Progettazione e valutazione dei processi formativi. Indice

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Progettazione e valutazione dei processi formativi. Indice"

Transcript

1 INSEGNAMENTO DI PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE DEI PROCESSI FORMATIVI LEZIONE I LA PROGETTAZIONE DIDATTICA PROF. ANTONIO MARZANO

2 Indice 1 La progettazione come strumento per calibrare gli interventi formativi Funzioni della didattica La pedagogia per obiettivi Bibliografia di 20

3 Un alunno può ritrovarsi a lavorare con bravi insegnanti, o con meno bravi, in scuole innovative o tradizionali, sia nei metodi che nei contenuti. Bisogna porsi una serie di precise domande: che cosa garantisce agli allievi una comune base formativa? Come si possono ridurre le sperequazioni d'apprendimento indipendentemente da dove e con chi capita lo studente? Come si possono promuovere le potenzialità culturali e professionali di ciascuno? Gli insegnanti spesso non seguono l intero percorso formativo di una classe; precariato, trasferimenti, assenze interrompono il rapporto didattico: che cosa garantisce la continuità formativa del curricolo? Non solo: la scuola è ora meno che mai l'unica agenzia formativa; la formazione è un processo che accompagna l'individuo per tutta la durata della sua esistenza e non soltanto per gli anni di quella che viene comunemente definita l'età evolutiva. L'affermazione può sembrare scontata: in realtà è il punto chiave di tutto il discorso formativo. L'individuo apprende continuamente, prima di iniziare la scuola, durante e dopo. Quale è allora la peculiarità dell'apprendimento scolastico? La risposta sta nel fatto che tale apprendimento è organizzato, voluto e perseguito, che non è improvvisato, cieco o casuale. La complessità dei compiti affidati al formatore si presenta già dalle finalità educative generali: garantire a tutti e a ciascuno il massimo dell'apprendimento sviluppandone le potenzialità e nel rispetto delle caratteristiche personali. Data l'enorme varietà tra gli studenti come è possibile determinare percorsi formativi validi per tutti? Nella scuola non esistono costanti ma soltanto variabili spesso molto difficili da tenere sotto controllo: conoscenze, atteggiamenti, comportamenti, relazioni, risorse, ecc. sono elementi di un processo che si presenta sempre diverso ma che l'insegnante deve condurre ad un prodotto minimo garantito per tutti (conoscenze, abilità e competenze di base) e contemporaneamente ottimale per ogni allievo, differenziato e personalizzato. In questo quadro il docente riveste una molteplicità di ruoli, poiché è colui che predispone, che governa e che valuta i processi formativi. 3 di 20

4 Il formatore non è un artista che plasma le menti, ma un professionista che interviene in modo sistemico e sistematico mediante itinerari didattici specifici finalizzati alla padronanza, da parte dell'allievo, di abilità di base (conoscenze, comportamenti, atteggiamenti) e di competenze complesse (processi, metodi, percorsi). La progettazione degli interventi formativi si fonda sulla capacità di pensare strategicamente per organizzare le attività, per correlarle e calibrarle, per scegliere e produrre i materiali più opportuni, per valutarne l'impatto ed i risultati effettivamente raggiunti. Ma questo non può essere svolto da soli: si progetta lavorando/comunicando con i colleghi. Il lavoro in team con i colleghi presuppone il dialogo tra gli operatori, ed il dialogo è vincolato dalla condivisione del linguaggio professionale. Qual è il linguaggio professionale del docente? Esso presenta due aspetti: per un verso, è specifico alla disciplina che insegna, e che lo qualifica come esperto della materia, e, per l'altro, è specifico alla professione che svolge, nell'uso, e che lo qualifica come insegnante. Di queste problematiche parleremo nel corso del presente lavoro. 4 di 20

5 1 La progettazione come strumento per calibrare gli interventi formativi Per parlare di Progettazione Didattica, un primo accenno va fatto al concetto di Pedagogia perché avere un idea di pedagogia ci consente di affrontare meglio quello che può essere definito un momento specifico di essa qual è quello della didattica. In generale la Pedagogia è la scienza che orienta i processi fondamentali della formazione umana. In questo ambito vi sono altre scienze dell educazione e fra queste la didattica che possiamo, per il momento, definire come una scienza dell educazione che individua i contenuti e gli obiettivi dell insegnamento, il metodo ed il percorso che permette all istituzione educativa di veicolare il processo insegnamento/apprendimento verso le finalità stabilite. Gli elementi costitutivi di questa definizione sono molteplici. Per meglio esplicitarli cominciamo analizzando l etimologia della parola. La parola didattica, se ci riferiamo alla derivazione dalla lingua greca, trova l origine nei termini: didakticós, ad indicare tutto ciò che riguarda l azione dell insegnare; didascalía, insegnamento; didáskalos, maestro. Come si vede, i tre termini, nel loro significato, riportano al concetto di insegnamento e di insegnante. Nella lingua francese il termine didactique, che a sua volta deriva dal latino medioevale (ars) didàctica, significa arte dell insegnare. Oggi, in effetti, non possiamo tanto dire che l insegnamento è un arte quanto piuttosto che è una professione con le sue regole e le sue caratteristiche legate a specifici livelli di competenza. Questa ultima affermazione ci introduce a quella che è la domanda fondamentale a cui è chiamata a rispondere la didattica: come insegnare? Avere la conoscenza di contenuti culturali non basta per essere in grado di insegnarli. Conoscere, in altri termini, non è sinonimo di saper insegnare. Il problema è quindi il come si 5 di 20

6 insegna. Questo dipende da tanti fattori: il livello scolastico, l età degli allievi, le situazioni che nel concreto vengono a svolgersi. Ciò premesso, è possibile fornire una definizione più specifica: la Didattica è la scienza che si occupa di tutto quanto permette all insegnamento di tradursi in apprendimento; essa coordina i processi interpretativi che coinvolgono la cultura e la conoscenza. La didattica è una scienza (quindi con precise regole e criteri da rispettare) che si occupa di tutto quanto permette all insegnamento di tradursi in apprendimento. Il passaggio dall insegnamento all apprendimento è il momento cruciale di ogni intervento formativo. In tal senso lo studio dei modi dell insegnamento più efficaci, adeguati ed idonei ha come fine l apprendimento. L insegnamento non è efficace di per sé; lo diventa solo quando il discente apprende in maniera significativa. Per molto tempo si è ritenuto che il successo scolastico dipendesse, quasi esclusivamente, dalle capacità dell allievo. L intervento formativo, in tal contesto ideologico e culturale, non era considerato determinante per il buon esito della carriera scolastica dello studente. Successivamente si è ritenuto che la capacità sia una variabile dipendente (che può cioè essere modificata) e sulla quale con l insegnamento si può intervenire per ottenere l apprendimento desiderato. L azione didattica, quindi, diventa un punto cruciale. Gli elementi fondamentali che un insegnante deve conoscere e padroneggiare al fine di determinare le strategie didattiche più idonee e pertinenti sono: la materia da insegnare; i fini da raggiungere; gli aspetti psico-sociali dell alunno; il metodo didattico; le metodologie più idonee all azione didattica. Analizziamo i singoli punti. Conoscere la materia da insegnare è un requisito fondamentale e, anzi, abbastanza scontato. Non possiamo insegnare ciò che non conosciamo. Ma questo non basta, bisogna anche conoscere, aver ben chiari e precisati i fini, i risultati che si vogliono raggiungere. Conoscere il punto d arrivo, gli esiti formativi desiderati, significa essere in grado di definire le singole tappe del percorso d apprendimento. Conoscere gli aspetti psico-sociali dell alunno significa aver presente il contesto socio-culturale in cui ogni singolo allievo vive, i suoi 6 di 20

7 ritmi e i suoi stili d apprendimento, i suoi modi di rapportarsi con gli altri, la sua personalità. Un insegnante deve poi essere in grado di scegliere la metodologia più idonea per conseguire gli obiettivi prefissati, in base alla situazione nella quale ci si trova ad operare Funzioni della didattica L azione didattica potrà assumere funzioni diverse, cioè modularsi sulle situazioni alle quali si riferisce in maniera tanto articolata quanto flessibile. In sintesi si possono distinguere: a) una funzione contenutistica, incentrata sui saperi specifici, sulle loro strutture, sul modo di apprenderli; b) una funzione psicocentrica, incentrata sulle dinamiche psichiche, mentali e cognitive di ogni alunno; c) una funzione sociocentrica, incentrata sull ambiente inteso sia come impegno sociale sia come portatore di esperienze (è quello che potremmo definire, in altri termini, il contesto socio-culturale nel quale il discente vive la sua quotidiana esperienza di vita); d) una funzione tecnologica, incentrata sull uso informativo (vale a dire raccogliendo informazioni, ad esempio, navigando in internet) e/o formativo della tecnologia; e) una funzione personocentrica, incentrata sull individualità del soggetto e della sua formazione fisica, morale, estetica, religiosa, critica. Le forme in cui la didattica si esprime (il come) possono essere schematicamente indicate come segue: la didattica relativa ai diversi gradi di istruzione (ben si capisce la differenza tra l insegnare in una scuola per l infanzia oppure in un istituto d istruzione secondaria di secondo grado); la didattica disciplinare, cioè legata alla disciplina specifica che in quanto tale si esplica attraverso forme proprie d insegnamento (ad esempio la didattica della matematica ha forme diverse dalla didattica della storia); la didattica relativa a processi formativi non formali, cioè non istituzionalizzati; la didattica speciale, che si riferisce a tutte le situazioni d insegnamento in cui l alunno è diversamente abile; 7 di 20

