Decisione N. 655 del 31 gennaio 2014

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1 COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: (RM) MARZIALE (RM) DE CAROLIS (RM) ROSSI Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (RM) CARATELLI Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (RM) MARINARO Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore MARINARO MARCO Nella seduta del 11/12/2013 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica Fatto Con reclamo del (espressamente richiamato nel ricorso) la ricorrente unitamente alle sue due sorelle rappresentava che: - a seguito del decesso di suo padre (avvenuto in data ) aveva rilevato l apparente mancanza di serialità dei numeri nelle matrici di alcuni assegni contenuti nei libretti del proprio congiunto ; - all esito di una più attenta indagine aveva rilevato la lacerazione di numerose ricevute di assegni, quasi a volere cancellare qualsiasi traccia dell emissione del relativo titolo ; - le tre eredi avevano quindi richiesto alla banca copia recto verso degli assegni corrispondenti alle matrici eliminate dai libretti (limitando la richiesta agli ultimi due anni e solo ad alcuni dei libretti in possesso del de cuius); - ricevute tali copie, nel giugno 2012, le tre sorelle rilevavano che la firma di traenza apposta sugli stessi appariva grossolanamente falsificata ; - la banca non ha mai ritenuto opportuno avvisare il correntista di una così ingente Pag. 2/6

2 mole di assegni portati all incasso, tutti con identico beneficiario; - le tre eredi sostenevano pertanto che la banca avesse causato loro un danno economico di cui richiedevano il risarcimento, riservandosi di quantificare l esatto ammontare; - la banca rispondeva con lettera del evidenziando di non aver rilevato difformità evidenti rispetto allo specimen depositato e di non aver ricevuto alcuna lamentela da parte del correntista a seguito della verifica della movimentazione presente negli estratti conto periodicamente inviatigli. La ricorrente chiede quindi all Arbitro il risarcimento del danno subìto a causa del comportamento negligente della banca nel pagamento degli assegni prodotti agli atti, in quanto recanti firma apocrifa. La banca resiste al ricorso ed espone quanto segue. La resistente sostiene di aver agito con la diligenza qualificata dell accorto banchiere in quanto l asserita falsità della firma apposta sugli assegni prodotti dalla ricorrente non era affatto percepibile ad occhio nudo (a supporto di quanto affermato fa riferimento alle firme di comparazione già allegate al ricorso). Evidenzia inoltre di non aver riscontrato movimentazioni inusuali sul conto corrente, ma al contrario elementi (quali la cadenza pressoché regolare delle emissioni e la similitudine dei relativi importi) tali da lasciar presumere che si trattasse di ordinari pagamenti in favore di una domestica o comunque di un soggetto con cui fosse intrattenuto un rapporto continuativo e di lunga durata. Riferisce inoltre di non aver ricevuto nessuna doglianza relativa agli assegni da parte del de cuius, a seguito della movimentazione presente negli estratti conto periodici. Sostiene infine che il correntista sia venuto meno agli obblighi di diligente custodia dei moduli di assegno in quanto per almeno due anni non si sarebbe preoccupato di controllare in alcun modo né i moduli in proprio possesso, né gli addebiti sul proprio conto corrente. La resistente chiede pertanto che il ricorso sia dichiarato irricevibile e/o inammissibile e/o comunque respinto nel merito. L Arbitro adìto, nella riunione del 20 novembre 2013, deliberava quanto segue: Il Collegio, rilevato che tutti gli assegni riportano sempre una stessa persona come beneficiario, delibera di invitare le parti a fornire, ove ne siano in possesso, entro 15 giorni dal ricevimento della comunicazione del presente provvedimento, indicazioni circa detto beneficiario e i suoi eventuali rapporti con il de cuius. In esito alla richiesta istruttoria, la resistente rendeva noto, via PEC, di aver appreso dall avvocato della ricorrente in occasione della richiesta di copia degli assegni contestati - che la beneficiaria degli stessi fosse la badante del de cuius. Evidenziava che la cadenza pressoché regolare di emissione dei titoli e l'importo similare degli stessi - oltre che l'indicazione in tutti gli assegni della medesima beneficiaria - dovessero ritenersi elementi tali da avvalorare la predetta circostanza. Parte ricorrente comunicava che la beneficiaria degli assegni svolgeva presso l abitazione del traente dei titoli sottoposti all attenzione del Collegio attività di collaboratrice domestica e non di badante precisando che il de cuius era stato sino al momento del decesso in condizione di assoluta autonomia personale e totale capacità di intendere e di volere. Nella riunione dell 11 dicembre 2013 il ricorso veniva discusso e deciso. Diritto Pag. 3/6

