Az. C.1 Manual on procedures for restocking and reproduction

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1 LIFE10 NAT/IT/ RARITY Eradicate invasive Louisiana red swamp and preserve native white clawed crayfish in Friuli Venezia Giulia Az. C.1 Manual on procedures for restocking and reproduction

2 Allevamento del gambero nativo Austropotamobius pallipes Ripopolamento delle acque del Friuli Venezia Giulia Protocolli e metodi per la cattura, la riproduzione e l immissione in natura Marzo 2013

3 Indice Introduzione pag. I Protocollo di cattura e allevamento del crostaceo nativo Austropotamobius pallipes nella Regione Friuli Venezia Giulia pag. 1 Premessa pag. 1 Riconoscimento dei sessi pag. 3 Trasporto dei riproduttori pag. 6 Stabulazione e quarantena pag. 7 Qualità dell acqua pag. 8 Predisposizione delle attrezzature di base necessarie per l allevamento pag. 10 Alimento e mangiatoie pag. 13 Piante acquatiche pag. 15 Gestione delle femmine fecondate e ovigere pag. 16 Lo svezzamento pag. 20 L incubazione artificiale delle uova pag. 23 Indicazioni per una corretta gestione dei gamberi prodotti in allevamento e per la loro immissione in natura: principali metodiche di ripopolamento pag. 28 Lo stress nei gamberi, i suoi meccanismi ed interazioni pag. 31 L età pag. 33 La raccolta pag. 34 Il trasporto pag. 36 Il periodo pag. 39 L immissione pag. 39 Principale bibliografia consultata pag. 44 Approfondimenti pag. 45

4 Introduzione Nell ambito del progetto LIFE RARITY (LIFE10 NAT/IT/000239) per il contenimento del gambero rosso della Louisiana ed il rafforzamento delle popolazioni native di gamberi di acqua dolce in Friuli Venezia Giulia, tra le azioni concrete di conservazione, la C1 prevede la riproduzione e il ripopolamento della specie nativa Austropotamobius pallipes. A questo scopo due sono gli impianti di acquacoltura attualmente in funzione, uno ubicato in una zona montana, ad Amaro (UD), l altro nella bassa pianura, a San Vito al Tagliamento (PN). Amaro San Vito al Tagliamento L impianto ittico di San Vito è uno dei piccoli incubatoi di proprietà dell Ente Tutela Pesca, utilizzato fino al 2011 (inizio progetto Rarity) per la schiusa di uova di trota. È una piccola ma funzionale struttura che si trova all interno di una proprietà privata. È ubicato a Savorgnano di San Vito al Tagliamento. L impianto è coperto e ospita 10 vasche in vetroresina rettangolari (2x0,6 m), 4 vasche circolari (diametro 1,5 m). All esterno della struttura sono presenti altre 4 vasche rettangolari (2,1 x 0,60 m), una vasca settata in quattro (0,40x0,8) ed un laghetto per coltivazione di piante acquatiche. Le vasche sono alimentate da acqua di pozzo a temperatura costante di 12,4 C. L impianto è attivo per il progetto dal novembre 2011 ed ha consentito di produrre oltre esemplari, tutti liberati in natura alla fine dell estate I

5 S. Vito. Avannotteria interna 2. S. Vito. Vasche circolari sotto un portico 3. S. Vito. Vasche esterne 4. S. Vito. Controllo dello stato di maturazione delle uova delle femmine L impianto di Amaro è il secondo centro per la riproduzione e l ottenimento di larve da destinare al ripopolamento nell ambito del progetto Rarity. Si trova in località Cison ed ha ufficialmente iniziato la sua nuova attività nel settembre Il ciclo produttivo avviene all interno di 6 vasche in vetroresina di 6x1 m e altrettante di 3x1 m alimentate da acqua di pozzo a temperatura costante di 10,5 C e all interno di un tunnel coperto. L impianto ha anche a disposizione alcune vasche in vetroresina per la quarantena nonché due vasche in cemento (40x2,5m), settabili, per la coltivazione di piante acquatiche. II

6 Amaro. Le strutture produttive in fase di realizzazione Amaro. Degasatore e vasca piezometrica Amaro. Particolare delle vasche al di sotto della copertura Amaro. controllo delle femmine ovigere prima della loro quarantena Amaro. L impianto oggi al coperto sotto serra Amaro. Le vasche di allevamento all interno Amaro. Particolare di una vasca con i maschi che si alimentano 11 III

7 Protocollo di cattura e allevamento del crostaceo nativo Austropotamobius pallipes nella Regione Friuli Venezia Giulia Premessa La tutela dell ambiente rappresenta una delle priorità delle scelte gestionali che ogni pubblica Amministrazione deve compiere; in questi ultimi tempi sempre più spesso a causa del degrado ambientale, nell ambito della fauna acquatica, il gambero d acqua dolce nostrano è divento il fulcro di parecchie iniziative volte alla sua tutela. alcune anche finanziate a livello comunitario, l ultima delle quali è proprio il progetto RARITY. Nell ambito delle diverse azioni che possono essere intraprese, l allevamento finalizzato al ripopolamento ricopre un ruolo fondamentale; questo manuale, seppur sinteticamente, si propone di aiutare gli operatori nelle scelte per produrre con successo giovanili di gambero di fiume ai fini del ripopolamento. La prima fase è ovviamente quella dell approvvigionamento nell ambiente naturale dei soggetti; a tal proposito, va ricordato che per quanto riguarda l efficacia delle catture, al di là delle tecniche impiegate, i maschi, generalmente sono più mobili e vengono perciò presi più frequentemente delle femmine; quest ultime poi se con le uova sono più restie ad allontanarsi dalle loro tane e solo quando le loro larve sono prossime alla schiusa (di solito nella tarda primavera), riprendono le loro normali attività dopo il lungo e forzato digiuno, cercando attivamente l alimento in misura ancora più evidente dei maschi stessi. Non va poi dimenticato che il momento in cui l animale si dedica maggiormente alla ricerca di cibo, è la notte. E noto infatti che i crostacei, e soprattutto quelli presenti alle nostre latitudini, sono animali lucifughi, che escono dai loro nascondigli per mettersi in caccia soltanto verso sera, anche se ci sono a tal proposito sostanziali differenze comportamentali tra le diverse specie. Esistono infatti delle eccezioni, già menzionate dai vari Autori e ben note anche in alcune nostre acque dove si è potuto osservare ad esempio, animali a zonzo anche durante le ore del giorno. Quella di procacciarsi il cibo è senz altro la principale attività svolta dal gambero, e direttamente condizionata dall andamento stagionale e dal clima: la direzione e l intensità dei venti, i livelli dell acqua, la sua trasparenza e temperatura, ecc., insieme alle fasi lunari, determinano tempi e modi di procurarsi il cibo, nonché il comportamento individuale e gregario di ogni specie. In tutti i casi, comunque, i limitati periodi in cui si possono catturare con maggiore facilità e con i migliori risultati i gamberi di entrambi i sessi sono 1

