Analisi dei bilanci

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1 Osservatorio sui bilanci Analisi dei bilanci Le società di capitali manifatturiere di Lucca, Pistoia, Prato n. 18 Marzo 2018

2 Confindustria Toscana Nord Pistoia (sede legale), piazza Garibaldi 5 cap tel Lucca, piazza Bernardini 41 cap tel Prato, via Valentini 14 cap tel info@confindustriatoscananord.it Centro studi Enrico Mongatti, responsabile Barbara Bigagli Daniele Chersi Renzo Vettori centrostudi@confindustriatoscananord.it Chiuso con i dati disponibili al 10 gennaio 2018

3 Indice Sintesi... pag. 5 Lucca... pag. 5 Pistoia... pag. 6 Prato... pag. 6 Ricavi, valore aggiunto, margini... pag. 7 Costi e margini nei settori... pag. 8 Il costo del personale nei settori... pag. 10 Ripresa degli investimenti nei settori... pag. 13 La dimensione territoriale: fatturato, valore aggiunto e margini nei confini delle province di Lucca, Pistoia e Prato... pag. 14 La redditività... pag. 15 Ripresa della redditività operativa nei settori... pag. 19 Autonomia patrimoniale, equilibrio finanziario... pag. 21 Nota metodologica... pag. 25 Le caratteristiche dell indagine... pag. 25 Lucca, Pistoia, Prato: svolgimento di attività sul territorio... pag. 25 Distretto pratese: aziende con attività manifatturiera funzionalmente collegata al distretto... pag. 25 Campione chiuso negli ultimi cinque anni... pag. 26 Il campione, i settori, osservazioni generali... pag. 27

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5 Sintesi I bilanci dei 2016 riportano indicazioni complessivamente positive, che corrispondono a un sistema produttivo che si rimette in moto e prova a riparare i danni prodotti dalle crisi del 2008 e Resta qualche elemento critico. Il valore aggiunto, cioè la ricchezza che le aziende hanno distribuito sul territorio, è cresciuto in quasi tutti i settori. La crescita dell aggregato nel campione di bilanci (+6,6%), riferito alle aziende in costante attività negli ultimi cinque anni, è superiore al dato corrispondente della contabilità nazionale. Si tratta di un risultato positivo, che in molti casi dipende dall evoluzione favorevole dei costi esterni che, salvo alcune eccezioni, soprattutto nei settori della moda, sono cresciuti di meno rispetto ai ricavi, come conseguenza dell andamento favorevole dei prezzi ed anche grazie alle scelte organizzative delle aziende. In senso meno positivo, se si sposta l attenzione verso quella parte del valore aggiunto che resta a disposizione dell azienda per gli investimenti e per remunerare soci e finanziatori, si vede che la crescita dei principali margini aziendali, come per esempio il margine operativo lordo dipende in modo importante dai risultati delle grandi aziende e quindi non è un dato altrettanto diffuso. Infatti, l incidenza del costo del personale il CLUP, si è leggermente ridotta nell ultimo anno essenzialmente grazie alla crescita importante del valore aggiunto, mentre nella maggior parte dei casi, seppure con eccezioni, rimane abbondantemente al di sopra dei livelli precedenti la crisi. Negli ultimi cinque anni il valore mediano del rapporto, che con una certa approssimazione si può considerare rappresentativo di ciò che accade in una tipica azienda, è aumentato di +0,8 punti. I progressi sul fronte della redditività operativa, ovvero quella parte della redditività che corrisponde al risultato del ciclo commerciale di acquisto, magazzinaggio, lavorazione, stoccaggio e vendita, esistono, ma sono limitati. In generale, l evoluzione della redditività è stata condizionata non tanto dall andamento positivo dei margini, quanto dal livello crescente degli investimenti che tali margini supportano. Infatti, le aziende hanno reagito alla situazione di crisi aumentando tutte le categorie degli investimenti: strutturali, circolanti e finanziari, in quest ultimo caso predisponendo cuscinetti di liquidità idonei a evitare una dipendenza troppo stretta dalle fonti esterne. L incidenza dei mezzi propri sul totale delle fonti di finanziamento ha continuato a crescere, nell aggregato e nella gran parte dei casi, mentre la redditività dell investimento corrispondente ha ricevuto un supporto limitato dai progressi della redditività delle vendite, il cui sviluppo è stato condizionato dai costi interni ed esterni. Fattori importanti che hanno concorso alla ripresa della redditività sono stati la riduzione dei tassi di interesse superiore rispetto all accorciamento della leva finanziaria, ed il contenimento del carico fiscale, anche grazie alle leggi che agevolano gli investimenti. Forse anche per questo la spesa per investimenti in capitale fisso mostra una risalita che non è confinata nel novero ristretto delle grandi aziende, ma risulta discretamente diffusa fra i settori. Centro studi Confindustria Toscana Nord 5

6 6 Centro studi Confindustria Toscana Nord

7 Ricavi, valore aggiunto, margini In Italia, in base ai dati di contabilità nazionale, nel 2016 l industria in senso stretto ha fornito il contributo maggiore alla crescita del valore aggiunto, con un incremento a prezzi costanti del +1,7% rispetto all anno precedente 1. Il valore aggiunto delle attività manifatturiere 2 è cresciuto meno della metà rispetto al 2015, passando da un incremento del +2,5% a una crescita del +1,2%, tuttavia, il rallentamento del valore aggiunto è stato accompagnato da un lieve aumento della quota di profitto delle società non finanziarie (dal 41,0% al 42,2%). Sulla base della variazione media dell indice mensile Istat destagionalizzato, la crescita del fatturato a prezzi correnti del settore manifatturiero è risultata soltanto marginale (+0,4%, come risultato di una crescita del +0,8% sui mercati esteri e del +0,3% sul mercato interno). Nel campione di società manifatturiere di Lucca, Pistoia e Prato 3 il valore aggiunto ha accelerato rispetto all anno precedente e nel 2016 il tasso di crescita è risultato pressoché doppio rispetto al 2015 (+6,6% da +3,2%) 4. Si tratta di un evoluzione favorevole collegata in modo stretto all andamento dei costi esterni. Infatti, il valore della produzione complessivo delle aziende del campione, dopo aver accelerato nell anno precedente 5, è cresciuto poco nel 2016 (+0,9%) ma i costi esterni si sono ridotti (-0,4% nel 2016 rispetto al 2015). L andamento favorevole dei costi esterni fra il 2015 e il 2016 ha riguardato la quasi totalità dei macrosettori di attività, e ha coinvolto settori come carta e chimica, dove l andamento del 2016 ha compensato un evoluzione simmetricamente sfavorevole nell anno precedente. Il carattere diffuso della riduzione dei costi esterni è confermato dall evoluzione del valore mediano e dei quartili della distribuzione, tutti in seppur lieve riduzione rispetto al Istat. Conti economici nazionali , settembre Nei servizi, nelle costruzioni e nell agricoltura, rispettivamente, la variazione è stata del +0,6%, -0,3% e -0,2%. 2. Valutato ai prezzi correnti e ai prezzi base, ovvero al netto delle imposte sui prodotti e al lordo dei contributi alla produzione. 3. Per un approfondimento dei criteri utilizzati nell analisi sui bilanci delle società dell area Lucca Pistoia Prato si rimanda alla nota metodologica alla fine di questo rapporto. Si deve in ogni caso tener presente che il campione è chiuso negli ultimi 5 anni, ovvero, comprende tendenzialmente tutte le società di capitale che hanno presentato un bilancio in tutti gli anni dal 2012 al Sotto il profilo territoriale, i criteri sono cambiati in modo significativo rispetto ai lavori precedenti. Infatti, sono entrate nell analisi tutte le società di capitale con una presenza significativa nell area Lucca Pistoia Prato, indipendentemente dalla sede legale, per la quota corrispondente al rapporto fra i dipendenti degli stabilimenti presenti nell area e il totale dei dipendenti del soggetto giuridico che deposita il bilancio. Il criterio utilizzato per le analisi sul distretto pratese non è invece cambiato, ovvero sono incluse le aziende che, indipendentemente dalla sede legale, partecipano in modo significativo alle attività distrettuali. 4. Lo schema di riclassifica adottato per lo studio sui bilanci considera i contributi alla produzione fra i componenti non caratteristici. In sostanza, il valore aggiunto risulta quindi valutato al costo dei fattori e ai prezzi correnti. 5. Il valore della produzione era cresciuto +5,9% nel Si deve tener presente che, per quanto riguarda questo lavoro, con costi esterni si intende la somma dei costi esterni rispetto alla singola azienda, senza alcun tentativo di compensazione degli eventuali rapporti fra le aziende del medesimo territorio. Va da sé che certi casi di riduzione simultanea di costi e ricavi potrebbero essere legati anche a operazioni di consolidamento fra aziende in precedenza separate (fusioni). Centro studi Confindustria Toscana Nord 7

