Comunicazione non verbale

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1 Comunicazione non verbale Anno accademico 2017/2018 Psicologia della Comunicazione Prof.ssa Serino Nona Lezione

2 Nona lezione: Comunicazione non verbale Sommario 1. Continuità e discontinuità fra comunicazione verbale e non verbale 2. Le principali funzioni della comunicazioni non verbale Capitolo 5 «Comunicazione non verbale» del manuale di Fondamenti di Psicologia della Comunicazione, par 2-7

3 3 1. Continuità e discontinuità fra comunicazione verbale e non verbale alla configurazione finale del significato medesimo L atto comunicativo è prodotto dal comunicatore e interpretato dal destinatario sulla base di una molteplicità di sistemi di significazione e di segnalazione (vocale, cinesico, prossemico, aptico, cronemico), cui un parlante deve fare riferimento assieme al codice linguistico

4 Ciascuno produce una specifica porzione di significato che partecipa alla configurazione finale del significato medesimo.

5 Componenti della CNV Il sistema vocale La voce manifesta e trasmette numerose componenti di significato oltre alle parole La sintesi degli aspetti vocali verbali e non verbali costituisce l atto fonopoietico [Anolli e Ciceri]

6 Due componenti: componente vocale verbale (o linguistica): la pronuncia di una parola o frase (fonologia) il vocabolario (lessico e semantica) componenti vocali non verbali: determinano la qualità della voce di un individuo; impronta vocalica generata dall insieme delle caratteristiche extralinguistiche (tipiche ed esclusive dell individuo) e paralinguistiche (insieme delle proprietà acustiche transitorie di un enunciato)

7 Il sistema cinesico Comprende i movimenti del corpo, del volto e degli occhi Movimenti del volto: sistema semiotico privilegiato; manifestazione di determinati stati mentali del soggetto, esperienze emotive, atteggiamenti interpersonali

8 La durata dello sguardo Esempio In genere la durata dello sguardo è di 3 secondi La durata dei contatti visivi è pari a 1,5 secondi Nelle culture occidentali prevale uno sguardo diretto che comunica fiducia e apertura mentre in quelle orientali lo sguardo diretto è presente solo tra familiari Nelle culture orientali si compiono inferenze riferite al volto altrui meno accurate ma questa tendenza è compensata da un estrema attenzione al contesto

9 Le donne sono più pronte allo sguardo reciproco e guardano in media di più e più a lungo degli uomini Le donne dimostrano una migliore competenza nella comprensione del significato altrui. Sono altresì più attente ai microindizi oculari

10 Sguardo = segnale comunicativo efficace per generare e gestire un determinato profilo della propria immagine personale Chi guarda il partner dimostra maggiore competenza generale Serve a regolare il rapporto di vicinanza o di distanza con le altre persone nella gestione dell intimità Favorisce la cooperazione, facilitando la comunicazione di intenti positivi di condivisione È un segnale potente per chiedere e ottenere il consenso al proprio punto di vista

11 Nelle culture occidentali serve per inviare e raccogliere informazioni, nonché per acquisire il feedback del partner Segnale efficace per gestire la regolazione dei turni segnale di appello (disposizione a iniziare un interazione) Funzione di sincronizzazione (evitare le sovrapposizioni) Funzione di monitoraggio (controllare l interazione con il partner) Funzione di segnalazione (manifestare le proprie intenzioni)

12

13 13 Il sistema prossemico e aptico Sistemi di contatto prossemica Percezione, organizzazione e uso dello spazio, della distanza e del territorio nei confronti degli altri aptica Insieme di azioni di contatto corporeo con un altro

14 Esempio Nei rapporti amorosi, il contatto corporeo invia messaggi di affetto, di coinvolgimento e di attrazione sessuale; in pubblico, assume il valore comunicativo di segno di legame Il contatto corporeo può comunicare una relazione di dominanza e di potere In numerose circostanze il contatto fisico è regolato attraverso rituali che vi attribuiscono uno specifico significato legato al contesto d uso Il contatto corporeo ha una molteplicità di effetti, spesso fra loro contrapposti Esistono rilevanti differenze culturali (culture del contatto, come quella araba e latina vs. culture del non contatto, come le culture nordiche, quella giapponese e quella indiana)

15 15 Il verbale non esiste senza il verbale La comunicazione verbale si è costituita sulla piattaforma non verbale di comunicazione. Senza le premesse delle pratiche non verbali il linguaggio non sarebbe mai sorto nella nostra specie. Esiste quindi un asimmetria strutturale fra linguaggio e sistemi non verbali in quanto il linguaggio non è indipendente, ma è sempre supportato dal dispositivo non verbale.

