La Varroa. 23/05/2007 dr. Luca Allais 1
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1 La Varroa 23/05/2007 dr. Luca Allais 1
2 VARROA DESTRUCTOR: CARTA D IDENTITA - ACARO PARASSITA PROVENIENTE DALL ESTREMO ORIENTE DOVE VIVE A SPESE DELL APIS CERANA - SI E DIFFUSA IN EUROPA VERSO LA FINE DEGLI ANNI 70 -IN ITALIA E STATA IDENTIFICATA PER LA PRIMA VOLTA NEL ESISTONO DUE APLOTIPI: - APLOTIPO GIAPPONESE (IN AMERICA) MENO AGGRESSIVO - APLOTIPO COREANO (IN EUROPA, AFRICA E ASIA) PIU AGGRESSIVO 23/05/2007 dr. Luca Allais 2
3 23/05/2007 dr. Luca Allais 3
4 MORFOLOGIA FEMMINA: FORMA APPIATTITA ED ELISSOIDALE COLORE BRUNO ROSSICCIO DIMENSIONI: LARGHEZZA 1,5-1,9 1,9 mm, LUNGHEZZA 1,1-1,7 1,7 mm 23/05/2007 dr. Luca Allais 4
5 MORFOLOGIA MASCHIO: FORMA PIU ROTONDEGGIANTE COLORE BIANCO GRIGIASTRO, CORPO RIVESTITO DI PELI DIMENSIONI: LARGHEZZA 0,8-0,9 0,9 mm, LUNGHEZZA 0,7-0,9 0,9 mm 23/05/2007 dr. Luca Allais 5
6 8 Gli acari femmina adulti si nutrono dell emolinfa dell ape attraverso la membrana inter-segmentale. 7 Gli acari si spostano utilizzand o il contatto stretto tra le api. 6 Le femmine adulte lasciano la cella alla nascita dell ape. I maschi e gli stadi immaturi restano nella cella. 1 L acaro femmina penetra in una cella di 5 giorni. Ciclo vitale dell Acaro Varroa (varroa destructor) 4 Le femmine si nutrono e depongono le prime uova sessanta ore dopo che la cella è stata opercolata. Altre uova vengono deposte a intervalli successivi di 30 ore. 2 La femmina adulta dell acaro si immerge nel cibo larvale. 3 Dopo che la cella è opercolata, l acaro femmina si sposta nella prepupa e inizia a nutrirsi. 5 Vengono deposte da 1 a 5 uova. Ciascuno attraversa questi stadi di sviluppo: larva protoninfa deuteroninfa adulta. Si nutrono del sangue dell ape. Vengono generati sia il maschio che la femmina e l accoppiamento avviene all interno della cella. 23/05/2007 dr. Luca Allais 6
7 VARROA Sverna femmina adulta su api operaie Penetra nelle celle di operaie e maschi poco prima opercolamento Depone da 2 a 5 uova Primo nato maschio, poi tutte femmine Il maschio matura in giorni La femmina in giorni Accoppiamento all interno delle celle opercolate Da ogni cella di operaia nascono due varroe feconde più la madre Da ogni cella di maschio nascono almeno tre varroe feconde più la madre Mediamente il numero raddoppia ogni ciclo di covata femminile, triplica nel caso della covata femminile 23/05/2007 dr. Luca Allais 7
8 Fase foretica Con tale termine viene indicato il periodo trascorso dalla varroa sulle api adulte. la vita media delle femmine di varroa è più o meno lunga a secondo della stagione, potendo oscillare tra i due-tre mesi in estate ed i sei-otto mesi nei paesi con inverni molto lunghi. 23/05/2007 dr. Luca Allais 8
9 SINTOMI QUANDO L ALVEARE MANIFESTA SINTOMI DELLA VARROASI, LA SITUAZIONE E PROSSIMA AD ESSERE COMPROMESSA. SONO COMUNEMENTE INDICATI COME SINTOMI DI VARROA: - API SENZA ALI O CON ALI ROTTE - API DEFORMI -API CON LIGULA ESTROFLESSA CHE NON RIESCONO A NASCERE 23/05/2007 dr. Luca Allais 9
10 VARROASI E VIROSI VIRUS DELLA PARALISI ACUTA (APV) - molto diffuso, si propaga velocemente - causa infezioni latenti - trasmesso dalla varroa che funge anche da attivatore - causa mortalità delle api adulte, più spesso se in concomitanza della varroa (tarda estate, autunno) - positività anche della covata parassitizzata da varroa - confuso spesso con peste americana ed europea (deformità delle api adulte) 23/05/2007 dr. Luca Allais 10
