1.1 RISCHIO DI CREDITO

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1 1.1 RISCHIO DI CREDITO INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA Le strategie, le facoltà e le regole concessione e gestione del creto nel Gruppo sono inrizzate al raggiungimento un obiettivo crescita delle attività cretizie sostenibile e coerente con la propensione al rischio e la creazione ; alla versificazione del portafoglio, limitando la concentrazione delle esposizioni su singole controparti/gruppi, su singoli settori attività economica o aree geografiche; ad un efficiente selezione dei gruppi economici e dei singoli affidati, attraverso un accurata analisi del merito cretizio finalizzata a contenere il rischio insolvenza; a privilegiare, nell attuale fase congiunturale, gli interventi cretizi volti a sostenere l economia reale e il sistema produttivo; al costante controllo delle relazioni, effettuato sia con procedure informatiche, sia con un attività sorveglianza sistematica delle posizioni, allo scopo cogliere tempestivamente eventuali sintomi squilibrio e promuovere gli interventi correttivi volti a prevenire il possibile deterioramento del rapporto. Il costante monitoraggio della qualità del portafoglio creti viene perseguito attraverso l adozione precise modalità operative in tutte le fasi gestionali della relazione affidamento. Politiche gestione del rischio creto Aspetti organizzativi Nell ambito del Gruppo Intesa Sanpaolo, un ruolo fondamentale nella gestione e controllo del rischio creto è svolto dagli Organi societari che, ciascuno secondo le rispettive competenze, assicurano l adeguato presio del rischio creto inviduando gli orientamenti strategici e le politiche gestione del rischio, verificandone nel continuo l efficienza e l efficacia e definendo i compiti e le responsabilità delle funzioni e strutture aziendali coinvolte nei processi. Il presio e governo del creto assicurato dagli Organi societari è riflesso nell attuale assetto organizzativo che invidua specifiche aree responsabilità centrale riconducibili ai: Chief Lenng Officer Chief Risk Officer Chief Financial Officer che garantiscono, con l adeguato livello segregazione, lo svolgimento delle funzioni gestione e l attuazione delle attività controllo del rischio. Il Chief Lenng Officer valuta il merito cretizio delle proposte fido ricevute e, se competenza, delibera o rilascia il parere conformità; gestisce e presia il creto problematico; definisce inoltre le Regole Concessione e Gestione del Creto; garantisce la corretta valutazione ai fini bilancio delle posizioni classificate a creto deteriorato che rientrano nella propria competenza; definisce, anche su proposta delle varie funzioni/strutture del Gruppo, i processi operativi del creto avvalendosi della società controllata Intesa Sanpaolo Group Services. Il Chief Risk Officer ha la responsabilità declinare il Risk Appetite Framework nell ambito della gestione dei rischi creto, in coerenza con le strategie e gli obiettivi aziendali, ed assicura la misurazione e il controllo delle esposizioni rischio Gruppo, definisce le metriche per quanto concerne la misurazione del rischio cretizio, fornisce i modelli pricing risk adjusted e gli inrizzi in merito alla Perta Attesa, al Capitale Economico (ECAP), agli RWA e alle soglie accettazione, formula le proposte assegnazione delle Facoltà Concessione e Gestione del Creto, attua i controlli sul creto, ivi compresi quelli sul rating, monitora nel continuo l andamento del rischio e la qualità del creto e assicura la coerenza dei sistemi misurazione e controllo dei rischi con i processi e le metodologie valutazione delle attività aziendali, coornandosi con le strutture aziendali interessate. Il Chief Financial Officer in coerenza con gli orientamenti strategici e le politiche gestione del rischio definiti dal Consiglio gestione e approvati dal Consiglio sorveglianza coorna il processo formulazione delle strategie cretizie (a cui partecipano gli altri Chief e le Business Unit), inrizza il pricing in ottica rischio/renmento secondo obiettivi creazione del ; inoltre al Chief Financial Officier fa capo l attività identificazione e attivazione della realizzazione delle operazioni copertura delle esposizioni rischio delle asset class del portafoglio cretizio, utilizzando le opportunità offerte dal mercato secondario del creto, in un ottica gestione attiva del aziendale. Inoltre nell ambito del processo valutazione creti, alla Direzione Centrale Amministrazione e Fiscale, collocata a retto riporto del Consigliere Delegato e CEO, compete la responsabilità recepire le valutazioni delle posizioni cretizie formulate, in via forfetaria o analitica, dalle strutture competenti e coornare il processo valutazione dei creti ai fini bilancio. Intesa Sanpaolo Group Services fornisce il supporto operativo e specialistico per l attività recupero creti e nella definizione dei processi cretizi assicurando le sinergie costo e eccellenza nel servizio offerto. I livelli autonomia attribuiti agli Organi deliberanti sono definiti in termini accordato della Banca/Gruppo bancario nei confronti della controparte/gruppo economico. Il rating attribuito, congiuntamente con gli eventuali fattori mitiganti del rischio cretizio, conziona la determinazione della competenza deliberativa per ogni organo delegato. Intesa Sanpaolo, in qualità Capogruppo, ha stabilito delle linee comportamento in merito all assunzione rischio cretizio, al fine evitare eccessive concentrazioni, limitare le potenziali perte e garantire la qualità del creto. Nella fase concessione del creto, sono stati previsti meccanismi coornamento con i quali Intesa Sanpaolo esercita il ruolo inrizzo, governo e supporto del Gruppo: l impianto delle Facoltà e delle Regole Concessione e Gestione, che sciplinano le modalità attraverso le quali assumere il rischio creto verso la clientela; il Plafond affidabilità, inteso quale limite complessivo degli affidamenti accordabili dalle società del Gruppo Intesa Sanpaolo ai Gruppi Economici maggior rilievo; il Parere Conformità sulla concessione creti ad altri clienti rilevanti (singolo nominativo o Gruppo Economico) che eccedano determinate soglie. 333

2 L interscambio dei flussi informativi base tra le verse entità del Gruppo è assicurato dalla Centrale Rischi Gruppo e dalla Posizione Complessiva Rischio, che consentono evidenziare ed analizzare i rischi cretizi in capo ad ogni controparte/gruppo economico, sia verso il Gruppo nel suo complesso, sia nei confronti delle singole realtà che lo compongono. Le attività competenza del Chief Risk Officer sono condotte rettamente dalla Direzione Risk Management e dal Servizio Presio Qualità del Creto, sia per la Capogruppo, sia per le principali società controllate, sulla base un contratto servizio, mentre le altre strutture controllo operanti all interno delle singole società effettuano un reporting perioco alle citate funzioni Capogruppo. Sistemi gestione, misurazione e controllo Intesa Sanpaolo spone un articolato insieme strumenti in grado assicurare un controllo analitico della qualità del portafoglio impieghi a clientela e ad istituzioni finanziarie, nonché delle esposizioni soggette a rischio paese. La misurazione del rischio fa ricorso a modelli rating fferenziati a seconda del segmento operatività della controparte (Corporate, SME Retail, Mutui Retail, Other Retail, Stati Sovrani, Enti del Settore Pubblico e Istituzioni Finanziarie). Tali modelli consentono sintetizzare la qualità cretizia della controparte in una misura, il rating, che ne riflette la probabilità insolvenza con un orizzonte temporale un anno, calibrata su un livello meo del ciclo economico. I rating calcolati sono, inoltre, raccordati alle classificazioni delle agenzie ufficiali rating per mezzo una scala omogenea riferimento. Al segmento Corporate sono applicati una pluralità modelli rating: alla generalità delle imprese sono applicati modelli fferenziati a seconda del mercato riferimento (domestico o internazionale) e della fascia mensionale; per i finanziamenti specializzati sono in uso modelli specifici decati alle iniziative immobiliari, alle operazioni project finance, alle operazioni LBO/acquisition finance e asset finance. La struttura dei modelli prevede, in linea generale, l integrazione più moduli: un modulo quantitativo, che elabora dati finanziari e comportamentali; un modulo qualitativo, che prevede l intervento del gestore attraverso la compilazione un questionario; una valutazione inpendente da parte del gestore, articolata secondo un processo strutturato, che scatena la procedura override in caso fformità con la valutazione espressa dal rating integrato. L attribuzione del rating è in generale effettuata in modalità decentrata dal Gestore che rappresenta la principale figura nell ambito del processo attribuzione del rating ad una controparte. La validazione eventuali proposte override migliorativa è svolta da una Unità specialistica allocata presso la Capogruppo in staff al Chief Lenng Officer. All Unità Specialistica è demandato, fra l altro, anche il compito assegnare i cosiddetti rating accentrati previsti nell ambito del processo attribuzione del rating con metodologia Imprese e intervenire nell ambito del calcolo del rating con modelli specialistici. Per quanto concerne il portafoglio Retail, l articolazione dei modelli è la seguente: per il segmento SME Retail, a partire da fine 2008, è in uso un modello rating Gruppo per controparte, con logiche affini a quelle del Corporate, ovvero fortemente decentrato e nel quale gli elementi quantitativi-oggettivi sono integrati da quelli qualitativi-soggettivi; nel corso del 2011 il modello servizio del segmento Small Business è stato ridefinito, introducendo in particolare una sotto-segmentazione tra clientela Micro e Core basata su criteri mensione e semplicità e una parziale automatizzazione del processo concessione. Ciò ha richiesto un adeguamento del modello rating, che è stato articolato nei due sotto-segmenti suddetti, cogliendo l occasione per aggiornare fonti dati e serie storiche sviluppo; per il segmento Mutui Retail (mutui residenziali privati), il modello Gruppo elabora informazioni relative sia al cliente sia al contratto; esso si fferenzia tra il caso prima erogazione, in cui viene utilizzato il modello accettazione, e quello valutazione successiva durante la vita del mutuo (modello andamentale), che tiene conto dei dati comportamentali; per quanto riguarda gli altri prodotti rivolti ai privati (segmento Other Retail), da settembre 2014 con finalità gestionali è sponibile il nuovo modello accettazione che si applica a tutte le nuove erogazioni (quali prestiti personali, carte creto, aperture creto in conto corrente) Relativamente al portafoglio Sovereign, il modello rating supporta l attribuzione un giuzio sul merito cretizio per oltre 260 Paesi. La struttura del modello prevede: un modulo quantitativo valutazione del rischio paese, che tiene conto del rating strutturale assegnato dalle principali agenzie internazionali, del rischio implicito nelle quotazioni mercato del debito sovrano, della valutazione analitica macroeconomica dei paesi inviduati come strategici e del contesto internazionale; una componente giuzio qualitativo a cura del Sovereign Rating Working Group, che integra il giuzio quantitativo con elementi rilevabili dal più ampio perimetro informazioni pubblicamente sponibili sull assetto politico ed economico dei singoli stati sovrani. Completa il quadro la classe esposizioni regolamentari costituita da un lato da banche (e altre imprese finanziarie riconducibili a gruppi bancari) e dalle società parabancarie (società che svolgono attività leasing, factoring e creto al consumo) e dall altro lato dagli enti pubblici: per quanto riguarda il segmento Banche, dal punto vista della determinazione della probabilità default, la scelta chiave è stata quella fferenziare i modelli tra banche delle economie mature e banche dei Paesi emergenti, la cui struttura è peraltro molto simile. In sintesi si compongono una parte quantitativa e una parte qualitativa, fferenziate a seconda dell appartenenza a Paesi maturi o emergenti, una componente rating Paese in qualità rischio sistemico e una componente rischio Paese specifico, per le banche maggiormente correlate con il rischio Stato; infine un modulo ( giuzio del gestore ) che consente in determinate conzioni moficare il rating; per quanto riguarda il segmento Enti Pubblici, la modellistica riferimento è stata fferenziata sulla base della tipologia della controparte. Sono stati quin sviluppati modelli per Comuni e Province da un lato, tipo default model, e per le Regioni dall altro, tipo shadow sui rating agenzia. Sulle ASL e gli altri Enti del settore è stato adottato un approccio estensivo a partire dagli enti giuricamente superiori con possibilità effettuare notching a partire da valutazioni tipo statistico sui dati bilancio. Per le controparti appartenenti al portafoglio Non Banking Financial Institutions sono in uso modelli a carattere esperienziale. Per le controparti delle Banche Estere sono adottati modelli rating, in parte mutuati dalla Capogruppo con adattamenti alla realtà locale in parte interamente sviluppati dalle Controllate. 334

