La comunicazione non verbale (Cfr. L. Anolli (a cura di), Psicologia della comunicazione, Il Mulino, 2002)
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1 La comunicazione non verbale (Cfr. L. Anolli (a cura di), Psicologia della comunicazione, Il Mulino, 2002) 1
2 n Insieme eterogeneo di fenomeni e processi comunicativi della comunicazione non verbale (CNV): le qualità prosodiche e paralinguistiche della voce la mimica facciale i gesti lo sguardo la prossemica la postura l abbigliamento e il trucco 2
3 Origine della CNV n È più spontanea e naturale della comunicazione verbale (minore controllo volontario) n Costituisce una sorta di linguaggio del corpo e, in quanto tale, tendenzialmente universale 3
4 Prospettiva culturalista Ciò che è mostrato dal volto è scritto nella cultura n La CNV è appresa nell infanzia come la lingua n Presenta variazioni da cultura a cultura, dal sistema dei gesti alle espressioni facciali n Enfasi sulla differenziazione (forme non verbali uniche ed esclusive) 4
5 Relazione fra CNV e CV n L atto comunicativo è prodotto dal comunicatore e interpretato dal destinatario sulla base di una molteplicità di sistemi di significazione e di segnalazione n Ciascun sistema (CNV e CV) produce una specifica porzione di significato 5
6 Il sistema vocale n La voce: significato che va oltre le parole n Nel pronunciare una parola vengono associati gli aspetti prosodici dell intonazione e quelli paralinguistici del tono, del ritmo e dell intensità n La sintesi degli aspetti verbali e non verbali costituisce l atto fonopoietico 6
7 Componenti della comunicazione vocale n La voce è composta da vari fenomeni e processi vocali: I riflessi (tosse, ecc.), i caratterizzatori vocali (riso, pianto, ecc.), e le vocalizzazioni ( pause piene ) Le caratteristiche extra-linguistiche: organiche e fonetiche Le caratteristiche paralinguistiche (insieme proprietà acustiche) 7
8 Caratteristiche paralinguistiche n Parametri: Il tono (profilo di intonazione) L intensità (volume della voce) Il tempo: durata, velocità di eloquio (n. di sillabe comprese le pause), velocità di articolazione (n. di sillabe escluse le pause), la pausa (pausa piena = uso di mhm, ehm, ecc; pausa vuota = periodi di silenzio) 8
9 Atto fonopoietico n Componente vocale verbale n Componenti vocali non verbali 9
10 Componente vocale verbale n Pronuncia di una parola o frase (fonologia) n Vocabolario (lessico e semantica) n Grammatica (morfologia e sintassi) n Profilo prosodico (tonìa conclusiva, interrogativa,esclamativa, ecc.) n Prominenza (rilievo enfatico o accentuazione di un elemento) 10
11 Componenti vocali non verbali n Fattori che determinano la qualità della voce di un soggetto Biologici (sesso, età) Sociali (cultura, area geografica di provenienza, professione) Personalità (tratti psicologici relativamente permanenti) Psicologici transitori (esperienze emotive, stati cognitivi di certezza o dubbio, ecc.) 11
12 La voce delle emozioni Ogni emozione è caratterizzata da un preciso e distintivo profilo vocale n Fase di encoding: analisi e misurazione dei correlati acustici dell espressione vocale n Fase di decoding: capacità del destinatario di riconoscere lo stato emotivo del parlante solo in base alle caratteristiche vocali 12
13 Encoding n Collera: aumento intensità della voce, pause molto brevi o assenti, ritmo elevato, variazioni frequenti dell intonazione n Paura: velocità del ritmo di articolazione, intensità della voce molto forte, voce sottile, tesa e stretta (sintomo di impotenza di fronte ad una minaccia) 13
14 Encoding n Tristezza: volume modesto, presenza di lunghe pause, ritmo di articolazione rallentato, voce rilassata e stretta n Gioia: tonalità molto acuta e profilo d intonazione progressivo, aumento dell intensità e, talvolta, accelerazione del ritmo di articolazione 14
15 Encoding n Disprezzo: articolazione molto lenta delle sillabe e durata prolungata della frase, tono di voce profondo, intensità piena n Tenerezza: ritmo regolare, tonalità grave e profilo di intonazione lineare, volume tendenzialmente basso, voce ampia e distesa 15
16 Decoding n Accuratezza media del riconoscimento pari al 60% n Più agevoli da riconoscere le espressioni vocali delle emozioni negative rispetto a quelle positive (motivo: la sopravvivenza richiede il riconoscimento dei pericoli ) 16
17 Il silenzio n Assenza di parola n Modo strategico di comunicare n Il suo significato varia con le situazioni, con le relazioni e con la cultura di riferimento n Il valore del silenzio è da attribuire alla sua ambiguità 17
18 Aspetti dei valori comunicativi positivi o negativi del silenzio n Legami affettivi (può unire in base a una profonda condivisione di affetti o separarli attraverso ostilità e odio) n Funzione di valutazione (può indicare consenso e approvazione o segnalare dissenso e disapprovazione) 18
19 Aspetti dei valori comunicativi positivi o negativi del silenzio n Processo di rilevazione (può rendere manifesto qualcosa a qualcun altro o può essere una barriera opaca a una data informazione n Funzione di attivazione (può indicare una forte concentrazione mentale o segnalare una dispersione mentale) 19
20 Regole del silenzio n Insieme complesso di standard sociali che governano il silenzio n In generale è associato a: Situazioni sociali in cui la relazione fra i partecipanti è incerta, poco conosciuta, vaga o ambigua Situazioni sociali in cui vi è una distribuzione nota e asimmetrica di potere sociale fra i partecipanti 20