11 VARROASI E VIROSI VIRUS DELLE ALI DEFORMI (DWV) - identificato solo di recente - molto diffuso, può causare infezioni latenti - replica più lentamente dell APV e di solito non compare insieme ad esso - molto spesso associato alla varroa, che ne facilita la trasmissione - causa malformazioni delle ali con impossibilità a volare 23/05/2007 dr. Luca Allais 11
12 inizio deposizione a fine gennaio inizio deposizione a fine febbraio /05/2007 dr. Luca Allais 12
13 ANDAMENTO DEL TASSO DI INFESTAZIONE NEL PERIODO ESTIVO IN FUNZIONE DELLA POPOLAZIONE INIZIALE A GENNAIO DI VARROE Gennaio... Giugno Luglio Agosto /05/2007 dr. Luca Allais 13
14 6000 incremento della popolazione di varroe soglia di sopportazione di una famiglia punto di collasso /05/2007 dr. Luca Allais 14
15 Obiettivi del controllo di V. destructor nelle zone temperate Produzione di api sane Basso numero di acari a fine stagione Varroa destructor appena entrata nella covata 23/05/2007 dr. Luca Allais 15
16 Obiettivi del controllo nelle zone temperate Basso numero di acari a fine stagione Impedire che l infestazione raggiunga livelli tali da favorire lo sviluppo e la diffusione di infezioni virali Trattamenti privi di effetti negativi sulle api Tollerabilità da parte delle api ed efficacia sull acaro sono fattori da considerare insieme Trattamenti con azione prolungata Riducono l influenza della reinfestazione sulla popolazione dell acaro 23/05/2007 dr. Luca Allais 16
17 Controllo dell infestazione dell acaro Monitorare l infestazione attraverso l osservazione della caduta naturale La caduta naturale della varroa è proporzionale all infestazione Una caduta naturale media di un acaro al giorno corrisponde a circa acari di infestazione complessiva 23/05/2007 dr. Luca Allais 17
18 Metodiche di valutazione Caduta naturale (per almeno due settimane) Trattamento con acido ossalico in presenza di covata (max( 20%) Metodo della raccolta di api adulte (argentino) 23/05/2007 dr. Luca Allais 18
19 Monitoraggio andamento varroa % 23/05/2007 dr. Luca Allais 19
20 Attrezzatura 1 vaso da 500 g miele capsula 63 Riempito a metà con acqua e un po di sapone liquido per piatti Un filtro a rete Un panno chiaro 23/05/2007 dr. Luca Allais 20
21 Procedura Campionatura su almeno 3/5 alveari ad apiario Almeno su 2 favi centrali di covata opercolata dall alto al basso 150/200 api a vaso 23/05/2007 dr. Luca Allais 21
22 Procedura Agitare il vaso Filtratura delle api e rilavaggio di quelle sulla rete con acqua pulita Conteggio api e varroe 23/05/2007 dr. Luca Allais 22
23 % Sopra il 10%= morte Obiettivo= sotto l 1% 23/05/2007 dr. Luca Allais 23
24 PERIODO Fine maggio Fine luglio ACARI AL GIORNO Più di 3 10 AZIONI DA INTRAPRENDERE Trattamento a lunga durata dopo il raccolto Primo trattamento a lunga durata Inizio settembre 1 Secondo trattamento a lunga durata In stagione 30 Trattamento immediato 23/05/2007 dr. Luca Allais 24
25 ACIDO OSSALICO 23/05/2007 dr. Luca Allais 25
26 Metodi e attrezzature per la sublimazione dell acido ossalico 23/05/2007 dr. Luca Allais 26
27 Acido ossalico sublimato Buona efficacia in assenza di covata Non causa danni alle colonie E consentito in apicoltura biologica Può essere usato in rotazione con altri p.a. Richiede molto più tempo rispetto ad altri tipi di trattamento. 23/05/2007 dr. Luca Allais 27
28 metodiche di somministrazione Apparecchi a gas Apparecchi elettrici 23/05/2007 dr. Luca Allais 28
29 Efficacia dei trattamenti con riscaldamento a gas Prove effettuate presso l istituto di Liebefield dimostrano un efficacia minore è più variabile rispetto agli apparecchi elettrici. Se aiutati con una ventilazione forzata l efficacia è simile 23/05/2007 dr. Luca Allais 29
30 Apparecchi elettrici Hanno un costo più elevato Necessitano di una fonte di energia elettrica 23/05/2007 dr. Luca Allais 30
