Eco-design e prevenzione per l imballaggio cellulosico

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3 STRUMENTI

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5 COMIECO ISTITUTO PER L AMBIENTE Eco-design e prevenzione per l imballaggio cellulosico A cura di Vittorio Biondi Autori Medardo Chiapponi Laura Badalucco Daniele Ferrero Rita Veglia Prefazione di Carlo Montalbetti IPASERVIZI EDITORE

6 by IPASERVIZI EDITORE, 2003 Società Consortile per Azioni via Libero Temolo, Milano R.I. Milano n /1996 Codice Fiscale/Partita IVA n Tutti i diritti sono riservati. È rigorosamente vietata a chiunque, privati o Enti la riproduzione anche parziale ottenibile con qualsiasi mezzo nonchè la riproduzione su disco o nastro magnetico senza previa autorizzazione dell Editore. Progetto grafico Achilli Ghizzardi Associati Fotocomposizione elettronica Cristina Dainese - Milano Stampa Ingraf - via Monte San Genesio, Milano Finito di stampare nel mese di gennaio 2003

7 Prefazione Per fare buona prevenzione nel settore dell imballaggio è necessario interagire con quattro interlocutori essenziali: il mercato con le sue esigenze e aspettative le tecnologie, con le sue innovazioni ed evoluzioni le normative, con i suoi obblighi e incentivi lo spirito di cooperazione tra gli attori in campo. Come si vede si tratta di un processo complesso e aperto a più variabili, ma è una sfida con cui la filiera cartaria si sta da tempo cimentando avendo individuato nella prevenzione una opportunità per l innovazione di prodotto e di processo, per la competizione e per l ambiente. Se per il recupero e il riciclo degli imballaggi la normativa prevede obiettivi quantitativi, ampiamente raggiunti e superati dal settore cartario con anticipo sui tempi previsti, obiettivi quantitativi non sono invece previsti nell ambito della prevenzione, ma le azioni in tale campo sono di rilevanza fondamentale per il nostro comparto, che governa il ciclo dalla culla alla tomba. La prevenzione è un processo di miglioramento continuo, che richiede un attenzione costante da parte dei produttori (soci di COMIECO) nella prestazione dei propri imballaggi sulla base delle sempre nuove richieste degli utilizzatori. Basti pensare alle nuove esigenze introdotte dal costante mutamento degli stili di consumo e dalla demografia piuttosto che dal diffondersi di nuove e pervasive modalità distributive come quelle connesse al commercio elettronico. COMIECO ha la funzione di promuovere queste singole azioni, diffondendo le innovazioni nazionali e internazionali presso i diversi attori del processo di produzione e utilizzo degli imballaggi cellulosici, inclusi i consumatori finali. In questo contesto il Consorzio ha da tempo avviato una serie di ini- V

8 Eco-design e prevenzione per l imballaggio cellulosico ziative: dall ecopremio al packaging cellulosico più ecocompatibile al laboratorio di packaging design, la piazza virtuale dell innovazione e della prevenzione del prodotto imballaggio, che nel prossimo futuro sarà disponibile sul sito consortile. Con l atlante delle politiche della prevenzione nel settore degli imballaggi a base cellulosica, che oggi vi proponiamo, rendiamo pubblico il frutto di una dialettica collaborazione con l Istituto per l Ambiente e mettiamo a disposizione uno strumento che, ci auguriamo, possa guidare gli addetti e i neofiti nel ciclo virtuoso dell innovazione che permette di vedere prodotti ormai consolidati sotto una veste nuova e più attenta all ambiente. Carlo Montalbetti Direttore Generale Comieco VI

9 Indice Prefazione di Carlo Montalbetti Introduzione IL CONTESTO DI RIFERIMENTO 1.1. Rifiuti, imballaggi, prevenzione Gli indirizzi di politica ambientale Il sistema di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio La revisione della Direttiva Packaging Il concetto di prevenzione Il flusso degli imballaggi cellulosici Politiche integrate di prodotto ed eco-design IL CICLO DI VITA DELL IMBALLAGGIO CELLULOSICO: ATTORI, STRATEGIE, PROBLEMI 2.1. Ruoli e strategie degli attori coinvolti nel ciclo di vita dell imballaggio La produzione delle materie prime La progettazione e la realizzazione degli imballaggi L utilizzo degli imballaggi La distribuzione dei prodotti imballati VII

10 2.2. Il percorso innovativo verso la prevenzione: ostacoli e opportunità Evoluzione dei modelli di consumo Ricerca, progettazione e sviluppo La diffusione delle conoscenze: informazione e formazione Aspetti tecnologici e produttivi La tutela dell innovazione I finanziamenti all innovazione Ricerca, sviluppo e trasferimento tecnologico Ambiente CRITERI DI PREFERIBILITÀ AMBIENTALE 3.1. Determinazione dei criteri di preferibilità ambientale Dai criteri generali ai parametri specifici I criteri per l analisi dei casi studio Preferibilità ambientale, attori e ciclo di vita degli imballaggi cellulosici Relazione tra criteri e attori del sistema Conclusioni Schema riassuntivo dei criteri di preferibilità ambientale utilizzati ANALISI DEI CASI STUDIO 4.1. Assograph Italia S.r.l.: innovazione e ambiente nella progettazione e realizzazione di imballaggi industriali Origini e struttura organizzativa La strategia aziendale: flessibilità e innovazione Il ruolo della ricerca e sviluppo Ambiente e innovazione: un connubio vincente Conclusioni COOP: soluzioni e imballaggi innovativi per l ambiente La struttura del sistema COOP La politica ambientale La strategia per imballaggi e rifiuti VIII

