VINITALY INDIA Salone dei Vini Italiani di Qualità Mumbai e New Delhi, gennaio 2009

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1 VINITALY INDIA Salone dei Vini Italiani di Qualità Mumbai e New Delhi, gennaio 2009 DATI DI MERCATO L India: con un economia che cresce del 9% all anno, una popolazione giovane che entro i prossimi 25 anni sarà la più numerosa del mondo e che già è caratterizzata da una percentuale del 70% di abitanti sotto i 35 anni di età, rappresenta sicuramente un opportunità importante non solo per il vino ma per tutti i prodotti di lusso, come dimostra il costante lancio di marchi mondiali sul mercato Indiano. Il mercato delle bevande alcoliche vale circa 9 miliardi di euro ma è fortemente incentrato sulla birra ed i superalcolici, soprattutto whisky, retaggio del colonialismo Inglese. Al momento ci sono oltre casse di vino consumate in India ogni anno, oltre delle quali sono di vini d importazione. Un numero molto limitato rispetto alla popolazione di oltre 1.1 miliardi di persone, ma un mercato che cresce stabilmente ogni anno del 20% con un incremento che addirittura, negli ultimi sei mesi del 2007, ha raggiunto il 35%. Nel 2008 è previsto che il consumo di vino supererà il milione di bottiglie. I Consumatori: Il mercato Indiano consuma principalmente vino fermo (quasi il 75%). Il rimanente, è diviso tra vini spumanti 8%, vini fortificati 3% ed altri tipologie 15%. Gli uomini restano i maggiori consumatori di vino, con una netta preferenza per il vino rosso. Il vino bianco, però, è popolare tra le donne, le quali vedono nel vino un elegante alternativa ai superalcolici che bevevano le loro nonne. Il consumatore tipo indiano vive in una metropoli, ha un età compresa tra 25 e 40 anni, di ceto medio-elevato, ha un alto livello di formazione e una buona conoscenza dei paesi esteri. Il nuovo fenomeno che sta caratterizzando l India negli anni recenti è il cosiddetto Reverse Braindrain ; tanti professionisti indiani che erano emigrati per lavorare all estero in importanti società come consulenti aziendali ed informatici, vedendo le nuove opportunità attualmente offerte dalla propria madre patria, stanno tornando in India. Ovviamente questo li porta a ricercare anche in India lo stesso stile di vita che avevano all estero, anche in termini di abbigliamento, ristoranti, bar, bevande, a tutto vantaggio del vino d importazione. L economia sta crescendo e i ricchi stanno diventando sempre più numerosi: nei prossimi 2 anni il numero di persone dal reddito superiore a $1m raddoppierà. L India, in media, nell ultimo anno, ha visto un aumento del 15% degli stipendi, originato in gran parte dal grande numero di consulenti e impiegati assunti dalle multinazionali che intraprendono operazioni di out-sourcing in India. Attualmente il vino si vende principalmente nei ristoranti e negli alberghi, ma in alcune regioni si può comprare il vino nei liquor store i quali comunque espongono essenzialmente numerosissime tipologie di whisky e hard liquor affiancate da alcune bottiglie di vino, per lo più di produzione domestica. Stanno facendo comunque la loro

2 comparsa varie mini catene di wine shop con reparti espressamente dedicati a prodotti prestigiosi quali vino d importazione e champagne. Il vino nazionale costituisce l 80% del vino consumato nel sub-continente. L industria del vino indiano è ancora in fase di crescita e lontana dal raggiungere i risultati di paesi del nuovo mondo quali, ad esempio, l Australia. Con l entusiasmo e la determinazione che caratterizzano il popolo indiano, però, alcune aziende stanno facendo grandi progressi relativamente alla qualità del vino prodotto. La maggior parte del vino indiano viene prodotto nella regione di Nashik nel Maharastra, lo stato di Mumbai. I marchi nazionali più conosciuti sono Grover (di Bangalore), Chateau Indage e Sula (entrambi di Nashik) ma il settore vitivinicolo Indiano è in costante crescita. Solo sei anni fa le aziende vinicole nella regione di Nashik erano 6, adesso sono ben 45; nuove zone si stanno inoltre aprendo alla produzione vinicola, soprattutto nelle regioni dell Himalaya e nel nord-est dell india (Assam e Sikkim). Per quanto riguarda le vendite di vino in India il Maharastra conta per quasi il 40%, mentre il nord (Delhi) per il 29%. Nel passato il consumo di vino era molto concentrato in quattro città principali, Mumbai, Delhi, Goa e Bangalore, che coprivano l 80% del mercato, adesso invece stanno sorgendo vari wine club anche in altre città: Chandigarh, Hyderabad, Pune (quest ultima ha visto un aumento del 66% di consumo nell ultimo anno, da 3000 a 5000 casse). I mercati di maggior interesse oggi sono, pertanto, nelle città minori, dato che si prevede che il consumo di vino nelle città rurali arriverà a costituire in futuro ben il 75% del totale. Essendo l India organizzata secondo un sistema federale, ogni stato ha una propria legislatura per quanto riguarda la vendita del vino. Alcuni stati incoraggiano attivamente la crescita del mercato del vino, fornendo la licenza per la vendita anche ai supermercati, mentre altri, come ad esempio lo stato di Gujurat, addirittura vietano la vendita di alcolici. Ovviamente l accessibilità e il regime delle tassazioni ha una grande influenza sui trend di consumo e sulle potenzialità che ogni stato offre. Importazioni: I principali esportatori di vino verso l India sono la Francia (che però ha perso una notevole percentuale del mercato passando dall iniziale 80% all attuale 30%), l Australia (20%), l Italia (15%), l USA (8%) e la Spagna (6%). Grazie alla grandissima popolarità della ristorazione Italiana, il vino italiano vede crescere il suo market share di anno in anno. I ristoranti italiani costituiscono infatti circa un 30% dei locali di Fine-Dining e non sono più limitati alle sole città di Mumbai e New Delhi. Il mercato Indiano è governato da una forte e complessa burocrazia e i tempi per le operazioni sono sempre molto lunghi. L India, come si diceva, è un paese con un regolamento sulle importazioni che varia de stato a stato, ogni stato deve quindi essere considerato come un mercato separato e distinto. Il primo passo per un azienda che volesse entrare sul mercato indiano è effettuare la registrazione dall azienda oppure delle etichette, a seconda dello stato che si approccia. Anche il costo e le procedure per tale operazione variano da stato a stato. In Maharastra ogni etichetta deve essere registrata ad un costo di 4500 INR (82 Euro) per le prime 10