3 Il modello LGD è basato sulla nozione Economic LGD, ovvero il attuale dei flussi cassa ricavati nelle varie fasi del processo recupero al netto degli eventuali costi amministrativi retta imputazione oltre che quelli inretti gestione sostenuti dal Gruppo e si compone, in sintesi, dei seguenti elementi: stima un Modello LGD Sofferenza: a partire dalla LGD osservata sul portafoglio, o Workout LGD, determinata in funzione dei flussi recupero e dei costi, viene stimato un modello econometrico regressione della LGD su variabili ritenute scriminanti per la determinazione della perta associata all evento Sofferenza; applicazione un fattore correttivo, o Danger Rate : il Danger Rate è un fattore correttivo moltiplicativo, volto a ricalibrare la LGD Sofferenza con l informazione sponibile sugli altri eventi default, in modo da determinare una LGD rappresentativa tutti i possibili eventi default e della loro evoluzione; applicazione un altro fattore correttivo adtivo, o Componente Saldo e Stralcio : questa componente viene utilizzata come add-on alla stima ricalibrata per il Danger Rate al fine tenere in considerazione i tassi perta associati a posizioni per le quali non si è verificato il passaggio a Sofferenza (posizioni in Incaglio o Past Due). La determinazione della LGD si avvale modelli fferenziati e specializzati per segmento operatività (Corporate, SME Retail, Mutui Retail, Factoring, Leasing, Enti pubblici). Il modello LGD Banche, date le peculiarità del segmento costituito da un basso numero default (cd. Low default portfolios), si scosta in parte dai modelli sviluppati per gli altri segmenti. Infatti, il modello stima utilizzato è tipo market LGD, basato sul prezzo degli strumenti debito osservati 30 giorni dopo la data ufficiale default e relativi ad un campione Banche defaultate tutto il mondo, acquisito da fonte esterna. Il modello si completa con una stima econometrica per la determinazione dei driver più significativi, in linea con quanto effettuato per gli altri modelli. I modelli rating (PD e LGD) per il segmento Mutui Retail hanno ricevuto l autorizzazione per il passaggio al metodo IRB dalla segnalazione giugno 2010, mentre con riferimento al segmento SME Retail è stata conseguita l autorizzazione al passaggio al metodo IRB a partire dalla segnalazione cembre I modelli rating per il segmento Corporate hanno ricevuto il riconoscimento per l utilizzo del metodo AIRB ai fini del calcolo del requisito a partire dalla data riferimento del 31 cembre 2010 (il metodo FIRB era in uso dal cembre 2008), mentre i modelli LGD Corporate per i prodotti Leasing e Factoring hanno ricevuto l autorizzazione al passaggio al metodo AIRB a partire dalla segnalazione giugno Per quanto riguarda il piano estensione dell approccio IRB agli altri portafogli, si rinvia al paragrafo relativo al Progetto Basilea 3. Nel corso del 2014 è stato avviato lo sviluppo un modello interno per la determinazione dell EAD (Exposure At Default). Nel sistema rating è presente inoltre un incatore andamentale rischio, calcolato con cadenza mensile. Esso interagisce con i processi e le procedure gestione e controllo del creto e consente formulare valutazioni tempestive sull insorgere o sul persistere eventuali anomalie. Le posizioni alle quali l ince sintetico rischio attribuisce una valutazione rischiosità elevata confermata nel tempo sono intercettate nel Processo Gestione proattiva. A partire da Luglio 2014 è stato attivato il nuovo processo della Gestione Proattiva del creto, con la costituzione una filiera specialistica decata nelle Direzioni Regionali, nella Divisione CIB e nell ambito delle strutture del CLO. L obiettivo è l intercettamento più tempestivo delle posizioni in bonis che presentano precoci segnali fficoltà e l immeata attivazione delle più idonee azioni per la rimozione della anomalie e la regolarizzazione del rapporto fiduciario. L introduzione della Gestione Proattiva ha anche portato ad una forte semplificazione dei processi e degli stati del creto problematico, con l eliminazione del RIO e l introduzione del nuovo stato Risanamento. Tutte le posizioni cretizie sono inoltre oggetto un riesame perioco svolto dalle strutture centrali o periferiche competenti per limiti fido per ogni singola controparte/gruppo economico appartenenza. Il rating e i fattori mitiganti del creto (garanzie, forme tecniche e covenants) assumono un ruolo fondamentale nel processo concessione e gestione del creto e concorrono alla definizione delle Facoltà e delle Regole Concessione e Gestione. Il Servizio Presio Qualità del Creto, con specifiche ed articolate attività controllo e monitoraggio, presia tali aspetti a livello Gruppo. Orienta le proprie verifiche sui vari processi concessione e gestione del creto, seguendone le fasi per ogni stato amministrativo rischio e verifica le singole esposizioni o cluster esposizioni, valutandone la coerenza della classificazione nei vari stati amministrativi rischio, la congruità degli accantonamenti e l adeguatezza del processo recupero dei creti. In caso valutazioni non coerenti, interviene per la regolarizzazione facendo prevalere le proprie determinazioni. Effettua inoltre attività monitoraggio e controllo sui processi attribuzione e aggiornamento dei rating. Tale attività viene svolta con criteri risk based avvalendosi idonee metodologie e strumenti affinati nel tempo e periocamente assoggettati a verifica interna, per migliorarne l efficacia e la tempestività nel rilevare l insorgere anomalie. In via generale, lo sviluppo delle attività controllo prevede preliminarmente l esame dei singoli processi del creto al fine verificare la corretta sussistenza dei presi controllo I livello, il loro inquadramento normativo nonché la loro modalità esecuzione. Queste attività sono attuate con l ausilio strumenti informatici resi sponibili, per le proprie competenze, anche alle strutture Divisione. In merito si citano l applicativo Ermes - Controlli rating, strumento che permette una gestione informatica delle attività controllo sul rating ed il Portale Monitoraggio del Creto. Quest ultimo, alimentato dal Quadro Controllo del Creto, rappresenta la fonte principale per il supporto alle attività monitoraggio del portafoglio creti, in termini evoluzione e composizione quantitativa e qualitativa, nonché dei processi natura cretizia, volte ad inviduare eventuali aree caratterizzate da potenziali criticità. Le informazioni sponibili si riferiscono a tutte le banche e società del Gruppo che operano sul sistema informativo target. In tale contesto le strutture decentrate delle Divisioni Banca dei Territori e Corporate & Investment Banking, sino al livello Area, hanno la possibilità accedere a cruscotti informativi ove è sponibile una reportistica organica ed articolata presposta con l obiettivo : fornire una visione strutturata e navigabile dei fenomeni oggetto controllo; ridurre i tempi ricerca e lavorazione delle informazioni; agevolare l inviduazione delle aree criticità e la definizione delle priorità intervento; supportare lo scambio informativo tra strutture su basi omogenee. 335

