IV edizione del Workshop Le regioni italiane: ciclo economico e dati strutturali
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- Bonaventura Cavallaro
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1 IV edizione del Workshop Le regioni italiane: ciclo economico e dati strutturali Il capitale territoriale: una leva per lo sviluppo? Bologna, 17 aprile 2012
2 Andamenti del credito e organizzazione territoriale delle banche di Marcello Pagnini Banca d Italia di Bologna e RCEA (Rimini Centre for Economic Anlysisi)
3 1. Le definizioni del capitale sociale L aggregato delle risorse effettive e potenziali legate al possedere una durevole rete di relazioni più o meno istituzionalizzate basate sul reciproco riconoscimento (Bordieu, 1986). L insieme dei valori e delle credenze condivise da una comunità che aiutano i suoi membri a superare problemi di free riding nel perseguimento di attività utili per il complesso della comunità (Guiso, Sapienza, Zingales, 2006)
4 2. I rapporti banca-impresa come parte del capitale sociale? Gli aspetti strategici del rapporto banca-impresa: natura dell informazione (hard e soft), asimmetrie informative, aspettative sul futuro e l incertezza, problemi di azzardo morale e selezione avversa, incompletezza dei contratti. E alcune soluzioni basate sul capitale sociale: conoscenza diretta tra debitore e creditore, reputazione, sanzioni individuali e sociali nel caso di violazione delle norme,
5 3. Si, ma con quale organizzazione dell attività di prestito? Le banche locali. A parte il caso delle banche locali, possono le altre banche partecipare alle relazioni definite dal capitale sociale? La risposta è affermativa ma in parte condizionata alle scelte delle banche nell attività di prestito: i. decentramento organizzativo ii. Procedure automatiche per la valutazione del merito di credito iii. Permanenza dei responsabili delle filiali nella stessa sede E infine tali condizioni si estendono anche alle banche locali
6 4. Le misure del decentramento decisionale Ammontare di prestiti che un responsabile di fiilale può concedere in autonomia 600 a) Autonomia decisionale assoluta: (migliaia di euro) 25.0 b) Autonomia decisionale relativa: (valori percentuali) Banche medie e grandi Banche piccole in gruppi Banche piccole non in gruppi Bcc Totale banche 0.0 Banche medie e grandi Banche piccole in gruppi Banche piccole non in gruppi Bcc Totale banche Fonte: Del Prete, Pagnini, Rossi e Vacca (2012a)
7 L eterogenità dei modelli organizzativi: oltre la dimensione della banca La variabilità delle scelte organizzative Categoria Responsabili di filiale: livello di delega (migliaia di euro e valori percentuali) Autonomia decisionale sulla concessione del credito del responsabile di filiale, migliaia di euro (1) Media Mediana Differenza (3) Media Indice di autonomia relativa (2) Mediana Differenza (3) Banche medie e grandi ,2 2,7 81 Banche piccole in gruppi ,3 5,6 127 Banche piccole non in gruppi ,0 11,0 109 Bcc ,0 17,0 118 Totale ,0 13,0 146 Fonte: Del Prete, Pagnini, Rossi e Vacca (2012a) (1) Alle banche è stata posta la domanda F4, cfr. l Appendice II. (2) L indice relativo è calcolato come autonomia del responsabile di filiale normalizzata rispetto a quella del CEO della banca rilevante. (3) Differenza interquartile / mediana, in percentuale.
8 5. Organizzazione bancaria e dinamica dei prestiti durante la crisi Dinamica dei prestiti alle imprese non finanziarie : totale campione (1) Panel a: random effects per banca (GLS) Variabile dipendente: Tasso di crescita dei prestiti a imprese non finanzairie Baseline Rating molto importante Panel b: Effetti fissi di banca (two stages) (2) Time varing: 1st stage Baseline - time invariant 2nd stadio Importanza Rating - time invariant 2nd stadio Scoring utilizzo (0.004) (0.003) Importanza Scoring nella concessione ** ** (0.004) (0.003) Delega relativa al responsabile di filiale * ** * * (0.014) (0.013) (0.011) (0.011) Permanenza del responsabile di filiale ** ** ** ** (0.003) (0.003) (0.002) (0.002) Dummy banche piccole in gruppo ** ** *** ** (0.008) (0.007) (0.006) (0.006) Dummy banche piccole indipendenti *** ** *** ** (0.009) (0.009) (0.008) (0.007) Dummy bcc ** ** (0.008) (0.008) (0.006) (0.006) R-sqr Wald - Chi N. oss. 1,536 1,536 1,838 1,572 1,572 N. di banche Fonte: Del Prete, Pagnini, Rossie e Vacca (2012b). (1) Gli asterischi indicano la significativà statistica: * p<0.10, ** p<0.05, *** p<0.01. Standard errors tra parentesi. (2) La stima ad effetti fissi ne include una di primo stadio sulle variabili che variano nel tempo; successivamente, i residui ottenuti dal primo stadio sono regrediti sulle variabili che non variano nel tempo. Gli altri controlli non mostrati includono variabili per banca relative allo stato patrimoniale, la redditività, l andamento della domanda di prestiti, effetti fissi temporali e altri ancora.
9 6. Qualche conclusione (parziale) I rapporti banca-impresa entrano a pieno titolo nella definizione di capitale sociale. Tuttavia le banche devono soddisfare una serie di requisiti organizzativi che in parte attraversano la semplice distinzione tra banche locali e banche grandi L esperimento naturale rappresentato dalla crisi del mostra che alcuni modelli organizzativi compatibili con l accumulazione di capitale sociale hanno prodotto qualche beneficio per i debitori in termini di disponibilità di finanziamenti Tuttavia qualche dubbio sulla natura di lungo periodo di tali effetti e assenza di un modello unico e ottimale nell assetto dei rapporti banca-impresa
10 7. Qualche riferimento bibliografico Cannari L., Pagnini M. and Rossi P. (eds) (2010), Banks, Local Credit Markets and Credit Supply, Banca d Italia, Workshops and Conferences n. 5, August. De Blasio G. e P. Sestito (a cura di, 2012), Il capitale sociale, Donzelli editore Del Prete S., Pagnini M., P. Rossi e V. Vacca (2012a), L organizzazione dell attività creditizia e la crisi: le evidenze da un indagine sulle banche, mimeo, Banca d Italia Del Prete S., Pagnini M., P. Rossi e V. Vacca (2012b), Lending Organisation and Credit Supply During the Crisis, mimeo, Banca d Italia
11 Grazie per l attenzione
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