7. LE RIMANENZE DI MAGAZZINO

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1 7. LE RIMANENZE DI MAGAZZINO Prof. Fabio Corno Dott. Stefano Colombo Milano, 10 febbraio 2012

2 La valutazione delle rimanenze finali CONTO ECONOMICO COSTI Acquisto merci RICAVI Merci c/rim.finali ATTIVITÀ PASSIVITÀ RIMANENZE

3 Il concetto di rimanenze finale Il processo produttivo è composto da una serie continua di cicli tecnici che prevedono la trasformazione dei fattori produttivi acquistati dall impresa in prodotti finiti. Tali cicli difficilmente coincidono con il periodo amministrativo. Al termine dell esercizio possono residuare: - Materie prime non ancora utilizzate, - Prodotti in corso di lavorazione - Prodotti ultimati ma non ancora venduti Alla fine di ogni periodo amministrativo occorre procedere all inventario delle materie fisicamente disponibili nei magazzini e alla loro valorizzazione

4 La contabilizzazione delle rimanenze finali Nel corso dell anno l azienda ha acquistato 250 beni a 1 e ne ha venduti 150 al prezzo di 1,5 cad; a fine periodo residuano a magazzino rimanenze pari a 100 unità. ANNO n CONTO ECONOMICO anno n Acq.beni 250x1 Vendita beni 150x1,5 Rim.Finali 100x1 STATO PATRIMONIALE anno n Rim.Finali 100x1 ANNO n+1 CONTO ECONOMICO anno n+1 Rim.iniziali 100x1

5 Le rimanenze finali: la rilevazione contabile Occorre redigere una scrittura di assestamento che rettifica il costo già rilevato nel corso dell esercizio: ATTIVITA XX RETTIFICA COSTI MERCI a MERCI C/RIMANENZE FINALI

6 Le rimanenze finali: classificazione secondo C.C. Lo stato patrimoniale deve essere redatto in conformità al seguente schema: ATTIVO: omissis C) Attivo circolante: I - Rimanenze: 1) materie prime, sussidiarie e di consumo 2) prodotti in corso di lavorazione e semilavorati 3) lavori in corso su ordinazione 4) prodotti finiti e merci 5) acconti art. 2424

7 beni destinati ad essere fisicamente incorporati nel prodotto Beni da incorporare nel prodotto che non possono essere venduti separatamente Le rimanenze finali: classificazione secondo C.C. omissis C) Attivo circolante: I - Rimanenze: 1) materie prime, sussidiarie e di consumo 2) prodotti in corso di lavorazione e semilavorati 3) lavori in corso su ordinazione 4) prodotti finiti e merci 5) acconti Beni che scaturiscono dalla conclusione del processo produttivo e sono destinati alla vendita Beni necessari alla produzione, incorportati nel prodotto finito ma di importanza secondaria. Beni consumati nel corso della lavorazione Beni da incorporare nel prodotto ma che possono essere venduti separatamente beni acquistati dalle imprese commerciali e destinati alla rivendita

8 Le rimanenze finali: classificazione secondo C.C. A) VALORE DELLA PRODUZIONE omissis 2) Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti 3) Variazione delle rimanenze dei lavori in corso su ordinazione omissis B) COSTO DELLA PRODUZIONE omissis 11) Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci art. 2425

9 Le rimanenze finali: classificazione secondo C.C. Il segno aritmetico della variazione cambia in base alla differente posizione delle rimanenze a conto economico: A. Valore della produzione b. Costo della produzione Rimanenze Finali > Rimanenze Iniziali Rimanenze Finali > Rimanenze Iniziali SEGNO POSITIVO SEGNO NEGATIVO

10 La valutazione delle rimanenze finali: valore d iscrizione... omissis 9) le rimanenze, i titoli e le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni sono iscritti al costo di acquisto o di produzione, calcolato secondo il n. 1), ovvero al valore di realizzazione desumibile dall andamento del mercato, se minore; tale minor valore non può essere mantenuto nei successivi bilanci se ne sono venuti meno i motivi. I costi di distribuzione non possono essere computati nel costo di produzione; «le immobilizzazioni sono iscritte al costo di acquisto o di produzione. Nel costo di acquisto si computano anche i costi accessori. Il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili al prodotto. Può comprendere anche altri costi, per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto, relativi al periodo di fabbricazione e fino al momento dal quale il bene può essere utilizzato; con gli stessi criteri possono essere aggiunti gli oneri relativi al finanziamento della fabbricazione interna e presso terzi». art. 2426

11 La valutazione delle rimanenze finali: costo di acquisto Il costo di acquisto è dato dalla somma del prezzo d acquisto e di oneri accessori, cioè di tutti i costi sostenuti per poter disporre del bene nel luogo e nello stato in cui si trovano, quali ad esempio spese di sdoganamento, di trasporto, di imballaggio ecc. Il costo d acquisto deve essere esposto a bilancio al netto di resi, sconti e abbuoni passivi. MERCI, MATERIE PRIME, SUSSIDIARIE E SEMILAVORATI ACQUISTATI DA TERZI

