Dal 1786 l'istituzione al servizio del sistema produttivo di Milano. Report Cereali. a cura dell Ufficio Indici di mercato e statistica.

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1 Dal 1786 l'istituzione al servizio del sistema produttivo di Milano. Report Cereali a cura dell Ottobre 2010

2 Produzione e consumo di cereali Quadro Mondiale 2

3 Il grano Nelle campagne e si è registrato un modesto livello dei raccolti mondiali, il quale, accompagnato dalla riduzione degli stock finali, ha determinato un consistente rialzo dei prezzi del frumento, le cui quotazioni sono risultate in forte rialzo tra la seconda metà del 2007 e la prima parte del In tale contesto (stock molto ridotti e prezzi in tendenziale o forte crescita), l incremento di aree coltivate, insieme alle favorevoli condizioni climatiche, hanno permesso un significativo aumento della produzione Anche i consumi di frumento si sono accresciuti nel corso della stessa campagna. Nonostante il ridimensionamento dei prezzi, nella campagna si è continuato ad investire nelle coltivazioni di frumento e, dato il lieve incremento della domanda mondiale, sono ulteriormente incrementati gli stock finali. 3

4 La produzione di grano nel Mondo M ilioni t M ilioni t / / / / / /2011 UE 27 Cina India Stati Uniti Russia Canada Australia Pakistan Ucraina Turchia Mondo 540 Fonte: elaborazione su stime ufficiali USDA aggiornate a ottobre

5 Il consumo di grano nel Mondo Milioni Milioni / / / / / / UE 27 Cina India Russia Stati Uniti Pakistan Turchia Iran Egitto Ucraina Mondo Fonte: elaborazione su stime ufficiali USDA aggiornate a ottobre

6 Il mais Negli ultimi anni, ed in particolare a partire dalla campagna 2007/2008, si èavuta un espansione delle coltivazioni di mais, a fronte di una continua crescita della domanda mondiale, da ricondurre, oltre che all uso alimentare umano, alla produzione di biocarburanti che in molti paesi viene incentivata con specifiche sovvenzioni a quella mangimistica, e quindi zootecnica, dal momento che questo cereale viene particolarmente utilizzato come alimento negli allevamenti di bestiame. L influenza delle avverse condizioni climatiche registrate in alcune annate che hanno influito sulla disponibilità del cereale sul mercato e i fattori speculativi, parte dei quali legati all andamento del prezzo del petrolio, hanno determinato la presenza di condizioni di volatilità e contribuito ad un progressivo rialzo dei listini. 6

7 La produzione di mais nel Mondo Milioni t / / / / / / / Milioni t Stati Uniti Cina UE 27 Brasile Messico Argentina Mondo Fonte: elaborazione su stime ufficiali USDA aggiornate a ottobre

8 Il consumo di mais nel Mondo M ilioni t M ilioni t / / / / / / /2011 Stati Uniti Cina UE 27 Brasile Messico Giappone Mondo 0 Fonte: elaborazione su stime ufficiali USDA aggiornate a ottobre

9 Il riso Dopo gli squilibri registrati tra domanda e offerta nel 2008 e 2009 (e il conseguente rialzo dei prezzi) dovuti principalmente ad una offerta debole per via di sfavorevoli condizioni climatiche registrate nei Paesi grandi produttori, che avevano inficiato i raccolti, e ad una domanda in crescita proveniente dalle classi medie delle economie asiatiche emergenti, il cui aumento di potere di acquisto ha causato un consumo maggiore e più concentrato, si è ripristinato un sostanziale equilibrio. Questo ha portato una caduta dei valori dei listini del riso sul mercato internazionale a partire dalla metà del 2009 fino alla metà di questo anno quando, sulla scia dei forti rincari sul grano, si sono risvegliate anche le quotazioni del riso. Sul lato dell offerta, inoltre, proprio il cambiamento strutturale del modello alimentare delle classi medie emergenti dei paesi asiatici, che punta su un maggior apporto di carne e prodotti lattieri, sta spingendo verso la riduzione della produzione di riso a favore di prodotti più redditizi, e vaste zone agricole sono state anche ridotte a causa dell espansione delle città e dell aumento degli insediamenti industriali. 9

10 La produzione di riso nel Mondo Milioni t Milioni t / / / / / / /2011 Cina India Indonesia Bangladesh Vietnam Thailandia UE 27 Mondo Fonte: elaborazione su stime ufficiali USDA aggiornate a ottobre

11 Il consumo di riso nel Mondo Milioni t Milioni t / / / / / / / China India Indonesia Bangladesh Vietnam Birmania UE 27 World Fonte: elaborazione su stime ufficiali USDA aggiornate a ottobre

12 Produzione di cereali Quadro Europeo 12

13 La produzione di grano in UE Milioni t Milioni t Francia Germania Regno Unito Polonia Italia Romania Spagna UE 27 nq Fonte: elaborazione su dati Eurostat L Europa produce all incirca il 20% della produzione mondiale: il granaio è rappresentato da Francia e, a seguire, Germania e Regno Unito. L Italia è5^ dopo la Polonia, mentre la Romania consolida la sua posizione. 13