3 La ricorrente in qualità di erede del de cuius originario correntista della banca trattaria contesta a quest ultima di aver pagato numerosi assegni a valere sul conto del padre defunto recanti firma apocrifa. Prima di procedere nell esame del merito della domanda occorre affrontare alcune questioni pregiudiziali sollevate dalla banca resistente. La banca eccepisce preliminarmente che il ricorso sarebbe privo della sottoscrizione. In proposito si rileva che la pagina 4 del modulo del ricorso reca in calce la firma della ricorrente (sebbene apposta nel riquadro dedicato alla dichiarazione sostitutiva). Il principio di conservazione degli atti e delle dichiarazioni impone di ritenere che detta sottoscrizione sia riferibile all intero documento in calce al quale è apposta. Per cui detta eccezione deve essere respinta. La banca poi sostiene che il contenuto del ricorso sia desumibile solo de relato con riferimento al reclamo, il quale a sua volta, non conterrebbe un indicazione sufficientemente determinata delle richieste indirizzate all ABF. Per questa ragione chiede che il ricorso sia dichiarato irricevibile. Anche questa eccezione appare al Collegio priva di pregio. Dalla lettura del reclamo e del ricorso emerge con chiarezza la domanda formulata all Arbitro che attiene al risarcimento del danno subìto a causa del dedotto comportamento negligente dell intermediario che ha pagato una serie di assegni con firma ritenuta apocrifa. In altra decisione questo Collegio ha precisato che «il criterio cui deve attenersi l ABF nell indagine diretta all individuazione del contenuto e della portata delle domande rimesse alla sua cognizione sia quello di ricercare una ricostruzione del contenuto sostanziale della domanda quale ricavabile dagli atti prodotti nel procedimento, con speciale attenzione alla corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato, nonché al rispetto del principio del contraddittorio, che richiede che le domande proposte siano chiaramente percepibili dal convenuto (v. in tal senso, dec. n.874 del 28 aprile 2011). Ciò posto, si osserva che nel ricorso si fa espresso rinvio all atto di reclamo, il quale a sua volta contiene in modo chiaro le contestazioni e le domande proposte dal ricorrente, per cui nessun dubbio può sussistere sul contenuto e sulla portata delle domande stesse» (Coll. Roma, dec. n. 626/2012). Sebbene la banca non abbia sollevato alcuna eccezione in proposito, si rileva che, mentre il reclamo è stato sottoscritto dalle tre figlie del de cuius (in qualità di eredi), il ricorso risulta presentato soltanto da una di esse. La banca, peraltro, non ha richiesto espressamente la partecipazione degli altri coeredi alla procedura. Sulla questione occorre fare riferimento all orientamento espresso dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione nella sentenza n /2007, in base al quale ciascun coerede può agire anche da solo per l accertamento (e l eventuale recupero) dei crediti stessi a favore di tutti i coeredi. Tuttavia, «la partecipazione al giudizio di costoro può essere richiesta dal convenuto debitore in relazione ad un concreto interesse all accertamento nei confronti di tutti della sussistenza o meno del credito» (cfr. Cass., SS. UU., n /2007; cfr. da ultimo le decisioni del Collegio di Roma nn. 283/13; 952/11 e la decisione del Collegio di Napoli n. 421/13). Passando all esame del merito si deve rilevare come siano in contestazione diciannove assegni prodotti dalla ricorrente la cui firma viene ritenuta apocrifa (importo facciale totale: euro ,00). Tutti gli assegni recano l indicazione del medesimo beneficiario e risultano negoziati presso una banca diversa dalla trattaria. A supporto della tesi di falsità della firma apposta sugli assegni la ricorrente ha prodotto un autorizzazione di addebito RID e una delega sottoscritte dal de cuius (e Pag. 4/6

