Management. Dipartimento di Management
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1 Management Dipartimento di Management Università Sapienza 27/11/2013
2 Contesto storico evolutivo La teoria comportamentista nasce nella seconda metà degli anni Trenta del secolo scorso, intesa a coniugare i principi della teoria classica dell organizzazione con la visione della Scuola delle Relazioni Umane. E sostanzialmente, alla concezione classica di un organizzazione funzionante come una macchina perfettamente razionale che procede secondo programmi prestabiliti dall alto e i cui membri non sono altro che ingranaggi, contrappone una visione dell organizzazione come sistema naturale, adattivo e influenzato dalle persone che vi operano, sia a livello individuale sia a livello di gruppi che spontaneamente si formano 2
3 Contesto storico evolutivo Nel corso dei famosi esperimenti condotti tra il 1927 e il 1932 presso gli Hawthorne Plants, la scuola delle Relazioni Umane sviluppa una visione dell organizzazione vista non più solo come un sistema relativamente chiuso di autorità formale, di norme codificate, di tecniche e di funzioni preordinate o preordinabili e di individui dal comportamento esso pure predicibile, ma anche come un sistema di sentimenti e aspettative 3
4 Contesto storico evolutivo Il bisogno di appartenenza, la tensione tra leadership formale e informale, le norme tacite per il controllo della produttività, i premi e le sanzioni di tipo non monetario, i sentimenti di antagonismo e solidarietà, i motivi di lamentela e soddisfazione vengono eletti a variabili centrali di quello che è, nella letteratura statunitense, il primo e più noto tentativo organico di interpretare la realtà dell impresa non nei suoi aspetti tecnici e puramente economici, ma in quelli psicosociologici 4
5 Contesto storico evolutivo All avvio dell approccio teorico contribuisce Chester J. Barnard, alto dirigente della Bell Telephone Company, che nel 1938 pubblica The Function of the Executive, un testo destinato a divenire un classico della letteratura manageriale per l originalità della costruzione concettuale e la profondità delle analisi ivi sviluppate. 5
6 Contesto storico evolutivo I due motivi di fondo che rendono il contributo di Barnard una pietra miliare nello sviluppo della teoria manageriale sono: a) l intuizione che gli aspetti formali e quelli informali nelle organizzazioni non sono contrapposti, ma costituiscono le due facce di un unica realtà, e b) l aver esplicitato che le funzioni dirigenziali si manifestano non tanto nell esercizio formale del comando, quanto nell abilità di mediare tra le differenti istanze interne all organizzazione 6
7 Contesto storico evolutivo Barnard parte dalla considerazione che l organizzazione è una combinazione di elementi formali e informali scaturente dall esigenza di conseguire in una dimensione cooperativa risultati altrimenti irraggiungibili per i singoli. A suffragio di questa sua riflessione ricorre ad un efficace suggestione letteraria: la parabola del masso. 7
8 Definizione e contenuto concettuale Nel campo del pensiero organizzativo, la maggiore alternativa teorica al funzionalismo è rappresentata fin dagli anni 1940 dalla scuola comportamentista di Herbert Simon, il cui oggetto di analisi sono i comportamenti umani all interno delle organizzazioni. 8
9 Definizione e contenuto concettuale La rivoluzione avviata da Simon si fonda su tre punti: 1. La decisione è l oggetto fondamentale della conoscenza organizzativa. 2. L uomo dispone di una razionalità limitata. 3. Riprendere il modello proposto da Barnard sull equilibrio tra incentivi e contributi come principio generale di funzionamento di un organizzazione. 9
10 Definizione e contenuto concettuale Alcuni autori ritengono che sia necessario valutare le relazioni fra stakeholder e management basandosi su attributi quali: potere, legittimità e urgenza; laddove il potere viene distinto in : potere coercitivo (basato su forza, violenza o pressione); potere utilitaristico (basato su risorse materiali o finanziarie); potere normativo (basato su risorse simboliche). 10