11 Innovazioni negli imballaggi secondari Life Cycle Assessment Conclusioni Euganea Cartotecnica Ondulati - E.C.O.: S.U.P.E.R. Sistema Universale di Pallettizzazione Ecologico e Riciclabile Breve descrizione dell azienda Descrizione sintetica del caso prodotto Aspetti ambientali di S.U.P.E.R Aspetti innovativi di S.U.P.E.R Conclusioni Il sistema anticaduta a coda di rondine di Abar-Litofarma: una soluzione di dettaglio ambientalmente vantaggiosa L azienda Il sistema di chiusura a coda di rondine per astucci in cartoncino Il processo d innovazione La qualità ambientale della soluzione a coda di rondine I risultati e le derivazioni dal progetto Conclusioni Circlepack: un packaging per bulbi da fiore interamente in cartoncino L agenzia Circlepack: da un foglio di cartoncino il contenitore per bulbi Il processo d innovazione La qualità ambientale del Circlepack Conclusioni STIMA DELL IMPATTO DELLE INNOVAZIONI 5.1. Il modello di stima Le tipologie di innovazioni e di prodotti I risultati della simulazione IX

12 6. CONCLUSIONI Bibliografia Repertorio dei soggetti X

13 Introduzione L obiettivo primario della prevenzione stabilito dalla normativa comunitaria e nazionale in materia di rifiuti, nonché il progressivo affermarsi nel mondo industriale dell orientamento verso interventi di minimizzazione degli impatti ambientali legati all intero ciclo di vita dei prodotti, hanno creato le premesse per lo sviluppo di soluzioni innovative in chiave ambientale di tipo tecnologico, organizzativo e gestionale da parte di numerose imprese operanti nel campo dell imballaggio cellulosico. Il quadro di relazioni nel quale queste soluzioni innovative si sviluppano, gli attori che contribuiscono in modi diversi alla loro nascita e diffusione, i fattori che ne determinano il successo o ne sanciscono il tramonto, le iniziative che potrebbero essere intraprese per incoraggiare le tendenze più promettenti sono aspetti di grande rilevanza sui quali fino a oggi non è stata condotta una riflessione organica e approfondita. Muovendo da questa considerazione, COMIECO e Istituto per l Ambiente hanno dato vita nel corso del 2002 a un gruppo di lavoro che ha realizzato il progetto di ricerca dal titolo Politiche di prevenzione per i rifiuti e redesign dei prodotti: realtà e prospettive dell imballaggio cellulosico. Il presente volume restituisce i principali risultati emersi nelle diverse fasi in cui si è articolata la ricerca, nell intento di delineare l attuale quadro di riferimento e le prospettive di sviluppo della progettazione degli imballaggi cellulosici attraverso: l analisi delle strategie e dei ruoli ricoperti dagli attori nelle dinamiche che determinano la nascita e la diffusione di innovazioni nell ambito della filiera dell imballaggio cellulosico; l individuazione di alcune soluzioni innovative ai fini della prevenzione, secondo criteri di preferibilità ambientale strutturati in relazione al sistema degli attori; la formulazione e la sperimentazione di un metodo di stima dell impatto potenziale che alcune delle soluzioni innovative analizza- 1

14 Eco-design e prevenzione per l imballaggio cellulosico te potrebbero avere sulla produzione dei rifiuti. Dal punto di vista operativo, la ricerca è stata condotta effettuando diverse decine di interviste agli operatori del settore, analizzando la documentazione prodotta a livello nazionale e internazionale, conducendo approfondite ricerche bibliografiche e su Internet. Le principali informazioni relative alle esperienze e ai soggetti individuati nel corso della ricerca sono state sintetizzate nel Repertorio dei soggetti che è allegato al volume, con l intento di mettere a disposizione di tutti il bagaglio di conoscenze e relazioni accumulato nella realizzazione del progetto. Data la molteplicità dei piani sui quali si è articolato il lavoro di ricerca e in considerazione della complessità dei temi trattati, è utile ripercorrere brevemente in sede di premessa gli obiettivi e i contenuti dei capitoli che compongono il volume. Nel primo capitolo è sinteticamente descritto il contesto di riferimento della ricerca, a partire dalla legislazione comunitaria e italiana in materia di rifiuti che pone la prevenzione come intervento prioritario rispetto alle alternative del riutilizzo, del riciclaggio e del recupero. Dopo aver fornito un quadro sintetico delle dimensioni dei flussi di materiali gestiti nell ambito del sistema, il capitolo si conclude con la descrizione dei principi guida delle politiche integrate di prodotto che hanno trovato alcuni primi riscontri applicativi nello sviluppo dell eco-design (o Life Cycle Design), vale a dire di attività di progettazione che tengano conto degli aspetti ambientali connessi a tutte le fasi successive del ciclo di vita. Il secondo capitolo entra nel merito degli imballaggi cellulosici e ha l obiettivo di illustrare le strategie e i ruoli degli attori coinvolti nelle diverse fasi del ciclo di vita, nonché le principali criticità e opportunità nello sviluppo di soluzioni innovative per la prevenzione dei rifiuti. Nel condurre questa indagine, particolare importanza hanno ricoperto gli spunti e i suggerimenti emersi nel corso delle interviste che hanno interessato soggetti rappresentativi delle diverse tipologie di attori che operano nella filiera dell imballaggio: produttori, utilizzatori, distributori, agenzie di packaging design, istituti di ricerca, associazioni e riviste specializzate. 2

