GESTONE DE TEMP ANNO +1 GESTONE TEMP Definizione attività e milestones Stima impegni Definizione date attività V Controllo e revisione scadenze 3. DEFNZONE ATTVTA E MLESTONES L articolazione del progetto in attività e milestones è fatta organizzando attività e scadenze in aggregazioni logiche omogenee rispetto, ad esempio, ai risultati o al tipo di impegno La granularità con la quale definire le attività progettuali sarà da bilanciare con la significatività a livello di risultati e deliverables previsti, impegno di risorse e capacità di controllo concetti associati WORK BREAKDOWN STRUCTURE (WBS) WORK PACKAGE MLESTONE SEQUENZA D ATTVTÀ 12

13 LA GESTONE DE TEMP ANNO +1 GESTONE TEMP Definizione attività e milestones Stima impegni Definizione date attività V Controllo e revisione scadenze 3. DEFNZONE ATTVTA E MLESTONES La Work Breakdown Structure (WBS) è una rappresentazione del progetto che organizza le aree di attività, e le attività di dettaglio, per linea gerarchica secondo criteri di processo o di prodotto il Work Package (WP) è un aggregazione di attività logicamente significative, a disposizione degli utenti per supporto nella pianificazione Progetto Cantiere2 Livello 1 Prodotto Prodotto Progetto Finito 1 Progetto Finito 2 Livello 2 Work package A1 Work package B2 Work package C3 Livello 3 attività - a attività - b attività - c Livello 4 13

14 LA GESTONE DE TEMP: ESEMPO ANNO +1 GESTONE TEMP 3 ES. WBS RSTRUTTURAZONE APPARTAMENTO Cantiere PROGETTAZONE OPERE MURARE OPERE ELETTRCHE OPERE D FNTURA NTERNA Prodotti finiti o aree di intervento NDVDUAZONE REQUST AVVO PROGETTO ABBATTMENTO OPERE PREESSTENT ABBATTMENTO PAVMENT REALZZAZONE NUOVE OPERE APERTURA TRACCE POSA CAV CHUSURA TRACCE PAVMENT PTTURA NFSS Workpackage o aree di attività DEFNZONE FABBSOGN NCARCO A PROFESSONSTA SCELTA SOLUZONE NCARCO A PROFESSONSTA PREDSPOSZ. E REALZZAZ. VERFCA/ APPROVAZONE NCARCO A PROFESSONSTA PREDSPOSZ. E REALZZAZ. VERFCA/ APPROVAZONE NCARCO A PROFESSONSTA PREDSPOSZ. E REALZZAZ. VERFCA/ APPROVAZONE Attività di dettaglio VERFCA/ APPROVAZONE 14

15 LA GESTONE DE TEMP ANNO +1 GESTONE TEMP Definizione attività e milestones Stima impegni Definizione date attività V Controllo e revisione scadenze 3. DEFNZONE ATTVTA E MLESTONES Le milestones sono scadenze o eventi significativi che caratterizzano il percorso del progetto, e possono corrispondere a momenti di controllo del progetto sett 3 sett 4 sett 5 POSA PARQUET LUCDATURA PARQUET. CONSEGNA CUCNA. 15

16 LA GESTONE DE TEMP ANNO +1 GESTONE TEMP Definizione attività e milestones Stima impegni Definizione date attività V Controllo e revisione scadenze 3. DEFNZONE ATTVTA E MLESTONES La sequenza delle attività esplicita le relazioni tra le attività in base ai vincoli che possano condizionare la successione temporale degli eventi del progetto FNE-NZO il successore deve iniziare dopo la fine del predecessore es. chiusura delle tracce prima di imbiancatura pareti NZO-NZO il successore deve iniziare dopo l inizio del predecessore es. progetto dell architetto rispetto all individuazione fabbisogni FNE-FNE il successore deve finire dopo la fine del predecessore es. approvazione opere murarie rispetto al termine delle stesse NZO-FNE 16 il successore deve finire dopo l inizio del predecessore es. selezione soluzioni rispetto all individuazione fabbisogni

17 LA GESTONE DE TEMP ANNO +1 GESTONE TEMP Definizione attività e milestones Stima impegni Definizione date attività V Controllo e revisione scadenze 3. STMA DEGL MPEGN La stima degli impegni è una valutazione di tipo intuitivo ed empirico delle diverse variabili di progetto che comportano sforzi e disponibilità di impegno, basata su esperienze e osservazioni oggettive Gli impegni sono definiti in termini di giorni uomo ed economici; le stime sono supportate da eventuali ipotesi, ad esempio tecnologia utilizzata, costo di mercato del pacchetto sw individuato, output previsti (es. n schermate, n report, n transazioni, ) Esistono due approcci alla stima: TOP DOWN: utilizzato quando le variabili in esame sono di tipo globale (es. impegno totale del progetto, numero di persone necessarie,..); generalmente si utilizza nella fase di mpostazione del progetto, in carenza di informazioni BOTTOM UP: approccio analitico utilizzato quando le variabili di progetto vengono stimate sulle singole componenti del lavoro, previste dalla WBS; tale approccio si basa su informazioni più dettagliate relative alle singole attività progettuali da svolgere 17

18 LA GESTONE DE TEMP ANNO +1 GESTONE TEMP Definizione attività e milestones Stima impegni Definizione date attività V Controllo e revisione scadenze 3. STMA MPEGN: APPROCCO TOP- DOWN L approccio top-down prevede che dalla stima dell impegno complessivo di progetto si determini a cascata, seguendo la WBS, la stima per i singoli componenti del progetto fino al livello di dettaglio richiesto (es. utilizzando impegni standard %) DA MPEGNO COMPLESSVO Progetto di ristrutturazione Lavori in muratura 1000 Ristrutturazione Appartamento mpianto Elettrico Finiture nterne Progetto Sottoprogetti A MPEGNO SU SNGOL WP ndividuazio ne requisiti Stesura Progetto Abbattim. murature preesist. Abbattim. pavimenti Realizzazion e nuove murature Apertura tracce Posa cavi Chiusura tracce Pavimenti Pittura nfissi Workpackage 18

19 LA GESTONE DE TEMP ANNO +1 GESTONE TEMP Definizione attività e milestones Stima impegni Definizione date attività V Controllo e revisione scadenze 3. STMA MPEGN: APPROCCO BOTTOM-UP L approccio bottom-up prevede che dalla stima dell impegno per le singole componenti del progetto si determini, attraverso un processo di sintesi dei dati per livelli gerarchici superiori, l impegno complessivo del progetto A MPEGNO COMPLESSVO Progetto di ristrutturazione Lavori in muratura 1000 Ristrutturazione Appartamento mpianto Elettrico Finiture nterne Progetto Sottoprogetti DA MPEGNO SU SNGOL WP ndividuazio ne requisiti Stesura Progetto Abbattim. murature preesist. Abbattim. pavimenti Realizzazion e nuove murature Apertura tracce Posa cavi Chiusura tracce Pavimenti Pittura nfissi Workpackage 19

20 LA GESTONE DE TEMP ANNO +1 GESTONE TEMP Definizione attività e milestones Stima impegni Definizione date attività V Controllo e revisione scadenze 3. DEFNZONE DATE ATTVTÀ Sulla base dei vincoli di dipendenza tra le attività e delle milestones fissate, vengono definite le date d inizio e di fine di ogni attività l percorso critico è la sequenza delle attività che determinano la durata dell intero progetto, ovvero: la durata complessiva del progetto corrisponde alla somma delle durate delle attività collocate lungo il percorso critico ed ogni ritardo delle attività sul percorso critico influenza la durata del progetto nizio al più tardi 0 A Fine al più tardi 5 0 (5) 5 nizio al più Fine al più presto presto B (7) C 5 (4) 17 5 G (8) D S = 3 20 S = F E H (4) (6) (4) S = 12 S = 12 (3) 8 8 (2) ATTVTÀ CRTCHE ATTVTÀ NON CRTCHE 26 S = slittamento (x) = durata attività 26

