IL SOSTEGNO EDUCATIVO: STRATEGIE PER ESSERE GENITORI EFFICACI. Dr.ssa Gabriella Trevisi. Treviso,
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1 IL SOSTEGNO EDUCATIVO: STRATEGIE PER ESSERE GENITORI EFFICACI Dr.ssa Gabriella Trevisi Treviso,
2 SCHEMA DELLA RELAZIONE 1) Caratteristiche generali del ADHD 2) Quali interventi per il bambino con ADHD? 3) Tecniche di gestione comportamentale: intervento psicoeducativo 4) Strategie psicoeducative 5) Compiti di scuola: come affrontarli?
3 1) CARATTERISTICHE GENERALI DELL ADHD DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE / IPERATTIVITA? Il Disturbo da Deficit Attentivo con Iperattività (ADHD o DDAI, acronimo dall inglese Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è un disturbo evolutivo dell'autocontrollo di origine neurobiologica che interferisce con il normale svolgimento delle comuni attività quotidiane: andare a scuola, giocare con i coetanei, convivere serenamente con i genitori e, in generale, inserirsi normalmente nella società.
4 CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELL ADHD SINTOMI PRIMARI 1. Iperattività motoria 2. Impulsività 3. Disattenzione
5 Epidemiologia: 3-5 % della popolazione infantile, con elevata variabilità da Paese a Paese Rapporto maschi - femmine di 3:1 Provocare una compromissione clinicamente significativa del funzionamento scolastico e sociale Diagnosi dai 7 anni in poi, con evidenze della presenza del disturbo già dai 3 anni Manifestarsi in almeno due contesti (ad esempio, a scuola e in famiglia)
6 Sintomi secondari del ADHD SINTOMI PRIMARI 1. Iperattività motoria 2. Impulsività 3. Inattenzione SINTOMI SECONDARI a) Difficoltà relazionali b) Difficoltà scolastiche c) Bassa autostima d) Disturbo del comportamento
7 .. CARATTERISTICHE POSITIVE Se motivato possiede lucidità e ottima capacità di rendimento Estremo senso della giustizia Spontanea disponibilità ad aiutare chi è in difficoltà Memoria da elefante per certi particolari passati Ipersensibilità, empatia Fantasia e creatività Non porta rancore, perdona spontaneamente e completamente Amore intenso per animali e natura Tenacia
8 Disturbi associati del ADHD SINTOMI PRIMARI SINTOMI SECONDARI DISTURBI ASSOCIATI 1. Iperattività motoria 2. Impulsività 3. Inattenzione a) Difficoltà relazionali b) Difficoltà scolastiche c) Bassa autostima d) Disturbo del comportamento
9 Qual è la causa dell ADHD? COMPONENTE INNATA (fattori che determinano il disturbo) GENETICA Sembra essere un disturbo ereditario (percentuale di causalità tra il 70% ed il 90%). Sono stati individuati alcuni geni responsabili NEUROANATOMIA Alcune aree cerebrali di bambini con adhd hanno dimensioni ridotte rispetto a quelle dei controlli: la regione prefrontale, i nuclei della base ed il cervelletto NEUROCHIMICA Livelli più bassi di dopamina e noradrealina in bambini con adhd NEUROFISIOLOGIA EEG di bambini con adhd appaiono come quelli di bambini con età inferiore COMPONENTE APPRESA espressione dei sintomi (durata e gravità) No regole e routine domestiche (ambiente caotico) Relazioni familiari disorganizzate Atteggiamento frettoloso e impulsivo Mancato insegnamento del saper aspettare Esperienze negative per aver atteso Gratificazione della frettolosità
