Il lavoro al videoterminale e le competenze dell optometrista

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1 Il lavoro al videoterminale e le competenze dell optometrista di Paolo Traù Optometrista paolo.trau@gmail.com Riassunto I sistemi computerizzati fanno ormai parte del nostro quotidiano in forme diverse: monitor digitali controllano le più svariate funzioni, al lavoro, a casa, nello svago e nella comunicazione. Ogni giorno una certa quantità del nostro tempo trascorre inevitabilmente guardando un monitor di un computer. È una condizione che non interessa più solo l utenza professionale ma si estende ad ampissimi strati della popolazione. Una gran quantità d informazioni fluisce attraverso il senso primario della vista, una modalità di stimolazione che comporta impegno e abilità visive elevate da cui, in certi casi, conseguono livelli elevati di affaticamento. Gli utenti professionali sono teoricamente tutelati dalle norme anti-infortunistiche che dovrebbero ridurre o attenuare i disagi derivanti da un uso protratto o non corretto. Gli utenti comuni si accostano all uso dei videoterminali o ad apparati simili in modo del tutto casuale nonostante le informazioni disponibili al riguardo e la loro facile reperibilità. L intervento dell optometrista affronta la fase di ricerca e analisi clinica dei problemi visivi, la fase di prevenzione e informazione, oltre che di prescrizione e riabilitazione. La conoscenza della fisiologia, delle problematiche ambientali e delle norme al riguardo sono indispensabili alla comprensione del problema, un attività specifica di grande utilità sociale. Introduzione Nella pratica clinica quotidiana dell optometrista sempre più spesso la richiesta di aiuto viene da utenti del videoterminale. Professionista o no, la maggioranza delle persone attive, oggi come oggi, fa uso di un dispositivo computerizzato controllato da un monitor o display spesso per un tempo prolungato. Due recenti studi pubblicati dall American Optometric Association (A.O.A.) convergono su una realtà ormai condivisibile da tutti i paesi industrializzati: l ottantadue per cento degli Americani usa frequentemente un sistema computerizzato, e di questi il 42 per cento per più di tre ore al giorno. 120 P.O. Professional Optometry Febbraio 2009

2 Dal gioco al lavoro, dallo svago alla semplice necessità di informarsi o comunicare l attenzione dei nostri occhi è attirata da una miriade di pixels luminosi, di cristalli liquidi e led che attendono di essere classificati e significati. Tutto ciò è oggetto di attenzione nell ambito della Sicurezza sul Lavoro per le attività lavorative che utilizzano tali dispositivi. Norme come la 626/94 prima e la recente 81/2008, tutelano ampiamente e chiaramente i lavoratori dagli eventuali rischi lavorativi. Coloro che attendono ad attività al videoterminale per un periodo che supera le venti ore settimanali cumulative acquisiscono uno status giuridico, appunto, di videoterminalista. Ciò comporta una tutela sanitaria da parte del Medico del Lavoro Competente (MCL) e del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), di solito il consulente per la sicurezza. Queste sono le figure responsabili della salute del lavoratore insieme al datore di lavoro. Gli strumenti previsti per un efficace tutela sono: una preliminare idoneità visiva e psicofisica che certifica il MLC, visite periodiche di controllo a monitorare la situazione, bonifica ambientale, ottimizzazione delle postazioni operative nonché informazioni esaurienti sui rischi al riguardo e formazione periodica dei lavoratori sono gli obblighi di legge che formano la struttura a protezione dell individuo e del suo sistema visivo. L attività al Vdt: che cosa comporta I motivi per cui l uso del Vdt costituisce oggetto di tanta attenzione risiedono principalmente nella caratteristiche poco fisiologiche di quest attività. Mentre la persona che attende al tradizionale lavoro di ufficio ha la possibilità di condurre un certo numero di attività fisiologiche ed ha a disposizione spazio per assumere posture