21 LA GESTONE DE TEMP ANNO +1 GESTONE TEMP Definizione attività e milestones Stima impegni Definizione date attività V Controllo e revisione scadenze 3 V. CONTROLLO E REVSONE DELLE SCADENZE Procedere al controllo delle scadenze significa: verificare il rispetto delle scadenze pianificate identificare le cause degli eventuali ritardi e definire appropriate azioni correttive, valutando l'impatto di queste sulle scadenze future ripianificare le scadenze non rispettate e/o impattate Nel caso in cui gli eventi di progetto rendano necessario variare alcune scadenze significative (es. data di fine progetto, milestones di rilascio prodotti finiti, ), è prevista la revisione della baseline di progetto e la successiva approvazione di una nuova versione di Piano di Lavoro la baseline è il riferimento di tempi e risorse per il progetto, su cui confrontarsi periodicamente per rilevare gli eventuali scostamenti; tra i documenti che esplicitano la baseline vi sono, ad esempio, il Piano di Lavoro e il documento Obiettivi ed Ambito 21

22 LA GESTONE DE TEMP: ESEMPO ANNO +1 GESTONE TEMP 3 ES. DAGRAMMA D GANTT 1^ SETTMANA 2^ SETTMANA 3^ SETTMANA 4^ SETTMANA PROGETTO D RSTRUTTURAZONE NDVDUAZONE REQUST STESURA PROGETTO LAVOR N MURATURA Completamento Progetto ABBATTMENTO MURATURE/PAVMENT NUOVE MURATURE MPANTO ELETTRCO Completamento Muratura APERTURA TRACCE POSA CAV CHUSURA TRACCE Completam. mpianto elettrico 22

23 LE DSCPLNE DEL PROJECT MANAGEMENT GESTONE QUALTÀ GESTONE AMBTO E OBETTV GESTONE TEMP ANNO +1 3 GESTONE RSCH GESTONE COST GESTONE CRTCTÀ GESTONE COMUNCAZONE GESTONE ORG. RSORSE UMANE 23

24 LA GESTONE DE COST GESTONE COST COSA E La disciplina Gestione dei Costi si occupa di stimare i costi complessivi di un progetto e controllarne l evoluzione nel tempo, gestendo gli eventuali scostamenti dal budget iniziale A COSA SERVE Fornire una stima complessiva dei costi del progetto Garantire che il lavoro venga svolto nel rispetto del budget previsto Minimizzare gli impatti sul percorso critico del progetto di eventuali scostamenti rispetto al budget previsto PASS PRNCPAL Stima dei costi Allocazione del budget Controllo dei costi V Revisione del budget di progetto 24

25 LA GESTONE DE COST GESTONE COST Stima dei costi Allocazione del budget Controllo dei costi V Revisione del budget di progetto. STMA DE COST La stima iniziale dei costi di progetto è fatta sulla base delle seguenti categorie di impegno: personale interno prestazioni professionali esterne (es. progetti) forniture di software (es. licenze e canoni) forniture di materiali Le modalità di stima fanno riferimento a: costo medio standard (es. per il personale interno) dati storici disponibili, tra cui: -precedenti ordini a favore degli stessi fornitori -contratti quadro a livello di Gruppo -offerte ricevute da altri fornitori per analoghe prestazioni costo di iniziative analoghe 25

26 LA GESTONE DE COST GESTONE COST Stima dei costi Allocazione del budget Controllo dei costi V Revisione del budget di progetto. ALLOCAZONE DEL BUDGET L allocazione del budget valorizza economicamente le categorie di costo (voci di spesa) secondo quanto previsto dalla contabilità aziendale Le voci di spesa da utilizzare nel Consorzio fanno riferimento a: personale interno prestazioni professionali esterni e software forniture di materiali 26

27 LA GESTONE DE COST: ESEMPO GESTONE COST ES. BUDGET D PROGETTO cantiere / Prodotti Finiti Stima impegni gg/u e valorizzazione gg/ u prestazioni e forniture esterne costi complessivi 27

28 LA GESTONE DE COST GESTONE COST Stima dei costi Allocazione del budget Controllo dei costi V Revisione del budget di progetto. CONTROLLO DE COST Gli obiettivi del processo di controllo dei costi sono: verifica del rispetto del budget tramite monitoraggio dei consumi in corso individuazione delle cause dell eventuale mancato rispetto del budget, predisposizione e attuazione di appropriate azioni correttive valutazione e analisi dell impatto delle azioni correttive richiesta di una modifica del budget (eventuale) V. REVSONE DEL BUDGET D PROGETTO Nel caso in cui risulti necessario richiedere una modifica del budget assegnato si dovrà attivare il processo di riallocazione o extra-budget; anche in questo caso vi è una revisione della baseline di progetto 28

29 LE DSCPLNE DEL PROJECT MANAGEMENT GESTONE QUALTÀ GESTONE AMBTO E OBETTV GESTONE TEMP ANNO +1 3 GESTONE RSCH GESTONE COST GESTONE CRTCTÀ GESTONE COMUNCAZONE GESTONE ORG. RSORSE UMANE 29

30 LA GESTONE DELL ORGANZZAZONE E DELLE RSORSE UMANE GESTONE ORGANZZAZONE RSORSE UMANE COSA E La disciplina Gestione dell Organizzazione delle Risorse Umane si occupa degli aspetti organizzativi legati alla gestione dei progetti, definendo l organizzazione del gruppo di lavoro ed i relativi ruoli A COSA SERVE dentificare le figure professionali necessarie alla realizzazione del progetto Assegnare ruoli e responsabilità Ottenere l effettiva disponibilità delle risorse assegnate garantendo coerenza tra assegnazioni e fabbisogni PASS PRNCPAL ndividuazione Responsabile di Progetto Def. delle figure professionali di progetto Def. organigramma di progetto e assegnazione risorse V Allocazione risorse e controllo corretta allocazione 30

31 LA GESTONE DELL ORGANZZAZONE E DELLE RSORSE UMANE GESTONE ORG. RS. UMANE ndividuazione del Responsabile di Progetto Def. delle figure prof.li di progetto Def. organigr. di progetto e assegnaz. risorse V Allocazione risorse e controllo. NDVDUAZONE RESPONSABLE D PROGETTO Procedere all assegnazione del Responsabile di Progetto significa identificare la risorsa competente e disponibile per guidare l iniziativa progettuale in maniera efficace ed efficiente, nel rispetto sia dei fabbisogni e dei requisiti espressi dal committente, sia dei vincoli di risorse (tempo, competenze, budget, ) Le Direzioni, per i progetti del proprio ambito, definiscono gli Uffici di competenza e, insieme ai Capi Ufficio, identificano i Responsabili di Progetto del Consorzio n caso di progetti particolarmente complessi la Direzione e l Ufficio Pianificazione e Controllo del Consorzio prevedono che la gestione delle tematiche di PM venga svolta con il supporto di Project Manager 31

32 LA GESTONE DELL ORGANZZAZONE E DELLE RSORSE UMANE GESTONE ORG. RS. UMANE ndividuazione del Responsabile di Progetto Def. delle figure prof.li di progetto Def. organigr. di progetto e assegnaz. risorse V Allocazione risorse e controllo. DEFNZONE DELLE FGURE PROFESSONAL D PROGETTO La definizione delle figure professionali da impiegare è strettamente correlata a: tipologia di attività previste durata di ciascuna attività parallelismo/ sequenzialità tra le attività 32

33 LA GESTONE DELL ORGANZZAZONE E DELLE RSORSE UMANE GESTONE ORG. RS. UMANE ndividuazione del Responsabile di Progetto Def. delle figure prof.li di progetto Def. organigr. di progetto e assegnaz. risorse V Allocazione risorse e controllo. DEFNZONE ORGANGRAMMA D PROGETTO E ASSEGNAZONE RSORSE Una volta individuate e quantificate le figure professionali necessarie alla realizzazione del progetto, il Responsabile di Progetto può elaborare un organigramma di progetto, per il momento non nominativo, che evidenzia i riporti gerarchici tra le figure professionali che si pensa di impiegare nel progetto Tale proposta di organizzazione di progetto deve essere condivisa con le Direzioni interessate in termini di: verifica dell effettiva disponibilità delle figure professionali individuate individuazione nominativa delle risorse verifica della coerenza tra le competenze richieste e le risorse effettivamente disponibili, ciascuna per il periodo previsto 33