4 I sopracitati strumenti sono oggetto costante manutenzione da parte del Servizio Presio Qualità del Creto che, in ottica evolutiva, si propone garantire l ampliamento dei set informativi sponibili con la realizzazione nuovi cruscotti funzionali alle attività controllo e monitoraggio fenomeni generali e/o specifici aspetti del processo del creto. Il rischio paese rappresenta una componente aggiuntiva del rischio insolvenza dei singoli prentori, misurato nell ambito dei sistemi controllo dei rischi cretizi. Tale componente è collegata alle perte potenzialmente derivanti dall attività finanziamento internazionale causate da eventi in un determinato Paese che sottostanno, almeno in parte, al controllo del relativo Governo, ma non a quello dei singoli soggetti residenti nello stesso Paese. Il rischio paese si sostanzia pertanto sia in rischio trasferimento per le controparti non sovrane, determinato dal blocco dei pagamenti verso l estero sia in rischio sovrano che viene invece misurato attraverso il giuzio sul merito cretizio dello Stato sovrano. In questa definizione rientrano tutte le forme prestito cross-border verso i soggetti residenti in un determinato Paese, siano essi il Governo, una banca, un impresa privata o un singolo inviduo. La componente rischio paese viene valutata nell ambito della concessione creto a soggetti non residenti, al fine valutare in via preliminare la capienza dei limiti per il rischio paese stabiliti ex ante. Tali limiti, espressi in termini capitale economico, identificano il massimo rischio accettabile per il Gruppo, definito su base annua come risultato un esercizio ottimizzazione del rischio implicito all attività cretizia cross-border del Gruppo. Il rischio controparte è una particolare fattispecie rischio creto, relativo ai contratti derivati OTC, che si riferisce all eventuale insolvenza della controparte prima della scadenza del contratto. Tale rischio, sovente denominato rischio sostituzione, è connesso all eventualità che il mercato della posizione sia venuto positivo e, dunque, che, in caso insolvenza della controparte, la parte solvente sia costretta a sostituire la posizione sul mercato, sopportando una perta. Il rischio controparte sussiste anche sulle operazioni tipo Securities Financing Transactions (Pronti contro Termine, prestito titoli, etc.). Per quanto riguarda il rischio controparte, a partire dal 2010 è stato avviato uno specifico progetto al fine dotare la banca un modello interno per la misurazione del rischio sia a livello gestionale che regolamentare. Le funzioni organizzative coinvolte, come descritto nei documenti normativa interna della Banca, sono: la Direzione Risk Management (DRM) Capogruppo, responsabile del sistema misurazione del rischio controparte tramite la definizione della metodologia calcolo, la produzione e l analisi delle misure esposizione; le funzioni controllo primo e secondo livello che utilizzano le misure prodotte per effettuare le attività monitoraggio delle posizioni assunte; le funzioni commerciali e le funzioni creti che si avvalgono delle misure cui sopra nell ambito del processo concessione per la determinazione dell accordato delle linee creto. Il progetto ha prodotto i seguenti risultati: la Banca si è dotata un infrastruttura informatica, metodologica e normativa adeguatamente robusta, come da requisito use test dettato dalla normativa sui modelli interni; la Banca ha integrato il sistema misurazione dei rischi nei processi decisionali e nella gestione dell operatività aziendale; sono state adottate metodologie evolute per il calcolo degli utilizzi delle linee creto; la Banca ha ottenuto la validazione del modello interno ai fini del calcolo del requisito patrimoniale da parte dell Organo Vigilanza nel primo trimestre La prima segnalazione a modello interno (in ottica Basilea 3) è avvenuta sulla data del 31 marzo 2014, relativamente al perimetro Capogruppo e Banca IMI. In particolare, il Gruppo Intesa Sanpaolo al momento adotta il Metodo dei Modelli Interni (sia per il portafoglio negoziazione che per il portafoglio bancario) ai fini della determinazione dell EAD (exposure at default) dei derivati OTC, per la determinazione del requisito patrimoniale. Le legal entity Banca IMI e Intesa Sanpaolo sono infatti state autorizzate ad aprile 2014 dall Organo Vigilanza, all utilizzo del modello interno (in ottica Basilea III), mentre è in corso il roll-out sulle banche appartenenti alla Divisione Banca dei Territori. Ai fini della misurazione gestionale degli utilizzi delle linee creto, la Capogruppo, Banca IMI, e le banche della Divisione Banca dei Territori, adottano il metodo del modello interno dell esposizione potenziale futura (stimata con la PFE Potential Future Exposure effettiva mea). Per il resto del Gruppo l utilizzo delle linee creto, per operatività in derivati OTC, prevede l applicazione del maggiore tra il Mark-to-Market e l Add-on per la determinazione dell esposizione cretizia tenendo conto degli accor netting e collateral, laddove esistenti. Gli Add-on sono incatori della massima esposizione potenziale futura al 95 percentile, stimati periocamente dalla Direzione Risk Managament per macrotipologie prodotto e scadenza. Inoltre a completamento del processo analisi rischio sulle misure esposizione attivato nel tempo a seguito degli sviluppi sopra riportati, sono stati attivati i seguenti processi aziendali; definizione e calcolo perioco prove stress su scenari mercato e scenari congiunti mercato/creto sulle misure rischio controparte; definizione e analisi perioca del rischio correlazione sfavorevole (Wrong Way Risk), ovvero del rischio una correlazione positiva tra l esposizione futura nei confronti una controparte e la sua probabilità default; definizione e monitoraggio limiti gestionali a livello portafoglio, deliberati dal Comitato Rischi Finanziari Gruppo, per l operatività in derivati; contribuzione delle misure rischio inflows/outflows collaterale, calcolate tramite il modello interno sul rischio controparte, per le operazioni in derivati OTC con accordo collateral (CSA); reporting al management delle misure calcolate a modello interno esposizione, requisito capitale, livello utilizzo dei limiti gestionali, risultati delle prove stress e delle analisi rischio correlazione sfavorevole. La metodologia misurazione avanzata per il rischio controparte è in fase estensione anche agli SFT (Securities Financial Transactions ossia repo, e prestito titoli) con l obiettivo concludere il percorso convalida ai fini regolamentari nel corso del