diverse e muoversi liberamente, l operatore al Vdt spesso per un tempo prolungato e senza interruzione esercita un attività in cui i movimenti fisiologici sono ristretti, l attenzione è rivolta in modo prioritario al monitor ed entrambe le mani sono fisse sulla tastiera. La sorveglianza della digitazione alla tastiera e la lettura dei caratteri a monitor o sui testi mettono a dura prova la mobilità fine del rachide che ha l intento di collaborare con i muscoli oculari nelle attività visive come la fissazione foveale. Il livello di attenzione al problema è legato ad almeno quattro parametri: le caratteristiche psicofisiche dell individuo (visive e muscolo scheletriche), il tempo di utilizzo e il tipo di impegno, le condizioni ambientali in cui è svolto il lavoro. Al variare di questi fattori varia il livello di disagio dell individuo come risultato di affaticamento. L impegno visivo in generale Attività diverse possono richiedere prestazioni visive diverse. L osservazione di un paesaggio naturale, fatta per scopi non specifici o professionali, potrebbe essere l esempio di un compito visivo di scarsa intensità. L attività del controllore radar in un aeroporto, al contrario, può rappresentare un compito visivo di elevata intensità. Le attività visive semplici sono del tutto istintive e inconsapevoli, mentre le attività che richiedono alti livelli energetici possono dar luogo a sensazioni di affaticamento chiaramente percepite. In generale l attività visiva al videoterminale richiede alti livelli di concentrazione per ottenere un buon livello di prestazione visiva basato principalmente sulla percezione spaziale anche se, in effetti, l immagine al computer è bidimensionale. L uso del puntatore e del mouse, spesso prevalente, richiedono buona coordinazione visuo-motoria per essere efficaci. Le caratteristiche di luminescenza del monitor, inoltre, sono un elemento affaticante da mettere in relazione alle capacità individuali di adattamento all abbagliamento diretto e indiretto oltre che ai livelli di illuminamento ambientale ed ai relativi contrasti. Una corretta illuminazione dell ambiente di lavoro è uno dei fondamentali del benessere 122 P.O. Professional Optometry Febbraio 2009

3 Oculari Visivi Generali Tabella 1. Sintomi di stanchezza visiva Arrossamento Bruciore Dolore Irritazione Lacrimazione Pesantezza Sfuocamento temporaneo Sfuocamento temporaneo protratto (da Lontano) Rallentamento accomodativo Diplopia Fotofobia Effetto Mc Cullough, effetto Troxler, effetto SILO Cefalea Malessere visivo per il videoterminalista. Alla fine di un periodo di lavoro, una giornata o una settimana per esempio, spesso l entità dello sforzo è tale che il normale avvicendarsi dei cicli di riposo e di lavoro non consentono il pieno recupero delle capacità originarie. In generale dolenzia della muscolatura e delle articolazioni interessate, scarsa efficienza funzionale, spossatezza, irritabilità e nervosismo sono i risultati. Disturbi neurovegetativi del sonno e della digestione caratterizzano la sindrome conclamata. I sintomi a carico del sistema visivo sono elencati nella tabella 1. Le capacità d impegno visivo variano da persona a persona e sono influenzate in modo consistente da una serie di fattori individuali e ambientali. Fra i fattori funzionali individuali consideriamo sicuramente: - gli eventuali difetti della vista; - i deficit o le anomalie percettive; - l approccio dell individuo all attività lavorativa e alla gestione della fatica. Fra i fattori ambientali: - la disposizione delle postazioni di lavoro; - il microclima (fra cui rientra l illuminazione d ambiente); - le posizioni di lavoro o posture. Il compito visivo al videoterminale Secondo l Organizzazione Mondiale della Sanità per definire il compito visivo vanno distinte anche le attività svolte al Vdt (vedi Tab. 2). Per la Medicina del Lavoro l uso prolungato del Vdt rientra fra le attività ripetitive poiché Inserimento dati Acquisizione dati Comunicazione interattiva Word processing Archiviazione d informazioni nel computer da supporto