14 La produzione di grano in UE variazioni tendenziali annue % 3% 1% 1% 3% 5% 7% 9% 11% 13% 15% Francia Germania Regno Unito Polonia Italia Romania Spagna UE 27 Fonte: elaborazione su dati Eurostat 14

15 Principali paesi produttori di grano duro in UE valori assoluti e variazioni tendenziali annue Milioni t 6,0 5,0 70,0 50,0 4,0 30,0 3,0 2,0 1,0 0, Italia Francia Spagna Grecia Italia var % t/t 12 Francia var % t/t 12 Spagna var % t/t 12 Grecia var % t/t 12 10,0 10,0 30,0 50,0 70,0 var % Fonte: elaborazione su dati Eurostat Per il grano duro l Italia mantiene la sua posizione di leadership a livello europeo anche se le quantità prodotte si sono ridotte negli ultimi sei anni del 34,2%. A parte la Francia, un analoga tendenza si riscontra per Spagna e Grecia. 15

16 Principali paesi produttori di riso in UE valori assoluti (Il dato 2008 per l Italia è di fonte ISTAT) Francia Portogallo Grecia Spagna Italia Migliaia t Fonte: elaborazione su dati Eurostat Anche nella produzione del riso l Italia mantiene la leadership europea, ma, anche per questo cereale, diminuisce la quantità prodotta nell ultimo quinquennio ( 8,8%) analogamente a quanto succede per la Spagna. In leggera crescita la produzione della Grecia, mentre Francia e Portogallo mantengono invariate le quantità. 16

17 Principali paesi produttori di riso in UE variazioni tendenziali annue (Il dato 2008 per l Italia è di fonte ISTAT) 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 22,5 18,6 10,9 6,1 4,0 5,2 0,4 3,5 0,1 0,2 5,0 7,0 7,5 7,3 7,2 8,0 13,6 11,1 10,0 19, Italia Spagna Grecia Portogallo Francia Fonte: elaborazione su dati Eurostat 17

18 Principali paesi produttori di mais in UE valori assoluti Milioni t ,3 16,0 14,5 12,9 9,7 9,8 9,7 7,9 8,9 9,0 7,5 8,0 7,8 8,3 5,1 4,5 3,8 3,5 3,6 3,6 4,0 3,9 3,2 13,7 16,4 14,5 10,5 11,4 10, ,4 4,1 9,1 4,1 4,2 4,8 8,3 Francia Romania Italia Ungheria Germania Spagna Fonte: elaborazione su dati Eurostat 18

19 Quote di produzione di mais in UE ,3 12,4 15,4 14,1 8,1 5,7 19, ,5 13,9 13,6 13,0 7,8 6,0 19,1 Francia Romania Italia Ungheria Germanania Spagna Altri Fonte: elaborazione su dati Eurostat 19

20 Principali paesi produttori di mais in UE variazioni tendenziali annue ,0 60,0 40,0 20,0 0,0 20,0 40,0 60,0 80,0 100,0 120,0 140,0 Francia Romania Italia Ungheria Germanania Spagna Fonte: elaborazione su dati Eurostat Dal 2004, l Italia ha ridotto la sua produzione di mais del 30%. Nello stesso periodo, la Francia, leader europeo nella produzione di questo cereale, del 6,7%. Inoltre, se Francia, Romania e Spagna tra il 2008 e il 2009 hanno incrementato la loro quota di produzione nella UE, l Italia ha ridotto la propria insieme a Germania e Ungheria da 15,4% a 13,6%. 20

21 I prezzi alla produzione dei cereali in Europa 21

22 Il grano tenero Dopo la forte crescita del 2007 e di parte del 2008, in cui le quotazioni del cereale hanno raggiunto il picco a causa di uno shock produttivo legato a fenomeni di natura climatica che hanno investito alcuni dei principali paesi esportatori, in previsione dei futuri buoni raccolti, le tensioni speculative si sono allentate e i prezzi hanno registrato un ampia correzione fino alla primavera del 2010, con andamento simile in quasi tutti i Paesi europei produttori. A partire dall estate di quest anno, la speculazione finanziaria è tornata a interessarsi delle commodity cerealicole e, quando le notizie della siccità in Russia e successivamente degli incendi in quel paese hanno rivelato una perdita consistente del raccolto sulle previsioni, i prezzi sono lievitati con forte intensità, accentuata non poco dai fattori speculativi che hanno causato veri e propri rally, che hanno fatto schizzare verso l alto i prezzi di tutti i cereali. 22

23 Indice deflazionato dei prezzi dei prodotti agricoli Grano tenero -variazioni tendenziali annue- base 2005=100 % Spagna Francia Italia Polonia Romania Regno Unito Fonte: elaborazione su dati Eurostat 23

24 Indice deflazionato dei prezzi dei prodotti agricoli Grano duro -variazioni tendenziali annue- Anche per il grano duro il biennio ha base 2005=100 rappresentato un periodo fortemente segnato da rialzi 80 continui dei prezzi, in 60 cui la speculazione ha 40 giocato un ruolo 20 rilevante fino alle prime 0 avvisaglie della crisi 20 finanziaria 40 internazionale 60 dell'autunno 2008, a partire dalla quale le Grecia Spagna Francia Italia quotazioni hanno cominciato a scendere Fonte: elaborazione su dati Eurostat in tutti i Paesi in modo continuo fino alla primavera del %

