Aspetti di Infection Control
|
|
- Feliciano Manzoni
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Gestione del virus Ebola nei PS/DEA Aspetti di Infection Control Francesco Maria Fusco, Vincenzo Puro, Silvia Pittalis, Lorena Martini Istituto Nazionale per le Malattie Infettive L. Spallanzani, Roma, Italia WHO Collaborating Center for clinical care, diagnosis, response and training on Highly Infectious Diseases
2 Riassunto Ruolo dei PS/DEA; Ebola negli operatori sanitari; Come si trasmette il virus Ebola: evidenze dalla letteratura; Definizioni di caso; Modelli di gestione in PS/DEA Indicazioni Regionali: Logistica; Uso dei DPI; Vestizione e svestizione; Take-home messages.
3 Dr Kent Brantly, the 1st US doctor infected with Ebola while working at a missionary hospital in Liberia. He recovered after being evacuated and treated in Atlanta [USA]. "I have to tell you that if I had a choice of working in the isolation unit, or working in [the normal part of a] hospital during the middle of an EVD outbreak, I'd choose the isolation unit every time.... You are provided with all the personal protective equipment you need; you know that every patient you're going to see is at least suspected of Ebola, if not confirmed to have it. But in the hospital, you have to look at every single patient and say, 'Should I think you have Ebola or not?, You can't wear that suit all day long, every day, for lots of reasons. Because it's so hot.
4 Riconoscere i pazienti con patologie altamente contagiose nei DEA
5 I DEA: un luogo preferenziale per la diffusione delle malattie contagiose Per la presenza, nello stesso spazio limitato, di soggetti con infezione e di un gran numero di soggetti suscettibili (altri pazienti, operatori sanitari, visitatori); Contatti frequenti e ravvicinati tra gli operatori sanitari ed i pazienti, spesso non protetti dagli adeguati DPI; Mancanza di isolamento dei pazienti sospetti, per mancata diagnosi o carenza di strutture.
6 I DEA: un luogo preferenziale per il controllo delle malattie contagiose Per la possibilità di porre rapidamente il sospetto diagnostico; Per la possibilità di mettere in pratica (abbastanza) agevolmente una serie di misure volte a proteggere I soggetti suscettibili; Per la possibilità di isolare rapidamente il paziente.
7 Il duplice ruolo dei DEA: l esperienza canadese della SARS 7 marzo 2003, due pazienti con SARS non diagnosticata in due DEA, a Toronto ed a Vancouver; A Vancouver, il paziente (con febbre e tosse) fu portato in una sala di attesa riservata, visitato con DPI appropriati, ricoverato in una stanza a pressione negativa; A Toronto, il paziente aspettò nella sala d attesa comune per molte ore; A Vancouver, non avvenne nessun caso autoctono di SARS; A Toronto, questo episodio diede inizio ad una epidemia con 330 casi (il 77% acquisiti in ambiente ospedaliero) e 44 morti.
8 Trasmissione nosocomiale ed occupazionale VHF Prima della epidemia in atto, nel complesso sono descritti in letteratura 156 casi di trasmissione certa ospedaliera di cui 130 tra operatori sanitari. La mancata applicazione delle adeguate misure è stata sempre riconosciuta come la causa del contagio..
9
10
11 Infettività Durante il periodo di incubazione le persone non sono considerate a rischio di trasmettere l infezione. Il paziente diventa contagioso tramite secrezioni quando comincia a manifestare sintomi La probabilità di trasmissione del virus cambia nel corso della malattia con l evolversi delle manifestazioni cliniche. All inizio, quando è presente solo febbre in assenza di vomito o diarrea o di manifestazioni emorragiche, il rischio di trasmissione è basso; nelle fasi tardive, quanto compaiono manifestazioni emorragiche, il rischio è significativamente più elevato, e rimane molto elevato anche dopo la morte. Per questo motivo le precauzioni raccomandate variano in relazione alla fase del percorso assistenziale, in ragione della valutazione del rischio
12 Modalità di trasmissione nosocomiale ed occupazionale VHF Contatto con il sangue o altri materiali biologici, inclusi i droplet, diretto o indiretto tramite superfici, strumenti, oggetti contaminati, inclusi I DPI Una scupolosa applicazione delle precauzioni standard+contatto+droplet si è dimostrata efficace nel prevenire infezioni secondarie CIDRAP. Heymann DL, Weisfeld JS, Webb PA, et al. Ebola hemorrhagic fever: Tandala, Zaire, J Infect Dis 1980;142(3):372-6; WHO. Ebola haemorrhagic fever in Zaire, Report of an International Commission. Bull World Health Org 1978;56(2);
13 Trasmissione aerea propriamente detta Evidenze a supporto: Experimental simulation showed that aerosol transmission is efficacious in great apes (Filoviridae only) (Borio L, Inglesby T, Peters CJ, et al. Hemorrhagic fever viruses as biological weapons: medical and public health management. JAMA 2002;287: )
14 Trasmissione aerea propriamente detta Evidenze contrarie: Many epidemiological reports of not occurrence of transmission despite the lack of airborne precaution: 1979, Sudan, 103 exposed persons to 2 Ebola patients in a closed space: no case 1994, Gabon, 70 exposed persons to Ebola patient in a closed space: no case 1996, RDC, about 300 exposed persons to 2 Ebola patients in a closed space: no case Baron RC, McCormick JB, Zubeir OA. Ebola virus disease in southern Sudan: hospital dissemination and intrafamilial spread. Bull World Health Organ 1983;61(6): Formenty P, Hatz C, Le Guenno B, Stoll A, Rogenmoser P, Widmer A. Human infection due to Ebola virus, subtype Cote d'ivoire: clinical and biologic presentation. J Infect Dis 1999; 179 Suppl 1:S Richards GA, Murphy S, Jobson R et Al. Unexpected Ebola virus in a tertiary setting: clinical and epidemiologic aspects. Crit Care Med 2000; 28(1):240-4.