5 Il controllo rezionale dei rischi cretizi viene realizzato attraverso un modello portafoglio che sintetizza le informazioni sulla qualità dell attivo in incatori rischiosità, tra cui la perta attesa e il capitale a rischio. La perta attesa risulta dal prodotto esposizione, probabilità default (derivata dal rating) e Loss Given Default. La perta attesa rappresenta la mea della stribuzione probabilistica delle perte, mentre il capitale a rischio viene definito come la massima perta inattesa in cui il Gruppo può incorrere a determinati livelli confidenza. Tali incatori sono calcolati con riferimento alla situazione del portafoglio attuale e a livello namico, determinandone il livello prospettico, sia sulla base dello scenario macroeconomico atteso, sia in relazione a scenari stress. La perta attesa, opportunamente trasformata in incurred loss in coerenza con il dettato dello IAS 39, viene impiegata nel processo valutazione collettiva dei creti, mentre il capitale a rischio costituisce elemento fondamentale per la valutazione adeguatezza patrimoniale del Gruppo. Entrambi gli incatori sono inoltre utilizzati nel sistema rencontazione gestionale basato sul. Il modello portafoglio cretizio consente misurare il livello perte inattese all intervallo confidenza prescelto, ovvero il capitale a rischio. Quest ultimo riflette, oltre alla rischiosità delle singole controparti, gli effetti concentrazione indesiderati, dovuti alla composizione geografica/settoriale del portafoglio creti del Gruppo. Il Gruppo deca particolare attenzione alla valutazione del rischio concentrazione derivante dall esposizione a controparti, gruppi controparti connesse e controparti nello stesso settore economico o che svolgono la stessa attività o che operano nella stessa regione geografica. Nell ambito dell aggiornamento annuale del Risk Appetite Framework queste sono oggetto appositi stress test volti a identificare e a valutare le minacce per il Gruppo e le azioni mitigazione più appropriate: definizione limiti esposizione per specifiche aree geografiche ed insiemi controparti (top 20); azioni limitazione ex ante delle esposizioni particolarmente concentranti, con particolare riferimento ai c.d. gran rischi e agli affidamenti verso paesi a rischio; azioni correzione ex post del profilo, tramite il mercato secondario del creto, seguendo opportune metriche giuzio basate sulla massimizzazione del complessivo portafoglio. L attività cretizia del Gruppo risulta orientata verso la clientela italiana (83% del totale) ed è prevalentemente rivolta a famiglie oltre che a piccole mee imprese. Si rileva, inoltre, una buona versificazione, con particolare riferimento ad alcuni settori merceologici ed aree geografiche e agli affidamenti verso i paesi a rischio. Tecniche mitigazione del rischio creto Rientrano nell ambito delle tecniche mitigazione del rischio quegli strumenti che contribuiscono a ridurre la perta che la Banca andrebbe a sopportare in caso default della controparte (loss given default); esse comprendono, in particolare, le garanzie ed alcuni contratti che determinano una riduzione del rischio creto. La valutazione tali fattori mitiganti è effettuata associando ad ogni singola esposizione una loss given default che assume valori più elevati nel caso finanziamenti ornari non garantiti e si riduce, invece, in funzione della forza incrementale dei fattori mitiganti eventualmente presenti. I valori loss given default sono successivamente aggregati a livello cliente, in modo da esprimere una valutazione sintetica della forza dei fattori mitiganti sul complessivo rapporto cretizio. Nell ambito del processo concessione e gestione del creto, viene incentivata la presenza fattori mitiganti a fronte controparti con un rating non investment grade, ovvero alcune tipologie operazioni a meo lungo termine. Tra i fattori mitiganti a più alto impatto rientrano i pegni su attività finanziarie e le ipoteche su immobili residenziali; altre forme mitigazione del rischio sono i pegni su attività non finanziarie, le ipoteche su immobili non residenziali. La forza delle garanzie personali rilasciate da soggetti rated, tipicamente banche/assicurazioni, Confi e imprese, viene invece graduata sulla base della tipologia della garanzia e della qualità cretizia del garante. Processi dettaglio sciplinano la materiale acquisizione delle singole garanzie, inviduando le strutture responsabili nonché le modalità per il loro corretto perfezionamento, per l archiviazione della documentazione e per la completa e tempestiva rilevazione negli applicativi delle pertinenti informazioni. L insieme della regolamentazione interna, dei controlli organizzativi e procedurali, è volto ad assicurare che: siano previsti tutti gli adempimenti per la valità ed efficacia della protezione del creto; sia definita, per le garanzie uso generale e corrente, una contrattualistica standard corredata da complete istruzioni per il suo utilizzo; siano inviduate le modalità approvazione dei testi garanzia fformi dagli standard da parte strutture verse rispetto a quelle preposte alla gestione della relazione commerciale con il cliente. E in corso una revisione complessiva delle regole, processi e strumenti riguardanti le garanzie attive e, più in generale, gli strumenti attenuazione del rischio creto. L attività ha l obiettivo efficientare la gestione, ridurre i rischi operativi connessi e incrementare il livello eleggibilità delle garanzie. Dopo un analisi dettaglio, sono stati definiti i requisiti e l architettura una nuova piattaforma applicativa decata a gestire tutte le fasi vita una garanzia (acquisizione, mofica, estinzione, escussione, controllo, monitoraggio e custoa). L implementazione una prima release avverrà gradualmente, a partire dal primo semestre 2015, con il rilascio del modulo relativo alle garanzie personali. L erogazione del creto con acquisizione garanzie reali è soggetta a norme e processi interni per la valutazione del bene, il perfezionamento della garanzia e il controllo del. L eventuale realizzo forzoso della garanzia è curato da strutture specialistiche deputate al recupero del creto. La presenza garanzie reali non esime, in ogni caso, da una valutazione complessiva del rischio creto, incentrata principalmente sulla capacità del prentore far fronte alle obbligazioni assunte inpendentemente dall accessoria garanzia. La valutazione delle garanzie pignoratizie è basata sul reale, inteso quale mercato per gli strumenti finanziari quotati in un mercato regolamentato, o versamente, quale presunto realizzo. Al così determinato sono applicati degli scarti percentuali, fferenziati in funzione degli strumenti finanziari assunti a garanzia. Per le garanzie immobiliari si considera, invece, il mercato prudenziale o, per gli immobili in corso realizzazione, il costo costruzione, al netto scarti prudenziali stinti sulla base della destinazione dell immobile. La valutazione dei beni è effettuata da tecnici interni ed esterni. I tecnici esterni sono inseriti in apposito elenco professionisti accretati sulla base una verifica inviduale della capacità, professionalità ed esperienza. La valutazione immobili residenziali posti a garanzia mutui a privati è affidata principalmente a società specializzate. L operato dei periti è costantemente monitorato, tramite riscontri statistici e controlli a campione effettuati centralmente. I tecnici devono regere le stime sulla base rapporti perizia standarzzati e fferenziati secondo la metodologia 337

6 valutazione da applicare e le caratteristiche del bene, nel rispetto del Coce Valutazione Immobiliare redatto dalla Banca. Il contenuto del Coce interno è coerente con le Linee Guida per la valutazione degli immobili in garanzia delle esposizioni cretizie promosse da ABI. La gestione delle valutazioni immobiliari si avvale un apposita piattaforma integrata che presia l intera fase dell istruttoria tecnica, garantendo un corretto conferimento degli incarichi, con modalità inpendenti e sulla base criteri obiettivi, un completo monitoraggio del work flow, una puntuale applicazione degli standard valutativi e la conservazione tutte le informazioni e dei documenti attinenti ai beni immobili. Il mercato dell immobile dato a garanzia viene ricalcolato periocamente attraverso varie metodologie valutazione che si avvalgono prezzi/coefficienti acquisiti da un fornitore esterno che presenta comprovate capacità e reputazione nella rilevazione e misurazione dei prezzi mercato del patrimonio immobiliare italiano. Il dei beni è soggetto ad un monitoraggio costante. Per gli immobili in corso costruzione, i periti eseguono sopralluoghi e verificano lo stato avanzamento lavori. Un aggiornamento della valutazione è effettuato nei casi restrizione o frazionamento dell ipoteca, in presenza danni all immobile, a fronte significative svalutazioni evidenziate dagli incatori mercato utilizzati per la sorveglianza del fair value e, in ogni caso, ogni tre anni per le esposizioni maggior rilievo. Al fine limitare i rischi insussistenza o cessazione della protezione sono previste specifiche tutele, quali: il reintegro del pegno in presenza una minuzione del iniziale dei beni o, per le garanzie ipotecarie, l obbligo della copertura assicurativa contro i danni da inceno nonché la presenza un adeguata sorveglianza del del bene immobile. Le garanzie sono sottoposte a un puntuale e perioco controllo meante un apposito applicativo, il c.d. verificatore CRM, all interno del quale sono stati implementati una serie test per appurare l effettivo rispetto dei requisiti richiesti dalla regolamentazione in materia Vigilanza prudenziale. L applicativo supporto consente accertare se le garanzie ricevute risultano eleggibili o meno con riferimento ad ognuno dei tre meto ammessi dalla normativa per il calcolo del requisito patrimoniale. In accordo con le peculiarità proprie ciascuna categoria, l esito eleggibilità è definito a livello singola garanzia per quelle unfunded (tipicamente le garanzie personali) ovvero, nel caso garanzie reali, per ciascun bene o strumento finanziario. Per quanto riguarda la mitigazione del rischio controparte per i derivati OTC (non regolamentati) e per le operazioni tipo SFT (Securities Financing Transactions, ossia Prestito titoli e Pronti contro termine), il Gruppo utilizza accor bilaterali netting che consentono, nel caso default della controparte, la compensazione delle posizioni cretorie e debitorie. Questo avviene tramite la sottoscrizione accor tipo ISDA e ISMA/PSA, che permettono, nel rispetto della normativa vigilanza, anche la riduzione degli assorbimenti capitale regolamentare. Inoltre, il Gruppo pone in essere accor collateral, solitamente con marginazione giornaliera, per la copertura dell operatività in derivati OTC e SFT (rispettivamente Cret Support Annex e Global Market Repurchase Agreement). Nell ambito del rischio sostituzione, a mitigazione dell esposizione a rischio verso definite controparti la Banca acquista protezione tramite Cret Default Swap single names. Inoltre la Banca utilizza anche l acquisto CDS single names o su inci a mitigazione del rischio aggiustamento della valutazione del creto o CVA. Per le Banche estere è stato avviato un progetto volto a garantire un approccio coerente a livello Gruppo sull utilizzo delle tecniche attenuazione del rischio creto. In particolare, è stata portata termine la gap analisys su sette banche estere per le principali tipologie garanzie e, per cinque queste, definito un action plan che è in fase implementazione. Nel corso del 2014 in Capogruppo è stato avviato il progetto GARC (Gestione Attiva Rischi Creto) finalizzato alla creazione una piattaforma per il presio del rischio creto portafogli in bonis. L iniziativa prevede l acquisizione in via sistematica garanzie ( tipo personale e reale) a supporto dell attività lenng delle PMI, comparto per il quale la crisi ha creato forti fficoltà accesso al creto. Le operazioni questa specie consentono la copertura sintetica dal rischio default (failure-to-pay, bankruptcy, restructuring) portafogli granulari e consentono la liberazione capitale economico e regolamentare, così come previsto dalla vigente sciplina Vigilanza in materia (Regolamento UE n. 575/2013 e Circolare della Banca d Italia n. 285/2013). Nell ambito tale operatività nel corso dell esercizio è stato ceduto ad un investitore specializzato il rischio junior relativo ad un portafoglio complessivo 1,8 miliar finanziamenti verso circa imprese appartenenti ai segmenti regolamentari Corporate e SME Corporate, valutati attraverso l applicazione dei modelli interni (IRB Avanzato). Attività finanziarie deteriorate Rientrano tra le attività finanziarie deteriorate i creti che, a seguito del verificarsi eventi occorsi dopo la loro erogazione, mostrino oggettive evidenze una possibile perta. Per la classificazione delle attività deteriorate nelle verse categorie rischio (sofferenze, incagli, esposizioni ristrutturate ed esposizioni scadute e/o sconfinanti, in relazione al loro decrescente stato criticità), il Gruppo fa riferimento alla normativa emanata dalla Banca d Italia, coerente con la regolamentazione prevista dagli Accor Basilea e ai Principi IAS/IFRS, integrata con sposizioni interne che fissano criteri e regole per il passaggio, talora anche in automatico (sofferenze escluse), dei creti nell ambito delle stinte categorie rischio. Le informazioni riportate nei capitoli seguenti, in continuità con quanto rappresentato nei bilanci degli esercizi precedenti con riferimento alle operazioni ristrutturazione finanziaria e più in generale all attività rinegoziazione delle esposizioni cretizie, tengono conto anche delle incazioni formulate dalla European Securities and Markets Authority (ESMA) nel documento pubblicato nel cembre 2012 Public Statement on the Treatment of Forbearance Practices in IFRS Financial Statements of Financial Institutions. In particolare, le attività deteriorate non a sofferenza sono sottoposte ad un processo valutazione analitica oppure con determinazione della previsione perta per categorie omogenee, quest ultime inviduate in funzione dello stato rischio, della durata dell inadempienza nonché della rilevanza dell esposizione rappresentata, ed attribuzione analitica ad ogni posizione. Tale valutazione è effettuata in occasione della loro classificazione, al verificarsi eventi rilievo e, comunque, revisionata con cadenza perioca in conformità ai criteri e alle modalità illustrate nella precedente Parte A.2 Politiche Contabili, parte relativa alle principali voci bilancio, Creti alla quale si fa specifico rimando. Con riferimento ai creti scaduti e/o sconfinanti, ai ristrutturati e agli incagli, le strutture competenti per la gestione sono inviduate, sulla base prefissate soglie rilevanza, rettamente presso i punti operativi proprietari della relazione, ovvero in 338