8 Per contro, sulla crescita del valore della produzione aggregato hanno pesato in modo prevalente i risultati delle aziende più grandi. Sia il valore mediano che il primo quartile della distribuzione, infatti, hanno mostrato una leggera riduzione, il che corrisponde a oltre il 50% di società con un valore della produzione più basso nel Il valore al terzo quartile è risultato in crescita, il che indica un incremento nella parte alta della distribuzione, ovvero fra le aziende che presentano un valore della produzione più elevato. Costi e margini nei settori Il valore aggiunto rappresenta la ricchezza prodotta dall azienda come risultato della propria attività e corrisponde allo spazio guadagnato sul mercato grazie alle scelte che permettono di aumentare i ricavi rendendo minimi i costi. L importanza della dinamica relativa di costi e ricavi è ovviamente legata all incidenza relativa, che è diversa a secondo dei settori. Nella media delle attività manifatturiere dell area, nel 2016, i costi esterni corrispondono al 79% dei ricavi (*). Nel 2016 l evoluzione dei costi esterni è stata favorevole nella gran parte dei settori, Costi, ricavi e valore aggiunto nei settori Euro correnti. Variazione tendenziale 2016 / 2015 Area Lucca-Pistoia-Prato determinando una crescita del valore Valore Costi Valore aggiunto superiore rispetto a quella del produzione esterni aggiunto Chimica, plastica, farmaceutica +2,1 +0,6 +8,7 valore della produzione. La maggior parte delle eccezioni sono presenti nei settori Farmaceutica +10,8 +10,2 +12,5 Chimica, plastica -0,5-1,8 +6,7 della moda. Lavorazione non metalliferi -3,6-6,0 +3,5 di cui: Lapideo -4,3-6,4 +2,4 Nel distretto pratese il tessile è stato penalizzato, Alimentari +1,2 +1,0 +2,5 complessivamente, da una crescita Totale settori della moda -0,4-0,8 +1,0 Tessile -0,2-0,4 +0,2 dei costi esterni superiore ai ricavi, con effetti negativi evidenti nell andamento del- Abbigliamento, maglieria +1,7 +0,5 +7,9 Pelle e cuoio +8,3 +12,9-9,0 la media, che riflette in modo maggiore i Calzature -4,1-5,0 +0,0 risultati delle grandi aziende. Nell ambito Legno e mobile +4,2 +3,9 +5,6 del conto proprio, per i produttori di tessuto Carta, cartotecnica, stampa +3,0-0,7 +7,5 la flessione del valore aggiunto è le- di cui: Tissue -0,2-2,3 +14,0 gata a costi cresciuti in misura superiore Totale metalmeccanico +10,2 +9,9 +11,4 ai ricavi, nel caso dei filati, a costi diminuiti Metallurgia, prodotti in metallo +12,0 +13,5 +6,9 in misura inferiore. La dinamica sfavorevole Macchine +2,8 +0,6 +9,1 non si rileva invece, anche allargando di cui: Meccanica per la carta -0,0-1,9 +5,4 lo sguardo fuori dal distretto tessile, per Elettricità, elettronica +14,9 +16,2 +12,3 le attività dell abbigliamento e maglieria. Mezzi di trasporto +23,6 +21,5 +28,6 Sempre nei settori della moda, fuori dal di cui: Costruzione di imbarcazioni +25,2 +22,5 +30,1 distretto tessile, un evoluzione sfavorevole Altri manifatturieri +4,9 +6,1 +1,4 si riscontra nel settore della pelle e cuoio Totale manifatturiero +0,9-0,4 +6,6 8 Centro studi Confindustria Toscana Nord

9 Costi, ricavi e valore aggiunto nei settori Euro correnti. Variazione tendenziale 2016 / 2015 Distretto tessile pratese Valore produzione Costi esterni Valore aggiunto Tessile +0,2 +0,5-0,7 Tessile conto terzi +1,0-0,4 +3,0 Filature cardate c/t +4,1 +0,6 +6,7 Resto c/t tessile +10,3 +11,9 +8,4 Nobilitazione c/t -1,0-2,8 +1,4 Tessile conto proprio +0,1 +0,6-2,7 Produttori di tessuto +1,3 +2,5-5,4 Produttori di filato -6,3-5,8-8,6 Tessuti speciali e arredamento +3,4 +2,8 +6,2 Abbigliamento +2,8 +1,0 +12,0 Confezionisti +1,0-1,8 +15,6 Maglifici +7,3 +5,6 +17,0 Accessori -1,8-0,0-7,1 Meccanotessile +14,7 +15,8 +11,2 Totale settori distretto +1,2 +1,0 +1,8 e, per le calzature, è visibile nell andamento del valore mediano, non della media. Fuori dai settori della moda i casi di costi esterni cresciuti in misura superiore ai ricavi non sono molti. La situazione si riscontra nella metallurgia e prodotti in metallo, che registra comunque una forte crescita del valore aggiunto, e nelle macchine elettriche, anche in questo caso, tuttavia, insieme a una consistente crescita del valore aggiunto. (*) Nelle analisi di questo rapporto i costi esterni e il valore della produzione corrispondono semplicemente alla somma dei costi e ricavi delle singole aziende, senza alcun tentativo di compensazione. A differenza del valore aggiunto, quindi, il valore assoluto degli aggregati dei costi e del valore della produzione dipendono anche dagli eventuali cambiamenti nella struttura delle aziende in corrispondenza di operazioni straordinarie (fusioni). Nell ambito della distribuzione del reddito ai fattori della produzione, nelle aziende del campione, fra il 2015 e il 2016 la spesa per il personale è cresciuta meno del valore aggiunto. Si tratta di una novità, visto che negli anni successivi alla crisi del 2009 il valore aggiunto aveva fatto riscontrare quasi sempre un incremento inferiore rispetto al costo del personale 6. Come risultato, il CLUP calcolato sul valore aggiunto e sulla spesa per il personale complessiva del campione è leggermente diminuito, seppure, in modo non uniforme, infatti, sia il valore mediano che il terzo quartile della distribuzione sono invece aumentati rispetto all anno precedente. In definitiva, la riduzione del CLUP si è concentrata nel gruppo di aziende che già avevano un valore basso del rapporto (primo quartile della distribuzione). Nella media e per la maggior parte delle aziende del campione, nonostante la diminuzione dell ultimo anno, il CLUP rimane però stabilmente superiore, di 6-7 punti rispetto al periodo precedente la crisi. 6. Prima della crisi, nel 2007 la spesa per il personale era cresciuta di meno rispetto al valore aggiunto, negli anni dopo la crisi, la crescita è stata inferiore soltanto nel 2013 e nel Centro studi Confindustria Toscana Nord 9

