QUANDO COMUNICARE È DIFFICILE: COMPORTAMENTO ASSERTIVO E ASSERTIVISMO
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- Enrichetta Morelli
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1 QUANDO COMUNICARE È DIFFICILE: COMPORTAMENTO ASSERTIVO E ASSERTIVISMO Dr.ssa Roberta Carbone Psicologa Psicoterapeuta - PhD in Psicobiologia - Professore a contratto presso il Dipartimento A.L.E.F. Università degli Studi di Parma Dr.ssa Federica Fantetti Psicologa clinica Psicoterapeuta cognitivo comportamentale -Tecnico di Mental Training per lo sport Associazione AID Parma 24 febbraio 2016 ore
2 SCUOLA-FAMIGLIA:LA RELAZIONE A VOLTE NON FUNZIONA Modalità comunicative disfunzionali Tra le parti si instaura un circolo vizioso Attenzione sui problemi e non sui possibili percorsi da intraprendere 2
3 COMUNICHIAMO CIO CHE PERCEPIAMO MA TENDIAMO A PERCEPIRE LA REALTA IN MANIERA SELETTIVA Tratteniamo solo le informazioni che riteniamo rilevanti per noi e cancelliamo quanto non ci interessa. Tuttavia, la rilevanza delle informazioni è valutata proprio sulla base dei filtri percettivi che possediamo. Di conseguenza corriamo il rischio di cadere nell illusione e nella presunzione di credere di comprendere a fondo una situazione quando in realtà ne abbiamo solo una visione parziale. 3
4 I NOSTRI CRITERI DI VALUTAZIONE (BASATI SPESSO SUI PREGIUDIZI), L IMMAGINE CHE ABBIAMO DI NOI STESSI, LE NOSTRE CONVINZIONI (GENERALIZZAZIONI DELLA REALTA ), I NOSTRI VALORI (CIÒ CHE E IMPORTANTE PER NOI),LE NOSTRE CREDENZE, LE EMOZIONI, LE ASPETTATIVE MEDIANO LA PERCEZIONE CHE ABBIAMO DELLA REALTA La realtà viene interpretata, filtrata, letta, tramite schemi cognitivi valoriali e culturali personali. 4
5 IL NOSTRO MODO DI PENSARE ED AGIRE INFLUENZA LA NOSTRA COMUNICAZIONE Tendiamo a pensare in modo automatico Tendiamo a credere ai nostri pensieri senza metterli in discussione Tendiamo a percepire la realtà attraverso dei filtri Andiamo alla ricerca di dati che confermino le nostre ipotesi Tendiamo a far valere il nostro punto di vista Tendiamo a dare giudizi di valore Tendiamo a parlare più che ad ascoltare 5
6 Processi mentali Convinzioni Valori Emozioni Aspettative Obiettivi Processi mentali Convinzioni Valori Emozioni Aspettative Obiettivi E necessario costruire un significato condiviso 6
7 COSA DETERMINA LA COMPRENSIONE DI UN MESSAGGIO? Verbale 10% Paraverbale 30% Non verbale 60% PARAVERBALE NON VERBALE VERBALE (contenuto) 7
8 COERENZA TRA COMUNICAZIONE VERBALE E NON VERBALE I segnali sul piano del contenuto e sul piano della relazione possono essere congruenti (CNV a supporto dell elemento verbale) o incongruenti (CNV in discrepanza con le parole) E proprio quello che desideravo! In caso di incongruenza, tende a prevalere il messaggio comunicato dalla CNV Anche io! Grazie! 8
9 IL SIGNIFICATO DI UNA COMUNICAZIONE DIPENDE DAL SUO EFFETTO LA COMUNICAZIONE EFFICACE RIDUCE I FRAINTENDIMENTI AIUTA A RAGGIUNGERE L OBIETTIVO PORTA ALLA COLLABORAZIONE MIGLIORA LE RELAZIONI 9
10 PER COMUNICARE E NECESSARIA L EMPATIA Capacità di mettersi nei panni dell altro Capacità di immedesimarsi e identificarsi con l altro, vedere e sentire dal «suo» punto di vista, pur mantenendo il controllo dei proprio Perché è così importante? Migliora le relazioni e la qualità dei nostri rapporti con gli altri Come si fa ad essere empatici? Bisogna sospendere il nostro giudizio e riconoscere che le emozioni e i sentimenti dell altro sono reali per lui/lei. Bisogna imparare ad osservare anche la comunicazione non verbale e paraverbale e bisogna porci nella condizione di ascoltare l altro in maniera attiva. 10
11 PER COMUNICARE EFFICACEMENTE E NECASSARIO SAPER ASCOLTARE! Ma la maggior parte delle persone ascolta in modo inefficiente Dopo aver ascoltato persona per circa 10 minuti, l individuo medio ha udito, compreso, valutato appieno e assorbito circa il 40% di quanto gli è stato detto. Alla fine, comprendiamo e tratteniamo solo un quarto di quanto abbiamo ricevuto! 11