8 l estate maggior attività e l autunno epoca degli accoppiamenti periodo questo caratterizzato da una maggior erratismo 1 degli animali. A proposito del loro comportamento comunque può tornare utile all operatore intento nella cattura e soprattutto per impiegare al meglio gli attrezzi disponibili e muoversi sul campo con la migliore efficacia, va ricordato che questi animali presentano delle attitudini molto varie; durante la notte, ad esempio, quando il gambero presenta la maggior attività biologica, una improvvisa luce anche intensa e costante non lo induce alla fuga. Dopo un primo momento di arresto, seppur con tutta calma, cerca di dirigersi fuori della zona illuminata; se poi dall acqua o dal suolo gli giungono segnali di eventuale pericolo attraverso vibrazioni più o meno intense, pur arrestandosi momentaneamente, continua il suo cammino dirigendosi, se eventualmente si trova nelle vicinanze, verso la propria tana. La percezione o la comparsa di un ombra, silhouette, oppure il contatto fisico con un corpo estraneo, suscita secondo il momento (inteso come evento atmosferico: temporale, giorno o notte) reazioni molto diverse tra loro a seconda della specie e del sesso. Il riflesso più ricorrente è una rapida fuga all indietro; i soggetti di sesso maschile, invece, il più delle volte si dirigono verso il potenziale pericolo, attaccando minacciosi con le chele in posizione protese in avanti in atteggiamento di attacco. Questo comportamento è particolarmente frequente in alcune specie di indole più aggressiva delle altre come il Procambarus, animale ancora più feroce ed aggressivo degli altri a causa dell ampiezza dell articolazione delle sue chele che li permettono di pizzicare in posizione molto arretrata rispetto al cefalotorace; ne sanno qualcosa coloro che per la prima volta cercano di afferrarli. Prima delle catture, si dovranno identificate le aree di reperimento dei nativi dove, oltre all assenza della specie aliena (P. clarkii ad esempio), la locale popolazione sia numerosa, bene organizzata, fisicamente integra e senza apparenti problemi sanitari; successivamente si potrà, nei periodi propizi, catturare gli individui sessualmente maturi, che verranno poi suddivisi e separati in allevamento per aree di prelievo. In questo modo si costituirà un parco riproduttore per la successiva produzione di piccoli da re immettere nelle medesime acque non prima di aver caratterizzato la genetica. Alla base dell allevamento della specie nativa, oltre alla la cattura dei riproduttori selvatici, è di fondamentale importanza il riconoscimento da parte dei neofiti dei sessi, la manipolazione delle femmine ovigere, ed il trasporto in impianto. 1 Movimento di modesta portata compiuto da individui di specie sedentarie verso territori limitrofi. 2

9 Riconoscimento dei sessi Un semplice e rapido modo per identificare già in acqua se si tratta di maschi o di femmine, è quello di valutare la larghezza dell addome che, al di là della taglia, nella femmina è quasi sempre più largo di quello del maschio.. Foto 1 Maschio (a sinistra) e femmina (a destra) di Austropotamobius pallipes. Nella femmina si nota chiaramente la maggior larghezza dell addome. Una volta catturato, se si osserva l animale ventralmente, l identificazione del maschio dalla è ancor più facile per la presenza o l assenza dei gonopodi 2. 2 Sono una modificazione delle zampette poste ventralmente su ciascun segmento addominale che vengono utilizzate da entrambi i sessi muovendole rapidamente per creare una corrente d acqua verso le cavità branchiali in modo da aumentarne l afflusso alle branchie, favorendo così la respirazione. Un altra importante caratteristica di queste estremità è la loro funzione svolta a fini riproduttivi; nei maschi, infatti, le prime due paia risultano profondamente modificate a tale scopo e prendono il nome di gonopodi. 3

10 2 3 Foto 2 Maschio della specie nativa A. pallipes con evidenziati i gonopodi. Foto 3 Femmina in ambiente naturale con il tipico addome raccolto. Se poi il crostaceo procede in acqua con l addome ripiegato (foto 3), con tutta probabilità si tratterà di una femmina già con le uova (ovigera) che dovremo cercare di catturare e soprattutto manipolare con particolare cura, pena la perdita di gran parte del suo prezioso prodotto. In questo caso un sicuro modo per evitare danni e verificare la qualità e lo stato di maturazione, è quello di trattenerla in posizione ventrale, con il pollice e l indice che fermano le chele mentre l anulare o il mignolo bloccano la coda (telson). 4 5 Foto 4 Femmina ovigera di Austropotamobius pallipes. L anulare dell operatore blocca la coda dell animale per evitare che un suo rapido movimento possa danneggiare le uova. Foto 5 Femmina ovigera di Austropotamobius pallipes. Pollice e indice dell operatore fermano le chele mentre l anulare immobilizza la coda, scongiurando così la caduta delle uova provocata dai ripetuti scatti della coda. 4

11 Foto 6 Femmina di A. pallipes con le evidenti placche bianco latte che indicano la maturazione ottimale delle sottostanti ghiandole (il cui secreto gioca un ruolo fondamentale per l emissione, la fecondazione delle uova e la formazione del loro guscio), queste caratteristiche sono più che sufficienti per affermare che il soggetto è sessualmente maturo e, quindi, può essere trasferito in allevamento. Se infine le catture avvengono nel periodo riproduttivo che, nella maggior parte delle nostre acque, inizia a metà Settembre primi di Ottobre, protraendosi talvolta fino addirittura alla metà di Dicembre, il sesso delle femmine risulta ancor più evidente: sotto l addome, infatti, si possono distinguere delle tacche di color bianco latte, disposte lungo l arco inferiore di ogni segmento addominale, visibili anche in quelle che si muovono in acqua. Sovente durante la ricerca dei gamberi capita, soprattutto all inizio dell autunno e fino al principio dell inverno, di catturare femmine già fecondate, facilmente riconoscibili da un ammasso bianco e solidificato di consistenza simile alla gomma da masticare, attaccato sul loro ventre che altro non è che il prodotto sessuale del/i maschio/i con cui si sono accoppiate. Foto 7 Femmina di A. pallipes. All altezza del pollice dell operatore, incastonate sull addome tra le ultime paia di arti ambulacrali (pereiopodi), sono chiaramente visibili le spermatofore che il maschio ha fatto aderire al corpo della femmina durante il recente accoppiamento. Anche in questo caso bisogna essere molto cauti nella loro cattura, manipolazione e trasporto: la placca delle spermatofore fissata all addome, infatti, molte volte può staccarsi dall animale (fatto questo che succede anche in natura) vanificandone così la successiva fecondazione delle uova; in questi casi per il loro spostamento è bene destinare un contenitore a parte. 5