34 LA GESTONE DELL ORGANZZAZONE E DELLE RSORSE UMANE: ES. GESTONE ORG. RS. UMANE ES. ORGANGAMMA D PROGETTO Responsabile di Progetto Resp. Comunicazione (Staff) Project Manager (Staff) Resp. Archit. e ntegrazione (Staff) Responsabile Prodotto Finito 1 Responsabile Prodotto Finito 2 Responsabile Prodotto Finito Responsabile Prodotto Finito n Analisti funz. Analisti funz. Analisti funz. Analisti funz. Analisti tecnici Analisti tecnici Analisti tecnici Analisti tecnici Programmatori.. Programmatori.. Programmatori.. Programmatori.. 34

35 LA GESTONE DELL ORGANZZAZONE E DELLE RSORSE UMANE GESTONE ORG. RS. UMANE ndividuazione del Responsabile di Progetto Def. delle figure prof.li di progetto Def. organigr. di progetto e assegnaz. risorse V Allocazione risorse e controllo V. ALLOCAZONE RSORSE E CONTROLLO CORRETTA ALLOCAZONE Dopo aver ottenuto l assegnazione delle risorse al progetto il Responsabile di Progetto procede all allocazione nominativa delle risorse sulle attività, in base alla compatibilità di disponibilità e competenze E necessario verificare la disponibilità delle risorse per tutta la durata del progetto: evidenziare e risolvere eventuali situazioni di sovra-utilizzo (fabbisogno maggiore della disponibilità) e di sotto-utilizzo (fabbisogno minore della disponibilità) delle risorse livellare il carico delle risorse agendo, tra le altre, sulle leve della pianificazione ad esempio modificando i parallelismi tra le attività, spostando le date di alcune attività, rivedendo opportunamente l allocazione delle risorse, eccetera 35

36 LA GESTONE DELL ORGANZZAZONE E DELLE RSORSE UMANE: ES. GESTONE ORG. RS. UMANE ES. DAGRAMMA D CARCO DELLE RSORSE impegno standard (normale, tollerato, contrattualizzato, ) periodo 1-18 per Risorsa o gruppo di risorse sovraccarico sottocarico 36

37 LE DSCPLNE DEL PROJECT MANAGEMENT GESTONE QUALTÀ GESTONE AMBTO E OBETTV GESTONE TEMP ANNO +1 3 GESTONE RSCH GESTONE COST GESTONE CRTCTÀ GESTONE COMUNCAZONE GESTONE ORG. RSORSE UMANE 37

38 LA GESTONE DELLA COMUNCAZONE GESTONE COMUNCAZONE COSA E La disciplina Gestione della Comunicazione si occupa di predisporre e diffondere le comunicazioni tra tutti i partecipanti al progetto e di garantire coerenza tra le comunicazioni di PM da utilizzare sia all interno del progetto sia verso entità esterne A COSA SERVE Diffondere e condividere le informazioni all interno del gruppo di lavoro, rafforzare l integrazione fra le persone e gestire eventuali divergenze o conflitti Garantire visibilità sull avanzamento complessivo delle attività agli organi esterni al progetto PASS PRNCPAL Comunicazione interna rivolta ai partecipanti al progetto Produzione e diffusione delle comunicazioni di Project Management 38

39 LA GESTONE DELLA COMUNCAZONE GESTONE COMUNCAZONE Comunicazione interna Comunicazioni di PM. COMUNCAZONE NTERNA La comunicazione interna, rivolta ai partecipanti al progetto, presenta diversi obiettivi a seconda della fase progettuale nella quale è svolta n fase di avvio e pianificazione la comunicazione interna serve a: chiarire l organizzazione complessiva del progetto specificando le figure di responsabilità e a chi devono riportare le risorse comunicare e condividere gli obiettivi comuni coinvolgere e concordare con ciascuno le responsabilità assegnate, evidenziando le interdipendenze tra gli obiettivi assegnati alle singole persone Durante la fase di realizzazione e controllo del progetto, la comunicazione interna è tipicamente svolta con incontri periodici del gruppo di lavoro al fine di: definire lo stato di avanzamento dei lavori condividere e commentare i risultati raggiunti concordare eventuali modifiche al piano di lavoro 39

40 LA GESTONE DELLA COMUNCAZONE GESTONE COMUNCAZONE Comunicazione interna Comunicazioni di PM. PRODUZONE E DFFUSONE DELLE COMUNCAZON D PM La produzione e diffusione di comunicazioni di PM ha lo scopo di garantire la corretta visibilità su obiettivi, organizzazione e avanzamento complessivo del progetto; ciò vale sia all interno del gruppo di lavoro, sia nei confronti di entità esterne che in vario modo e a vari livelli possono essere interessate al progetto Le attività ricorrenti nella predisposizione e diffusione delle comunicazioni di PM sono: definire quali report di PM produrre, con quali informazioni e/o per quali interlocutori e/o con quale periodicità individuare gli strumenti più appropriati per raccogliere le informazioni necessarie predisporre e distribuire i report archiviare la documentazione prodotta l tipico documento di PM volto a descrivere l avanzamento delle attività e delle maggiori evidenze del progetto (criticità o meno) è lo Stato Avanzamento Lavori (o SAL) -di seguito vedremo quali sono, in particolare, i documenti previsti dal Consorzio per la gestione dei progetti- 40

41 LA GESTONE DELLA COMUNCAZONE: ESEMPO GESTONE COMUNCAZONE ES. STATO AVANZAMENTO LAVOR D PROGETTO Progetto XX Attività completate Attività in corso Attività future pianificate Avanzamento impegno gg/u e costi Criticità e altre evidenze BSL ACT ETC EAC= (ACT+ETC) Delta= (BSL-EAC) Budget iniziale approvato (baseline) Lavoro effettivo Lavoro rimanente Lavoro totale (budget ripianificato) Scostamento 41

42 LE DSCPLNE DEL PROJECT MANAGEMENT GESTONE QUALTÀ GESTONE AMBTO E OBETTV GESTONE TEMP ANNO +1 3 GESTONE RSCH GESTONE COST GESTONE CRTCTA GESTONE COMUNCAZONE GESTONE ORG. RSORSE UMANE 42

43 LA GESTONE DELLE CRTCTA GESTONE CRTCTA COSA E La disciplina Gestione delle Criticità si occupa di individuare, gestire e risolvere le potenziali sorgenti di problemi che possono compromettere i risultati del progetto A COSA SERVE ndividuare le circostanze critiche per le attività di progetto Definire le opportune modalità per attenuare gli impatti su obiettivi e risultati di progetto PASS PRNCPAL ndividuazione e segnalazione delle criticità Assegnazione e monitoraggio delle criticità Aggiornamento stato criticità 43

44 LA GESTONE DELLE CRTCTA GESTONE CRTCTA ndividuazione e segnalazione delle criticità Assegnazione e monitoraggio delle criticità Aggiornam. stato criticità. NDVDUAZONE E SEGNALAZONE DELLE CRTCTÀ Qualsiasi risorsa appartenente al gruppo di progetto può individuare e segnalare una criticità, in maniera da anticipare quanto possibile la valutazione di eventuali azioni correttive da parte del Responsabile di Progetto Le criticità che emergono nel corso di un progetto sono caratterizzate dai seguenti requisiti: possono avere impatto negativo sugli obiettivi del progetto o sulle attività previste sono risolvibili tramite azioni e decisioni ad hoc possono necessitare di una escalation per individuare il giusto livello a cui affrontarle Le criticità possono sorgere in qualsiasi momento e riguardare tutti gli elementi del progetto, dalle risorse alle dinamiche di svolgimento delle attività; tutte le criticità devono essere conosciute dal Responsabile di Progetto, che è responsabile della rimozione La gestione delle criticità prevede la catalogazione in una delle seguenti categorie: tecnologica, di Project Management, organizzativa, esterna 44