15
16 Ebola (prima del 2000) Zaire (1976): trasmissione ospedaliera tra i pazienti causata dall assenza di misure di prevenzione (siringhe riusabili). Bull World Health Organ 1983;61: Sudan (1979): nessun caso in 103 persone esposte in ambiente confinato in assenza di contatto diretto Bull World Health Organ 1983;61: Ebola, 1994, 1 di 70 contatti in assenza di isolamento aereo. J Infect Dis 1999;179(suppl 1):S48-S53 Congo (1995) 316 persone infettate; 25% operatori sanitari. Dall introduzione di precauzioni standard solo 3 infetti: 1 non applica PS, 1 puntura, 1 contaminazione occhi con guanti contaminati. Nessuno dei 78 contatti familiari in assenza di contatto diretto. J Infect Dis1999;179(suppl 1):S268-S273. J Infect Dis 1999;179(suppl 1):S87-S91 Ebola, 1996, nessun caso su 300 contatti nell assistenza di due pazienti solo con precauzioni standard. Crit Care Med 2000;28:
17 Ebola (dopo il 2000) Africa Equatoriale tra il 2000 ed il 2012 numerosi cluster di trasmissione in DRC, Sudan Gabon, Uganda e Congo, tra cui: Uganda Casi di trasmissione agli operatori sanitari anche dopo l istituzione delle misure di isolamento da contatto. Mancata applicazione? MMWR Morb Mortal Wkly Rep Feb 9;50(5):73-7. Uganda : 14 operatori sanitari sono stati infettati, tutti prima dell istituzione delle misure di isolamento. Germania 2009 un caso di esposzione accidentale in laboratorista. La vaccinazione sperimentale ha prevenuto l infezione J Infect Dis 2011;204(Suppl. 3):S785-S790.
18
19 Malattia da Ebola Virus (MEV): Aree affette European Centre for Disease Prevention and Control Aggiornamento: 20 Ottobre 2014 PAESE Guinea Liberia Sierra Leone AREE AFFETTE All provinces All provinces All provinces Democratic Republic of the Congo Equateur province vers/evdcasedefinition/pages/ebola-affected-areas.aspx
20
21
22 Circolare Regionale
23 Circolare Regionale
24 Circolare Regionale
25 Circolare Regionale
26
27 Rete di Riferimento per le Malattie Infettive nel Lazio
28 Scelta dei DPI Quadro clinico del paziente - Soggetto asintomatico ma a rischio (contatto) - Soggetto a basso rischio con febbre ma senza vomito, diarrea o sanguinamenti - Soggetto ad alto rischio con quadro clinico avanzato Procedure assistenziali Raccolta informazioni o anamnesi Assistenza diretta - Accesso vascolare - Procedure intensive/aerosol RISK ASSESSMENT
29 DPI di barriera Guanti: protezione delle mani, non alternativi all igiene delle mani (doppi guanti in caso di alto rischio) Camici, grembiuli o tute intere impermeabili: protezione della cute del corpo Copricapo a mantellina: protezione testa/spalle
30 DPI di barriera Mascherina resistenti a spruzzi: protezione mucose naso/bocca Filtranti respiratori FFP2/3 resistenti a spruzzi : protezione mucose naso/bocca e vie aeree
31 DPI di barriera Occhiali a maschera (goggles) - protezione occhi Visiera: insieme a mascherina e occhiali ulteriore protezione volto Schermi pieno facciali con filtro P3/4 o HEPA: protezione volto e vie respiratorie Schermi pieno facciali a ventilazione positiva assistita e filtro HEPA (PAPR): protezione volto e vie respiratorie
32 Scenari possibili A) Il paziente arriva tramite 118 già classificato a) Personale sanitario allertato b) Trasferimento in sicurezza e ricovero presso i reparti di malattie infettive (o presso l INMI Spallanzani ) Definire il percorso con le malattie infettive
33 Scenari possibili B. Il paziente si presenta spontaneamente presso il Pronto Soccorso
34 AREA TRIAGE: accoglienza del paziente, inquadramento e identificazione del paziente a rischio MVE Persona in valutazione/caso sospetto Valutazione iniziale del paziente Il paziente presenta febbre ma non diarrea, sanguinamento, vomito o tosse e non vi sono emergenze cliniche che richiedano un intervento immediato e si tratta solo di raccogliere l anamnesi 1-2 metri Distanza di 1-2 metri dal paziente Evita di toccare il paziente DPI non necessari Isola il paziente Chiama il medico
35 AREA TRIAGE Persona in valutazione/caso sospetto Il paziente ha diarrea, sanguinamento, vomito o tosse Stesse modalità SE NECESSARIA DISTANZA RAVVICINATA/CONTATTO - mascherina e igiene delle mani per il paziente - adottando le precauzioni standard, da contatto e da droplets se necessarie Precauzioni Standard + Contatto + Droplets
36 Stanza di isolamento: IL MEDICO PERSONA IN VALUTAZIONE/CASO SOSPETTO Conferma del sospetto e prima classificazione in caso sospetto a basso o ad alto rischio Valutazione clinica Chiama infettivologo di riferimento Adotta precauzioni contatto/droplet; indossa I DPI prima di entrare Precauzioni Standard + Contatto + Droplets
37 PERSONA IN VALUTAZIONE/CASO SOSPETTO Se il paziente ha necessità di prestazioni clinico-assistenziali indispensabili e indifferibili, preferibilmente in accordo con il medico infettivologo, prestare l assistenza necessaria : limitare al minimo: - operatori di assistenza - accertamenti di laboratorio, diagnostico-strumentali - manovre invasive; assicurare che tutti gli operatori coinvolti adottino precauzioni standard, da contatto e da droplets Precauzioni Standard + Contatto + Droplets
38 Ruolo dell infettivologo L infettivologo farà una prima valutazione per escludere o confermare il sospetto di malattia da virus Ebola, anche consultando l Istituto Nazionale per le Malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma per confrontarsi sulla diagnosi, per l eventuale gestione del paziente, prelievo e l invio di campioni biologici. 38
39 Se si conferma il sospetto di EVD e il sospetto è classificato a basso rischio: andranno proseguite le misure di isolamento C+D e disposto, d intesa con il servizio di infettivologia di riferimento, il ricovero in un reparto di Malattie Infettive. 39
40 Se si conferma il sospetto di EVD e il sospetto è classificato ad alto rischio/caso probabile: Andranno proseguite le misure di isolamento C+D e disposta la presa in carico da parte del medico infettivologo. La visita infettivologica urgente nella sede in cui è ricoverato il paziente senza prevederne autonomamente il trasporto in altra sede. Concordare il trasferimento allo Spallanzani 40
41 Qualora il paziente necessitasse prima del trasferimento presso il reparto di Malattie Infettive di prestazioni clinico-assistenziali indispensabili e indifferibili, queste vanno garantite ed erogate in condizioni di sicurezza, possibilmente in accordo con il medico infettivologo. In tali circostanze si raccomanda comunque di limitare al minimo indispensabile gli accertamenti di laboratorio, quelli diagnostico-strumentali e le manovre invasive; 41
42 Quando e dove i DPI debbono essere indossati e rimossi? I DPI debbono essere indossati prima di entrare nella stanza del paziente Rimuovere i DPI nell antistanza o, se non è presente un antistanza, assicurarsi che né l'ambiente al di fuori della stanza/zona di isolamento né altre persone possano essere contaminate