25 Il mais Dopo il picco di giugno 2008, per le quotazioni del mais si è avviata una generalizzata fase calante delle quotazioni in tutti i Paesi europei che si è protratta, anche se in modo non continuo, fino all estate 2010, quando, anche per notizie negative riguardanti i raccolti di grano in Russia, i prezzi hanno preso a crescere. In previsione di una carenza di grano europeo, i mercati si sono rivolti prima ai mercati nord americani, segnati da raccolti abbondanti, e poi agli altri mercati del mais e riso per la stretta dipendenza che intercorre non solo tra mercati dello stesso bene ma di differenti aree geografiche, quanto anche tra mercati di prodotti considerati sostituibili, come nel caso del mais (per esempio, il mangime di frumento èstato sostituito con il mais). Ma il mais, oltre che per l alimentazione umana e animale, viene utilizzato per la produzione di biocarburanti come il bio etanolo che è ottenuto principalmente tramite un processo di fermentazione della canna da zucchero e del mais e può essere mescolato alle benzine tradizionali. Per questa ragione, alla luce di previsioni di scorte in calo, si è manifestata sui mercati la paura di trovarsi, così come nel 2007/2008, nuovamente di fronte al trade off tra consumo alimentare e quello per la produzione di biocarburanti, e ciò ha provocato ulteriori turbamenti ai mercati delle commodities alimentari. 25

26 Indice deflazionato dei prezzi dei prodotti agricoli base 2005=100 Mais -variazioni tendenziali annue % Spagna Francia Italia Ungheria Romania Fonte: elaborazione su dati Eurostat 26

27 Il riso Diversamente dagli altri cereali, la cui corsa delle quotazioni si era avviata già nel 2007, per il riso la forte spinta al rialzo si èverificata invece a partire dalla metà del 2008 per effetto dell aumento della domanda e della conseguente riduzione delle scorte di magazzino, dovuta anche a fattori climatici sfavorevoli verificatisi presso alcuni dei principali Paesi esportatori. Di tale situazione ha risentito anche il mercato comunitario, in cui l Italia è il maggiore produttore ed esportatore. Da allora, per i buoni raccolti realizzatisi, le quotazioni hanno invertito la tendenza, che si protratta al ribasso fino a quando, a seguito del boom dei prezzi del frumento dell estate 2010, ma anche delle disastrose inondazioni in Pakistan che hanno fatto perdere a questo Paese il 10% delle esportazioni, la forte domanda di questo cereale, anche come bene succedaneo al frumento, ha avviato una discreta ripresa delle quotazioni. 27

28 Indice deflazionato dei prezzi dei prodotti agricoli Riso -variazioni tendenziali annue base 2005=100 Grecia Spagna Italia Portogallo Fonte: elaborazione su dati Eurostat 28

29 I prezzi all origine e all ingrosso dei cereali sul mercato nazionale e sulla piazza di Milano 29

30 Mercato all origine I prezzi dei cereali sul mercato nazionale A prescindere dai diversi andamenti congiunturali, i prezzi all origine sul mercato nazionale di frumento e mais hanno seguito un trend analogo: da metà 2008 le quotazioni hanno cominciato la discesa sulla scia di quelle internazionali; dall inizio del 2010 hanno ripreso a correre, anche sulla base delle notizie poco positive provenienti dalla Russia e da altri Paesi dell est europeo. Per il riso, dopo i rialzi partiti nel 2008 e durati fino a metà 2009, i prezzi a settembre risultano ancora in calo, nonostante a livello internazionale il mercato si mostri più effervescente /t set 10 Fonte: elaborazioni su dati Ismea Per il riso il dato 2010 si riferisce al mese di agosto Frumento Riso Mais 30

31 Indici INCOM CCIAA Milano-Prometeia Nati dalla collaborazione fra la Camera di Milano e Prometeia, sia per rispondere alla forte e crescente domanda di "trasparenza" sui meccanismi di funzionamento dei mercati che per valorizzare le informazioni sistematicamente raccolte sui prezzi all'ingrosso sulla piazza di Milano, gli indici sintetici INCOM CCIAA Milano Prometeia descrivono lo stato della congiuntura in un particolare mercato (Cereali, Legnami, Metalli ferrosi, Metalli non ferrosi, Chimici di base, Materie plastiche, Materie prime per cartiere, Carte Cartoncini e Cartoni) e fungono da leading indicator sulle prospettive a breve termine delle filiere. In questo lavoro sono stati utilizzati tali indici messi a confronto con quelli calcolati utilizzando i prezzi nazionali pubblicati da ISMEA. 31