45 LA GESTONE DE RSCH GESTONE CRTCTA ndividuazione e segnalazione delle criticità Assegnazione e monitoraggio delle criticità Aggiornam. stato criticità CLASSFCAZONE DELLE CRTCTÀ Le criticità possono essere classificati in categorie, ad esempio: tecnologica, se connessa all utilizzo di tecnologie innovative o particolarmente complesse, oppure alla difficoltà di integrazione con altri sistemi, eccetera di Project Management, se relativa all impiego di discipline e strumenti di PM, alla possibilità di definire l ambito di intervento, a scadenze troppo stringenti, eccetera organizzativa, se relativa alla insufficiente disponibilità di risorse umane, a conflitti derivanti dalla condivisione di risorse da parte di più progetti / dalla difficoltà di reperimento di particolari competenze esterna, se di altra natura o fuori del controllo del Project Management (es. normative, leggi, andamento del mercato, eccetera). 45

46 LA GESTONE DELLE CRTCTA GESTONE CRTCTA ndividuazione e segnalazione delle criticità Assegnazione e monitoraggio delle criticità Aggiornam. stato criticità. ASSEGNAZONE E MONTORAGGO DELLE CRTCTÀ l Responsabile di Progetto è tenuto a conoscere ed analizzare tutte le criticità che dovessero emergere, al fine di monitorarne l evoluzione. AGGORNAMENTO STATO CRTCTÀ l Report delle Criticità deve essere aggiornato periodicamente al fine di: segnalare le variazioni di stato o la chiusura delle criticità risolte (chiusa) inserire nuove criticità individuate 46

47 LA GESTONE DELLE CRTCTA : ESEMPO GESTONE CRTCTA La gestione prevede diversi passi operativi, associati al cambio di stato della singola criticità Grafo degli stati della criticità nserimento criticità nel Report Valutazione criticità: Criticità accettata Assegnazione della criticità APERTA dentificazione di una soluzione: Soluzione corretta ASSEGNATA Risoluzione della criticità NDRZZATA CHUSA Nuova criticità SEGNALATA Valutazione della criticità: Criticità rifiutata ANNULLATA dentificazione di una soluzione: Soluzione non corretta 47

48 LA GESTONE DELLE CRTCTA : ESEMPO GESTONE CRTCTA ES. REPORT DELLE CRTCTÀ N Categoria Criticità 1 Project Management Carenza di supporto sulle attività di PM Autore della segnalazione Data segnalazione Riferimento WBS Rilevanzanza mpatti Risorsa A 03/01/03 1-Alta Ritardi nella conclusione delle attività di pianificazione mpatti Stato Proprietario Soluzione 4-Chiusa Risorsa A Richiedere assegnazione di una risorsa dedicata al PM Data Chiusura Prevista 10/01/03 2 Organizzativo Necessità di reperire rapidamente risorse con competenze funzionali Risorsa A 14/01/03 Attività di analisi funzionale 1-Alta Ritardo nell'inizio delle attività di analisi funzionale 3-ndirizzata Risorsa B Richiedere assegnazione tempestiva di risorse con competenze funzionali 01/02/03 3 Organizzativo Ritardo nella definizione dei fornitori esterni 4 Esterno Ritardo nella ricezione dell'offeta da parte del fornitore "X" Risorsa B 14/01/03 Attività dei fornitori esterni 2-Media Ritardi su alcune attività previste dal piano di lavoro Risorsa C 15/01/03 2-Media Ritardi nella formalizzazione del 3-ndirizzata Risorsa C Organizzare una riunione per valutare e scegliere i fornitori 1-Aperta 24/01/03 48

49 LE DSCPLNE DEL PROJECT MANAGEMENT GESTONE QUALTÀ GESTONE AMBTO E OBETTV GESTONE TEMP ANNO +1 3 GESTONE RSCH GESTONE COST GESTONE CRTCTÀ GESTONE COMUNCAZONE GESTONE ORG. RSORSE UMANE 49

50 LA GESTONE DE RSCH GESTONE RSCH COSA E La disciplina Gestione dei Rischi si occupa di identificare i rischi che possono avere effetti negativi sul progetto, analizzarli quantitativamente e monitorare il livello di rischio complessivo A COSA SERVE dentificare e valutare i rischi cui il progetto è esposto, anticipatamente ndividuare le azioni necessarie per ridurre la portata dei rischi sul progetto Monitorare e comunicare i progressi effettuati nel controllo dei rischi PASS PRNCPAL dentificazione e valutazione dei rischi Gestione e controllo dei rischi 50

51 LA GESTONE DE RSCH GESTONE RSCH dentificazione e valutazione dei rischi Gestione e controllo dei rischi : DENTFCAZONE E VALUTAZONE DE RSCH l rischio è un evento che, se si verifica, può avere un effetto negativo su uno o più elementi del progetto, in particolare: ambito: modifica o estensione dell ambito del progetto costi: mancato rispetto del budget inizialmente previsto tempi: mancato raggiungimento degli obiettivi nei tempi stabiliti qualità: ridotto livello qualitativo del prodotto/ servizio realizzato Le possibili aree di rischio sono tipicamente identificate attraverso l analisi di: documentazione di progetto e/o di progetti simili contratti e accordi stipulati con i fornitori analisi di rischi già identificati/ rilevati su progetti analoghi 51

La gestione manageriale dei progetti

La gestione manageriale dei progetti PROGETTAZIONE Pianificazione, programmazione temporale, gestione delle risorse umane: l organizzazione generale del progetto Dimitri Grigoriadis La gestione manageriale dei progetti Per organizzare il

Dettagli

EUROPEAN PROJECT MANAGEMENT QUALIFICATION - epmq. Fundamentals. Syllabus

EUROPEAN PROJECT MANAGEMENT QUALIFICATION - epmq. Fundamentals. Syllabus EUROPEAN PROJECT MANAGEMENT QUALIFICATION - epmq Fundamentals Syllabus Scopo Questo documento presenta il syllabus di epmq Modulo 1 Fundamentals. Il syllabus descrive, attraverso i risultati del processo

Dettagli

Business Process Management

Business Process Management Business Process Management Comprendere, gestire, organizzare e migliorare i processi di business Caso di studio a cura della dott. Danzi Francesca e della prof. Cecilia Rossignoli 1 Business process Un

Dettagli

SCHEDULAZIONI RIEPILOGATIVE E CONFRONTO DI: - FASI E ATTIVITA' DEL WBS; - PRODOTTI; - COMPITI; - RISORSE PROFESSIONALI; - EFFORT.

SCHEDULAZIONI RIEPILOGATIVE E CONFRONTO DI: - FASI E ATTIVITA' DEL WBS; - PRODOTTI; - COMPITI; - RISORSE PROFESSIONALI; - EFFORT. Cod. Figure professionali q.tà gg.uu. Riepilogo di Progetto 1.092 SCHEDULAZIONI RIEPILOGATIVE E CONFRONTO DI: - FASI E ATTIVITA' DEL WBS; - PRODOTTI; - COMPITI; - RISORSE PROFESSIONALI; - EFFORT. 001 Comitato

Dettagli

Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015

Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015 Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015 DEFINIZIONE DI BUDGET Il Budget è lo strumento per attuare la pianificazione operativa che l Istituto intende intraprendere nell anno di esercizio

Dettagli

Corso di estimo D 2004/2005

Corso di estimo D 2004/2005 Corso di estimo D 2004/2005 Cenni di project management - Crono-programma dei lavori PROJECT MANAGEMENT: definizione Il project management è l insieme di metodi e direttive fondamentalmente logiche per

Dettagli

QUESTIONARIO 1: PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE

QUESTIONARIO 1: PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE QUESTIONARIO 1: PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE Step 1 - Decidere come organizzare e pianificare l autovalutazione (AV) 1.1. Assicurare l impegno e il governo del management per avviare il processo. 1.2. Assicurare

Dettagli

Corso di estimo D Prof Raffaella Lioce

Corso di estimo D Prof Raffaella Lioce Corso di estimo D Prof Raffaella Lioce Cenni di project management - Crono-programma dei lavori PROJECT MANAGEMENT: definizione Il project management è l insieme di metodi e direttive fondamentalmente

Dettagli

Role plaing esperienziale: ATTUAZIONE DI UN PROGETTO DI NURSING

Role plaing esperienziale: ATTUAZIONE DI UN PROGETTO DI NURSING Implementazione ed Attuazione di Progetti per il Miglioramento del Servizi Sanitari ANCONA 19 E 20 OTTOBRE 2012 Role plaing esperienziale: ATTUAZIONE DI UN PROGETTO DI NURSING Consiste nel destrutturare