12 La valutazione delle rimanenze finali: costo di produzione Il costo di produzione si determina sommando al costo delle materie prime tutti gli oneri di diretta imputazione al bene valutato (es: materiale sussidiario e di consumo, stipendi della manodopera diretta e cosí via) più altri costi per la quota ragionevolmente imputabile. Sono i costi che concorrono all ottenimento del prodotto in congiunzione tecnica o economica con altri: oneri relativi al personale di produzione, la forza motrice, le manutenzioni e le quote di ammortamento delle immobilizzazioni utilizzate nella produzione. SONO ESCLUSE: - LE SPESE GENERALI - LE SPESE AMMINISTRATIVE - LE SPESE COMMERCIALI

13 La valutazione delle rimanenze finali: metodo di calcolo dei costi... omissis 10) il costo dei beni fungibili può essere calcolato col metodo della media ponderata o con quelli primo entrato, primo uscito o ultimo entrato, primo uscito ; se il valore così ottenuto differisce in misura apprezzabile dai costi correnti alla chiusura dell esercizio, la differenza deve essere indicata, per categoria di beni, nella nota integrativa; NOTA: Non si esclude la possibilità di valutare al costo specifico; si tratta di un ipotesi prevista implicitamente dal legislatore per i beni non fungibili.

14 I metodi di calcolo dei costi: esempio Data Descrizione Quantità Costo unitario rimanenza iniziale acquisto utilizzo acquisto acquisto utilizzo rimanenza finale 50?

15 Lo specifico costo di acquisto: esempio Il metodo individua le singole partite di materie, acquistate o prodotte, determinandone separatamente il costo relativo. 50 x 62 = se le rimanenze fossero composte da prodotti acquistati in data x 63 = se relative a prodotti acquistati il 26.05

16 Il costo medio: esempio COSTO MEDIO PONDERATO DI ACQUISTO COSTO MEDIO PONDERATO DI ESERCIZIO (300x x x62) ( ) = 61,7 (200x x x x62) = 59,87 ( ) Valore del magazzino: 61,70x50= 3.058,5 Valore del magazzino: 59,87x50= 2.993,75

17 Il costo secondo logica FIFO: esempio Si ipotizza che le prime merci entrate siano le prime ad uscire per essere vendute o utilizzate; ne segue che le rimanenze vengono valutate ai prezzi di carico più recenti METODO VALORE UNITARIO (pari al costo d acquisto dell ultimo lotto) VALORE DEL MAGAZZINO AL 31/12 f.i.f.o x 50 = 3.100

18 Il costo secondo logica LIFO: esempio Si ipotizza che siano le merci entrate per ultime a essere utilizzate per prime e che, pertanto, le giacenze di magazzino siano valutate ai prezzi di carico più vecchi. Esistono differenti tipologie: -l.i.f.o. continuo: il calcolo viene effettuato dopo ogni singolo prelievo -l.i.f.o. di periodo: il calcolo viene effettuato alla fine dell esercizio considerando in un unica istanza i diversi flussi in entrata e in uscita dal magazzino -l.i.f.o. a scatti: unisce l.i.f.o. di periodo e costo medio ponderato (cenni)

19 Il costo secondo logica LIFO: esempio LIFO continuo: METODO VALORE UNITARIO (pari al valore delle rimanenze iniziali) VALORE DEL MAGAZZINO AL 31/12 l.i.f.o continuo x 50 = LIFO di periodo: METODO VALORE UNITARIO (pari al valore delle rimanenze iniziali) VALORE DEL MAGAZZINO AL 31/12 l.i.f.o di periodo x 50 = 2.800

20 La valutazione delle rimanenze finali: confronto tra costo e valore di mercato... omissis 9) le rimanenze, i titoli e le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni sono iscritti al costo di acquisto o di produzione, calcolato secondo il n. 1), ovvero al valore di realizzazione desumibile dall andamento del mercato, se minore; tale minor valore non può essere mantenuto nei successivi bilanci se ne sono venuti meno i motivi. I costi di distribuzione non possono essere computati nel costo di produzione; art IL PROCESSO VALUTATIVO NASCE A SEGUITO DI UN CONFRONTO TRA VALORE DI CONSTO E VALORE DI MERCATO

21 La valutazione delle rimanenze finali: confronto tra costo e valore di mercato valore di mercato valore di costo SCELGO IL MINORE il legislatore vuole evitare che in bilancio vengano esposti valori superiori a quelli che l impresa potrebbe effettivamente realizzare (principio della prudenza)

22 La valutazione delle rimanenze finali: valore di mercato costo di sostituzione valore netto di realizzo materie prime semilavorati d acquisto materie sussidiarie e di consumo prodotti finiti semilavorati di produzione prodotti in corso di lavorazione Rappresenta il costo con il quale, in normali condizioni di gestione, una determinata voce in magazzino può essere riacquistata o riprodotta Rappresenta il prezzo di vendita nel corso della normale gestione, al netto dei costi di completamento e delle spese dirette di vendita che possono ragionevolmente prevedersi.

23 CONTATTI Milano-Bicocca University Via Bicocca degli Arcimboldi, 8 (MI) Tel /7576 Fax Prof. Fabio Corno fabio.corno@unimib.it Dott. Stefano Colombo stefano.colombo@unimib.it Milano-Bicocca University All rights reserved 23

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