8 la didattica multimediale che si avvale di tutti gli strumenti tecnologici per sfruttarne a pieno le loro potenzialità formative; la didattica dell educazione interculturale legata all approfondimento di tutte le tematiche ed i problemi propri di una società complessa qual è l attuale (immigrazione, diversità culturale e/o religiosa, ecc.); la didattica dell educazione degli adulti che si riferisce a tutte le situazioni d insegnamento in cui lo studente ha particolari esigenze (completare il percorso formativo, cominciarne uno nuovo di formazione professionale, e così via). La progettazione didattica si pone come progetto formativo credibile elaborato nella situazione reale, in quella specifica istituzione scolastica ed in un determinato contesto socioeconomico. Il termine indica una procedura logica e razionale di intenti individuati e successivamente perseguiti con la collaborazione di tutti gli operatori impegnati in un certo settore pubblico o privato. La progettazione è componente fondamentale di un processo coerente con le finalità da realizzare ed attuato nella situazione contestuale. La differenziazione dei bisogni, delle situazioni, delle risorse culturali e materiali, delle tradizioni, esige risposte flessibili, rapide ed efficaci che, ancor più con l introduzione dell autonomia scolastica, vanno ricercate e garantite. Una progettazione efficace degli interventi deve fondarsi sull analisi della realtà scolastica e della classe, sull indagine del contesto sociale ed economico, sui fini e sugli scopi generali rappresentati nei programmi. La progettazione deve caratterizzarsi per praticità, realizzabilità, modificabilità, valutabilità. È delimitata da una parte dai programmi e, dall altra, dalle specifiche caratteristiche della situazione territoriale. L azione educativa messa in atto da ogni formatore dovrebbe tener conto di due aspetti fondamentali: la costruzione di uno spazio di apprendimento valido ed efficace, vale a dire di un insieme di condizioni nelle quali l allievo possa e voglia apprendere quanto previsto dal docente; la qualità delle scelte, dei comportamenti, dei giudizi, delle relazioni che tale azione racchiude in sé, 8 di 20

9 vale a dire la formulazione di un piano, un progetto di intervento didattico. In questa serie di lezioni e nel presente contributo prenderemo in considerazione in maniera particolare il secondo aspetto: la progettazione scolastica intesa come strumento per calibrare gli interventi formativi. Progettare è da ritenersi un criterio generale di lavoro, è teorizzazione, ma anche indicazione di massima su come procedere; significa misurarsi con i problematici ed infiniti aspetti del possibile, (come dice la stessa etimologia della parola, lancio in avanti) alfine di modificare l esistente e mirare al raggiungimento di traguardi prefissati. Lo stesso Comenio nella Didactica Magna (1600) affermava: se non si fisserà bene la meta, e ad essa non si coordineranno i mezzi per raggiungerla, e l ordine di esplicazione di questi mezzi, facilmente si trascurerà qualche cosa, facilmente si confonderanno gli insegnamenti, facilmente sarà guasto tutto l organismo degli studi. Progettare è come viaggiare ben conoscendo la meta che può essere raggiunta solo se ci si ferma ad alcune precise stazioni. Vari sono gli aspetti che influenzano la progettazione didattica e possono essere collocati in due dimensioni: quelli che si riferiscono ai contesti esterni e quelli interni alla scuola. Per quanto riguarda i primi si fa riferimento alla complessità sociale, alle esigenze di riorganizzazione del sistema scolastico ai cambiamenti normativi ed istituzionali, alle trasformazioni della società. Per quanto riguarda i secondi ci si riferisce ai contesti interni alla scuola stessa, soprattutto alle reazioni del personale scolastico dinanzi ai cambiamenti che si ritrova ad affrontare. La progettazione didattica deve ispirarsi ad alcune coordinate generali di riferimento: continuità; sequenzialità; integrazione. La continuità deve essere considerata una caratteristica da garantire nella progettazione didattica, in quanto corrisponde all idea di connettere i vari aspetti dell istruzione che vengono messi in gioco. L articolazione sequenziale delle fasi della progettazione didattica può essere individuata sulla base della scansione cronologica progressiva dei contenuti disciplinari che si vuol far apprendere, oppure in base alla distinzione dei contenuti in unità più semplici (unità di apprendimento). 9 di 20

10 L integrazione è un processo che mette in relazione concetti, abilità, comportamenti e valori che prevede l introduzione di dinamiche di scambio. Può riguardare la creazione di rapporti tra gli obiettivi didattici, i saperi e gli apprendimenti, l uso di metodologie didattiche, strumenti e tecnologie lo sviluppo di nuove modalità di relazione tra i soggetti che interagiscono tra loro in ambito scolastico o nell incontro scuola e territorio. Le fasi della progettazione didattica sono, nella sostanza e schematicamente: L analisi della situazione iniziale 1. Analisi delle situazioni di contesto (insieme di procedure utilizzate per esaminare il contesto in cui il progetto può essere sviluppato) 2. Progettazione dell intervento (definizione delle finalità educative o obiettivi educativi) Intervento in situazione 1. Proposta dei saperi e dinamica degli apprendimenti (scelta dei contenuti disciplinari) 2. Attuazione dell intervento (definizione delle finalità educative o obiettivi educativi) Analisi della situazione finale 1. Controllo dei risultati ottenuti 2. Valutazione complessiva dell intervento attuato Le condizioni indispensabili perché questo processo sia efficace sono legate alla capacità professionale dei docenti di condividere i problemi didattici, lavorare in team e cooperare nella soluzione di essi, di comprendere che il senso di ogni progettazione si basa sulla ipoteticità, per cui bisogna sottoporre a verifiche continue il progetto mano a mano che si realizza e considerare che fattori imprevisti possono influenzarne l attuazione. L azione didattica può essere interpretata sia come azione che mira a rendere percepibili le conoscenze, le competenze che si vogliono proporre all apprendimento degli alunni, sia come indicazione del loro significato. 10 di 20

11 In passato si riteneva sufficiente una buona preparazione culturale di base per insegnare; in altri termini l insegnante, con il suo bagaglio di esperienza e di conoscenza, costituiva la garanzia per la buona riuscita della didattica. Questo concetto successivamente viene superato in considerazione del fatto che un buon docente debba conoscere, oltre i contenuti disciplinari, anche il soggetto cui è rivolto il suo lavoro ed inoltre debba superare l idea che il suo compito si risolva nella semplice trasmissione di conoscenze e pensare invece ad una situazione dinamica di insegnamento/apprendimento in cui si verifichino continui vicendevoli scambi docente-discente di stimoli e feedback. È chiaro che l esperienza didattica è connotata da una immane complessità dovuta alla convergenza in essa di più sistemi: un sistema-allievo e un sistema-insegnante (soggetti), un sistema delle discipline e un sistema metodologico-tecnologico (oggetti); questi sistemi operano all interno del sistema-scuola, il quale a sua volta è parte del più ampio sistema formativo. Il modo in cui gli insegnanti pensano l insegnamento è molto variegato, siamo infatti lontani dall omogeneità dei comportamenti professionali e dei modelli didattici utilizzati. Una delle più antiche e dibattute questioni nel corso dei decenni è senza alcun dubbio il modo di impostare il rapporto docente-discente e i modelli didattici che da esso scaturiscono. Nel rapporto tradizionale di tipo trasmissivo si ha da un lato il docente che fa da schermo tra il sapere e il discente, ne monopolizza quasi totalmente le possibilità e si colloca al centro di ogni processo sia di trasmissione che di controllo; un rapporto di tipo gerarchico e subalterno: da una parte un docente detentore di saperi codificati, scientificamente corretti, dall altra uno studente minus. Un azione educativa, quindi, quasi sempre di tipo verticale in cui l allievo è tenuto ad ascoltare la spiegazione impartita e in cui l insegnante funge da filtro con tutte le limitazioni che ne conseguono. Il limite maggiore è che ad un costo altissimo di energia corrisponde un risultato, definito sapere residuale, estremamente modesto. Successivamente si afferma un modello educativo e didattico che pone il soggetto al centro del processo formativo: il modello del puerocentrismo, che pur essendo centrato sul bambinosoggetto che apprende, risponde ancora ad un interpretazione del soggetto fatta dagli adulti a loro uso e consumo. I risultati di tale impostazione danno luogo a situazioni di iperprotettività sfavorendo processi di autonomia da parte dei discenti. 11 di 20

12 È indispensabile creare un giusto equilibrio tra trasmissione di conoscenza e possibilità di rielaborazione critica, personalizzata, che si riesce a raggiungere con il modello partecipativo. Tale tipo di impostazione considera in maniera paritaria i diversi soggetti dell azione educativa, dando luogo ad un processo insegnamento-apprendimento dinamico ed equilibrato. L insegnante non resta estraneo ma opera su tre direzioni: l informazione continua, che si potrebbe definire di aggiornamento delle conoscenze; il controllo obiettivo delle varie tappe del percorso formativo; il dialogo costante con l allievo, attraverso il quale può rettificare determinate situazioni o posizioni, facilitare certi processi. La funzione dell insegnante, quindi, non è diminuita ma è accresciuta quantitativamente e qualitativamente. Analizziamo a questo punto i modelli didattici che si riferiscono: al prodotto; al processo; all oggetto mediatore. La principale caratteristica del modello del prodotto è quella di puntare sull insegnamento come un azione tecnico-razionale orientata ad introdurre i cambiamenti attesi nel soggetto in apprendimento, condotta in modo da autoregolare l intervento mediante l intervento continuo sul processo. Importante è l accertamento del prodotto come esito di una precisa azione d insegnamento. L attenzione è posta al controllo degli interventi che vengono in parte riorganizzati dopo le fasi di monitoraggio. Le capacità di previsione e di controllo sono le competenze principali dell insegnante: l apprendimento è fenomeno del tutto prevedibile e controllabile. Esempi sono dati dalla Pedagogia per obiettivi di Skinner o dalle tassonomie di Bloom. I modelli di processo hanno una decisa propensione per il metodo, inteso come procedura di pensiero riflessivo da privilegiare nell insegnamento. Il metodo viene insegnato facendo fare agli studenti diretta esperienza dei procedimenti di scoperta (problem posing, problem solving). Tali modelli si riconoscono nella ricerca/azione e nei laboratori. Si accorda preferenza agli argomenti desunti dall attualità (in nome della continuità con l esperienza concreta e diretta dei ragazzi). Si enfatizza la congruenza psicologica con gli interessi degli allievi e la pregnanza emotiva ed affettiva del lavoro in classe, nonché il benessere relazionale. La valutazione si esercita sui 12 di 20