Dettagli

Project Management. Modulo: Introduzione. prof. ing. Guido Guizzi

Project Management. Modulo: Introduzione. prof. ing. Guido Guizzi Project Management Modulo: Introduzione prof. ing. Guido Guizzi Definizione di Project Management Processo unico consistente in un insieme di attività coordinate con scadenze iniziali e finali, intraprese

Dettagli

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE Dicembre, 2014 Il Sistema di misurazione e valutazione della performance... 3 Il Ciclo di gestione della performance... 5 Il Sistema di misurazione e valutazione

Dettagli

ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito

ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito 1 ISA 610 USING THE WORK OF INTERNAL AUDITORS Questo principio tratta

Dettagli

Riunione del Comitato di gestione Monitoraggio APQ - 18/12/03

Riunione del Comitato di gestione Monitoraggio APQ - 18/12/03 Riunione del Comitato di gestione Monitoraggio APQ - 18/12/03 Roma, 18 dicembre 2003 Agenda dell'incontro Approvazione del regolamento interno Stato di avanzamento del "Progetto Monitoraggio" Prossimi

Dettagli

Il catalogo MARKET. Mk6 Il sell out e il trade marketing: tecniche, logiche e strumenti

Il catalogo MARKET. Mk6 Il sell out e il trade marketing: tecniche, logiche e strumenti Si rivolge a: Forza vendita diretta Agenti Responsabili vendite Il catalogo MARKET Responsabili commerciali Imprenditori con responsabilità diretta sulle vendite 34 di imprese private e organizzazioni

Dettagli

IL PROJECT MANAGEMENT

IL PROJECT MANAGEMENT IL PROJECT MANAGEMENT Scopi e campi di applicazione La pianificazione del progetto Le tecniche di pianificazione del progetto Le tecniche di pianificazione dei tempi La gestione e il controllo del progetto

Dettagli

Allegato 2 Modello offerta tecnica

Allegato 2 Modello offerta tecnica Allegato 2 Modello offerta tecnica Allegato 2 Pagina 1 Sommario 1 PREMESSA... 3 1.1 Scopo del documento... 3 2 Architettura del nuovo sistema (Paragrafo 5 del capitolato)... 3 2.1 Requisiti generali della

Dettagli

LA PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITA E IL WORK BREAKDOWN STRUCTURE

LA PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITA E IL WORK BREAKDOWN STRUCTURE LA PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITA E IL WORK BREAKDOWN STRUCTURE La Work Breakdown Structure La WBS è uno strumento di pianificazione delle attività progettuali che comporta un lavoro di: 1) suddivisione

Dettagli

MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE

MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE Istituto Nazionale Previdenza Sociale MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE ORGANISMO INDIPENDENTE DI VALUTAZIONE 1 INDICE

Dettagli

Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile

Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile Obiettivi specifici Per il generale, si individuano

Dettagli

Allegato A al CCNL 2006/2009 comparto Ministeri

Allegato A al CCNL 2006/2009 comparto Ministeri Allegato A al CCNL 2006/2009 comparto Ministeri AREA FUNZIONALE PRIMA ( ex A1 e A1S ) Appartengono a questa Area funzionale i lavoratori che svolgono attività ausiliarie, ovvero lavoratori che svolgono

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

1- Corso di IT Strategy

1- Corso di IT Strategy Descrizione dei Corsi del Master Universitario di 1 livello in IT Governance & Compliance INPDAP Certificated III Edizione A. A. 2011/12 1- Corso di IT Strategy Gli analisti di settore riportano spesso

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ MANUALE GESTIONE QUALITÀ SEZ. 5.1 REV. 02 pagina 1/5 MANUALE DELLA QUALITÀ Rif.to: UNI EN ISO 9001:2008 PARTE 5: RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA

Dettagli

Controllo di Gestione Bilancio Sociale, Bilancio di Mandato e sistema informativo; l esperienza del Comune di Rimini

Controllo di Gestione Bilancio Sociale, Bilancio di Mandato e sistema informativo; l esperienza del Comune di Rimini l esperienza del Perugia, 30 marzo 2006 1 l esperienza del ovvero: le ragioni di un matrimonio Perugia, 30 marzo 2006 2 l esperienza del Controllo di Gestione Organigramma del Perugia, 30 marzo 2006 3

Dettagli

PIANO DEGLI INTERVENTI

PIANO DEGLI INTERVENTI DEL. CIPE N. 7/2006 PROGRAMMI OPERATIVI DI SUPPORTO ALLO SVILUPPO 2007-2009 ADVISORING PER LO SVILUPPO DEGLI STUDI DI FATTIBILITA E SUPPORTO ALLA COMMITTENZA PUBBLICA PIANO DEGLI INTERVENTI ALLEGATO 1

Dettagli

Sviluppo e Gestione dei Progetti. docente: Prof. Filippo Ghiraldo f.ghiraldo@bep.co.it

Sviluppo e Gestione dei Progetti. docente: Prof. Filippo Ghiraldo f.ghiraldo@bep.co.it Sviluppo e Gestione dei Progetti docente: Prof. Filippo Ghiraldo f.ghiraldo@bep.co.it Metodologie operative Pianificazione e dimensionamento di un progetto Controllo e gestione operativa del progetto.

Dettagli

Incentive & La soluzione per informatizzare e gestire il processo di. Performance Management

Incentive & La soluzione per informatizzare e gestire il processo di. Performance Management Incentive & Performance Management La soluzione per informatizzare e gestire il processo di Performance Management Il contesto di riferimento La performance, e di conseguenza la sua gestione, sono elementi

Dettagli

IMPOSTAZIONE E ORGANIZZAZIONE DEL PROGETTO

IMPOSTAZIONE E ORGANIZZAZIONE DEL PROGETTO Minimaster in PROJECT MANAGEMENT IMPOSTAZIONE E ORGANIZZAZIONE DEL PROGETTO Giovanni Francesco Salamone Corso Professionale di Project Management secondo la metodologia IPMA (Ipma Competence Baseline)

Dettagli

Gestione Iter Manuale Sistemista. Gestione Iter Manuale Sistemista

Gestione Iter Manuale Sistemista. Gestione Iter Manuale Sistemista Gestione Iter Manuale Sistemista Paragrafo-Pagina di Pagine 1-1 di 8 Versione 3 del 24/02/2010 SOMMARIO 1 A Chi è destinato... 1-3 2 Pre requisiti... 2-3 3 Obiettivi... 3-3 4 Durata della formazione...

Dettagli

I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001

I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001 I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001 Percorsi di ampliamento dei campi di applicazione gestiti in modo

Dettagli

REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE

REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE COMUNE DI CORMANO PROVINCIA DI MILANO REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE (approvato con deliberazione C.C. n. 58 del 01/12/2003) 1 INDICE ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4 ART. 5 ART. 6 AMBITO DI

Dettagli

Relazione di consuntivo dell anno 2014

Relazione di consuntivo dell anno 2014 1 / 10 Relazione di consuntivo dell anno 2014 U.O.S. Pianificazione Programmazione e Controllo REDATTO DA: (Segue l elenco delle persone che hanno contribuito a redigere il presente documento) Silvia Giovannetti

Dettagli

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Allegato Delibera Giunta Comunale n. 110 del 19 maggio 2014 1) Caratteristiche generali del sistema

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

TECNICO NELLA GESTIONE E SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE

TECNICO NELLA GESTIONE E SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE TECNICO NELLA GESTIONE E SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE DESCRIZIONE SINTETICA Il o nella gestione e sviluppo delle risorse è in grado di realizzare la programmazione del, prefigurare percorsi di sviluppo

Dettagli

UNI ISO 21500 Guida alla gestione dei progetti (project management)

UNI ISO 21500 Guida alla gestione dei progetti (project management) UNI ISO 21500 Guida alla gestione dei progetti (project management) adozione nazionale in lingua italiana della norma internazionale ISO 21500 A cura di Relatore: Eugenio Rambaldi Presidente Assirep presidente@assirep.it

