Lo sviluppo della comunicazione prelinguistica
|
|
- Lelia Fortunato
- 7 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Lo sviluppo della comunicazione prelinguistica
2 DUE importanti transizioni: - transizione dalla comunicazione non intenzionale alla comunicazione intenzionale - transizione dalla comunicazione gestuale alla comunicazione verbale
3 Responsività sociale: capacità del bambino di riconoscere il volto, la voce umani e di percepire il movimento autonomo (non dovuto a forze esterne) caratteristico degli esseri animati ambiente umano ambiente fisico Attività sociale: pianto, sorriso, espressioni facciali come indicatori di disagio, dolore, gioia, piacere. Il bambino è in grado di imitare (neuroni specchio, Meltzoff, 1990; Rizzolatti, 1996). Sincronia, contingenza, coordinazione e alternanza dei turni nell interazione madre bambino.
4 1. Come si comunica prima di saper parlare? 1. Cosa lega la comunicazione preverbale al linguaggio? 1. Come gli adulti parlano ai bambini?
5 Cosa serve per poter comunicare? Qualcosa da comunicare Attenzione condivisa Qualcuno a cui comunicare Teoria della mente Sistema di comunicazione Espressioni facciali Gesti
6 La nascita della comunicazione intenzionale 3 mesi: interazione ciclica a onde e imitazione reciproca. Interazione diadica: 3-9 mesi: routine di azioni condivise coordinate e assunzione bambino di ruoli convenzionali adulto e bambino nella diade madre bambino. oggetto La comunicazione riguarda la diade stessa piuttosto che un tema o argomento esterno La partecipazione del alla bambino diade è sempre più attiva: spettatore anticipante agente negoziatore
7 La nascita della comunicazione intenzionale 8-12 mesi: attenzione condivisa su un determinato oggetto con un altra Interazione persona triadica: Situazione triangolare bambino adulto oggetto mesi: il bambino Riferimento diventa sociale capace non solo di seguire ma di dirigere l attenzione altrui verso un evento esterno.
8 La comunicazione intenzionale Distinguere i mezzi dai fini Usare intenzionalmente strumenti sociali Esistono due forme di utilizzo di strumenti sociali: 1. Richiestiva: il bambino usa l adulto per ottenere un oggetto desiderato 1. Dichiarativa: il bambino usa un oggetto per ottenere l attenzione dell adulto
9 La comunicazione intenzionale Per produrre una richiesta il bambino deve poter: Coordinare l attenzione verso l oggetto e verso una persona Riconoscere le persone come agenti autonomi Usare segnali prodotti a distanza per influenzare il comportamento dell interlocutore Per produrre una dichiarazione il bambino deve poter: Adottare i comportamenti necessari per produrre una richiesta Comprendere l interlocutore come dotato di stati psicologici
10 Intenzione richiestiva e dichiarativa ADULTO (mezzo) OGGETTO (mezzo) Intenzione richiestiva Attribuzione di agentività Cambiamento nell ambiente esterno Intenzione dichiarativa Attribuzione di stati interni Cambiamento nello stato interno del destinatario OGGETTO (scopo) ADULTO (scopo)
11 La Teoria della Mente Capacità di spiegare in termini psicologici il comportamento proprio e altrui. L interlocutore è rappresentato come soggetto dotato di stati mentali e che intrattiene relazioni psicologiche con gli oggetti Il gesto di indicare con funzione dichiarativa è un precursore della teoria della mente
12 Il sorriso Inizialmente riflesso (REM). 5 6 settimane: sorriso in risposta a stimolazioni piacevoli 2 3 mesi: sociale e segnala il riconoscimento del contenuto della stimolazione
13 due tre settimane: SUONI PRE-PIANTO: suoni di natura vegetativa (ruttini, sbadigli, etc) e suoni legati al pianto. uno due mesi: REAZIONI CIRCOLARI VOCALICHE: nuovi suoni (strilli, gorgogli, etc.) attraverso i quali il neonato inizia a giocare in modo sistematico che vengono prodotti anche in situazioni di calma e benessere. due tre mesi: IMITAZIONI VOCALICHE: il bambino imita i suoni prodotti dal genitore (e viceversa).
14 tre sei mesi: SUONI VOCALICI e CONSONANTICI (questi ultimi non prima dei 5 mesi). I vocalizzi del bambino si inseriscono nella conversazione dell adulto proto-conversazione. sei sette mesi: LALLAZIONE CANONICA: il bambino è in grado di produrre sequenze consonante vocale (CV) con le stesse caratteristiche delle sillabe ma, da, etc. (CVCVCV lallazione reduplicata). dieci dodoci mesi: LALLAZIONE VARIATA: strutture sillabiche complesse e lunghe duda, bada (CV1CV2) PROTO PAROLE: non parole che anche se non hanno un significato di per sé, lo assumo se vengono utilizzate consistentemente in determinati contesti.
15 Per l italiano la forma delle protoparole è CV x 2 Es. tata dada Es. Pallo per dire Paolo, in presenza del dittongo Es. mella per dire caramella, eliminando le due sillabe che precedono l accento. I suoni raggiungono la maturità articolatoria in tempi diversi 1. nasali (n; m) 2. occlusive bilabiali (p; b) 3. apicodentali (t; d) 4. occlusive velari (k; g) 5. fricative labiodentali (f; v)
16 La comunicazione gestuale 9 mesi: gesti deittici Esprimono l intenzione comunicativa del parlante Il contenuto referenziale è presente nel contesto. Indicare, Mostrare, Richiedere Si caratterizzano per tre proprietà: sono usati con intenzione comunicativa sono convenzionali si riferiscono ad un oggetto o evento esterno Sono accompagnati da sguardo alternato verso l adulto e l oggetto e delle volte da suoni di sforzo o lamento (intenzionalità)
17 Gesto deittico
18 L indicare -È universale -È uno dei gesti più efficaci per comunicare senza linguaggio -Rende il bambino attivo e in grado di farsi capire Quando? La maggior parte dei bambini inizia ad indicare entro i 12 m Alta variabilità Quanto? Dal 12 al 18 mese di vita il gesto dell indicare diventa sempre più frequente, stabilizzandosi verso la fine. La frequenza del gesto indicare prodotto in un determinato arco di tempo varia moltissimo da bambino a bambino ed è in relazione con la frequenza del gesto dell indicare eseguito dall interlocutore.
19 - Il gesto dell indicare è accompagnato dal controllo visivo sul destinatario (12m 16m), compare dapprima con funzione richiestiva e successivamente con funzione dichiarativa. - Il gesto dell indicare è accompagnato da vocalizzi fino a m, periodo in cui è sostituito da espressioni linguistiche come la denominazione e la deissi. - Dai 9m in poi il bambino è in grado di comprendere il gesto dell indicare prodotto dal suo interlocutore - A 12 m il bambino è in grado di orientarsi verso gli oggetti indicati dall adulto solo se rientrano nel suo campo visivo. - A 18 m il bambino è in grado di orientarsi correttamente anche se gli oggetti sono dietro alle sue spalle
20 La comunicazione gestuale Fine del primo anno: i bambini diventano capaci di adeguare i propri segnali comunicativi all interlocutore: 12 mesi: indicazione e sguardo all oggetto 16 mesi: sguardo all adulto indicazione sguardo all adulto. 12 mesi: si sviluppano i gesti referenziali o rappresentativi: esprimono un intenzione comunicativa rappresentano un referente specifico stabile acquisiti all interno di routines sociali e per imitazione utilizzati a scopo comunicativo e non come schemi di azione o gioco simbolico.