15 Introduzione Nel terzo capitolo sono formulati e discussi i criteri di preferibilità ambientale che caratterizzano le soluzioni innovative nel campo degli imballaggi cellulosici, con l intento di elaborare e proporre un concetto di preferibilità ambientale non monolitico, ma articolato sulla base degli orientamenti espressi dagli attori coinvolti nelle diverse fasi del ciclo di vita e in grado di valorizzare eccellenze di sistema nate dalla collaborazione tra diversi soggetti. Questi criteri hanno guidato la selezione e l analisi di cinque casi studio descritti nel quarto capitolo e che si sono focalizzati su due ambiti: da un lato, le strategie aziendali adottate per la realizzazione di soluzioni ambientali innovative nell ambito degli imballaggi cellulosici; dall altro, le caratteristiche tecniche e ambientali di alcuni imballaggi innovativi. Per il primo ambito di approfondimento sono stati analizzati due soggetti rappresentativi di tre fasi del ciclo di vita dell imballaggio cellulosico: Assograph Italia, coinvolta nella progettazione e realizzazione di imballaggi industriali, e COOP, quale soggetto appartenente alla grande distribuzione organizzata e, al contempo, utilizzatore di imballaggi. I casi studio di prodotto, anch essi eterogenei al fine di fornire un quadro conoscitivo il più ampio possibile, sono relativi a: sistema di pallettizzazione in cartone (Euganea Cartotecnica Ondulati), astucci in cartoncino per il settore farmaceutico caratterizzati da un particolare sistema di chiusura (Abar Litofarma Italia) e confezioni per bulbi da fiore (Lamorée Product Design). Il sesto e ultimo capitolo riassume gli elementi principali emersi dalle diverse attività svolte nell ambito del Progetto e propone alcune riflessioni sulle attuali prospettive dell innovazione nel campo degli imballaggi cellulosici e del suo possibile contributo alla realizzazione degli obiettivi di prevenzione nell ambito di politiche integrate per la gestione dei rifiuti. La ricerca è stata condotta da un gruppo di lavoro dell Istituto per l Ambiente coordinato da Vittorio Biondi e composto da Laura Badalucco, Medardo Chiapponi, Daniele Ferrero e Rita Veglia. Un particolare ringraziamento va alla Dott. Eliana Farotto, responsabile 3

16 Eco-design e prevenzione per l imballaggio cellulosico Area ricerca e sviluppo di COMIECO, per i preziosi suggerimenti e lo stimolo costante. Si ringraziano inoltre per il loro contributo alla ricerca: Carlo Aliverti, Giorgio Bianchini, Andreina Bruno, Daniela Capaccioli, Pierluigi Chinelli, Riccardo Corridori, Carlo Corsinovi, Giuseppe Cuffaro, Paolo Culicchi, Luca De Nardo, Arturo Giusti, Franco Goretti, Gaia Grassi, Orazio Ingenito, Carmelo Lo Duca, Fulvia Lo Duca, Enrico Marchetti, Giuliano Medici, Massimo Medugno, Amedeo Nicola, Maria Antonietta Orefice, Ulisse Pedretti, Giorgio Polacco, Giovanni Ravasio, Alessandro Rocchetti, Marco Sachet, Gianni Squitieri, Aldo Vignati. Il presente volume è il risultato di un lavoro collegiale; tuttavia, la redazione delle singole parti è da attribuire come segue: L. Badalucco e M. Chiapponi: cap. 3, par. 4.4 e 4.5; V. Biondi: cap. 6; D. Ferrero: par. 1.1, 1.2, 2.1, 4.3 e cap. 5; R. Veglia: par. 1.3, 2.2, 4.1 e

17 CAPITOLO 1 IL CONTESTO DI RIFERIMENTO 1.1. RIFIUTI, IMBALLAGGI, PREVENZIONE Gli indirizzi di politica ambientale I più recenti indirizzi di politica pubblica in materia di rifiuti puntano verso obiettivi di gestione integrata. A livello europeo, le linee della politica di gestione integrata dei rifiuti sono chiaramente dettate dalle Direttive del Parlamento Europeo. In Italia, le medesime linee sono contenute nel D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 e nei suoi provvedimenti attuativi. In sintesi, le linee generali della politica di gestione integrata dei rifiuti possono essere ricondotte ai seguenti tre principi fondamentali: - prevenzione della produzione dei rifiuti, sia dal punto di vista della quantità sia da quello della pericolosità per l ambiente e la salute; - priorità al riutilizzo (da realizzarsi attraverso la progettazione di beni già creati in origine per essere utilizzati più di una volta e quindi in grado di allontanare nel tempo il momento in cui diventeranno rifiuti), al riciclaggio (cioè all impiego di rifiuti in sostituzione di materie prime nell ambito di un processo finalizzato alla produzione di nuovi beni) e al recupero, inteso come l insieme dei processi che consente di ricavare materia oppure energia dai rifiuti (compostaggio, combustione dei rifiuti finalizzata alla produzione di energia); 5

18 Eco-design e prevenzione per l imballaggio cellulosico - limitazione del flusso di rifiuti destinati allo smaltimento e progressiva riduzione dell uso della discarica, caratterizzata da una funzione residuale nel ciclo di gestione complessiva dei rifiuti. Facendo riferimento all ambito più specifico degli imballaggi, la normativa europea di riferimento è la Direttiva n. 94/62/CE, recepita nella legislazione italiana con il Decreto legislativo n. 22/1997 (Titolo II). Obiettivi fondamentali di tale Direttiva sono la prevenzione e la minimizzazione dell impatto ambientale determinato dal ciclo degli imballaggi e dei rifiuti da essi derivati nonché l armonizzazione delle discipline nazionali al fine di evitare l insorgere di distorsioni nell ambito del mercato unico europeo. Il Decreto legislativo n. 22/1997 recepisce i principi ispiratori della Direttiva, in particolare il principio della responsabilità condivisa e del chi inquina paga, e attribuisce ai diversi attori coinvolti nel ciclo della gestione chiare responsabilità organizzative, gestionali e finanziarie. Gli attori principali sono i produttori (fornitori di materiale di imballaggio, fabbricanti, trasformatori e importatori di imballaggi vuoti e di materiali di imballaggio), gli utilizzatori (commercianti, distributori, addetti al riempimento, utenti di imballaggio, importatori di imballaggi pieni), i consumatori (utenti finali) e le pubbliche amministrazioni che gestiscono il servizio pubblico di raccolta dei rifiuti. Il ruolo di produttori e utilizzatori si riassume nella responsabilità della corretta gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio generati dai loro prodotti e nel conseguimento, entro il 2002, Tabella 1 - Target per il recupero dei rifiuti di imballaggiogggggggg Minimo Massimo Percentuale in peso Rifiuti di imballaggi da recuperare come materia o come componente di energia 50% 65% Rifiuti di imballaggi da riciclare 25% 45% Ciascun materiale di imballaggio da riciclare 15% 25% Fonte: D.Lgs. n. 22/1997 6

