"Lo sviluppo motorio del bambino: il supporto della psicomotricità«dott.ssa Maria Grazia Lamparelli, Hattiva Lab coop.soc.onlus 22 gennaio 2015

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2 Una storia che parte da lontano... Periodo prenatale Dalla 7. settimana movimenti isolati di braccia gambe dita movimenti di suzione e deglutizione, non caotici ma eseguiti con grazia e fluidità Il feto, prima del 4. mese, ha già maturato e sperimentato la maggior parte dei movimenti caratteristici della nostra specie (De Vries, Visser e Perchtl, 1982)

3 In linea di massima NON prodotti da stimoli esterni, bensì da processi interni al sistema nervoso del feto umano. Non ci è ancora del tutto chiaro il significato FUNZIONALE della motricità fetale, ma è probabile che funga da regolatore dello sviluppo muscolo-scheletrico, e contribuisca al consolidamento delle parti di encefalo e midollo spinale che controlleranno e guideranno il movimento post-natale.

4 ...e dopo la nascita? I comportamenti motori, da un punto di vista neurofisiologico, sono l espressione dell integrità dei sistemi muscolari, mentre da un punto di vista psicologico rappresentano il grado di sviluppo psicoaffettivo del bambino. NB I movimenti dei bambini non sono prevalentemente reazioni motorie involontarie, contrapposte all attività motoria controllata volontariamente dell adulto!

5 imparare a camminare... Lo natura cognitiva dello sviluppo motorio è stata documentata studiando la scomparsa (apparente) di alcuni comportamenti motori e il loro riapparire organizzati successivamente. (stepping) Sono presenti in realtà fattori fisici e fattori di ordine cognitivo come la capacità di integrare movimenti e obiettivi e la capacità di controllare azioni in successione.

6 Le competenze motorie dei bambini acquistano IDENTITA COGNITIVA già dai primi mesi di vita, rilevando ulteriormente tale ruolo nel momento dello sviluppo di abilità di ordine ancora più complesso (nutrirsi, vestirsi...) utilizzando diversi piani d azione adattando tali azioni alle caratteristiche dell ambiente.

7 Esiste una notevolissima variabilità interindividuale, nei tempi e nelle strategie, non spiegabile da un modello semplicemente maturativo. (movimenti di reaching e grasping di Hannah e Gabriel) I neonati attraverso i movimenti, esplorano differenti pattern di attivazione muscolare e di forza, e selezionano in questo modo quella serie di movimenti che OCCASIONALMENTE hanno portato le loro mani a toccare e prendere l oggetto desiderato.

8 Lo sviluppo motorio è influenzato da fattori interni (maturazione biologica, aumento delle capacità cognitive, sviluppo di personalità e motivazione) ed esterni (la quantità di stimoli che il bambino riceve). E proprio l interazione tra tutti questi fattori che può spiegare l ampia variabilità intra ed interindividuale che si osserva nello sviluppo motorio. differenza tra bambini normali (uso di diverse strategie) e con patologia neurologica (monotonia di performance)

9 L importanza della funzione motoria come processo cognitivo è molto considerata nel caso di danno neurologico, MENTRE è stata decisamente trascurata in tutti quei casi in cui si notano rimarcate difficoltà di apprendimento motorio

10 DISTURBI DI AREA NON VERBALE

11 Apprendimento motorio Consiste nell abilità di formare modelli interni per predire le conseguenze sensoriali dei comandi motori ed apprendere dagli errori per migliorare la prestazione motoria alla prima occasione.

12 Il raggiungimento della piena maturità del processo motorio avviene intorno ai 12 anni; il periodo precedente è caratterizzato da apprendimenti motori importanti. Le possibilità di apprendimento nell ambito del movimento sono tuttavia tali che le competenze motorie progrediscono tutta la vita.

13 Piaget Ajuriaguerra...e negli ultimi 50 anni...le neuroscienze: la prospettiva neurocomportamentale -integrità dei processi neurologico-sensoriali di base (utilizzo adeguato dei sistemi sensoriali, mantenimento tono muscolare) -integrità dei processi integrativo-percettivi controllo centrale

14 vedi mappa\\pc21hattivalab\users\pc 21 HATTIVA LAB\Documents\SuperMappe\mg\diagramma flusso atto motorio.sm

15 DISTURBO DI SVILUPPO DELLA COORDINAZIONE MOTORIA Disturbo dell apprendimento della coordinazione motoria che NON è dovuto ad una condizione medica generale. Nonostante uno sviluppo intellettivo nella media, il bambino presenta COMPETENZE MOTORIE SOSTANZIALMENTE INFERIORI A QUELLE DEI COETANEI.