12 Tutti i soggetti saranno scelti oltre che per il sesso e la taglia (femmine più grandi producono più uova e quindi piccoli), anche per la loro docilità, carattere estremamente importante per l allevamento in cattività. Gli animali stabulati in spazi ristretti possono, infatti, intensificare la loro naturale indole al cannibalismo che, oltre a provocare indesiderate perdite, stressano gli animali, diminuendone così gli standard produttivi attesi. Trasporto dei riproduttori Per il trasporto fino al centro di allevamento, si possono utilizzare diversi mezzi tenendo sempre presente che anche i crostacei, al pari dei pesci, patiscono gli stress pertanto le pratiche di manipolazione e di stoccaggio sia durante la fase di cattura, sia per il viaggio devono rispettare in modo rigoroso i requisiti minimi di benessere della specie. Il mezzo più sicuro che permette, nell arco di una giornata, di immettere gli animali a più Foto 8 Vasca da trasporto per auto riprese, senza grossi problemi, è l uso di una vasca isotermica in vetroresina progettata per il trasporto di pesci e crostacei, completa di bombola per l ossigeno del tutto simile, ma ovviamente più piccola, a quella solitamente presente sugli automezzi degli Agenti di vigilanza che, per le ridotte dimensioni e pesi, trova facilmente posto nel bagagliaio di qualsiasi vettura. Un secondo modo molto in uso tra i produttori europei di gamberi, è quello del trasporto cosiddetto a secco, che sfrutta la caratteristica di tutti i crostacei di utilizzare, all occorrenza, direttamente l aria atmosferica per soddisfare il proprio fabbisogno di ossigeno; questo permette loro di trattenersi per un tempo più o meno lungo e senza problemi fuori dall acqua. Questa particolarità viene sfruttata dagli allevatori e commercianti per trasportare i gamberi all interno di semplici ceste di vimini o in contenitori di poliuretano opportunamente forati dove gli animali vengono sistemati, assieme a vegetali acquatici, o trucioli di legno bagnati in modo da garantire un umidità ambientale costante durante tutto il trasporto. Foto 9 Esempio di materiali vegetali che si possono usare per il trasporto a secco dei gamberi d acqua dolce; nell immagine si tratta di soggetti della specie A. torrentium catturati in un sito regionale nel Se al contrario l ambiente fosse povero di umidità, l apparato branchiale dell animale si disidraterebbe provocandone la morte. Un utile accorgimento soprattutto in estate, quando le 6

13 temperature esterne sono elevate, è quello di sistemare dentro al contenitore ed in un altra scatola più piccola e non a diretto contatto con gli animali, una o più siberine in modo da abbassare quanto basta la temperatura all interno. Prima di immettere gli animali nelle nuove strutture, se portati in questo modo, non bisogna scordare alcuni principi fondamentali per il buon esito dell operazione e soprattutto della sopravvivenza degli animali; ciò vale anche per le successive operazioni di ripopolamento con i giovanili prodotti in artificiale nell impianto. Foto 10 Immissione pancia all aria nell acqua della vasca di allevamento dell impianto ittico di San Vito al Tagliamento di un gambero trasportato a secco È indispensabile attenersi ad alcune regole da seguire scrupolosamente; poiché la permanenza dei crostacei all asciutto, fa sì che i loro setti branchiali si riempiano d aria che deve essere espulsa gradualmente dagli animali, man mano che ritornano alla respirazione acquatica. L introduzione senza alcuna precauzione di crostacei trasportati per lungo tempo all asciutto, equivale a farne morire una parte per soffocamento. Il modo migliore è quello di immergerli nella vasca dal dorso (a pancia all aria), ciò consentirà la fuoriuscita delle bolle d aria dalla loro cavità branchiale, fatto questo facilmente osservabile, permettendo così un rapido recupero di tutte le loro funzioni. Stabulazione e quarantena Al fine di evitare possibili contagi e/o diffusioni di eventuali malattie, una volta giunti in impianto ed essere suddivisi secondo i siti di prelievo, è necessario procedere con la loro. Questa è una pratica alla base di ogni allevamento che impieghi soggetti provenienti da altri luoghi soprattutto se naturali; è prassi comune considerare questo periodo di almeno un paio di settimane, lasso di tempo sufficiente a far sì che possibili agenti eziologici in incubazione anche a seguito dello stress (vedi oltre) da trasporto si manifestino. Durante questa fase è buona regola osservare costantemente i nuovi arrivati valutandone i comportamenti soprattutto se strani rispetto a quelli tipici della specie come, ad esempio, il rimanere per lungo tempo al di fuori del ricoveri artificiali, il modo di camminare ed il portamento, se alcuni di loro si rovesciano sul dorso (come l esemplare dell immagine) e così via, tutte anomalie che compaiono già poche ore dopo l introduzione in vasca, ma possibili anche a distanza di alcuni giorni o settimane. 7

14 Foto 11 femmina da cattura dopo alcuni giorni di quarantena con manifesti problemi Qualità dell acqua Una volta completato questo periodo che, tra l altro, serve agli animali per ambientarsi alla qualità della nuova acqua, al nuovo ambiente e alle nuove tane ma, soprattutto, al nuovo tipo di cibo, si procede con le successive fasi dell allevamento; a tal scopo di seguito si riportano alcune semplici e sintetiche istruzioni indispensabili per il buon esito di ogni successiva operazione. Questo parametro è senza dubbio il più importante e deve assicurare la migliore qualità rispetto alle esigenze tipiche della specie; nel caso dei gamberi alcuni valori sono diversi a seconda delle specie allevata, altri invece (come il ph e il contenuto in Calcio dell acqua) sono egualmente importanti per tutte le specie. Tra i diversi parametri, il più importante è certamente il contenuto in Ca disciolto; il gambero può infatti svolgere al meglio tutte le sue funzioni biologiche solo in acque dove siano presenti almeno 50 mg/ca/l; se questo valore risulta scarso o comunque inferiore, assieme all apporto minerale fornito con il mangime artificiale, bisogna provvedere alla distribuzione di molluschi acquatici (meglio conosciuti come chiocciole d acqua dolce) che, oltre alla integrazione nutritiva in sostanze proteiche, con la loro conchiglia calcarea rimediano egregiamente a questa carenza. L animale, lo ricordiamo, è un crostaceo ricoperto da un esoscheletro formato da due sostanze: la chitina, di origine animale, ed un composto prettamente minerale (costituente più della metà del peso totale del suo esoscheletro) formato dall 1% di Fosfato di Ca e dal 9% di Carbonato di Ca; ed è proprio a questi due composti che si deve la consistenza del carapace. SPECIE ph O 2 (ppm) T C Ca (ppm) A. pallipes saturazione / A.astacus saturazione Tab1 Principali parametri chimico fisici richiesti per l allevamento di specie native; in rosso i valori limite (da Arrignon, L écrevisse et son élevage, 1981 GauthierVillars, Paris, mod.). Riguardo alle vasche dove ospitare gli animali, è meglio utilizzare od acquistare quelle in vetroresina lunghe al massimo 6 metri che risultano più facilmente gestibili dall operatore consentendo una migliore ispezione degli animali e, soprattutto dei giovani nati. 8