10 Il costo del personale nei settori La lieve riduzione dell incidenza percentuale del costo del lavoro che si osserva nelle aziende del campione fra il 2015 e il 2016 è il risultato di situazioni tutt altro che uniformi a livello settoriale, ma relativamente pesanti. In particolare, il CLUP aggregato è diminuito Andamento del CLUP. Spesa per il personale % valore aggiunto nel comparto metalmeccanico, nella (su dati aziendali perequati) carta e cartotecnica, legno e mobile e Area Lucca-Pistoia-Prato solo in alcuni particolari comparti del Differenza rispetto a: distretto tessile pratese (produttori di ultimo anno 5 anni tessuto, produttori di filato, filature cardate. Si tratta di comparti che registrano una riduzione del CLUP anche nel confronto su un periodo più lungo, di 5 anni ). Sono però pochissimi i casi in cui questo tipo di evoluzione, dove pesano in modo prevalente i dati riferiti alle Chimica, plastica, farmaceutica Farmaceutica Chimica, plastica Lavorazione non metalliferi di cui: Lapideo Alimentari Totale settori della moda media +0,6 +1,8 +0,0-0,7 +0,3 +0,1 +0,6 mediana -1,7-0,5-1,1-0,6 +1,9 +1,2 +0,4 media +7,0 +20,7-1,1 +0,5-1,4 +1,3-1,8 mediana -4,9-6,7-5,3 +2,4 +6,4 +1,5 +3,5 Tessile +0,5 +0,4-3,2 +1,1 grandi aziende, si riscontra anche Abbigliamento, maglieria +0,3-0,8 +0,8 +7,5 nell andamento del valore mediano, Pelle e cuoio +3,2 +2,7 +6,7 +6,3 che descrive in modo più soddisfacente quello che accade in una tipica Calzature +1,7 +0,4 +7,0 +14,9 Legno e mobile -5,7-1,5-2,8 +0,2 azienda. In generale, infatti, anche Carta, cartotecnica, stampa -0,6 +0,9-2,4-0,1 nell ultimo anno, il valore mediano del di cui: Tissue -0,7 +0,8 +2,4 +4,7 CLUP è risultato in crescita. In alcuni casi (costruzione di macchine, mezzi di trasporto, tissue), la diminuzione del CLUP aggregato nell ultimo anno si accompagna a una crescita su un periodo leggermente più lungo e significativo ( ). Si tratta di casi in cui, tuttavia, la crescita del CLUP è stata accompagnata da un discreto incremento del valore Totale metalmeccanico Metallurgia, prodotti in metallo Macchine di cui: Meccanica per la carta Elettricità, elettronica Mezzi di trasporto di cui: Costruzione di imbarcazioni Altri manifatturieri Totale manifatturiero -1,2-0,5-0,0 +0,8-2,1-6,3-8,0 +2,6-0,2 +1,3 +0,8 +1,2-0,8 +1,0 +1,6 +2,6 +0,6 +0,1-1,8-5,7 +2,6 +3,2-4,9 +4,2 +7,0 +6,4-0,6-2,0-3,4-3,9 +1,1 +1,9 +0,3-0,5 +1,8 +0,8 aggiunto, il che ha probabilmente consentito di assorbire meglio l aumentata incidenza del costo del lavoro. I settori che hanno registrato una crescita del CLUP aggregato anche nell ultimo anno sono numerosi e, in quasi tutti i casi gli incrementi sono stati sia pesanti (ovvero, sono verificati nella media) che diffusi, ovvero, sono segnalati dalla crescita del valore mediano. Si tratta dei settori della chimica Andamento del CLUP. Spesa per il personale % valore aggiunto (su dati aziendali perequati) e plastica (con punte particolari nei prodotti farmaceutici), del settore Distretto tessile pratese lapideo lucchese, della meccanica Differenza rispetto a: ultimo anno 5 anni per la carta lucchese, degli alimentari e di quasi tutto il comparto moda, media mediana media mediana Tessile +0,7 +1,1-3,4 +1,7 compreso il distretto tessile pratese, Tessile conto terzi +0,3 +2,7 +1,3 +8,7 con le poche eccezioni ricordate all inizio, ma comprendendo il meccanotessile. In diversi casi la crescita del CLUP aggregato, oltre che nell ultimo anno, è risultata importante anche negli ultimi 5 anni (chimica, plastica, farmaceutica, meccanica per la carta, alimentari, abbigliamento e maglieria, pelle, cuoio e calzature, meccanotessile). Filature cardate c/t Resto c/t tessile Nobilitazione c/t Tessile conto proprio Produttori di tessuto Produttori di filato Tessuti speciali e arredamento Abbigliamento Confezionisti Maglifici -1,5 +0,4 +0,0 +1,1-0,2-0,3 +0,1 +1,7 +0,9 +0,3 +0,9 +1,5 +0,8 +0,5 +1,2-1,5 +0,3 +0,7-0,6 +0,8-0,6-6,9-5,6-2,1-0,6-4,8-6,2-3,0-1,0-1,6 +9,4-8,4-1,5 +2,3 +2,1-0,7-3,5 +4,1 +8,1-1,0 Accessori +0,4 +2,3-2,9 +7,2 Meccanotessile +2,7 +0,2 +13,4-3,2 Totale settori distretto +0,6 +0,7-2,5 +2,3 10 Centro studi Confindustria Toscana Nord

11 Il contenimento dei costi esterni e del CLUP aggregato hanno consentito di assistere alla crescita del margine operativo lordo 7, ovvero di quella parte del valore aggiunto destinata al mantenimento in efficienza del capitale, e alla remunerazione dei soci e finanziatori. Forse l incremento del margine ha anche creato uno spazio utilizzabile per aumentare un po l importo destinato agli ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni, il cui livello è cresciuto rispetto all anno precedente, senza tuttavia che questo abbia comportato un impatto sul margine operativo netto 8. La ripresa diffusa, nel periodo più recente, del flusso di spesa destinato al mantenimento in efficienza del capitale è segnalata anche dal continuo incremento dell importo mediano che prosegue da alcuni anni. Il miglioramento dei principali margini aziendali è stata diffuso fra i settori, ma dipende in modo significativo dai risultati delle aziende di maggiore dimensione. Sia il valore mediano del MOL che del MON presentano infatti una leggera flessione nel 2016 rispetto all anno precedente, ed evidenziano quindi l esistenza di risultati poco uniformi all interno del campione di aziende. Se si esamina il modo in cui il risultato aziendale netto è stato destinato, nel corso del tempo, ad autofinanziamento, remunerazione dei finanziatori e dei soci, pagamento delle imposte, emergono altri aspetti significativi. In particolare, nel 2016 si sono consolidate alcune tendenze emerse nel periodo post-crisi, soprattutto dopo il 2011, ovvero la riduzione della componente oneri finanziari, il contenimento della componente imposte 9 e, più in generale, l aumentata incidenza (in positivo) dei proventi e oneri non caratteristici e il peso crescente della gestione extra-operativa Il MOL, margine operativo lordo (Ebitda nella terminologia anglosassone) corrisponde al valore della produzione diminuito dei costi sostenuti per l acquisto di beni e servizi, oltre che della spesa per il personale. Il margine operativo lordo non tiene conto della spesa per interessi, imposte, svalutazioni, ammortamenti e delle componenti di reddito non caratteristiche e straordinarie. 8. Il MON (Ebit nella terminologia anglosassone) corrisponde al MOL al netto di ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni, ovvero di quelle spese che, ragionevolmente, sono destinate al mantenimento dei beni capitali. L andamento del MON risente probabilmente in modo positivo dell utilizzo delle norme che hanno consentito la deduzione di maggiori ammortamenti in regime di agevolazione fiscale, sotto determinate condizioni. 9. Effetti positivi sono certamente riconducibili al parziale riconoscimento fiscale delle perdite pregresse e alla progressiva trasformazione dell Irap da imposta sul valore aggiunto a imposta sul reddito, con un riconoscimento graduale della deducibilità del costo del lavoro. 10. IGE (incidenza della gestione extra-operativa). Il rapporto fra utile di esercizio (dopo gli oneri finanziari e le imposte) e risultato ante oneri finanziari, è aumentato di 15 punti percentuali, per il totale del campione, fra il 2006 e il 2016, come risultato di un processo diffuso, evidenziato dall analogo movimento dei quartili di riferimento della distribuzione. Un incremento analogo e altrettanto diffuso fra i settori industriali si rileva per gli altri ricavi, diversi dai contributi in conto esercizio, già compresi nel RAOF. Si tratta di una voce residuale, dove confluiscono per esempio la vendita di certificati verdi, affitti attivi, risultato di gestione di eventuali aziende agricole, ricavi non finanziari non derivanti dall attività caratteristica, come potrebbero essere i proventi della vendita di energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici. La voce che evidenzia in modo specifico i contributi in contro esercizio, al contrario resta complessivamente piuttosto stabile, nel tempo. Centro studi Confindustria Toscana Nord 11

12 Tutti questi fattori si sono aggiunti alla ripresa del margine operativo per far crescere la quota di fatturato destinata alla remunerazione del capitale proprio, ovvero, in definitiva, l utile di esercizio. È interessante comprendere se il miglioramento del margine aziendale e dell utile di esercizio siano stati accompagnati da una ripresa degli investimenti, anche se è chiaro che l eventuale maggiore disponibilità di fondi derivante dall autofinanziamento non rappresenta una condizione sufficiente per l effettuazione di nuovi investimenti, la cui convenienza è legata essenzialmente alle prospettive di reddito. Per ottenere una conferma circa l eventuale ripresa della attività di investimento, è utile analizzare l andamento del c.d. Capex 11, ovvero della somma di ammortamenti e svalutazioni e incrementi delle immobilizzazioni materiali 12. Indubbiamente, durante l ultimo anno si è determinata una risalita apprezzabile dell aggregato, con un incremento del numero indice del +25% fra il 2015 e il Il livello del 2016 non sembra troppo diverso rispetto a quello precedente la crisi, anche se il dato complessivo sembra determinato in modo prevalente dalle operazioni svolte dai grandi soggetti. L andamento dei valori di riferimento della distribuzione (mediana, primo e terzo quartile) mostra infatti una certa risalita negli ultimi anni, ma limitatamente alla mediana e al terzo quartile, ovvero, nella parte alta della distribuzione, senza cambiamenti apprezzabili per i soggetti che, in precedenza, presentavano un livello basso della spesa. 11. Il Capex, Capital expenditure spesa per il capitale fisico, è stato calcolato come somma della variazione delle poste di bilancio riferite alle immobilizzazioni materiali e dei relativi ammortamenti. 12. Il 2008 è stato omesso perché verosimilmente e visibilmente influenzato in modo abnorme da operazioni di rivalutazione monetaria per cui fu consentita una parziale esenzione di imposta. Il valore eccezionalmente basso dell indice relativo all andamento del totale nel 2012 è legato a particolari operazioni di dismissione di importo estremamente rilevante. 13. È ragionevole ipotizzare che i bilanci del 2016 riflettano anche l applicazione delle norme che consentono, sotto determinate condizioni, di dedurre maggiori ammortamenti ai soli fini della determinazione dell imponibile fiscale. 12 Centro studi Confindustria Toscana Nord

