ORIGINI E OBIETTIVI DEL DIRITTO DELLA CONCORRENZA NELL U.E.: DAL TCE AL TRATTATO DI LISBONA

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1 ORIGINI E OBIETTIVI DEL DIRITTO DELLA CONCORRENZA NELL U.E.: DAL TCE AL TRATTATO DI LISBONA Per comprendere appieno la disciplina della concorrenza è necessario ricostruirne le origini e la sua evoluzione nell ambito del processo di integrazione europea, così da individuarne la ratio e gli obiettivi e riconoscere a tale disciplina il giusto ruolo nella realizzazione del mercato comune. Per questo occorre ripercorrere le tappe storiche dei trattati dal 1957 al 2009, che hanno consentito di pervenire a quella che oggi è considerata una dimensione economica, giuridica e sociale del mercato. Il 25 marzo 1957 viene sottoscritto a Roma il TRATTATO ISTITUTIVO della Comunità economica europea (TCEE). È il trattato internazionale che ha fondato la CEE ed è stato firmato insieme al trattato che istituisce la Comunità europea dell energia atomica (TCEEA): insieme sono chiamati trattati di ROMA. Dopo l entrata in vigore del trattato di Maastricht, il nome del trattato è stato variato in trattato che istituisce la Comunità europea (TCE) e poi ancora in trattato sul funzionamento dell Unione europea (TFUE), al momento dell entrata in vigore del trattato di Lisbona. Questo trattato rappresenta ancora oggi la base legale di numerose decisioni adottate dall Unione europea, pur avendo subito rilevanti modifiche a seguito dell approvazione dei successivi trattati. Il TCE prevedeva: l eliminazione dei dazi doganali tra gli Stati Membri; l istituzione di una tariffa doganale esterna comune; l introduzione di politiche comuni nel settore dell agricoltura e dei trasporti; la creazione di un Fondo sociale europeo; l istituzione della Banca europea degli investimenti; lo sviluppo della cooperazione tra gli Stati Membri. Per raggiungere siffatti obiettivi il trattato pone alcune linee guida e definisce il quadro per l attività legislativa delle istituzioni comunitarie, con specifica attenzione alla politica agricola comune (artt ), alla politica dei trasporti (artt ) e alla politica commerciale comune (artt ). Il mercato comune ha alle sue basi quattro libertà fondamentali: libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci e dei capitali, che avrebbe dovuto realizzarsi in un periodo di dodici anni, in tre fasi successive (art. 8). Il 14 giugno 1985 viene sottoscritto l ACCORDO di SCHENGEN (ufficialmente Accordo fra i governi degli Stati dell Unione economica Benelux, della Repubblica federale di Germania e della Repubblica francese relativo all eliminazione graduale dei controlli alle frontiere comuni). È un trattato internazionale firmato tra Benelux, Germania Ovest e Francia, che prevedeva la creazione di uno spazio comune tramite una progressiva eliminazione dei controlli sia delle merci sia delle persone, alle frontiere comuni tra i cinque Stati interessati. L accordo è stato il primo passo del cosiddetto acquis di Schengen, che dal 1999 è stato integrato nel quadro istituzionale e giuridico dell Unione europea. Per acquis di Schengen si intende un insieme di norme e disposizioni, integrate nel diritto dell Unione europea, volte a favorire la libera circolazione dei cittadini all interno del cosiddetto spazio Schengen, regolando i rapporti tra gli Stati che hanno siglato detta Convenzione. Il 17 febbraio 1986 viene sottoscritto l ATTO UNICO EUROPEO che è l accordo consolidato che ha emendato i trattati di Roma del L atto è stato firmato a Lussemburgo ed è entrato in vigore il 1º luglio