15 Foto 11 bis Allevamento ETP di San Vito al Tagliamento: batteria di vasche in vetroresina di piccole dimensioni al coperto utilizzate per il progetto Rarity Per quanto riguarda la quantità d acqua che deve defluire nelle vasche di allevamento va ricordato che, al contrario dei pesci, in condizioni di allevamento artificiale il gambero è meno esigente accontentandosi di un ricambio completo nelle 24 h. in vasche con altezza dell acqua non superiore a 50 cm. che, tra l altro, contribuisce alla formazione sul fondo e sulle pareti della vasca di una ricca micro macro fauna e flora, con ulteriori indubbi vantaggi. Un fattore fondamentale, è l approvvigionamento che deve necessariamente provenire da una falda artesiana (pozzo che preliminarmente deve essere analizzato) sia per scongiurare la possibile contaminazione con agenti patogeni, sia per le caratteristiche fisico chimiche costanti soprattutto per quanto riguarda la temperatura fondamentale nel nostro caso. Foto 12 vasche piezometriche dotate di degasatore che prelevano l acqua di falda: impianto di San Vito al Ta gliamento e di Amaro (dx) Si ricorda a tal proposito che come avviene per gli animali ovipari anche per i crostacei, l embrione per svilupparsi deve assorbire una quota di calore dall acqua, più o meno variabile, fino a raggiungere quella tipica della specie: tanto più l ambiente è relativamente caldo, tanto minore sarà perciò il tempo necessario alla schiusa. A tal riguardo si devono considerare numerosi fattori senza dimenticare che, nel gambero il periodo di maturazione dell embrione è regolato principalmente dalla temperatura dell acqua, periodo che viene usualmente misurato ed indicato in gradi/giorni, che corrispondono al valore della temperatura media dell acqua (espressa in gradi centigradi) moltiplicato per la durata dell incubazione. In questo modo si può inversamente stabilire il tempo necessario dividendo il numero noto: 1684 nel nostro caso, dei gradi/giorni per la temperatura media dell acqua 9

16 utilizzata. È così ipotizzabile con buona approssimazione la data della presunta schiusa; a titolo di esempio, se la temperatura delle vasche si mantiene costante l ideale sarebbe intorno a 14 C il processo evolutivo sia dell uovo, sia della crescita larvale è accelerato rispetto allo standard naturale, con una ecclosione delle uova deposte in autunno ipotizzabile già a partire dal mese di Febbraio, ovvero almeno 3 mesi prima rispetto all ambiente di origine. Per quanto riguarda la modalità con cui l acqua deve entrare nella vasca, il miglior sistema idraulico è quello costituito da una condotta a due vie (innestata nella saracinesca di adduzione idrica) appoggiato sul fondo; questo sistema consente di ottenere alcuni importanti vantaggi: oltre a migliorare la pulizia, crea un flusso d acqua costante arricchendo nel contempo di ossigeno la parte dove vivono i gamberi ricreando, se così si può dire, l idraulica di un ambiente naturale. Foto 12 bis Modifica in una vasca per la stabulazione di gamberi d acqua dolce del tradizionale ingresso dell acqua a cascata dall alto, con un sistema sommerso a due vie. La vasca è stata volutamente svuotata per evidenziare l ottimale distribuzione dei flussi lungo tutto il fondo Predisposizione delle attrezzature di base necessarie per l allevamento Prima di introdurre i riproduttori, bisogna predisporre le vasche che serviranno per l intero ciclo. Per prima cosa si deve eseguire una disinfezione preventiva, poi si procederà con il successivo attrezzaggio; nella panoramica dei prodotti registrati per l impiego in acquacoltura, quelli a base di Cloramina T (il più usato è conosciuto con il nome commerciale di Halamid ) risultano i più efficaci contro microrganismi patogeni sia dei pesci, sia dei gamberi. 10

17 UTILIZZO DEL PRODOTTO E MODALITA D IMPIEGO Al fine di prevenire patologie derivanti soprattutto da problemi sanitari, l acquacoltura richiede rigide norme igieniche ed è per questo motivo che, per garantire il miglior risultato possibile, la pulizia prima della disinfezione è una fase preliminare obbligatoria. In mancanza di un adeguata pulizia infatti, la sporcizia e la materia organica proteggeranno i microorganismi dall azione di qualsiasi disinfettante, con il risultato che l operazione risulterà incompleta. Iniziare con una pulizia a secco per rimuovere la maggior parte della materia organica, e proseguire utilizzando acqua o una soluzione detergente; al termine di questa operazione va impiegato uno specifico disinfettante; a tal proposito nella panoramica dei prodotti registrati per il loro impiego in acquacoltura questo prodotto è ideale per mantenere l igiene nelle acquacolture e va applicato sempre come soluzione acquosa sciogliendolo in acqua pulita alla concentrazione raccomandata: disinfezione per le vasche 1% 2%; per i macchinari in genere 1%, per le reti, i guadini ed anche le nasse1%, tappeti per bagni podalici 2%; in quest ultimo caso deve essere rinnovare secondo necessità. Disinfezione vasche È di fondamentale importanza procedure a una pulizia e disinfezione approfondite di vasche vuote nelle pause di produzione (vuoto sanitario), ciò per evitare la contaminazione del successivo lotto di produzione. Iniziare dalla fase di pulizia per rimuovere la materia organica e in seguito disinfettare vaporizzando o risciacquando con la soluzione all 1% (o al 2% in caso di pesante contaminazione). Disinfezione attrezzature Vaporizzate con un semplice spruzzino erogatore tutte le attrezzature utilizzate nell acquacoltura con una soluzione all 1% o immergetele nella soluzione per 30 min. Disinfezione reti Le reti utilizzate in acquacoltura come pure le nasse impiegate per la cattura dei selvatici (in questo caso dovranno essere sottoposte a disinfezione al termine di ogni campagna di prelievo), devono essere pulite e disinfettate tra ogni ciclo di produzione. I risultati di test di compatibilità tra le reti in poliammide e una soluzione di Halamid indicano che il prodotto non ha effetti negativi sulle proprietà delle reti. Per la disinfezione delle reti è utilizzata una soluzione di Halamid all 1 2% con un tempo di contatto di 30 min. Una volta che le vasche saranno pronte, ognuna viene attrezzata da due semplici ma fondamentali strumenti che serviranno per tutte le operazioni di pulizia e di cattura: un guadino a maglie piccole tipo quello usato in acquariologia, ed una piccola scopa. Proseguendo con l attrezzaggio, un altro attrezzo utile è una tavoletta di legno posta al di sopra della griglia di scarico; questo accorgimento permette di evitare fughe indesiderate e serve anche come base di appoggio per ogni operazione come, ad esempio, il controllo degli animali o la sistemazione della scheda tecnica che l operatore provvede giornalmente a compilare nelle sue parti. Foto 13 attrezzatura per la pulizia e il controllo degli animali stabulati nelle vasche 11