21 Gesti rappresentativi
22 Gesti e sviluppo del linguaggio Produzione del gesto di indicare a 12 e 16 mesi comprensione linguistica e ampiezza del vocabolario a 20 mesi. Precocità di comparsa del gesto di indicare (< 12 mesi) maggiori capacità linguistiche espressive e recettive a 24 mesi. Gesti deittici e rappresentativi favoriscono la produzione di enunciati di due elementi (gesto-gesto, gesto-parola) Relazione tra gesto e sviluppo linguistico: Specifica: entrambi componenti del meccanismo innato di acquisizione del linguaggio con comune capacità di comunicare Generale: l indicazione attiva lo scambio verbale con l adulto acquisizione del linguaggio
23 Comunicazione preverbale nell autismo Disturbo linguistico in tutte le fasi di sviluppo Difficoltà nell attenzione condivisa e nell interazione triadica (non utilizzo del riferimento sociale) L indicazione è usata quasi esclusivamente con funzione richiestiva I gesti referenziali sono rari e poco vari rispetto ai bambini con sviluppo tipico
24 Comunicazione preverbale nella Ritardo globale sindrome di Down Non mostrano difficoltà nell attenzione condivisa e nell interazione triadica Facilità nell indicazione dichiarativa e difficoltà nei comportamenti di richiesta di un oggetto o di aiuto Uso di gesti referenziali e deittici prodotti in quantità e varietà maggiori rispetto ai bambini con sviluppo tipico.
25 Comunicazione preverbale nella sindrome di Williams Difficoltà nel partecipare ad interazioni triadiche, (nell iniziare e nel rispondere all attenzione condivisa) La modalità comunicativa gestuale compare in ritardo ed è limitata La loro produzione di gesti di indicazione, sia con funzione dichiarativa che richiestiva, sembra deficitaria repertorio gestuale più limitato rispetto ai bambini con SD In una fase di sviluppo successiva profilo simile a quello dei bambini tipici per la produzione gestuale e repertorio vocale più ampio
26 Comunicazione preverbale nei bambini sordi Bambini sordi figli di genitori udenti (non esposti a un input nella lingua dei segni) esprimono in forma non verbale la stessa gamma di funzioni semantiche e intenzioni pragmatiche di quelle espresse verbalmente dai bambini udenti più piccoli. Le strutture linguistiche gestuali utilizzate sono più complesse di quelle gestuali di bambini udenti non esposti all uso dei segni, ma più semplici dei segni di bambini sordi esposti alla lingua dei segni. Producono combinazioni di due o più gesti rappresentativi (assenti nei bambini udenti).
27 Questionario sull uso del gesto di indicare nel bambino (Q-POINT) A chi è rivolto? Genitori del bambino Cosa valuta? L intenzione legata al gesto di indicare in contesti di vita quotidiana A quale età? Bambini che hanno appena iniziato ad indicare, indipendentemente dall età cronologica Come è strutturato? Due sezioni di 11 item riferite a situazioni differenti in cui l indicazione può essere usata dal bambino nelle due diverse modalità: A. Indicazione richiestiva B. Indicazione dichiarativa
28 Esempi di item della sezione destinata alla rilevazione del gesto di indicare richiestivo A. Il bambino indica col dito qualcosa che desidera? Se sì, quali dei seguenti esempi si sono effettivamente verificati con suo figlio / sua figlia? Quanto frequentemente? A1. Indica un giocattolo che non riesce a prendere da solo 1-2 volte Varie volte A2. Indica l acqua o il cibo che vuole A4. Indica un luogo dove vuole andare A7. Indica qualcosa che vede in un negozio e che vorrebbe avere
29 B5. Indica nella direzione di un rumore insolito o improvviso Esempi di item della sezione di rilevazione del gesto di indicare dichiarativo B. Il bambino indica col dito qualcosa che lo interessa per condividere il suo interesse con qualcun altro? Se sì, quali dei seguenti esempi si sono effettivamente verificati con suo figlio / sua figlia? Quanto frequentemente? B1. Indica un velivolo o un uccello che vola B2. Indica un immagine appesa al muro, come un quadro o una fotografia, in un luogo non familiare B4. Indica un animale in casa o fuori 1-2 volte Varie volte
30 Valutazione del profilo gestuale del bambino Il profilo del bambino può risultare: Assenza: non padroneggia nessuna delle due intenzioni Richiestivo: padroneggia solo l intenzione richiestiva Dichiarativo: padroneggia solo l intenzione dichiarativa Compresenza: padroneggia entrambe le intenzioni
31 Affidabilità e utilità del questionario mesi: profilo maggiormente richiestivo sono pochi i casi si verifica un profilo di compresenza e mai uno dichiarativo. Il questionario può essere utile per : prima valutazione screening
32 Prova di imitazione/produzione verbale e gestuale (Thal e Bates, 1988) A chi è rivolto? A bambini da 12 a 36 mesi. Come avviene la somministrazione? Scheda 1 -Il somministratore estrae, seduto davanti al bambino, i giochi, uno ad uno, e li poggia sul tavolo davanti a lui attirando la sua attenzione. -Si aspetta che spontaneamente il bambino produca qualcosa relativamente all oggetto proposto ma se il bambino esita o non rivolge l attenzione sull oggetto, il somministratore può sollecitarlo. -Si trascrive la produzione del bambino come: Gestuale: se il bambino ha prodotto lo schema d azione con l oggetto Verbale: se il bambino ha prodotto il nome dell oggetto
33 Scheda 2 e 3 -L esaminatore mostra al bambino 3 sequenze di gioco che chiede al bambino di riprodurre: fare il bagno ad un orsetto di peluche; mettere a dormire l orsetto di peluche; dare da mangiare all orsetto di peluche. -Il somministratore estrae gli oggetti necessari per la sequenza, dice la frase introduttiva (es. oh guarda! L orsetto ha tanta fame!) e prosegue mostrando al bambino tutta la sequenza. -Il somministratore chiede al bambino di ripetere la sequenza esattamente come l ha appena eseguita lui, motivando la richiesta (es. ma l orsetto ha ancora tanta fame. Ora dagli da mangiare tu proprio come abbiamo fatto adesso ). -Il somministratore prende nota delle fasi della sequenza prodotte dal bambino, del loro ordine e del linguaggio eventualmente prodotto durante l esecuzione.
