La storia delle teorie dello sviluppo motorio (Thelen,2000)

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1 La storia delle teorie dello sviluppo motorio (Thelen,2000) Il modello MATURATIVO (anni 20-40) lo sv. motorio è un prodotto della maturazione del SN, che avviene secondo una sequenza geneticamente determinata. Approccio descrittivo-normativo. l età dell oro L approccio COGNITIVO - PIAGET (anni 50) lo sviluppo mentale deriva dall azione sensomotoria sugli oggetti. I modelli dell ELABORAZIONE DELL INFORMAZIONE (anni 70) lo sv. motorio è la costruzione di programmi motori sempre più complessi. la fase silente Il modello dei SISTEMI DINAMICI (anni 80) ruolo di fattori multipli nello sv. motorio: sv. del SNC, caratteristiche biomeccaniche e periferiche del corpo, fattori ambientali. la rinascita 1

2 Il modello maturativo: l età dell oro ASPETTI TEORICI (A. Gesell, M. McGraw) Maturazione: quegli aspetti dello sviluppo dell organismo che sono geneticamente predeterminati ed emergono indipendentemente dall esperienza. Lo sv. del comportamento motorio è un causato dalla maturazione delle strutture muscolari e cerebrali che controllano l attività motoria, mentre gli input sensoriali non svolgono nessun ruolo. L esperienza non può influenzare in alcun modo lo sv. motorio. Studi sui gemelli (McGraw): benché l addestramento possa avere qualche effetto iniziale sul momento di comparsa del comportamento e sulla qualità dell esecuzione motoria, sul lungo periodo non produce alcun effetto. Lo sv. motorio avviene in tutte le specie animali secondo una sequenza fissa, universale e invariante, inscritta nei geni. 2

3 Il modello maturativo: l età dell oro Lo sv. motorio, alla pari della maturazione dell embrione, avviene lungo alcune direzioni principali: Cefalo-caudale: dalla testa/tronco alle gambe. Prossimo-distale: dalla testa/tronco alle parti più periferiche del corpo. Semplice-complesso: da movimenti globali del corpo a movimenti discreti dei singoli arti e poi delle mani/piedi e delle dita, che divengono sempre più indipendenti gli uni dagli altri. Visione opposta al comportamentismo (ogni aspetto del comportamento è interamente modellato dall ambiente e dall esperienza): ogni bambino ha dentro di sé il POTENZIALE per sviluppare certe abilità. Il ruolo dell ambiente è quello di fare da supporto all emergere di tali abilità, non di provocarlo: no ruolo dell ADDESTRAMENTO se non quando il bambino è pronto. 3

4 Il modello maturativo: l età dell oro APPROCCIO DESCRITTIVO-NORMATIVO La descrizione dettagliata dello sviluppo era vista come il modo migliore di comprendere i principi più generali dello sviluppo, di cui il movimento era visto come la più diretta espressione. Descrizioni su ampi campioni, realizzate in modo sistematico. Ha portato all individuazione di una serie di NORME EVOLUTIVE, che costituiscono ancora oggi la base delle scale più usate per la valutazione dello sviluppo (es: Bayley). 4

5 Il modello maturativo: l età dell oro LA METODOLOGIA Osservazione diretta + utilizzo di fotografie e filmati analizzati nel dettaglio Gli stessi soggetti vengono osservati in una varietà di compiti e situazioni altamente standardizzate. Approccio estremamente sistematico. (N.B.: contrario a quello flessibile usato da Piaget, che adattava il compito alle capacità e alle risposte del bambino) Studi sui gemelli, ancora oggi usati dalla genetica del comportamento (per isolare i fattori ambientali e quelli genetici) 5

6 Il modello maturativo: l età dell oro I LIMITI La sequenza lungo cui avviene lo sv. motorio è interamente predeterminata. I principi dello sv. motorio individuati non tengono conto delle ampie differenze individuali nell emergere di nuovi comportamenti motori. Non viene tenuto conto della straordinaria plasticità del sistema nervoso durante lo sviluppo. L assunto è che la maturazione spieghi lo sv. motorio. Il concetto di maturazione invece descrive il fenomeno per cui il repertorio motorio dei bambini più grandi è più differenziato di quello dei bambini più piccoli. Le modificazioni anatomiche e funzionali delle strutture muscolari e delle aree neurali da sole sono inadeguate a spiegare la quantità-complessità delle acquisizioni motorie e cognitive nei primi anni (ruolo dei fattori non cerebrali, non neurologici??) 6