16 Differenze fra verbale e non verbale 1) Analogico vs. digitale Codice linguistico = digitale I fonemi sono tratti diacritici distintivi e oppositivi (differenza radicale tra «luna» e «lana») CNV = analogico Gli aspetti non verbali presentano variazioni continue e graduate in modo proporzionale a ciò che intendono esprimere: possiamo declinare in modo esteso e raffinato i significati

17 Non si tengono in debito conto i processi e le variazioni culturali e convenzionali sottese alla produzione e alla regolazione della CNV; anche i sistemi non verbali presentano aspetti di arbitrarietà e sono influenzati dagli standard culturali

18 2) Denotativo vs. connotativo Verbale = denotazione Funzione semantica: il linguaggio designa e veicola i contenuti (il che cosa viene detto); informazione semantica

19 19 Non verbale = connotazione Funzione espressiva: modalità con cui le informazioni e i contenuti sono veicolati (il come ) viene detto); informazione affettiva In sintesi: al verbale sarebbe di pertinenza l informazione semantica, mentre al non verbale spetterebbe l informazione affettiva.

20 Arbitrario vs. motivato Segno linguistico = arbitrario Combinazione di un significante e di un significato; rapporto di semplice contiguità

21 CNV = motivato Gli elementi della CNV trattengono degli aspetti della realtà che intendono evocare; rapporto di similitudine fra l unità non verbale e quanto viene espresso Ipotesi messa in dubbio dallo studio sull iconismo fonosimbolico: i suoni di una lingua, oltre al carattere di arbitrarietà, hanno anche una funzione evocativa (onomatopee, sinestesie)

22 Autonomia e interdipendenza semantica dei sistemi non verbali 22 Concezione integrata fra gli aspetti verbali e quelli non verbali nella definizione del significato di un atto comunicativo Processo di interdipendenza semantica (sintonia semantica + pragmatica): garantisce l unitarietà e la coerenza del significato Parimenti, ogni sistema è dotato di una relativa autonomia, in quanto concorre in modo specifico e distinto a generare il profilo finale del significato

23 Calibrazione situazionale: messaggio che idealmente copre le opportunità a sua disposizione, giungendo alla produzione del messaggio giusto al momento giusto 23 Efficacia comunicativa: capacità di individuare un percorso comunicativo che massimizzi le opportunità e che minimizzi i rischi contenuti all interno di un interazione Oscillazione del significato fra stabilità e instabilità; non vi è mai un significato completamente stabile o uno completamente instabile, ma un significato stabile che presenta aree di instabilità

24 24 2. Principali funzioni della comunicazione non verbale La CNV partecipa in modo attivo e autonomo a produrre il significato di qualsiasi atto comunicativo La CNV fornisce una rappresentazione spaziale e motoria della realtà, non una rappresentazione proposizionale Risulta poco idonea a definire e a trasmettere conoscenze

25 25 Grado limitato di convenzionalizzazione: CNV viene lasciata a forme di apprendimento latente e implicito. Alla CNV è affidata la componente relazionale della comunicazione: che cosa è comunicato (componente proposizionale); come è comunicato (componente relazionale) I segnali non verbali servono a generare e a sviluppare una interazione con gli altri (metafunzione della CNV) Sono fondamentali per mantenere e rinnovare le relazioni nel corso del tempo

26 26 Sono particolarmente efficaci nel cambiare una relazione in corso; il cambiamento psicologico delle relazioni passa in modo prevalente attraverso il cambiamento dei segnali non verbali Sono utili per gestire e regolare l estinzione di una relazione, intervenendo nel processo di mediazione per la separazione I segnali non verbali incidono profondamente sulle relazioni anche in situazioni particolari come quelli di acquisizione e fusione organizzativa (merging) L efficacia relazionale della CNV dipende dalla stretta connessione che esiste fra interazione e relazione

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