cartaceo, ritmi elevati con poche interruzioni, scarsa decisionalità e scarso controllo dei ritmi (es. contabilità). Le informazioni sono residenti sul computer, medio ritmo di lavoro con alcune interruzioni. Il controllo della velocità e delle decisioni è variabile (es. operatore telefonico). Sia inserimento dati che acquisizione informazioni, ritmo intermittente, controllo della velocità e delle decisioni variabile. (es. sportellista) Inserimento testi, formattazione, correzioni; frequenza di battitura elevata ma intermittente, interruzioni limitate, controllo della velocità di lavoro e presa di decisioni da Documento Offset Publication N. 99 (pag.76-77, 1987) Tabella 2. Definizione dei compiti visivi con VDT secondo WHO 124 P.O. Professional Optometry Febbraio 2009

4 comporta un attività di modesto impegno muscolare, ma ripetuta, protratta e statica (mani, braccia, schiena, collo, occhi sono i distretti interessati). La ripetitività è il fattore critico di affaticamento anche a livello visivo. Si stima, per esempio, che i cambiamenti di focalizzazione in una giornata d imputazione dati avvengano dalle quindici alle trentamila volte il giorno. Il campo visivo professionale, quell area in cui si esercita la visione durante il lavoro, è limitato ad una zona di non più di ottanta centimetri di profondità a racchiudere monitor, tastiera, foglio e/o calcolatrice; è rappresentabile come una conoide con il vertice in corrispondenza degli occhi. È il protrarsi dell osservazione all interno del campo visivo professionale e quindi alle distanze prossimali senza la naturale alternanza verso lo spazio lontano a comportare un uso gravoso dei meccanismi dell accomodazione e della convergenza. Pur se in misura variabile le considerazioni fatte fin qui trovano riscontro anche nell uso non professionale del videoterminale, dove, l approccio al compito, l atteggiamento visivo e le posture sono dettate prevalentemente dall istinto o dalle necessità pratiche. Ognuno immagini quanto può essere idealmente lontana una postazione di lavoro casalinga da una postazione di lavoro ergonomicamente corretta in un ambiente dedicato. Le conseguenze Quando una qualsiasi funzione è espletata con difficoltà l organismo risponde con una serie di reazioni di allarme e di difesa legate ai meccanismi dello stress. Il risultato è una condizione parafisiologica che va sotto il nome di astenopia. Astenon - opsis = stanchezza visiva Numerose e non sempre univoche sono in letteratura le definizioni di astenopia. Significative le seguenti definizioni di astenopia in ambito occupazionale: - affaticamento visivo: insieme di disturbi funzionali che si originano quando l apparato visivo cerca di conseguire, ricorrendo ad artifici stressanti, risultati funzionali eccedenti le proprie possibilità fisiologiche - Linee Guida ISPESL Astenopia Occupazionale: sindrome causata da fattori e compiti lavorativi che, in associazione con le caratteristiche oftalmiche del soggetto, favoriscono l insorgenza o la reiterazione di un insieme di sintomi oculari e/o visivi che, nei casi più gravi, possono anche accompagnarsi a disturbi generali - Linee guida SIMLII In una prospettiva più ampia al problema la terminologia anglofona Computer Vision Syndrome o CVS considera i diversi sintomi visivi e le conseguenze a livello centrale. Mentre Wick e Scheiman (2002) propongono Computer Use Complex o CUC venendo incontro all esigenza di considerare nello stesso ambito sia i sintomi fisici a riguardo appunto del collo, schiena e polsi e sia quelle manifestazioni di disagio visivo che si collegano alla già citata astenopia ma anche ai problemi delle palpebre, alla diminuzione dell ammiccamento e a quella subdola e insidiosa condizione sempre più frequente e ancora poco considerata detta occhio secco (dry eye). Il problema Le valutazioni individuali che spettano esclusivamente ai Medici del Lavoro Competenti ai fini del conseguimento o al mantenimento dell idoneità dei videoterminalisti richiedono la valutazione delle capacità visive dei preposti all uso del