34 E uno strumento utilissimo sia a livello di screening che nella fase di approfondimento diagnostico. Perché?
35 Linguaggio e gioco simbolico Esiste una forte relazione tra la funzione ludica, ed in particolare l attività simbolica, con lo sviluppo cognitivo e linguistico. Il gioco del far finta, come il linguaggio, implica l uso di simboli. Stimola il pensiero astratto, la creatività, l abilità di soluzione di problemi e l autocontrollo. Nel gioco simbolico il bambino attua la rappresentazione di realtà non reali, come nel linguaggio utilizza in modo convenzionale i suoni e le parole.
36 Lo sviluppo del gioco simbolico 12 mesi: schema di azione con gli oggetti. Il bambino è soggetto del gioco simbolico (es: finge di dormire anche se non ha sonno), o utilizza oggetti reali o giocattoli molto simili agli oggetti che è abituato ad usare ( es: finge di bere da una tazza) mesi: il bambino compie azioni di far finta su altri (es: spazzola i capelli di una bambola o dà il telefono ad un adulto), ripete lo stesso schema su più personaggi (es: dà da mangiare con un cucchiaio a se stesso e alla bambola), e può sostituire un oggetto con un altro (oggetto neutro) che non richiama direttamente l oggetto sostituito (ad: una matita al posto del pettine; un cubetto al posto di una macchinina).
37 24 30 mesi: capacità di attuare una sequenza di azioni simboliche nell ordine giusto (es: prepara e mangia il cibo); combina sequenze e può interpretare il ruolo di un'altra persona (es: gioca a fare la mamma ). Quando gioca con i pupazzi riesce ad attribuire ad essi un ruolo attivo facendo compiere loro azioni (es: la bambola dà la pappa al cagnolino) mesi: il bambino è dipendente dagli oggetti presenti nel contesto: si impegna nella drammatizzazione per brevi periodi di tempo e impara a negoziare temi riguardanti eventi familiari (es: cucinare, dar da mangiare alle bambole). In età prescolare molta della produzione di gioco di far finta consiste in attività o eventi della vita quotidiana rievocati in maniera canonica. Dopo i 36 mesi: il gioco simbolico assomiglia sempre più ad una drammatizzazione: un gruppo di bambini collabora nello svolgimento di un tema nel quale assumono dei ruoli, seguendone le regole di comportamento. La drammatizzazione è centrata sulle persone e non sugli oggetti ed è una forma molto evoluta di gioco simbolico.
38 Gioco simbolico e sviluppo linguistico I bambini cominciano a produrre le prime parole quando cominciano ad usare simboli non verbali anche nel gioco. Dai 22 a 28 mesi di età il numero di differenti schemi di gioco in sequenza correla in modo significativo con lo sviluppo sintattico.
39 Come gli adulti parlano ai bambini? Motherese o Baby Talk (BT): versione più semplificata della lingua materna. Quali sono le sue caratteristiche? Frasi brevi Numerose ripetizioni Tono esageratamente alto Produzione lenta e fluente Pause lunghe Solitamente rivolto a bambini di 4 mesi e maggiormente presente nelle interazioni faccia a faccia
40 Il BT è accompagnato da comportamenti non verbali che connotano affettivamente la comunicazione. Esso assolve a due funzioni rilevanti: Analitica: permette al b. di elaborare il materiale linguistico ascoltato Sociale: permette al b. di sperimentare uno scambio comunicativo efficace
41 BT e aspetti lessicali Vezzeggiativi, diminutivi, onomatopee e versioni infantili di parole di uso comune Il vocabolario è ristretto a circa 100 parole di contenuto riferite a oggetti, persone e aggettivi qualificativi I pronomi sono generalmente sostituiti dai nomi Con l età del bambino aumenta la varietà lessicale e diminuisce il legame con il contesto immediato
42 BT e aspetti sintattici Il linguaggio è più semplice rispetto a quello parlato tra adulti Il discorso è ben formato rispetto alla grammatica (meno false partenze, interruzioni) La complessità sintattica delle frasi aumenta con l età del bambino e varia in base al contesto d interazione (racconto di storie vs gioco libero) L effettiva presenza del bambino determina le caratteristiche linguistiche del linguaggio usato
43 BT e aspetti pragmatici Tendenza a evitare forme linguistiche poco trasparenti Enunciati prodotti dal genitore mirano a: Fornire informazioni Dare istruzioni Controllare il comportamento del bambino Fare commenti di natura affettiva Enunciati prodotti dal genitore assolvono a due funzioni: Controllo: dirigere l attività del bambino Conversazione: sollecitare/mantenere lo scambio comunicativo
44 BT e funzioni comunicative Il repertorio materno assolve a cinque funzioni: 1.Tutoria 2.Didattica 3.Di Conversazione 4.Di Controllo 5.Asincronica La funzione tutoria rimane stabile nel tempo, le funzioni didattica e di conversazione aumentano nel tempo, le funzioni di controllo e asincronica diminuiscono con l età.
45 Riepilogo Aspetti lessicali Aspetti sintattici Aspetti pragmatici Ampiezza del vocabolario Varietà lessicale Composizione del vocabolario Concretezza del lessico LME Enunciati senza verbo Numero di verbi per enunciato Numero di ausiliari per verbo Proporzione di frasi subordinate Tipologia di frasi Direttive Richieste di informazioni Descrizioni Denominazioni Commenti Ripetizioni
46 BT e finalità Pedagogica: BT come lezioni di lingua Feedback: il genitore aggiusta il linguaggio in base alla capacità di comprensione del piccolo parlante (interesse a parlare CON e non a parlare A) Conversazionale: il genitore permette al b. di agire come un vero e proprio partner comunicativo
47 BT e ritmo di acquisizione Ruolo Causale Ruolo Marginale Relazione positiva tra misure linguistiche materne e linguaggio del bambino a 9 mesi (studio su bambini con stessa età e stesso livello di abilità linguistica) Relazione positiva tra uso di dichiarative delle madri e produzione dei verbi nei bambini e tra espansioni delle madri e lunghezza media dell enunciato dei bambini e ausiliari Relazione positiva esclusivamente tra uso di interrogative e produzione di ausiliari nei bambini (correlazione tra linguaggio materno tra i 12 e i 27 mesi e il linguaggio del b. 6 mesi dopo)
48 BT e stili di acquisizione Lo stile interattivo della madre influenza lo stile di acquisizione del linguaggio del bambino: referenziale o espressivo Le mamme dei bambini referenziali producono più descrizioni, centrando il discorso sull attività del bambino e sul contesto circostante. I commenti sono sugli oggetti Le mamme dei bambini espressivi producono più comandi per dirigere il comportamento dei bambini. I commenti sono sulle persone, routine conversazionali e giochi sociali
49 BT e sviluppo atipico Genitori più direttivi e meno responsivi (più istruzioni e ordini a differenza di espansioni e commenti) RM: linguaggio del genitore più semplice e direttivo (deprivazione verbale) se confrontato con quello del genitore con figlio con sviluppo tipico di pari EC SD: minor utilizzo delle funzioni comunicative del BT DSL: genitore non è collegato semanticamente agli enunciati del bambino
50 Sordi con genitori udenti: linguaggio del genitore molto semplificato e maggiormente direttivo rispetto a quello utilizzato dal genitore con figlio udente Sordi con genitori sordi: i segni sono prodotti dal genitore nel campo visivo del bambino e riferiti al contesto nel quale l interazione ha luogo Ciechi: minor utilizzo di frasi dichiarative e maggior utilizzo di frasi interrogative e imperative. Impiego di direttive e richieste di azione. Denominazioni e utilizzo di etichette con rare espansioni o ripetizioni.