10 Evoluzione del ADHD in generale I primi sintomi di iperattività si manifestano 3 anni Le difficoltà aumentano con l ingresso a scuola per l aumento delle richieste cognitive e comportamentali Verso i 10 anni l iperattività tende a diminuire Alle scuole medie alcuni riescono a compensare le loro difficoltà, ma persiste il deficit attentivo soprattutto nello studio orale In età adolescenziale e adulta rimangono difficoltà sociali e professionali dovute all impulsività e alle scarse abilità organizzative
11 ADHD in età prescolare Massimo grado di iperattività Comportamenti aggressivi Ridotta intensità e durata del gioco Crisi di rabbia, litigiosità, provocatorietà Assenza di paura, condotte pericolose Disturbi del sonno
12 ADHD in età scolare Comparsa di sintomi cognitivi (disattenzione, impulsività) Difficoltà scolastiche Irrequietezza Evitamento di compiti prolungati Aumento dei comportamenti oppositivi e provocatori Bassa autostima Rifiuto da parte dei compagni
13 ADHD in adolescenza Disturbo dell attenzione: difficoltà scolastiche, di organizzazione della vita quotidiana Difficoltà nella pianificazione e organizzazione Riduzione del comportamento iperattivo (sensazione soggettiva di instabilità) Instabilità scolastica, lavorativa, relazionale Problemi associati: - Comportamento aggressivo, antisociale e delinquenziale - Abuso di alcool e droghe - Problemi emotivi
14 ADHD in età adulta Difficoltà di organizzazione nel lavoro Intolleranza alla vita sedentaria Condotte rischiose Rischio di marginalità sociale Bassa autostima Tendenza all isolamento sociale, vulnerabilità psicopatologica
15 L ADHD non passa con la crescita. Indici che aiutano a predire l evoluzione: bassa familiarità; abilità cognitive di base; assenza di comorbidità; interventi psico-educativi; ambiente familiare e scolastico (ordinato e prevedibile); atteggiamento di insegnanti e genitori.
16 RIBALTIAMO LA PROSPETTIVA! Tendenza a comandare > ruolo dirigenziale Inquietudine >gestione di più progetti Ostinazione > perseveranza e tenacia Grafia > computer Polemico > capacità critica Scarsa valutazione pericolo >sperimentarsi Eterno argomentare >commerciante, rappresentante, avvocato Sognatore > creatività artistica Rifiuto compiti noiosi > delegatore Ipersensibilità >aiutare il prossimo
17 2) QUALI INTERVENTI PER IL BAMBINO CON ADHD? INTERVENTI RIVOLTI AL BAMBINO: Training autoregolativo INTERVENTI RIVOLTI AGLI INSEGNANTI E AI GENITORI Per gli insegnanti: Per i genitori: strategie di gestione di Parent training e Strategie attenzione psicoeducative comportamento Compiti
18 PERCORSO A PERCORSO B PERCORSO C Bambini di età compresa tra 4/6 anni Bambini di età compresa tra 6/8 anni Bambini di età maggiore di 8 anni PARENT TRAINING P.T. P.T. CONSULENZA ALLA SCUOLA C.I. CONTROLLO BAMBINO: A) Sintomi DDAI P.T. C.I. Training Autoregolativo b) Stato degli apprendimenti
19 SCOPI E OBIETTIVI DEL TRAINING AUTOREGOLATIVO Sviluppare nel bambino riflessioni sul proprio modo di apprendere, sul funzionamento della mente. Aumentare la consapevolezza di sè. Valorizzare le conoscenze spontanee del bambino. Assecondare i diversi stili cognitivi. Insegnare strategie per apprendere, per ricordare, per stare attenti, per studiare... Aiutare il bambino ad applicare le strategie, a selezionarle in base alla loro efficacia. Incoraggiare il bambino ad autovalutarsi.