31 Il sublimatore di GuidoVatta Guido Vatta è un apicoltore iscritto al Consorzio di Gorizia che ha migliorato il funzionamento del sublimatore sloveno. 23/05/2007 dr. Luca Allais 31
32 Qualunque sia l apparecchio che si usi si deve sapere che: 23/05/2007 dr. Luca Allais 32
33 A 102 C l acqua lasci i cristalli di ossalico diidrato 23/05/2007 dr. Luca Allais 33
34 A 157 C l acido ossalico sublima 23/05/2007 dr. Luca Allais 34
35 Oltre i 189 C l acido ossalico che non è ancora sublimato si decompone in acido formico e monossido di carbonio. 23/05/2007 dr. Luca Allais 35
36 Proprietà fisiche dell acido ossalico diidrato se riscaldato L acqua di idratazione a C bolle ed evapora lasciando acido ossalico anidro A 157 C l acido ossalico inizia a sublimare passando direttamente allo stato di gas A 189 C l acido ossalico che non è ancora sublimato si decompone in acido formico e monossido di carbonio. 23/05/2007 dr. Luca Allais 36
37 Considerazioni L avvenuta evaporazione dell acido ossalico non indica che il trattamento è stato ben eseguito Condizione essenziale è che l evaporazione avvenga non oltre i 190 C 23/05/2007 dr. Luca Allais 37
38 Considerazioni Aumentare il dosaggio di acido ossalico potrebbe essere inutile se l apparecchio dopo un certo tempo ha superato i 190 C 23/05/2007 dr. Luca Allais 38
39 Come si può migliorare l efficacia del trattamento Raffreddando gli apparecchi dopo ogni trattamento Interrompendo la fonte di energia dopo un certo tempo in modo che la sublimazione avvenga alle temperature idonee 23/05/2007 dr. Luca Allais 39
40 Condizione ideale Apparecchi termostatati consentirebbero di eliminare tutte le variabili legate alle temperature 23/05/2007 dr. Luca Allais 40
41 Acido ossalico sublimato PRO: -TRATTAMENTI A BASSA TEMPERATURA -MINOR TOSSICITA PER LE API - EFFICACIA PER 6-7 GIORNI CONTRO: -RISCHIO ELEVATO PER OPERATORE (ac. Ossalico, corrente, temperatura) -COSTO APPARECCHIO+masch era - TEMPI PIU LUNGHI -Effetto camino -Ermeticita -Ci sono arnie non adatte 23/05/2007 dr. Luca Allais 41
42 Valutazione dell efficacia di acido ossalico sublimato con l apparecchio BioLetalVarroa nei confronti di Varroa destructor in stagione attiva Franco Mutinelli, Alessandra Baggio Centro di referenza nazionale l apicoltura, l Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, Legnaro (PD); fmutinelli@izsvenezie.it Angelo Cattapan,, Apicoltori del Grappa (TV), Associazione Produttori Miele del Veneto, acattapan@libero.it Rimini, 12 dicembre /05/2007 dr. Luca Allais 42
43 FINALITA DELLA PERIMENTAZIONE: Questa sperimentazione ha lo scopo di valutare l'efficacia acaricida dell acido ossalico nel controllo della varroasi attraverso la sua somministrazione in stagione attiva (presenza di covata) mediante l apparecchio BioLetalVarroa. 23/05/2007 dr. Luca Allais 43
44 N. alveari: 16 Protocollo (I) Tipo di alveare: arnia Dadant-Blatt da 10 favi con fondo antivarroa Luogo della prova: Paderno del Grappa, località Costaprete (TV) Periodo della prova: luglio-agosto 2006 Durata dei trattamenti: 18 giorni per tre applicazioni (una volta ogni 6 giorni) di acido ossalico sublimato; 15 giorni di periodo "residuo" nel caso si verificasse un eventuale effetto acaricida residuo; trattamento di controllo dopo ingabbiamento della regina e in assenza di covata con Amitraz. Modalità di somministrazione: sublimazione dell acido ossalico (2,5 g) con l apparecchio BioLetalVarroa per 1 minuto e 30 secondi; l apparecchio viene inserito nell apertura posteriore dell arnia e l ingresso dell alveare viene chiuso con uno straccio durante il trattamento e per i successivi 2-3 minuti. 23/05/2007 dr. Luca Allais 44