13 processi, cioè sui dinamismi di interesse, coinvolgimento, condivisione di un attività scolastica significativa. Si valorizzano gli itinerari di cambiamento con strumenti di valutazione qualitativi. Il modello didattico dell oggetto mediatore rimprovera ai modelli del prodotto un eccesso di semplicità, prendendo le distanze rispetto alla relazione causa-effetto che dovrebbe unire insegnamento ed apprendimento. Costoro si dichiarano costruttivisti; l apprendimento consiste nel lavoro produttivo del soggetto su cui l insegnamento può intervenire soltanto indirettamente, agendo sull ambiente in cui si compie. Per questo alcuni modelli di questa categoria si chiamano ecologici. 13 di 20

14 2 La pedagogia per obiettivi La Pedagogia per Obiettivi si colloca nel gruppo dei modelli didattici Modelli del prodotto. Questo modello si inserisce nel contesto pedagogico scolastico europeo degli anni 70; diviene quasi subito argomento di rilievo nelle riviste e guide didattiche specificamente agli insegnanti; entra a far parte del linguaggio degli operatori scolastici. La Pedagogia per Obiettivi è stata subito adottata dal Ministero della Pubblica Istruzione, che la ha introdotta in interventi normativi a partire dai Decreti Delegati del 1974 e dalla legge 517 del 1977, la ha proposta come modello ufficiale nei programmi della Scuola Media del 79, della Scuola Elementare dell 85, fino al Progetto Brocca della Scuola Secondaria Superiore del 91 ed infine assegnata ai docenti come attività extra-aula con la denominazione di programmazione. Gli elementi che hanno caratterizzato l affermazione di questo modello didattico sono da un lato, la volontà di apportare notevoli innovazioni e consistenti e radicali cambiamenti nell ambito delle pratiche scolastiche cercando di introdurre una nota di razionalità, di sistematicità, di organicità, di coerenza utilizzando un impianto di istruzione programmata. Dall altro la reticenza da parte degli operatori del sistema di integrare questo modello all esercizio concreto della loro attività didattica. Ogni modello didattico è l effetto di un modello culturale, filosofico e pedagogico. Anche la Pedagogia per Obiettivi è correlata ad un modello culturale di riferimento. Il comportamentismo ha esercitato ed esercita una forte influenza sulla didattica per l attenzione posta ai processi cognitivi e all uso di tecnologie nella dinamica dell apprendimento. Tale movimento individua tra i suoi maggiori rappresentanti B. F. Skinner ( ). Secondo Skinner le precedenti impostazioni risultano limitate rispetto alla spiegazione dei comportamenti; è invece, possibile, grazie ad opportuni interventi produrre raccordi, relazioni, modalità di percezioni nonché esercitare un controllo positivo su azioni, risposte, comportamenti, condotte attraverso rinforzi con caratteristiche contingenti. Pensare diviene così una forma di comportamento. Bisogna, quindi, solo mettere a punto materiali, tecniche, programmi atti all acquisizione di comportamenti nei quali abbiano un ruolo specifico l apprendere il discriminare, il controllare e così via. Da questo tipo di impostazione nasce l idea di una attenta programmazione, costruzione di curricoli, di una istruzione programmata che privilegi un modello a sequenza lineare e favorisca 14 di 20

15 l individualizzazione dell insegnamento e dell autoistruzione; un frazionamento analitico dei contenuti; una progressione quantitativa e qualitativa; l eliminazione dell errore; la formulazione di risposte non meccaniche, progressi costanti nell apprendimento; controllo delle attività di acquisizione, feed-back, incentivazione dell interesse, dell attenzione, della motivazione. Consideriamo a questo punto il modello culturale che fa da sfondo alla Pedagogia per Obiettivi che individua nella programmazione e precisamente negli obiettivi la risposta innovativa ai bisogni di sviluppo del processo di insegnamento-apprendimento. In primo luogo bisogna considerare la variegata offerta culturale in ambito scolastico che non riesce a collocarsi in maniera adeguata nei percorsi formativi tradizionali. In secondo luogo l incremento del numero di coloro che decidono di frequentare la scuola. Infine una generale insoddisfazione per gli esiti scolastici ottenuti. Da tale contesto proviene l esigenza di adottare gli obiettivi come organizzatori dell attività scolastica, come criteri di selezione per aggregare unitariamente contenuti anche disparati, per differenziare in progressione lineare l insegnamento. Gli obiettivi hanno la capacità di controllare l attività educativa in quanto consentono di anticipare i risultati attesi, di rendere trasparente agli operatori direttamente coinvolti, ai destinatari interessati ed al pubblico in generale il senso dell attività intenzionalmente istituita dalla scuola. Scopo della attività educativa e didattica è quello di consentire agli allievi di apprendere ad apprendere. Si è spesso insistito sulla importanza della costanza nell applicazione per agevolare l apprendimento, sostenuto a sua volta dalla motivazione ad apprendere, da fattori socio-familiari ed ambientali, dalla progressiva padronanza di efficaci metodi di studio, dall utilizzazione, in specifici contesti, di un metodo di studio personale tale da ottimizzare l apprendimento, inteso come modificazione stabile del modo di conoscere, di agire, di essere, come persona e cittadino, in dimensione relazionale con altri individui. La famiglia è la prima agenzia educativa capace di condizionare e favorire le potenzialità di apprendimento degli studenti ma fondamentale è l intervento adeguato della scuola che possa attuare metodologie didattiche basate sul problem posing e sul problem solving in modo da stimolare in maniera efficace le capacità cognitive dell alunno e rendere possibile il recupero di svantaggi non dovuti a responsabilità del soggetto in apprendimento. Bisogna promuovere l abitudine ad impostare il proprio studio come attività di acquisizione e di ricerca di conoscenze importanti, significative, criticamente fondate, condivisibili, coerenti, 15 di 20

16 strutturate, con relazioni e connessioni, suscettibili di ulteriori approfondimenti e ampliamenti, così come avviene per le conoscenze scientifiche. La pratica quotidiana di inciampare in problemi e di risolverli, in modo cooperativo con altri, è uno degli elementi caratterizzanti l attività dell uomo, la scuola perciò dovrebbe diventare un laboratorio di ricerca, in cui ciascun insegnante libero da comportamenti routinari e burocratici possa impostare il proprio lavoro in classe secondo la metodologia della ricerca. Elemento primario ed irrinunciabile del modello della ricerca è la definizione dell insegnamento quale attività finalizzata esclusivamente all apprendimento dell alunno a cui si connettono la motivazione nonché gli altri fattori costitutivi del modello. La motivazione compito complesso e difficile del docente da ottenere e mantenere è condizione indispensabile affinché si realizzi un percorso insegnamento/apprendimento. Essa viene considerata nelle varie versioni del movimento attivistico più come estrinseca, vale a dire attivata da fattori eteronomi, esterni al soggetto oppure da spinte interne, interiori. In ogni caso è un coinvolgimento emotivo una spinta volitiva che stimola la naturale curiosità del soggetto, potenziandone l apprendimento. Nella pratica scolastica la ricerca è considerata riscoperta del sapere e l insegnante ha la funzione di regista che evita interventi diretti con suggerimenti o imposizioni e simula in un contesto scolastico l iter di acquisizione del sapere, selezionando i contenuti sui quali attivare l apprendimento, scelti non arbitrariamente ma tra quelli pertinenti all indagine da svolgere e soprattutto appropriati al metodo. L autorità dell insegnante in tale tipo di didattica è notevolmente ridimensionata. Si tende a mettere in luce, infatti, l attività dell altro protagonista del rapporto educativo, l allievo, evitando un suo atteggiamento di passività. Le fasi fondamentali da percorrere per giungere alla preparazione e alla realizzazione dell attività di ricerca in classe sono: 1. scelta del tema da trattare 2. ricerca bibliografica preliminare 3. elaborazione di un progetto personale di lavoro 4. raccolta della documentazione 5. organizzazione del materiale raccolto 6. elaborazione della documentazione 16 di 20