videoterminale in termini di efficienza e affidabilità, considerando le caratteristiche intrinseche del tipo di lavoro e l ambiente in cui il lavoro andrà svolto. Nella realtà di tutti i giorni sembra essere prassi diffusa che tali valutazioni si basino su informazioni provenienti da: 1 - ortoanalizzatori 2 - visita oftalmologica tradizionale. Nel primo caso si tratta di strumenti semi automatici per la rilevazione di alcune abilità visive, di facile uso ma non totale affidabilità e completezza come tutti gli strumenti di questo tipo, soprattutto per le condizioni visive ai limiti della norma. Nel secondo caso le valutazioni mediche specialistiche che dovrebbero considerare le capacità dell individuo di sottoporsi ad un determinato compito visivo, tendono il più 126 P.O. Professional Optometry Febbraio 2009

5 delle volte ad escludere soltanto la presenza di alterazioni patologiche a carico dell apparato visivo. La pratica quotidiana mi consente di affermare che nel primo caso può paradossalmente venire a mancare il nesso fra causa ed effetto, mentre nel secondo caso sarebbe ignorato perlomeno il contesto lavorativo. Si comprende a questo punto di come, nel caso frequente in cui si verifichi l ipotesi esposta, la volontà positiva del legislatore non riesca ad ottenere un reale miglioramento delle condizioni lavorative. È, infatti, necessario il controllo di un numero più ampio di fattori rispetto alla modalità di valutazione visiva de facto, essenziale, ma insufficiente a garantire il controllo dell affaticamento visivo e le sue conseguenze sul benessere psicofisico dell individuo tanto più se non accompagnata da considerazioni funzionali e dalla normalizzazione completa di ogni situazione ottica non ottimale (Spirigliozzi, Ferrante, Grengo ). In considerazione, oltretutto, di un utenza molto spesso ametrope, presbite e portatrice di lenti a contatto. Per rispondere a questa esigenza l A. ha elaborato un protocollo che, in collaborazione con il medico del lavoro, consente un monitoraggio più rispondente alla normativa in vigore e alle esigenze degli utenti. Il risultato è un profilo ergo-optometrico. Il metodo Definito il campione di popolazione di videoterminalisti da esaminare sulla base delle dichiarazioni di rischio compilate dal committente, è somministrato un questionario di valutazione dei sintomi dell affaticamento visivo e muscolo scheletrico secondo modelli presenti in letteratura (SIMLII). È eseguito, poi, un sopralluogo per valutare il grado d ottimizzazione ambientale delle postazioni operative interessate. Per la stesura del profilo ergo-optometrico è previsto un colloquio-intervista riguardo al questionario sui sintomi, su tempi e condizioni lavorative, una parte anamnestica generale e una più specificamente visiva. Una batteria di test di tipo oggettivo e soggettivo (circa quaranta items) prende in esame la funzionalità visiva di base e l efficienza sia per chi porta una correzione che per coloro che non ne fanno uso. In aggiunta un test di screening per le maculopatie come l Amsler Test, e, se compatibile con la sintomatologia e le informazioni anamnestiche, è somministrato un questionario per lo studio delle alterazioni lacrimali. Questa attività di screening (che non prevede diagnosi, ma solo indicazioni per il medico e per l utente) si svolge nei locali dell azienda, in orari di lavoro, in tempi relativamente brevi (venti o trenta minuti per visita), possibilmente alla presenza del MCL che svolgerà gli accertamenti muscolo-scheletrici. Sono ovvi i vantaggi in termini di costi per il committente rispetto ad altri sistemi di monitoraggio. Il profilo risultante può costituire il punto di partenza o di confronto per l ottimizzazione delle condizioni lavorative in ambito interdisciplinare fra il MCL, l RSPP e il datore di lavoro. Mediamente il dieci percento dei profili ri- Anamnesi Generale Anamnesi Visiva Esame rifrattivo Quadro ortottico Senso cromatico Amsler Test Visus naturale L e V Visus corretto L e V Retinoscopia Statica Motilità oculare estrinseca Cover test e Uncover test, mono e binoculare L e V Stereopsi Luci di Worth L e V PP accomodativo e PP di convergenza Tabella 3 Sintesi della scheda test 128 P.O. Professional Optometry Febbraio 2009