4 richiamate anche dalla banca come scritture di comparazione). Su richiesta della segreteria tecnica dell Arbitro, l avvocato della banca ha trasmesso il contratto di conto corrente e lo specimen di firma del de cuius. Nelle controdeduzioni l avvocato della banca ha precisato che lo specimen di firma è stato rilasciato al momento dell apertura del conto corrente disposta nel lontano 1988 e, quindi, che occorre tenere in debita considerazione le fisiologiche modifiche al modo di apporre la propria sottoscrizione legate all età. Al riguardo, occorre preliminarmente osservare che secondo la costante giurisprudenza di questo Arbitro, il pagamento dell assegno bancario da parte della banca trattaria si configura come esecuzione di una disposizione impartita dal traente e cioè come esecuzione di un incarico ricevuto dal correntista, che in quanto tale è soggetta, in base al disposto dell art c.c., all applicazione delle regole del mandato (artt e segg. c.c.), e dunque, in primis, all obbligo del mandatario di agire con diligenza (Coll. Roma, dec. 22 marzo 2010, n. 142). La diligenza che la banca è tenuta ad osservare nel controllo della genuinità dell assegno deve naturalmente essere valutata con riferimento alla natura dell attività esercitata (art. 1176, comma 2, c.c.) e va quindi commisurata a quella, particolarmente qualificata, dell'accorto banchiere (Cass. 12 giugno 2007, n ; 7 marzo 2003, n. 3389), vale a dire (non di un generico soggetto di media prudenza ed avvedutezza, ma) di un professionista dedito a quel particolare ramo di affari e quindi dotato, in quel settore, di una specifica esperienza e competenza. Tali princìpi valgono non solo per l ipotesi in cui l assegno sia presentato dal prenditore direttamente alla banca trattaria, ma anche in quella - verificatasi nel caso di specie, secondo quanto risulta dalle concordi dichiarazioni delle parti - in cui l assegno pervenga ad essa in sede di stanza di compensazione (Cass. 12 giugno 1996, n. 5409). (Coll. Roma, dec. n. 92/2012). Ciò posto, pur nella consapevolezza dell orientamento accreditato dalla Corte Suprema, anche di recente ribadito (Cass. 4 ottobre 2011, n ), secondo cui la banca non può essere ritenuta responsabile del pagamento di un assegno falsificato a fronte della mera alterazione del titolo, a meno che tale alterazione sia rilevabile "ictu oculi", in base alle conoscenze del bancario medio, il quale non è tenuto a disporre di particolari attrezzature strumentali o chimiche per rilevare la falsificazione, né è tenuto a possedere l esperienza e la competenza di un esperto grafologo, ritiene il Collegio che la piena responsabilità della banca per l erroneo pagamento debba essere nel caso di specie riconosciuta considerata la evidente apocrifia delle sottoscrizioni rilevabile ictu oculi senza alcuna competenza specialistica (in termini, Coll. Roma, dec. n. 92/2012). Con particolare riferimento alla diligenza del banchiere nel caso di incasso dell assegno a mezzo stanza di compensazione, la citata decisione evidenzia che tali princìpi valgono non solo per l ipotesi in cui l assegno sia presentato dal prenditore direttamente alla banca trattaria, ma anche in quella - verificatasi nel caso di specie, secondo quanto risulta dalle concordi dichiarazioni delle parti - in cui l assegno pervenga ad essa in sede di stanza di compensazione (Cass. 12 giugno 1996, n. 5409) (Coll. Roma, dec. n. 92/2012). Pag. 5/6

5 P.Q.M. Il Collegio accoglie il ricorso e per l effetto accerta il diritto degli eredi al rimborso della somma di euro ,00 oltre interessi legali dalla data del reclamo al saldo. Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6