32 I dettagli relativi al confronto tra i prezzi all origine del frumento (tenero e duro, nazionale ed estero) registrati sulla piazza milanese e su quella nazionale non ci indicano particolari differenze, anzi danno indicazione di prezzi e variazioni del tutto allineati. Anche confrontando le quotazioni della piazza milanese con quelle di altre piazze italiane, non si registrano particolari disallineamenti nel trend. Mercato all origine Indice dei prezzi del frumento tenero 170,0 160,0 150,0 140,0 130,0 120,0 110,0 100,0 90,0 80,0 Milano - Italia set 2010 Milano Incom frum. naz. Milano Incom frum. estero Italia frum. naz. Italia frum. estero Base 2002=100 Fonte: elaborazioni su dati Ismea e Indici INCOM CCIAA di Milano-Prometeia 32

33 Mercato all origine Indice dei prezzi del frumento tenero nazionale variazioni tendenziali annue Base 2002=100 var % set 10/set 09 ANCONA BOLOGNA MILANO Incom PADOVA ROMA TORINO Fonte: elaborazioni su dati Ismea e Indici INCOM CCIAA di Milano-Prometeia 33

34 Base 2002=100 var % Mercato all origine Indice dei prezzi del frumento tenero estero variazioni tendenziali annue set 10/set 09 ANCONA BOLOGNA MILANO Incom PADOVA ROMA TORINO Fonte: elaborazioni su dati Ismea e Indici INCOM CCIAA di Milano-Prometeia 34

35 Mercato all origine Indice dei prezzi del frumento duro nazionale Base 2002= ,0 210,0 200,0 190,0 180,0 170,0 160,0 150,0 140,0 130,0 120,0 110,0 100,0 90,0 80,0 70,0 60,0 50,0 Milano - Italia set 10 Nazionali Milano Incom Fonte: elaborazioni su dati Ismea e Indici INCOM CCIAA di Milano-Prometeia 35

36 Mercato all origine Indice dei prezzi del frumento duro nazionale variazioni tendenziali annue Base 2002=100 var % set 10/set CATANIA FOGGIA GROSSETO MILANO Incom PESCARA ROMA Fonte: elaborazioni su dati Ismea e Indici INCOM CCIAA di Milano-Prometeia 36

37 Mercato all origine Indice dei prezzi del mais 150 Base 2002= set 10 Nazionali Milano Incom Fonte: elaborazioni su dati Ismea e Indici INCOM CCIAA di Milano-Prometeia Analoghe considerazione possono essere fatte per il mais 37

38 Mercato all origine Indice dei prezzi del mais -variazioni tendenziali annue Base 2002=100 56,5 34,9 35,1 13,1 12,8 2,2 0,2 19,3 20,7 30,7 29, set 10/set 09 59,1 Nazionali Milano Incom Fonte: elaborazioni su dati Ismea e Indici INCOM CCIAA di Milano-Prometeia 38

39 Mercato all origine Indice dei prezzi del riso set ,0 20,0 40,0 60,0 80,0 100,0 120,0 140,0 160,0 Nazionali Milano Incom Base 2002=100 Fonte: elaborazioni su dati Ismea e Indici INCOM CCIAA di Milano-Prometeia e per il riso, con l unica differenza che, per quest ultimo, le quotazioni hanno preso a crescere un anno dopo e il trend èrimasto tale fino alla metà dello scorso anno. 39

40 Mercato all origine Indice dei prezzi del riso -variazioni tendenziali annue set 10/set 09 48,2 51,1 44,4 44,5 6,6 3,5 2,2 2,2 12,2 14,5 20,3 21,5 Nazionali Milano Incom Base 2002=100 Fonte: elaborazioni su dati Ismea e Indici INCOM CCIAA di Milano-Prometeia 40

41 Mercato all ingrosso Prezzi medi delle farine sul mercato nazionale Dal confronto tra il prezzo medio in per tonnellata all ingrosso della semola di grano duro e la farina di frumento tenero, si vede come in questo stadio, dal 2006, sulla scia dell andamento al rialzo delle quotazioni del frumento sul mercato internazionale delle materie prime, il prezzo della semola sia cresciuto a ritmi vertiginosi, uguagliando nel corso del 2007 le quotazioni della farina di grano tenero, per poi superarle ampiamente nel 2008, recuperarne lo stesso valore nel 2009 e, per finire, tornare, sebbene su livelli più elevati, alle posizioni, con prezzo differenziato, esistenti prima dell avvio dello shock. 600 Farina grano tenero Semola grano duro /t s et 10 Fonte: elaborazioni su dati Ismea 41

42 Base 2002=100 set Mercato all ingrosso Indice dei prezzi della farina di grano tenero Nazionali Milano Incom 100 indice Bologna 30 Nel confronto con un altra grande piazza quale è Bologna, si evidenzia che, pur seguendo le quotazioni lo stesso trend, l intensità delle variazioni risulta non allineata a partire dal var % ,3 4,0 2,6 1,9 Nel dettaglio per prodotto, si evidenzia come, per la farina di grano tenero, a partire dal 2008, il prezzo che si registra sulla piazza di Milano, al contrario di quanto avveniva in precedenza, risulta a tutt oggi essere più elevato rispetto a quello nazionale. Milano Incom 23,0 15,1 12,0 0,8 10,3 20, set10/set09 Fonte: elaborazioni su dati Ismea e Indici INCOM CCIAA di Milano-Prometeia 29,0 21,6 42