7 Unità organizzative periferiche, che svolgono attività specialistica, ed infine in strutture Direzione Centrale, alle quali competono altresì funzioni inrizzo e coornamento dell intera materia. Con riferimento ai creti a sofferenza, si evidenzia che a decorrere dal secondo semestre 2010, il Gruppo ha adottato un modello organizzativo basato sulla specializzazione delle competenze gestionali tra strutture interne e strutture esterne allo stesso, prevedendo che le posizioni maggiore rilevanza e complessità siano gestite internamente. In particolare, tale modello prevede: l attribuzione alla Direzione Recupero Creti Intesa Sanpaolo Group Services del coornamento tutte le attività recupero creti nonché la gestione retta (per Intesa Sanpaolo e per la totalità delle Banche della Divisione Banca dei Territori) dei clienti classificati a sofferenza a decorrere da luglio 2010 aventi un esposizione superiore ad una prefissata soglia d importo; l attribuzione a Italfonario S.p.A. (per Intesa Sanpaolo e per la quasi totalità delle Banche della Divisione Banca dei Territori) della gestione retta attraverso uno specifico mandato e con limiti predefiniti dei clienti classificati a sofferenza a decorrere da luglio 2010 aventi un esposizione inferiore alla suddetta soglia d importo (l attività Italfonario è sempre coornata e monitorata dalla Direzione Recupero Creti); la possibilità, in casi particolari, non affidare a Italfonario S.p.A. la gestione alcune tipologie creti; il mantenimento della competenza gestionale, definita in base al precedente modello organizzativo, tra Direzione Recupero Creti e Italfonario per i creti a sofferenza esistenti al 30 giugno 2010; per le posizioni a sofferenza importo limitato la cessione routinaria pro-soluto su base mensile a società terze all atto della classificazione a sofferenza, con alcune esclusioni specifiche. Per quanto attiene ai creti affidati alla gestione retta della Direzione Recupero Creti, per la gestione dell attività recupero la stessa si avvale strutture specialistiche da essa pendenti slocate sul territorio. Nell ambito della predetta attività, ai fini dell inviduazione delle ottimali strategie attuabili per ciascuna posizione, sono state esaminate - in termini analisi costi/benefici - sia soluzioni giuziali che stragiuziali, tenendo conto anche dell effetto finanziario dei tempi stimati recupero. La valutazione dei creti è oggetto revisione ogni qual volta si viene a conoscenza eventi significativi tali da moficare le prospettive recupero. Affinché tali eventi possano essere tempestivamente recepiti, si procede ad un monitoraggio perioco del patrimonio informativo relativo ai debitori e ad un costante controllo sull andamento degli accor stragiuziali e sulle verse fasi delle procedure giuziali in essere. Per quanto attiene ai creti affidati in mandato gestione a Italfonario, l attività svolta da tale società è oggetto monitoraggio da parte delle strutture interne al Gruppo a ciò preposte. Si segnala in particolare che l attività valutazione analitica dei creti è svolta con modalità analoghe a quelle previste per le posizioni in gestione interna e che per quanto attiene alle altre attività gestionali sono previsti criteri guida analoghi a quelli esistenti per le posizioni gestite internamente. Il suddetto modello organizzativo è stato oggetto una revisione a cembre 2014, che sarà resa operativa nella prima parte del Per effetto tale revisione del modello, cesserà l affidamento in gestione ad Italfonario S.p.A. dei nuovi flussi sofferenze, che saranno sostanzialmente gestiti dalla Direzione Recupero Creti del Gruppo. La classificazione delle posizioni tra le attività finanziarie deteriorate e nei relativi sistemi gestionali è effettuata su proposta sia delle Strutture territoriali proprietarie della relazione commerciale, sia delle funzioni specialistiche periferiche e centrali preposte al controllo e alla gestione dei creti. Ai fini bilancio la classificazione tra le attività deteriorate avviene anche tramite automatismi qualora siano superate predeterminate conzioni oggettive inadempienza. Ci si riferisce ai creti scaduti e/o sconfinanti, l inviduazione dei quali è effettuata a livello Gruppo, oltre che alle posizioni che hanno maturato le conzioni incaglio oggettivo definite dalla Banca d Italia. Automatismi sistema, nell evidenziare eventuali sallineamenti, garantiscono, ai creti deteriorati significativi controparti convise tra versi intermeari del Gruppo, la necessaria univoca convergenza degli intenti gestionali. La significatività è rappresentata dal superamento una prestabilita soglia rilevanza dei creti classificati a maggior rischio, rispetto alla complessiva esposizione. Il ritorno in bonis delle esposizioni classificate tra gli incagli, i ristrutturati e le sofferenze, sciplinato dall Organo Vigilanza nonché da specifica normativa interna, avviene su iniziativa delle citate Strutture preposte alla gestione, previo accertamento del venir meno delle conzioni criticità e dello stato insolvenza. Per quanto attiene alle esposizioni classificate tra i creti scaduti e/o sconfinanti il passaggio in bonis è effettuata in via automatica ad avvenuto rientro dell esposizione; lo stesso meccanismo è applicato alle esposizioni modesta entità, già automaticamente classificate ad incaglio in ottemperanza a sposizioni interne, qualora, sempre per verifica automatica, sia rilevato il superamento delle conzioni che ne ebbero a determinare la classificazione. Il complesso dei creti deteriorati è oggetto costante monitoraggio attraverso un predefinito sistema controllo, anche meante verifiche single name svolte dal Servizio Presio Qualità del Creto, e perioco reporting rezionale. Si ricorda infine che nel corso del 2014 l European Banking Authority (EBA) ha pubblicato la versione definitiva dei c.d. Final Draft Implementing Technical Standards on Supervisory reporting on forbearance and non-performing exposures under article 99(4) of Regulation (EU) No 575/2013. In data 9 gennaio 2015 la Commissione Europea ha approvato la bozza Regolamento omologazione dei suddetti Technical Standards, poi pubblicato nella Gazzetta Ufficiale nel mese febbraio. In previsione dell entrata in vigore della normativa EBA la Banca d Italia ha emanato nel gennaio 2015 un aggiornamento del proprio corpo normativo che prevede la mofica della preesistente sudvisione in classi rischio delle attività finanziarie deteriorate, allo scopo consentire l allineamento con le nuove nozioni comunitarie, specie in tema forbearance. Le nuove sposizioni prevedono ora, in estrema sintesi, la ripartizione delle attività finanziarie deteriorate in tre categorie: sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate. Vengono, pertanto, abrogate le categorie esposizioni incagliate ed esposizioni ristrutturate, che fatto confluiscono nelle inadempienze probabili. Viene inoltre istituita la nuova categoria delle esposizioni oggetto concessioni forbearance, riferita alle esposizioni oggetto rinegoziazione per fficoltà finanziaria del cliente che, fatto, costituisce un sottoinsieme sia dei creti deteriorati che quelli in bonis, in relazione allo stato rischio dell esposizione. L applicazione della nuova normativa decorre dal 1 gennaio 2015, pertanto il Bilancio al 31 cembre 2014 è redatto utilizzando le definizioni preesistenti. 339