17 La progettazione è la fase in cui l idea alla base del progetto si precisa e si raffina in tutti i suoi aspetti didatticamente significativi. Poiché in alcuni casi la distinzione fra aspetti didattici e organizzativi è piuttosto sfumata, ne segue che anche il successivo punto relativo all organizzazione includerà alcuni aspetti che, anche se di natura organizzativa, hanno rilevanza didattica. In particolare la identificazione delle risorse necessarie in termini di strumentazione e di competenze da un punto di vista strettamente logico dovrebbe seguire le scelte di natura didattica. Tuttavia, come in tutte le vicende umane, il percorso non è lineare e le risorse di fatto disponibili influenzano le scelte didattiche possibili. Quindi gli aspetti relativi alle risorse sono da intendersi in un rapporto dinamico e di reciproca influenza con le scelte didattiche. Tanto più è estesa la partecipazione al processo di progettazione (numero docenti, collaboratori, alunni, ecc.) tanto più vari possono risultare gli stimoli e le soluzioni. Ma aumenta proporzionalmente la difficoltà nella messa a punto, nella sintesi. Tanto più ristretto è il numero delle persone coinvolte nella progettazione, tanto più facile risulta la sintesi e la messa a punto delle fasi. Ma questo va inevitabilmente a scapito della ricchezza e varietà di idee (e della crescita attraverso il confronto). E importante aggiungere che il coinvolgimento di tutti gli operatori nella fase di progettazione deve essere fatto con estrema chiarezza nella comunicazione e nella definizione dell area problematica in cui vengono coinvolti. La individuazione degli attori della progettazione deve essere messa in relazione con le ragioni che sono alla base dell idea originale ed i valori educativi che si vogliono promuovere col progetto: se, ad esempio, alla base c è l intenzione di evidenziare la struttura reticolare e complessa dei concetti e delle conoscenze (cioè la promozione di un pensiero multidisciplinare) è evidente che gli autori della progettazione devono essere una pluralità di figure e di punti di vista. Il dibattito odierno sulla progettazione didattica appare luogo di convergenza tra modelli teorici ed istanze che emergono dal mondo delle pratiche e delle tecnologie. Nella riflessione sulla progettazione didattica si manifestano oscillazioni tra ottiche più centrate sull alunno che apprende o sul sistema di istruzione. L approccio sperimentale (comportamentistico-cognitivista) ha avuto il merito di sottolineare la possibilità di una strutturazione ordinata, razionale del percorso di apprendimento, con un consapevole perseguimento di obiettivi definiti operazionalmente. 17 di 20

18 Il suo punto di debolezza consiste nella difficoltà di frammentazione di apprendimenti complessi, nel riduttivismo a cui può portare e nel rischio costante della perdita di significatività per chi apprende. Il paradigma costruttivistico sposta l attenzione sul contesto di apprendimento. Non rinuncia alla capacità progettuale, ma pone in primo piano il soggetto che apprende, la imprevedibilità stessa dell'atto acquisitivo, la necessità di fornire al soggetto una molteplicità variegata di appigli e sostegni, l'importanza della negoziazione interpersonale e della cooperazione. Il suo rischio maggiore è la dispersività e la possibile diversificazione eccessiva nei risultati tra i fruitori del processo. Oggi il costruttivismo si presenta ormai come il paradigma che domina nello scenario dell educazione. Sul piano didattico il costruttivismo riporta in auge alcune componenti classiche dell attivismo, con un armamentario critico metodologico che sembra portarlo ad evitare alcune ingenuità dell'attivismo tradizionale e con un supporto tecnologico che potrebbe agevolare la gestione ed amplificare nuovi canali cooperativi. Si tratterà di vedere se questa nuova impalcatura teorica ed organizzativa riuscirà a solidificarsi nel tempo superando i problemi in cui si era imbattuto l'attivismo classico. La costruzione sociale della conoscenza è il piatto forte del costruttivismo. Siamo di fronte ad un'immagine suggestiva, che si rivelerà poi nel tempo, vacua, dispersiva, mal gestibile, o ad un riferimento che avrà la forza di modificare intimamente il setting didattico? Sta di fatto che, al momento, il costruttivismo suscita nuovi dialoghi tra modelli della conoscenza, modelli didattici e nuove tecnologie: da qui discende la sua indiscutibile forza di attrazione. La costruzione degli interventi formativi, per finire, deve poggiare sulla consapevolezza che i risultati di un processo di apprendimento sono strettamente dipendenti dalla qualità dell'insegnamento realizzato. In questo contesto, la programmazione diventa un modello tipicamente sperimentale in quanto contraddistingue un'attività essenzialmente basata sul controllo sistemico delle variabili in gioco nella situazione di apprendimento. Nella fase della progettazione l'insegnante deve prendere decisioni in merito ai bisogni dei propri allievi, agli obiettivi da raggiungere e alle modalità didattiche più appropriate per il loro conseguimento Nella fase della realizzazione il docente dovrà mettere in atto le decisioni prese nella fase precedente, in particolare quelle connesse alle modalità didattiche, alle strategie di insegnamento e 18 di 20

19 alle attività di apprendimento. Nella fase della valutazione sono richieste decisioni in merito all'adeguatezza degli obiettivi scelti, delle strategie didattiche attuate e, infine, del livello di apprendimento manifestato dagli allievi. L'insegnamento non può essere lasciato all'intuizione, al caso e neppure alla buona volontà del singolo docente ma deve essere progettato in interventi formativi di cui si possa valutarne l'efficacia. Parliamo dunque di progettazione formativa perché formare significa insegnare e apprendere in situazione facendo leva sulle motivazioni dell'allievo ed immergendolo in situazioni, ambienti e contesti progettati appositamente per lui. La progettazione implica sempre il riferimento ad una meta, ad un fine. Progettare nella formazione significa, innanzitutto, tradurre in azione formativa intenzionale la volontà di porre in essere una visione del futuro dell uomo. La progettazione non è quindi riducibile ad una tecnica, benché faccia riferimento ad un complesso di tecniche anche complesse. Essa costituisce il dispositivo attraverso cui si procede all implementazione di un progetto di società, di uomo, di educazione. Per questi fondamentali e cruciali finalità, in ogni luogo di formazione è necessario progettare i percorsi, gli interventi, l offerta formativa perché è l unico modo per individuare e per condividere le sequenze più adatte agli obiettivi, agli allievi, alle situazioni. 19 di 20

20 Bibliografia Blankertz H., Teorie e modelli della didattica, Armando Editore, Roma, Bruner, J. S., Verso una teoria dell istruzione. trad. it., Armando, Roma, Damiano E., L azione didattica, Armando Editore, Roma, Damiano E., Modelli Didattici e lavoro in aula, in Nuova secondaria, settembre 1998, n 1. Fornaca R., Storia della Pedagogia, La Nuova Italia, Firenze, Gagné R. M., Briggs L. J., Fondamenti di progettazione didattica, Sei, Torino, Mastromarino R., L azione didattica, Qualità ed efficacia nella classe, Armando, Roma, Notti A.M., Programmazione e valutazione nei processi formativi, Anicia, Roma, Orefice P., La ricerca-azione partecipativa. Pellerey M. Progettazione didattica, Metodi di programmazione educativa scolastica, Sei, Torino, Prellezo J. M. Garcia J. M., Invito alla ricerca, LAS, Roma, Ricolfi L., La ricerca qualitativa, Carocci, Roma, Saracino V. Iavarone M. L., Progettare l insegnamento, Pensa, Lecce, Semeraro R. Progettazione didattica, Giunti, Firenze, Skinner, P. F., Studi e ricerche, trad. it., Giunti Barbera, Firenze, Stayer R., The art of Case study, Sage, London, Trombetta C. Rosiello L., La ricerca azione, Erickson, Trento, di 20

1 Introduzione e definizione

1 Introduzione e definizione INSEGNAMENTO DI DIDATTICA GENERALE I LEZIONE I INTRODUZIONE ALLA DIDATTICA PROF. ACHILLE M. NOTTI Indice 1 Introduzione e definizione --------------------------------------------------------------------------------3

Dettagli

I MODELLI DI PROGETTAZIONE DIDATTICA. G. Burgio

I MODELLI DI PROGETTAZIONE DIDATTICA. G. Burgio I MODELLI DI PROGETTAZIONE DIDATTICA G. Burgio Insegnare Intuizione, cuore, buona volontà, missione Progettare interventi, calibrare attività, produrre materiali idonei, valutare in itinere ed ex post

Dettagli

Istituto Comprensivo San Vito Viale Trento e Trieste, San Vito Romano Roma tel. 06/ Fax 06/ rmic8an002-distretto Scolastico

Istituto Comprensivo San Vito Viale Trento e Trieste, San Vito Romano Roma tel. 06/ Fax 06/ rmic8an002-distretto Scolastico Istituto Comprensivo San Vito Viale Trento e Trieste, 30-00030 San Vito Romano Roma tel. 06/9571058 Fax 06/95479212 rmic8an002-distretto Scolastico XXXVI Mail : rmic8an002@istruzione.it web: www.scuolesanvitoromano.it

Dettagli

Didattica per competenze e per progetti

Didattica per competenze e per progetti PROGESIS Ancona, 9-10 settembre 2010 Didattica per competenze e per progetti Graziella Pozzo 1 Progettare per competenze: cosa cambia? Il programma Per programma si intende per lo più un elenco di argomenti

Dettagli

La Scuola Primaria e Secondaria di 1º Grado devono pertanto:

La Scuola Primaria e Secondaria di 1º Grado devono pertanto: 5. METODOLOGIA Insegnamento e apprendimento: centralità dell alunno Le Indicazioni Nazionali, emanate dal Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca (M.I.U.R.) nel novembre 2012, sottolineano

Dettagli

Curricolo verticale d'istituto e co-progettazione: integrazione tra le competenze dell'esperto e le esigenze della scuola

Curricolo verticale d'istituto e co-progettazione: integrazione tra le competenze dell'esperto e le esigenze della scuola Curricolo verticale d'istituto e co-progettazione: integrazione tra le competenze dell'esperto e le esigenze della scuola Paolo Seclì Università di Modena e Reggio Emilia Dip. di Educazione e Scienze Umane

Dettagli

LA FUNZIONE DOCENTE LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO

LA FUNZIONE DOCENTE LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO LA FUNZIONE DOCENTE LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO Costituzione art. 33 Decreti Delegati 1974 T.U. 297/94 CCNL 29/11/2007 TESTO UNICO 1994, art. 395, comma 1 La funzione docente è intesa come esplicazione

Dettagli

Lezione 1 L impianto del Corso di preparazione alla prova scritta. Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo

Lezione 1 L impianto del Corso di preparazione alla prova scritta. Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo SCUOLA PRIMARIA SCUOLA DEELL INFANZIA a cura di GIUSEPPE DUMINUCO Lezione 1 L impianto del Corso di preparazione alla prova scritta. Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo Questo Corso di preparazione

Dettagli

Modulo 1 LA FUNZIONE DOCENTE

Modulo 1 LA FUNZIONE DOCENTE Modulo 1 LA FUNZIONE DOCENTE La funzione docente La funzione docente come si legge nell art. 26 dell ultimo contratto, realizza il processo d insegnamento/apprendimento volto a promuovere lo sviluppo umano,

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI SCUOLA DELL INFANZIA, PRIMARIA E SECONDARIA DI I GRADO GAMBATESA

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI SCUOLA DELL INFANZIA, PRIMARIA E SECONDARIA DI I GRADO GAMBATESA ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI SCUOLA DELL INFANZIA, PRIMARIA E SECONDARIA DI I GRADO GAMBATESA Anno scolastico 2006/2007 2 INDICE Informazioni generali pag. 4 Premessa pag. 5 Che cos è il P.O.F? pag.