Dettagli

05/03/07 Anna Maria Baratta. Lavorare per progetti

05/03/07 Anna Maria Baratta. Lavorare per progetti 05/03/07 Anna Maria Baratta Lavorare per progetti Cosa e` un Progetto Un progetto e` una serie di attività temporanee e mirate alla creazione un nuovo unico prodotto/servizio. (Project Management Institute

Dettagli

AVVISO PER LA MANIFESTAZIONE DI INTERESSE PER IL COFINANZIAMENTO A PROGETTI STRATEGICI DI R&S IN MATERIA DI ICT E MECCANICA AVANZATA RELAZIONE TECNICA

AVVISO PER LA MANIFESTAZIONE DI INTERESSE PER IL COFINANZIAMENTO A PROGETTI STRATEGICI DI R&S IN MATERIA DI ICT E MECCANICA AVANZATA RELAZIONE TECNICA AVVISO PER LA MANIFESTAZIONE DI INTERESSE PER IL COFINANZIAMENTO A PROGETTI STRATEGICI DI R&S IN MATERIA DI ICT E MECCANICA AVANZATA RELAZIONE TECNICA AVVERTENZA AI FINI DELLA COMPILAZIONE: La presente

Dettagli

Effettuare gli audit interni

Effettuare gli audit interni Scopo Definire le modalità per la gestione delle verifiche ispettive interne Fornitore del Processo Input Cliente del Processo Qualità (centrale) e Referenti Qualità delle sedi territoriali Direzione Qualità

Dettagli

FIDEURO MEDIAZIONE CREDITIZIA S.R.L.

FIDEURO MEDIAZIONE CREDITIZIA S.R.L. 1 FIDEURO MEDIAZIONE CREDITIZIA S.R.L. MANUALE DELLE PROCEDURE INTERNE PARTE GENERALE 2 INDICE 1. Informazioni sulla Società ed attività autorizzate 3 2. Autore del manuale delle procedure interne 3 3.

Dettagli

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con delibera di Giunta Comunale n. 22 del 20.04.2011 in vigore dal 26.05.2011 TITOLO

Dettagli

A cura di Giorgio Mezzasalma

A cura di Giorgio Mezzasalma GUIDA METODOLOGICA PER IL MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PIANO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE FSE P.O.R. 2007-2013 E DEI RELATIVI PIANI OPERATIVI DI COMUNICAZIONE ANNUALI A cura di Giorgio Mezzasalma

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ REV. 00 pagina 1/4 MANUALE DELLA QUALITÀ Rif.to: UNI EN ISO 9001:2008 PARTE 5: RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ SOMMARIO A Impegno della

Dettagli

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA ing. Davide Musiani Modena- Mercoledì 8 Ottobre 2008 L art. 30 del D.Lgs 81/08 suggerisce due modelli organizzativi e di controllo considerati idonei ad avere efficacia

Dettagli

figure professionali software

figure professionali software Responsabilità del Program Manager Valuta la fattibilità tecnica delle opportunità di mercato connesse al programma; organizza la realizzazione del software in forma di progetti ed accorpa più progetti

Dettagli

Comune di Nuoro DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE. Settore AA.GG. e Personale. Ufficio Formazione

Comune di Nuoro DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE. Settore AA.GG. e Personale. Ufficio Formazione Comune di Nuoro Settore AA.GG. e Personale Ufficio Formazione DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE Ultimo aggiornamento settembre 2008 Art. 1 (Oggetto e finalità) 1. Le disposizioni contenute

Dettagli

03. Il Modello Gestionale per Processi

03. Il Modello Gestionale per Processi 03. Il Modello Gestionale per Processi Gli aspetti strutturali (vale a dire l organigramma e la descrizione delle funzioni, ruoli e responsabilità) da soli non bastano per gestire la performance; l organigramma

Dettagli

UN ESEMPIO DI VALUTAZIONE

UN ESEMPIO DI VALUTAZIONE UN ESEMPIO DI VALUTAZIONE Processo di Performance Review (PR) Luisa Macciocca 1 Che cos è una PR? La PR è un sistema formale di gestione della performance La gestione della performance è: un processo a

Dettagli

Gestione dei Progetti (2005-2006)

Gestione dei Progetti (2005-2006) Gestione dei Progetti (2005-2006) Alessandro Agnetis DII Università di Siena (Alcune delle illustrazioni contenute nella presentazione sono tratte da PMBOK, a guide to the Project Management Body of Knowledge,

Dettagli

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale.

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Il presente materiale didattico costituisce parte integrante del percorso formativo

Dettagli

Applicazione delle metodologie di Project Management in ambito pubblico

Applicazione delle metodologie di Project Management in ambito pubblico wwwisipmorg Applicazione delle metodologie di Project Management in ambito pubblico Arch Eugenio Rambaldi Presidente ISIPM Istituto Italiano di Project Management wwwisipmorg Intervento all interno del

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ SIF CAPITOLO 08 (ED. 01) MISURAZIONI, ANALISI E MIGLIORAMENTO

MANUALE DELLA QUALITÀ SIF CAPITOLO 08 (ED. 01) MISURAZIONI, ANALISI E MIGLIORAMENTO INDICE 8.1 Generalità 8.2 Monitoraggi e Misurazione 8.2.1 Soddisfazione del cliente 8.2.2 Verifiche Ispettive Interne 8.2.3 Monitoraggio e misurazione dei processi 8.2.4 Monitoraggio e misurazione dei

Dettagli

Lezione 4. Controllo di gestione. Il controllo direzionale

Lezione 4. Controllo di gestione. Il controllo direzionale Lezione 4 Il controllo direzionale Sistema di pianificazione e controllo PIANIFICAZIONE STRATEGICA PIANO 1 2 OBIETTIVI OBIETTIVI ATTIVITA 3 DI LUNGO PERIODO DI BREVE PERIODO OPERATIVA 5 BUDGET FEED-BACK

Dettagli

Evidenziare le modalità con le quali l azienda agrituristica produce valore per i clienti attraverso la gestione dei propri processi.

Evidenziare le modalità con le quali l azienda agrituristica produce valore per i clienti attraverso la gestione dei propri processi. 5. Processi Evidenziare le modalità con le quali l azienda agrituristica produce valore per i clienti attraverso la gestione dei propri processi. Il criterio vuole approfondire come l azienda agrituristica

Dettagli

PERFORMANCE FRAMEWORK, RESERVE E REVIEW NELLA PROGRAMMAZIONE 2014-2020. ROMA, 25 FEBBRAIO 2014 (update 14 APRILE 2014)

PERFORMANCE FRAMEWORK, RESERVE E REVIEW NELLA PROGRAMMAZIONE 2014-2020. ROMA, 25 FEBBRAIO 2014 (update 14 APRILE 2014) PERFORMANCE FRAMEWORK, RESERVE E REVIEW NELLA PROGRAMMAZIONE 2014-2020 ROMA, 25 FEBBRAIO 2014 (update 14 APRILE 2014) OBIETTIVI E STRUMENTI Il quadro di riferimento dell attuazione (performance framework)

Dettagli

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione.

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione. ISO 9001 Con la sigla ISO 9001 si intende lo standard di riferimento internazionalmente riconosciuto per la Gestione della Qualità, che rappresenta quindi un precetto universale applicabile all interno

Dettagli

Sistemi di misurazione e valutazione delle performance

Sistemi di misurazione e valutazione delle performance Sistemi di misurazione e valutazione delle performance 1 SVILUPPO DELL'INTERVENTO Cos è la misurazione e valutazione delle performance e a cosa serve? Efficienza Efficacia Outcome Requisiti minimi Indicatori

Dettagli

Gestire le NC, le Azioni Correttive e Preventive, il Miglioramento

Gestire le NC, le Azioni Correttive e Preventive, il Miglioramento Scopo Responsabile Fornitore del Processo Input Cliente del Processo Output Indicatori Riferimenti Normativi Processi Correlati Sistemi Informatici Definire le modalità e le responsabilità per la gestione

Dettagli

Il sistema di gestione dei dati e dei processi aziendali. Il sistema di controllo interno dal punto di vista del revisore

Il sistema di gestione dei dati e dei processi aziendali. Il sistema di controllo interno dal punto di vista del revisore Il sistema di gestione dei dati e dei processi aziendali Il sistema di controllo interno dal punto di vista del revisore Università degli studi di Pavia Obiettivo=Relazione Team di Revisione Principi Contabili/Principi

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

I Tirocini nella Cooperazione Sociale Trentina. Tirocini formativi del Master in Gestione di Imprese Sociali

I Tirocini nella Cooperazione Sociale Trentina. Tirocini formativi del Master in Gestione di Imprese Sociali I Tirocini nella Cooperazione Sociale Trentina Tirocini formativi del Master in Gestione di Imprese Sociali Premessa Con. Solida ed Euricse condividono un approccio e un metodo per la realizzazione ed

Dettagli

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE.