21 Culture e silenzio n Culture occidentali (individualistiche): successione rapida dei toni di parola, i tempi di latenza delle pause sono molto ridotti Silenzio = minaccia, mancanza di cooperazione per la gestione della conversazione 21
22 Culture e silenzio n Culture orientali (collettivistiche): lunghe pause di silenzio fra un intervento e l altro, in quanto segnale di riflessione e ponderatezza Silenzio = indicatore di fiducia, di confidenza, di armonia e di intesa 22
23 Il sistema cinesico n Comprende i movimenti del corpo, del volto e degli occhi I movimenti determinano la produzione e la trasmissione di significati 23
24 Il sistema cinesico n Componenti: La mimica facciale Lo sguardo I gesti 24
25 La mimica facciale n n Il volto esprime: specifici stati mentali del soggetto, esperienze emotive, atteggiamenti interpersonali Il volto è una regione elettiva del corpo per attrarre l attenzione e l interesse degli interlocutori 25
26 La mimica facciale 26
27 27
28 Prospettiva emotiva e prospettiva comunicativa Prospettiva emotiva n Le espressioni facciali hanno un prevalente valore emotivo poiché sono l emergenza immediata, spontanea e involontaria delle emozioni e sono governate dai programmi neuromotori specifici e definiti 28
29 La mimica facciale 29
30 Prospettiva comunicativa n Le espressioni facciali hanno: un valore comunicativo in quanto manifestano agli altri le intenzioni del soggetto in base al contesto un valore sociale, cioè sono messaggi inviati agli altri e, in quanto tali, svolgono una funzione comunicativa 30
31 Nella prospettiva comunicativa è fondamentale la considerazione del contesto Le espressioni considerate isolatamente sono difficili da interpretare e si prestano a molteplici equivoci 31
32 Il sorriso n Ekman ha individuato 19 configurazioni diverse di sorriso. Tra queste: Sorriso spontaneo (o sorriso di Duchenne): coinvolge il volto intero Sorriso simulato: si attivano solo i muscoli degli zigomi della parte inferiore del volto Sorriso miserabile: si prolunga l espressione della zona inferiore del volto; accettazione di una condizione di necessità spiacevole 32
33 33
34 Il sorriso n Secondo Darwin ed Ekman il sorriso è espressione più o meno intensa di gioia n In base a ricerche più recenti (Fernandez-Dols) il sorriso non ha un legame con le emozioni, bensì è strettamente connesso con l interazione sociale 34
35 Il sorriso n È promotore dell affinità relazionale (utilizzato al fine di stabilire e mantenere una relazione amichevole con gli altri) n È regolatore di rapporti sociali (la sua frequenza e intensità risultano governate dal potere sociale e dal genere) 35
36 Lo sguardo n Il contatto oculare (o sguardo reciproco) aumenta l attivazione nervosa n Lo sguardo è un elemento fondamentale per l avvio di qualsiasi rapporto interpersonale 36
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38 Sguardo e gestione dell immagine personale n Chi guarda il partner dimostra maggiore competenza generale in termini di intelligenza e di impatto sociale, di credibilità e di affidabilità, di fiducia e di sincerità 38
39 Sguardo e gestione dell immagine personale n Lo sguardo serve per regolare il rapporto di vicinanza o di distanza con le altre persone n Favorisce la cooperazione n È un segnale molto forte per chiedere ed ottenere il consenso al proprio punto di vista 39
40 Sguardo ed emozioni n Correlazione sguardo-emozioni: Emozioni positive: incremento del contatto oculare Emozioni negative: abbassamento e distorsione dello sguardo 40
41 Sguardo e differenze di genere n Modalità femminile: natura espressiva e relazionale n Modalità maschile: natura informativa e strumentale 41
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43 La fissazione oculare n Sguardo prolungato e duraturo che non può essere ignorato In determinate situazioni può avere valore di minaccia e di pericolo E caratteristico delle situazioni di seduzione Chi è in posizione di potere tende a guardare più a lungo Differenze culturali 43
44 I gesti n Azioni motorie coordinate e circoscritte n Tendono a generare un significato n Sono indirizzati ad un interlocutore per il raggiungimento di uno scopo n L insieme dei gesti si indica anche come linguaggio del corpo, anche se sono interessate soprattutto le mani 44
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46 n Gesticolazione Tipologia dei gesti accompagnano l azione del parlare e sono in stretta relazione con quanto si dice variano per forma, estensione spaziale e durata sono scarsamente convenzionalizzati 46
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48 Tipologia dei gesti n Emblemi (o segni simbolici) Sono notevolmente convenzionalizzati e codificati Di norma, sono compiuti a distanza in assenza di linguaggio Esprimono concetti che possono essere detti anche con le parole 48
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50 Tipologia dei gesti n Linguaggio dei segni Sistema dei segni impiegato dai sordomuti Ha le proprietà di un vero e proprio linguaggio Pienamente convenzionalizzato all interno della comunità dei partecipanti 50
51 Gesti e parole n Sono parte integrante del discorso n Possono aggiungere importanti porzioni di significato alle parole n Se chi parla interrompe improvvisamente il discorso, interrompe anche il gesto che lo accompagna 51
52 Gesti e culture n Curiosità, ma non solo: Il gesto della mano a borsa n n n n n n pressoché sconosciuto in Inghilterra ha un significato di interrogazione e perplessità nell Italia meridionale significa buono in Grecia lentamente in Tunisia paura nella Francia meridionale molto bello presso alcune comunità arabe 52
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