Dettagli

I bisogni educativi speciali

I bisogni educativi speciali I bisogni educativi speciali Seconda unità di lavoro novembre 2013 roberto.grison@istruzioneverona.it - gli svantaggi socio-economici, (famiglie di basse fasce di reddito, ISEE, assenza di libri di testo

Dettagli

IL PROFILO PROFESSIONALE ATTESO ANNA MARIA DI NOCERA

IL PROFILO PROFESSIONALE ATTESO ANNA MARIA DI NOCERA IL PROFILO PROFESSIONALE ATTESO ANNA MARIA DI NOCERA CONTENUTI 1. La funzione docente 2. L autonomia scolastica e le nuove competenze del docente 3. Il profilo professionale nel CCNL 4. La legge n. 107/2015

Dettagli

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI Il presente documento denominato Protocollo di Accoglienza è un documento che nasce da una più dettagliata esigenza d informazione relativamente

Dettagli

LAVORARE IN RETE PER L INCLUSIONE DI ALUNNI CON AUTISMO A SCUOLA: LABORATORIO DI STRATEGIE DIDATTICHE ED EDUCATIVE

LAVORARE IN RETE PER L INCLUSIONE DI ALUNNI CON AUTISMO A SCUOLA: LABORATORIO DI STRATEGIE DIDATTICHE ED EDUCATIVE LAVORARE IN RETE PER L INCLUSIONE DI ALUNNI CON AUTISMO A SCUOLA: LABORATORIO DI STRATEGIE DIDATTICHE ED EDUCATIVE PERCORSO DI FORMAZIONE PER INSEGNANTI E ASSISTENTI EDUCATIVI DALLA SCUOLA DELL INFANZIA,

Dettagli

Regolamento dei Dipartimenti Disciplinari

Regolamento dei Dipartimenti Disciplinari Regolamento dei Dipartimenti Disciplinari 1. Finalità I Dipartimenti costituiscono, nell ambito dei loro fini istituzionali, il luogo privilegiato della libera collaborazione per lo sviluppo ottimale della

Dettagli

LA GESTIONE PROFESSIONALE DELLE RELAZIONI DI RUOLO

LA GESTIONE PROFESSIONALE DELLE RELAZIONI DI RUOLO LA GESTIONE PROFESSIONALE DELLE RELAZIONI DI RUOLO Essere una squadra è prima di tutto un modo di pensare 1. Lo scenario Nell attuale situazione caratterizzata da una crescente complessità e discontinuità

Dettagli

allievo insegnante Oggetto culturale

allievo insegnante Oggetto culturale L esperienza delle SSIS per una reale innovazione nella formazione universitaria degli insegnanti Prof.ssa Floriana Falcinelli Docente di Didattica generale Università degli Studi di Perugia Direttore

Dettagli

Lo scopo dell autovalutazione non è sanzionatorio o fiscale, ma ha una valenza professionale e progettuale per:

Lo scopo dell autovalutazione non è sanzionatorio o fiscale, ma ha una valenza professionale e progettuale per: BILANCIO SOCIALE Autovalutazione La pratica dell autovalutazione costituisce uno strumento professionale prezioso per tutti gli operatori scolastici, utile per procedere nella revisione del proprio operato;

Dettagli

D.ssa Jessica Bertolani Dal ruolo tradizionale docente ad uno più articolato tutor, coach, counselor

D.ssa Jessica Bertolani Dal ruolo tradizionale docente ad uno più articolato tutor, coach, counselor D.ssa Jessica Bertolani jessica.bertolani@univr.it Il formatore oltre che attento a definire progetti e obiettivi, così come decidere contenuti, diventa un facilitatore dell esperienza, ovvero attento

Dettagli

PROGETTO INTEGRAZIONE ALUNNI STRANIERI

PROGETTO INTEGRAZIONE ALUNNI STRANIERI Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Istituto Comprensivo Statale di Francavilla di Sicilia Via Napoli, 2 Francavilla di Sicilia(Me) Telefono 0942 981230 c.f.96005620834 c.u.ufal7m

Dettagli

L apprendimento e la formazione. A cura di Daniela Mazzara

L apprendimento e la formazione. A cura di Daniela Mazzara L apprendimento e la formazione A cura di Daniela Mazzara 1 Perché la formazione Oggi CAMBIAMENTO La complessità La velocità La globalità Che cos è la Formazione? E un processo che comprende una serie

Dettagli

PUZZLE 2008 per la Scuola Primaria di Edolo

PUZZLE 2008 per la Scuola Primaria di Edolo PUZZLE 2008 per la Scuola Primaria di Edolo Il progetto PUZZLE - Educare alla Diversità nasce da una serie di riflessioni ed esperienze educative promosse e sperimentate dalla cooperativa Il Cardo sul

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO G.PASCOLI -SILVI. OBIETTIVI FORMATIVI GENERALI Sezione POF

ISTITUTO COMPRENSIVO G.PASCOLI -SILVI. OBIETTIVI FORMATIVI GENERALI Sezione POF ISTITUTO COMPRENSIVO G.PASCOLI -SILVI OBIETTIVI FORMATIVI GENERALI Sezione POF 2014-2015 OBIETTIVI FORMATIVI GENERALI SCUOLA DELL INFANZIA Accoglienza della diversità, delle persone e delle culture Rafforzamento

Dettagli

Appunti per i Corsi istruttori FSN-DSA di 1 livello

Appunti per i Corsi istruttori FSN-DSA di 1 livello Metodologia dell'insegnamento sportivo Appunti per i Corsi istruttori FSN-DSA di 1 livello a cura di Cristina Caprile http:// 11 1 Unità di apprendimento Obiettivi di apprendimento: Conoscere e riconoscere

Dettagli

I lezione Master Operatore Musicale. Romina Nesti

I lezione Master Operatore Musicale. Romina Nesti I lezione Master Operatore Musicale Romina Nesti Cos è la didattica? Una definizione e una storia complessa che inizia agli albori dell umanità. Da arte a scienza La parola didattica significa arte di

Dettagli

Competenze, progetti didattici e curricolo. Segnalibri per una lettura di Castoldi, Progettare per competenze

Competenze, progetti didattici e curricolo. Segnalibri per una lettura di Castoldi, Progettare per competenze Competenze, progetti didattici e curricolo Segnalibri per una lettura di Castoldi, Progettare per competenze Ancora sulle competenze Le conoscenze Le abilità Le disposizioni ad agire CONOSCENZE DISPOSIZIONI

Dettagli

RICERCA-AZIONE a.s. 2016/2017

RICERCA-AZIONE a.s. 2016/2017 RICERCA-AZIONE a.s. 2016/2017 elementi essenziali per il confronto Potenzialità della flipped classroom Classe rovesciata: uno spazio di libertà controllata (B. Devauchelle) in cui gli studenti hanno maggior

Dettagli

SCIENZE UMANE PRIMO BIENNIO LINEE GENERALI E COMPETENZE

SCIENZE UMANE PRIMO BIENNIO LINEE GENERALI E COMPETENZE SCIENZE UMANE LINEE GENERALI E COMPETENZE Al termine del percorso liceale lo studente si orienta con i linguaggi propri delle scienze umane nelle molteplici dimensioni attraverso le quali l uomo si costituisce

Dettagli

Corso di aggiornamento sull educazione fisica nella scuola primaria

Corso di aggiornamento sull educazione fisica nella scuola primaria Corso di aggiornamento sull educazione fisica nella scuola primaria Popoli 4-5 settembre 2014 Prof. Mancini Roberto Metodologia di insegnamento e individualizzazione dell attività didattica Stili di insegnamento

Dettagli

Proposta Piano triennale di formazione. IPSSS E. De Amicis Collegio Docenti 24 maggio 2016

Proposta Piano triennale di formazione. IPSSS E. De Amicis Collegio Docenti 24 maggio 2016 Proposta Piano triennale di formazione IPSSS E. De Amicis Collegio Docenti 24 maggio 2016 Premessa Nella formulazione di una proposta per il piano di formazione da realizzare nel corso del prossimo triennio

Dettagli

Il Piano educativo individualizzato P.E.I. 08/02/15 prof. V.Gullotta 1

Il Piano educativo individualizzato P.E.I. 08/02/15 prof. V.Gullotta 1 Il Piano educativo individualizzato P.E.I. 08/02/15 prof. V.Gullotta 1 P.E.I. - Piano Educativo Individualizzato: Che cos'è il P.E.I.? Tecnicamente, gli strumenti programmatici che accompagnano l allievo