43 Mercato all ingrosso Indice dei prezzi della farina di semola di grano duro Base 2002=100 indice Nazionali Milano Incom Per quanto riguarda invece la farina di semola di grano duro, non risulta esserci differenza tra l andamento delle quotazioni registrate sulla piazza milanese e quella italiana e lo stesso si può dire per l intensità delle variazioni tendenziali del prezzo del prodotto; set nel confronto, infine, con la piazza di Foggia, non si registrano sostanziali differenze, se non per l intensità più forte delle oscillazioni che si registrano sulla piazza pugliese ,9 6,9 12,3 14,2 14,0 13,4 51,6 49,7 61,7 28,2 39,7 31,3 33,9 1,2 5,9 4,7 40 Bologna Foggia Milano Incom set 10/set 09 Fonte: elaborazioni su dati Ismea e Indici INCOM CCIAA di Milano-Prometeia 36,1 40,1 43

44 Ragione di scambio L esame dell andamento della ragione di scambio di un bene nella fase agricola che è data dal rapporto tra l indice dei prezzi agricoli alla produzione (ricavi) e l indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione in agricoltura (costi) ci fornisce un indicazione di massima dell andamento del margine economico della fase, consentendo di valutare quale è stata la redditività della coltivazione del bene stesso (es. cereale). Una crescita di tale rapporto, quindi, segnala un rapporto tra prezzi e costi più favorevole al comparto primario, e viceversa. Nello specifico, per quanto riguarda il frumento, si ha che, solo nel periodo che va dalla seconda metà del 2007 alla metà del 2008, gli operatori agricoli hanno avuto un miglioramento della loro redditività, dovuto al fatto che i prezzi alla produzione sono cresciuti in quel periodo con un intensità molto più forte rispetto a quella dei costi, facendo migliorare la ragione di scambio. Successivamente, con il forte ridimensionamento dei listini e con i costi comunque in crescita, la ragione di scambio èfortemente peggiorata, ad indicare una drastica caduta della redditività, che non consente attualmente il recupero di tutti i costi sostenuti. Alcune delle ragioni di ciò risiedono nell esposizione della produzione agricola in generale a fattori di rischio parzialmente controllabili dall uomo, nella difficoltà del settore, data la sua struttura concorrenziale, di programmare e controllare l offerta e, per le stesse ragioni, nella difficoltà di trattenere nelle imprese agricole i vantaggi economici determinati dal progresso tecnico. Considerazioni analoghe a quelle fatte per il frumento possono essere fatte per il mais, per il quale la redditività risulta attualmente ancora inferiore, e per il riso, per il quale la fase di maggiore redditività si è registrata, diversamente dagli altri due cereali, a partire dai primi mesi del 2008, quando le quotazioni dei listini hanno preso a crescere in stretta connessione con l andamento di quelle del mercato internazionale. Dalla metà dello scorso anno, per via dei prezzi in caduta, la ragione di scambio è peggiorata drasticamente e così anche la redditività. 44

45 Indice della ragione di scambio Base 2000= Frumento 190 Mais gen 06 gen 07 gen 08 gen 09 indice prezzi alla produzione indice prezzi mezzi di produz. ragione di scambio Riso 50 gen 06 gen 07 gen 08 gen gen 06 gen 07 gen 08 gen 09 Fonte: elaborazioni su dati Ismea 45

46 Margine di filiera L indice del margine di filiera, che è dato dal rapporto tra l indice dei prezzi al consumo e l indice dei prezzi agricoli alla produzione, si muove in maniera speculare a quello della ragione di scambio. Per questa ragione, quando dalla metà del 2007 ai primi mesi del 2008 si è verificato il rally del settore cerealicolo, accompagnato da una crescita del prezzo al consumo della pasta ad un tasso meno elevato, il margine di filiera è peggiorato. Lo stesso ha ripreso a crescere quando, a causa della repentina caduta dei prezzi all origine e la lieve ma costante crescita del prezzi al consumo della pasta, la base produttiva agricola ha visto ridurre i propri margini mentre la fase a valle (trasformazione e distribuzione) ha recuperato la temporanea cessione di valore a favore della fase agricola avvenuta nel Nel caso specifico della farina, del pane e della pasta, èevidente l andamento pressoché univoco del margine di filiera per i tre prodotti. Inoltre, si sottolinea come, a fronte di una contenuta crescita dei prezzi alla produzione nell arco di tempo esaminato, si registra una più importante crescita dei prezzi al consumo. Per quanto invece riguarda il riso, oltre al fatto che il peggioramento del margine di filiera a favore della fase agricola si è verificato in modo posticipato e precisamente a partire dai primi mesi del 2008, la rapida caduta dei prezzi all origine del riso, realizzatasi invece a partire dal 2009, ha determinato lo spostamento di valore verso la fase della trasformazione e della distribuzione, e ciò mette in luce la condizione di crisi di questo comparto agricolo in questo periodo in ambito nazionale. A quanto detto, si può aggiungere ancora che, mentre il settore agricolo opera in condizioni concorrenziali, le altre fasi della filiera agroalimentare si pongono sostanzialmente come soggetti oligopolisti e, pertanto, nel medio periodo riescono a recuperare a loro vantaggio i momentanei spostamenti della composizione del valore a vantaggio della fase agricola, trasferendoli sui prezzi finali, per poi mantenere elevati questi ultimi quando i prezzi agricoli tendono nuovamente a scendere. 46

