Ottimismo e pessimismo in relazione alla comunicazione non verbale

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1 Le diverse forme di ottimismo Ottimismo e pessimismo in relazione alla comunicazione non verbale ottimismo realistico ottimismo irrealistico ottimismo obbligatorio ottimismo finto Milano, 21 novembre 2006 (Anolli, 2005) 1 2 Ottimismo realistico L ottimismo si fonda su due fattori 1. La valutazione degli eventi: In questa sede ci si focalizzerà sul costrutto di ottimismo realistico In linea di massima, disposizione globale e relativamente stabile di una persona a spiegare gli eventi negativi come qualcosa di occasionale e ad aspettarsi risultati positivi nella vita ottimismo (e pessimismo) come stile cognitivo di spiegazione degli eventi, cioè come modalità abituale di attribuire cause agli eventi che accadono nella vita; 2. la natura delle aspettative sui risultati che si possono ottenere nella vita: l ottimista è colui che tende ad aspettarsi risultati positivi dalla vita, il pessimista è colui che tende ad aspettarsi risultati negativi. 3 4 Lo stile cognitivo di spiegazione Evento negativo Stile esplicativo ottimistico Esso è costituito da tre fattori: causa interna (attribuita a se stessi) vs causa esterna (attribuita ad altre persone o ad altri fattori ambientali); spiegazioni esterne, instabili e specifiche Stile esplicativo pessimistico spiegazioni interne, stabili e globali permanenza vs temporaneità; globalità vs specificità. Vale il contrario per gli eventi positivi: spiegazioni interne, stabili e globali costituiscono uno stile ottimistico mentre spiegazioni esterne, instabili e specifiche quello pessimistico

2 Il valore delle aspettative per il futuro Gli ottimisti: tendono ad assumere un atteggiamento di fiducia e di persistenza poiché hanno l aspettativa fondata di raggiungere il loro scopo; valutano le avversità come sfide da accettare e vincere; vanno alla ricerca di opportunità che l ambiente può offrire per risolvere i problemi e superare le difficoltà; I pessimisti: appaiono dubbiosi ed esitanti, non hanno fiducia di raggiungere il risultato desiderato e spesso desistono, tendendo tra l altro a valutare le avversità come minacce raggiungendo lo scopo desiderato, aumentano il senso di efficacia personale. 7 8 Ottimisti si nasce o si diventa? 1. Non ci sono basi genetiche evidenti Gli effetti dell ottimismo sulla salute 2. Le origini psicologiche dell ottimismo L ottimismo allunga la vita; aiuta a: attaccamento; ambiente di vita; stile di spiegazione dei genitori; processo della prolessi, ovvero rappresentarsi situazioni o eventi futuri come se fossero attualmente presenti (i genitori si prefigurano nel presente il futuro del loro figlio e si creano un sistema di aspettative che diventano effettive linee-guida per i loro interventi educativi) prevenire le malattie cardiache; gestire le malattie tumorali; controllare lo stress; rafforzare il sistema immunitario; superare gli eventi traumatici Gli effetti dell ottimismo sulla mente umana Forme devianti dell ottimismo genera emozioni positive (gioia, entusiasmo, allegria, contentezza, felicità); favorisce un coping emotivo attivo, cioè una gestione e un governo attivo delle proprie reazioni emotive; contribuisce a generare il senso dell autoefficacia poiché incrementa e sostiene le competenze e le risorse delle persone (l autoefficacia è la fiducia delle persone nelle proprie competenze per ottenere i risultati desiderati attraverso le proprie azioni). Ottimismo irrealistico: atteggiamento che induce alcuni soggetti a stimare di avere maggior probabilità di sperimentare nella vita eventi positivi rispetto alla maggioranza degli altri e, nello stesso tempo, a stimare di avere minori probabilità di andare incontro a eventi negativi nella vita sempre rispetto alla maggioranza degli altri; sostenuto dal pensiero magico: consiste nell attesa di poter modificare la realtà solo attraverso il pensiero: il fatto stesso di pensare alla connessione tra due fenomeni è sufficiente per produrla