Dettagli

Liceo Scientifico " C. CATTANEO " PIANO DI LAVORO DI INFORMATICA. CLASSE 3 LSA SEZ. B e D

Liceo Scientifico  C. CATTANEO  PIANO DI LAVORO DI INFORMATICA. CLASSE 3 LSA SEZ. B e D Liceo Scientifico " C. CATTANEO " PIANO DI LAVORO DI INFORMATICA CLASSE 3 LSA SEZ. B e D Sommario PIANO DI LAVORO DI INFORMATICA... 1 INDICAZIONI GENERALI... 2 PREREQUISITI... 2 CONOSCENZE, COMPETENZE

Dettagli

A cura di Fabrizio M. Pellegrini SAPER INSEGNARE

A cura di Fabrizio M. Pellegrini SAPER INSEGNARE QUELLI CHE INSEGNANO devono saper insegnare A cura di Fabrizio M. Pellegrini 02.2009 SAPER INSEGNARE Questo sapere diventa COMPETENZA se viene costruito sulle CONOSCENZE, sulla RELAZIONE, sulle ABILITA,

Dettagli

LABORATORIO DIDATTICO DI BIOLOGIA E SCIENZE DELLA VITA

LABORATORIO DIDATTICO DI BIOLOGIA E SCIENZE DELLA VITA LABORATORIO DIDATTICO DI BIOLOGIA E SCIENZE DELLA VITA ESAME SCRITTO: 1 domanda a risposta aperta relativa al programma del corso, dovrà essere sintetica e contenuta in una facciata A4, salvo lo spazio

Dettagli

Fare ricerca e sperimentazione nella scuola

Fare ricerca e sperimentazione nella scuola Percorso di formazione Pandino 21 dicembre 2015 Fare ricerca e sperimentazione nella scuola Maria Paola Negri Università Cattolica 1 I fondamenti di ogni ricerca e sperimentazione nella scuola La formula

Dettagli

Esso ha quindi come obiettivo ottimale di far giungere l alunno all autovalutazione e all auto-orientamento.

Esso ha quindi come obiettivo ottimale di far giungere l alunno all autovalutazione e all auto-orientamento. PROGETTO ORIENTAMENTO 2013/2014 ORIENTARSI PER SCEGLIERE FINALITA EDUCATIVE L orientamento nella scuola secondaria di I grado è un processo educativo e didattico al quale concorrono, secondo le specifiche

Dettagli

ASSE SCIENTIFICO-TECNOLOGICO

ASSE SCIENTIFICO-TECNOLOGICO OBBLIGO DI ISTRUZIONE UN OPPORTUNITA PER RIPENSARE LA SCUOLA Bologna 19 Febbraio 2009 ASSE SCIENTIFICO-TECNOLOGICO Mario Fierli LE COMPONENTI DI UN SISTEMA DI COMPETENZE SCIENTIFICHE E TECNOLOGICHE 1 Sapere

Dettagli

European Center of Education

European Center of Education STRUTTURA DEL MASTER Il Master Training of Educators of Infancy TraE Infancy è composto da complessive 1.500 ore di formazione annue corrispondenti a 60 CFU (crediti formativi universitari) per ciascun

Dettagli

La professionalità docente: per fare il punto conclusioni, prospettive [ L O G O C O N V E G N O D A I N S E R I R E ]

La professionalità docente: per fare il punto conclusioni, prospettive [ L O G O C O N V E G N O D A I N S E R I R E ] La professionalità docente: per fare il punto conclusioni, prospettive [ L O G O C O N V E G N O D A I N S E R I R E ] Lancio Premesse del convegno -Evoluzione del ruolo docente -Tecnologia e innovazione

Dettagli

Professionalità docente Relazione educativa e cura. Romina Nesti

Professionalità docente Relazione educativa e cura. Romina Nesti Professionalità docente Relazione educativa e cura Romina Nesti La nuova professionalità docente Nel corso della seconda metà del Novecento si è venuta a ridefinire più volte l identità della scuola e

Dettagli

Corso annuale di Perfezionamento e di Aggiornamento Professionale (500 ore 20 CFU) (Legge 19/11/1990 n art. 6, co. 2, lett.

Corso annuale di Perfezionamento e di Aggiornamento Professionale (500 ore 20 CFU) (Legge 19/11/1990 n art. 6, co. 2, lett. Libera Università degli Studi San Pio V di Roma Facoltà di Scienze Politiche Facoltà di Interpretariato e Traduzione Facoltà di Economia Anno Accademico 2009/2010 Corso annuale di Perfezionamento e di

Dettagli

Sviluppare il capitale umano

Sviluppare il capitale umano Sviluppare il capitale umano Fasi di un processo formativo: Analisi dei fabbisogni formativi Definizione degli obiettivi Progettazione del corso Erogazione del corso Valutazione dei risultati Processo

Dettagli

Relazione Finale. sul progetto

Relazione Finale. sul progetto Relazione Finale sul progetto Il presente intervento formativo è stato inserito nell ambito di un esperienza di ricercaazione su strategie didattiche innovative e alternative sulla Qualità d Aula e nasce

Dettagli

PREVENZIONE. Linee Guida Regionali 2007

PREVENZIONE. Linee Guida Regionali 2007 PREVENZIONE Linee Guida Regionali 2007 Bla bla bla si parla sempre di prevenzione..ma.. Non sempre è chiara la definizione di cosa esattamente si voglia/debba prevenire Di chi lo debba fare E che ruolo

Dettagli

Gli esperti Ismu. Mariagrazia Santagati. Progetto Interculture - Fondazione Cariplo

Gli esperti Ismu. Mariagrazia Santagati. Progetto Interculture - Fondazione Cariplo Gli esperti Ismu Mariagrazia Santagati Progetto Interculture - Fondazione Cariplo Ruolo e funzioni - Garanti del contenuto che qualifica il Progetto Interculture - sulla base dell assunzione e della condivisione

Dettagli

La trasversalità negli apprendimenti linguistici: dal passato una sfida per il futuro

La trasversalità negli apprendimenti linguistici: dal passato una sfida per il futuro La trasversalità negli apprendimenti linguistici: dal passato una sfida per il futuro Luciano Mariani Convegno «Insegnamento delle lingue straniere in Italia tra passato e presente (1970-2015)» Università

Dettagli

Piano di studi. Certificato di studi avanzati (CAS) SUPSI Insegnare italiano nella scuola elementare e nella scuola dell infanzia

Piano di studi. Certificato di studi avanzati (CAS) SUPSI Insegnare italiano nella scuola elementare e nella scuola dell infanzia 1 Piano di studi Certificato di studi avanzati (CAS) SUPSI Insegnare italiano nella scuola elementare e nella scuola dell infanzia Stato del documento: Approvato dalla Direzione del DFA il 17 dicembre

Dettagli

DELL UNITÀ DI APPRENDIMENTO

DELL UNITÀ DI APPRENDIMENTO FORMAT DELL UNITÀ DI APPRENDIMENTO Comprendente: UDA CONSEGNA AGLI STUDENTI PIANO DI LAVORO SCHEMA RELAZIONE INDIVIDUALE UDA UNITA DI APPRENDIMENTO Denominazione C'E' TEMPO E TEMPO Prodotti Giornata di

Dettagli

Peer Education e Prevenzione dalle Malattie Sessualmente Trasmissibili

Peer Education e Prevenzione dalle Malattie Sessualmente Trasmissibili Peer Education e Prevenzione dalle Malattie Sessualmente Trasmissibili ASP 7 - SER.T Vittoria Responsabile progetto Dott. Giuseppe Mustile Referenti progetto Dott.ssa Delizia Di Stefano Dott.ssa Melania

Dettagli

Pedagogia sperimentale Prof. Giovanni Arduini

Pedagogia sperimentale Prof. Giovanni Arduini Pedagogia sperimentale Lezione n. 4 A.A. 2015/16 5. Concettualizzazione e definizione di metodo di conoscenza Etimologicamente il termine italiano "metodo" proviene dai due termini greci "metà" (oltre)

Dettagli

L APPRENDIMENTO COOPERATIVO

L APPRENDIMENTO COOPERATIVO Corso di formazione L APPRENDIMENTO COOPERATIVO CORSO ACCREDITATO DAL MIUR IN UN EDIZIONE PRECEDENTE Arricchire (con semplicità) le proprie lezioni con attività: Docente: Dr. Stefano Rossi - cooperative

Dettagli

La Formazione in ingresso dei docenti

La Formazione in ingresso dei docenti La Formazione in ingresso dei docenti Bergamo, 17 novembre 2015 Delia Campanelli Direttore Generale dell Ufficio Scolastico Regionale 1 Il contesto attuale Complessità crescente e rapidità di cambiamento

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA IN MATERIA DEI DISTURBI SPECIFICI DELL APPRENDIMENTO CENTRO DI SERVIZI PER LA DISABILITA UNIVERSITA DEGLI STUDI CATANIA

PROTOCOLLO DI INTESA IN MATERIA DEI DISTURBI SPECIFICI DELL APPRENDIMENTO CENTRO DI SERVIZI PER LA DISABILITA UNIVERSITA DEGLI STUDI CATANIA PROTOCOLLO DI INTESA IN MATERIA DEI DISTURBI SPECIFICI DELL APPRENDIMENTO CENTRO DI SERVIZI PER LA DISABILITA UNIVERSITA DEGLI STUDI AZIENDA UNITA SANITARIA LOCALE n 3 UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER

Dettagli

L autonomia delle istituzioni scolastiche

L autonomia delle istituzioni scolastiche L autonomia delle istituzioni scolastiche Possiamo dire che cfr. AA.VV., Norme per la scuola, Ed.Adierre, p.37; p.43; p.147 gli anni 70 e 80 gli anni 90 il 2003 Sono stati gli anni della collegialità.