19 Il contesto di riferimento degli obiettivi di recupero e riciclaggio di cui all Allegato E al Decreto legislativo n. 22/1997, riportati in Tabella 1. La stessa normativa quindi, pur ponendo forte enfasi sul concetto di prevenzione, fissa obiettivi quantitativi solo relativamente al recupero e al riciclaggio Il sistema di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio Ai fini del raggiungimento degli obiettivi globali di recupero e riciclaggio e per garantire il necessario raccordo con le pubbliche amministrazioni responsabili della raccolta differenziata, i produttori e gli utilizzatori, ai sensi dell articolo 41 del D.Lgs. n. 22/1997, costituiscono il Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI). I produttori, nel caso in cui non organizzino autonomamente la raccolta, il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti, devono aderire ai singoli Consorzi di filiera istituiti per ciascun materiale di imballaggio (COMIECO per gli imballaggi cellulosici, RILEGNO per gli imballaggi legnosi, COREPLA per le materie plastiche, Consorzio Nazionale Acciaio per i prodotti in acciaio e banda stagnata, CORE- VE per gli imballaggi in vetro e CIAL per gli imballaggi in alluminio). Il CONAI addebita a produttori e utilizzatori gli oneri di raccolta differenziata, recupero e riciclaggio dei rifiuti di imballaggio conferiti al servizio pubblico tramite l applicazione del cosiddetto contributo ambientale al momento della prima cessione dell imballaggio dal produttore all utilizzatore. Il contributo, funzione del tipo e del peso del materiale, oltre a costituire la base del sistema di finanziamento rappresenta anche la spinta più forte alle dinamiche di prevenzione richieste dalla normativa. Al fine di garantire l attuazione delle corresponsabilità gestionali tra produttori, utilizzatori e Pubblica Amministrazione e incentivare e sviluppare la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio nei Comuni italiani, l articolo 41 del D.Lgs. n. 22/1997 prevede che il CONAI stipuli un Accordo di programma con l Associazione Naziona- 7

20 Eco-design e prevenzione per l imballaggio cellulosico le Comuni Italiani (ANCI), siglato nel mese di luglio del Nell ottobre dello stesso anno CONAI ha inoltre sottoscritto con ANCI, Federambiente e Fise-Assoambiente un documento che rende operativo anche il contributo per la termovalorizzazione dei rifiuti di imballaggio presso gli impianti di incenerimento, sia nel flusso di rifiuti urbani tal quali sia nella frazione secca destinata a diventare combustibile da rifiuti (CDR). Il valore minimo della percentuale di rifiuti di imballaggio sul totale dei rifiuti urbani avviati a termovalorizzazione è convenzionalmente fissato nella misura del 6% complessivo in peso, mentre quello massimo è determinato sulla base di analisi merceologiche effettuate presso gli impianti. Il decollo dell intero sistema è strettamente legato allo sviluppo delle convenzioni previste dall Accordo ANCI/CONAI che, a causa di una serie di difficoltà legate a diversi fattori (corrispettivo relativo ai costi e non al valore dei materiali, oscillazioni nei prezzi di mercato, ecc.), non coprono ancora tutti i Comuni che attualmente effettuano il servizio di raccolta differenziata La revisione della Direttiva Packaging A livello comunitario, in accordo con le previsioni contenute nella stessa Direttiva, è in corso il processo di revisione e aggiornamento relativo, in particolare, alla modifica degli obiettivi di recupero. Al fine di procedere alla revisione degli obiettivi di riciclaggio e recupero, a supporto di una prima ipotesi di modifica della Direttiva n. 94/62/CE elaborata dalla Commissione, quest ultima ha ritenuto di dover dare corso a due specifici studi: il primo, commissionato alla RDC-Environment and Pira International, relativo all analisi costi/benefici associata all innalzamento degli obiettivi di riciclaggio; il secondo sullo stato di attuazione della Direttiva nei diversi Stati membri. L approccio seguito per l elaborazione della nuova proposta è quello di una modifica limitata al solo aggiornamento dei target, rimandando a un momento successivo una revisione più ampia, che contempli 8

21 Il contesto di riferimento anche la modifica dell Allegato II della Direttiva relativo ai requisiti essenziali concernenti la composizione, la riutilizzabilità e la recuperabilità degli imballaggi. In particolare, il mancato inserimento di un obiettivo di riutilizzo e di specifiche misure per incentivare la prevenzione è stato giustificato dalla Commissione con la necessità di effettuare ulteriori approfondimenti in materia, anche in considerazione dei fattori ambientali ed economici connessi a misure di prevenzione. Anche nella nuova Direttiva, dunque, il tema della prevenzione è presente solo come obiettivo generale, senza ulteriori specificazioni di traguardi quantitativi e temporali Il concetto di prevenzione Ai sensi dell articolo 3 della Direttiva n. 94/62/CE per prevenzione si intende la riduzione della quantità e della nocività per l ambiente: - delle materie e sostanze utilizzate negli imballaggi e nei rifiuti di imballaggio, - degli imballaggi e rifiuti di imballaggio nella fase del processo di produzione nonché in quelle della commercializzazione, della distribuzione, dell utilizzazione e dello smaltimento, in particolare attraverso lo sviluppo di prodotti e di tecnologie non inquinanti. Pertanto, il concetto di prevenzione per i rifiuti deve essere considerato in una duplice accezione: da un lato, esso è connesso alle iniziative finalizzate alla diminuzione della produzione di rifiuti e, nel caso specifico, dei rifiuti di imballaggio; dall altro, esso è legato a iniziative volte all eliminazione dall imballaggio di sostanze pericolose o, comunque, all ottenimento di una minore complessità di gestione dell imballaggio stesso. Uno dei metodi più immediati per procedere nella prima delle due direzioni individuate è quello della diminuzione di peso dell imballaggio a parità di prestazioni, ma possono naturalmente essere prese in considerazione iniziative più radicali quali l eliminazione totale dell imballaggio o l integrazione di imballaggio secondario e terziario. 9