13 In sostanza, il periodo più recente sembra mostrare una polarizzazione della spesa per investimenti, con un aumento da parte dei soggetti che già in passato presentavano mediamente importi elevati e, al contrario una dinamica molto ridotta, ben al di sotto del livello precedente la crisi, per i soggetti caratterizzati da un livello limitato della spesa per beni di investimento. Ripresa degli investimenti nei settori La distribuzione del flusso di spesa per il capitale fisso è caratterizzata da una discreta concentrazione presso i soggetti di grandi dimensioni. Esiste inoltre una precisa connotazione settoriale, nel senso che alcuni settori, per le proprie caratteristiche strutturali, come Andamento del Capex. var% su valore mediano del settore (Euro) Area Lucca-Pistoia-Prato la dimensione degli impianti, la rapidità dell obsolescenza, etc., presentano normalmente periodo 2016 / 2015 periodo 2016 / 2012 un flusso di spesa più elevato. Chimica, plastica, farmaceutica -8,0 +15,1 L idea, è quella di comprendere se la ripresa Farmaceutica +80,0 +96,0 degli investimenti in capitale fisso Chimica, plastica -11,9 +14,0 presenta anche caratteristiche settoriali Lavorazione non metalliferi +1,4-16,6 diffuse. Per questa particolare finalità, l attenzione è rivolta all andamento del valore di cui: Lapideo +10,7 +7,2 Alimentari +3,8 +7,9 mediano, meno sensibile ai pochi valori Totale settori della moda -6,8 +11,5 estremi che caratterizzano la distribuzione Tessile -8,2 +18,1 di questa variabile. Abbigliamento, maglieria -6,4 +20,3 Pelle e cuoio +64,5 +59,0 Calzature -13,3-18,3 È ovvio che la crescita del Capex assume Legno e mobile +12,3-41,4 un significato diverso nei settori, visto che, Carta, cartotecnica, stampa +19,5 +58,3 in certi casi, si tratta di attività che per loro di cui: Tissue +3,5 +46,9 natura richiedono investimenti ingenti in Totale metalmeccanico +9,6 +43,0 capitale fisso, mentre in altri casi gli importi Metallurgia, prodotti in metallo +8,1 +41,5 in gioco sono limitati. Macchine +4,7 +27,1 La mappa che emerge attraverso la lettura di cui: Meccanica per la carta +18,3 +100,5 del valore mediano è abbastanza definita Elettricità, elettronica -9,8-6,6 e complessivamente confortante. Mezzi di trasporto +11,2 +87,4 di cui: Costruzione di imbarcazioni +8,7 +158,6 Nell ultimo anno la crescita del Capex mediano ha riguardato buona parte dei set- Altri manifatturieri -14,3-59,0 Totale manifatturiero +1,4 +16,8 tori e in quasi tutti gli altri casi si registra comunque una crescita, in certi casi anche molto importante, su un arco temporale significativo di 5 anni. Rivolgendo l attenzione a quei settori che presentano un valore elevato del Capex mediano, quindi, un livello normalmente elevato della spesa per il capitale fisso, si osserva soprattutto la crescita nei settori della carta e cartotecnica, Andamento del Capex. Var% su valore mediano del settore (Euro) Distretto tessile pratese con il tissue, e nella meccanica per periodo 2016 / 2015 periodo 2016 / 2012 la carta; la crescita nel settore della nobilitazione Tessile -7,0 +22,0 c/t nell orizzonte dei 5 anni, nel Tessile conto terzi -7,8 +18,3 lapideo e nei prodotti farmaceutici. Filature cardate c/t +10,3 +10,6 Restano poche eccezioni (calzature, tessuti Resto c/t tessile -8,8 +130,2 speciali e per arredamento, maglifici) Nobilitazione c/t -7,2 +51,6 dove la riduzione che si osserva nel confronto Tessile conto proprio -9,4 +0,3 sui due intervalli di tempo consi- Produttori di tessuto -8,8 +16,6 Produttori di filato -6,4 +20,9 derati non sembra però riflettere tanto Tessuti speciali e arredamento -16,0-8,0 una tendenza di fondo, quanto piuttosto Abbigliamento -1,5 +1,9 un andamento in parte erratico, accompagnato da una notevole dispersione dei Confezionisti +13,1 +19,0 Maglifici -21,9-31,3 dati, ovvero differenze anche molto marcate Accessori +1,7 +12,5 fra le aziende. Meccanotessile +4,4 +93,8 Totale settori distretto -8,9 +14,1 Centro studi Confindustria Toscana Nord 13

14 La dimensione territoriale: fatturato, valore aggiunto e margini nei confini delle province di Lucca, Pistoia e Prato L area Lucca Pistoia Prato è caratterizzata da attività che si estendono in diversi casi a cavallo dei confini provinciali e in molti casi aziende importanti sono attive con stabilimenti in più di una provincia. Una ricostruzione di ciò che accade nei confini provinciali deve anche tener conto della presenza di stabilimenti di grandi aziende esterne all area, così come del fatto che certe aziende con sede legale interna all area svolgono parte dell attività (in certi casi una parte assolutamente rilevante) al di fuori dell area stessa. La nota metodologica riportata alla fine fornisce alcuni dettagli sui criteri utilizzati per la attribuzione all area del valore aggiunto generato dalle aziende. Fatte queste premesse, la tabella riporta, per l ultimo anno alcuni indicatori sintetici per le tre province. Indicatori territoriali (2016 / 2015) var % var % Differenza % Ricavi Valore aggiunto MOL / valore aggiunto (*) Lucca +0,1 +8,2 +2,4 Pistoia +0,5 +9,6 +2,9 Prato +1,3 +2,1-1,6 Lucca, Pistoia, Prato +0,6 +6,6 +1,3 * Percentuale MOL / valore aggiunto percentuale MOL / valore aggiunto Centro studi Confindustria Toscana Nord

15 La redditività Il mantenimento di un livello accettabile di redditività, cioè della capacità di produrre un flusso di utili adeguato rispetto agli investimenti, rappresenta uno dei pilastri dell equilibrio aziendale, insieme ai requisiti di solvibilità e liquidità e, in ultima analisi, la sola vera garanzia di durata dell azienda. Come si è visto, anche senza considerare le differenze fra i settori, l andamento dei principali margini aziendali non ha coinvolto allo stesso modo vari sottosistemi aziendali. In particolare, il miglioramento nella componente di autofinanziamento e remunerazione dei portatori di capitale è anche il risultato di una crescita al di fuori dell area strettamente operativa, laddove l evoluzione favorevole di questa componente nell ultimo anno è stata consentita soprattutto grazie alla moderazione dei costi esterni, più che per la crescita del fatturato, mentre sul versante dei costi interni lo sviluppo del margine commerciale resta condizionato in molti casi da un incidenza elevata del costo del personale. Una prima valutazione grezza sull andamento della redditività aziendale riguarda il rendimento globale delle attività 14. La buona notizia che si trova nei bilanci del 2016 è che il rapporto calcolato sul totale aggregato del campione di bilanci è ulteriormente migliorato rispetto all anno precedente (+ 0,12 punti percentuali, in rallentamento, però, rispetto al 2015, quando la crescita era stata di +0,16 punti percentuali), e si è portato su livelli superiori al minimo raggiunto nel 2012 (+1,2 punti), restando soltanto di poco inferiore rispetto al livello pre-crisi. Il modo in cui la distribuzione del rapporto è cambiata nel corso del tempo mostra tuttavia che il recupero è legato in modo prevalente ai risultati delle grandi aziende, mentre è difficile individuare una vera e propria inversione di tendenza se si guarda l andamento del valore mediano, che risulta maggiormente rappresentativo per un caso comune. Un esame svolto nei singoli settori rafforza questa prima valutazione. Nella maggior parte dei casi, salvo eccezioni che sono anche significative 15, durante tutto il periodo post-crisi si assiste a oscillazioni attorno a livelli che restano sistematicamente inferiori rispetto a quelli precedenti la crisi. Infatti, il miglioramento dei margini aziendali 16 fra il 2012 e il 2014 e quindi 14. ROA. il margine aziendale considerato in questo caso è il c.d. RAOF, reddito ante oneri finanziari, che tiene conto, a differenza del margine operativo netto - MON - dei proventi e oneri non caratteristici e del risultato della gestione finanziaria, senza mettere in conto, tuttavia, il contributo degli oneri finanziari e l incidenza delle imposte, oltre agli eventuali componenti straordinari. Il ROA calcolato per tutto il campione di società è una media dei rapporti ponderata con il totale dell attivo delle singole aziende e dipende quindi in modo assolutamente prevalente dai risultati delle aziende di maggiore dimensione. Il ROA rappresentato nel grafico, a differenza di altri indicatori di redditività, può essere calcolato in modo uniforme per tutti i bilanci, infatti sia il numeratore che il denominatore non dipendono da poste disponibili soltanto per i bilanci ordinari. 15. Il tessile è una di queste eccezioni. 16. Ci si riferisce al RAOF mediano. Vedi anche nota 9. Centro studi Confindustria Toscana Nord 15