Dettagli

Titolo: UNA SCUOLA PER L AMBIENTE

Titolo: UNA SCUOLA PER L AMBIENTE Titolo: UNA SCUOLA PER L AMBIENTE MOTIVAZIONI DELLA SCELTA L'obiettivo del progetto è quello di promuovere una didattica svolta per l'ambiente, basata sui comportamenti, sui valori e sui cambiamenti. Lo

Dettagli

P.E.I Progetto educativo di Istituto.

P.E.I Progetto educativo di Istituto. Integra il Piano dell Offerta Formativa Contiene le scelte educative, organizzative delle risorse e gli strumenti a disposizione dell Istituzione scolastica Costituisce un impegno per l intera comunità

Dettagli

I Questionari docenti, studenti, genitori

I Questionari docenti, studenti, genitori I Questionari docenti, studenti, genitori 1 «Funzioni» dei questionari Esiti formativi, successo scolastico e indicazioni sulle possibili azioni di miglioramento PISTE INTERPRETATIVE Efficacia nella promozione

Dettagli

IL PERIODO DI FORMAZIONE E PROVA alla luce del DM 850/2015 e della CM del

IL PERIODO DI FORMAZIONE E PROVA alla luce del DM 850/2015 e della CM del IL PERIODO DI FORMAZIONE E PROVA alla luce del DM 850/2015 e della CM 36167 del 5-11-2015 Secondo quanto riportato dal DM 850 del 27/10/2015, il periodo di formazione e di prova è finalizzato specificamente

Dettagli

CORSO DI PERFEZIONAMENTO BIENNALE A.A. 2016/2017 e 2017/2018 (Legge 19/11/1990 n art. 6, co. 2, lett. C )

CORSO DI PERFEZIONAMENTO BIENNALE A.A. 2016/2017 e 2017/2018 (Legge 19/11/1990 n art. 6, co. 2, lett. C ) CORSO DI PERFEZIONAMENTO BIENNALE A.A. 2016/2017 e 2017/2018 (Legge 19/11/1990 n. 341- art. 6, co. 2, lett. C ) Corso di Perfezionamento Universitario BIENNALE Tecniche e metodologie didattiche innovative

Dettagli

AUTONOMIA SCOLASTICA. Dal D.Lgs 275del 1999 alla L.107del 2015

AUTONOMIA SCOLASTICA. Dal D.Lgs 275del 1999 alla L.107del 2015 AUTONOMIA SCOLASTICA Dal D.Lgs 275del 1999 alla L.107del 2015 IL MODELLO DI STATO E L AUTONOMIA SCOLASTICA L AUTONOMIA ALLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE E STATA CONFERITA TRAMITE LART. 21 DELLA LEGGE 59/97

Dettagli

Soluzioni personalizzate per le Lingue e la Formazione Servizi di Coaching e Counselling SERVIZI PER LE SCUOLE

Soluzioni personalizzate per le Lingue e la Formazione Servizi di Coaching e Counselling SERVIZI PER LE SCUOLE Soluzioni personalizzate per le Lingue e la Formazione Servizi di Coaching e Counselling FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO DOCENTI Formazione linguistica Corsi di inglese e spagnolo per il raggiungimento del

Dettagli

Progetto LA CASA DELLE BUONE RELAZIONI. Un offerta formativa gratuita. rivolta a docenti di ogni ordine e grado. di Milano e provincia

Progetto LA CASA DELLE BUONE RELAZIONI. Un offerta formativa gratuita. rivolta a docenti di ogni ordine e grado. di Milano e provincia Progetto LA CASA DELLE BUONE RELAZIONI Un offerta formativa gratuita rivolta a docenti di ogni ordine e grado di Milano e provincia Comunità Nuova Onlus Tel. 02.48303318 Fax 02.48302707 Sede legale e amministrativa:

Dettagli

L ANALISI DISCIPLINARE

L ANALISI DISCIPLINARE L ANALISI DISCIPLINARE Alessandro Benedetti Analisi disciplinare 1 Una definizione di DISCIPLINA problemi argomenti metodi Analisi disciplinare 2 Definizione... Si può dire che la programmazione disciplinare

Dettagli

Le discipline nella prospettiva della didattica per competenze

Le discipline nella prospettiva della didattica per competenze Progetto di formazione in rete I.C. Bruno Munari I.C. Via Cortina I.C. Fidenae I.C. Viale Adriatico Le discipline nella prospettiva della didattica per competenze Formatore: Dott.ssa Maria Grazia Accorsi

Dettagli

S. Vygotskij, L. S. Vygotskij,

S. Vygotskij, L. S. Vygotskij, I fattori esterni che generalmente vengono chiamati in causa per giustificare la crescita di attenzione verso il tema della conoscenza e dell apprendimento sono: Il ritmo accelerato del cambiamento tecnologico

Dettagli

Per una scelta consapevole

Per una scelta consapevole Per una scelta consapevole L Istituto Scuole Cristiane con la Scuola dell Infanzia Paritaria (18.11.04) e la Scuola Primaria Parificata e Paritaria (D.M.18.12.2000), è una risposta alle esigenze educative

Dettagli

PIANO DI MIGLIORAMENTO. Istituto Comprensivo Parco di Veio

PIANO DI MIGLIORAMENTO. Istituto Comprensivo Parco di Veio Ministero della Istruzione,dell Università e della ricerca UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO ISTITUTO COMPRENSIVO PaRCO di VEIO Via Fosso del Fontaniletto, 29/b 00189 - ROMA 06.33.26.75.47 06.33.25.09.48

Dettagli

PROGETTAZIONE DI UNA LEZIONE DI MATEMATICA

PROGETTAZIONE DI UNA LEZIONE DI MATEMATICA PROGETTAZIONE DI UNA LEZIONE DI MATEMATICA Fate clic per aggiungere testo TASCO PATRIZIA Conegliano, 27-05-20156 PROGRAMMA DELL INCONTRO Cosa faremo oggi: - Riflessione individuale: io e la Matematica

Dettagli

Il Piano Didattico Personalizzato Valeria Rossini

Il Piano Didattico Personalizzato Valeria Rossini Didattica inclusiva Un percorso integrato per studenti con bisogni educativi speciali Seminario di approfondimento Modelli d intervento-sperimentazioni possibili Suggerimenti per la stesura del progetto

Dettagli

Le ragioni dell apprendere

Le ragioni dell apprendere Motivazione come variabile complessa 1 a Approccio comportamentista alla motivazione ed evoluzione 2 a La teoria degli obiettivi di riuscita 1 b Tre dimensioni nel concetto di motivazione ad apprendere

Dettagli

PROGETTO ORIENTAMENTO

PROGETTO ORIENTAMENTO PROGETTO ORIENTAMENTO anno scolastico 2014.15 Finalità: - L orientamento è un processo di apprendimento contestuale all attività curricolare, struttura non accessoria ma centrale dell azione formativa:

Dettagli

Linee Guida Educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile Parte II Percorsi didattici PARTE II PERCORSI DIDATTICI

Linee Guida Educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile Parte II Percorsi didattici PARTE II PERCORSI DIDATTICI PARTE II PERCORSI DIDATTICI PERCORSI DIDATTICI I percorsi didattici: contenuti approcci e metodologia Le schede di percorsi didattici, di seguito proposte, sono state inserite nelle linee guida, per fornire

Dettagli

Ruolo e funzioni del Tirocinio. Il modello MARC nel modello di formazione tra Vecchio e Nuovo Ordinamento

Ruolo e funzioni del Tirocinio. Il modello MARC nel modello di formazione tra Vecchio e Nuovo Ordinamento Ruolo e funzioni del Tirocinio. Il modello MARC nel modello di formazione tra Vecchio e Nuovo Ordinamento Ruolo e funzioni del Tirocinio. Il modello MARC nel percorso di formazione tra vecchio e nuovo

Dettagli

PROCEDURA VALUTAZIONE COLLEGIALE SOMMARIO

PROCEDURA VALUTAZIONE COLLEGIALE SOMMARIO Pagina 1 di 5 SOMMARIO 1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE...2 2 RESPONSABILITÀ...2 3 VALUAZIONE INDIVIDUALE...2 4 VALUAZIONE COLLEGIALE...4 5 DEBITO E CREDITO FORMATIVO...4 REVISIONI N DATA DESCRIZIONE 01

Dettagli

15 novembre 2016 Giornata Formativa Nazionale. studio e ricerca. La Legge delega sull Inclusione: stato dell arte e proposte operative

15 novembre 2016 Giornata Formativa Nazionale. studio e ricerca. La Legge delega sull Inclusione: stato dell arte e proposte operative 15 novembre 2016 Giornata Formativa Nazionale studio e ricerca La Legge delega sull Inclusione: stato dell arte e proposte operative TEMA n. 9 - I gruppi di lavoro, lavoro di gruppo, lavoro di rete Lavorare

Dettagli

Filosofia e acquisizione di competenze. Pensiero filosofico per le competenze educative A.A. 2014/15 lezione 17 novembre 2014

Filosofia e acquisizione di competenze. Pensiero filosofico per le competenze educative A.A. 2014/15 lezione 17 novembre 2014 Filosofia e acquisizione di competenze Pensiero filosofico per le competenze educative A.A. 2014/15 lezione 17 novembre 2014 1. Che cosa si intende per competenza? 2. Come si insegnano o trasferiscono

Dettagli

Circolare n. 749 Perugia, 13 giugno A tutti i docenti tutor dei docenti neo assunti. Al personale A.T.A. Sede. Oggetto: Format Tutor I.T.T.S.