22 Eco-design e prevenzione per l imballaggio cellulosico Per quanto riguarda il secondo aspetto, è opportuno mettere in luce che rientrano nell ambito della prevenzione, estendendo il significato specifico del termine come derivato dalla Direttiva n. 94/62/CE, anche tutte le soluzioni finalizzate a una migliore gestione del rifiuto di imballaggio e, in modo specifico, a una sua migliore riciclabilità. Il concetto di prevenzione, oltre a essere una delle priorità stabilite dalla normativa comunitaria e nazionale, costituisce un ambito dove è ancora notevole il margine per possibili miglioramenti rispetto ad altre soluzioni che si sono rapidamente sviluppate come il riciclaggio e la raccolta differenziata. I dati relativi alla produzione di rifiuti e, in particolare, la produzione pro-capite continuano a mostrare una tendenza alla crescita, principalmente correlata agli indicatori di livello di consumo. A titolo di esempio, la produzione pro-capite dei rifiuti urbani in Italia è passata da 452 kg/ab anno nel 1996 a 492 kg/ab anno nel 1999 e tale tendenza è riscontrabile in modo omogeneo in tutte le aree geografiche. Anche le indicazioni sulle caratteristiche qualitative dei materiali raccolti, in funzione delle esigenze che emergono nelle fasi successive della loro gestione, non mostrano elementi di significativo miglioramento. Alcune criticità nel rapporto tra domanda e offerta dei materiali di recupero recentemente messe in luce 1 trovano la loro principale giustificazione nello squilibrio tra una domanda industriale di materiali fortemente selezionati e di qualità elevata e un offerta massiccia di materiali provenienti da raccolta differenziata, caratterizzati da una commistione di qualità diverse e da una significativa presenza di contaminanti. In conclusione, si può affermare che il contesto normativo di riferimento per la gestione dei rifiuti e dei rifiuti di imballaggio rende di notevole interesse la valutazione delle iniziative finalizzate alla prevenzione dei rifiuti, sia perché questa costituisce una priorità legislativa, sia per le possibili conseguenze in termini di evoluzione dei flussi di rifiuti che dovranno essere gestiti in futuro. 1 Si veda: ASSOCARTA, COMIECO, Istituto per l'ambiente, Evoluzione del rapporto tra domanda e offerta di macero in Italia, Milano, Ottobre

23 Il contesto di riferimento 1.2. IL FLUSSO DEGLI IMBALLAGGI CELLULOSICI Per inquadrare correttamente il tema dell innovazione nel campo degli imballaggi cellulosici, è opportuno prendere in considerazione le principali grandezze coinvolte e la loro dimensione quantitativa. In questo paragrafo vengono pertanto presentati i principali dati quantitativi che descrivono il sistema dei flussi di carta e cartone, di imballaggi cellulosici, di rifiuti cellulosici e di rifiuti di imballaggi cellulosici. La descrizione del quadro parte dagli aspetti generali relativi ai flussi di carte e cartoni, per poi entrare in maggior dettaglio nei flussi della carta da macero e concentrarsi infine sui flussi di imballaggi cellulosici e sulle quantità di rifiuti di imballaggi cellulosici riciclate e recuperate. Nella Figura 1 è riportato uno schema generale dei flussi di carta e cartone in Italia, con riferimento all anno Come si può osservare, per tale periodo la produzione cartaria italiana, secondo i dati Assocarta/ISTAT, è stata di poco inferiore ai 9 milioni di tonnellate ( t), con un consumo finale ampiamente superiore ai 10 milioni di tonnellate ( t), di cui circa la metà ( t) sotto forma di carte e cartoni per imballaggio. Per quanto riguarda la disponibilità di macero nazionale, si è registrato nel 2001 un consumo interno di carta da macero superiore a 5 milioni di tonnellate ( t), costituito per tonnellate da importazioni (valutate come saldo import/export). L incremento della disponibilità di macero per effetto della raccolta differenziata ha determinato una consistente diminuzione dell import netto di macero, che è passato da circa di tonnellate nel 1996 a circa tonnellate nel 2001: attualmente il macero proveniente dalla raccolta differenziata italiana di carta e cartone è pari a circa il 30% del macero utilizzato complessivamente in cartiera. Il macero importato è pervenuto principalmente dalla Germania (37%), USA (14%), Francia (16%), Svizzera (9%) e Paesi Bassi (6%), mentre nelle esportazioni troviamo sempre al primo posto la Germania (25%, un quantitativo che rappresenta il triplo di quanto esportato nel 2000), seguita dalla Croazia (17%), dalla Slovenia 11

24 Eco-design e prevenzione per l imballaggio cellulosico Figura 1 - I flussi dei materiali cellulosici in Italia - Anno 2001 Produzione di paste meccaniche, chimiche e semichimiche t Consumo di additivi per carica e patina e di agenti incollanti t Import netto di macero t Import netto di paste per carta t Produzione di carta e cartoni t Macero consumato t Carte e cartoni esportati t Carte e cartoni importati t Export di merci Produzione disponibile per il mercato interno t Consumo nazionale di carta e cartoni t Carte da giornale t Altre carte per usi grafici t Uso igienico-sanitari t Carte e cartoni per imballaggio t Altri usi t Macero raccolto in Italia t Consumo di prodotti cellulosici Trasformazione di prodotti cellulosici Import di merci Fonte: COMIECO 12