Sviluppo del linguaggio MG Baglietto
Sviluppo del linguaggio MG Baglietto Neuropsichiatria Infantile Istituto G. Gaslini Genova Componenti del Linguaggio 1) Componente fonologica: uso dei suoni, delle vocali e delle consonanti La FONOLOGIA
DettagliComunicare prima di parlare
Abilità preverbali Nelcorsodelprimoannodivitailbambino: impara a interagire con gli adulti (attenzione condivisa) impara a comunicare intenzionalmente con gesti e suoni, attivando e/o modificando il comportamento
DettagliCap.3 Il farsi del lessico
Cap.3 Il farsi del lessico i prerequisiti della denominazione Intorno alla fine del suo primo anno di vita il bambino comunica intenzionalmente tramite: il mostrare il dare l indicare Queste azioni sono
DettagliParlare ai bambini che imparano a parlare
Parlare ai bambini che imparano a parlare Il ruolo dell ambiente linguistico nell acquisizione del linguaggio In che modo le caratteristiche di una data lingua influenzano il processo di acquisizione del
DettagliLo sviluppo del linguaggio nel bambino
Lo sviluppo del linguaggio nel bambino Caratteristiche distintive del linguaggio Capacità comunicativa Linguaggio Creatività Chi parla una lingua è capace di produrre una grande varietà di messaggi combinando
DettagliDiagnosi differenziale tra sordità e autismo. Magda Di Renzo Istituto di Ortofonologia
Diagnosi differenziale tra sordità e autismo Magda Di Renzo Comunicazione e linguaggio Autismo deficit primario Sordità deficit secondario Sensorialità integra. Deficit nella simbolizzazione Sensorialità
DettagliImparare a parlare è una abilità complessa Ma come fanno i bambini a imparare a parlare?
Imparare a parlare è una abilità complessa Ma come fanno i bambini a imparare a parlare? QUALCOSA SULLE TEORIE SULL ACQUISIZIONE DEL LINGUAGGIO Piaget: il linguaggio è una conquista della transizione dall
DettagliLo sviluppo del linguaggio
Lo sviluppo del linguaggio Natura del linguaggio e dei suoi sottoinsiemi: Suono: fonologia Significato: semantica Lessico Morfologia Sintassi Contesto : pragmatica Funzioni comunicative Conversazione,
DettagliBisogni educativi speciali per i soggetti con Disturbi Pervasivi dello Sviluppo. Paola Venuti
DALLA DIAGNOSI AL PROGETTO EDUCATIVO A.D.O.S. Bisogni educativi speciali per i soggetti con Disturbi Pervasivi dello Sviluppo Paola Venuti AUTISTIC DIAGNOSTIC OBSERVATION SCALE (ADOS) Osservazione del
DettagliLo sviluppo del linguaggio
dalla fisiologia alla patologia Segnali di Rischio del DSA Lo sviluppo del linguaggio QUESTIONARIO Pre-requisiti del linguaggio orale Prime parole Prime frasi Completamento produzione frasale Completamento
DettagliCOMPORTAMENTI PROBLEMA E COMUNICAZIONE NELLA SINDROME AUTISTICA
COMPORTAMENTI PROBLEMA E COMUNICAZIONE NELLA SINDROME AUTISTICA comunicazione forma di relazione sociale con cui le persone interagiscono fra loro, si scambiano infor mazioni, mettono in comune esperienze.
DettagliCORSO AGGIUNTIVO PER LE ATTIVITÀ FORMATIVE PER GLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP NELLA SCUOLA A.A. 2014/15. Dr.ssa Giusy Gallo
LINGUAGGI VERBALI CORSO AGGIUNTIVO PER LE ATTIVITÀ FORMATIVE PER GLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP NELLA SCUOLA DELL'INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA A.A. 2014/15 Dr.ssa Giusy Gallo Quarta lezione Sviluppo
DettagliPROGETTO OTTO PASSI AVANTI. I CAMPANELLI DI ALLARME DEI DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO Dr. Manuela Orrù Pediatra Associazione Culturale Pediatri
PROGETTO OTTO PASSI AVANTI I CAMPANELLI DI ALLARME DEI DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO Dr. Manuela Orrù Pediatra Associazione Culturale Pediatri Le 5 aree di funzione * Capacità motorie grossolane *
DettagliComunicazione Vs. Linguaggio
Comunicazione Vs. Linguaggio Comunicazione: rete di scambi di informazioni e di relazioni sociali sirealizzaall internodiungruppo(naturasociale) ne costituisce la base dell interazione e delle relazioni
DettagliComunicare e parlare
Lo sviluppo del lessico Fase I Fase II 12-16 mesi circa 17-22 mesi circa L ampiezza del vocabolario si attesta in media sulle 10 parole Maggiore rapidità nell acquisire nuove parole Può assumere la forma
DettagliIntervento educativo focalizzato sulla promozione delle competenze sociocomunicative
Intervento educativo focalizzato sulla promozione delle competenze sociocomunicative Giovanni Valeri U.O.C. Neuropsichiatria Infantile Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma INTERACT (Bonifacio e Stefani,2010)
DettagliCURRICOLO D ISTITUTO
INTERAZIONE ORALE RICEZIONE ORALE CLASSE PRIMA messaggi verbali orali, chiede spiegazioni, svolge i compiti secondo le indicazioni date in lingua straniera dall insegnante. Comprendere istruzioni ed espressioni
DettagliCi sono ricerche che evidenziano un apprendimento già nell ultimo trimestre di gravidanza: reazione diversa a suoni ambientali o voci Appena nati
Ci sono ricerche che evidenziano un apprendimento già nell ultimo trimestre di gravidanza: reazione diversa a suoni ambientali o voci Appena nati preferiscono voci femminili, in particolare quella materna
DettagliElementi di Psicologia dello Sviluppo (II modulo) Mirco Fasolo
Elementi di Psicologia dello Sviluppo (II modulo) Mirco Fasolo mirco.fasolo@unimib.it Bibliografia Testi obbligatori - D amico, Devescovi (2003). Comunicazione e linguaggio nei bambini. Carocci: Roma.
DettagliTraccia di analisi della competenza linguistica e comunicativa. Usa il linguaggio verbale sì no. Usa il corpo per esprimere le sue emozioni sì no
Traccia di analisi della competenza linguistica e comunicativa a cura di Francesco De Renzo (Facoltà di Studi Orientali, Sapienza-Università di Roma) Comunicazione Interazione In che modo comunica e interagisce:
Dettagli1) Quale studioso ha ipotizzato l'esistenza di un dispositivo innato per l'acquisizione del linguaggio?