Circolare n. 749 Perugia, 13 giugno A tutti i docenti tutor dei docenti neo assunti. Al personale A.T.A. Sede. Oggetto: Format Tutor I.T.T.S. Chimica, Materiali e Biotecnologie Grafica e Comunicazione Trasporti e Logistica Istituto Tecnico Tecnologico Statale Alessandro Volta Scuol@2.0 Via Assisana, 40/E - loc. Piscille - 06135 Perugia Centralino

Dettagli

QUESTIONARIO DOCENTI

QUESTIONARIO DOCENTI pag. 1 di 5 QUESTIONARIO DOCENTI Gentile docente, aderendo al Progetto Qualità, la nostra scuola intende valorizzare il lavoro svolto dai docenti secondo le modalità consolidate negli anni, ma anche avviarsi

Dettagli

Scienza e Tecniche Psicologiche Università del Salento

Scienza e Tecniche Psicologiche Università del Salento Cosa farò da grande? A cura di: Prof.ssa Filomena De Lumè, associato Psicologia dello sviluppo Dott.ssa Francesca Borgia, laurea in Metodologia dell Intervento Psicologico Dott.ssa Arianna Mignozzi, laurea

Dettagli

Progetto di dettaglio

Progetto di dettaglio Area Politiche ed Offerte per la Formazione Iniziale e Permanente Ricerca azione per la prevenzione della dispersione scolastica e formativa Progetto di dettaglio Realizzazione di un percorso di degli

Dettagli

Quali metodologie per promuovere competenze?

Quali metodologie per promuovere competenze? Quali metodologie per promuovere competenze? Marisa Vicini, Marisa Milano, Vicini Brescia 1430.03.2011 febbraio 2012 Di che cosa parlerò oggi? PRIMA PARTE: le motivazioni 1. Approfondimenti terminologici

Dettagli

Progetto Orientamento Scolastico

Progetto Orientamento Scolastico Progetto Orientamento Scolastico I. C. Serao sc. Secondaria di 1 grado a.s. 2015/ 2016 FINALITA EDUCATIVE L orientamento nella scuola secondaria di I grado è un processo educativo e didattico al quale

Dettagli

Tecnica e metodologia delle attività motorie adattate

Tecnica e metodologia delle attività motorie adattate Corsi di Insegnamento Università degli Studi di Verona Corso di Laurea Specialistica in Scienze delle attività motorie e sportive A.A. 2006/2007 Tecnica e metodologia delle attività motorie adattate Crediti

Dettagli

PARTE A LINEE GUIDA PER L ORGANIZZAZIONE

PARTE A LINEE GUIDA PER L ORGANIZZAZIONE PARTE A LINEE GUIDA PER L ORGANIZZAZIONE 25 Articolazione del primo ciclo di istruzione DEFINIZIONE DEI CURRICOLI Il primo ciclo, che comprende i primi otto anni dell obbligo di istruzione di durata decennale,

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA FRA REGIONE LOMBARDIA MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

PROTOCOLLO D INTESA FRA REGIONE LOMBARDIA MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI PROTOCOLLO D INTESA FRA REGIONE LOMBARDIA MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI PER LA SPERIMENTAZIONE DI NUOVI MODELLI NEL SISTEMA DI

Dettagli

OBIETTIVI B e D. (Questionario rivolto ai corsisti)

OBIETTIVI B e D. (Questionario rivolto ai corsisti) OBIETTIVI B e D (Questionario rivolto ai corsisti) Domanda n. : Nell ultimo anno ha partecipato ad altri corsi di formazione oltre quello sul quale le chiediamo di esprimere le sue opinioni? Sì, ho partecipato

Dettagli

UNITARIETA DELLA SCUOLA DI BASE E CURRICOLO VERTICALE. Isp. Luciano Rondanini

UNITARIETA DELLA SCUOLA DI BASE E CURRICOLO VERTICALE. Isp. Luciano Rondanini UNITARIETA DELLA SCUOLA DI BASE E CURRICOLO VERTICALE Isp. Luciano Rondanini STRUTTURA DELLE INDICAZIONI NAZIONALI CULTURA SCUOLA PERSONA La scuola nel nuovo scenario- Centralità della persona- Per una

Dettagli

Indice. 1 Modello della ricerca pedagogica di natura empirica La ricerca orientata alla conoscenza e la ricerca orientata alle decisioni...

Indice. 1 Modello della ricerca pedagogica di natura empirica La ricerca orientata alla conoscenza e la ricerca orientata alle decisioni... INSEGNAMENTO DI PEDAGOGIA SPERIMENTALE LEZIONE II METODOLOGIA DELLA RICERCA PEDAGOGICA PROF. LUCIANO GALLIANI Indice 1 Modello della ricerca pedagogica di natura empirica...3 2 La ricerca orientata alla

Dettagli

95

95 94 95 96 97 98 SEZIONE A CURA DEL DIRIGENTE SCOLASTICO L Istituto è costituito da due indirizzi: il Tecnico per Geometri ed il Liceo Artistico. Pur avendo connotazioni fortemente differenziate, i due indirizzi

Dettagli

Strategia formativa e Portfolio

Strategia formativa e Portfolio Strategia formativa e Portfolio Azione F3: Realizzazione di prototipi di azioni educative in aree di grave esclusione sociale e culturale, anche attraverso la valorizzazione delle reti esistenti Verso

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FERRARA

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FERRARA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FERRARA Anno accademico 2015-2016 Corso di Pedagogia sperimentale Lezione 10/11/2015 Loredana La Vecchia Invito alla riflessione Il concetto di bellezza nel tempo Invito alla

Dettagli

SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA (V.O.) Metodologia Didattica per la Scuola Primaria* - A.A. 2013/2014 Prof.ssa G. Compagno SCHEDA DI TRASPARENZA

SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA (V.O.) Metodologia Didattica per la Scuola Primaria* - A.A. 2013/2014 Prof.ssa G. Compagno SCHEDA DI TRASPARENZA 1 SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA (V.O.) Metodologia Didattica per la Scuola Primaria* - A.A. 2013/2014 Prof.ssa G. Compagno SCHEDA DI TRASPARENZA NOME E COGNOME DOCENTE SETTORE SCIENTIFICO- DISCIPLINARE

Dettagli

DALLA PROGRAMMAZIONE ALLA REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA DI EASY BASKET

DALLA PROGRAMMAZIONE ALLA REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA DI EASY BASKET DALLA PROGRAMMAZIONE ALLA REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA DI EASY BASKET EASYBASKET SEMPLICE EMOZIONANTE A MISURA DI BAMBINO ALLA PORTATA DEGLI INSEGNANTI ma di TUTTI gli insegnanti e di TUTTI i bambini

Dettagli

PRESUPPOSTI PSICOPEDAGOGICI ALLA DIDATTICA LABORATORIALE. A cura di Daniela Mazzara

PRESUPPOSTI PSICOPEDAGOGICI ALLA DIDATTICA LABORATORIALE. A cura di Daniela Mazzara PRESUPPOSTI PSICOPEDAGOGICI ALLA DIDATTICA LABORATORIALE A cura di Daniela Mazzara Che cos è la Formazione? E un processo che comprende una serie di attività programmate e verificabili finalizzate a favorire

Dettagli

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL'EDUCAZIONE E DELLA FORMAZIONE CORSO DI LAUREA IN SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE. Pedagogia generale

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL'EDUCAZIONE E DELLA FORMAZIONE CORSO DI LAUREA IN SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE. Pedagogia generale CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL'EDUCAZIONE E DELLA FORMAZIONE CORSO DI LAUREA IN SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE Insegnamento Livello e Corso di Studio Pedagogia sperimentale Corso di Laurea in Scienze

Dettagli

JEROME SEYMOUR BRUNER

JEROME SEYMOUR BRUNER TEORIE DELL APPRENDIMENTO E QUALITÀ DEI PROCESSI (PARTE II) PROF.SSA ANNAMARIA SCHIANO Indice 1 JEROME SEYMOUR BRUNER--------------------------------------------------------------------------------------------

Dettagli

UNITARIETA DEL SAPERE ATTRAVERSO L INTERDISCIPLINARITA

UNITARIETA DEL SAPERE ATTRAVERSO L INTERDISCIPLINARITA UNITARIETA DEL SAPERE ATTRAVERSO L INTERDISCIPLINARITA I docenti, in quanto educatori, hanno il dovere di fornire ai discenti, attraverso le scienze, la storia, la filosofia, la letteratura, e tutte le

Dettagli

PROGETTI INNOVATIVI AUTONOMI DI SPERIMENTAZIONE IN ASL

PROGETTI INNOVATIVI AUTONOMI DI SPERIMENTAZIONE IN ASL PROGETTI INNOVATIVI AUTONOMI DI SPERIMENTAZIONE IN ASL ORDINAMENTO E INDIRIZZO DI RIFERIMENTO Il Progetto coinvolge le classi terze e quarte dell indirizzo TURISMO. L indirizzo TURISMO è un indirizzo specifico

Dettagli

CORSO PAA PER ASSISTENTI DI VOLO SYLLABUS

CORSO PAA PER ASSISTENTI DI VOLO SYLLABUS CORSO PAA PER ASSISTENTI DI VOLO SYLLABUS I PRINCIPI BASILARI DELLA COMUNICAZIONE: - elementi della comunicazione o mittente, messaggio, ricevente o la pragmatica della comunicazione - fattori di inefficacie

Dettagli

Disciplina: T.T.R.G. CLASSE PRIMA

Disciplina: T.T.R.G. CLASSE PRIMA COMPETENZE DI BASE Disciplina: T.T.R.G. 1. Utilizzare gli strumenti e le reti informatiche nelle attività di studio, ricerca e approfondimento disciplinare. 2. Padroneggiare l uso di strumenti tecnologici

Dettagli