20 Training Autoregolativo Tecniche di problem-solving (le 5 fasi) Autoistruzioni (dialogo interno) Attribuzione di impegno personale Autovalutazione Gestione delle emozioni Training di abilità sociali Controllo di rabbia e della frustrazione
21 UN MODELLO DI COMPORTAMENTO CORRETTO: usare un piano di soluzione nelle situazioni problema 1. Che cosa devo fare? 2. Penso a tutte le possibili soluzioni 3. Considero con attenzione tutte le alternative individuate 4. Formulo un piano e lo applico (risposta) 5. Verifico di avere seguito bene il piano e di aver raggiunto lo scopo
22 LA SUA CAPACITA DI CONCENTRAZIONE E DI ATTENZIONE SOSTENUTA IL PERCORSO DI PIANIFICAZIONE E SOLUZIONE DEI PROBLEMI IL LIVELLO DI AUTOSTIMA IL BAMBINO CHE NON RIESCE A REGOLARE: IL COMPORTAMENTO CON GLI ALTRI IL COMPORTAMENTO MOTORIO IL LIVELLO DI MOTIVAZIONE, LA FIDUCIA NELL IMPEGNO E NELLO SFORZO LA CAPACITA DI RISPONDERE IN MODO POSITIVO A CERTE EMOZIONI LA TENDENZA A DARE UNA RISPOSTA PRECIPITOSA E IMPULSIVA
23 I bambini con problemi di autoregolazione Si annoiano e perdono interesse nei confronti dei lavori scolastici velocemente Sono attratti dagli aspetti più divertenti, motivanti e gratificanti di ogni situazione
24 Sviluppo dell autoregolazione Interiorizzazione dei comandi degli adulti Il bambino è controllato dai comandi verbali degli adulti che svolgono un azione inibitoria o eccitatoria I segnali verbali vengono interiorizzati dal bambino e associati ad autocomandi Verso i 5-6 anni le istruzioni vengono interiorizzate e differenziate in maniera opportuna
25 PARENT TRAINING Generalmente viene chiamato parent training un qualunque programma che abbia come finalità il rivolgersi ai genitori in rapporto ai figli che evidenziano situazioni problematiche e che sia centrato su un percorso relazionale con un trainer. Il Parent Training è una tecnica di intervento avente lo scopo di coinvolgere i genitori nel processo educativo, riabilitativo e psicoterapeutico, attraverso l'insegnamento di abilità necessarie per contrastare situazioni familiari problematiche e l'acquisizione di un atteggiamento orientato al problem-solving. (Fabbro, 2004).
26 Perché il parent training per l ADHD? La formazione dei genitori è uno degli elementi chiave nella prognosi di un bambino/ragazzo con ADHD; Di fronte ai comportamenti non adattivi, infatti, le risposte del contesto di appartenenza possono definire il confine entro il quale il disturbo può essere contenuto o oltre il quale si riducono le possibilità di recupero; Prendersi cura di bambini con ADHD può portare i genitori a situazioni di grave stress che rischiano di ripercuotersi negativamente sulle relazioni all interno della famiglia. I genitori, di fronte a comportamenti problematici del figlio, si sentono spesso confusi e hanno l impressione di essere privi di strategie e strumenti utili per stabilire una relazione positiva con il bambino. Talvolta questo può generare senso di frustrazione, rabbia, colpa e impotenza
27 Operare in modo sistematico con i genitori nasce da almeno quattro riflessioni: 1) la famiglia è una risorsa importante per cercare di favorire i comportamenti positivi del bambino, soprattutto nell età prescolare; 2) il lavoro con il bambino a volte non è sufficiente per osservare l apprendimento di adeguati comportamenti a casa e a scuola; 3) l istinto materno e paterno, ovvero la disponibilità dei genitori ad affrontare le problematiche sollevate dal figlio con ADHD, non sono sufficienti a modificare i comportamenti iperattivi e/o la disattenzione; 4) la frequente presenza di relazioni disfunzionali dei membri della famiglia con il bambino ne aggravano il suo profilo psicologico.