Capitolo V. Esercizi 1) Quale studioso ha ipotizzato l'esistenza di un dispositivo innato per l'acquisizione del linguaggio? a. Chomsky b. Skinner c. Vygotskij 2) Secondo Piaget l'acquisizione del linguaggio:
DettagliCondivisione dell attenzione e comunicazione intenzionale. Margherita Orsolini
Condivisione dell attenzione e comunicazione intenzionale Margherita Orsolini Intenzionalità nelle azioni con gli oggetti Quando un azione è intenzionale l uso di un mezzo (o strumento) non si fonda su
DettagliCURRICOLO VERTICALE ITALIANO
Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Istituto Comprensivo R. Franceschi Via Concordia, 2/4-20090 Trezzano sul Naviglio (MI) Tel. 02 48 40 20 46 - Fax 02 48 49 01 97 E-mail: segreteria@icfranceschi.gov.it
DettagliLA PRIMA INFANZIA LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO
LA PRIMA INFANZIA LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO 1 Comunicazione verbale La capacità specificamente umana di comunicare verbalmente implica due tipi di competenze: linguistiche, capire e produrre frasi significative
DettagliI discorsi e le parole
I discorsi e le parole stabilire/applicare regole Sapersi relazionare con i pari, gli adulti e il gruppo classe Ascoltare storie, racconti ed esperienze Conoscere codici differenti: - linguaggio orale
DettagliCaselli, Casadio, 1995; Caselli, Pasqualetti, Stefanini, 2007). L ultima parte del secondo capitolo è stata dedicata all osservazione nel contesto
Presentazione La relazione esistente tra la competenza sociale e lo sviluppo comunicativo e linguistico rappresenta l oggetto del presente lavoro, nato dall interesse per un particolare contesto di vita
Dettagli-I DISCORSI E LE PAROLE-
A.S. 2014/2015 MINISTERO DELL ISTRUZIONE DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA Istituto Comprensivo Palena-Torricella Peligna Scuola dell Infanzia, Primaria e Secondaria di 1 grado Palena (CH) SCUOLA DELL INFANZIA
DettagliCLASSE IV -UNITA DI APPRENDIMENTO N 1 ASSE DEI LINGUAGGI VERBALI (Italiano, Inglese, Francese) TITOLO I like English
CLASSE IV -UNITA DI APPRENDIMENTO N 1 ASSE DEI LINGUAGGI VERBALI (Italiano, Inglese, Francese) TITOLO I like English COMPETENZE di asse (I traguardi sono riconducibili al Livello A1 del Quadro Comune Europeo
DettagliLINGUA INGLESE CLASSE PRIMA NUCLEI TEMATICI OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO COMPETENZE. Comprendere vocaboli, istruzioni, espressioni di uso quotidiano
LINGUA INGLESE (comprensione orale) Comprendere brevi messaggi orali e scritti relativi ad ambiti familiari Parlato (produzione e interazione orale) Descrivere oralmente, in modo semplice, aspetti del
DettagliPsicologia dello sviluppo Corso I Z C. di L. in Scienze e Tecniche Psicologiche
Psicologia dello sviluppo Corso I Z C. di L. in Scienze e Tecniche Psicologiche Dott.ssa Paola Cerratti cerratti.psy@hotmail.it Ai fini dell'esame non è necessario studiare le slides contrassegnate dal
Dettagli7. GESTIRE L ESITO DEL BILANCIO LOGOPEDICO DEGLI ASPETTI COMUNICATIVI
1. GESTIRE LE CONOSCENZE SUL LINGUAGGIO A LENTA COMPARSA I bambini che presentano una fase di partenza del linguaggio più rallentata a 18 mesi (ritardo transitorio) e che assumono un ritmo di sviluppo
DettagliTRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE : ASCOLTO E PARLATO (COMPRENSIONE, PRODUZIONE E INTERAZIONE ORALE)
TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE : ASCOLTO E PARLATO (COMPRENSIONE, PRODUZIONE E INTERAZIONE ORALE) ( Ragiona sulla lingua...) Scopre la presenza di lingue diverse, riconosce sperimenta la pluralità dei
DettagliLINGUAGGIO E COMUNICAZIONE. d.ssa A. Giaquinta
LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE d.ssa A. Giaquinta Linguaggio e Comunicazione Linguaggio: capacità di associare suoni e significati attraverso regole grammaticali Due funzioni: Funzione comunicativa Funzione
DettagliFRANCESE. Classe TERZA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO. SEZIONE A: Traguardi formativi e percorsi didattici
FRANCESE Classe TERZA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO COMPETENZE SPECIFICHE LINGUA ORALE Ascoltare e comprendere un linguaggio di classe sempre più articolato Ascoltare, comprendere ed eseguire istruzioni
DettagliCap.3 Il farsi del lessico
Cap.3 Il farsi del lessico i prerequisiti della denominazione Intorno alla fine del suo primo anno di vita il bambino comunica intenzionalmente tramite: il mostrare il dare l indicare Queste azioni sono
DettagliPIANI DI STUDIO LINGUA ITALIANA
Istituto Comprensivo Taio PIANI DI STUDIO LINGUA ITALIANA Primo biennio Classe Seconda ANNO SCOLASTICO 2017-2018 Competenza 1 1. Interagire e comunicare verbalmente in contesti di diversa natura Attenzione
DettagliVADEMECUM LOGOPEDICO
VADEMECUM LOGOPEDICO Le tappe di sviluppo dai 10 mesi ai 6 anni 2018 2019 Imparole Cernusco sul Naviglio Milano Seveso Tra 10 14 mesi COSA CI ASPETTIAMO-> sviluppo comunicativo-linguistico tipico Lallazione
DettagliLingua Straniera. Sviluppare curiosità nei confronti di documenti sonori. Identificare parole note in L 2. Usare semplici espressioni di interazione.
Lingua Straniera Classe Prima e Seconda Per far familiarizzare il bambino con una nuova realtà fonologica si darà ampio spazio ad attività di ascolto/ricezione. pertanto saranno privilegiate le attività
DettagliTeorie sull acquisizione del linguaggio
Teorie sull acquisizione del linguaggio I principali problemi intorno al linguaggio sono: 1. Ruolo dei fattori genetici e di quelli ambientali 2. Rapporti tra il linguaggio e il pensiero/cognizione 3.
DettagliDott.ssa Ljuba Da Gioz
Dott.ssa Ljuba Da Gioz PREMESSA Il sistema comunicativo è complesso. Per utilizzarlo efficacemente il bambino deve: Analizzare e segmentare i suoni linguistici che ascolta, per identificare le diverse
DettagliLO SVILUPPO LINGUISTICO NEI BAMBINI
LO SVILUPPO LINGUISTICO NEI BAMBINI PICCOLI CONSIGLI PER GRANDI CHIACCHIERONI COME RICONOSCERE I SEGNALI DI DIFFICOLTA DI LINGUAGGIO? COME AVVIENE L ACQUISIZIONE DEL LINGUAGGIO?. Apprendimento incidentale.