43 Quasi sempre assicurano la protezione dell operatore e del paziente (alcune) condizioni sfavorenti: Cattiva conservazione Non ispezionare il DPI prima dell uso Non rispettare le procedure Indossarli e toglierli malamente Non leggere le schede tecniche e le istruzioni per l uso Non segnalare gli inconvenienti Non lavarsi le mani
44 La procedura ideale non esiste - Rimuovere ed eliminare i DPI con attenzione - Lavare le mani: * Dopo la rimozione dei guanti e/o del camice prima di avvicinare le mani al volto * Dopo aver completato la svestizione * Quando c è il sospetto di averle contaminate nel corso della svestizione
45 Indicazioni Considerate le mani la parte più pericolosa - Perché sono sicuramente contaminate al termine della procedura di emergenza - Perché possono ricontaminarsi, dopo un lavaggio, in qualsiasi momento - Perché le usiamo per fare di tutto, e quindi anche inconsapevolmente possiamo toccarci il volto o altre parti del corpo in qualsiasi momento della procedura - Perché anche se abbiamo indossato uno o due paia di guanti non possiamo essere certi che non si siano contaminate Quindi: se avete il sospetto, il dubbio, di esservi contaminati le mani, LAVATELE
46 Indicazioni Le parti anteriori dei DPI che indossiamo sono probabilmente più contaminate di quelle posteriori o del vertice del capo, ma non è detto che dietro non sia avvenuta la contaminazione Quindi: evitare di toccarsi davanti nella svestizione, ma non considerare le mani pulite se avete toccato dietro
47 Indicazioni Ogni volta che si avvicinano le mani al volto si entra in una fase critica della svestizione Quindi: è il momento in cui bisogna avere le maggiori cautele, non ci si deve distrarre ed ognuno dovrebbe trovare il suo modo per togliersi le protezioni degli occhi e delle vie respiratorie e/o delle mucose oronasali senza toccare né il volto né i capelli; forse conviene farlo dopo aver lavato le mani
48 Indicazioni I DPI, riutilizzabili o meno, dovranno SEMPRE essere messi al sicuro appena tolti: dentro un raccoglitore di rifiuti, dentro un contenitore per il trasporto all autoclavaggio, dentro una soluzione disinfettante Quindi: dovete predisporre i contenitori per rifiuti PRIMA, per averli a portata di mano quando si renderanno necessari
49 Indicazioni Il respiratore, protegge le vie respiratorie anche quando si effettua la svestizione Quindi: dovrebbe essere tolto per ultimo
50 Indicazioni La cooperazione, la discussione, la curiosità, l elaborazione fanno esperienza ; la standardizzazione permette di verificare i risultati Quindi: elaborate una procedura che si adatti alle vostre esigenze e possibilità e rendetela patrimonio comune
51 SUMMARY Procedure e misure per la riduzione dei rischi infettivi nei DEA Precauzioni standard (che includono la cough etiquette/respiratory hygene); Precauzioni basate sulla trasmissione: contatto, da droplet, aerea; Transmission-oriented triage; Uso appropriato dei DPI; Isolamento: sale di attesa, percorsi, stanze di visita e di isolamento; Necessità del training;
52 Conclusioni Preparazione per MVE in PS Formare e istruire il personale secondo il ruolo Identificare la stanza di isolamento Dotare l area triage e la stanza di isolamento di quanto rispettivamente necessario Istituire/Consolidare il contatto con lo specialista infettivologo
53
Procedura di vestizione e rimozione dei dispostivi di protezione individuale per malattia virus ebola
Procedura di vestizione e rimozione dei dispostivi di protezione individuale per malattia virus ebola Lorena Martini Ripartiamo dalla SARS Esempio drammatico di un duplice ruolo dell assistenza sanitaria:
DettagliIL MEDICO DI MEDICINA GENERALE E MEDICINA GENERALE L ALLARME EBOLA: CLINICA E MANAGEMENT DELLE EPIDEMIE DEL TERZO MILLENNIO NEL SETTING DELLA
IL MEDICO DI MEDICINA GENERALE E L ALLARME EBOLA: CLINICA E MANAGEMENT DELLE EPIDEMIE DEL TERZO MILLENNIO NEL SETTING DELLA MEDICINA GENERALE CORSO DI FORMAZIONE A DISTANZA I CRITERI PER LA CLASSIFICAZIONE
DettagliE almeno uno dei seguenti sintomi:
In relazione al verificarsi di epidemie da Virus Ebola presso gli Stati Africani, la nostra Azienda Ospedaliera ritiene opportuno informare i cittadini sulle procedure operative messe in atto per la gestione
DettagliIstituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Via Portuense, 292-00149 Roma
Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Via Portuense, 292-00149 Roma PROCEDURA PER LA SORVEGLIANZA SANITARIA DEGLI OPERATORI
DettagliU.O. SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DIRETTORE
RISCHIO BIOLOGICO Gestione Aziendale di caso di influenza da virus A/H1N1 percorso di biosicurezza PIACENZA 4 16 Settembre 2009 U.O. SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE D.Lgs 81/08 Titolo X DIRETTORE
DettagliDPI Rischio Virus Ebola
S.U.E.S.118 Ct-Rg-Sr Direttore Responsabile:Dott.ssa I.Bartoli DPI Rischio Virus Ebola L OMS prescrive, i DPI che devono essere utilizzati in caso di soccorso ad un soggetto potenziale affetto da Ebola
DettagliSono di importanza fondamentale:
La Pandemia influenzale H1N1 2009 Misure di protezione per operatori sanitari Paola Bertoli - Resp. Servizio Prevenzione Protezione Azienda USL di Parma Sono di importanza fondamentale: 1) Per tutta la
DettagliCorso sulla malattia da virus Ebola per gli specialisti dei reparti di malattie infettive della regione Lazio
Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Corso sulla malattia da virus Ebola per gli specialisti dei reparti di malattie infettive
DettagliIL MEDICO DI MEDICINA GENERALE E MEDICINA GENERALE L ALLARME EBOLA: CLINICA E MANAGEMENT DELLE EPIDEMIE DEL TERZO MILLENNIO NEL SETTING DELLA
IL MEDICO DI MEDICINA GENERALE E L ALLARME EBOLA: CLINICA E MANAGEMENT DELLE EPIDEMIE DEL TERZO MILLENNIO NEL SETTING DELLA MEDICINA GENERALE CORSO DI FORMAZIONE A DISTANZA IL TRIAGE TELEFONICO LA GESTIONE
DettagliPRECAUZIONI DA ADOTTARE NELLA GESTIONE DEI CASI DI INFLUENZA DA VIRUS A (H1N1)v
PRECAUZIONI DA ADOTTARE NELLA GESTIONE DEI CASI DI INFLUENZA DA VIRUS A (H1N1)v Cesena, 12 settembre 2009 Direzione Infermieristica e Tecnica Paola Ceccarelli PRECAUZIONI DA ADOTTARE Popolazione: misure
DettagliMISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE PER LA GESTIONE DEI CASI DI MALATTIA DA VIRUS EBOLA
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE PER LA GESTIONE DEI CASI DI MALATTIA DA VIRUS EBOLA Servizio di Medicina Preventiva Asl 5 Spezzino Servizio di Prevenzione e Protezione Asl 5 Spezzino Roma, 25 novembre
Dettagli5. Istruzione operativa. IOP 21 Gestione della chiamata per utenti a possibile contatto con virus Ebola Rev. 2 del 02.09.