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE. I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE. 1 Nel panorama legislativo italiano la Salute e la Sicurezza sul Lavoro sono regolamentate da un gran numero di

Dettagli

rilascio del Prototipo Gestione SAL cantieri e subappalti. 3 mesi 4-8 mesi 20gg 90% Controllo di Gestione Avanzato del 2 mesi 6-10 mesi 15gg 90%

rilascio del Prototipo Gestione SAL cantieri e subappalti. 3 mesi 4-8 mesi 20gg 90% Controllo di Gestione Avanzato del 2 mesi 6-10 mesi 15gg 90% In questo mondo informatico sempre in frenetica e continua evoluzione difficile per le aziende IT medio - grandi rimanere al passo con la tecnologia, mentre per quelle piccole quasi impossibile avere le

Dettagli

IV. TEMPI E RISORSE: STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO

IV. TEMPI E RISORSE: STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO IV. TEMPI E RISORSE: STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO Dopo aver affrontato la prima stesura del POP, si deve passare piano al vaglio del committente per avere il via definitivo. Se OK Si procede

Dettagli

Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014

Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014 Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014 (art. 14 comma 5 - d.lgs 150/2009) sintesi dati Generali, per Area e tipologia di dipendente Le Amministrazioni pubbliche, nella prospettiva di

Dettagli

Manuale di Gestione Integrata POLITICA AZIENDALE. 4.2 Politica Aziendale 2. Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI

Manuale di Gestione Integrata POLITICA AZIENDALE. 4.2 Politica Aziendale 2. Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI Pag.1 di 5 SOMMARIO 4.2 Politica Aziendale 2 Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI. Pag.2 di 5 4.2 Politica Aziendale La Direzione della FOMET SpA adotta e diffonde ad ogni livello della

Dettagli

Politica per la Sicurezza

Politica per la Sicurezza Codice CODIN-ISO27001-POL-01-B Tipo Politica Progetto Certificazione ISO 27001 Cliente CODIN S.p.A. Autore Direttore Tecnico Data 14 ottobre 2014 Revisione Resp. SGSI Approvazione Direttore Generale Stato

Dettagli

Il Progetto e il Project Management

Il Progetto e il Project Management Il Progetto e il Project Management Metodologie di Specifica del Software Per contattare il docente Dr. Anna Rita Laurenzi email: annarita.laurenzi@insiel.it cell.+39 3356368206 Agenda Progetto e Project

Dettagli

UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di Gestione per la Qualità: requisiti e guida per l uso

UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di Gestione per la Qualità: requisiti e guida per l uso SORVEGLIANZA E CERTIFICAZIONI UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di Gestione per la Qualità: requisiti e guida per l uso Pagina 1 di 10 INTRODUZIONE La Norma UNI EN ISO 9001:2008 fa parte delle norme Internazionali

Dettagli

Obiettivi generali del revisore

Obiettivi generali del revisore Obiettivi generali del revisore Acquisire una ragionevole sicurezza che il bilancio nel suo complesso non contenga errori significativi, dovuti a frodi o a comportamenti o eventi non intenzionali, che

Dettagli

Approfondimento. Controllo Interno

Approfondimento. Controllo Interno Consegnato OO.SS. 20 maggio 2013 Approfondimento Controllo Interno Maggio 2013 Assetto Organizzativo Controllo Interno CONTROLLO INTERNO ASSICURAZIONE QUALITA DI AUDIT E SISTEMI ETICA DEL GOVERNO AZIENDALE

Dettagli

CAP04 Gestione del Processo di Consulenza Tecnica

CAP04 Gestione del Processo di Consulenza Tecnica CAP04 Gestione del Processo di Consulenza Tecnica 1 di 7 INDICE 1 Pianificazione della realizzazione del prodotto... 2 2 Processi relativi al cliente... 2 2.1 Analisi dei bisogni, determinazione dei requisiti

Dettagli

GESTIONE DELLE NON CONFORMITÀ E RECLAMI

GESTIONE DELLE NON CONFORMITÀ E RECLAMI Pagina 1 di 6 Procedura Rev. Data Descrizione modifica Approvazione 3 27.04.2003 Revisione generale (unificate NC e Reclami) C.V. 4 03.09.2007 Specificazione NC a carattere ambientale C.V. 5 07.03.2008

Dettagli

Disciplinare del Controllo di gestione

Disciplinare del Controllo di gestione Disciplinare del Controllo di gestione INDICE CAPO I - PRINCIPI E FINALITA ART. 1 Oggetto del Disciplinare pag. 3 ART. 2 Il controllo di gestione pag. 3 CAPO II - CONTABILITA ANALITICA ART. 3- Organizzazione

Dettagli

RICHIESTE INSERITE NELLA SCHEDA DI CONTROLLO CON RIFERIMENTO AL CONTROLLO INTERNO SULL INFORMATIVA FINANZIARIA

RICHIESTE INSERITE NELLA SCHEDA DI CONTROLLO CON RIFERIMENTO AL CONTROLLO INTERNO SULL INFORMATIVA FINANZIARIA ALLEGATO RICHIESTE INSERITE NELLA SCHEDA DI CONTROLLO CON RIFERIMENTO AL CONTROLLO INTERNO SULL INFORMATIVA FINANZIARIA CONTROLLO INTERNO SULL INFORMATIVA FINANZIARIA Premessa. Le risposte alle domande

Dettagli

IL RUOLO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO NELLA PREDISPOSIZIONE DEL PROCESSO DI MIGLIORAMENTO. Vanna Monducci 6 settembre 2013

IL RUOLO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO NELLA PREDISPOSIZIONE DEL PROCESSO DI MIGLIORAMENTO. Vanna Monducci 6 settembre 2013 IL RUOLO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO NELLA PREDISPOSIZIONE DEL PROCESSO DI MIGLIORAMENTO Vanna Monducci 6 settembre 2013 IL PROCESSO DI MIGLIORAMENTO: GLI ELEMENTI PRIORITARI valutazione esterna degli apprendimenti

Dettagli

Istituto Comprensivo di Positano e Praiano C.A.F. 2014

Istituto Comprensivo di Positano e Praiano C.A.F. 2014 ARTICOLAZIONE DEL PERCORSO CAF E TEMPI Avvio attività processo AV Processo AV Predisposizione Piano di miglioramento Periodo di riferimento 8 mesi GLI STEP DEL VIAGGIO CAF FASI PROCESSO AUTOVALUTAZIONE

Dettagli

INDICE 1.SCOPO 2.CAMPO DI APPLICAZIONE 3.RESPONSABILITÀ 4.DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ 5.INDICATORI DI PROCESSO 6.RIFERIMENTI 7.