7 La storia delle teorie dello sviluppo motorio (Thelen,2000) Il modello MATURATIVO (anni 20-40) lo sv. motorio è un prodotto della maturazione del SN, che avviene secondo una sequenza geneticamente determinata. Approccio descrittivo-normativo. l età dell oro L approccio COGNITIVO - PIAGET (anni 50) lo sviluppo mentale deriva dall azione sensomotoria sugli oggetti. I modelli dell ELABORAZIONE DELL INFORMAZIONE (anni 70) lo sv. motorio è la costruzione di programmi motori sempre più complessi. la fase silente Il modello dei SISTEMI DINAMICI (anni 80) ruolo di fattori multipli nello sv. motorio: sv. del SNC, caratteristiche biomeccaniche e periferiche del corpo, fattori ambientali. la rinascita 7

8 Le teorie dello sviluppo motorio: l età dormiente Fattori che hanno portato a una diminuzione dell interesse per lo studio dello sv. motorio: teorie comportamentiste/psicologia sperimentale (anni 50-70): Il movimento è considerato come una conseguenza di processi psicologicamente più rilevanti, o come un fattore di disturbo per il loro studio. Piaget (anni 50): Interesse per la vita mentale del bambino più che per il loro comportamento esteriore (anche se, in effetti, per Piaget, tutto lo sv. mentale dipende dall esperienza sensomotoria). Le teorie maturazioniste non hanno saputo tradurre i loro assunti in ricerca empirica ed ipotesi da verificare sperimentalmente.

9 L approccio piagetiano allo sviluppo motorio Sviluppo cognitivo, C. Turati La teoria piagetiana dello sviluppo cognitivo si proponeva di spiegare lo sviluppo della conoscenza negli esseri umani partendo dall ipotesi che essa tragga origine nelle attività sensomotorie del bambino. Il bambino acquisisce la conoscenza tramite le attività motorie che lo mettono in relazione con la realtà e generano degli effetti sensoriali regolari. La percezione non è idonea di per sé a fornire le informazioni sul mondo: essa viene strutturata dagli schemi d azione. L azione struttura la percezione (cfr. Gibson = valore informativo della percezione stessa). L enfasi posta da Piaget sull azione intesa come fonte di conoscenza lo ha portato a considerare le limitate capacità di risposta presenti nei primi mesi di vita come una prova dell immaturità cognitiva del neonato.

10 I 6 sottostadi dello stadio sensomotorio (0-2 anni) mese 1-4 mesi mesi mesi L esercizio dei riflessi (Es. suzione) Le reazioni circolari primarie il riflesso è coordinato ad uno schema d azione (Es. suzione del pollice). Il bambino ripete le attività per puro piacere e, nel corso delle azioni, scopre il Le proprio reazioni corpo. circolari secondarie le reazioni circolari primarie vengono coordinate tra loro. Integrazione gerarchica degli schemi d azione fino ad allora sviluppati. Ripetizione per ottenere un effetto interessante (Es. raggiungere un oggetto sotto la guida della visione) La coordinazione degli schemi secondari e la loro applicazione alle situazioni nuove. Il bambino organizza le sequenze di azioni come mezzi per raggiungere fini. (Es. raggiungere un oggetto nascosto: raggiungere e afferrare panno + raggiungere oggetto)

11 I 6 sottostadi dello stadio sensomotorio (0-2 anni) mesi mesi Le reazioni circolari terziarie e la scoperta di mezzi nuovi mediante sperimentazione attiva I bambini variano deliberatamente i loro schemi di azione nel tentativo di sperimentare attivamente prove ed errori. Es. durante il bagno, studia la caduta dell acqua da diversi Rappresentazione recipienti - Invenzione di mezzi nuovi mediante combinazione mentale Fine del periodo sensomotorio: Il bambino non solo può agire direttamente sulla realtà, ma diviene in grado di pianificare azioni in relazione a realtà immaginate. Es. Imitazione differita, gioco simbolico, linguaggio

12 L approccio piagetiano allo sviluppo motorio: limiti Il neonato è considerato un organismo che dispone dei soli riflessi per avviare la sua conoscenza dell ambiente che lo circonda. Le capacità percettive del bambino vengono sottovalutate a favore di quelle motorie. L azione è l unico mezzo attraverso il quale il bambino interagisce con l ambiente. Lo studio dello sviluppo motorio costituisce esclusivamente un mezzo per indagare lo sviluppo cognitivo: l attenzione è rivolta alla mente (vedi importanza della rappresentazione).