18 Foto 14 Vasche per la stabulazione di gamberi di acqua dolce. Nella porzione terminale di ognuna è ben visibile la tavola di legno che impedisce ogni possibile fuga e serve anchecome base di appoggio Non bisogna dimenticare che una delle principali caratteristiche comune alla maggior parte delle specie di gamberi d acqua dolce, è quella di essere prevalentemente lucifugi e di aver quindi bisogno di rifugi sicuri dove potersi riparare sia dai propri simili (soprattutto in occasione della muta), sia dalla luce diretta del sole; perciò per la preparazione della vasca che li ospiterà, considerata la naturale predisposizione di questa specie a nascondersi dalla luce diretta durante il giorno, bisogna collocare dei rifugi che fungano da tana per gli animali che così possono anche ripararsi dai propri simili soprattutto in occasione della muta. Il cannibalismo infatti è una caratteristica comune a tutta la classe dei crostacei che ad altre fonti alimentari preferiscono, quando possono e/o in mancanza d altro, rivolgere le loro attenzioni soprattutto verso quei soggetti che hanno appena esuviato e sono più vulnerabili. E molto importante disporre in ogni vasca un numero di ricoveri superiore a quello dei soggetti presenti e, soprattutto, di diametro diverso in modo da offrire loro dei nascondigli adeguati alle diverse taglie e gusti personali. Svariati sono i materiali che possono essere impiegati, nello specifico caso è preferibile l utilizzo di strutture tubolari in PVC per le taglie maggiori e di mattoni forati per il ricovero dei giovanili. Età Tubo mm. Lunghezza spezzone 1 estate estate 3 estate Tab 2 Dimensioni dei ricoveri in tubo PVC Foto 15 tane artificiali per riproduttori di facile ispezione e pulizia 12

19 Foto 16 predisposizione dei mattoni e della vegetazione acquatica prima della nascita delle larve; vasca già condizionata e popolata da larve nate in cattività (dx) Foto 17 Particolare di un mattone con un piccolo inquilino. Foto 18 Attrezzaggio di una vasca con mattoni a fori piccoli e parti di tapparelle avvolgibili tagliate in piccoli lotti estremamente efficaci per le taglie più minute. Alimento e mangiatoie Gli animali presenti nelle vasche, per tutta la loro permanenza, dipendono completamente, o quasi dall uomo soprattutto riguardo la disponibilità del cibo, per la maggior parte artificiale, integrato con una quota naturale di vegetali verdi e, se possibile, anche di alcune componenti animali: vermi, chiocciole, e macroinvertebrati in genere. 13

20 Foto 17 bis Alcuni tipi di chiocciole d acqua dolce facilmente reperibili e riproducibili molto appetite dai gamberi: Planorbis e Lymneae a dx Nel nostro caso, per sopperire a tutti i fabbisogni alimentari, viene utilizzato un alimento artificiale completo e bilanciato, concepito secondo le esigenze nutritive della specie (autosufficiente), somministrato sotto forma di pellet di diversa granulometria a seconda della taglia dei soggetti, ben apprezzato e, soprattutto, di consistenza tale da mantenersi compatto per almeno 48 ore. A tal proposito merita ricordare che questi animali soprattutto in un ambiente non naturale, davanti all alimento artificiale non si comportano come accade invece per le trote, ad esempio. Una volta somministrati i pellet infatti, i gamberi nascosti nelle tane escono allo scoperto solo dopo un certo tempo, dirigendosi verso il cibo molto tranquillamente ed altrettanto piano lo affrontano prendendolo con le loro mani (i maxillipedi ) e, lavorandolo, lo sminuzzano per poi ingerirlo. Ed è per questo comportamento che, se venisse fornito loro lo stesso pellet che si usa per le trote, forse solo pochi individui riuscirebbero a cibarsene; ciò perché i granuli (ovviamente si tratta di quelli non galleggianti: estrusi) in acqua perdono quasi subito la loro consistenza disgregandosi rapidamente. Dato che l animale predilige alimenti consistenti, scarterebbe questi residui causando un doppio problema: la mancata o la sotto alimentazione e l aumento di sedimenti di fondo che a lungo andare portano ad una nociva eutrofia (inquinamento) della vasca. Per ottimizzare sia la quantità di cibo utilizzata giornalmente, sia la sua completa assunzione da parte dei gamberi si è visto che l impiego di apposite mangiatoie (un semplice piattino da caffè può andar bene) diventa fondamentale per il buon esito della gestione di tutto l allevamento; in questo modo si può controllare il mattino successivo l avvenuto consumo ed eventualmente pulire i possibili residui di cibo. Non va poi dimenticato che, complice anche il modesto ricambio idrico e la stressabilità dei gamberi (soprattutto se si tratta dei nuovi nati, che all inizio sono difficilmente visibili e praticamente non quantificabili) non si può pulire giornalmente la vasca, e quindi è di fondamentale importanza alimentare nelle giuste quantità in rapporto alla taglia dei soggetti e alla biomassa presente in vasca. 14

