Capitolo 19. La moneta e la politica monetaria

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1 Capitolo 19 La moneta e la politica monetaria

2 Aggregati monetari La moneta svolge 3 funzioni: È unità di conto È mezzo di pagamento È riserva di valore Nelle moderne economie il compito di fornire i mezzi di pagamento spetta sia all Autorità di politica economica sia agli intermediari finanziari che costituiscono il tramite fra le unità in surplus e le unità che domandano crediti. Oltre alla moneta legale esistono le attestazioni debitorie (assegni su c/c) per svolgere la funzione di pagamento e quindi anche queste costituiscono la moneta. A tal proposito si definisce Base Monetaria (BM) l insieme delle banconote e delle monete; per moneta (M) si intende la somma della BM più i depositi dei risparmiatori.

3 Definiamo gli aggregati monetari in base alle convenzioni BCE:

4 La creazione della base monetaria Le banche centrali possono emettere base monetaria come contropartita rispetto a quattro operazioni, Finanziamenti al tesoro Finanziamenti alle banche e aziende di credito Finanziamenti al settore aperto Operazioni di mercato aperto

5 Finanziamenti al tesoro Si tratta della monetizzazione della spesa pubblica. Tale aspetto è controllato dalle disposizioni che regolano i rapporti tra Autorità monetarie ed Autorità di Governo. In Italia fino al 1981 tale potere era nelle mani del Governo. Infatti la Banca d Italia era tenuta a finanziare con emissione di moneta fino al 14% delle spese correnti del Tesoro ma anche ad acquistare tutti i titoli del debito pubblico che non trovavano collocazione sul mercato. L obbligo di anticipazione di emissione di BM al 14% delle spese correnti fu abrogato nel Dopo l avvio della Moneta Unica Europea è stato posto il divieto di monetizzazione della spesa pubblica. È stata dunque chiusa la fonte di emissione di moneta costituita dal Tesoro.

6 Finanziamenti alle banche Le Banche centrali emettono moneta per rispondere alle richieste di credito da parte delle banche. Tale attività è regolamentata e controllata dalle banche centrali stesse. Tale canale di creazione della BM è ben controllato dalle banche centrali le quali hanno margini discrezionali ampi sulla concessione o meno di tali finanziamenti. Ai tempi della Banca d Italia lo strumento di politica monetaria era il tasso di sconto fissato dal ministro del Tesoro di concerto con il Governatore della Banca d Italia.

7 Finanziamenti al settore estero Le banche centrali emettono BM come contropartita dell acquisto di valute estere. Si tratta di emissione di BM per far fronte alle richieste di cambiare la moneta domestica con valute estere e viceversa. Tale fonte di creazione di BM dipende dalla bilancia dei pagamenti e dalle scorte di valuta straniera da detenere. Un attivo della bilancia dei pagamenti si traduce in un aumento della BM e viceversa. Se la bilancia dei pagamenti è in attivo vuol dire che vi è un afflusso di valuta estera rispetto quella richiesta dai cittadini i quali chiederanno di convertire tale valuta in moneta domestica. A questo punto la Banca Centrale emetterà nuova BM come contropartita dell afflusso di valuta estera.

8 Operazioni di mercato aperto Le banche centrali possono decidere di emettere BM in contropartita all acquisto di titoli finanziari preesistenti sui mercati finanziari. Il sistema delle banche centrali del sistema euro regola la BM soprattutto tramite tali operazioni.

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10 Il modello analitico La base monetaria (BM) può essere detenuta dal pubblico (BMP) o dalle banche (BMB): la moneta (M) consiste nella somma tra base monetaria in mano al pubblico, o circolante, (BMP) e depositi (D): I privati scelgono di tenere come base monetaria presso di sé la frazione h dell ammontare che detengono come deposit.,si può anche considerare h come una funzione inversa del tasso d interesse h=h(r), h(r)/ r<0. la base monetaria presso le banche è una frazione dei depositi ricevuti (j=cro+crl):

11 Attualmente il c RO è pari al 2% delle passività delle aziende di credito. Il c RO è uno strumento di politica monetaria facilmente controllabile. Diversamente c RL risponde alle valutazioni di convenienza economica delle banche in base al tasso d interesse. L equazione si potrebbe scrivere BMB=[c RO +c RL (r)]d, con 0<c RL (r)<1 e c RL (r)/ r<0. Sostituendo le due equazioni comportamentali di privati e banche si ottiene BM=hD+jD=(h+j)D.

12 Il modello analitico La frazione 1/(h + j) viene talvolta indicata come moltiplicatore dei depositi ; se (h + j)<1, come emerge dalle stime effettuate per tutte le economie contemporanee, i depositi risultano un multiplo della base monetaria. La moneta è, quindi, un multiplo della base monetaria.

13 Determinanti del moltiplicatore della moneta A parità di base monetaria, la quantità di moneta è tanto maggiore quanto minore è j e quanto minore è h. La quantità di moneta dipende non soltanto dalle Autorità monetarie ma anche dal comportamento degli operatori privati. Il comportamento dei risparmiatori è rilevante sulla quantità di moneta, grazie al parametro h, e il comportamento delle aziende di credito è rilevante sulla quantità di moneta, tramite il coefficiente di riserva libera, che rientra nel parametro j.

14 La teoria tradizionale del modus operandi della politica monetaria Visione Keynesiana: reddito e piena occupazione Visione Neoclassica: preservare stabilità di prezzi. Le variabili che entrano nella teoria tradizionale sono distinte in diverse categorie, Strumenti Indicatori Obiettivi operativi Obiettivi intermedi Obiettivi finali

15 Strumenti Le caratteristiche sono controllabilità, efficacia e separabilità. I possibili strumenti sono: base monetaria e coefficiente di riserva obbligatoria. Altri strumenti creati dalla pratica della politica monetaria sono il massimale sugli impieghi (limite alla concessione di crediti), i vincoli di portafogli per le aziende di credito, posizione netta sull estero, fissazione di particolari tassi d interesse da parte delle Autorità di politica monetaria a particolari operazioni.

16 Indicatori Variabili controllabili la cui dinamica informa le Autorità sull effettiva direzione che stanno prendendo le variabili rilevanti (tassi d interesse interbancari). Obiettivi operativi Variabili endogene direttamente influenzate dagli strumenti che rappresentano il vero obiettivo finale della politica monetaria. Obiettivi intermedi In genere aggregati monetari che hanno un chiaro legame con gli obiettivi finali e che sono influenzati dagli strumenti. Obiettivi finali La politica monetaria deve condividere tutti gli obiettivi macroeconomici della politica economica. Vi è un conflitto fra chi ritiene che tutti questi obiettivi debbano essere presenti nell azione delle banche centrali e chi al contrario ritiene che l obiettivo principale, o unico, debba essere la stabilità dei prezzi.

17 Inflation targeting Per paura di confusione dovuta a troppe informazioni ed a possibili conflitti tra obiettivi, dagli anni Ottanta si è stabilito di comunicare soltanto l obiettivo finale ed in particolare l obiettivo del tasso d inflazione individuando come obiettivo intermedio il valore stimato dell inflazione attesa. Tale condotta nota come inflation targeting è stata iniziata dalla FED e poi dalla BCE. Quest ultima adotta l inflation targeting flessibile nel senso che affianca, oltre all inflazione, altre indicazioni relative agli obiettivi differenti.

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