3 etichette e poi alla metà per le seguenti, mentre a Delhi, va registrata solo la casa vinicola e non ogni etichetta. In seguito all eliminazione dell Additional customs tax, l India ha deciso di aumentare i central customs dulie al massimo permesso dal WTO, 150%, mentre in passato variavano da 100% a 175% a seconda del costo della cassa (inferiore o superiore ai $25 a cassa). Ogni stato tratta il vino con una politica differente, si passa dal protezionismo di Maharastra che spinge ad un aumento di tasse per proteggere il prodotto domestico, alla politica del territorio di Chadigarh, che ha abbassato l IVA sul vino a solo il 4% ed è senza dubbio lo stato con l atteggiamento più progressista nei confronti del vino. I vini indiani sono in vendita a partire da un prezzo di 200 INR (3.60 euro). I prezzi del vino d importazione in vendita nei Liquor Store partono, invece, dai 660 INR (12 euro), posizionandosi in concorrenza con la fascia di alta qualità dei vini di produzione domestica. È da notare che recentemente anche alcuni personaggi noti sono entrati nel mondo del vino: Vijay Mallya, per esempio, uno degli imprenditori più conosciuti e stravaganti dell India (proprietario della birra Kingfisher, delle linee aeree Kingfisher e di NDTV Good Times, il primo canale di lifestyle indiano) ha acquistato la francese Bouvet Ladubay nel 2006 e ha recentemente lanciato una linea di vini del Sud Africa a basso prezzo. La crescita dei vini di basso prezzo, comunque, è importante, perché invoglia la popolazione a sperimentare il vino, da questo primo approccio si passa ad un abitudine, seguita da un affinamento del gusto che spinge a voler sperimentare anche vini di qualità superiore e, quindi, vini d importazione. Per incentivare l uso della valuta straniera, gli alberghi che incassano moneta estera possono avere una licenza di duty free che ha un valore del 10% della valuta straniera incassata nell anno precedente. Ogni volta che importano vino, dunque, gli alberghi devono presentare questo certificato da cui scalare il valore fino all esaurimento del bonus. Il sistema distributivo: In India, fino al 2001, il vino si poteva importare solamente attraverso i canali diplomatici, poi si è passati ad un mercato controllato da 2 soli importatori ma, ultimamente, le prospettive sono cambiate e si sono affacciati sul mercato importatori specializzati nei diversi segmenti del mercato: vino di alto livello per alberghi e ristoranti di lusso o vino di basso prezzo per locali di minor pretese. Ad oggi sono un centinaio le aziende che importano vino estero. È importante ricordare anche, che l importatore è tenuto a registrare le etichette, oppure la casa vinicola, in ogni stato dove vuole commerciare, il risultato è che lo stesso prodotto può avere importatori diversi in diversi stati. I grandi importatori, comunque, sono generalmente presenti in tutti i mercati più importanti e riescono a distribuire il prodotti su più di un sub-mercato. Il mercato indiano è complesso e frenetico, corre verso il progresso senza avere, però, adeguate infrastrutture. Essendo uno dei paesi più grandi del mondo, caratterizzato in alcune aree da un clima quasi subtropicale, si pongono all importatore vari problemi da affrontare. Il numero di camion climatizzati presenti in India è insufficiente (circa 300), quindi i vini sono spesso soggetti a sbalzi di temperature che li danneggiano durante il trasporto. Le infrastrutture miglioreranno, ma tempistiche del trasporto e clima restano sicuramente elementi da prendere in considerazione quando si selezionano i prodotti da