HEPA = High Efficiency Particulate Air MSA/B/I = Mezzo di Soccorso Avanzato/di Base/Intermedio MVE = Malattia da Virus Ebola SOREU = Sala Operativa Regionale Emergenza Urgenza UO = Unità Operativa 5. Istruzione
DettagliRaccomandazioni per l addestramento del personale sanitario alla gestione dei casi sospetti di MVE.
Raccomandazioni per l addestramento del personale sanitario alla gestione dei casi sospetti di MVE. In seguito alla ricognizione effettuata dal SeREMI dell ASL AL si è potuto constatare come in tutte le
Dettaglia cura della Dr.ssa Anita Mombelloni
a cura della Dr.ssa Anita Mombelloni I Dipartimenti di emergenza, in particolare, sono i luoghi preferenziali di trasmissione delle malattie, per: la presenza, nello stesso spazio limitato, di pazienti
DettagliInformazioni per i pazienti e le famiglie
Che cos è l MRSA? (What is MRSA? Italian) Reparto Prevenzione e controllo delle infezioni UHN Informazioni per i pazienti e le famiglie Patient Education Improving Health Through Education L MRSA è un
DettagliAspetti preventivi clinici e gestionali della malattia da virus Ebola. Definizione di contatto e sua gestione Toni Francesco
Aspetti preventivi clinici e gestionali della malattia da virus Ebola Definizione di contatto e sua gestione Toni Francesco 15 Novembre 2014 Migranti che arrivano con gli sbarchi via mare 1- La grande
DettagliInfezioni emergenti: percorsi dei pazienti e sicurezza degli operatori
Infezioni emergenti: percorsi dei pazienti e sicurezza degli operatori Organizzazione del percorso all interno dell A.O. di Alessandria Anna Fagiani Congresso Nazionale AcEMC 6-7-8 Maggio 2015 Infezioni
Dettagli04/11/2014. Convegno HSF 25-26 ottobr e 2014
Virus Ebola: 15 cose da sapere Continuano ad aumentare le vittime della malattia emorragica in Africa. Come si previene? Come si cura? È sicuro viaggiare? Procedure tecniche e operative Convegno HSF 25-26
DettagliMINISTERO DELLA SALUTE DIREZIONE GENERALE DELLA PREVENZIONE UFFICIO III COORDINAMENTO USMAF UFFICIO V MALATTIE INFETTIVE E PROFILASSI INTERNAZIONALE
Circolare sulla Malattia da Virus Ebola (MVE) Indicazioni operative di massima per il personale sanitario dipendente e/o volontario addetto ai servizi di ambulanza Il MINISTERO DELLA SALUTE DIREZIONE GENERALE
DettagliPROTOCOLLI CRI PER AUTOPROTEZIONE dei VOLONTARI
PROTOCOLLI CRI PER AUTOPROTEZIONE dei VOLONTARI Ulrico Angeloni Croce Rossa Italiana Direttore Sanitario Nazionale Ulrico.angeloni@cri.it Antonella Fabiano Croce Rossa Italiana Direttore Sanitario Sicilia
DettagliA cura di: Direzione Sanitaria Aziendale Direzione Medica di Polo Ospedaliero Comitato Infezioni Ospedaliere (C.I.O.)
A cura di: Direzione Sanitaria Aziendale Direzione Medica di Polo Ospedaliero Comitato Infezioni Ospedaliere (C.I.O.) Si espongono, per opportuna conoscenza, gli ultimi aggiornamenti disponibili al 12/10/2014
DettagliGESTIONE IN SICUREZZA: ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Pag. 1/5 SOMMARIO 1. OGGETTO E SCOPO... 2 2. CAMPO E LUOGO DI APPLICAZIONE... 2 3. RESPONSABILITÀ... 2 3.1. Responsabilità di applicazione... 2 3.2. Responsabilità di redazione... 2 3.3. Responsabilità
DettagliISTRUZIONE OPERATIVA
LT 0 Pag. : 1 di 6 Redatta da: Giancarlo Paganico Verificata da: Giancarlo Paganico Approvato da: DUO COPIA N... N. REV. PAGG. PRINCIPALI MODIFICHE DATA 1 2 3 4 5 Pag. : 2 di 6 INDICE 1. PREMESSA 3 2.
DettagliLe esperienze dei CCIO locali: ESPERIENZA DELL AZIENDA 18
Convegno La prevenzione delle infezioni nelle strutture sanitarie della Regione Veneto: i progetti regionali e le esperienze locali Castelfranco Veneto, 18 novembre 2005 Le esperienze dei CCIO locali:
DettagliPazientecon infezione sospetta o confermata da virus Ebola. Problematiche per il trasporto
Pazientecon infezione sospetta o confermata da virus Ebola Problematiche per il trasporto Francesco Maria Fusco Istituto Nazionale per le Malattie Infettive L. Spallanzani, Roma, Italia giuseppe.ippolito@inmi.it
DettagliPROTOCOLLO OPERATIVO Segnalazione e gestione di eventuali casi sospetti di Malattia da Virus Ebola (MVE) Rev.2 del 16.10.2014
PROTOCOLLO OPERATIVO Segnalazione e gestione di eventuali casi sospetti di Malattia da Virus Ebola (MVE) Rev.2 del 16.10.2014 Con nota n. 365516 del 1/09/2014 la Regione del Veneto ha diffuso il Protocollo
DettagliI SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE.