16 lo sviluppo moderato degli anni successivi, si sono prodotti in modo pressoché corrispondente alla crescita degli investimenti e il 2016 non rappresenta un eccezione. Questo tipo di evoluzione riflette probabilmente situazioni anche molto diverse, come i casi in cui l espansione dell attivo è rappresentata, per esempio, da disponibilità liquide, oppure quelli in cui a crescere sono stati i crediti verso i fornitori o le rimanenze di prodotti oppure gli investimenti fissi. Una lettura più accurata della redditività aziendale tiene conto delle possibili compensazioni fra le poste dell attivo e del passivo dello stato patrimoniale e si concentra sulla remunerazione dell investimento dei soci come risultato dell apporto di diversi sottosistemi aziendali, a partire dalla gestione operativa, ambito dove la produzione del reddito rappresenta il risultato del ciclo commerciale di acquisto, magazzinaggio, trasformazione, stoccaggio e vendita 17. Preliminarmente, si deve osservare che nell intero campione la dotazione complessiva di capitale proprio, ha presentato uno sviluppo lineare, con un tasso di crescita pressoché costante dal 2008 al A partire dagli anni successivi al 2012, la crescita del capitale proprio è stata accompagnata da un flusso di utili in crescita più che proporzionale, fino a livelli che nel 2016 non sono particolarmente diversi da quelli precedenti la crisi. A differenza del ROA, il rendimento del capitale proprio 18 nei settori mostra una risalita piuttosto diffusa fra i settori industriali negli anni più recenti, anche in alcuni settori 19 dove la ripresa degli ultimi anni è arrivata dopo un periodo prolungato di risultati insoddisfacenti. Vale l avvertenza generale che l andamento del rapporto per il totale della popolazione è condizionato dai risultati delle aziende di maggiore dimensione 20. La lettura del ROE attraverso le sue componenti 21 permette di precisare aspetti già emersi durante la lettura dei principali margini aziendali. Si vede in sostanza che la redditività dell investimento netto 22, corretta in senso negativo dall apporto crescente del capitale proprio, ha ricevuto un apporto positivo, più che proporzionale, 17. È noto che soltanto i bilanci redatti secondo lo schema ordinario forniscono un dettaglio sufficiente a svolgere in modo corretto questo tipo di analisi. I risultati vanno quindi estesi all universo delle aziende, che comprende anche soggetti di piccola dimensione, con una certa cautela. 18. Espresso dal ROE, return on equity, rapporto fra utile d esercizio e patrimonio netto. 19. Settori del legno e mobile, altri manifatturieri, lavorazione non metalliferi. 20. D altra parte, è anche ragionevole pensare che per le aziende più piccole il ROE non rappresenti un indicatore particolarmente efficace per i risultati aziendali. 21. Si adotta la scomposizione di scuola ROE = ROI x Leverage x IGE (incidenza della gestione extra-operativa). A differenza del ROA, che presenta al denominatore il totale investimenti, il ROI prende in considerazione gli investimenti netti che, per il totale del campione, sono cresciuti più del totale investimenti fra il 2014 e il Espressa dal ROI. Il rapporto include la gestione non caratteristica senza tener conto degli oneri finanziari e della gestione extraoperativa. 16 Centro studi Confindustria Toscana Nord

17 della gestione extra-operativa, dove sono confluiti essenzialmente la riduzione degli oneri finanziari e la moderazione del carico tributario. Proseguendo nel percorso di ricerca dei sottosistemi aziendali cui si può attribuire il miglioramento della redditività nel periodo più recente, si vede che resta aperta una forbice significativa fra il rendimento della gestione aziendale senz altri aggettivi e il rendimento che si può attribuire in modo specifico alla gestione operativa 23. Nel campione di bilanci, per il totale, la differenza fra rendimento della gestione 24 (ROI) e rendimento della gestione operativa 25 (ROI operativo) contribuisce per circa due punti percentuali, al recupero della redditività del capitale proprio rispetto al periodo precedente la crisi. Una differenza analoga, anche se leggermente inferiore (circa un punto percentuale), riguarda il valore mediano. La divergenza fra i due rapporti è il risultato di una situazione diffusa, non la conseguenza di andamenti particolari riscontrati in poche grandi aziende. Nell ambito della gestione operativa, la crescita della redditività nel periodo recente resta affidata in buona parte all andamento del margine sulle vendite, in crescita rallentata per il totale delle società manifatturiere del campione 26, anche se negli ultimi due anni si è aggiunto un piccolo contributo positivo fornito dalla produttività/rotazione del capitale. Non è immediato estendere questo tipo di considerazioni alla generalità delle aziende. Infatti, è vero che negli ultimi due anni, le società del campione hanno complessivamente ridotto la du- 23. Questo tipo di analisi riguarda i soli bilanci ordinari, che presentano un dettaglio sufficiente per individuare l ambito specifico della gestione operativa. Nel campione di bilanci, la componente investimenti finanziari mostra soltanto oscillazioni limitate nel periodo per cui la divergenza fra ROI e ROI operativo si può ricondurre senz altro alla differente dinamica del margine operativo netto (MON) e del risultato di gestione ante oneri finanziari (RAOF), quest ultimo margine comprensivo, a differenza del primo, del risultato della gestione non caratteristica. 24. ROI: rapporto fra il risultato dell intera gestione aziendale, al netto degli oneri finanziari, e il capitale complessivamente investito, proprio e di terzi. 25. ROI operativo: corrisponde al margine operativo della gestione commerciale rapportato al capitale investito nel medesimo ambito (COIN: capitale investito netto). Il rapporto è calcolato sui soli bilanci redatti in forma ordinaria, che permettono di isolare gli investimenti netti riferibili alla gestione commerciale corrente, depurandoli in particolare da debiti di tipo finanziario quali i debiti a breve termine verso le banche. 26. Rappresentato dal ROS, rapporto fra margine operativo netto e fatturato. Centro studi Confindustria Toscana Nord 17

18 rata dell investimento circolante 27, quindi liberando risorse dalla gestione corrente e generando cassa grazie all accorciamento del ciclo commerciale di acquisto magazzinaggio lavorazione stoccaggio vendita, tuttavia, anche in questo caso, l andamento che si osserva per il dato aggregato, dove pesa in modo determinante il risultato delle grandi - grandissime società, non trova una corrispondenza completa in quello che accade nella maggior parte dei casi. In effetti, la distribuzione dei giorni circolante mostra un aumento del valore mediano anche durante il periodo più recente e, nel corso del tempo, un aumento dello scarto interquartile, il che sottintende un aumento della variabilità dei risultati. Nella maggior parte dei casi si direbbe quindi che le aziende, durante un periodo connotato da segnali di ripresa non estesi in modo uniforme, abbiano continuato a ricercare le opportunità di crescita della produzione e del fatturato anche a costo di un peggioramento delle condizioni finanziarie relative nei confronti di clienti e fornitori, anche utilizzando le opportunità fornite da un contesto che ha posto generalmente meno condizionamenti sotto il profilo del reperimento della liquidità. 27. L indice è calcolato come: giorni clienti + giorni rimanenze giorni fornitori, indici che esprimono, rispettivamente, la durata media dei crediti verso i clienti, la durata media delle rimanenze di prodotti finiti, la durata media dei debiti verso i fornitori. A un aumento della durata dell investimento circolante corrisponde un aumento del capitale investito nella gestione corrente, che va a finanziare le maggiori scorte di prodotti, la dilazione di pagamento concessa ai clienti o la maggiore puntualità dei pagamenti a fornitori. 18 Centro studi Confindustria Toscana Nord