12 Che differenza c è tra udire ed ascoltare? UDIRE è un fatto fisico ASCOLTARE è un azione attiva, intellettuale ed emotiva, volta a cogliere tutti i segnali che il nostro interlocutore ci manda 12
13 TEST SULLA CAPACITA DI ASCOLTO COMPORTAMENTI DI ASCOLTO SEMPRE SPESSO QUALCHE VOLTA MAI 1.Smetti di ascoltare chi dice qualcosa su cui non sei d accordo? 2. Ti concentri su quanto viene detto, anche se non ti interessa? 3. Quando presumi di indovinare che cosa stanno per dirti, smetti di ascoltare? 4. Ti preoccupi di chiedere il significato delle parole che non conosci? 5. Pensi a come ribattere mentre ti stanno ancora parlando? 6. Fingi di ascoltare attentamente anche quando non ascolti affatto? 13
14 SEMPRE SPESSO QUALCHE VOLTA MAI 7. Pensi ad altro mentre gli altri parlano? 8. Guardi l interlocutore negli occhi mentre parla? 9. Osservi l espressione dell interlocutore? 10. Lasci che l interlocutore esprima la sua ostilità verso di te senza interromperlo immediatamente? 11. Ripeti messaggi e istruzioni per essere sicuro di aver ben capito? 14
15 ASCOLTO ATTIVO e EMPATIA PARAFRASI Verifico di aver compreso il contenuto di ciò che mi è stato detto, restituendo al mio interlocutore una sintesi del messaggio RISPECCHIAMENTO Verbalizzo i sentimenti del mio interlocutore SI DIMOSTRA DI AVER ASCOLTATO E COMPRESO CIO CHE CI E STATO DETTO 15
16 COMUNICARE E AGIRE EFFICACEMENTE: l ASSERTIVITA..BISOGNA SOLTANTO CERCARE DI PENSARE E DI ESPRIMERSI ESATTAMENTE, SENZA AVER LA PRETESA D INDURRE GLI ALTRI AL NOSTRO GUSTO E AL NOSTRO MODO DI SENTIRE JEAN DE LA BRUYERE Il termine assertività proviene dal latino asserere e dall italiano asserire. La persona assertiva si esprime in modo autentico ed efficace, sa ascoltare e chiedere chiarimenti. Si assume la responsabilità di quanto dice o fa. È in grado di comunicare i propri pensieri, i propri sentimenti, le proprie opinioni, i propri desideri e i propri diritti in modo onesto, diretto e appropriato. Essere assertivi, dunque, significa far valere i propri diritti senza calpestare gli altri. L assertività si basa sul diritto di essere trattati con rispetto, di essere se stessi e di essere liberi di credere nei propri valori. 16
17 GLI STILI DI COMPORTAMENTO Gli studi descrivono l assertività lungo un continuum comportamentale che va dalla passività all aggressività, estremi indicati come negativi e disfunzionali, che rappresentano l assenza di assertività. Nell area intermedia rientra l assertività quale comportamento sociale funzionale ed efficace. Anchisi & Gambotto Dessy,
18 GLI STILI DI COMPORTAMENTO LO STILE PASSIVO: il soggetto subisce le situazioni senza reazioni apparenti, assumendosi la responsabilità anche di eventi che non lo riguardano in prima persona. Si tratta quasi sempre di individui che non affermano le proprie idee, sposando e avvalorando quelle degli altri e svalutando il loro comportamento. LO STILE AGGRESSIVO: il soggetto tende ad affermare se stesso con arroganza e prepotenza, senza tenere in seria considerazione le opinioni e le esigenze altrui. Tale comportamento non esprime alcuna forma di rispetto per la persona con cui si interagisce. Tende a dominare e imporsi sull altro. GIUSTI & TESTI, 2006 LO STILE ASSERTIVO: il soggetto è aperto e disponibile alla negoziazione e al compromesso, senza per questo rinunciare alla propria dignità e la rispetto per se stesso e l altro. 18