INDICE 1.SCOPO 2.CAMPO DI APPLICAZIONE 3.RESPONSABILITÀ 4.DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ 5.INDICATORI DI PROCESSO 6.RIFERIMENTI 7. www.iacpignataromaggiore.it Proc.09 Stesura del POF INDICE 1.SCOPO 2.CAMPO DI APPLICAZIONE 3.RESPONSABILITÀ 4.DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ 5.INDICATORI DI PROCESSO 6.RIFERIMENTI 7.ARCHIVIAZIONI SCOPO Questa

Dettagli

Specifiche dello sviluppo di un progetto software e indicazioni sulla documentazione e sulle modalità di esercizio delle prestazioni

Specifiche dello sviluppo di un progetto software e indicazioni sulla documentazione e sulle modalità di esercizio delle prestazioni Specifiche dello sviluppo di un progetto software e indicazioni sulla documentazione e sulle modalità di esercizio delle prestazioni Redatto dalla Commissione per l elettronica, l informatica e la telematica

Dettagli

MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO

MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO Data: Ottobre, 2013 UniCredit Group - Public MISSION E AMBITO DI COMPETENZA L Internal Audit è una funzione indipendente nominata dagli Organi di Governo della Società ed è parte

Dettagli

APPROVVIGIONARE APPROVVIGIONARE. Rev. Data Causale Redazione Verifica Approvazione. 00 xx/xx/xxxx Prima emissione

APPROVVIGIONARE APPROVVIGIONARE. Rev. Data Causale Redazione Verifica Approvazione. 00 xx/xx/xxxx Prima emissione APPROVVIGIONARE Rev. Data Causale Redazione Verifica Approvazione 00 xx/xx/xxxx Prima emissione INDICE SCOPO DELLA PROCEDURA RESPONSABILITÀ CAMPO DI APPLICAZIONE MODALITÀ OPERATIVE MONITORAGGIO E MISURAZIONE

Dettagli

Norme per l organizzazione - ISO serie 9000

Norme per l organizzazione - ISO serie 9000 Norme per l organizzazione - ISO serie 9000 Le norme cosiddette organizzative definiscono le caratteristiche ed i requisiti che sono stati definiti come necessari e qualificanti per le organizzazioni al

Dettagli

L Integrazione dei Processi di Gestione delle Risorse Umane

L Integrazione dei Processi di Gestione delle Risorse Umane L Integrazione dei Processi di Gestione delle Risorse Umane 1 L integrazione dei processi della gestione delle Risorse Umane 3 2 Come i Modelli di Capacità consentono di integrare i processi? 5 pagina

Dettagli

SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO. Audit

SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO. Audit Rev. 00 del 11.11.08 1. DISTRIBUZIONE A tutti i membri dell organizzazione ING. TOMMASO 2. SCOPO Gestione degli audit interni ambientali e di salute e sicurezza sul lavoro 3. APPLICABILITÀ La presente

Dettagli

Lesson learned esperienza di attivazione PMO. Il Modello e i Processi a supporto

Lesson learned esperienza di attivazione PMO. Il Modello e i Processi a supporto Lesson learned esperienza di attivazione PMO Il Modello e i Processi a supporto Indice Il contesto di riferimento Il modello PMO ISS L integrazione nei processi Aziendali Lessons Learned Contesto di riferimento

Dettagli

Manuale delle Procedure ACQUISIZIONE DI BENI E SERVIZI

Manuale delle Procedure ACQUISIZIONE DI BENI E SERVIZI Manuale delle Procedure ACQUISIZIONE DI BENI E SERVIZI Codice procedura: AC01 Revisione n 2 Data revisione: 23-07-2013 MANUALE DELLE PROCEDURE Sommario 1. Scopo della procedura 2. Glossario 3. Strutture

Dettagli

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) Revisione Approvazione n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA QUALITA Il nostro progetto

Dettagli

Presidenza della Giunta Ufficio Società dell'informazione. ALLEGATO IV Capitolato tecnico

Presidenza della Giunta Ufficio Società dell'informazione. ALLEGATO IV Capitolato tecnico Presidenza della Giunta Ufficio Società dell'informazione ALLEGATO IV Capitolato tecnico ISTRUZIONI PER L ATTIVAZIONE A RICHIESTA DEI SERVIZI DI ASSISTENZA SISTEMISTICA FINALIZZATI ALLA PROGETTAZIONE E

Dettagli

AZIENDA SANITARIA LOCALE TO1 - SC MEDICINA LEGALE - OBITORIO CIVICO

AZIENDA SANITARIA LOCALE TO1 - SC MEDICINA LEGALE - OBITORIO CIVICO AZIENDA SANITARIA LOCALE TO1 - SC MEDICINA LEGALE - OBITORIO CIVICO PROCEDURA PR02 - Audit Interni Edizione 1 Approvata dal Direttore della SC Medicina Legale Emessa dal Referente Aziendale per la Qualità

Dettagli

*(67,21(,03$77,25*$1,==$7,9,(

*(67,21(,03$77,25*$1,==$7,9,( 3,1,),=,21((21752//2, *(67,21(,0377,25*1,==7,9,( 68//(5,6256(801( 7HVWLPRQLDQ]DGHO*UXSSR%DQFD/RPEDUGD *=DQRQL 0LODQRJLXJQR Struttura del Gruppo Banca Lombarda 6WUXWWXUDGHO*UXSSR%DQFD/RPEDUGDH3LHPRQWHVH

Dettagli

Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE 1. INTRODUZIONE La legge-delega 4 marzo 2009, n. 15, ed il decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, di seguito Decreto,

Dettagli

Funzionigramma delle Direzioni Regionali della Divisione Banca dei Territori

Funzionigramma delle Direzioni Regionali della Divisione Banca dei Territori gramma delle Direzioni Regionali della Divisione Banca dei Territori Luglio 2010 INDICE ORGANIGRAMMA...3 FUNZIONIGRAMMA...5 DIRETTORE REGIONALE...6 COORDINAMENTO MARKETING E STRATEGIE TERRITORIALI...6

Dettagli

LICEO ERASMO DA ROTTERDAM

LICEO ERASMO DA ROTTERDAM LICEO ERASMO DA ROTTERDAM APPROVVIGIONAMENTO Ambito funzionale Gestione delle risorse 1 Liceo ERASMO DA ROTTERDAM INDICE 1.1 OBIETTIVO 1.2 CAMPO D APPLICAZIONE 1.3 RESPONSABILITÀ 1.4 ORDINI DI ACQUISTO

Dettagli

GESTIONE RISORSE UMANE

GESTIONE RISORSE UMANE rev. 01 Data: 26-07-2007 pag. 1 7 SOMMARIO 1. PIANIFICAZIONE... 2 1.1. SCOPO DELLA PROCEDURA GESTIONALE... 2 1.2. OBIETTIVI E STANDARD DEL PROCESSO... 2 1.3. RESPONSABILITÀ E RISORSE COINVOLTE... 2 2.

Dettagli

BIBLIOGRAFIA Project Management. La metodologia dei 12 Step. Come applicarla in tempo reale per gestire con successo piccoli e grandi progetti - Antonello Bove, ED. Hoepli, 2014 Project Management. La

Dettagli

GUIDA DI APPROFONDIMENTO IL CONTROLLO DI GESTIONE: IL SISTEMA DI REPORTING

GUIDA DI APPROFONDIMENTO IL CONTROLLO DI GESTIONE: IL SISTEMA DI REPORTING WWW.SARDEGNAIMPRESA.EU GUIDA DI APPROFONDIMENTO IL CONTROLLO DI GESTIONE: IL SISTEMA DI REPORTING A CURA DEL BIC SARDEGNA SPA 1 S OMMAR IO LA FUNZIONE DEI REPORT... 3 TIPOLOGIA DEI REPORT... 3 CRITERI

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 10

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 10 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 10 INDICE IL SISTEMA DI GESTIONE DELLA QUALITÀ Requisiti generali Responsabilità Struttura del sistema documentale e requisiti relativi alla documentazione Struttura dei

Dettagli

Dall Idea al Progetto

Dall Idea al Progetto CORSO DI EUROPROGETTAZIONE MODULO 2 Dall Idea al Progetto DOTT. GIANLUCA COPPOLA Direttore generale - Responsabile Progetti Europei 1 CAPITOLO 1 STRUTTURARE UN PROGETTO Modulo 2 Dall Idea al Progetto 2

Dettagli

EA 03 Prospetto economico degli oneri complessivi 1

EA 03 Prospetto economico degli oneri complessivi 1 UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA Fase 1: Analisi iniziale L analisi iniziale prevede uno studio dello stato attuale della gestione interna dell Ente. Metodo: si prevede l individuazione dei referenti

Dettagli

Metodologia TenStep. Maggio 2014 Vito Madaio - TenStep Italia

Metodologia TenStep. Maggio 2014 Vito Madaio - TenStep Italia Metodologia TenStep Maggio 2014 Vito Madaio - TenStep Italia Livello di Complessità Processo di Project Management TenStep Pianificare il Lavoro Definire il Lavoro Sviluppare Schedulazione e Budget Gestire

Dettagli