DettagliUNITÀ DI APPRENDIMENTO ITALIANO 1. ASCOLTO Terze Bornato Cazzago - Pedrocca
NUMERO UNITÀ D APPRENDIMENTO 1 ASCOLTO ARTICOLAZIONE DELL 1. Interagire in una conversazione formulando domande e dando risposte pertinenti 2. Comprendere l argomento e le informazioni di discorsi affrontati
DettagliALLA FINE DELLA CLASSE QUARTA L ALUNNO È IN GRADO DI Competenza Abilità Conoscenze. Quando ascolta l alunno è in grado di:
ISTITUTO COMPRENSIVO BASSA ANAUNIA - DENNO PIANO DI STUDIO DI ITALIANO CLASSE QUARTA Competenza 1: Interagire e comunicare verbalmente in contesti di diversa natura ALLA FINE DELLA CLASSE QUARTA L ALUNNO
DettagliIstituto Comprensivo di Pralboino Curricolo Verticale
ITALIANO CLASSE 2 a PRIMARIA ASCOLTO E PARLATO -L allievo partecipa a scambi comunicativi (conversazione, discussione di classe o di gruppo) con compagni e insegnanti rispettando il turno e formulando
DettagliASCOLTARE E COMPRENDERE
ASCOLTARE E COMPRENDERE PROGRAMMAZIONE PER ALUNNI NEOARRIVATI Saper ascoltare e comprendere semplici e brevi messaggi orali ricorrenti nel linguaggio della classe e relativi ad aspetti concreti della vita
DettagliPsicologia dello sviluppo Corso I Z C. di L. in Scienze e Tecniche Psicologiche. Dott.ssa Paola Cerratti
Psicologia dello sviluppo Corso I Z C. di L. in Scienze e Tecniche Psicologiche Dott.ssa Paola Cerratti cerratti.psy@hotmail.it Fase pre-linguistica: Suoni e gesti (0-10 mesi) Le fasi dello sviluppo comunicativo
DettagliISTITUTO COMPRENSIVO BASSA ANAUNIA - DENNO PIANO DI STUDIO DI ITALIANO CLASSE SECONDA
ISTITUTO COMPRENSIVO BASSA ANAUNIA - DENNO PIANO DI STUDIO DI ITALIANO CLASSE SECONDA Competenza 1: Interagire e comunicare verbalmente in contesti di diversa natura. Interagire e comunicare verbalmente
DettagliChi, Come, Quando e Perché? Chiedere un consulto ad uno specialista dell età evolutiva. Dott.ssa Giulia Schettini, Logopedista presso Centro KonTe
Chi, Come, Quando e Perché? Chiedere un consulto ad uno specialista dell età evolutiva Attenzione condivisa 9 mesi TAPPE LINGUISTICHE NELLO SVILUPPO TIPICO 2-4 mesi Primi vocalizzi 6-7 mesi Babbling o
DettagliManuale Critico dell Asilo Nido
Manuale Critico dell Asilo Nido Sezione terza I BAMBINI Dott.ssa 8 marzo 2013 Nella strutturazione dei processi cognitivi e affettivi. quale l incidenza dei rapporti con i coetanei, nelle situazioni di
DettagliCompetenza : 1. Comunicazione efficace Indicatore: 1.1 Comprensione
SCUOLA DELL INFANZIA I DISCORSI E LE PAROLE Comunicazione, lingua, cultura Competenza : 1. Comunicazione efficace Indicatore: 1.1 Comprensione Descrittori 3 anni Descrittori 4 anni Descrittori 5 anni 1.1.1
DettagliPROGETTAZIONE ANNUALE PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE: ITALIANO Scuola primaria A. Sabin - CLASSI PRIME - Anno scolastico 201 /201
PROGETTAZIONE ANNUALE PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE: ITALIANO Scuola primaria A. Sabin - CLASSI PRIME - Anno scolastico 201 /201 TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE ASCOLTO E PARLATO ABILITÀ
DettagliLO SVILUPPO DEL LESSICO. Comprensione e Produzione delle prime parole
LO SVILUPPO DEL LESSICO Comprensione e Produzione delle prime parole COS È IL LESSICO? Ø Dizionario mentale che permette di: immagazzinare le conoscenze relative alle parole della propria lingua recuperare
DettagliSCUOLA PRIMARIA DI CORTE FRANCA LINGUA CLASSE SECONDA OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO. Micro- obiettivi
SCUOLA PRIMARIA DI CORTE FRANCA LINGUA CLASSE SECONDA OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Nuclei Macro- obiettivi al termine della classe terza Ascolto e parlato Prendere la parola negli scambi comunicativi (dialogo,
DettagliLINGUA INGLESE - CLASSE PRIMA. Formule di saluto. Colori e numeri fino al 10. Parti del corpo ed azioni legate al movimento. Membri della famiglia
LINGUA INGLESE - CLASSE PRIMA ASCOLTARE, LEGGERE E COMPRENDERE Ascoltare, leggere e comprendere singole parole riferite a strutture ed ambiti lessicali affrontati. Ascoltare, leggere e comprendere comandi
DettagliIstituto Comprensivo Luigi Capuana Mineo Anno Scolastico 2018/2019
Istituto Comprensivo Luigi Capuana Mineo Anno Scolastico 2018/2019 CURRICOLO DI: ITALIANO SCUOLA: PRIMARIA CLASSI: 2^A-2^B-2^C INDICATORI OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO CONOSCENZE (saper) ABILITA /COMPETENZE
DettagliSpazio, tempo e relazione: strategie di intervento. Disturbo dello Spettro Autistico
Spazio, tempo e relazione: strategie di intervento nei bambini con Disturbo dello Spettro Autistico Mantova, 19 e 21 ottobre 2015 Lucia Nannini - TNPEE Simona Rebecchi - Logopedista Marina Sensati - TNPEE
DettagliTRACCIA PER LA BIOGRAFIA SCOLASTICA E LINGUISTICA DEGLI ALUNNI STRANIERI IN USCITA
TRACCIA PER LA BIOGRAFIA SCOLASTICA E LINGUISTICA DEGLI ALUNNI STRANIERI IN USCITA Anno scolastico ( Classe quinta Scuola Primaria e Classe terza Scuola Secondaria di primo grado) Dati personali - Cognome:..