47 Indice del margine di filiera 330 Farina Base 2000= Pasta gen 06 gen 07 gen 08 gen Pane 100 indice prezzi alla produzione indice prezzi al consumo 50 margine di filiera 0 gen 06 gen 07 gen 08 gen Riso gen 06 gen 07 gen 08 gen gen 06 gen 07 gen 08 gen 09 Fonte: elaborazioni su dati Ismea e ISTAT 47

48 I prezzi al consumo in Italia 48

49 Prezzi al consumo in Italia settentrionale Prendendo in esame, insieme a quelli di Milano, i prezzi di alcune altre città dell Italia settentrionale come Venezia, Trieste, Genova e Bologna, si osserva come il prezzo della farina, nel periodo in esame, sia il più basso, insieme a quello di Bologna. In compenso, però, per queste due ultime città, il prezzo del pane è quello più alto dopo quello di Venezia, mentre per la pasta, Milano registra, distaccando Venezia, il prezzo più alto. Per il riso, il capoluogo milanese si colloca, con Genova e Bologna, nella posizione intermedia della graduatoria. 49

50 set 10 Prezzi medi al consumo in Italia settentrionale Farina /kg set 10 Pane lug 10 mag 10 mar 10 gen 10 Venezia Trieste Milano Genova lug 10 mag 10 mar 10 gen 10 Venezia Trieste Milano Genova Bologna nov 09 Bologna nov 09 set 09 set ,2 0,4 0,6 0, ,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 Pasta Riso set 10 set 10 lug 10 mag 10 mar 10 gen 10 Venezia Trieste Milano Genova Bologna lug 10 mag 10 mar 10 gen 10 Venezia Trieste Milano Genova Bologna nov 09 nov 09 set 09 set ,2 2,3 2,4 2,5 2,6 2,7 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 50

51 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 Prezzi medi al consumo in Italia settentrionale Farina gen 10 mar 10 mag 10 lug 10 set 10 Pasta gen 10 mar 10 mag 10 lug 10 set 10 Bologna Genova Milano Trieste Venezia Bologna Genova Milano Trieste Venezia variazioni % t/t-12 Pane 15,0 10,0 5,0 0,0 5,0 10,0 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 5,0 10,0 gen 10 mar 10 mag 10 lug 10 set 10 Riso gen 10 mar 10 mag 10 lug 10 set 10 Bologna Genova Milano Trieste Venezia Bologna Genova Milano Trieste Venezia Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 51

52 Prezzi al consumo in Italia centrale Nel confronto dei prezzi al consumo di farina, pane, pasta e riso rilevati a Milano e in alcune città dell Italia Centrale, si evidenzia come il prezzo della farina si mantenga in genere su valori più bassi nel capoluogo lombardo rispetto a quello delle altre città considerate (Roma, Ancona), ad esclusione di Firenze. Man mano che però si procede verso valle nella filiera dei prodotti derivati, e quindi prendendo in esame pane e pasta, Milano conquista in entrambi i casi il primato dei prezzi. Nel caso dei prezzi del riso, valgono le considerazioni fatte in precedenza per la farina. 52

53 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 2,50 Prezzi medi al consumo in Italia centrale Farina Pasta /kg 4,00 3,50 3,00 Ancona 2,50 Firenze 2,00 Milano 1,50 Roma 1,00 0,50 0,00 Pane set 09 dic 09 mar 10 giu 10 set 10 set 09 dic 09 mar 10 giu 10 set 10 3,50 Riso Ancona Firenze Milano Roma 2,00 1,50 1,00 0,50 3,00 Ancona2,50 Firenze 2,00 Milano Roma 1,50 1,00 0,50 Ancona Firenze Milano Roma 0,00 set 09 dic 09 mar 10 giu 10 set 10 0,00 set 09 dic 09 mar 10 giu 10 set 10 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 53

54 10,0 5,0 0,0 5,0 10,0 Prezzi medi al consumo in Italia centrale variazioni % t/t-12 Farina 4,0 2,0 0,0 2,0 Pane 15,0 20,0 25,0 30,0 gen 10 mar 10 mag 10 lug 10 set 10 4,0 6,0 8,0 gen 10 mar 10 mag 10 lug 10 set 10 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0 50,0 Ancona Firenze Milano Roma Pasta gen 10 mar 10 mag 10 lug 10 set 10 Ancona Firenze Milano Roma 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 5,00 10,00 Ancona Firenze Milano Roma Riso gen 10 mar 10 mag 10 lug 10 set 10 Ancona Firenze Milano Roma Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 54