I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE. 1 Nel panorama legislativo italiano la Salute e la Sicurezza sul Lavoro sono regolamentate da un gran numero di
DettagliFASI DEL PERCORSO ASSISTENZIALE E MISURE DI CONTROLLO DELLE INFEZIONI...
INDICAZIONI REGIONALI SU MALATTIA DA VIRUS EBOLA: IMPLEMENTAZIONE DELLA SORVEGLIANZA, CASE MANAGEMENT E PREVENZIONE DELLA TRASMISSIONE DELLA INFEZIONE DA EBOLA IN AMBITO ASSISTENZIALE PREMESSA... 3 La
DettagliMalattia da virus Ebola (MVE). Protocollo per la gestione dei casi e dei contatti sul territorio nazionale.
Malattia da virus Ebola (MVE). Protocollo per la gestione dei casi e dei contatti sul territorio nazionale. Tratto da: MS 0026708-6/10/2014 Dott Davide Furlanis Responsabile Sanitario CRI Venezia OMS-RSI
DettagliEQIUPAGGIO COMPOSIZIONE e COMPITI SICUREZZA IN AMBULANZA
EQIUPAGGIO COMPOSIZIONE e COMPITI SICUREZZA IN AMBULANZA Storti Chiara Francesca Istruttore PSTI OBIETTIVI EQUIPAGGIO COMPOSIZIONE e COMPITI Come si compone un equipaggio in servizi di TRASPORTO ed in
DettagliSEZIONE C: INDICAZIONI DI CARATTERE OPERATIVO
49 SEZIONE C: INDICAZIONI DI CARATTERE OPERATIVO 12. GESTIONE DI UN CASO AL PRONTO SOCCORSO 12.1 Triage Le persone con tosse devono essere invitate a ripararsi adeguatamente la bocca con un fazzoletto,
DettagliIl protocollo centrale per la gestione dei casi e dei contatti sul territorio nazionale
Il protocollo centrale per la gestione dei casi e dei contatti sul territorio nazionale Maria Grazia Pompa Ministero della Salute Loredana Vellucci Ministero della Salute Il protocollo centrale per la
DettagliPROCEDURA PER LA SORVEGLIANZA DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE OCCUPAZIONALI
ISTRUZIONE OPERATIVA N 1/2005 PROCEDURA PER LA SORVEGLIANZA DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE OCCUPAZIONALI RATIFICATO DALLA COMMISSIONE AZIENDALE PER LA SORVEGLIANZA E IL CONTROLLO DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE
DettagliOggetto: Epidemia da virus Ebola in Africa Occidentale: indicazioni per la sorveglianza e il controllo.
ASSESSORATO POLITICHE PER LA SALUTE L ASSESSORE TIPO ANNO NUMERO REG. / / DEL / / Ai Direttori generali Ai Direttori sanitari Ai Direttori dei Dipartimenti di Sanità pubblica Ai Direttori dei Dipartimenti
DettagliISTITUTO ATERNO-MANTHONE'
ISTITUTO ATERNO-MANTHONE' INTRODUZIONE Il termine sicurezza nella comune accezione indica una caratteristica di ciò che non presenta pericoli o ne è ben difeso. Sicurezza è una caratteristica anche delle
DettagliLa rete integrata per le emergenze e per contrastare l influenza aviaria
La preparazione e la gestione della risposta alle emergenze sanitarie Genova 12-13 dicembre 2006 La rete integrata per le emergenze e per contrastare l influenza aviaria Sergio Caglieris Dirigente medico
DettagliIl trasporto aereo in alto biocontenimento. Piervalerio Manfroni Aeronautica Militare
Il trasporto aereo in alto biocontenimento Piervalerio Manfroni Aeronautica Militare COMANDO LOGISTICO A.M. SERVIZIO SANITARIO IL TRASPORTO AEREO IN ALTO BIOCONTENIMENTO Teams di Isolamento Aeromedico
Dettagli5. Istruzione operativa. IOP 21 Utenti a possibile contatto con virus Ebola Rev. 4 del 10.10.2014 Pagina 2 di 8
COEU = Centrale Operativa Emergenza Urgenza DPI = Dispositivo di Protezione Individuale HEPA = High Efficiency Particulate Air MSA/B/I = Mezzo di Soccorso Avanzato/di Base/Intermedio MVE = Malattia da
DettagliEsposizione ad agenti biologici
Esposizione ad agenti biologici Il Titolo X corrisponde al Titolo VIII del D.Lgs. 626/94 di attuazione della direttiva 90/679/CEE, relativa alla protezione di lavoratori contro i rischi derivanti dall
DettagliApproccio sindromico: cos è?
Corso di formazione per formatori Malattia da Virus Ebola per i Medici dei servizi di Pronto Soccorso del Lazio Approccio sindromico e Malattie Infettive: Malattia da Ebola Virus Silvia Pittalis Emanuele
DettagliSCHEDA INFORMATIVA N 04 MODALITA DI INDOSSAMENTO DEI FACCIALI FILTRANTI
SCHEDA INFORMATIVA N 04 MODALITA DI INDOSSAMENTO DEI FACCIALI FILTRANTI SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE V I A M A S S A R E N T I, 9-4 0 1 3 8 B O L O G N A 0 5 1. 6 3. 6 1 4. 5 8 5 - FA X 0 5 1. 6 3.