DettagliPER PARLARE IL BAMBINO APPRENDE:
PER PARLARE IL BAMBINO APPRENDE: Vengono definiti come specifici quei disturbi del linguaggio che sono selettivi e cioè che compromettono lo sviluppo del linguaggio in assenza di un problema neurologico,
DettagliCLASSE PRIMA LINGUA INGLESE COMPETENZA CHIAVE (Racc. UE 18/12/2006) LA COMUNICAZIONE NELLE LINGUE STRANIERE
COMPETENZE SPECIFICHE DELLA CLASSE PRIMA TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE * (Indicazioni per il curricolo 2012) OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Comprendere il significato di semplici istruzioni e
DettagliCurriculo Verticale I.C. Artena
TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE Curriculo Verticale I.C. Artena TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE DI LINGUA INGLESE E SECONDA LINGUA COMUNITARIA DALLA FINE DELLA SCUOLA DELL INFANZIA
DettagliI.C. Francesco Cilea via Cilea 269 Roma
(al termine della classe Terza della Scuola Primaria). conosce le principali differenze fonetiche rispetto alla lingua madre e comprende semplici messaggi verbali orali. Ascolto (Listening) CLASSE PRIMA
DettagliPROGRAMMAZIONE ANNUALE DI ITALIANO
Istituto Comprensivo Luciano Manara Scuola Primaria Luciano Manara - Carlo Poma - San Giusto ***** PROGRAMMAZIONE ANNUALE DI ITALIANO CLASSI SECONDE A.S. 2016/17 I BIMESTRE NUCLEI TEMATICI ASCOLTO E PARLATO
DettagliGRIGLIA DI OSSERVAZIONE DELLA SITUAZIONE LINGUISTICA ALUNNO..NAZIONALITÀ LINGUA D ORIGINE.. CLASSE CAMPO D OSSERVAZIONE. Data di rilevazione
GRIGLIA DI OSSERVAZIONE DELLA SITUAZIONE LINGUISTICA ALUNNO..NAZIONALITÀ LINGUA D ORIGINE.. CLASSE CAMPO D OSSERVAZIONE. Data di rilevazione ASPETTI FONOLOGICI Confonde nella pronuncia e nello scritto:
DettagliPROGRAMMAZIONE DIDATTICA DI ITALIANO
PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DI ITALIANO CLASSE PRIMA OBIETTIVI 1. PRODUZIONE E COMPRENSIONE DELLA LINGUA ORALE: ASCOLTARE, COMPRENDERE, PARLARE 1.1 Ascoltare e comprendere semplici messaggi 1.2 Ascoltare
DettagliORA PARLO IO - INFANZIA
ORA PARLO IO - INFANZIA Progetto di alfabetizzazione linguistica per alunni stranieri non italofoni. INFANZIA DI VIA FIRENZE RESPONSABILE DEL PROGETTO : MONETTI ROBERTA La presenza di bambini di madrelingua
DettagliScala B: Linguaggio e Comunicazione
Scala B: Linguaggio e Comunicazione Scala B B Linguaggio Comunicazione Linguaggio Espressivo Linguaggio Recettivo Linguaggio Espressivo Linguaggio Recettivo Scala B- Costrutti In generale valuta: gli intenti
DettagliB. Comprendere istruzioni, argomento e informazioni principali di discorsi affrontati in classe
OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO CLASSE TERZA ITALIANO A ) ASCOLTARE 1 1. Mantenere l'attenzione, ponendosi in modo attivo durante l'ascolto 1. Ascoltare comunicazioni orali di diverso tipo, individuando
DettagliOBIETTIVI MINIMI DI ITALIANO
OBIETTIVI MINIMI DI ITALIANO TERZA NUCLEI TEMATICI OBIETTIVI SPECIFICI COMPETENZE VERIFICHE ASCOLTARE Ascoltare e comprendere comandi, istruzioni, regole. Seguire una conversazione e comprendere ciò di
DettagliDISCIPLINA LINGUA INGLESE CURRICOLO VERTICALE SCUOLA PRIMARIA CLASSE PRIMA
DISCIPLINA LINGUA INGLESE CURRICOLO VERTICALE SCUOLA PRIMARIA CLASSE PRIMA OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO relative ai testi in uso o alle varie attività proposte. ASCOLTO (COMPRENSIONE ORALE) Comprendere brevi
DettagliITALIANO. CONOSCENZE (i saperi)
Classe quarta ITALIANO NUCLEI ESSENZIALI ASCOLTO Strategie d ascolto Traguardi di SVILUPPO di COMPETENZA Comprende testi orali diretti o trasmessi cogliendone il senso, le informazioni principali e lo
DettagliI bambini vengono al mondo con la motivazione e la capacità per cominciare a stabilire un immediata relazione sociale con chi li cura.
LE ABILITA SOCIALI I bambini vengono al mondo con la motivazione e la capacità per cominciare a stabilire un immediata relazione sociale con chi li cura. Volkmar Le difficoltà sociali dell autistico non
DettagliPROGETTAZIONE INGLESE CLASSI PRIME
PROGETTAZIONE INGLESE CLASSI PRIME TRAGUARDI DI COMPETENZA CONOSCENZE ABILITA -Comprende il significato di parole e brevi espressioni relativi al proprio vissuto e del proprio ambiente -Vocaboli -Semplici
DettagliSCHEDA INTERVENTO. Servizio:.
PROGETTO DI SPERIMENTAZIONE SUI TRATTAMENTI EDUCATIVO-COMPORTAMENTALI NELLA CURA DEI BAMBINI AUTISTICI Biennio 2006-2007. SCHEDA INTERVENTO USL n: Servizio:. MINORE Cognome Data di nascita Età di accesso
DettagliCOMPETENZA CHIAVE COMUNICAZIONE NELLA MADRELINGUA
COMPETENZA ITALIANO COMPETENZA CHIAVE COMUNICAZIONE NELLA MADRELINGUA Definizione: è la capacità di esprimere e interpretare pensieri,sentimenti e fatti in forma sia in forma orale che scritta (comprensione
DettagliCURRICOLO VERTICALE LINGUA INGLESE TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE SCUOLA DELL INFANZIA SCUOLA PRIMARIA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
CURRICOLO VERTICALE LINGUA INGLESE TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE SCUOLA DELL INFANZIA SCUOLA PRIMARIA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Il bambino: ascolta e comprende brevi messaggi orali;
DettagliIstituto Comprensivo Gandhi a.s. 2014/2015. Curricolo di Lingua Italiana Scuola dell Infanzia Campo di esperienza I discorsi e le parole
Istituto Comprensivo Gandhi a.s. 2014/2015 Curricolo di Lingua Italiana Scuola dell Infanzia Campo di esperienza I discorsi e le parole TRAGUARDI DI COMPETENZA Usa la lingua italiana, arricchisce e precisa
Dettaglie come iniziare COMUNICAZIONE quando Romano Federica Educatrice professionale presso il Centro abilitativo F. Faroni a Brescia
COMUNICAZIONE quando e come iniziare Romano Federica Educatrice professionale presso il Centro abilitativo F. Faroni a Brescia 1 Perché parlare di comunicazione? Compromissione quantitativa e qualitativa
DettagliABILITA DI IMITAZIONE
Curriculum di base ABILITA DI IMITAZIONE : 1. saper imitare movimenti grosso motori 2. saper imitare azioni con oggetti 3. saper imitare movimenti fini motori 4. saper imitare movimenti bocco-fonatori
DettagliCLINICA DEI DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO (ASD) Dr Roberto Keller Centro pilota Regione Piemonte ASD in età adulta
DISTURBI DEL NEUROSVILUPPO: AUTISMO/I CORSO RISERVATO AI DOCENTI COORDINATORI D ISTITUTO PER L AUTISMO CLINICA DEI DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO (ASD) Dr Roberto Keller Centro pilota Regione Piemonte
DettagliTRAGUARDI DI SVILUPPO DELLE COMPETENZE
UNITA DI APPRENDIMENTO N. 1 SETTEMBRE OTTOBRE Disciplina: ITALIANO Utenti destinatari: CLASSI SECONDE Denominazione: DI NUOVO INSIEME Competenze chiave europee Comunicare nella madre lingua Imparare ad
DettagliALLEGATO N.3 PROTOCOLLO DI RETE VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE LINGUISTICHE ASSOCIATE AL QUADRO DI RIFERIMENTO PER LIVELLI (Q.R.E.