21 Foto 18 L utilizzo di mangiatoie in forma di comuni piatti consente una migliore osservazione del consumo di cibo nelle vasche dove sono tenuti i riproduttori; larva prossima alla sua liberazione in ambiente naturale, mentre si alimenta con pellet microglanulare fornito ad libitum. Come accade per altri animali acquatici, il periodo di attività, la stagione, la temperatura dell acqua, l età ed il sesso influenzano direttamente la quantità di alimento che il gambero d acqua dolce assume giornalmente. Le diverse esperienze in merito, dimostrano che in condizioni di allevamento, il consumo medio giornaliero delle larve e dei giovani gamberi di una e due estati tenuti in intensivo, sia circa il 5% del loro peso vivo; quello degli adulti invece è mediamente pari al 3 4% del loro peso vivo. Per le femmine il discorso è diverso, queste infatti nel periodo in cui sono ovigere e fino alla schiusa delle uova, consumano solo lo 0,2 0,4% del loro peso vivo. Per ottimizzare sia la quantità che la frequenza di somministrazione del cibo artificiale, bisogna conoscere la biomassa presente in ciascuna vasca; a tal scopo, l operatore deve pesare fin dal loro arrivo tutti i riproduttori che saranno immessi in ogni vasca, femmine con uova escluse (che durante tutta la loro fase di gestazione non aumentano di peso); questa operazione dovrà successivamente essere compiuta con cadenza quindicinale. Piante acquatiche Questa componente naturale riveste un importante ruolo nella vita del gambero di acqua dolce, soprattutto ed in particolare quando l animale si trova condizionato in un ambiente artificiale e in concentrazioni relativamente elevate. Specie come Nymphoea, Potamogeton, Ranunculus, Helodea, Fontinalis e Myriophyllum, invasate o pure libere sul fondo delle vasche, oltre a rappresentare un importante fonte di Calcio, molto utile nel processo di muta, servono egregiamente ai gamberi come ripari supplementari, come fonte di ossigeno, ma soprattutto come alimento al quale si associa anche la miriade di stadi larvali di piccoli animali, che in esse vive e si sviluppa. Per il loro reperimento bisogna individuare quelle aree dove sicuramente non è presente il gambero rosso (Procambarus clarkii) noto portatore della peste dei gamberi; una volta raccolte conviene approntare all interno dell allevamento una vasca o ancoro meglio una sorta di laghetto artificiale dove ammassarle e dove possono anche accrescere e riprodursi in attesa di essere distribuite nelle vasche abitate dai gamberi. 15

22 Foto 19 Impianto ETP di San Vito al Tagliamento (PN): vasca esterna ricavata da uno scavo con adeguato ricambio idrico e protetta da una rete a maglia fine contro l introduzione delle Libellule (le cui larve carnivore sono estremamente dannose per i piccoli nati) adibita a coltivazione di vegetazione acquatica prelevata in ambiente naturale; un altro trucco è poi quello di popolare lo stagno con delle Gambusie (Gambusia affinis) specie ad alta capacità riproduttiva, estremamente utile e fondamentale per la distruzione delle larve di zanzara.; ovviamente anche questi pesci devono essere preventivamente quarantenati. Gestione delle femmine fecondate e ovigere Tralasciando per ora la gestione del parco riproduttore che inizialmente dovrà essere suddiviso per sesso (una vasca con le femmine ed una con i maschi da tenere ad una concentrazione di non più di 20 esemplari al m 2 ), all approssimarsi del periodo riproduttivo, quando si noteranno i primi cambiamenti nelle femmine ed una maggiore attività anche diurna dei maschi, si prenderanno quest ultimi in proporzioni di almeno un esemplare per ogni tre femmine e si porranno assieme alle femmine dove, a distanza di poco tempo, avranno luogo gli accoppiamenti. 16

23 Foto 20 introduzione dei maschi nella vasca delle femmine per gli accoppiamenti programmati A questo punto ad iniziare dal mese di settembre ottobre (periodo strettamente dipendente anche dalla stagione), giornalmente è necessario verificare se vi siano delle femmine già fecondate o, addirittura con le uova (una femmina di questa specie ne emette da 60 a 120). Per non creare ulteriore stress, si prelevano quelle pronte, trasferendole nelle nuove vasche (dove resteranno fino al termine della lunga gestazione) all interno di particolari strutture denominate gabbie da parto come quelle realizzate per il progetto Rarity. Esse sono costituite da un contenitore in policarbonato trasparente, opportunamente forato (in modo da assicurare il flusso idrico su tutta la sezione) e dotato di coperchio costruito su misura, ed appoggiato ai bordi delle vasche in modo da consentire una loro parziale immersione. Al momento opportuno, i numerosi fori consentono il passaggio dei piccoli nati una volta indipendenti, evitando la coabitazione con le madri, ed i naturali episodi di cannibalismo da parte di quest ultime. Foto 21 particolare della struttura artificiale ideata per il progetto ( gabbia da parto) pronta all uso Tali vasche, attrezzate con vegetali acquatici, una mangiatoia e con gli opportuni ricoveri (uguali per tipologia e dimensione a quelli dei riproduttori) hanno una superficie utile di 1 m 2 e sono in grado di ospitare 10 o più (se si tratta di soggetti di piccola taglia) femmine con uova. 17

24 Foto 22 controllo degli animali stabulati in ogni vasca da parto e controllo dell andamento della maturazione delle uova nelle femmine stabulate nelle gabbie da parto. a destra Larve già schiuse ed ancora attaccate alla madre. Foto 23 immagine subacquea di una femmina a spasso con la sua covata all interno della propria gabbia da parto Trascorso il necessario periodo per la maturazione delle uova, facilmente desumibile dalla data di deposizione (se avvenuta in impianto) dei lotti di femmine, con cadenza settimanale, l operatore dovrà ispezionare (con le dovute cautele) ogni singola struttura, verificare i ricoveri, rimuovere le femmine già sgravate, e provvedere al loro collocamento in un settore appositamente riservato dove, tenute ad una densità 20 3, dopo aver recuperato la loro forma fisica con un abbondante alimento e al riparo dai maschi, possono esuviare. Solo in un secondo tempo esse saranno re immesse nel parco riproduttori assieme ai loro compagni, continuando così il ciclo riproduttivo. Non va poi dimenticato che generalmente nel corso del lungo periodo di gestazione, molte delle uova di ciascuna femmina nel lungo periodo di maturazione per cause naturali, come peraltro accade anche in natura, degradano, gli embrioni muoiono e quindi le larve che nasceranno potranno essere di gran lunga inferiori alle aspettative; di norma si calcola per eccesso una perdita delle uova pari almeno al 30% della massa iniziale. 3 In questa fase gli esemplari, che comunque sono più docili dei maschi, possono essere stabulati tranquillamente a concentrazioni più elevate 18