DettagliCelle frigorifere e lavori in isolamento. Il lavoro isolato casi di studio. rivetta sistemi
Celle frigorifere e lavori in isolamento Il lavoro isolato casi di studio rivetta sistemi Ogni qualvolta un lavoratore entra in una cella frigorifera da solo si trova ad operare in isolamento. Nel caso
DettagliRelazione per la Commissione Igiene e Sanita del Senato del 4 marzo 2015
Relazione per la Commissione Igiene e Sanita del Senato del 4 marzo 2015 La Malattia da Virus Ebola (MVE) ha interessato nel passato, fin dal 1976, quasi esclusivamente il sudest del continente africano
DettagliIL PIANO PANDEMICO REGIONALE
REGIONE LIGURIA DIPARTIMENTO SALUTE E SERVIZI SOCIALI SETTORE, IGIENE E SANITA PUBBLICA IL PIANO PANDEMICO REGIONALE dr.ssa Paola Oreste - dr. Roberto Carloni - dr.ssa Ilaria Cremonesi Misure Misure adottate
DettagliMisure di prevenzione e controllo delle infezioni da CPE Indicazioni del Ministero della Salute
Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi: un problema emergente di sanità pubblica Roma, 5 giugno 2012 - ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA' Misure di prevenzione e controllo delle infezioni da CPE Indicazioni
DettagliMalattia da Virus Ebola Informazioni Generali
Malattia da Virus Ebola Informazioni Generali Malattia da Virus Ebola (Ebola Virus Disease = EVD) Origini Il virus Ebola prende il nome dal fiume Ebola, nello stato dello Zaire (ora Repubblica Democratica
DettagliTricotomia pre-operatoria
Tricotomia pre-operatoria Introduzione La corretta preparazione pre-operatoria della cute del paziente è uno degli elementi chiave nel controllo delle infezioni del sito chirurgico. La tricotomia, considerata
DettagliDISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
1 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE L informazione e la formazione all uso corretto dei mezzi di protezione individuale (DPI) assumono un ruolo fondamentale nella prevenzione delle patologie e degli
DettagliIl RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE NELLA IDENTIFICAZIONE DELLE PERSONE CON SOSPETTA DEMENZA. T. Mandarino (MMG ASL RMA )
Il RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE NELLA IDENTIFICAZIONE DELLE PERSONE CON SOSPETTA DEMENZA T. Mandarino (MMG ASL RMA ) La Malattia di Alzheimer La malattia di Alzheimer è la forma più frequente
DettagliMinistero della Salute
0026708-06/10/2014-DGPRE-COD_UO-P Ministero della Salute DIREZIONE GENERALE DELLA PREVENZIONE UFFICIO III COORDINAMENTO USMAF UFFICIO V MALATTIE INFETTIVE E PROFILASSI INTERNAZIONALE A ASSESSORATI ALLA
DettagliNell allegato (all.1) si riportano alcune informazioni di base relative alla malattia ed alla epidemia in corso.
NOTA OPERATIVA GORES : indicazioni per la sorveglianza e gestione nel territorio regionale di eventuali casi sospetti di malattia da Virus Ebola (MVE) collegati con l epidemia in Africa Occidentale L epidemia
DettagliCome e quando fare i test. Antonino Di Caro INMI
Come e quando fare i test Antonino Di Caro INMI Come e quando fare il test Antonino Di Caro, antonino.dicaro@inmi.it Maria Rosaria Capobianchi, maria.capobianchi@inmi.it Concetta Castilletti, concetta.castilletti@inmi.it
DettagliCome prevenire e gestire l infezione da Clostridium difficile nelle strutture sanitarie
Agenzia Sanitaria Regionale Area Rischio infettivo Unità Gestione Rischio e Sicurezza Come prevenire e gestire l infezione da Clostridium difficile nelle strutture sanitarie Pietro Ragni Reggio Emilia,
DettagliAZIENDA USL ROMA H Borgo Garibaldi,12 00041 Albano Laziale (Roma) Tel. 06 93.27.1 Fax 06 93.27.38.66
AZIENDA USL ROMA H Borgo Garibaldi,12 00041 Albano Laziale (Roma) Tel. 06 93.27.1 Fax 06 93.27.38.66 UO RISK MANAGEMENT PROCEDURA PER LA CORRETTA IDENTIFICAZIONE DEL PAZIENTE NEI PRESIDI OSPEDALIERI DELLA
Dettagli4. Definizioni e abbreviazioni
4. Definizioni e abbreviazioni AAT = Articolazione Aziendale Territoriale AO = Azienda Ospedaliera AREU = Azienda Regionale Emergenza Urgenza ASL = Azienda Sanitaria Locale COEU = Centrale Operativa Emergenza
DettagliIL RISCHIO BIOLOGICO
LA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO cominciamo a SCUOLA IL RISCHIO BIOLOGICO protocollo d intesa 5 febbraio 2015 ASL Brescia ASL Vallecamonica Sebino - Direzione Territoriale del Lavoro Ufficio Scolastico
DettagliMinistero della Salute
0026708-06/10/2014-DGPRE-COD_UO-P Ministero della Salute A DIREZIONE GENERALE DELLA PREVENZIONE UFFICIO III COORDINAMENTO USMAF UFFICIO V MALATTIE INFETTIVE E PROFILASSI INTERNAZIONALE ASSESSORATI ALLA
DettagliRuolo del Medico nell Assistenza Sanitaria di base. Prof. A. Mistretta
Ruolo del Medico nell Assistenza Sanitaria di base Prof. A. Mistretta Il medico di medicina generale (MMG) Garantisce l assistenza sanitaria Si assicura di promuovere e salvaguardare la salute in un rapporto
DettagliROLE PLAYING: SIMULAZIONE DI SITUAZIONI DI RESPONSABILITA DEL DIRIGENTE IN VARI AMBITI DELLA SICUREZZA SUL LAVORO IN SANITA.