28 Struttura degli incontri del P.T. 1 La comprensione del problema Scambio di informazioni genitoreoperatore 2 Preparazione dei genitori al cambiamento Discussione su atteggiamenti, credenze e comportamenti genitoriali 3 La complessità del problema Interazione tra caratteristiche del bambino, scelte educative, situazioni 4 Scelte educative che favoriscono l autoregolazione 5 Individuare i comportamenti negativi del bambino 6 Ampliare il proprio bagaglio di strategie Tecniche di gestione del comportamento del bambino Tecniche di gestione del comportamento del bambino Tecniche di gestione del comportamento del bambino
29 Struttura degli incontri 7 Agire d anticipo rispetto al problema con un piano in testa Tecniche di gestione cognitiva del bambino 8 Il genitore come modello di Tecniche di risolutore abile di problemi gestione cognitiva del bambino 9 Un bilancio del lavoro svolto Revisione del lavoro e prospettive
30 4) STRATEGIE PSICOEDUCATIVE Regole Costo della risposta Timeout Ignoramento pianificato Rinforzare comportamenti positivi nuovi Agire d anticipo e con un piano in testa Tempo privilegiato Stabilire un contratto educativo
31 COME GENITORE DEVO RICORDARE CHE... Molti dei suoi comportamenti disturbanti non sono intenzionali Non importa trovare le responsabilità, sono più importanti le soluzioni Non è solo colpa mia se lui si comporta così Non posso lasciare che lui faccia ciò che vuole Devo iniziare a insegnargli come comportarsi, tenendo conto che servirà più tempo, pazienza e una consulenza L inadeguatezza dei genitori non è la causa principale!
32 Possibili caratteristiche cognitive e comportamentali delle famiglie del bambino con ADHD Aspetti cognitivi: Attribuzioni disfunzionali Incolpare se stessi Credenze e aspettative non realistiche Locus of control esterno Percezione errata della situazione Rabbia Aspetti comportamentali: Rinforzi negativi di comportamenti non corretti Pochi rinforzi positivi di comportamenti corretti Metodo inefficace di condotta Limitato monitoraggio al comportamento del figlio
33 PRINCIPI BASE PER I GENITORI Agire e non predicare Essere diretti chiari e specifici Essere brevi Stabilire regole chiare, semplici ( condivise ) Essere coerenti con le regole e le relative conseguenze che siano positive e/o negative Gratificare il bambino senza posticipare troppo: è importante essere veloci! (elogiare molto, anche gratificazioni fisiche) E molto più importante la rapidità con cui viene dato il premio piuttosto che l entità Essere positivi (meglio chiedere di fare una cosa piuttosto che proibire di farne un altra) Cambiare i premi Rafforzare un rapporto positivo con il bambino Tentare di prevedere i problemi Non cercare di essere perfetti
34 I comandi devono essere brevi, semplici e specifici E necessario prestare molta attenzione ai comportamenti positivi La gratificazione va data in modo ampio e subito dopo l azione del bambino Bisogna ignorare i comportamenti lievemente negativi Non bisogna perdere il controllo del ragazzo E necessario essere da modello e supporto per risolvere i problemi Bisogna essere coerenti nelle gratificazioni e nei contratti comportamentali E importante stabilire e far rispettare delle regole di comportamento: poche, comprensibili e accettate
35 REGOLE: Guida per i genitori Scegliere con attenzione le regole della famiglia Devono essere brevi e poco numerose (4-5) Adatte all età del bambino Trasmesse in forma propositiva e non di divieto Formulazione chiara e precisa, non interpretabile Stabilire la routine quotidiana da seguire Essere coerenti e costanti Porre l accento sull azione e non sulla persona Dare attenzione positiva e non solo negativa Specificare cosa si vuole ottenere e non solo non si vuole Fare o rifiutare le proprie richieste in modo chiaro Motivare il perchè delle proprie richieste Far rispettare le regole poste e specificare anche le conseguenze o penalità dell infrazione
36 Nello stabilire le regole i genitori dovranno chiedersi: Questa regola e necessaria? E semplice? E utile? Mio figlio la capisce? Sa cosa succederà se non la rispetta? Riusciamo, io e mio marito, a portarla avanti in modo coerente?
37 Se il bambino non rispetta le regole i genitori dovranno chiedersi: Le aspettative e le richieste sono ragionevoli? Sa cosa fare, come farlo e quando farlo? Come possiamo fargli fare ciò che e giusto ed incoraggiarlo a continuare?