11 Definizione e contenuto concettuale Il lavoro di Simon muove dalla critica radicale dei principi di amministrazione presentati dalla scuola classica come delle verità universali e inoppugnabili. Secondo questi principi, l efficienza di un organizzazione tende ad aumentare se si specializzano i compiti in seno al gruppo di lavoro, si assegnano i componenti del gruppo a una sola gerarchia di autorità, si restringe l ambito del controllo ad un piccolo numero di dipendenti e si raggruppano quest ultimi secondo criteri coerenti come fine, procedimenti, clientela e luogo di lavoro. 11
12 Definizione e contenuto concettuale Simon analizza tali criteri per dimostrarne l inconsistenza: - il principio di specializzazione - il principio di unità di comando - il principio dell ambito di controllo - il principio che sancisce che l efficienza cresce se il personale viene raggruppato secondo fine, procedimenti, clientela e territorio. 12
13 Definizione e contenuto concettuale Simon distingue tra giudizi di fatto e giudizi di valore. Se i primi sono descrizioni del mondo sensibile e del modo nel quale il soggetto opera, e sono giudizi empirici di cui è sempre possibile verificare se sono veri o falsi, i secondi esprimono l opzione per uno stato di cose ritenuto desiderabile e hanno un valore etico e ottativo. 13
14 Definizione e contenuto concettuale Simon interpreta le decisioni come un processo in cui specifici mezzi vengono scelti per raggiungere dati fini. L adeguatezza dei mezzi è oggetto di giudizi di fatto e la desiderabilità del fine è oggetto di giudizi di valore. Se in Weber alla razionalità rispetto allo scopo corrisponde la burocrazia, in Simon ai giudizi di fatto corrisponde la scienza dell amministrazione. 14
15 Schemi interpretativi generali influenti Diversi sono gli schemi generali individuabili alla base di questa teoria. Il primo è sicuramente quello della sopravvivenza, che rappresenta la finalità ultima di ogni sistema vitale. In ragione di ciò è necessario che le decisioni ed i processi, all interno dell organizzazione, siano orientati a criteri di efficacia ed efficienza, in modo da assicurarne la sopravvivenza. 15
16 Schemi interpretativi generali influenti La distinzione tra efficacia ed efficienza, inoltre, introduce un ulteirore schema generale, quello che distingue tra interno ed esterno. In particolare, l efficienza si colloca al livello del singolo sistema, laddove, al contrario, l efficacia riguarda il contesto; poiché il processo di contestualizzazione si sostanzia nell individuazione di una porzione di ambiente antropomorficamente determinato dallo specifico soggetto decisore che è, appunto, esterno al sistema vitale, il riferimento allo schema generale citato è esplicito. 16
17 Schemi interpretativi generali influenti Uno schema generale influente può ancora essere ricondotto a quello che Simon, nell introduzione a Il comportamento amministrativo, identifica come schema dell albero; esso si riferisce ad una particolare rappresentazione figurata dei processi decisionali che, secondo l autore, possono rappresentarsi appunto come un albero: con un certo numero di rami connessi ad ogni punto di decisione, così che l individuo deve scegliere a ciascuno di tali punti il ramo più idoneo da seguire. 17
18 L albero della conoscenza Pagina 18
19 Critiche e prospettive Il dilemma tra teorie normative e descrittive dell organizzazione ha caratterizzato gli studi organizzativi fino agli anni ottanta costituendo una tensione dialettica tra il decidere e l agire. Gli studi sociologici, ad esempio, hanno privilegiato la tensione verso la descrizione, presumendo che l azione abbia comunque un suo significato ed una sua umanità, mentre quelli manageriali hanno espresso la tensione verso la prescrizione, assumendo che l azione debba essere basata sulla ragione 19
20 Critiche e prospettive Gli studi cognitivisti, considerati parte dell approccio simbolico e culturale delle organizzazioni, approdano allo studio sull apprendimento organizzativo e sul knowledge management. Il comportamento organizzativo viene considerato una rete complessa di decisioni, tesa ad influenzare la condotta di coloro che operano all interno dell organizzazione. Il processo decisionale dell organizzazione viene, dunque, modellato su quello individuale, orientando l azione all obiettivo per tendere all adattamento. 20
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