19 Ripresa della redditività operativa nei settori Il miglioramento della redditività nel periodo più recente è anche il risultato di fattori non direttamente collegati con l ambito operativo della gestione. Si tratta di elementi come la crescita dell incidenza dell area extra-operativa, oppure la riduzione degli oneri finanziari, che Indicatori del ciclo commerciale differenza rispetto a: Area Lucca-Pistoia-Prato non mostrano neppure un collegamento particolare con la dimensione settoriale. ultimo anno media ultimi 5 anni media Nell ottica di comprendere meglio gli gg. circolante ROS gg. circolante ROS aspetti che, anche in prospettiva, potrebbero Chimica, plastica, farmaceutica +3,2-0,1 +16,5-1,0 condizionare le strategie di investi- Chimica, plastica +3,5 +0,1 +1,0 +0,9 mento e, più in generale, la dinamiche di Lavorazione non metalliferi -0,2 +0,5 +2,6 +0,3 crescita del valore aggiunto, è interessante di cui: Lapideo -5,8-0,1 +2,0 +0,9 verificare se la ripresa della redditività Alimentari -2,6-0,1 +7,8-0,1 nell ambito strettamente operativo abbia Totale settori della moda +2,3-0,1 +1,7 +0,8 presentato le medesime caratteristiche Tessile +2,1-0,1-1,4 +1,1 trasversali, ovvero sia più evidente in particolari settori. Abbigliamento, maglieria +6,3-0,1 +11,1 +0,2 Pelle e cuoio n.d. -1,0 n.d. -1,8 Per questa finalità si è scelto di valutare Calzature -0,2-0,1 +10,8-0,0 l andamento di due indicatori complementari, la redditività delle vendite e i Legno e mobile -12,5 +1,0-41,8 +0,3 Carta, cartotecnica, stampa -6,5 +0,1-11,2 +1,7 giorni circolante. Con qualche approssimazione, di cui: Tissue -9,8 +0,2-19,2 +0,4 Totale metalmeccanico -7,0 +0,3-25,2 +2,6 la redditività delle vendite espri- Metallurgia, prodotti in metallo -4,1 +0,3 +1,3 +7,5 me la quota di fatturato generato dalla Macchine -3,2 +0,2-23,8 +0,3 gestione corrente che si trasforma in remunerazione di cui: Meccanica per la carta -2,4-0,4 +10,6 +0,2 del capitale proprio e di de- Elettricità, elettronica -21,9 +0,8-45,4 +2,6 bito, mentre i giorni circolante esprimono Mezzi di trasporto -4,2-0,0-80,8-2,6 la dimensione dell investimento nella gestione di cui: Costruzione imbarcazioni -3,2-0,1-80,6-3,2 corrente che supporta tali risultati Altri manifatturieri -7,5-0,7-15,1-3,0 (tanto più si accorciano i giorni circolante, Totale manifatturiero -1,6 +0,1-2,5 +1,0 tanto più rapidamente la gestione corrente produce ricavi, tanto più diminuisce la necessità di immobilizzare capitale, tanto più cresce la redditività operativa). Si tratta di un tipo di analisi che presenta alcuni limiti, in particolare, la stima dei giorni circolante dipende anche da elementi disponibili soltanto per i bilanci ordinari. Si tratta di limiti che non dovrebbero essere tali da impedire un confronto fra i settori (debiti commerciali verso i fornitori. La tabella riporta n.d. nei casi in cui i valore sarebbe stato condizionato dai dati di un numero eccessivamente esiguo di bilanci ordinari). Fatte queste premesse, si può verificare che non sono stati moltissimi i settori dove il miglioramento della redditività è supportato sia dai margini in crescita che dall accelerazione del ciclo commerciale. Nell ultimo anno si distinguono in positivo alcuni Indicatori del ciclo commerciale differenza rispetto a: Distretto tessile pratese settori del comparto metalmeccanico, a partire ultimo anno media ultimi 5 anni media dalla costruzione di macchine. In questo ambito, gg. circolante ROS gg. circolante ROS resta a metà strada il settore della costruzione Tessile +3,7-0,2 +5,7 +1,1 di imbarcazioni, dove alle indicazioni di accorciamento Tessile conto terzi +8,8 +0,0 +11,9 +2,3 del ciclo commerciale (e, più in generale, Filature cardate c/t +5,2 +0,2 +12,8 +0,3 di ripresa del valore aggiunto e dell attività) non Resto c/t tessile n.d. -0,0 n.d. +1,6 fa ancora riscontro una espansione del fatturato Nobilitazione c/t -5,0 +0,0 +1,0 +2,6 corrispondente. In questo caso, i dati contabili Tessile conto proprio +2,2-0,2 +7,8 +0,8 risentono probabilmente dei cicli pluriennali di Produttori di tessuto +8,4-0,3 +24,3 +1,0 lavorazione. Fra gli altri settori, si distinguono il Produttori di filato +14,5-0,3 +8,3 +0,5 Tessuti speciali e arredamento -2,4 +0,0 +12,7 +0,8 tissue (e più in generale, la carta e cartotecnica), e Abbigliamento +8,8 +0,0 +12,1 +0,5 il legno e mobile. In questi ultimi due casi l accorciamento del ciclo commerciale e la ripresa della Confezionisti +14,2 +0,0 +10,9 +1,5 Maglifici -0,1 +0,3 +30,0 +0,5 redditività delle vendite sono verificati sia nell ultimo anno che nell orizzonte dei 5 anni. Accessori +19,2-0,8 +34,3-4,8 Meccanotessile +5,4-0,2 +11,6 +1,7 Totale settori distretto +2,9-0,1 +7,4 +1,0 Centro studi Confindustria Toscana Nord 19

20 In una regione intermedia si collocano alcuni settori del distretto tessile pratese (nobilitazione c/t, maglifici, tessuti speciali). Si tratta di settori dove all accelerazione del ciclo commerciale, che peraltro non si verifica sempre anche nell andamento del valore mediano, corrisponde un miglioramento della redditività nell orizzonte dei 5 anni. Lo stesso tipo di miglioramento, che riguarda soprattutto la redditività media delle vendite nei 5 anni si può riscontrare per la maggior parte dei settori della moda e del distretto tessile pratese. 20 Centro studi Confindustria Toscana Nord

21 Autonomia patrimoniale, equilibrio finanziario La crisi del 2011 ha determinato un vero e proprio cambio di passo sul percorso che, genericamente parlando, si è sviluppato verso l aumento dei mezzi propri, ovvero della maggiore patrimonializzazione dell azienda. Il 2016 non ha interrotto la crescita diffusa dell autonomia finanziaria 28 delle società di capitale manifatturiere dell area Lucca-Pistoia-Prato, nonostante il fatto che il livello basso dei tassi di interesse e il progressivo miglioramento della redditività, anche nell area strettamente operativa, siano fattori che, sulla base di valutazioni strettamente contabili, potrebbero spingere di nuovo nella direzione dell allungamento della leva finanziaria, anziché verso la sua riduzione 29. Nel 2016 il 25% delle società di capitali dell area presenta un incidenza del capitale proprio superiore al 42%. In sostanza, la riduzione del costo dell indebitamento finanziario 30, che nella media delle società manifatturiere del campione è risultata allineata alla riduzione dei tassi applicati in Italia al settore produttivo, ed è stata anche più accentuata per le aziende caratterizzate da un costo superiore dell indebitamento, sembra essere stata utilizzata soprattutto nell ottica della riduzione della spesa per interessi, con effetti positivi sulla redditività aziendale Indice di autonomia finanziaria: capitale proprio / totale investimenti. La maggior parte della letteratura considera un incidenza del patrimonio netto pari a 1/3 come un limite di sicurezza, sotto il profilo della solvibilità della azienda, visto che si ritiene che normalmente la liquidazione delle attività conduca alla perdita di circa 1/3 del valore. 29. Per il campione aggregato (bilanci ordinari), nel 2014 la redditività operativa ha di nuovo superato il costo medio dell indebitamento finanziario. Nel 2016 la differenza a favore del ciclo operativo aziendale ha raggiunto quasi due punti percentuali. 30. Si fa riferimento al c.d. ROD finanziario, rapporto fra oneri finanziari e debiti finanziari. Il rapporto è calcolato solo sui bilanci ordinari. 31. Un ruolo potrebbe essere stato svolto dall evoluzione delle norme fiscali che, nel tempo, hanno ridotto la convenienza puramente fiscale dell indebitamento. Va ricordato anche che dal 2011 le norme sull ACE forniscono un incentivo alla capitalizzazione, tramite il riconoscimento di un componente negativo di reddito che corrisponde al reddito figurativo dei nuovi apporti di capitale o utili reinvestiti. I tassi figurativi sono stati crescenti nel corso del tempo. Centro studi Confindustria Toscana Nord 21