38 I compromessi possono essere raggiunti in vari modi: Rendere più attraente una richiesta poco gradita facendo scegliere fra due alternative; Dando una scelta; Dire di no ma offrire un alternativa; Fare uno scambio; Incontrarsi a metà; Chiedere la soluzione al figlio o trovarla insieme
39 Per la comunicazione verbale.. Variare l uso delle parole, senza troppe ripetizioni, cercando così anche di aiutare il bambino ad arricchire il proprio vocabolario; Essere fermo, facendo la richiesta sotto forma i affermazione; Usare il nome del bambino; Adottare un tono di voce calmo, evitando vocine ; Dire per favore ; Fare richieste specifiche, sottolineando anche il momento.
40 Con i bambini puntualizzare le conseguenze: Specificare sempre prima quali saranno le conseguenze dell obbedienza e della disobbedienza; Senza minacciare o fare paura; Esprimendo emozioni genuine e realmente provate; Lasciare al bambino un tempo ragionevole per la risposta, incoraggiandolo; Ripetere la richiesta, se necessario, precisando nuovamente l eventuale penalità; Portare avanti quanto stabilito anche in caso di mancata risposta.
41 ALCUNI COMPORTAMENTI DA EVITARE Dare comandi vaghi Fa il bravo, Piantala Dare comandi in forma interrogativa Ti dispiace mettere via i tuoi giochi? Dare troppi comandi contemporaneamente Ripetere gli stessi comandi senza applicare conseguenze Minacciare ripetutamente senza applicare conseguenze Non prestare attenzione ai comportamenti positivi
42 ALCUNI COMPORTAMENTI DA POTENZIARE Dare comandi brevi, semplici e specifici Porsi come modello e supporto per risolvere i problemi Stabilire e far rispettare delle regole di comportamento: poche, comprensibili e accettate Dimostrare coerenza nelle gratificazioni e nei contratti comportamentali Prestare molta attenzione ai comportamenti positivi Gratificare il bambino subito dopo l azione Ignorare i comportamenti lievemente negativi Non perdere il controllo del ragazzo
43 COMPITI PER CASA: come affrontarli ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO STABILIRE UNA ROUTINE ESEGUIRE I COMPITI CONTROLLO DEI COMPITI REVISIONE DEI COMPITI SCRITTI STRATEGIE PER COMPRENDERE STRATEGIE PER RICORDARE
44 ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO INIZIARE PER TEMPO Prima di iniziare stabilire un piano di lavoro - intervalli durante lo studio (pausa minuti) - iniziare dalla materia più impegnativa e finire con quella più semplice - stabilire quanto tempo dedicare ad ogni materia - stabilire il tempo per il ripasso
45 APPLICARE ALCUNE STRATEGIE 1. LEGGERE I TITOLI E LE PAROLE EVIDENZIATE, OSSERVARE LE FIGURE PER AVERE UN IDEA GENERALE DEGLI ARGOMENTI DI CUI SI PARLA 2. FORMULARE DELLE IPOTESI O DELLE DOMANDE SUL CONTENUTO DEL TESTO 3. DECIDERE COME DIVIDERE IL TESTO IN MODO OTTIMALE 4. LEGGERE OGNI PARAGRAFO UNA PRIMA VOLTA POI SOTTOLINEARE LE COSE PIÙ IMPORTANTI 5. FORMULARE DELLE DOMANDE SUI CONTENUTI DEL TESTO E RISPONDI 6. FARE IL RIASSUNTO GUARDANDO IL TESTO 7. FARE IL RIASSUNTO CON PAROLE PROPRIE SENZA GUARDARE IL TESTO 8. CONTROLLARE QUANTO SI E RICORDATO 9. DOPO UN PÒ DI TEMPO RIPETERE ANCORA IL BRANO
46 SEGUIRE I FIGLI NEI COMPITI Organizzare lo spazio di lavoro: ordine, materiale necessario, distrazione al minimo; Gestire strategicamente il tempo dedicato allo studio: intervallare con pause; Suddividere i brani da leggere; Stimolare ed invitare vostro figlio ad usare strumenti come il registratore, il vocabolario su CD ROM, mappe concettuali ecc...; Controllare il diario e fornire un modello su come va gestita un agenda; Aiutarlo a ripetere la lezione; Elaborare insieme le informazioni partendo da ciò che si sa già e aggiungere informazioni; Utilizzare delle strategie immaginative per ricordare meglio cose astratte.