55 Prezzi al consumo in Italia meridionale Raffrontando i prezzi al consumo milanesi con quelle di alcune città dell Italia meridionale, salta all occhio che, per la farina, è Palermo la città più cara, seguita da Cagliari, Napoli e Reggio Calabria. Il prezzo di Milano, in questo caso, precede solamente quello di Bari. Per la pasta e per il pane le cose cambiano di molto: Milano èla più cara per entrambi i prodotti, seguita per quello che riguarda il pane da Palermo mentre, per quello che riguarda la pasta, da Cagliari. Per quanto concerne il prezzo al consumo del riso, con Bari e Palermo che sono, tra quelle prese in esame, le città più care, Milano e Cagliari si collocano in posizione intermedia. Nel periodo gennaio/settembre 2010, i prezzi medi al consumo di Milano per la farina, il pane, la pasta e il riso sono stati rispettivamente pari a 0,65, 3,44, 1,87 e 2,45 per kg. 55

56 1,2 Farina Prezzi medi al consumo in Italia meridionale /kg 4 Pane 1 Bari 3,5 Bari 0,8 0,6 0,4 0,2 0 set 09 dic 09 mar 10 giu 10 set 10 Cagliari Milano Napoli Palermo Reggio Calabria 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 set 09 dic 09 mar 10 giu 10 set 10 Cagliari Milano Napoli Palermo Reggio Calabria 2,5 Pasta 3 Riso 2 1,5 1 0,5 0 set 09 dic 09 mar 10 giu 10 set 10 Bari Cagliari Milano Napoli Palermo Reggio Calabria 2,5 2 1,5 1 0,5 0 set 09 dic 09 mar 10 giu 10 set 10 Bari Cagliari Milano Napoli Palermo Reggio Calabria Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 56

57 6,0 4,0 2,0 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0 4,0 Farina Prezzi medi al consumo in Italia meridionale gen 10 mar 10 mag 10 lug 10 set 10 Pasta Bari Cagliari Milano Napoli Palermo Reggio Calabria variazioni % t/t-12 Pane 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 20,0 gen 10 mar 10 mag 10 lug 10 set 10 Riso Bari Cagliari Milano Napoli Palermo Reggio Calabria 2,0 0,0 2,0 4,0 6,0 Bari Cagliari Milano Napoli 15,0 10,0 5,0 Bari Cagliari Milano Napoli 8,0 Palermo 0,0 Palermo 10,0 12,0 Reggio Calabria 5,0 Reggio Calabria 14,0 gen 10 mar 10 mag 10 lug 10 set 10 10,0 gen 10 mar 10 mag 10 lug 10 set 10 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 57

58 I prezzi al consumo in Lombardia 58

59 Prezzi al consumo in Lombardia Per quello che riguarda il confronto tra i prezzi al consumo della farina sul territorio lombardo, Milano si colloca anche in questo caso nella posizione di mezzo: è meno cara di Bergamo, Brescia, Cremona e Pavia, mentre, insieme a Varese, èpiùcara di Como, Lecco e Lodi. Per il pane e la pasta il primato èfuori discussione, anche se Cremona, sia per l uno che per l altro prodotto, segue a breve distanza. Per il riso, la città meno cara in Lombardia èlodi; le più care Bergamo e Brescia. Milano èterza e, a seguire, le altre. Pavia, nella cui provincia molto importante èla produzione di riso, non si colloca tra le città lombarde più economiche per questo bene. 59

60 Prezzi medi al consumo della farina Lombardia /kg 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Milano Pavia Varese 0 set 09 nov 09 gen 10 mar 10 mag 10 lug 10 set 10 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Le province di Mantova e Monza Brianza non disponibili per mancanza di quotazioni 60

61 Prezzi medi al consumo della farina Lombardia variazioni % t/t-12 10,0 gen 10 mar 10 mag 10 lug 10 set 10 5,0 0,0 5,0 10,0 Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Milano 15,0 Pavia Varese 20,0 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Le province di Mantova e Monza Brianza non disponibili per mancanza di quotazioni 61

62 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 Prezzi medi al consumo del pane Lombardia /kg Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Milano Pavia 0 set 09 dic 09 mar 10 giu 10 set 10 Varese Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Le province di Mantova e Monza Brianza non disponibili per mancanza di quotazioni 62

63 Prezzi medi al consumo del pane Lombardia variazioni % t/t-12 4,0 2,0 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0 gen 10 mar 10 mag 10 lug 10 set 10 Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Milano Pavia Varese Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Le province di Mantova e Monza Brianza non disponibili per mancanza di quotazioni 63

64 2 1,8 1,6 1,4 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0,2 0 Prezzi medi al consumo della pasta Lombardia /kg set 09 dic 09 mar 10 giu 10 set 10 Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Milano Pavia Varese Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Le province di Mantova e Monza Brianza non disponibili per mancanza di quotazioni 64

65 Prezzi medi al consumo della pasta Lombardia variazioni % t/t-12 10,0 5,0 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 gen 10 mar 10 mag 10 lug 10 set 10 Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Milano Pavia Varese Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Le province di Mantova e Monza Brianza non disponibili per mancanza di quotazioni 65