2 L atto è stato elaborato per soddisfare due necessità improrogabili: completare il processo di costruzione del mercato interno, ormai fermo dopo le crisi economiche degli anni Settanta e gettare le fondamenta dell Unione politica. Il 7 febbraio 1992 viene sottoscritto il TRATTATO DI MAASTRICHT, o trattato sull Unione europea (TUE). È un trattato che è stato firmato nei Paesi Bassi, dai dodici paesi membri dell allora Comunità Europea, oggi Unione europea, che stabilisce le regole politiche e i parametri economici e sociali necessari per l ingresso dei vari Stati aderenti nella suddetta Unione. È entrato in vigore il 1º novembre Il 2 ottobre 1997 viene sottoscritto il TRATTATO DI AMSTERDAM che rappresenta uno dei trattati fondamentali dell Unione europea ed è il primo tentativo di riformare le istituzioni europee in vista dell allargamento. È stato firmato dagli allora 15 paesi dell Unione europea ed è entrato in vigore il 1º maggio Il trattato di Amsterdam è caratterizzato dai seguenti profili: rinumerazione degli articoli dei trattati comunitari; formalizzazione e regolamentazione della cosiddetta cooperazione rafforzata ; incorporamento degli Accordi di Schengen nel cosiddetto primo pilastro ; la dichiarazione che l UEO è parte integrante del processo di integrazione europea; introduzione dell occupazione nel primo pilastro ; inserimento dell Accordo Sociale (firmato da 14 paesi) nel primo pilastro. formalizzazione della astensione costruttiva in seno al consiglio europeo. Il testo del trattato si compone di 15 articoli, 13 protocolli, 51 dichiarazioni comuni relative alle disposizioni dei trattati e dei protocolli ed 8 dichiarazioni di alcuni degli stati firmatari. L 11 dicembre 2000 viene approvato al Consiglio europeo di Nizza il TRATTATO DI NIZZA, firmato il 26 febbraio È uno dei trattati fondamentali dell Unione europea. Dopo essere stato ratificato dagli allora 15 stati membri dell Unione europea, è entrato in vigore il 1º febbraio Contiene le riforme istituzionali da attuare in vista dell adesione di altri Stati. Il trattato di Nizza ha modificato il trattato di Maastricht (TUE) e i trattati di Roma (TCEE). Tale trattato riguarda le dimensioni e la composizione della commissione, la ponderazione dei voti in consiglio e l estensione del voto a maggioranza qualificata e infine le cooperazioni rafforzate tra i paesi dell Unione europea. Il trattato di Nizza in particolare introduce: una nuova ponderazione dei voti nel Consiglio dell Unione europea; una modifica della composizione della Commissione europea; un estensione della procedura di codecisione e modifica del numero di deputati al Parlamento europeo per ogni Stato membro; un estensione del voto a maggioranza qualificata per una trentina di nuovi titoli; una riforma per rendere più flessibile il sistema delle cooperazioni rafforzate; una nuova ripartizione delle competenze tra Corte e Tribunale. Nell ambito del Consiglio europeo di Nizza è stata solennemente proclamata la Carta dei diritti fondamentali dell Unione europea, che però non è entrata a far parte del trattato. Il il 13 dicembre 2007 viene sottoscritto il TRATTATO DI LISBONA, noto anche come trattato di riforma. È un trattato internazionale entrato ufficialmente in vigore il 1º dicembre Esso ha apportato ampie modifiche al trattato sull Unione europea e al trattato che istituisce la Comunità europea. Rispetto al precedente trattato di Nizza, abolisce i pilastri, provvede al riparto di competenze tra Unione e Stati membri e rafforza il principio democratico e la tutela dei diritti fondamentali, anche attraverso l attribuzione alla Carta di Nizza del medesimo valore giuridico dei trattati. 2

3 Il trattato di revisione di diritto internazionale recepisce gran parte delle innovazioni contenute nella Costituzione europea, conferma la forma di unione pattizia di Stati sovrani, in un ottica di continuità con i trattati modificati, eliminando alcuni elementi in essa contenuti. Rispetto a quel testo, sono state approvate a Bruxelles le seguenti modifiche: non si è arrivati a redigere un unico trattato (come la Costituzione europea), ma sono stati riformati i vecchi trattati. Il trattato di riforma ha modificato quindi il trattato sull Unione europea (TUE) e il trattato che istituisce la Comunità europea (TCE). Il primo ha mantenuto il suo titolo attuale, mentre il secondo è stato denominato Trattato sul funzionamento dell Unione europea (TFUE). Ad essi vanno aggiunti la Carta dei diritti fondamentali dell Unione europea e il trattato Euratom (quest ultimo non era stato integrato nella Costituzione europea); è stato tolto ogni riferimento esplicito alla natura costituzionale nel testo: sono stati eliminati i simboli europei e si è ritornati alla vecchia nomenclatura per gli atti dell UE; come denominazione degli atti normativi unionali tornano quindi le parole regolamenti e direttive (al posto delle leggi europee e leggi quadro europee ); vengono meglio delimitate le competenze dell UE e degli Stati membri, esplicitando che il travaso di sovranità può avvenire sia in un senso (dai Paesi all UE, come è sempre avvenuto) che nell altro (dall UE ai Paesi); aumentano i poteri dei Parlamenti nazionali che hanno più tempo per esaminare i regolamenti e le direttive; la concorrenza non è più ritenuta un obiettivo fondamentale dell UE, ma viene citata nel protocollo aggiuntivo n. 25; viene introdotta la possibilità di recedere dall UE (fino ad oggi, infatti, vi si poteva solo aderire). ************** La politica di concorrenza dell Unione europea (UE) è un elemento importante dell attività dell UE da quando fu istituita con il trattato di Roma nel La libertà di concorrenza a livello comunitario è regolata oggi nel TFUE (versione consolidata) al Titolo VII, Capo I, Sezione 1, in particolare agli artt (ex TCE). Il concetto base sancito dall art. 3 CE risiedeva nella convinzione che la concorrenza e le leggi di mercato garantiscono il buon funzionamento dello Spazio economico europeo. L obiettivo era quello di introdurre una serie di regole di concorrenza efficaci e ben sviluppate per far sì che il mercato europeo funzionasse correttamente e offrisse ai consumatori i vantaggi del libero mercato, in modo da creare un regime inteso a garantire che la concorrenza non sia falsata nel mercato interno. La politica comunitaria in materia di concorrenza si articola in cinque profili: a) divieto di pratiche concordate, accordi e associazioni tra imprese che possano pregiudicare il commercio tra gli Stati membri e che abbiano per oggetto o per effetto di impedire, restringere o falsare il gioco della concorrenza all interno del mercato comune; b) divieto, fin dove può essere pregiudizievole al commercio tra Stati membri, dello sfruttamento abusivo di una posizione dominante sul mercato comune; c) divieto di aiuti alle imprese (e controlli su di essi) da parte degli Stati membri, concessi utilizzando risorse statali, sotto qualsiasi forma, che possano falsare la concorrenza favorendo determinate imprese o produzioni; d) controllo preventivo sulle operazioni di concentrazione di dimensioni europee, autorizzando o vietando le previste alleanze; 3