47 STABILIRE UNA ROUTINE Programmare una routine quotidiana scritta per l esecuzione dei compiti Luogo di studio tranquillo Tutto il materiale a disposizione Iniziare dalle materie più impegnative e finire con quelle più semplici Concordare le pause Stabilire quanto tempo dedicare ad una materia Stabilire il tempo per il ripasso
48 ESEGUIRE I COMPITI Dividere i compiti in parti eseguibili in tempi ragionevoli Fare delle pause Produrre compiti di buona qualità piuttosto che cercare di finire tutto male e in fretta Controllare se le consegne del compito sono state comprese da vostro figlio Nei componimenti scritti, aiutate oralmente vostro figlio a sviluppare le idee secondo un ordine logico Insegnare il vocabolario specifico di cui ha bisogno
49 CONTROLLO DEI COMPITI Aiutatelo a imparare a programmare in anticipo e a organizzare il proprio tempo Preparate insieme delle liste di Cose da fare e riflettete su come si possono svolgere i compiti di scuola Insegnare a rivedere i compiti Utilizzare un timer Lodare e sottolineare le cose fate bene!
50 REVISIONE DEI COMPITI SCRITTI DOPO CHE HA TERMINATO UN COMPITO FATEGLI USARE QUESTA LISTA DI CONTROLLO Ho risposto a tutte le domande assegnate? Ho controllato tutte le mie risposte e ho ricontrollato i fatti, le date e i numeri? Ho espresso chiaramente le mie idee? Hanno un senso tutte le parole e le frasi che ho scritto? Le mie frasi iniziano con la lettera maiuscola e terminato con il segno di punteggiatura corretto? Ho scritto i nomi propri con l iniziale maiuscola? Ho usato correttamente le virgole, i punti interrogativi e gli apostrofi? Ho controllato l ortografia delle parole difficili su un dizionario? Ho scritto l intestazione corretta?
51 STRATEGIE PER COMPRENDERE STRATEGIA Attivare schemi organizzativi di conoscenze Scorrere il testo richiamando conoscenze precedenti e facendo previsioni Dividere il test in modo ottimale Fare ipotesi e verificarle sul testo Fare previsioni sulla base delle conoscenze date dal testo Individuare le parti importanti Porsi domande per verificare la comprensione MODALITÀ Chiedersi: e un testo di storia? Quale argomento tratta? Com è organizzato? Farsi un idea dell argomento Decidere in anticipo come dividere un capitolo Verificare il testo attraverso una prima lettura Inferire cosa potrà essere il testo scritto dopo Durante la seconda e la terza lettura individuare le parti importanti del testo Autoformulare delle domande Comprendere le figure e integrarle con il testo Analizzare le figura integrando le informazioni contenute
52 STRATEGIE PER RICORDARE STRATEGIA Utilizzare le figure come aiuto mnemonico Riassumere con modalità copia e cancella Riassumere con parole chiare e parola chiave Riassumere personalmente Costruire schemi, tabella Formare immagini mentali Concretizzare i concetti astratti e formare immagini mentali Associare MODALITÀ Farsi venire in mente le figure e gli argomenti ad essi collegati Dopo aver individuato le parti riscriverle collegandole in modo opportuno Costruire una parola che riassuma Riassumere con parole proprie il testo Organizzare in tabelle, mappe, schemi le informazioni del testo Individuare i termini concreti e tradurli in immagini mentali Trasformare i concetti astratti in uno o in più concetti concreti e formare poi le immagini mentali Formare immagini, parole, frasi che associano una informazione difficile a qualcosa di già noto
53 GRAZIE PER LA CORTESE ATTENZIONE!
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