16 Si presenta spesso in comorbilità con altri disturbi evolutivi (ADHD, DSA, DSL) L eziologia del disturbo non è chiara: presente il fattore genetico (3M:1F), ma è plausibile che sia l esito di una peculiare interazione tra aspetti genetici ed ambientali

17 EZIOLOGIA MULTIFATTORIALE DEL DCD Non è un problema di sede, ma di funzione Il DCD non è un disturbo unitario: i profili possono essere diversi da bambino a bambino Possono essere variamente deficitarie una o più delle seguenti aree funzionali: FINE-MOTORIA GROSSO-MOTORIA EQUILIBRIO STATICO EQUILIBRIO DINAMICO

18 I comportamenti motori comuni nei bambini con DCD (Geuze, 2007) mancano di consistenza ( o estrema variabilità) quando un azione è ripetuta (alcuni si affidano maggiormente alla visione per il mantenimento del controllo posturale e dell equilibrio, altri al controllo dei muscoli prossimali) i movimenti hanno un tempo di esecuzione maggiore ed iniziano con un certo ritardo mostrano difficoltà di timing durante il compito (ovvero la scansione temporale dei singoli movimenti coinvolti in una specifica azione perde in regolarità) sono più vulnerabili ai cambiamenti ambientali (cioè gli apprendimenti motori non sono facilmente generalizzabili e dunque un compito motorio si disorganizza facilmente quando la richiesta ambientale impone un adattamento) manifestano scarso controllo posturale e mantenimento dell equilibrio mostrano difficoltà nella modulazione della forza richiesta dall attività motoria

19 Il DCD NON è un ritardo di acquisizione Diversi sono i deficit riscontrati nei processi cognitivi che intervengono nella funzione motoria: deficit di integrazione visuomotoria deficit nella memoria motoria e/o visuospaziale deficit nel controllo attentivo deficit temporale nei processi di feedback (lentezza)

20 Tuttavia, il DCD non si risolve con la crescita; il disturbo permane con un impatto sulla qualità della vita, sulla carriera scolastica e sullo sviluppo delle competenze emotivo-relazionali Le competenze fisiche e atletiche sono relate alla dimensione corporea dell autostima: tra 8 e 10 anni i bambini presentano generale bassa autostima sia scolastica che personale per il fatto di non essere competenti nelle attività motorie

21 in età adolescenziale c è maggiore capacità di isolare i fallimenti sportivi da quelli scolastici, ma c è evidenza di maggior isolamento sociale e minore popolarità. A ciò si possono correlare uno stato ansioso e sentimenti di tipo depressivo.

22 Fattori certi di rischio per DCD prematurità basso peso alla nascita (alterazioni cerebrali riscontrate nel 42,5% di adolescenti nati con basso peso) Le anomalie neurologiche minime frequentemente riscontrabili in questi casi si considerano ascrivibili alla normale variabilità del SNC (riflesso di una forma non ottimale di funzionamento cerebrale)

23 In Italia, il DCD non è considerato un disturbo specifico dell apprendimento, se non per la sua componente disgrafica, per cui in questo momento non è un disturbo particolarmente «segnalato» L abilità di scrittura è apprendimento altamente specie specifico, che non si costruisce solo su abilità di coordinazione motoria, ma anche di tipo visuospaziale e attentivo

24 Rapporto tra DCD e disgrafia La Disgrafia è un disturbo della scrittura dovuto a compromissione delle competenze grafo-motorie Spesso un bambino con DCD presenta disgrafia In clinica si riscontrano casi di disgrafia in presenza di normali competenze di coordinazione motoria, anche fine-manuale

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30 I neuroni specchio, intervista a Giacomo Rizzolatti TZiA

31 Grazie per l attenzione! Alcune di queste diapositive sono state estrapolate da interventi delle colleghe dott.ssa Stefania Zoia dott.ssa Laura Bravar che ringrazio di cuore.

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