45 Protocollo (II) Valutazione dello stato delle famiglie: visita degli alveari prima e al termine trattamenti sperimentali. Al momento dell'applicazione dei trattamenti sperimentali controllare l'eventuale intolleranza degli stessi da parte delle api (ventilazione eccessiva, fuoriuscita delle api, abbarbicamento nel predellino, ecc.) o lo sviluppo di saccheggi. Efficacia acaricida: Conteggio degli acari caduti sul fondo antivarroa ogni 3-4 giorni durante tutto il periodo della prova. Calcolo dell efficacia (AT/AT+AC)x100 acaricida utilizzando la seguente formula: dove: AT = acari caduti in seguito al trattamento a base di acido ossalico e durante il periodo residuo ; AC = acari caduti in seguito ai trattamenti di controllo. Rilevamento dati meteorologici (temperatura, umidità, precipitazioni) e registrazione della temperatura all atto dei trattamenti. 23/05/2007 dr. Luca Allais 45
46 Efficacia BioletalVarroa 150,00 100,00 91,40 84,22 96,64 50,00 0,00 3,17 media dev. st. min max 23/05/2007 dr. Luca Allais 46
47 Conclusioni (I) l efficacia acaricida ottenuta è stata soddisfacente ed associata ad una bassa variabilità dei risultati (media = 91,4; min 84,2 - max 96,6), tenuto conto che le applicazioni sono state effettuate in alveari con covata all interno della quale gli acari sono protetti e non sono in alcun modo danneggiati dal trattamento; i dati ottenuti sono incoraggianti rispetto a quelli ottenuti in precedenti sperimentazioni in cui l efficacia acaricida di una soluzione zuccherina di acido ossalico gocciolato applicata in condizioni molto simili alla presente prova, era risultata essere pari al 63% ed al 56% nel 1997 e nel 2002, rispettivamente; 23/05/2007 dr. Luca Allais 47
48 Conclusioni (II) i trattamenti sono stati ben tollerati da parte delle api a differenza delle somministrazioni di acido ossalico gocciolato applicato nelle stesse condizioni. Infatti, in nessun alveare sotto trattamento si sono registrati fenomeni di intolleranza, come fuoriuscita delle api dall alveare, abbandono dell alveare, morte di api regine e più in generale di api; gli alveari utilizzati nella presente sperimentazione sono ad oggi ancora presenti ed oggetto di ulteriori osservazioni; 23/05/2007 dr. Luca Allais 48
49 Conclusioni (III) la manualità ed i tempi di somministrazione connessi al suo utilizzo possono costituire dei limiti pratici alla diffusione del metodo per sublimazione ; se da un lato la somministrazione di acido ossalico sia per gocciolamento sia per sublimazione non determina una residualità nel miele, una limitazione a questo tipo di applicazione potrebbe derivare dalla presenza all interno dell alveare di microcristalli di acido ossalico che si depositano nelle varie parti dell arnia e che in seguito a manipolazione, possono diffondersi nell aria e così essere inalati dall apicoltore. 23/05/2007 dr. Luca Allais 49
50 Proposte di lavoro 2007 Metodo di lavoro: Al fine di avere dati confrontabili, verranno elaborati dei protocolli per indicare le modalità di trattamento. Le comunicazioni verranno gestite attraverso il forum della commissione sanitaria presente nel sito 23/05/2007 dr. Luca Allais 50
51 Proposte di lavoro 2007 Acido ossalico sublimato. L obiettivo è quello di testare l efficacia dei diversi sublimatori sia elettrici che a gas in trattamenti ripetuti per tre volte a 6 giorni di distanza in presenza di covata e in condizioni diverse (inserendo il padellino da dietro nel cassetto, senza cassetto, da d avanti con porticine aperte). Le prove si vogliono effettuare durante tutto l anno soprattutto in presenza di covata. 23/05/2007 dr. Luca Allais 51
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