ROLE PLAYING: SIMULAZIONE DI SITUAZIONI DI RESPONSABILITA DEL DIRIGENTE IN VARI AMBITI DELLA SICUREZZA SUL LAVORO IN SANITA. Salute e sicurezza negli ambienti di lavoro in sanità: norme, interpretazione
DettagliIl Rischio Biologico Relatore Dr. Mattia Gargano Cosa è il Rischio Biologico? E la possibilità di contrarre durante l espletamento della propria attività lavorativa: INFEZIONI (penetrazione e la moltiplicazione
DettagliOBIETTIVO LEGIONELLA: PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI, STRATEGIE DI MANUTENZIONE, DI CONTROLLO E DI BONIFICA
OBIETTIVO LEGIONELLA: PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI, STRATEGIE DI MANUTENZIONE, DI CONTROLLO E DI BONIFICA Mercoledì 13 novembre 2013 Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma RISCHIO LEGIONELLA AUTOCONTROLLO
DettagliVirus Ebola e immigrati
Virus Ebola e immigrati Dott. Mario Raspagliesi Dir. Medico U.O. Malattie Infettive Resp. Ufficio Assistenza Stranieri Az. Osp. Per l Emergenza Cannizzaro Catania Scientific Name: Ebola Virus Filoviridae
DettagliPresidi, dispositivi: difficoltà di scelta, di utilizzo e di approvvigionamento
Presidi, dispositivi: difficoltà di scelta, di utilizzo e di approvvigionamento Vincenzo Puro Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani - Roma Riferimenti legislativi D.Lgs 81/2008
Dettagli07 novembre 2014 daniela.panigati@ao-sanpaolo.it
LE MISURE DI ISOLAMENTO 07 novembre 2014 daniela.panigati@ao-sanpaolo.it SITUAZIONE ATTUALE Drammatico e progressivo aumento delleinfezioniantibioticoresistenti Comparsa di resistenze, al momento, più
DettagliPIANO PROVINCIALE DI SORVEGLIANZA E CONTROLLO DELL INFEZIONE DA VIRUS EBOLA
PIANO PROVINCIALE DI SORVEGLIANZA E CONTROLLO DELL INFEZIONE DA VIRUS EBOLA e integrazione con Circ. MINISTERO DELLA SALUTE 0026377-01/10/2014-DGPRE-COD_UO-P (per le DEFINIZIONI DI CASO) 1 Indice Malattia
DettagliObiettivo formativo: Principi, procedure e strumenti per il governo clinico delle attività sanitarie
Mostra Dettagli Obiettivo formativo: Principi, procedure e strumenti per il governo clinico delle attività sanitarie Il sistema sanitario è un sistema complesso in cui interagiscono molteplici fattori
DettagliLa continuità assistenziale: il modello PAI. Divisione Oncologia Medica
La continuità assistenziale: il modello PAI LIVIA DE SIO Divisione Oncologia Medica ACO A.C.O. SanFilippoNeriRoma RETE SANITARIA IN ONCOLOGIA: obiettivi Presa in carico del paziente in modo globale Riconoscimentoi
DettagliRISCHI DA AGENTI BIOLOGICI
RISCHI DA AGENTI BIOLOGICI definizione Rischio da agenti biologici Si sviluppa in seguito all esposizione a microorganismi: BATTERI VIRUS PARASSITI .Le malattie infettive Il rapporto che l agente infettivo
DettagliProcedura di vestizione e rimozione dei dispostivi di protezione individuale per malattia virus ebola. Lorena Martini
Procedura di vestizione e rimozione dei dispostivi di protezione individuale per malattia virus ebola Lorena Martini Documenti di riferimento Diseases Contact Droplet DPI: quali selezionare e indossare
DettagliAssistenza Domiciliare nelle persone con BPCO
Assistenza Domiciliare nelle persone con BPCO Roma, 31 maggio 2012 Le Richieste Sempre più pazienti sono affetti da malattie croniche con un aumento della sopravvivenza in ogni fascia di età I cittadini
DettagliMVE:Gestione clinica e diagnostica differenziale
MVE:Gestione clinica e diagnostica differenziale Nicola Petrosillo INMI L. Spallanzani La malattia da virus Ebola (MVE) è caratterizzata dall insorgere improvviso di febbre e malessere generale, accompagnata
DettagliOGGETTO TRASPORTO ASSISTITO PER IL TRASFERIMENTO AD ALTRO OSPEDALE
OGGETTO TRASPORTO ASSISTITO PER IL TRASFERIMENTO AD ALTRO OSPEDALE QUESITO (posto in data 2 giugno 2010) A quale medico spetta, per legge, l accompagnamento di un malato durante il trasporto da un ospedale
DettagliSCTA 00 PROCEDURA SCTA. DATA REDAZIONE FIRMA Nome e Cognome. DATA VERIFICA FIRMA Nome e Cognome. DATA APPROVAZIONE FIRMA Nome e Cognome
Pagina 1 di 9 Documento Codice documento SCTA 00 DATA REDAZIONE FIRMA Nome e Cognome DATA VERIFICA FIRMA Nome e Cognome DATA APPROVAZIONE FIRMA Nome e Cognome Pagina 2 di 9 1. Generalità... 3 1.1 Scopo
DettagliPROTEZIONE DAL RISCHIO DI PATOLOGIE A
pag. 1/11 IMPIEGO DEL FACCIALE FILTRANTE PER LA PROTEZIONE DAL RISCHIO DI PATOLOGIE A TRASMISSIONE PER VIA AEREA CE EN 149 FFP2 CE EN 149 FFP2 File: Redazione : Stefania Bertoldo, Emanuela Bissolo Data
DettagliLa valutazione del rischio chimico
La valutazione del rischio chimico Introduzione Per sua stessa definizione, l agente chimico è una sostanza o un preparato di natura chimica. L agente chimico può presentarsi sotto forma di gas, vapore,
DettagliMinistero della Salute
ALLEGATO 1 N. Ministero della Salute DIPARTIMENTO DELLA PREVENZIONE E DELLA COMUNICAZIONE DIREZIONE GENERALE DELLA PREVENZIONE SANITARIA Ufficio V - Malattie Infettive e Profilassi Internazionale DGPREV.V/19262/P/I.4.c.a.9
DettagliLa gestione delle emergenze infettive: analisi e proposte
La gestione delle emergenze infettive: analisi e proposte F R A N C E S C A R U S S O S E T T O R E P R O M O Z I O N E E S V I L U P P O I G I E N E E S A N I T À P U B B L I C A S E Z I O N E A T T U
DettagliFIACCHEZZA, STANCHEZZA, MALESSERE MORALE. Carenza di ferro molto diffusa e spesso sottovalutata
FIACCHEZZA, STANCHEZZA, MALESSERE MORALE Carenza di ferro molto diffusa e spesso sottovalutata Cari pazienti! Vi sentite spesso fiacchi, stanchi, esauriti o giù di morale? Soffrite facilmente il freddo?