25 Il contesto di riferimento (15%), dalla Cina, dall Austria e dalla Turchia a pari merito (9%). Tra i nuovi Paesi in cui il macero viene esportato, troviamo la Bosnia, la Jugoslavia, la Bulgaria, l Ucraina e la Malaysia. Il tasso di raccolta interna di materiali cellulosici, valutabile come rapporto tra il macero raccolto in Italia ( t) e il consumo di prodotti cellulosici ( t) è pari a 43,6%. In realtà, quanto viene raccolto è di fatto una percentuale più elevata: se escludiamo infatti alcune tipologie specifiche di utilizzo quali le carte e i cartoni destinati a essere conservati nel tempo (libri, documenti legali e altri), le carte e i cartoni non recuperabili (carte igienico-sanitarie, carte per parati, carte bitumate, ecc.), l import-export netto di imballaggi pieni, tale percentuale è destinata a crescere fino ad assumere un valore superiore alla metà di quanto viene immesso al consumo. Il tasso di utilizzazione, valutabile invece come rapporto tra il consumo di macero ( t) e la produzione di prodotti cellulosici ( t) è piuttosto elevato e pari al 57%. Il recupero totale di rifiuti di imballaggio cellulosici nel 2001 è pari a tonnellate, il 49,8% dell immesso al consumo ( t), a fronte di un valore per il 2000 di tonnellate, pari al 44,2% dell immesso al consumo nello stesso anno ( t), come si desume dall analisi della Tabella 2. Tabella 2 - Riciclo e recupero (dati in migliaia di tonnellate) * Imballaggi cellulosici immessi al consumo Rifiuti di imballaggi cellulosici conferiti al riciclo Imballaggi cellulosici recuperati come energia e come CDR Totale imballaggi cellulosici recuperati Percentuale riciclo 37,0 40,8 44,2 49,8 52,0 Percentuale recupero 39,9 44,0 47,8 54,4 54,8 *stime Fonte: COMIECO 13

26 Eco-design e prevenzione per l imballaggio cellulosico Dalla stessa tabella emerge per il 2001 un dato di riciclo di imballaggi cellulosici pari a tonnellate, anche in questo caso con un netto incremento rispetto agli anni precedenti. Come si può facilmente osservare, il recupero energetico dei rifiuti di imballaggio a base cellulosica ricopre ancora un ruolo marginale rispetto a quello di materia. Il dato relativo al riciclo deriva dalle operazioni di raccolta operata dai Comuni direttamente o tramite gestori nell ambito del servizio in privativa cui si aggiungono le quantità oggetto di raccolta presso la grande distribuzione e l industria effettuata fuori dal servizio pubblico. Tabella 3 - Raccolta differenziata per area geografica (dati in tonnellate) Area Produzione RU RD complessiva RD carta e cartone geografica * * Nord Centro Sud Totale Italia *stime Fonte: Osservatorio Nazionale Rifiuti, COMIECO Il tasso di raccolta differenziata dei rifiuti nel 2001, come emerge dalla Tabella 3, è stato pari al 17,2%, con un incremento delle quantità di rifiuti raccolti pari al 16,4%. La raccolta della carta da superfici pubbliche nel 2001 è stata pari a tonnellate (+11,2% rispetto al 2000) e ha pesato per il 29,2% sulla raccolta differenziata complessiva (30,6% nel 2000). La ragione di questa minore crescita va ricercata nella maggiore maturità raggiunta dalla raccolta differenziata della carta e dalla recente introduzione nelle raccolte comunali di materiali meno convenzionali quali organico e plastica. I rifiuti cellulosici raccolti in forma differenziata vengono prioritariamente avviati a piattaforme di selezione e trattamento al fine di eliminarne le impurità contenute e quindi conferiti alle car- 14

27 Il contesto di riferimento tiere. Le piattaforme di selezione dei materiali cellulosici provenienti dalle raccolte comunali convenzionate con COMIECO sul territorio nazionale sono attualmente 234, mentre il numero di cartiere convenzionate ammonta a 68. La quantità di materiale cellulosico che giunge in questo modo alle cartiere, integrata con le quantità di imballaggi secondari e terziari raccolti da superfici private, ammonta a tonnellate che, sommate all import netto di tonnellate, contribuisce alle tonnellate di carta da macero complessivamente utilizzata dalle cartiere italiane. I rifiuti di imballaggio rappresentano, tuttavia, solo una quota del totale della raccolta differenziata di materiale cellulosico che, come noto, comprende anche carta grafica (giornali, riviste, ecc): l accordo ANCI-CONAI fissava inizialmente tale quota al 15% in peso. In seguito alle analisi merceologiche effettuate, che hanno messo in luce un lento, ma progressivo miglioramento della qualità (la percentuale di materiali estranei è passata, tra il 2001 e i primi cinque mesi del 2002, dal 6,5% al 4,3%) e un incremento della percentuale di imballaggi, la quota stabilita dall accordo è stata elevata al 20% POLITICHE INTEGRATE DI PRODOTTO ED ECO-DESIGN Il concetto di prevenzione introdotto in materia di rifiuti evidenzia chiaramente come la gestione ambientale degli imballaggi non possa più focalizzarsi sulle ultime fasi del ciclo di vita, ma debba considerare gli aspetti ambientali sin dalla fase di progettazione dell imballaggio, nell ottica di una visione integrata del ciclo di vita dell imballaggio interdipendente al ciclo di vita dei prodotti. Questi principi si ispirano al recente orientamento della Commissione Europea nella formulazione di una politica integrata relativa ai prodotti (Integrated Product Policies - IPP). Oggetto di uno studio richiesto dalla Commissione Europea nel 1998, il tema dell IPP è andato via via delineandosi attraverso una serie di iniziative, fino alla formalizzazione nel Libro Verde, pubblicato nel feb- 15

