Università degli Studi di Enna Kore

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1 Università degli Studi di Enna Kore Corso di Studi in Servizio Sociale Insegnamento di Psicologia sociale La comunicazione non verbale Prof.ssa Irene Petruccelli e Dott. Salvo Noè, Psicologo psicoterapeuta formatore - Cultore della materia salvonoe@noecom.it Enna, 16 dicembre 2015 A.A

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3 Chi non ascolta, comunica male Le persone abituate ad ascoltare poco gli altri finiscono col non riuscire a farsi capire, un problema che si ripercuote sulla qualità della vita

4 Gli occhi, lo specchio dell anima mentre indagano il mondo rivelano anche par? importan? di noi

5 Lapsus: quando le parole svelano pensieri segre: Sono quelle che ci sfuggono al controllo razionale evidenziando l esistenza di mo7vazioni inconsce, desideri repressi e verità nascoste

6 La bocca parla anche senza parole! Smorfie e movimen7 di questa parte del volto comunicano ad un occhio a<ento emozioni e sen7men7

7 Le parole sincere "arrivano" sempre Solo una comunicazione auten?ca è davvero efficace; esprimere quel che si prova?ene al riparo dall'incomprensione e dalle relazioni ar?ficiali.

8 Stop ai lamen: Spesso crediamo che lamentarsi significhi liberarsi di quel che non va; al contrario in questo modo non facciamo che rinforzarlo;.

9 Per parlare bene con gli altri inizia da te stesso La comunicazione con se stessi può essere alterata da frasi faee che danno un'idea falsa di noi. Evi?amolo abbandonando le autodefinizioni

10 COMUNIC AZIONE quando si analizza la comunicazione umana si trascura con troppa facilità la estrema importanza che ha il CONTESTO in cui essa ha luogo

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13 I messaggi non si producono in una sorta di limbo Sono sempre inseri? in un contesto o cornice, in un senng o nell ambito di una relazione, Il contesto fornisce la prospenva, conferma il significato dei messaggi

14 COMUNIC AZIONE PRINCIPIO CARDINE NON SI PUÒ NON COMUNICARE

15 COMUNIC AZIONE lo studio della comunicazione umana si può dividere in tre categorie: SINTASSI STRUTTURA SEMANTICA SIGNIFICATO PRAGMATICA INFLUENZA

16 COMUNIC AZIONE UN AZIONE CHE DETERMINA UNA REAZIONE Affinchè questo avvenga c è bisogno di: EMITTENTE/I DESTINATARIO TIMING

17 COMUNIC AZIONE EMITTENTE/I TIMING DESTINATARIO/I PAROLA ASCOLTO CODICE CONDIVISO

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19 La programmazione neurolinguistica è il risultato dell opera di un matematico R. Bandler, e di un linguista J. Grinder. Nasce negli anni 70 Rigoroso pragmatismo operativo

20 Il lavoro di Bandler e Grinder è frutto di anni di ricerche orientate a scoprire quale fosse quel quid che permetteva a psicoterapeuti come Fritz Perls, Milton Erickson, Virginia Satir, di avere una costanza di risultati positivi talmente rilevante

21 La P.N.L è la disciplina che opera nell ambito dell esperienza soggettiva. Non si vincola ad alcuna teoria: ha invece lo status di un modello, di un insieme di procedimenti la cui misura di valore è l utilità, non la verità

22 Ogni comportamento è programmato sequenzialmente Ogni comportamento è il risultato di processi neurologici I processi neuronali vengono rappresenta:, ordina: in modelli e strategie awraverso il linguaggio.

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24 La comunicazione analogica è essenzialmente ogni?po di comunicazione non verbale La comunicazione digitale anene alle parole e quindi al contenuto

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26 10 INDICATORI RELAZIONALI 6 NON VERBALI 3 PARAVERBALI 1 VERBALE

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28 S:le relazionale non verbale. Presenza: armonica o disarmonica Sguardo: orientato o non (indicatore dell awenzione) Mimica facciale: (indicatore stato emo:vo), evidente, dinamica o Postura: (stato d animo), rilassata, fissa, mobile Gestualità: accentuata/non accentuata (indicatore ansia, nervosismo ) Prossemica: in:ma, personale, sociale (u:lizzo dello spazio)

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30 PROSSEMICA Il modo nel quale le persone tendono a disporsi in una determinata situazione, apparentemente casuale, è in realtà codificato da regole ben precise Zona in?ma (da 0 a 50 cen?metri) Zona personale (da 50 cm ad 1 metro) Zona sociale (da 1 m a 3 o 4 m) Zona pubblica (oltre i 4 m)

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32 S:le relazionale paraverbale Tono della voce: basso, medio, alto, variabile (stato d animo) Ritmo : veloce o lento Pause: frequen: o infrequen:

33 Il ritmo dato ad un discorso conferisce maggiore o minore autorevolezza alle parole pronunciate: parlare ad un ritmo lento, inserendo delle pause tra una frase e l'altra, dà un tono di solennità a ciò che si dice; al contrario parlare ad un ritmo elevato aeribuisce poca importanza alle parole pronunciate.

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35 SILENZIO Anche il silenzio rappresenta una forma di comunicazione nel sistema paralinguis?co, e le sue caraeeris?che possono essere fortemente ambivalen?: il silenzio tra due innamora? ha ovviamente un significato molto diverso rispeeo al silenzio tra due persone che si ignorano

36 Ap:ca L ap?ca è cos?tuita dai messaggi comunica?vi espressi tramite contaeo fisico. Anche in questo caso si passa da forme comunica?ve codificate (la streea di mano, il bacio sulle guance come saluto ad amici e paren?), ad altre di natura più spontanea (un abbraccio, una pacca sulla spalla).

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38 Contenuto fluente, chiaro, formale, informale, illogico, confusionario, pieno di interruzioni, insalata di parole

39 LE PAROLE

40 «Le parole che pronunci con convinzione emo2va diventano la vita che vivi, il tuo paradiso oppure il tuo inferno.» Anthony Robbins

41 Ricorda sempre che quando e?chenamo qualcosa con una parola, creiamo anche emozioni corrisponden?.

42 Mai, sempre, tub, nessuno... Un altro aspeeo fondamentale del nostro linguaggio sono le generalizzazioni

43 grazie per l a<enzione! DoW. Salvo Noè Psicologo psicoterapeuta formatore Cultore della materia presso l Università Kore di Enna Facebook: DoEor Noè mail: salvonoe@noecom.it