22 Il campione di società manifatturiere ha anche registrato una tendenza definita all aumento delle disponibilità liquide, favorita anche dal miglioramento redditività e, in generale, delle possibilità di autofinanziamento. La crescita degli investimenti liquidi non è rimasta confinata nel novero ristretto delle grandi aziende, inoltre il fenomeno è ragionevolmente diffuso nei diversi settori, segnalato dalla crescita del valore mediano, oltre che dell aggregato totale, salvo poche eccezioni. In certi settori di attività ha presentato una accentuazione particolare 32. La tendenza non si è interrotta nel periodo più recente e risulta evidente nei bilanci del 2016, che registrano un massimo per questa voce. Negli anni di percezione più acuta della crisi, dopo il 2011, l incremento pressoché continuo di questa componente, accompagnata dall aumentata incidenza dei mezzi propri, si poteva spiegare con la necessità di mantenere un cuscinetto sufficiente di liquidità, in vista di eventuali, nuovamente possibili restrizioni. Nel periodo più recente, con la normalizzazione delle condizioni di offerta di credito, potrebbe indicare il permanere di attese non ancora completamente ottimistiche sulla redditività in prospettiva degli investimenti. L evoluzione dell indebitamento mostra di nuovo una tendenza verso l allungamento delle scadenze, legata questa volta alla riduzione dei debiti a breve e accompagnata da un certo incremento dei debiti a più lungo termine. La riduzione della quota di debiti a breve termine sembra quindi legata anche a prospettive migliori per gli investimenti, non più suggerita essenzialmente dall opportunità di contenere il costo dell indebitamento. Si tratta di una tendenza che è molto evidente nell ambito definito dei debiti finanziari Si tratta dei settori della Chimica, plastica, farmaceutica, Carta-cartotecnica e dell Abbigliamento. Più in generale, la crescita delle disponibilità liquide nel periodo presenta una correlazione positiva con il livello di autonomia patrimoniale e redditività del capitale netto. 33. Si tratta di una analisi che riguarda i soli bilanci ordinari, i quali presentano un livello di dettagli sufficiente a distinguere i debiti di natura commerciale da quelli di tipo finanziario. 22 Centro studi Confindustria Toscana Nord

23 Anche se non si distinguono i debiti di natura commerciale all interno dell indebitamento complessivo, la riduzione dell indebitamento a breve termine risulta ampiamente confermata per il totale del campione. L ultimo anno (il 2016), tuttavia, è in qualche modo particolare. La riduzione dei debiti a breve per l aggregato coesiste infatti con una leggera crescita del valore mediano, ovvero un incremento dei debiti a breve termine che sembra legato sia al venir meno degli ostacoli sul lato dell offerta di credito che ai segnali di ripresa dell attività economica. Questo tipo di evoluzione è segnalato anche dal rapporto fra debiti bancari a breve e capitale circolante 34. Il rapporto resta in discesa per il totale del campione grazie alla diminuzione dei debiti a breve termine e all aumento dell autofinanziamento da parte delle società di maggiore dimensione 35, ma la distribuzione si è spostata verso l alto in modo definito. Nel 2016 il valore mediano del rapporto è tornato all incirca sul livello precedente la crisi e si nota una risalita anche per i casi in cui il livello si poteva già considerare relativamente elevato (terzo quartile della distribuzione). In questi casi, che corrispondono alle aziende per cui l indebitamento bancario a breve si era ridotto in modo maggiore, l incidenza resta però per circa 4 punti percentuali inferiore rispetto al periodo precedente la crisi. Sotto il profilo della liquidità, ovvero della capacità dell azienda di far fronte agli impegni correnti di pagamento, il rapporto fra attività e passività correnti ha continuato a crescere nella gran parte dei casi, con un miglioramento molto marcato nella parte alta della distribuzione, che resta tale anche se si considera il quick-ratio, che non considera le scorte fra le attività, ed è quindi considerato un indicatore esigente per le condizioni di liquidità. 34. C.d. finanziamento del circolante. 35. La riduzione del CCN fra il 2015 e il 2016 rappresenta in parte la conseguenza di operazioni di consolidamento fra bilanci di aziende in precedenza separate (fusioni aziendali). Centro studi Confindustria Toscana Nord 23

24 In definitiva, i progressi nella liquidità sono diffusi in modo ampio, anche se sembrano particolarmente importanti all interno di un gruppo relativamente selezionato di aziende. Sia il livello basso dei tassi di interesse che il contenimento dell indebitamento a breve termine hanno consentito di migliorare la copertura degli oneri finanziari, con progressi che, anche in questo caso, sono più evidenti nella parte alta della distribuzione, sopra il valore mediano. 24 Centro studi Confindustria Toscana Nord

25 Metodologia Le caratteristiche dell indagine I criteri di inclusione dei bilanci sono cambiati rispetto al rapporto dello scorso anno, nel tentativo di rendere l analisi più aderente all effettiva realtà economica del territorio. Resta fermo il criterio applicato per il distretto tessile pratese, che consiste nella partecipazione al distretto tessile, ovvero nello svolgimento di attività funzionalmente collegate a quelle del distretto. Lucca, Pistoia, Prato: svolgimento di attività sul territorio L applicazione rigida del criterio della sede legale, ai fini della selezione delle aziende da includere nell analisi, porta in molti casi a divergenze importanti fra la presenza sul territorio e i dati di bilancio utilizzati. La corrispondenza fra sede legale e luogo di effettivo svolgimento dell attività, infatti, non è sempre rispettata e anzi esistono divergenze anche importanti, specialmente, ma non solo, nel caso di aziende multilocalizzate, che svolgono l attività produttiva in diversi stabilimenti. Ai fini della selezione delle aziende dell area si è quindi optato per un criterio diverso, rappresentato dalla presenza di unità locali sul territorio. Anche questo meccanismo, se applicato senza correzioni, finirebbe per accentuare in modo irragionevole il peso di grandi grandissime aziende plurilocalizzate, presenti in diverse province italiane. Si è quindi adottato un criterio di compromesso, rappresentato dalla inclusione delle aziende con unità locali sul territorio, indipendentemente dal luogo della sede legale, e contemporanea pesatura dei bilanci sulla base di un rapporto, o quota locale corrispondente al quoziente fra i dipendenti addetti a stabilimenti sul territorio e il totale dipendenti del soggetto che deposita il bilancio 36. Per evitare di frazionare in modo irragionevole l analisi si sono applicate alcune soglie, in particolare prevedendo l esclusione dei soggetti giuridici per cui gli addetti sul territorio rappresentavano meno del 5% e l inclusione completa dei soggetti per cui gli addetti sul territorio rappresentavano oltre l 85%. È stata anche condotta una verifica per quanto possibile accurata al fine di escludere dall analisi aziende che presentavano un codice di attività solo formalmente manifatturiero e in altri casi sono stati corretti codici di attività palesemente errati. Sono stati esclusi dall analisi alcuni (pochi) bilanci che presentavano incongruenze particolarmente gravi, come differenze importanti e insanabili fra l attivo e il passivo ovvero risultavano mancanti di voci fondamentali. Distretto pratese: aziende con attività manifatturiera funzionalmente collegata al distretto Per l individuazione del distretto tessile pratese è stato utilizzato un criterio completamente diverso, ovvero una lista ad-hoc che comprende aziende con sede legale ubicata nella maggior parte dei casi nelle province di Prato, Pistoia e Firenze, ma anche in altre parti di Italia, purché svolgenti attività di tipo manifatturiero collegate al distretto pratese. La lista è il risultato di un lavoro di integrazione condotto negli anni dai diversi soggetti rappresentativi del distretto (Associazioni di categoria, Camera di commercio). 36. I dati sul numero di addetti presenti sul territorio per singolo soggetto giuridico non sono generalmente disponibili. Per le finalità dell analisi è stato utilizzato un elenco costruito dal Centro Studi di Confindustria Toscana Nord attraverso l integrazione di diverse fonti amministrative e di dati provenienti da indagini dirette svolte sulle aziende, in particolare per quanto riguarda la stima della quota locale. Centro studi Confindustria Toscana Nord 25