6 chiede un approfondimento oftalmologico od ortottico che costituisce un parere per il MCL e l inizio di un eventuale iter terapeutico. Nel caso di aziende di grandi dimensioni, in presenza di certificazioni di qualità o strutture complesse o semplicemente in caso di interesse o sensibilità al problema la valutazione illuminotecnica può essere indispensabile. Per le criticità che emergono dalle valutazioni di approccio al lavoro e di gestione delle condizioni ambientali si propongono sedute collettive di informazione e formazione in accordo con l RSPP. Conclusioni Non sempre, o non solo, l approccio parziale al problema videoterminale è la conseguenza di volontà negative come il tentativo di risparmiare da parte dei datori di lavoro che spesso vedono l investimento in sicurezza come un mero costo. O la malavoglia di stimati oftalmologi di fronte ad un compito che in parte esula dalle loro competenze (come andare i fabbrica a vedere le condizioni di lavoro ). O ancora la scarsa professionalità dei progettisti degli ambienti di lavoro e dei consulenti sulla sicurezza. A monte di tutto c è una cronica mancanza di cultura visiva che considera l atto visivo sempre e comunque un atto del tutto istintivo. Da ciò consegue la superficialità nell affrontare il problema a tutti i livelli. La mancanza d informazione per una funzione vitale come la visione comincia ad assumere sviluppi sociali difficilmente controllabili oltre a costituire un costo per la collettività e un freno allo sviluppo, come confermano i recenti studi citati. È auspicabile che l optometrista, in un ambito interdisciplinare in stretta collaborazione con le altre figure tecniche e sanitarie competenti, costituisca un riferimento per affrontare i problemi visivi in modo specifico nel lavoro, compresa la fase informativa e formativa degli utenti anche non professionali con l intento di aumentare la consapevolezza verso il problema. Si ritroverà in ogni caso, l optometrista, a dover affrontare e gestire sempre più spesso tali situazioni nel suo studio visto il proliferare del fenomeno. Da qui la necessità di approfondire in ogni caso l argomento. Bibliografia breve e riferimenti normativi minimi - The EU Directive 90/270/EEC on the Minimum Health and Safety Requirements for Work with Display Screen Equipment - Decreto Legislativo del 9 aprile 2008, n 81, Titolo VII e Allegato XXXIV - Direttiva 2006/25/CE del 5 aprile ISO 9241: Ergonomic requirements for office work with visual display terminals - AAVV, Linee Guida per la sorveglianza sanitaria degli addetti ad attività lavorativa con videoterminali SIMLII Volume 3, anno AAVV, Microclima, aerazione e illuminazione nei luoghi di lavoro. Linee Guida. Coordinamento tecnico per la sicurezza nei luoghi di lavoro delle Regioni e delle Province Autonome/Istituto Superiore per la Prevenzione E la Sicurezza del Lavoro, 1 giugno ILO, Ginevra, Working with display units, Occupational Health Series n 61, Palladino P. Lezioni di Illuminotecnica, p.103, Scheiman, Wick, Clinical management of binocular vision, Lippincott Williams & Wilkins, AAVV, International Dry Eye Workshop (DEWS), The Ocular Surface, Vol. 5 Aprile Sheedy, Shaw-McMinn, Diagnosing and treating computer related vision problems, Butterworth Heinemann, Spirigliozzi S., Ferrante M., Grengo F. Occhiali per il videoterminale: DPI o dispositivi speciali di correzione. Pubblicato su Igiene e Sicurezza sul Lavoro, vol. 1/ AAVV, Adeguatezza e affidabilità dell ortoanalizzatore Ergovision nel giudizio di idoneità specifica Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia Vol. XXIX N. 3 Lug-Sett 2007, Atti 70 Cong. Naz. SIMLII - Buzzon, Sheedy, Nilsen - The efficacy of computer glasses in reduction of computer worker symptoms Pubblicato su Optometry 2002; pag P.O. Professional Optometry Febbraio 2009

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