4 piazzare sul mercato. Vini troppo delicati potrebbero risultare irrimediabilmente danneggiati dopo aver passato un paio di mesi su una nave in estate per raggiungere l India ed altri cinque giorni in camion per attraversare il paese. La maggior parte del vino, circa il 60%, viene venduto in alberghi, bar e ristoranti ma recentemente questo trend si è leggermente modificato ed una maggiore quantità di bottiglie viene commercializzata tramite punti vendita specializzati. L anno scorso nello stato di Delhi è stata istituita una licenza per soli soft liquor (vini e birre) che costa molto meno della licenza per la vendita dei superalcolici. Questa novità ha stimolato l apertura di moltissimi wine shop, tra cui alcuni con reparti espressamente dedicati ai vini d importazione ed attrezzati con la climatizzazione (che invece manca nei tradizionali Liquor store). A Gurgaon, città satellite di New Delhi e centro commerciale (dove si sono stanziate le sedi di varie multinazionali), che cade sotto lo stato di Haryana, dove non si paga la tassa statale (che a Delhi si chiama vend fee ). Questo tipo di licenza non è ancora disponibile, ma dovrebbe entrare in vigore nei prossimi mesi. A quel punto potrebbe verificarsi che gli abitanti di Delhi vadano a comprare il vino a Gurgaon, la situazione pertanto, al momento, è piuttosto complicata. Il vino d importazione negli alberghi a 5 stelle merita un discorso a parte, con prezzi che vanno da 1800INR ( 33) per una bottiglia di pinot grigio a 5000INR ( 90) per una bottiglia di Brunello. Una conseguenza di questi prezzi elevati applicati da certe catene alberghiere è che spesso gli indiani cenano nei ristoranti top delle città ma senza ordinare vino. Per le occasioni speciali, però, o i momenti in cui l apparenza e l ospitalità contano, una bottiglia di vino di pregio è d obbligo. Con il numero di turisti stranieri che scelgono l Incredibile India come destinazione in crescita di anno in anno (si prevede di raggiungere i 10 milioni di turisti stranieri entro il 2010), gli alberghi a 5 stelle e i ristoranti di alto livello hanno ampliato le proprie carte del vino, che una volta erano molto ridotte, per includere una media di oltre 200 etichette. Nel prossimo futuro, alcune catene commerciali di notevole importanza mondiale, per esempio Tesco, Wal-mart e Auchan, entreranno nel mercato Indiano minacciando quindi di rivoluzionare la società Indiana. Il primo effetto di ciò sarà che gli indiani, anziché fare la spesa ogni giorno presso piccoli negozi specializzati, avranno la possibilità di acquistare tutti i prodotti sotto un unico tetto, vino incluso. Anche persone che, magari, fino ad oggi non avrebbero scelto di andare appositamente ad un wine shop, si troveranno quindi a passare tra le corsie che espongono bottiglie di vino e ad esserne probabilmente incuriosite ed invogliate all acquisto. Inoltre la politica di queste catene, in genere, è di vendere diversi prodotti a prezzo concorrenziale, offrendo ad alcuni fornitori che riescano a competere con le richieste di prezzo e di quantità, la possibilità di crescere notevolmente sul mercato. Sicuramente anche alcune aziende vinicole beneficeranno di tali meccanismi. Vinitaly India Dal 2006 Veronafiere organizza un proprio evento autonomo sul mercato indiano e nel 2009 focalizzerà le attività sul mercato di New Delhi. Nel gennaio 2008 a Mumbai e New Delhi si è svolta la terza edizione di Vinitaly India a cui hanno partecipato oltre 60 aziende Italiane. Sono intervenuti circa 700 visitatori tra importatori, stampa, albergatori, ristoratori, scuole di bar-tending / sommelier, ed opinion

5 leader. Alla tappa di New Delhi ci ha onorati della propria presenza anche l On. Ministro Paolo de Castro. NEW DELHI New Delhi, sede del governo della più grande democrazia liberale del mondo, ha oltre 13.8 milioni di abitanti e sarà la sede dei prossimi Commonwealth Games nel Di conseguenza Delhi sta subendo varie trasformazioni tra cui la costruzione di nuove strade, linee di metropolitana e mezzi di trasporto pubblici ad alta capacità. Inoltre, per soddisfare i prossimi afflussi nella città, saranno costruiti oltre 12 alberghi di lusso nei prossimi anni. La struttura dell evento L evento si svolgerà in un albergo di lusso ed è rivolto a operatori del settore, ristoratori, scuole alberghiere, giornalisti, e opinion leaders. Sono previste degustazioni e seminari informativi che affiancheranno i workshop commerciali, punto di incontro per gli espositori con gli operatori del settore. Sarà organizzato anche un evento serale mirato al coinvolgimento di consumatori di alto profilo. Nel 2009 l evento, che si terrà il 14 e 15 di gennaio a New Delhi, vedrà il coinvolgimento di operatori provenienti da varie parti dell India inclusi i mercati di Mumbai e Bangalore. Per ulteriori informazioni, Vi preghiamo di contattare Faye Cardwell f.cardwell@iem.it oppure Giovanna Zullo g.zullo@iem.it