ALLEGATO N.3 PROTOCOLLO DI RETE VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE LINGUISTICHE ASSOCIATE AL QUADRO DI RIFERIMENTO PER LIVELLI (Q.R.E.) data di compilazione / / a cura di classe di inserimento LINGUA ORALE 1
DettagliMETODI DI RICERCA E DI VALUTAZIONE IN PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO
METODI DI RICERCA E DI VALUTAZIONE IN PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO LUMSA 2016-17 Dott.ssa Giulia Pecora giulia.pecora@uniroma1.it Lo sviluppo comunicativo e linguistico nella prima infanzia Perché valutare
DettagliMETODI DI RICERCA E DI VALUTAZIONE IN PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO
METODI DI RICERCA E DI VALUTAZIONE IN PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO LUMSA 2017-18 Dott.ssa Giulia Pecora giulia.pecora@uniroma1.it Lo sviluppo comunicativo e linguistico nella prima infanzia Perché valutare
DettagliPROGETTAZIONE ANNUALE PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE: ITALIANO
PROGETTAZIONE ANNUALE PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE: ITALIANO Scuola primaria A. Sabin - CLASSI SECONDE - Anno scolastico 201 /201 TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE ASCOLTO E PARLATO L alunno
DettagliSCUOLA PRIMARIA DI CORTE FRANCA LINGUA CLASSE TERZA OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO. Micro- obiettivi
SCUOLA PRIMARIA DI CORTE FRANCA LINGUA CLASSE TERZA OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Nuclei Macro- obiettivi al termine della classe terza Ascolto e parlato Prendere la parola negli scambi comunicativi (dialogo,
DettagliLA BELLEZZA IN TUTTE LE FORME: L ARTE delle forme e dei segni, l arte in gioco TUTTO L ANNO. Bambini anni TEMPI DESTINATARI
TITOLO UDA LA BELLEZZA IN TUTTE LE FORME: L ARTE delle forme e dei segni, l arte in gioco COMPITO IN SITUAZIONE Accompagnare i bambini nel loro cammino evolutivo alla scoperta del corpo, delle forme, spazio
DettagliPROGETTAZIONE DISCIPLINARE
PROGETTAZIONE DISCIPLINARE ITALIANO classe 3^ PER ASCOLTARE, COMPRENDERE E COMUNICARE ORALMENTE I Q. II Q. CONTENUTI /ATTIVITA 1a) Ascolto e comprensione di ciò che l insegnante e i compagni comunicano
DettagliCURRICOLO VERTICALE ITALIANO
Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Istituto Comprensivo R. Franceschi Via Concordia, 2/4-20090 Trezzano sul Naviglio (MI) Tel. 02 48 40 20 46 - Fax 02 48 49 01 97 E-mail: segreteria@icfranceschi.gov.it
DettagliLINGUA INGLESE CLASSE 4^
DISCIPLINA LINGUA INGLESE CLASSE 4^ LEGENDA per gli : A= Ascolto (comprensione orale) P = Parlato (produzione e interazione orale) L = Lettura (comprensione scritta) S = Scrittura (produzione scritta)
DettagliSTRUMENTI DI VALUTAZIONE
LABORATORIO STRUMENTI DI VALUTAZIONE DELLO SVILUPPO LINGUISTICO, MNESTICO E DELLE FUNZIONI EDUCATIVE La valutazione del linguaggio a.a. 2010-2011 Dott.ssa Paola Zanchi DI COSA PARLIAMO Il linguaggio e
DettagliSCUOLA DELL INFANZIA I DISCORSI E LE PAROLE TRE ANNI. Il bambino e la società in cui vive L'ambiente fisico, socioculturale
COMPETENZE Comprensione Ascolta e comprende brevi narrazioni. OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Ascoltare e comprendere brevi storie Individuare il personaggio principale e l azione in una storia. SCUOLA DELL
DettagliPotenziamento dell'area pragmatica Dott.ssa Roberta Nencioli Logopedista IRCCS Fondazione Stella Maris Calambrone (Pisa) Con la partecipazione di:
Potenziamento dell'area pragmatica Dott.ssa Roberta Nencioli Logopedista IRCCS Fondazione Stella Maris Calambrone (Pisa) Con la partecipazione di: La competenza pragmatica è la capacità di usare appropriatamente
DettagliINGLESE IL CURRICOLO DI BASE - OBIETTIVI SPECIFICI D APPRENDIMENTO SCUOLA PRIMARIA
INGLESE IL CURRICOLO DI BASE - OBIETTIVI SPECIFICI D APPRENDIMENTO SCUOLA PRIMARIA DELLA LINGUA ORALE DELLA LINGUA SCRITTA MONOENNIO I BIENNIO II BIENNIO Comprendere il senso globale di unità fonico-acustica
DettagliUNITÀ DI APPRENDIMENTO Inventa gioco
UNITÀ DI APPRENDIMENTO Inventa gioco UNITA DI APPRENDIMENTO Denominazione Scuola dell Infanzia / Scuola primaria Inventa-gioco Prodotti Cartellone con simboli e parole chiave Cartellone con immagini (foto
DettagliINGLESE SCUOLA PRIMARIA CLASSE QUINTA
INGLESE SCUOLA PRIMARIA CLASSE QUINTA TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE RELATIVI AD ASCOLTO (COMPRENSIONE ORALE) L alunno comprende brevi messaggi orali e scritti relativi ad ambiti familiari.
DettagliElaborati individuali e collettivi, costruzione del personaggio Silenzio foto
DENOMINAZIONE PRODOTTI COMPETENZE MIRATE UNITA' DI APPRENDIMENTO SCUOLA DELL INFANZIA ARRIVA IL SILENZIO Elaborati individuali e collettivi, costruzione del personaggio Silenzio foto competenze sociali
DettagliITALIANO COMPETENZE DISCIPLINARI E ABILITA. CONTENUTI (Suggerimenti)
NUCLLEI ITALIANO CONTENUTI (Suggerimenti) ASCOLTO 1. Comprendere parole e frasi relative ai più comuni atti comunicativi del parlato. 2. Comprendere brevi discorsi orali purché contenenti perlopiù parole
DettagliPsicologia dello sviluppo Corso I Z C. di L. in Scienze e Tecniche Psicologiche
Psicologia dello sviluppo Corso I Z C. di L. in Scienze e Tecniche Psicologiche Dott.ssa Paola Cerratti cerratti.psy@hotmail.it Ai fini dell'esame non è necessario studiare le slides contrassegnate dal
Dettagli