28 Eco-design e prevenzione per l imballaggio cellulosico braio 2001, che ha dato luogo a un esteso dibattito pubblico. I commenti e le osservazioni pervenuti sono tuttora in corso di valutazione da parte della Commissione con l obiettivo di realizzare un Libro Bianco entro il L IPP non si presenta tanto come una nuova politica o come un nuovo strumento di politica ambientale, quanto come un nuovo approccio capace di integrare gli strumenti con cui vengono attuate le diverse politiche ambientali 2. L obiettivo è migliorare il complesso degli impatti ambientali provocati da un prodotto in tutte le fasi del suo ciclo di vita che comprende le azioni di reperimento di materie prime ed energia, la loro trasformazione in prodotto, la distribuzione, l utilizzo del prodotto da parte del consumatore finale e il recupero e/o lo smaltimento del prodotto. L esigenza di rafforzare la politica ambientale comunitaria orientata al prodotto e di coordinarla in modo organico con gli altri campi di intervento nasce dalla constatazione di due fenomeni: - in un economia di consumo come quella dei paesi industrializzati, un rilevante contributo agli impatti sull ambiente è generato dalla distribuzione, dall utilizzo e dal consumo dei prodotti finali; - le misure di politica ambientale adottate in passato per mitigare gli effetti ambientali delle attività produttive (command and control) hanno favorito la diffusione di interventi di tipo contenitivo a valle, piuttosto che di tipo preventivo a monte. Il risultato è spesso quello di spostare l impatto ambientale da una componente ambientale all altra, senza per questo diminuirlo. Con l approccio dell IPP, la Commissione Europea si propone invece di gestire in maniera organica e integrata il complesso delle fonti inquinanti che caratterizzano l intero ciclo di vita di un prodotto, con l obiettivo di minimizzare l impatto ambientale, agendo su tipologia e quantità totali delle emissioni inquinanti attraverso la sistematica interazione dei soggetti coinvolti lungo l intera filie- 2 Si veda Carnimeo G., Frey M., Iraldo F., Gestione del prodotto e sostenibilità, Milano, Franco Angeli,

29 Il contesto di riferimento ra produttiva, di consumo e di recupero/smaltimento del prodotto e la concertazione di azioni preventive, tra loro coerenti e coordinate. Gli elementi caratterizzanti dell IPP si riconducono pertanto agli aspetti ambientali legati al sistema-prodotto, agli attori coinvolti nelle diverse fasi del ciclo di vita del prodotto e, infine, agli strumenti che possono incidere sul comportamento degli attori. In tale contesto si collocano due principi guida. Il primo è rappresentato dall approccio del Life Cycle Thinking (LCT), secondo il quale gli impatti ambientali connessi al ciclo di vita dovrebbero essere considerati in un ottica integrata nelle fasi di progettazione, realizzazione e gestione del prodotto. Questa visione è suscettibile di una duplice lettura. L integrazione si rivela necessaria per evitare il trasferimento di fenomeni di inquinamento non solo da un comparto ambientale a un altro, ma anche da una fase all altra del ciclo di vita (ad esempio, la scelta, assunta in fase di progettazione, di adottare componenti non riciclabili potrebbe aggravare l impatto am-bientale della fase di smaltimento). Tutti gli attori coinvolti nel ciclo di vita possono adottare questo modo di operare per la definizione delle strategie e degli interventi relativi alla gestione della fase che ricade sotto la propria competenza, ponendo però attenzione alle ripercussioni che queste scelte possono avere, in termini ambientali, sulle altre fasi. Il secondo elemento indispensabile è quindi costituito dall instaurarsi di forme di collaborazione tra i diversi attori, che diventa possibile a fronte del riconoscimento dei ruoli e delle responsabilità che ognuno di essi ricopre nel miglioramento delle prestazioni ambientali del prodotto. La diffusione dell approccio del Life Cycle Thinking e la cooperazione tra gli attori vengono incentivati attraverso il coordinamento e la valorizzazione di azioni e strumenti di politica ambientale esistenti (marchi ecologici, dichiarazioni ambientali, accordi volontari, green procurement), spesso utilizzati in maniera isolata, senza cogliere le eventuali sinergie e complementarità esistenti. Nonostante il tema dell IPP sia ancora in evoluzione, è possibile 17

30 Eco-design e prevenzione per l imballaggio cellulosico delinearne il processo di implementazione in cinque fasi o moduli 3 : - modulo di analisi, nel quale sono identificate e classificate, secondo criteri prestabiliti, le aree di criticità ambientale del ciclo di vita di singoli prodotti o loro classi omogenee, in un ottica di Life Cycle Thinking; sono inoltre scelti e quantificati gli indicatori più adatti a rappresentare nel tempo il progredire della loro performance ambientale; - modulo di consultazione, in cui i risultati del modulo precedente vengono sottoposti all esame dei diversi soggetti istituzionali coinvolti nel ciclo di vita dei prodotti considerati (soggetti sociali, economici e politici quali produttori, distributori, trasportatori, venditori, consumatori, smaltitori, ambientalisti, comunità locali, istituzioni responsabili delle politiche e dei controlli ambientali) allo scopo di individuare i campi e le modalità di azione condivisi, sulla cui base impostare i moduli successivi. Questa forma di coinvolgimento attivo dei diversi gruppi di interesse, a fini sia informativi sia di responsabilità, costituisce uno degli strumenti di politica comunitaria più importanti nell approccio IPP; - modulo di identificazione delle prassi migliori e degli interventi integrati, nel quale, sulla base dei risultati dei moduli precedenti, sono organicamente definite le azioni di politica ambientale da intraprendere e gli strumenti da usare nei diversi ambiti di intervento per migliorare le prestazioni ambientali del prodotto lungo il suo ciclo di vita; se necessario, a integrazione delle precedenti, sono definite misure aggiuntive specifiche. Per le varie fasi del ciclo di vita vengono in particolare identificati tutti gli strumenti disponibili, distinguendo tra quelli già in uso, quelli utilizzabili e nuove eventuali proposte; sulla base del quadro di riferimento viene quindi individuata la combinazione più opportuna di strumenti e politiche; - modulo di attuazione e monitoraggio, in cui sono attuati il complesso degli interventi individuati nella fase precedente e sono 3 Si veda: ANPA, Politiche integrate di Prodotto: un impostazione per lo scenario italiano, Roma, ANPA,