25 Foto 24 Vasca circolare adibita alle femmine già sgravate; si noti come i soggetti sono quasi tutti al di fuori delle loro tane alla costante ricerca di cibo Un altra operazione da compiere prima della nascita delle larve è, come già visto, porre lungo tutto il perimetro del fondo delle vasche i già ricordati mattoni forati (diametro delle aperture di 3/4 mm), ed alcune piante acquatiche prelevate a suo tempo nei vicini corsi d acqua (scelti tra quelli sicuramente indenni dalla presenza della specie aliena) con i loro ospiti di cui sono naturalmente ricche (vedi Foto 16, 17 bis). Tutte queste erbe e mattoni servono da alloggio ai nascituri che le utilizzano per l intero periodo di accrescimento, colonizzando gran parte dei fori, anche quelli dei piani superiori, e razzolano continuamente all interno della vegetazione immessa che, oltre a rappresentare un riparo e un gradito cibo, viene adoperata anche e soprattutto quando devono esuviare o si sentono prossimi alla muta; è allora che dimorano sempre più a lungo all interno degli intrichi vegetali fino al momento di abbandonare il loro vecchio vestito. A questo punto, sfruttano i pertugi tra il fogliame della pianta, adoperandoli a mo di morsa per aiutarsi nella loro svestizione; poco dopo o ritornano ai loro alloggi o rimangono nascosti tra le piante dove, al riparo dai compagni, attendono l indurimento del nuovo carapace. Foto 25 il vecchio vestito (esuvia) abbandonato da una Larva all interno del fogliame delle erbe presenti nella vasca In aggiunta a questi artifici, anche l utilizzo di agglomerati di trucioli in PVC si sono dimostrati molto utili allo scopo, servendo anch essi da nuovi spazi e rifugi a disposizione per tutti gli animali, anche di quelli che hanno già esuviato ed abbassando notevolmente le perdite da cannibalismo. 19

26 Lo svezzamento Durante i primi tempi, i giovani gamberi non più lunghi di mezzo centimetro, manifestano una spiccata attività anche diurna; sono costantemente alla ricerca di cibo facilmente reperibile tra la vegetazione: dai numerosi micro e macro invertebrati presenti nelle sue immediate vicinanze (principalmente Gammaridi e larve di Plecotteri ed Efemerotteri), alle lumache immesse che, altamente prolifiche, assicurano la costante presenza di una numerosa e minuscola progenie particolarmente appetita. Foto 27 due piccole larve sul fondo della vasca dove sono nate alla ricerca di cibo; a destra si nota il guscio ormai vuotato del suo contenuto di una piccola chiocciola d acqua Ad integrazione dell alimento naturale apportato e/o prodotto in seno ad ogni singola vasca, tutti i soggetti devono venir alimentati regolarmente (ogni giorno) anche con l alimento artificiale autosufficiente. 20

27 Foto 28 Impianto ETP di San Vito al Tagliamento. Particolare di una vasca con i piccoli gamberi nati agli inizi di Aprile 2013; si notino le numerose larve ammassate in un angolo della griglia di scarico In ogni caso, soprattutto nella prima fase della loro vita, ovvero per almeno i primi dieci giorni, l alimento naturale deve essere integrato regolarmente (ogni giorno) con quello artificiale (in questo caso sfarinato e/o a microgranuli della stessa composizione di quello per i riproduttori) ad libitum. 21 Foto 29 Impianto ETP di San Vito al Tagliamento. Particolare di una vasca con i piccoli gamberi nati agli inizi di Aprile 2013 in piena attività alimentare subito dopo la somministrazione dell alimento artificiale

28 Solo nelle successive fasi come avviene normalmente per gli avannotti di salmonidi la granulometria dei pellets sarà progressivamente aumentata in relazione al loro accrescimento, ben apprezzabile dall incremento di taglia degli individui presenti su tutta la vasca e nei molti ricoveri a loro destinati. Anche se è possibile tenere le larve anche a concentrazioni elevate, è buona regola non esagerare, soprattutto se si è all inizio di questa attività e non si è ancora maturata la necessaria esperienza. Non si dovrebbe superare i 200 piccoli/m 2 ; dalle esperienze pratiche si è infatti visto che la percentuale di sopravvivenza a queste densità si attesta intorno al 78%, diminuendo drasticamente via via che la concentrazione aumenta. Quando la lunghezza della maggior parte dei piccoli presenti in una vasca è stata raggiunta (ovvero di c.a. 2 cm.), possono essere considerati ormai pronti per essere liberati nell ambiente naturale. Foto 30 lotto di gamberi nati in allevamento pronti per il ripopolamento Ciò non avviene simultaneamente per tutte le vasche (si ricorda che non ci può essere una sincronizzazione degli accoppiamenti e di conseguenza della produzione di uova, delle nascite e, quindi, degli accrescimenti) e le operazioni saranno perciò cadenzate nel tempo. Foto 31 giovane gambero nato in allevamento e mantenuto in vasche esterne; si noti a parità della precedente immagine le maggiori dimensioni 22

29 Incubazione artificiale delle uova Un capitolo a parte merita la possibilità di incubare le uova delle femmine senza l ausilio della madre (incubazione materna). I primi tentativi sono stati effettuati con Astacus astacus in Germania (Reichenbach 1886) e successivamente nel 1911 in Francia utilizzando gli embrionatori per trota per incubare le uova di Austropotamobius pallipes; anche ETP ha iniziato una sperimentazione su questo argomento che può trovare diverse applicazioni pratiche. Può capitare che, durante i normali controlli, l operatore trovi delle femmine che hanno perso gran parte delle loro uova 4, o ancor peggio siano invase dalla saprolegna oppure malauguratamente, qualcuna muoia. Un altro rarissimo esempio incontrato proprio quest anno (2013) è quello di una femmina che ha esuviato con ancora le uova attaccate ai suoi pleopodi. Foto 32 esuvia di una femmina con delle uova attaccate ai pleopodi non del tutto formate Tutti questi casi comportano la perdita totale del prodotto con ripercussioni sui risultati produttivi dell intero ciclo. Nello specifico caso, l impianto di San Vito al Tagliamento prima e quello di Amaro poi, è stato dotato di una bottiglia tipo McDonald, impiegata in acquacoltura per l incubazione artificiale delle uova di specie ittiche che si è rivelata fondamentale anche per quelle del gambero d acqua dolce. Infatti a seguito degli imprevisti che si sono manifestati poco tempo fa, si è pensato di utilizzare questa struttura per immettere le uova ancora sane di quelle femmine che altrimenti le avrebbero perse e di alcune (poche per fortuna) morte. 4 Durante tutto il periodo di sviluppo embrionale, ogni fattore può incidere sullo sviluppo degli embrioni e potrebbe portare a gravi perdite: interazioni aggressive, stress e attacchi da parte di patologie sono stati descritti da Celada et al. (1988), e Woodlock REYNOLDS (1988) e Carral et al. (1994) come cause del distacco delle uova e la loro mortalità. 23