8 INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA A. QUALITÀ DEL CREDITO Ai fini dell informativa natura quantitativa sulla qualità del creto, con il termine esposizioni cretizie si intendono esclusi i titoli capitale e le quote O.I.C.R., mentre il termine esposizioni include i suddetti elementi. Fa eccezione la tabella A.2.1 relativa alle Esposizioni cretizie per classi rating esterni, dove sono incluse anche le quote O.I.C.R.. A.1. Esposizioni cretizie deteriorate e in bonis: consistenze, rettifiche, namica, stribuzione economica e territoriale Nell ambito delle tavole che seguono (A.1.1, A.1.2 e in quella successiva riferita alle posizioni in bonis per fascia scaduto) i dati esposti riguardano l insieme delle imprese incluse nel consolidamento contabile. Nelle tavole A.1.1 e A.1.2 i dettagli riferiti al Gruppo bancario sono al netto tutti i rapporti infragruppo, inclusi quelli intrattenuti con le altre società ricomprese nel perimetro consolidamento. A.1.1. Distribuzione delle esposizioni cretizie per portafogli appartenenza e per qualità cretizia (valori bilancio) Portafogli/qualità Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutt. Gruppo bancario Altre imprese Totale Esposizioni scadute deteriorate Esposizioni scadute non deteriorate Altre Attività Deteriorate 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie sponibili per la venta Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Creti verso banche Creti verso clientela Attività finanziarie valutate al fair value Attività finanziarie in corso smissione Derivati copertura Totale Totale Altre 340

9 A.1.2. Distribuzione delle esposizioni cretizie per portafogli appartenenza e per qualità cretizia (valori lor e netti) Portafogli/qualità lorda ATTIVITA' DETERIORATE Rettifiche specifiche lorda ATTIVITA' IN BONIS portafoglio TOTALE (esposizione ) A. Gruppo bancario 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione X X Attività finanziarie sponibili per la venta Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Creti verso banche Creti verso clientela Attività finanziarie valutate al fair value X X Attività finanziarie in corso smissione Derivati copertura X X Totale A B. Altre imprese incluse nel consolidamento 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione X X Attività finanziarie sponibili per la venta Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Creti verso banche Creti verso clientela Attività finanziarie valutate al fair value X X Attività finanziarie in corso smissione Derivati copertura X X 2 2 Totale B Totale Totale L ammontare delle cancellazioni parziali su attività finanziarie deteriorate risulta, al 31 cembre 2014, pari a milioni. In ottemperanza alle sposizioni normative, nelle " specifiche" sono state incluse le svalutazioni operate per tenere conto del rischio controparte (c.d. cret risk adjustment) sui contratti derivati deteriorati per un ammontare pari a 72 milioni (pari a 75 milioni al 31 cembre 2013). 341

10 Esposizioni cretizie Scaduti fino a 3 mesi Scaduti da oltre 3 mesi fino a 6 mesi Scaduti da oltre 6 mesi fino a 1 anno Scaduti da oltre 1 anno Non scaduti Totale Esposizioni oggetto rinegoziazione nell'ambito accor collettivi (*) Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie sponibili per la venta Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Creti verso banche Creti verso clientela Attività finanziarie valutate al fair value Attività finanziarie in corso smissione Derivati copertura Esposizioni oggetto rinegoziazione nell'ambito accor bilaterali (**) Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie sponibili per la venta Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Creti verso banche Creti verso clientela Attività finanziarie valutate al fair value Attività finanziarie in corso smissione Derivati copertura Totale Esposizioni oggetto rinegoziazione Altre esposizioni in bonis 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie sponibili per la venta Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Creti verso banche Creti verso clientela Attività finanziarie valutate al fair value Attività finanziarie in corso smissione Derivati copertura Totale Altre esposizioni in bonis (***) Totale Esposizioni in bonis (esposizione ) (*) Il dato relativo agli Accor collettivi si riferisce alle rinegoziazioni a fronte fficoltà finanziaria della controparte la cui concessione è ancora in corso valità. (**) Include anche le esposizioni già rinegoziate per fficoltà finanziaria della controparte nell'ambito accor collettivi, la cui concessione è scaduta e sono quin ripristinate le conzioni originarie (cd. probation period). (***) Include anche le esposizioni oggetto rinegoziazioni riferite a soggetti non in fficoltà finanziaria. Le esposizioni scadute evidenziate nelle tabelle includono milioni attività scadute fino a 3 mesi, 166 milioni attività scadute da oltre tre mesi e fino a sei mesi, 410 milioni attività scadute da oltre sei mesi e sino ad un anno e 94 milioni attività scadute oltre un anno nonché la relativa quota debito non ancora scaduta che ammonta rispettivamente a milioni, a milioni, a milioni ed a 630 milioni. Nel corso dell esercizio 2014 il Gruppo Intesa Sanpaolo ha effettuato acquisti creti deteriorati per importi scarsa significatività. Gli stock in essere al 31 cembre 2014 risultano, pertanto, ammontare non rilevante. 342

11 A.1.3. Gruppo bancario - Esposizioni cretizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lor e netti Tipologie esposizioni/valori lorda specifiche portafoglio A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze X 18 b) Incagli 14-6 X 8 c) Esposizioni ristrutturate - - X - d) Esposizioni scadute deteriorate - - X - e) Altre attività X TOTALE A B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate 1 - X 1 b) Altre X TOTALE B TOTALE (A + B) Le esposizioni per cassa comprendono tutte le attività finanziarie per cassa vantate verso banche, qualunque sia il portafoglio allocazione contabile: negoziazione, sponibile per la venta, detenuto sino a scadenza, creti, attività valutate al fair value, attività finanziarie in via smissione. Le esposizioni fuori bilancio includono tutte le operazioni finanziarie verse da quelle per cassa (garanzie rilasciate, impegni, derivati, ecc.) che comportano l assunzione un rischio cretizio, qualunque sia la finalità tali operazioni (negoziazione, copertura, ecc.). Tra le esposizioni fuori bilancio è stato incluso anche il rischio controparte connesso con le operazioni SFT (Securities Financing Transactions) definite nella normativa prudenziale. A.1.4. Gruppo bancario Esposizioni cretizie per cassa verso banche: namica delle esposizioni deteriorate lorde Causali/Categorie Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate Esposizioni scadute A. lorda iniziale cui: esposizioni cedute non cancellate B. Variazioni in aumento B.1 ingressi da esposizioni in bonis B.2 trasferimenti da altre categorie esposizioni deteriorate B.3 altre variazioni in aumento B.4 operazioni aggregazione aziendale C. Variazioni in minuzione C.1 uscite verso esposizioni in bonis C.2 cancellazioni C.3 incassi C.4 realizzi per cessioni C.4 bis perte per cessioni C.5 trasferimenti ad altre categorie esposizioni deteriorate C.6 altre variazioni in minuzione C.7 operazioni aggregazione aziendale D. lorda finale cui: esposizioni cedute non cancellate

12 A.1.5. Gruppo bancario - Esposizioni cretizie per cassa verso banche: namica delle rettifiche complessive Causali/Categorie Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate Esposizioni scadute A. Rettifiche complessive iniziali cui: esposizioni cedute non cancellate B. Variazioni in aumento B.1 rettifiche B.1bis perte da cessione B.2 trasferimenti da altre categorie esposizioni deteriorate B.3 altre variazioni in aumento B.4 operazioni aggregazione aziendale C. Variazioni in minuzione C.1 da valutazione C.2 da incasso C.2bis utili da cessione C.3 cancellazioni C.4 trasferimenti ad altre categorie esposizioni deteriorate C.5 altre variazioni in minuzione C.6 operazioni aggregazione aziendale D. Rettifiche complessive finali cui: esposizioni cedute non cancellate A.1.6. Gruppo bancario - Esposizioni cretizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lor e netti Tipologie esposizioni/valori lorda specifiche portafoglio A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze X b) Incagli X c) Esposizioni ristrutturate X d) Esposizioni scadute deteriorate X e) Altre attività X TOTALE A B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate X b) Altre X TOTALE B TOTALE (A + B) Le esposizioni per cassa comprendono tutte le attività finanziarie per cassa vantate verso clientela, qualunque sia il portafoglio allocazione contabile: negoziazione, sponibile per la venta, detenuto sino a scadenza, creti, attività valutate al fair value, attività finanziarie in via smissione. Le esposizioni fuori bilancio includono tutte le operazioni finanziarie verse da quelle per cassa (garanzie rilasciate, impegni, derivati, ecc.) che comportano l assunzione un rischio cretizio, qualunque sia la finalità tali operazioni (negoziazione, copertura, ecc.). Tra le esposizioni fuori bilancio è stato incluso anche il rischio controparte connesso con le operazioni SFT (Securities Financing Transactions) definite nella normativa prudenziale. Tra le esposizioni ristrutturate sono ricompresi 236 milioni riferiti ad operazioni in pool (strutture IBLOR) poste in essere dalla Banca nel ruolo Fronting Bank, a fronte delle quali sussistono cash collateral tra i depositi del passivo. Nelle esposizioni per cassa verso clientela in bonis sono inclusi milioni relativi a rapporti intercorrenti tra il Gruppo Bancario e le altre società incluse nel perimetro consolidamento. Nelle esposizioni fuori bilancio in bonis il relativo ammontare risulta pari a 945 milioni. 344