4 e) liberalizzazione di alcuni settori in cui aziende pubbliche o private operano in una situazione di monopolio, quali il mercato delle telecomunicazioni e quello dei trasporti e dell energia. Le regole applicabili alle imprese sono contenute negli artt CE (ex 81-86), mentre gli artt (ex 87-89) riguardano gli aiuti concessi dagli Stati. Tra le norme sopra citate, l art. 101 prescrive il divieto delle intese; l art. 102 vieta l abuso di posizione dominante; l art. 106 riguarda le imprese pubbliche e le imprese incaricate della gestione di servizi di interessi economico generale; infine, gli artt riguardano aspetti di carattere procedurale. Di seguito si riporta il testo degli artt. 101 e 102 del TFUE. Titolo VI Norme comuni sulla concorrenza, sulla fiscalità e sul ravvicinamento delle legislazioni Capo I Regole di concorrenza Sezione 1 Regole applicabili alle imprese Articolo 101 (ex articolo 81 del TCE) 1. Sono incompatibili con il mercato interno e vietati tutti gli accordi tra imprese, tutte le decisioni di associazioni di imprese e tutte le pratiche concordate che possano pregiudicare il commercio tra Stati membri e che abbiano per oggetto o per effetto di impedire, restringere o falsare il gioco della concorrenza all interno del mercato interno ed in particolare quelli consistenti nel: a) fissare direttamente o indirettamente i prezzi d acquisto o di vendita ovvero altre condizioni di transazione; b) limitare o controllare la produzione, gli sbocchi, lo sviluppo tecnico o gli investimenti; c) ripartire i mercati o le fonti di approvvigionamento; d) applicare, nei rapporti commerciali con gli altri contraenti, condizioni dissimili per prestazioni equivalenti, così da determinare per questi ultimi uno svantaggio nella concorrenza; e) subordinare la conclusione di contratti all accettazione da parte degli altri contraenti di prestazioni supplementari, che, per loro natura o secondo gli usi commerciali, non abbiano alcun nesso con l oggetto dei contratti stessi. 2. Gli accordi o decisioni, vietati in virtù del presente articolo, sono nulli di pieno diritto. 3. Tuttavia, le disposizioni del paragrafo 1 possono essere dichiarate inapplicabili: - a qualsiasi accordo o categoria di accordi fra imprese, - a qualsiasi decisione o categoria di decisioni di associazioni di imprese, e a qualsiasi pratica concordata o categoria di pratiche concordate, che contribuiscano a migliorare la produzione o la distribuzione dei prodotti o a promuovere il progresso tecnico o economico, pur riservando agli utilizzatori una congrua parte dell utile che ne deriva, ed evitando di: a) imporre alle imprese interessate restrizioni che non siano indispensabili per raggiungere tali obiettivi; b) dare a tali imprese la possibilità di eliminare la concorrenza per una parte sostanziale dei prodotti di cui trattasi. 4

5 Articolo 102 (ex articolo 82 del TCE) È incompatibile con il mercato interno e vietato, nella misura in cui possa essere pregiudizievole al commercio tra Stati membri, lo sfruttamento abusivo da parte di una o più imprese di una posizione dominante sul mercato interno o su una parte sostanziale di questo. Tali pratiche abusive possono consistere in particolare: a) nell imporre direttamente od indirettamente prezzi d acquisto, di vendita od altre condizioni di transazione non eque; b) nel limitare la produzione, gli sbocchi o lo sviluppo tecnico, a danno dei consumatori; c) nell applicare nei rapporti commerciali con gli altri contraenti condizioni dissimili per prestazioni equivalenti, determinando così per questi ultimi uno svantaggio per la concorrenza; d) nel subordinare la conclusione di contratti all accettazione da parte degli altri contraenti di prestazioni supplementari, che, per loro natura o secondo gli usi commerciali, non abbiano alcun nesso con l oggetto dei contratti stessi. 5

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