31 Il contesto di riferimento tenuti sotto controllo il loro livello di applicazione, il grado di efficienza ed efficacia della combinazione di strumenti adottata. Il monitoraggio avviene attraverso l analisi di specifici indicatori riguardanti, per ogni strumento applicato, le risorse mobilitate, la realizzazione ottenuta e i risultati conseguiti; - modulo di valutazione, in cui sono identificati gli impatti degli strumenti di politica ambientale adottati nel terzo modulo per ogni fase del ciclo di vita del prodotto. Questa fase traduce i risultati identificati nella fase precedente di monitoraggio in impatti e li aggrega per temi ambientali di riferimento, in modo da misurare i risultati complessivamente conseguiti dall applicazione integrata e coordinata degli strumenti di politica ambientale. Il processo illustrato ha natura iterativa: al termine dell ultimo modulo il processo di integrazione delle politiche ambientali riprende dall inizio in un ottica di miglioramento continuo. Un ruolo essenziale nel contesto dell IPP è giocato dalla progettazione ecologica dei prodotti comunemente denominata ecodesign. In realtà, la terminologia in questo ambito non è ancora del tutto chiara e definita in maniera univoca e, probabilmente, in tale accezione sarebbe preferibile utilizzare espressioni più appropriate quale, ad esempio, Life Cycle Design. Il Life Cycle Design (LCD) è, infatti, un approccio allo sviluppo di prodotti che tiene conto fin dal processo progettuale dei requisiti ambientali legati a tutte le fasi del ciclo di vita al fine di minimizzarne gli effetti negativi. Di conseguenza, attraverso il LCD il processo di progettazione si allarga a considerare anche le fasi a monte e a valle del processo produttivo. Il LCD richiede l utilizzo del Life Cycle Assessment (LCA), quale strumento operativo per individuare i dati e le informazioni necessarie a ipotizzare scenari alternativi che indirizzino le migliori scelte in una fase di progettazione eco-compatibile 4. La Commissione Europea si è proposta come obiettivo l incenti- 4 Si veda: Baldo G. L., LCA Life Cycle Assessment. Uno strumento di analisi energetica e ambientale, Milano, IPASERVIZI Editore,

32 Eco-design e prevenzione per l imballaggio cellulosico vazione dell eco-design, in quanto è ancora un fenomeno piuttosto recente la cui conoscenza e, a maggior ragione, applicazione risultano piuttosto limitate a livello europeo 5. Paesi quali Danimarca, Germania, Olanda, Austria e Svezia, dove questi concetti si sono sviluppati da circa una decina di anni, risultano all avanguardia nella ricerca e nello sviluppo di metodologie applicative e relativamente avanzati nella diffusione delle informazioni e nella realizzazione di percorsi formativi. Un secondo gruppo di Paesi, comprendente il Belgio, la Francia e l Inghilterra, si caratterizza per la recente diffusione di queste tematiche e per un livello abbastanza avanzato di ricerca. Negli altri Paesi, tra cui l Italia, le iniziative sono ancora poco diffuse e sistematizzate, ma si possono ugualmente individuare alcune esperienze significative. L eco-design ha raggiunto un buon grado di maturazione in termini di elaborazione teorica e lo sviluppo delle metodologie costituisce l ambito di eccellenza nei Paesi avanzati: le attività di progettazione e di validazione sono pianificate e coordinate e si evidenzia una certa eterogeneità anche negli strumenti operativi offerti, che consistono in banche dati (prevalentemente basate sull analisi LCA), manuali e check list. Tuttavia, va detto che anche in questi Paesi tali metodologie trovano scarso riscontro nell applicazione pratica. La diffusione della progettazione sostenibile di nuovi prodotti a livello di impresa si rivela, infatti, ancora esigua. Si evidenzia inoltre un forte divario tra grandi imprese, soprattutto multinazionali, e imprese di minori dimensioni. Tra le prime, soprattutto quelle appartenenti ai settori per i quali è stato introdotto nella normativa il concetto di responsabilità estesa del produttore (imballaggi, beni elettronici ed elettrotecnici, veicoli a fine vita), si possono individuare alcuni casi di applicazione di un certo rilievo. Le piccole e medie imprese, invece, intervengono al più a livello di processo, 5 Per approfondimenti sullo scenario europeo si veda il rapporto: Institute for Perspective Technological Studies, European Science and Technology Observatory, Eco-design: European State of the Art, Seville, European Commission, Joint Research Centre,

33 Il contesto di riferimento mentre è raro che la progettazione del prodotto sia ripensata in modo da integrare tutti gli aspetti ambientali. In sintesi, emerge piuttosto chiaramente che fino a oggi le parti più attive nell ambito dell eco-design sono stati gli istituti di ricerca e le università, focalizzati sulla ricerca e sullo sviluppo di nuove metodologie, ma non ancora impegnati nelle attività di formazione (non esistono ancora percorsi formativi specifici per eco-designer) e scarsamente interagenti con il mondo industriale. 21

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35 CAPITOLO 2 IL CICLO DI VITA DELL IMBALLAGGIO CELLULOSICO: ATTORI, STRATEGIE, PROBLEMI Il presente capitolo si pone l obiettivo di illustrare le strategie e i ruoli dei diversi attori coinvolti nelle fasi del ciclo di vita dell imballaggio cellulosico, nonché le principali criticità e opportunità nello sviluppo di soluzioni innovative per la prevenzione dei rifiuti di imballaggio. L organizzazione dei paragrafi 2.1. e 2.2. riflette i due possibili approcci con i quali si può affrontare il problema: articolandolo per fase del ciclo di vita, dalla produzione delle materie prime alla distribuzione dei prodotti imballati, oppure analizzandolo in funzione dei principali elementi che possono costituire un incentivo o un ostacolo verso l innovazione RUOLI E STRATEGIE DEGLI ATTORI COINVOLTI NEL CICLO DI VITA DELL IMBALLAGGIO Considerando le fasi che contraddistinguono il ciclo di vita dell imballaggio, è possibile mettere in luce i diversi interventi che gli attori coinvolti hanno realizzato o potenzialmente sono in grado di realizzare e le principali esigenze avvertite al fine di prevenire la creazione di rifiuti di imballaggio. La riflessione sui criteri sulla base dei quali questi interventi possano essere considerati innovativi ed efficaci ai fini della prevenzione a livello di sistema sarà condotta nel terzo capitolo. In questo paragrafo verranno invece illu- 23

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