66 3 2,5 2 1,5 1 Prezzi medi al consumo del riso Lombardia /kg Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi 0,5 0 set 09 dic 09 mar 10 giu 10 set 10 Milano Pavia Varese Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Le province di Mantova e Monza Brianza non disponibili per mancanza di quotazioni 66

67 Prezzi medi al consumo del riso Lombardia variazioni % t/t-12 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 gen 10 mar 10 mag 10 lug 10 set 10 Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Milano Pavia Varese Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Le province di Mantova e Monza Brianza non disponibili per mancanza di quotazioni 67

68 I prezzi al consumo in Europa 68

69 Prezzi al consumo in Europa Procedendo nel realizzare una comparazione dei prezzi al dettaglio di farina, pane, pasta e riso rilevati all interno di alcune delle principali città europee, si riscontra che Milano, anche in questo caso, assume posizioni intermedie. Prima ancora di entrare nel dettaglio dei prezzi, è bene tenere presente che i dati relativi al confronto con le città europee sono stati estratti da una fonte diversa da quella ISTAT, e precisamente dalla EIU Economist Intelligence Unit, e che quindi ogni confronto tra i dati, per quanto analoghi, èimproprio. Le due basi dati, infatti, sono state costituite con modalità differenti (per esempio, nel caso della EIU i prezzi vengono rilevati solamente presso i supermercati e non anche presso i negozi tradizionali come si fa in quella ISTAT). Questo, unito ad altri fattori, come le diverse finalità per cui è costituita la banca dati, la diversa metodologia di rilevazione, le diverse tipologie di prodotti rilevati, portano a dati non del tutto omogenei e quindi non confrontabili. Per quel che riguarda la farina, il prezzo rilevato a Milano segue, in una classifica ascendente e quindi dalle città meno care alle più care, Praga e Budapest. Il prezzo al consumo della farina rilevato a Londra (che è la città più cara per questo bene) è 4 volte più alto di quello di Milano; quello di Parigi quasi 3, quello di Francoforte, Atene, Vienna e Lione circa 2. Anche il prezzo di Roma risulta, secondo questa rilevazione, essere più alto, insieme a quello di Berlino. Per quello che riguarda il pane, le città più care sono Atene, Barcellona, Madrid, Parigi e Vienna. Anche Roma si colloca tra le città col prezzo del pane più alto con un prezzo medio di 3 al kg. Per la pasta, invece, è Parigi la città più cara (circa 3 volte in più di Milano, che, insieme ad Atene, Barcellona, Roma, Vienna e Varsavia manifesta i prezzi più bassi), mentre per il riso, Atene, Parigi e Londra guidano la classifica. Se per la pasta Roma presentava un prezzo più basso di quello di Milano, nel caso del riso, invece, il prezzo rilevato nella capitale risulta più alto di quello di Milano. 69

70 Prezzi al consumo della farina in alcune città europee (rilevazione 2010) 2,00 1,80 1,60 1,76 1,40 1,20 1,30 1,16 /kg 1,00 0,80 1,04 0,90 0,99 0,82 0,99 0,60 0,40 0,69 0,55 0,45 0,63 0,50 0,20 0,33 0,32 0,00 ATENE BARCELONA BERLINO BUCAREST BUDAPEST FRANCOFORTE LONDRA LIONE MADRID MILANO PARIGI PRAGA ROMA VIENNA VARSAVIA Fonte: Economist Intelligence Unit - CountryData 70

71 Prezzi al consumo del pane in alcune città europee (rilevazione 2010) 5,00 4,91 4,00 4,22 4,33 4,00 3,98 /kg 3,00 3,00 2,00 1,00 2,38 2,10 1,58 2,38 2,16 1,40 1,68 1,83 0,61 0,00 ATENE BARCELONA BERLINO BUCAREST BUDAPEST FRANCOFORTE LONDRA LIONE MADRID MILANO PARIGI PRAGA ROMA VIENNA VARSAVIA Fonte: Economist Intelligence Unit - CountryData 71

72 Prezzi al consumo della pasta in alcune città europee (rilevazione 2010) 5,00 4,50 4,00 4,40 3,50 3,00 /kg 2,50 2,00 1,50 1,00 1,36 1,80 2,22 2,73 2,75 2,38 2,23 2,12 2,20 1,45 2,40 1,00 1,65 1,89 0,50 0,00 ATENE BARCELONA BERLINO BUCAREST BUDAPEST FRANCOFORTE LONDRA LIONE MADRID MILANO PARIGI PRAGA ROMA VIENNA VARSAVIA Fonte: Economist Intelligence Unit - CountryData 72

73 Prezzi al consumo del riso in alcune città europee (rilevazione 2010) 4,50 4,09 4,00 3,71 3,80 3,50 3,00 2,78 2,98 2,85 3,10 2,95 /kg 2,50 2,00 1,82 2,30 1,99 1,50 1,38 1,48 1,17 1,37 1,00 0,50 0,00 ATENE BARCELONA BERLINO BUCAREST BUDAPEST FRANCOFORTE LONDRA LIONE MADRID MILANO PARIGI PRAGA ROMA VIENNA VARSAVIA Fonte: Economist Intelligence Unit - CountryData 73

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