26 Campione chiuso negli ultimi cinque anni Sia per l area Lucca, Pistoia, Prato che per il distretto pratese, il campione comprende soltanto le aziende per cui risulta disponibile il bilancio in ciascuno dei cinque anni in questione. Si è trattato di una limitazione inevitabile per poter attribuire un significato a un bilancio aggregato di settore. Avrebbe poco senso confrontare somme o medie riferite a una popolazione variabile di aziende. La maggior parte delle analisi tuttavia riguardano un periodo di tempo più lungo. Per gli anni precedenti al 2012, il campione comprende le stesse aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni, con l ovvia esclusione delle aziende che a quelle date non erano ancora nate. Accorgimenti particolari sono stati utilizzati per il calcolo degli indici 37, in modo da avere un idea dell andamento storico del gruppo di aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Tuttavia, per quanto precede, si deve tener presente che il campione non si può considerare rappresentativo della popolazione delle società di capitali nei diversi anni di riferimento, come meglio precisato più avanti. Un problema particolare è rappresentato dalle operazioni di fusione / incorporazione. L applicazione rigida del criterio dei 5 anni di presenza porterebbe a escludere dall analisi le aziende che sono state incorporate, con la conseguenza di rilevare un incremento nelle voci di bilancio da parte dell incorporante, che sarebbe interpretato in modo erroneo come crescita dell azienda, non come risultato di una operazione di consolidamento. Per i casi conosciuti e anche verificando i casi di discontinuità importanti nelle voci di bilancio, si è operato forzando l inclusione nell analisi di tutti i soggetti partecipanti all operazione di fusione /incorporazione per tutto il periodo, indipendentemente dalla permanenza. Il criterio utilizzato per l inclusione delle aziende nell analisi impedisce di considerare il campione di bilanci come rappresentativo dell intero universo delle società di capitale manifatturiere sul territorio 38. Anche nel periodo degli ultimi 5 anni, sulla base dei soli dati di iscrizione-cessazione di attività al registro ditte, ed escludendo altre fonti di variazione della consistenza 39, si vede che il requisito di permanenza ininterrotta fra il 2012 e il 2016 porta a escludere dall analisi le aziende che hanno cessato o iniziato l attività durante il periodo. In base ai dati Infocamere, si può stimare una sottorappresentazione pari a 343 bilanci, in media, per ognuno degli ultimi 5 anni. Nel periodo precedente il 2012, le aziende iscritte e non successiva- 37. Per il calcolo degli indici di aggregati che riflettono una media ponderata di settore, è stato adottato l espediente di considerare, per ciascun anno, solo le aziende presenti in ciascuno dei due anni successivi e di calcolare un indice a base fissa a partire dagli indici a base mobile calcolati anno per anno. L indice anno_t/anno_t-1 è quello che risulta dall applicazione della formula di Laspeyrees, comunemente utilizzata per il calcolo degli indici dei prezzi, degli aggregati di contabilità nazionale etc.. L indice per il totale è quindi una media ponderata degli indici individuali delle società. Il meccanismo utilizzato fa sì che l andamento dell indice non sia legato al diverso numero di aziende eventualmente presente negli anni considerati, ma soltanto ai tassi di incremento riscontrati e alla dimensione relativa delle aziende in ciascuno degli anni presi come base, ovvero alla struttura del campione. I rapporti di bilancio sono calcolati a partire dalle medie mobili centrate a due termini, azienda, per azienda, dei valori a numeratore e denominatore. La metodologia corrisponde a una pratica comune nell analisi di bilancio, che corrisponde alla depurazione dei dati dagli elementi di carattere occasionale. 38. Un problema diverso e ulteriore è rappresentato dal fatto che la base dati dei bilanci è aggiornata con un certo ritardo e quindi non tutti i bilanci depositati risultano concretamente disponibili alla data di produzione del rapporto. 39. Dati Infocamere - Movimprese: Oltre che dalle iscrizioni e cessazioni, la consistenza del registro ditte è influenzata da operazioni di modifica, riclassificazione, correzione etc. 26 Centro studi Confindustria Toscana Nord

27 mente cessate sono entrate progressivamente a far parte del campione, mentre quelle che sono cessate durante il periodo non sono mai osservate. Sulla base dei medesimi criteri, si può stimare una sottorappresentazione pari a circa 460 bilanci, in media, per ogni anno precedente il 2012, sottorappresentazione che, evidentemente, è superiore negli anni più lontani e diminuisce negli anni più recenti. Ci si può chiedere se sia possibile comunque fare qualche ipotesi sul tipo di distorsione introdotto dal particolare - ma inevitabile - meccanismo di selezione del campione di bilanci. Si può osservare agevolmente che la maggior parte delle aziende nuove presentano fatturato e altri indicatori dimensionali in crescita nei primi anni di attività. Poiché fra il 2006 e il 2011 entrano progressivamente nel campione le aziende nate nel frattempo, mentre non sono osservare le aziende cessate (che si può pensare presentino un fatturato in discesa, perché per esempio la cessazione dell attività dipende dall aver risentito in modo maggiore della crisi), in prima battuta si potrebbe pensare che gli indicatori dimensionali, come il fatturato, presentino una crescita sistematicamente più vivace nel campione rispetto a quanto si sarebbe osservato nella popolazione. Sulla base di queste considerazioni, il livello passato degli indicatori collegati con la dimensione risulterebbe sottovalutato. Sulla base di considerazioni diverse si potrebbe arrivare a una conclusione opposta. Le aziende che hanno attraversato tutto il periodo della crisi e sono rimaste costantemente in attività negli ultimi anni, in passato erano probabilmente più solide rispetto alla media, e quindi presentavano indicatori migliori. Sulla base di queste altre considerazioni il livello degli anni passati risulterebbe sopravvalutato rispetto alla media della popolazione allora esistente. In definitiva, ipotizzare quale potrebbe essere stato l andamento degli indicatori nella popolazione completa rappresenta in ogni caso un esercizio rischioso. Il campione, i settori, osservazioni generali Il raggruppamento delle attività segue in generale la codifica Ateco 2007 adottata dall Istat. I codici dell attività principale effettivamente svolta dall azienda sono stati ricostruiti a partire dall integrazione di diversi elenchi. Si è cercato di fornire un dettaglio sufficiente a individuare i settori caratteristici delle diverse realtà territoriali. Nel caso della costruzione di imbarcazioni; lapideo, meccanica per la carta e tissue, è stata svolta una verifica diretta dell attività svolta, indipendentemente dal codice Ateco riferito all attività principale. Per il distretto pratese, la classificazione è stata fatta azienda per azienda secondo un criterio completamente ad-hoc, tenendo conto del ruolo ricoperto dall azienda all interno del distretto (azienda capofila, terzista etc.). L insieme corrispondente al distretto pratese interseca ovviamente l insieme delle società dell area per parte delle attività tessili, dell abbigliamento e del meccanotessile. Area Lucca-Pistoia-Prato Dimensione del campione di bilanci Numero Valore della produzione* (Mln. Euro) Chimica, plastica, farmaceutica Farmaceutica Chimica, plastica Lavorazione non metalliferi di cui: Lapideo Alimentari Totale settori della moda Tessile Abbigliamento, maglieria Pelle e cuoio Calzature Legno e mobile Carta, cartotecnica, stampa di cui: Tissue Totale metalmeccanico Metallurgia, prodotti in metallo Macchine di cui: Meccanica per la carta Elettricità, elettronica Mezzi di trasporto di cui: Costruzione di imbarcazioni Altri manifatturieri Totale manifatturiero * pesato per la quota di addetti nell area sul totale addetti Fonte: elaborazioni Centro Studi CTN su dati Bvdep - Aida Centro studi Confindustria Toscana Nord 27

28 Distretto tessile pratese Dimensione del campione di bilanci Numero Valore della produzione* (Mln. Euro) La distribuzione dei ricavi e anche, in pratica, di tutte le variabili considerate nell analisi dei bilanci è fortemente assimmetrica, con un piccolo numero di aziende che produce la quota prevalente dei ricavi 40. Tessile Tessile conto terzi Filature cardate c/t Resto c/t tessile Nobilitazione c/t Come conseguenza, l andamento dei numeri indice calcolati per l intera popolazio- Tessile conto proprio Produttori di tessuto Produttori di filato ne e anche l andamento dei rapporti calcolati Tessuti speciali e per arredamento come media ponderata, è influenzato Abbigliamento in modo determinante dai risultati delle Confezionisti Maglifici grandi-grandissime aziende. Per questo Accessori Meccanotessile motivo è sembrato opportuno fornire anche un diverso binario di lettura, incentrato Totale settori distretto * pesato per la quota di addetti nell area sul totale addetti Fonte: elaborazioni Centro Studi CTN su dati Bvdep - Aida sull andamento del valore mediano, ovvero del valore che ripartisce a metà la popolazione. Per fissare le idee, per esempio, nel caso dei ricavi il valore mediano in un certo anno è quello per cui il 50% del campione in quell anno presenta un importo dei ricavi superiore e l altro 50% un importo inferiore. 40. Si tratta di una situazione tipica che riguarda la maggior parte delle variabili economiche, come ricavi, valore aggiunto, numero di addetti etc. 28 Centro studi Confindustria Toscana Nord

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