19 PERSONA PASSIVA PERSONA ASSERTIVA PERSONA AGGRESSIVA PERMETTE CHE VENGANO VIOLATI I SUOI DIRITTI E CHE GLI ALTRI NE TRAGGANO VANTAGGIO FA VALERE I SUOI DIRITTI E RISPETTA I DIRITTI ALTRUI VIOLA I DIRITTI ALTRUI PER TRARNE VANTAGGIO NON RAGGIUNGE I PROPRI OBIETTIVI RAGGIUNGE I PROPRI OBIETTIVI SENZA OFFENDERE GLI ALTRI RAGGIUNGE I SUOI OBIETTIVI A SPESE DEGLI ALTRI SI SENTE FRUSTRATA, INFELICE, ANSIOSA È INIBITA E DEPRESSA HA UNA BUONA IMMAGINE DI SE E UN APPROPRIATA FIDUCIA IN SE STESSA SI ESPRIME IN MODO CHIARO E AUTONOMO È SULLA DIFENSIVA; UMILIA E DISPREZZA GLI ALTRI È ESPLOSIVA, IMPREVEDIBILE OSTILE E IRATA CONSENTE CHE GLI ALTRI SCELGANO PER LEI DECIDE PER SE STESSA SI INTROMETTE NELLE SCELTE ALTRUI 19
20 L ASSERTIVITÀ Diversamente dallo stile passivo e aggressivo L ASSERTIVITÀ si basa su: RISPETTO PER SE E L ALTRO AUTORESPONSABILITÀ e CONSAPEVOLEZZA Nella non-assertività, invece, questi due elementi sono assenti. Ciò che accomuna il passivo e l aggressivo, infatti, è l egocentrismo cioè l atteggiamento individualistico che porta a considerare gli altri come estranei. 20
21 I CINQUE OBIETTIVI DELL ASSERTIVITÀ 1. Abilità di riconoscere le emozioni L obiettivo è l autonomia emotiva, il percepire le emozioni come un arricchimento della situazione senza quel coinvolgimento negativo che genera vergogna, disagio. 2. Capacità di comunicare sentimenti ed emozioni attraverso vari strumenti comunicativi (gestuali, mimici) L obiettivo è la libertà espressiva: padroneggiare le reazioni motorie affinché non siano inibite dalla tensione e dall ansia. 3. Consapevolezza dei diritti della persona L obiettivo è il rispetto di se e degli altri: identificare e valutare i propri diritti in relazione a quelli altrui per mediare le esigenze personali con quelle sociali. 4. Disponibilità ad apprezzare se stessi e gli altri L obiettivo è la stima di se, la capacità di valorizzare gli aspetti positivi dell esperienza. 5. Capacità di autorealizzarsi L obiettivo è l immagine positiva di se. Ciò consente di affrontare in modo positivo stress e ansia e di percepire le difficoltà come ostacoli da superare abilmente e non come occasioni di frustrazione. 21
22 LA PERSONA ASSERTIVA Sa ascoltare Sa esprimere le proprie opinioni e i propri bisogni È empatica Rifiuta di fare ciò che non desidera Sa chiedere scusa e ammettere i propri errori Rispetta sé e l altro Sa entrare in contatto con le proprie emozioni Persegue coerentemente i propri obiettivi Fa valere i propri diritti senza ledere quelli altrui Facilita le relazioni È chiara e leale Sa accettare le sconfitte 22
23 COMUNICAZIONE NON VERBALE ASSERTIVA E ANASSERTIVA LA VOCE LO SGUARDO Saper osservare serve a non trarre errate conclusioni e a raggiungere una corretta valutazione della realtà. Le espressioni del volto danno informazioni su ciò che pensiamo, diciamo e sulle emozioni che stiamo provando. Lo sguardo può comunicare sicurezza, insicurezza o disagio: se guardiamo ad esempio verso il basso l altro capirà il nostro stato di imbarazzo, guardando invece sempre verso la persona si avrà una visione più corretta della realtà. Il tono e il volume della voce cambiano a seconda delle emozioni, essi possono essere modulati per rendere la comunicazione più chiara ed efficace. Un tono di voce troppo forte o troppo piano fa si che il messaggio non venga percepito a differenza di un giusto tono che garantisce, invece, maggior efficacia. 23
24 LA POSTURA Anche i gesti e i diversi tipi di postura contribuiscono a dare informazioni su ciò che stiamo affermando. Relativamente ai gesti utilizzare un eccessiva gesticolazione crea distrazione e invade lo spazio altrui; le mani sui fianchi, invece, comunicano aggressività e un senso di sfida. È importante, inoltre, prestare attenzione alla propria postura in modo che risulti in armonia con ciò che si dice. LA POSIZIONE DEL CORPO NELLO SPAZIO Per quanto riguarda la posizione del corpo se ci poniamo troppo vicino all altra persona adottiamo una modalità aggressiva, quella che si pone troppo lontano, invece, è passiva. La persona assertiva, dunque, si pone ad una giusta distanza. 24