13 A.1.7. Gruppo bancario - Esposizioni cretizie per cassa verso clientela: namica delle esposizioni deteriorate lorde Causali/Categorie Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate Esposizioni scadute A. lorda iniziale cui: esposizioni cedute non cancellate B. Variazioni in aumento B.1 ingressi da esposizioni cretizie in bonis B.2 trasferimenti da altre categorie esposizioni deteriorate B.3 altre variazioni in aumento B.4 operazioni aggregazione aziendale C. Variazioni in minuzione C.1 uscite verso esposizioni cretizie in bonis C.2 cancellazioni C.3 incassi C.4 realizzi per cessioni C.4 bis perte per cessioni C.5 trasferimenti ad altre categorie esposizioni deteriorate C.6 altre variazioni in minuzione C.7 operazioni aggregazione aziendale D. lorda finale cui: esposizioni cedute non cancellate Nelle Altre variazioni in aumento sono ricompresi, prevalentemente, l accertamento degli interessi mora, gli incrementi sal per addebiti, gli incassi dei creti cancellati integralmente dal bilancio (in contropartita della voce Incassi ) e la rivalutazione delle posizioni in valuta a seguito della variazione del tasso cambio. Le Altre variazioni in minuzione sono principalmente rappresentate dal decremento dei sal in valuta a seguito della variazione del tasso cambio. A.1.8. Gruppo bancario - Esposizioni cretizie per cassa verso clientela: namica delle rettifiche complessive Causali/Categorie Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate Esposizioni scadute A. Rettifiche complessive iniziali cui: esposizioni cedute non cancellate B. Variazioni in aumento B.1 rettifiche B.1bis perte da cessione B.2 trasferimenti da altre categorie esposizioni deteriorate B.3 altre variazioni in aumento B.4 operazioni aggregazione aziendale C. Variazioni in minuzione C.1 da valutazione C.2 da incasso C.2bis utili da cessione C.3 cancellazioni C.4 trasferimenti ad altre categorie esposizioni deteriorate C.5 altre variazioni in minuzione C.6 operazioni aggregazione aziendale D. Rettifiche complessive finali cui: esposizioni cedute non cancellate Nelle Altre variazioni in aumento sono ricompresi, prevalentemente, l accertamento degli interessi mora, gli incassi creti cancellati integralmente dal bilancio (in contropartita della voce Riprese da incasso ) e gli incrementi dei sal dei fon in valuta a seguito della variazione del tasso cambio. Le Altre variazioni in minuzione sono principalmente riferite agli incassi interessi mora accertati in esercizi precedenti, alle perte da cessione per la quota non coperta dal fondo, nonché al decremento dei sal dei fon in valuta a seguito della variazione del tasso cambio. Operazioni conversione creti in strumenti capitale Nel corso dell esercizio si sono perfezionate, nell ambito accor ristrutturazione posizioni in bonis o deteriorate, operazioni conversione creti in strumenti capitale. I creti lor convertiti in strumenti finanziari partecipativi, azioni e quote O.I.C.R. ammontano a 536 milioni, cui 132 milioni in bonis e 404 milioni deteriorati. I creti in bonis non hanno determinato rettifiche da conversione, mentre per quelli deteriorati le rettifiche rettamente imputabili all operazione da conversione sono state pari a 259 milioni, essenzialmente accantonati in esercizi precedenti. 345

14 I titoli capitale e le quote O.I.C.R sono stati iscritti al loro fair value, alla data esecuzione delle operazioni, per circa 177 milioni tra le Attività sponibili per la venta e per circa 96 milioni tra le Partecipazioni. Sono stati inoltre trasformati in prestiti obbligazionari a conversione obbligatoria finanziamenti per circa 1 milione, classificati tra i Creti verso clientela rappresentati da titoli debito. A.2. Classificazione delle esposizioni in base ai rating esterni e interni A.2.1. Gruppo bancario - Distribuzione delle esposizioni cretizie per cassa e fuori bilancio per classi rating esterni Il Gruppo Intesa Sanpaolo adotta su tutti i portafogli oggetto della segnalazione le valutazioni delle seguenti agenzie rating esterne: Standard & Poor s Ratings Services, Moody s Investors Service e Fitch Ratings. Le suddette agenzie sono valide per tutte le banche appartenenti al Gruppo. Si evidenzia che, in ottemperanza a quanto sancito dalla normativa, laddove siano presenti due valutazioni dello stesso cliente, viene adottata quella più prudenziale, nel caso tre valutazioni quella intermea. La colonna delle valutazioni relative alla Classe 6 comprende i creti deteriorati. Esposizioni CLASSI DI RATING ESTERNI SENZA TOTALE Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 Classe 6 RATING A. Esposizioni cretizie per cassa B. Derivati B.1. Derivati finanziari B.2. Derivati cretizi C. Garanzie rilasciate D. Impegni a erogare fon E. Altre Totale Si precisa che nelle esposizioni rappresentate in tabella sono incluse anche le quote O.I.C.R. per un importo pari a milioni. Le tabelle che seguono riportano il raccordo (mapping) tra le classi rischio ed i rating delle agenzie utilizzate. Mapping dei rating a lungo termine rilasciati dalle agenzie rating esterne Rating a lungo termine per esposizioni verso: amministrazioni centrali e banche centrali, intermeari vigilati; enti del settore pubblico; enti territoriali, banche multilaterali sviluppo; imprese e altri soggetti ECAI Moody's Fitch Standard & Poor's Classe merito creto Classe 1 da Aaa a Aa3 da AAA a AA- da AAA a AA- Classe 2 da A1 a A3 da A+ a A- da A+ a A- Classe 3 da Baa1 a Baa3 da BBB+ a BBB- da BBB+ a BBB- Classe 4 da Ba1 a Ba3 da BB+ a BB- da BB+ a BB- Classe 5 da B1 a B3 da B+ a B- da B+ a B- Classe 6 Caa1 e inferiori CCC+ e inferiori CCC+ e inferiori Rating a breve termine per esposizioni verso intermeari vigilati e imprese ECAI Moody's Fitch Standard & Poor's Classe merito creto Classe 1 P -1 F1 +, F1 A -1 +, A -1 Classe 2 P -2 F2 A -2 Classe 3 P -3 F3 A -3 Classe da 4 a 6 NP inferiori a F3 inferiori a A

15 Rating per esposizioni verso O.I.C.R. ECAI Moody's Fitch Standard & Poor's Classe merito creto Classe 1 da Aaa a Aa3 da AAA a AA- da AAA m/f a AA - m/f Classe 2 da A1 a A3 da A+ a A- da A + m/f a A - m/f Classi 3 e 4 da Baa1 a Ba3 da BBB+ a BB- da BBB + m/f a BB - m/f Classi 5 e 6 B1 e inferiori B+ e inferiori B + m/f e inferiori Metodo standarzzato Rating a lungo termine per esposizioni verso cartolarizzazioni ECAI Moody's Fitch Standard & Poor's Classe merito creto Classe 1 da Aaa a Aa3 da AAA a AA- da AAA a AA- Classe 2 da A1 a A3 da A+ a A- da A+ a A- Classe 3 da Baa1 a Ba3 da BBB+ a BBB- da BBB+ a BBB- Classe 4 da Baa1 a Ba3 da BB+ a BB- da BB+ a BB- Classe 5 B1 e inferiori B+ e inferiori B+ e inferiori Metodo standarzzato Rating a breve termine per esposizioni verso cartolarizzazioni ECAI Moody's Fitch Standard & Poor's Classe merito creto Classe 1 P -1 F 1 +, F 1 A -1 +, A -1 Classe 2 P -2 F2 A -2 Classe 3 P -3 F3 A -3 Classi da 4 a 6 NP inferiori a F3 inferiori a A -3 Metodo IRB Rating a lungo termine per esposizioni verso cartolarizzazioni ECAI Moody's Fitch Standard & Poor's Classe merito creto Classe 1 Aaa AAA AAA Classe 2 Aa AA AA Classe 3 A1 A+ A+ Classe 4 A2 A A Classe 5 A3 A- A- Classe 6 Baa1 BBB+ BBB+ Classe 7 Baa2 BBB BBB Classe 8 Baa3 BBB- BBB- Classe 9 Ba1 BB+ BB+ Classe 10 Ba2 BB BB Classe 11 Ba3 BB- BB- Classe 12 Inferiori a Ba3 Inferiori a BB- Inferiori a BB- 347