3 PROGETTO DI RICERCA Tra gli obiettivi, analizzare se e come ottimisti e pessimisti presentino differenze nei loro modelli di comunicazione non verbale L acquisizione dei protocolli per l analisi della comunicazione verbale e non verbale di ottimisti e pessimisti è stata effettuata nel corso di un intervista di auto-presentazione. L auto-presentazione è una modalità di regolazione del comportamento volta a trasmettere una determinata immagine di sé agli altri (DePaulo, 1992; Vohs, Baumeister & Ciarocco, 2005) Analisi preliminari L intervista prevedeva diversi argomenti, su ciascuno dei quali i partecipanti erano invitati ad autovalutarsi e giustificare tale valutazione. L intervista è stata videoregistrata. orientamento dello sguardo: Dalle analisi preliminari condotte, sembrano emergere alcune tendenze: negli ottimisti sembra più spesso rivolto all interlocutore, nei pessimisti sembra più spesso rivolto verso l alto e verso il basso; Occhi verso l alto e verso il basso potrebbero essere segnali che indicano ritiro (Heyman e Vivian, 1993) postura: il tronco degli ottimisti sembra più spesso in posizione normale rispetto a quello dei pessimisti, unità d azione: i pessimisti sembrano effettuare più spesso l AU 15 rispetto agli ottimisti; Il tronco in posizione normale potrebbe essere un segnale che indica rilassamento piuttosto che tensione l AU15 potrebbe essere un segnale che indica tristezza o perplessità (Ekman et al., 1978) le gambe dei pessimisti sembrano più frequentemente incrociate rispetto a quelle degli ottimisti, Le gambe incrociate potrebbero essere un segnale che indica chiusura

4 le spalle dei pessimisti sembrano più frequentemente sollevate rispetto a quelle degli ottimisti, Le spalle sollevate potrebbero essere un segnale che indica tensione/ansia la testa dei pessimisti sembra più spesso rivolta verso il basso, verso l alto e verso sinistra rispetto a quella degli ottimisti; al contrario, gli ottimisti sembrano annuire più spesso dei pessimisti; movimenti delle mani: i pessimisti sembrano ricorrere più spesso degli ottimisti all autocontatto del volto, L autocontatto del viso potrebbe essere un segnale che indica tensione, ansia, imbarazzo e difficoltà (Knapp e Hall, 2002; Anolli, 2002, Keltner, 1995) gli ottimisti sembrano ricorrere più spesso dei pessimisti al gesto del mulinello, a quello del telaio e a quello del vassoio; L annuire potrebbe essere un segnale che indica comprensione, consenso, riconoscimento (Notarius e Markman, 1981) 19 Mulinello, telaio e vassoio potrebbero essere segnali che indicano coinvolgimento, impegno e collaborazione, in quanto forniscono continuità al discorso e favoriscono l espressione del contenuto verbale (Bonaiuto et al., 2001) 20 Gestione locale del significato pause piene: i pessimisti sembrano riempire più spesso degli ottimisti il discorso con pause piene Le annotazioni riportate in riferimento ai singoli risultati preliminari sono indicazioni di massima. Per pause piene si intendono le pause riempite da vocalizzazioni o da allungamenti vocali. In accordo con Anolli et al. (1997, 2002), queste pause vengono considerate come un segnale di disfluenza poiché rendono discontinua la comunicazione ostacolando la fluidità del discorso. Non vi e' corrispondenza biunivoca tra AU o altri indicatori della CNV e segmenti di significato. Il significato e' sempre generato durante lo scambio comunicativo e non preesiste a esso Conclusioni Rispetto alla costruzione del significato Ottimisti e pessimisti sembrano presentare differenze nei loro modelli di comunicazione non verbale. Il significato di un atto comunicativo deriva dal contributo di diversi sistemi di significazione e di segnalazione; Questo può riflettersi in differenze tra ottimisti e pessimisti nella costruzione del significato degli atti comunicativi a cui partecipano e nella definizione delle relazioni in cui sono coinvolti. esiste il sistema linguistico ma anche quelli non linguistici come il sistema mimico, quello gestuale, quello prossemico ecc.; tali sistemi si sintonizzano dando origine all unitarietà del significato di un atto comunicativo

5 Rispetto alla definizione delle relazioni Alla comunicazione non verbale è affidata in modo predominante la componente relazionale della comunicazione; infatti la comunicazione non riguarda solo le informazioni da partecipare con altri ma anche le relazioni interpersonali; nella comunicazione e attraverso la comunicazione noi creiamo e giochiamo le nostre relazioni con gi altri. 25 5