30 Foto 33 alcune femmine con le uova parzialmente compromesse sottoposte all intervento di pulizia Prendendo spunto dalle esperienze di altri ricercatori su questo problema (M. Carral et All) si è proceduto alla rimozione dai pleopodi materni di alcuni soggetti di quelle uova ancora vitali. L operazione dell asportazione delle uova di ogni singolo esemplare è stata eseguita con l aiuto di un pettine con il quale molto delicatamente è stata pettinata la massa d uova e successivamente mondata con una pinzetta da quelle ormai degradate (facilmente riconoscibili dal loro colore) o dalla massa spugnosa della saprolegna cresciuta proprio sulle uova già morte; quelle ancora vive poi, a più riprese sono state poste ad incubare nel dispositivo artificiale. 24

31 Foto 34 Fasi di toelettature delle uova con l utilizzo di un pettine prima e delle pinzette poi Uniformandosi alle indicazioni riportate nella bibliografia consultata, in parallelo è in corso la sperimentazione di prelievo di uova da femmine selvatiche direttamente dai siti di origine e la successiva incubazione artificiale delle uova; questa tecnica che ha già fornito dei risultati incoraggianti, dovrà comunque essere tarata in base alle variabili incontrare durante la prova. Foto 35 asportazione delle uova da una femmina selvatica le uova raccolte da 20 femmine pronte per il trasporto Questo metodo apre nuove possibilità come, ad esempio, ottenere materiale per il ripopolamento con asportazione delle uova dalle femmine selvatiche direttamente in situ, evitando così il loro trasporto ed il loro successivo adattamento a condizioni di cattività e soprattutto artificialità. Foto 37 Bottiglia tipo McDonald osservata dal fondo (a destra) con la massa di uova in fase di schiusa e con alcune larve già nate. Si noti anche la presenza di alcune uova di colore giallo ormai morte; questa caratteristica è comunque comune anche in natura su femmine ovigere selvatiche. 25

32 Tutte le larve nate, avendo dei tempi di sviluppo diversi tra loro, sono state immesse in un piccolo telaio flottante dove sono più facilmente osservabili e per venire accudite giornalmente, separando tra loro quelle già autonome da quelle ancora più indietro; le prime, una volta accertato che si alimentano (viene messo a disposizione lo stesso cibo usato per lo svezzamento di quelle nate da incubazione materna), vengono immesse assieme ai loro simili nella vasca da dove le loro madri sono state prelevate. Foto 38 Cernita delle larve già autosufficienti dalle altre; alcune sono ancora agglomerate tra loro Foto 39 Neonate da incubazione artificiale a una settimana dalla schiusa non ancora completamente formate ed autosufficienti (40x) 26

33 Foto 40 Larva di poco meno di un centimetro ottenuta in incubazione artificiale già indipendente Foto 41 Larve di poco più di un centimetro frutto dell incubazione artificiale e già in grado di alimentarsi autonomamente 27

34 Indicazioni per una corretta gestione dei gamberi prodotti in allevamento e della loro immissione in natura: principali metodiche di ripopolamento Prima di affrontare il tema dell introduzione o reintroduzione nei corsi d acqua regionali di gamberi della specie nativa ottenuti negli impianti di San Vito al Tagliamento e di Amaro, vanno ricordati alcuni ed elementari concetti dai quali non si può prescindere e che possono, se non correttamente applicati, pregiudicare la sopravvivenza degli animali immessi in natura. Innanzitutto il concetto di popolamento o ripopolamento si sposa con l esigenza primaria di ripristinare popolazioni animali, nel nostro specifico caso di gamberi, che negli anni hanno visto una consistente contrazione nel numero degli individui o, addirittura una completa scomparsa dalle loro normali aree di distribuzione anche a causa della presenza di specie aliene come è accaduto anche in Friuli con il gambero rosso della Louisiana. Partendo dal concetto che il ripopolamento non viene mai prima, ma sempre insieme al concetto di conservazione dell habitat, dobbiamo doverosamente soffermarci sulle precauzioni e conoscenze necessarie per un utilizzo razionale di questo strumento. La liberazione di gamberi per ripopolamento deve adeguarsi a modalità ben precise, legate ad una serie di dati e di considerazioni di primaria importanza. Tralasciando per un attimo la pura manualità delle operazioni connesse con l introduzione o reintroduzione dei gamberi in un ambiente naturale, il primo e fondamentale passo è la conoscenza dei corretti rapporti tra gli organismi produttori e consumatori dell ecosistema acquatico che ci permette di conoscere qual è la produttività del fiume, torrente o lago. La gestione delle specie acquatiche d acqua dolce (pesci e gamberi inclusi), facendo riferimento alla pratica del ripopolamento non prescinde, infatti, dalla determinazione di quella che è definita capacità biogenica 5 del corso d acqua in cui si intende effettuarlo. Il vecchio principio in base al quale più animali si immettono, più ne sopravvivono, risulta quindi errato e spesso anche antieconomico. Una diagnosi ecologica del corso d acqua seguendo potrà condurci ragionevolmente alla determinazione del carico vivente massimo sopportabile (RMS o resa massima sopportabile) da quel tratto fluviale. I parametri che bisogna considerare per raggiungere dei buoni risultati sono: l osservazione della morfologia del corpo idrico con l identificazione delle specie ittiche e la loro distribuzione, la quantità e qualità della fauna bentonica, le principali caratteristiche fisico chimiche dell acqua e gli eventuali impatti antropici presenti. La determinazione numerica di ciascuno di questi parametri ne permette poi l inserimento in particolari formule che ci permettono di determinare l esatta quantità e taglia di gamberi che si possono introdurre in quel sito, riuscendo a stimare con buona approssimazione la capacità produttiva di quel corso d acqua, ovvero la massima quantità di biomassa (di gamberi) sostenibile da quel luogo. In questo calcolo, infine, si dovrà tener conto anche e soprattutto degli eventuali ripopolamenti con specie ittiche e della relativa pressione di pesca, che ci potrà fornire la previsione sulla probabile predazione annua di gamberi ed eventualmente decidere per un altro luogo. 5 È la quantità di organismi animali e vegetali che un corpo idrico è in grado di ospitare ogni anno. 28

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