16 Metodo IRB Rating a breve termine per esposizioni verso cartolarizzazioni ECAI Moody's Fitch Standard & Poor's Classe merito creto Classe 1 P -1 F 1 +, F 1 A -1 +, A -1 Classe 2 P -2 F2 A -2 Classe 3 P -3 F3 A -3 Tutte le altre valutazioni del merito creto Inferiori a P-3 inferiori a F3 inferiori a A -3 A.2.2. Gruppo bancario - Distribuzione delle esposizioni per cassa e fuori bilancio per classi rating interni Come già evidenziato nelle Informazioni natura qualitativa, nel paragrafo La normativa Basilea 3 e il Progetto Interno, il Gruppo Intesa Sanpaolo spone un insieme rating validati relativi ai portafogli Corporate, Mutui Retail (mutui residenziali a privati) e SME Retail. Ai fini della redazione della tabella, oltre ai rating relativi ai modelli validati, sono stati impiegati tutti i rating utilizzati nei sistemi gestione e controllo dei rischi cretizi, ivi compresi i rating agenzie esterne per controparti appartenenti a segmenti clientela per cui non è sponibile un modello interno. Le esposizioni prive rating ammontano al 15% quelle relative alle controparti in bonis e si riferiscono ai segmenti non ancora coperti da modelli rating (prevalentemente prestiti personali ai privati e creto al consumo), a controparti per le quali il roll out dei nuovi modelli rating non è ancora stato completato, alle società del Gruppo con mission principale versa da quella cretizia e alle controllate estere non ancora integrate nel sistema cret risk management. Ai fini del calcolo degli incatori rischio, alle controparti unrated viene assegnato un rating stimato sulle probabilità mee default, derivate dall esperienza storica sui rispettivi segmenti. Escludendo le controparti prive rating e i creti deteriorati, si osserva una concentrazione elevata nelle classi investment grade (classi 1, 2, 3 che rappresentano i rating tra AAA e BBB-), pari al 70% del totale, mentre il 19% rientra nella fascia BB+/BB- (classe 4) e l 11% nelle classi più rischiose ( cui circa l 1% inferiore a B-). Esposizioni CLASSI DI RATING INTERNI Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 Classe 6 Esposizioni deteriorate SENZA RATING TOTALE A. Esposizioni per cassa B. Derivati B.1. Derivati finanziari B.2. Derivati cretizi C. Garanzie rilasciate D. Impegni a erogare fon E. Altre Totale Oltre alle Tabelle previste dalla normativa Vigilanza a livello Gruppo, seguito viene riportata la stribuzione dei rating relativa alle esposizioni cretizie verso clientela in bonis appartenenti alle Banche con modelli interni. Al 31 cembre 2014, la quota dei creti verso clientela in bonis a cui è stato attribuito un rating analitico o da agenzia esterna, rappresenta il 94% dei creti delle banche con modelli interni e l 82% dell intero aggregato a livello Gruppo. 42,0% 41,8% 30,8% 27,5% 10,8% 14,9% 13,0% 11,9% ,5% 0,3% 2,0% 2,3% 0,9% 1,3% AAA AA A BBB BB B CCC La stribuzione evidenzia una quota elevata Investment grade pari al 59,3%, in aumento rispetto all esercizio precedente (55,3%). Di seguito si evidenziano i dettagli relativi alla stribuzione rating dei seguenti portafogli Corporate, Mutui Retail (Mutui residenziali a privati), SME Retail e altri creti a privati, Sovereign & Enti Pubblici. 348

17 Corporate Mutui Retail 36,9% 64,6% 32,2% 14,2% 0,5% 3,6% 10,7% 1,9% 0,0% 0,0% 15,0% 10,4% 10,0% 0,0% AAA AA A BBB BB B CCC AAA AA A BBB BB B CCC SME Retail e altri creti privati Sovereign & Enti Pubblici 39,3% 37,7% 49,2% 41,2% 18,8% 0,0% 0,0% 2,7% 1,5% 0,1% 1,7% 7,5% 0,2% 0,1% AAA AA A BBB BB B CCC AAA AA A BBB BB B CCC I portafogli evidenziano una quota Investment grade rispettivamente pari al 47,1%, 79,7%, 42% e 92,2%. A.3. Distribuzione delle esposizioni cretizie garantite per tipologia garanzia A.3.1. Gruppo bancario - Esposizioni cretizie verso banche garantite ESPOSIZIONI CREDITIZIE PER CASSA GARANTITE ESPOSIZIONI CREDITIZIE "FUORI BILANCIO" TOTALE GARANTITE Totalmente garantite Parzialmente garantite Totalmente garantite Parzialmente garantite Di cui deteriorate Di cui deteriorate Di cui deteriorate Di cui deteriorate VALORE ESPOSIZIONE NETTE GARANZIE REALI (1) Immobili Ipoteche Leasing finanziario Titoli Altre garanzie reali GARANZIE PERSONALI (1) Derivati su creti Cret linked notes Altri derivati - Governi e banche centrali Altri enti pubblici Banche Altri soggetti Creti firma Governi e banche centrali Altri enti pubblici Banche Altri soggetti TOTALE (1) Fair Value della garanzia o, qualora sia fficile determinazione, contrattuale della stessa, quest'ultimo esposto - come previsto dalla normativa - sino a concorrenza del dell'esposizione. 349

18 A.3.2. Gruppo bancario - Esposizioni cretizie verso clientela garantite ESPOSIZIONI CREDITIZIE PER CASSA GARANTITE ESPOSIZIONI CREDITIZIE "FUORI BILANCIO" TOTALE GARANTITE Totalmente garantite Parzialmente garantite Totalmente garantite Parzialmente garantite Di cui deteriorate Di cui deteriorate Di cui deteriorate Di cui deteriorate VALORE ESPOSIZIONE NETTE GARANZIE REALI (1) Immobili Ipoteche Leasing finanziario Titoli Altre garanzie reali GARANZIE PERSONALI (1) Derivati su creti Cret linked notes Altri derivati - Governi e banche centrali Altri enti pubblici Banche Altri soggetti Creti firma Governi e banche centrali Altri enti pubblici Banche Altri soggetti TOTALE (1) Fair Value della garanzia o, qualora sia fficile determinazione, contrattuale della stessa, quest'ultimo esposto - come previsto dalla normativa - sino a concorrenza del dell'esposizione. B. DISTRIBUZIONE E CONCENTRAZIONE DELLE ESPOSIZIONI CREDITIZIE B.1. Gruppo bancario - Distribuzione settoriale delle esposizioni cretizie per cassa e fuori bilancio verso clientela ( bilancio) Esposizioni/Controparti Incagli ESPOSIZIONI PER CASSA Esposizioni ristrutturate Esposizioni scadute deteriorate TOTALE ESPOSIZONI Altre PER CASSA esposizioni Sofferenze Sofferenze ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO Incagli Altre attività deteriorate Altre esposizioni TOTALE ESPOSIZONI FUORI BILANCIO Totale Totale GOVERNI Rettifiche specifiche X X Rettifiche portafoglio X X X X X X X ALTRI ENTI PUBBLICI Rettifiche specifiche X X Rettifiche portafoglio X X X X X X X SOCIETA' FINANZIARIE Rettifiche specifiche X X Rettifiche portafoglio X X X X X X X SOCIETA' DI ASSICURAZIONE Rettifiche specifiche X X Rettifiche portafoglio X X X X - - X X X IMPRESE NON FINANZIARIE Rettifiche specifiche X X Rettifiche portafoglio X X X X X X X ALTRI SOGGETTI Rettifiche specifiche X X Rettifiche portafoglio X X X X X X X

19 B.2. Gruppo bancario - Distribuzione territoriale delle esposizioni cretizie per cassa e fuori bilancio verso clientela ( bilancio) Esposizioni/Aree geografiche ITALIA complessive ALTRI PAESI EUROPEI complessive AMERICA complessive complessive RESTO DEL MONDO complessive A. ESPOSIZIONI PER CASSA A.1. Sofferenze A.2. Incagli A.3. Esposizioni ristrutturate A.4. Esposizioni scadute deteriorate A.5. Altre esposizioni Totale A B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO B.1. Sofferenze B.2. Incagli B.3. Altre attività deteriorate B.4. Altre esposizioni Totale B TOTALE (A+B) TOTALE ASIA B.2 bis Ripartizione per area geografica dei rapporti con clientela residente in Italia ( bilancio) Esposizioni/Aree NORD-OVEST NORD-EST CENTRO SUD E ISOLE geografiche complessive complessive complessive complessive A. ESPOSIZIONI PER CASSA A.1. Sofferenze A.2. Incagli A.3. Esposizioni ristrutturate A.4. Esposizioni scadute deteriorate A.5. Altre esposizioni Totale A B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO B.1. Sofferenze B.2. Incagli B.3. Altre attività deteriorate B.4. Altre esposizioni Totale B TOTALE (A+B) TOTALE

20 B.3 Gruppo bancario - Distribuzione territoriale delle esposizioni cretizie per cassa e fuori bilancio verso banche ( bilancio) Esposizioni/Aree geografiche ITALIA ALTRI PAESI EUROPEI AMERICA complessive complessive complessive ASIA complessive RESTO DEL MONDO complessive A. ESPOSIZIONI PER CASSA A.1. Sofferenze A.2. Incagli A.3. Esposizioni ristrutturate A.4. Esposizioni scadute deteriorate A.5. Altre esposizioni Totale A B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO B.1. Sofferenze B.2. Incagli B.3. Altre attività deteriorate B.4. Altre esposizioni Totale B TOTALE (A+B) TOTALE B.3 Bis Ripartizione per area geografica dei rapporti con banche residenti in Italia ( bilancio) Esposizioni/Aree geografiche NORD-OVEST NORD-EST CENTRO complessive complessive complessive SUD E ISOLE complessive A. ESPOSIZIONI PER CASSA A.1. Sofferenze A.2. Incagli A.3. Esposizioni ristrutturate A.4. Esposizioni scadute deteriorate A.5. Altre esposizioni Totale A B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO B.1. Sofferenze B.2. Incagli B.3. Altre attività deteriorate B.4. Altre esposizioni Totale B TOTALE (A+B) TOTALE B.4 Gran esposizioni Gran esposizioni a) Valore bilancio b) Valore ponderato c) Numero 6 In base alle sposizioni normative vigenti il numero delle gran esposizioni esposto in tabella è determinato facendo riferimento alle esposizioni non ponderate che superano il 10% del Capitale Ammissibile, così come definito dal Regolamento UE n. 575/2013 (c.d. CRR), dove per esposizioni si intende la somma delle attività rischio per cassa e delle operazioni fuori bilancio (escluse quelle dedotte dal Capitale Ammissibile) nei confronti un cliente, o un gruppo clienti connessi, senza l applicazione dei fattori ponderazione. Tali criteri espositivi portano a ricomprendere nella tabella bilancio relativa alle gran esposizioni anche soggetti che pur con ponderazione pari allo 0% - presentano un esposizione non ponderata superiore al 10% del Capitale Ammissibile ai fini dei gran rischi. 352

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