DettagliLa formazione degli addetti alle attività che comportano esposizione ad amianto
La formazione degli addetti alle attività che comportano esposizione ad amianto 1 Riferimenti normativi Decreto Legislativo 19 settembre 1994 n. 626 capo VI Decreto Ministeriale 16 gennaio 1997 Decreto
DettagliUTILIZZATORI A VALLE: COME RENDERE NOTI GLI USI AI FORNITORI
UTILIZZATORI A VALLE: COME RENDERE NOTI GLI USI AI FORNITORI Un utilizzatore a valle di sostanze chimiche dovrebbe informare i propri fornitori riguardo al suo utilizzo delle sostanze (come tali o all
Dettaglib) Il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi;
Lezione 6 La riunione periodica (art 35) La riunione periodica è un momento di discussione sui temi della prevenzione e della tutela della salute e dell integrità psicofisica dei lavoratori, prevista per
DettagliCome Proteggere i tuoi Prodotti Seguendo Metodi Sicuri di Trattamento degli Alimenti
Come Proteggere i tuoi Prodotti Seguendo Metodi Sicuri di Trattamento degli Alimenti 4 C (39 F) -21 C (-5 F) -21 C (-5 F) 4 C (39 F) 4 C (39 F) -21 C (-5 F) 4 C (39 F) -21 C (-5 F) Quando il pesce entra
DettagliDISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE LA GESTIONE DELLA SICUREZZA IN LABORATORIO Dr.ssa Laura Gasperetti IZSLT Sezione di Pisa DEFINIZIONE DI DPI Art. 74 D. lgs. 81/08 Si intende per dispositivo di protezione
Dettagliadozione di tutte le misure necessarie per impedire o ridurre la possibilità di contatto con il pericolo
PREVENZIONE PROTEZIONE individuazione ed eliminazione dei pericoli alla fonte adozione di tutte le misure necessarie per impedire o ridurre la possibilità di contatto con il pericolo 2 NORME GENERALI DI
DettagliMANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6
MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.
DettagliCHE COSA E UNA MALATTIA INFETTIVA?
MALATTIE INFETTIVE CHE COSA E UNA MALATTIA INFETTIVA? E IL RISULTATO DEL CONTATTO TRA UN SOGGETTO SANO E UN MICRORGANISMO I MICRORGANISMI POSSONO ESSERE DI DIVERSI TIPI: BATTERI VIRUS FUNGHI BATTERI Posseggono
DettagliLORO SEDI. Oggetto: Epidemia di Influenza da virus A/H1N1. Prime indicazioni operative
All Istituto Superiore di Sanità - Malattie infettive, parassitarie ed immunomediate - Centro Nazionale Epidemiologia Sorveglianza e Promozione della Salute LORO SEDI Oggetto: Epidemia di Influenza da
DettagliHIV-AIDS e Benessere Riproduttivo
HIV-AIDS e Benessere Riproduttivo HIV-AIDS Un emergenza da non dimenticare A livello globale, l epidemia di HIV-AIDS pare essersi stabilizzata. Il tasso di nuove infezioni è in costante diminuzione dalla
DettagliREGOLAMENTO SULL ATTIVITÀ DI VOLONTARIATO. Art. 1 Principi generali
REGOLAMENTO SULL ATTIVITÀ DI VOLONTARIATO Art. 1 Principi generali Riconoscendo la funzione di utilità sociale del volontariato, il Centro Servizi alla Persona Morelli Bugna, promuove le iniziative proposte
DettagliSTUDIO PROFESSIONALE MEDICO
Gli Studi Professionali Medici (SPM) sono strutture nelle quali è esercitata un attività sanitaria in cui il profilo professionale prevale su quello organizzativo. Tale profilo è riscontrabile non solo
DettagliMalattia da Virus Ebola (MVE) Approfondimento sui dispositivi di protezione individuale: caratteristiche tecniche ed uso
Aggiornamento: 20 Ottobre 2014 Malattia da Virus Ebola (MVE) Approfondimento sui dispositivi di protezione individuale: caratteristiche tecniche ed uso 1. Introduzione Il presente aggiornamento tecnico
DettagliTRASPORTO DEL SANGUE E DEI CAMPIONI BIOLOGICI MEDIANTE CONTENITORI IDONEI
TRASPORTO DEL SANGUE E DEI CAMPIONI BIOLOGICI MEDIANTE Via San Carlo, 13 Arluno (Milano) 4 marzo 2014 2 Introduzione Le attività connesse con la spedizione ed il trasporto di sostanze infettive o potenzialmente
DettagliSTUDIO DENTISTICO DOTT. GIUSEPPE ARENA Via S.Maria della Croce Di Gregorio (trav.priv. 5) C./mare del Golfo (TP) Tel. 0924 33466
OGGETTO: REQUISITI ORGANIZZATIVI GENERALI STUDIO DENTISTICO MODALITA DI PULIZIA, LAVAGGIO, DISINFEZIONE E STERILIZZAZIONE DI TUTTI GLI STRUMENTI ED ACCESSORI OGNI PAZIENTE E DA CONSIDERARE POTENZIALMENTE
DettagliDIPARTIMENTO DELLA QUALITÀ DIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA, DEI LIVELLI DI ASSISTENZA E DEI PRINCIPI ETICI DI SISTEMA UFFICIO III
Ministero della Salute DIPARTIMENTO DELLA QUALITÀ DIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA, DEI LIVELLI DI ASSISTENZA E DEI PRINCIPI ETICI DI SISTEMA UFFICIO III RAZIONALE Scopo di queste Raccomandazioni
Dettagli4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli;
Lezione 3 Le attribuzioni del Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza Il diritto alla salute Abbiamo già sottolineato che il beneficiario ultimo del testo unico è la figura del lavoratore. La cui
DettagliAlto livello igienico
La separazione fra aree che necessitano livelli igienici diversi viene definita zoning. Lo studio del zoning diventa molto importante nella prevenzione contro l entrata di potenziali contaminanti in specifiche
DettagliSTUDIO BD e ASSOCIATI Associazione Professionale Cod. Fisc. e Partita Iva 01727930354 web: www.bdassociati.it e-mail: info@bdassociati.
Circolare n. 5/2013 Pagina 1 di 6 A tutti i Clienti Loro sedi Circolare n. 5/2013 del 7 marzo 2013 SICUREZZA SUL LAVORO OBBLIGHI IN VIGORE E DI PROSSIMA SCADENZA PER I DATORI DI LAVORO Come noto, il D.Lgs
DettagliRegolamento di pasticceria
Regolamento di pasticceria Norme igieniche Della persona Non si possono portare orecchini, bracciali, collane e anelli in laboratorio. Avere sempre le mani pulite con unghie corte e senza smalto. Non mettere
DettagliLa rosolia nella donna in gravidanza
La rosolia nella donna in gravidanza ROSOLIA Trasmissione materno-fetale Trasmissione transplacentare Nel corso della fase viremica con o senza manifestazioni cliniche L infezione fetale dopo reinfezione
DettagliInformazioni di Sicurezza del materiale- foglio 1 Envirolyte ANK-Anolyte Neutro (91/155/EWG)
Informazioni di Sicurezza del materiale- foglio 1 Envirolyte ANK-Anolyte Neutro (91/155/EWG) Sezione 1: Identificazione del Prodotto e Produttore Nome Commerciale: ANK-Anolyte Neutro Fabbricante/Fornitore:
Dettagli