25 SGUARDO PASSIVO ASSERTIVO AGGRESSIVO CONTATTO OCULARE SFUGGENTE, DIRETTO VERSO IL BASSO, INADEGUATO AL CONTENUTO VERBALE EMPATICO, ACCOGLIENTE FISSO, PROVOCATORIO MIMICA FACCIALE POCO ESPRESSIVA, POVERA COMPRENSIVA, INTERESSATA INADEGUATA AL CONTENUTO VERBALE, ESAGERATA VOCE TREMANTE, BASSA RILASSATA, CHIARA VOLUME ALTO, ALTERATA POSTURA PIEGATA, CURVA, INCERTA APERTA, RILASSATA RIGIDA GESTUALITÀ LIMITATA MISURATA TESA, GESTI MINACCIOSI POSIZIONE DEL CORPO NELLO SPAZIO GOFFA, DIMESSA POSIZIONE ERETTA DEL CORPO RAVVICINATA 25
26 CRITICHE DISTRUTTIVE AGGRESSIVE Forma di violenza diretta: si alza la voce, si insulta, si può arrivare alle mani MANIPOLATIVE È una forma di aggressione più subdola, che agisce sulla «vittima» dal suo interno Entrambe colpiscono l individuo nella sua persona, globalmente: sono generiche e totalizzanti mirano a colpevolizzare adottano termini come sempre, mai, tutto, ogni volta, niente tendono a chiudere il dialogo esercitano un tentativo di controllo sui comportamenti e sui sentimenti altrui, provocando nell altro sgradevoli sensazioni come SENSO DI COLPA, di INADEGUATEZZA, di ANSIA. 26
27 LA CRITICA ASSERTIVA (COSTRUTTIVA E BEN FATTA) SI FOCALIZZA SULLA PRESTAZIONE E NON SULLA PERSONA VIENE FORMULATA NEL RISPETTO DELL ALTRO (senza urtare i sentimenti e la sensibilità dell altro) FORNISCE INDICAZIONI PRECISE FORNISCE L ALTERNATIVA TENDE A TENERE APERTO IL DIALOGO N.B. : Aprire la critica con uno stato d animo corretto (no ironia) riconoscere il problema Affrontare un argomento alla volta Evitare di dire sempre, mai, e simili Parlare di sé invece che dell interlocutore Presentare la soluzione/dare l alternativa (oggettiva, precisa, mirata) Chiudere con una dichiarazione di fiducia/collaborazione 27
28 RISPONDERE ALLE CRITICHE: fattori che inducono a reagire emotivamente alle critiche e quindi non efficacemente: -considerare le critiche come un offesa personale; -non distinguere le critiche infondate da quelle fondate; -leggere nelle critiche un sottinteso che non esiste; -considerare la critica un giudizio di valore; - rinunciare a chiedere prove e dati di fatto; -ritenere errato e scorretto esprimere delle critiche; - rispondere alle critiche cercando giustificazioni, assumendo un atteggiamento difensivo oppure offeso. 28
29 RISPONDERE ALLE CRITICHE CRITICA FONDATA: Asserzione Negativa ammissione dell errore Sono io il responsabile dichiarazione della non intenzionalità Mi dispiace, non era mia intenzione dichiarazione della propria disponibilità a rimediare Posso rimediare in qualche modo? CRITICA INFONDATA; Inchiesta Negativa: ammissione condizionale dell errore Forse è proprio così indagine con domande In cosa consiste esattamente il Problema?» Cosa avresti fatto tu al mio posto? Considerare la critica nella sua effettiva dimensione (non sentirsi messi in causa globalmente, come persona) precisare la specificità del proprio errore chiedere spiegazioni concrete e dettagliate per capire (e far capire) quali aspetti della critica siano fondati e quali infondati richiedere indicazioni per un esito positivo della critica Sui punti di disaccordo cercare un compromesso soddisfacente per entrambi Esprimere interesse per la critica ricevuta 29
30 Essere assertivi non significa essere un monaco zen SI TRATTA DI CONSIDERARE L ALTRO UN INDIVIDUO ALLA PARI All inizio è faticoso ma col tempo porta a buoni risultati ASSERTIVITA CHIAMA ASSERTIVITA 30
31 Le immagini utilizzate per la presentazione hanno solo uno scopo illustrativo e sono prese da Internet, quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla mail roberta.carbone@gmail.com/federica.fantetti@gmail.com e si provvederà prontamente alla rimozione delle immagini utilizzate. 31
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