13 L approccio cognitivo e i modelli dell elaborazione dell informazione Il SN è un paragonato a un computer che utilizza regole e programmi in grado di analizzare i segnali provenienti dall ambiente esterno. Fino dalla nascita il bambino è in grado di mettersi in relazione con l ambiente esterno non solo attraverso automatismi biologici (riflessi) ma anche attraverso alcuni processi di base che gli consentono di selezionare/elaborare/trattenere in memoria l informazione. Lo sv. delle varie funzioni, tra cui quella motoria, è visto come la conseguenza della costruzione di un sistema gerarchico di sottoroutine, schemi e rappresentazioni che diventa sempre più complesso grazie alle continue interazioni con gli stimoli esterni. 13

14 L approccio cognitivo e i modelli dell elaborazione dell informazione Afferrare un sonaglio per scuoterlo: 1. Muovere la mano verso l oggetto da afferrare 2. Aprire la mano intorno all oggetto 3. Chiudere la mano * Adattarsi a forme diverse 4. Sollevare l oggetto 5. Scuotere Sollevare Abbassare 14

15 L approccio cognitivo e i modelli dell elaborazione dell informazione Esempio: l emergere del cammino autonomo non è conseguenza esclusiva di fattori maturativi, ma di fattori cognitivi quali la capacità di integrare movimenti e obiettivi e di controllare azioni in successione per raggiungere una meta. Esempio: anche lo sviluppo di capacità motorie fini come il reaching o il grasping dipende dalla integrazione tra informazioni percettive e pianificazione motoria (fattori percettivi-cognitivi-motivazionali). 15

16 L approccio cognitivo e i modelli dell elaborazione dell informazione Apprendere una nuova abilità motoria = selezionare le strategie motorie più efficaci ed economiche per raggiungere lo scopo dell azione. Essere ABILE = essere capace di utilizzare le informazioni percettive e cognitive per coordinare movimenti e posture in modo rapido ma flessibile per raggiungere lo scopo desiderato. Ruolo ESPERIENZA e dell ESERCIZIO = NO: non è quello di memorizzare in modo rigido schemi motori da riutilizzare poi nella stessa sequenza immutabile. SI: è quello di stimolare l organizzazione e l integrazione sempre più efficiente e funzionale degli schemi motori che compongono l azione nel suo complesso (vale sia per il lattante che per l adulto). E il modificarsi delle capacità di programmazione che determina il passaggio a forme più accurate di azione motoria. 16

17 L approccio cognitivo e i modelli dell elaborazione dell informazione Esempio: Lo sviluppo del comportamento di afferramento di un oggetto lontano in bambini di età compresa tra i 4 e i 10 mesi di età (Simion e Valenza, 1990) Lo sv. di un abilità motoria è sempre preceduto dallo sv. di un piano cognitivo antecedente l esecuzione, che regola, guida e controlla il movimento (schema x Piaget; programma x Bruner, routine per HIP). Abilità motoria = programma organizzato e volto a uno scopo, la cui esecuzione richiede velocità e correttezza. DOMANDE: Quali sono le unità costituenti del programma? Come si integrano le unità per dare origine a un programma efficiente? Ruolo fondamentale della RETRO-AZIONE (confronto tra ciò che si è raggiunto e ciò che si voleva raggiungere) e della RETRO-INFORMAZIONE (info. sulla natura dell oggetto). 17

18 L emergere del cammino autonomo

19 L emergere del cammino autonomo Maturazionismo: Sulla base di osservazioni longitudinali, formulano l ipotesi che il comportamento di marcia si sviluppa attraverso 4 passaggi: 1. I movimenti delle gambe sono riflessi controllati da strutture sottocorticali (stepping) 2. Nei primi 4 mesi i riflessi scompaiono perché il loro controllo da parte delle strutture sottocorticali viene inibito dalla maturazione delle strutture corticali 3. Tra i 4 e gli 8 mesi emerge la coordinazione dei diversi gruppi muscolari da parte delle strutture corticali 4. Tra gli 8 e i 14 mesi le componenti sottocorticali e corticali del movimento si integrano e emerge la marcia

20 L emergere del cammino autonomo Modelli cognitivi: L emergere del cammino autonomo è una diretta conseguenza di fattori cognitivi. Il camminare ha una funzione strumentale. Compare quando compare l intenzionalità quando, alla fine del 1 anno, il bambino è in grado di utilizzare il sistema motorio come mezzo x raggiungere dei fini (Zelazo, 1984). Cammino = capacità di integrare movimenti e obiettivi, di controllare azioni in successione x raggiungere una meta. Lo sviluppo cognitivo consente al bambino di progettare una successione di attività complesse. Infatti:lo sv. del cammino viene facilitato dall apprendimento e inibito dal non uso.

21 L emergere del cammino autonomo Teoria dei sistemi dinamici: L andatura eretta è impedita nei primi mesi di vita da vincoli fisici, quali il peso della testa e degli arti e la posizione del centro di gravità. I bambini iniziano a camminare quando i vincoli fisici non costituiscono più un impedimento all andatura eretta. I bambini non cominciano a camminare fino a che non hanno sufficiente forza per sorreggere il proprio peso. Ruolo dei fattori non-neurologici e periferici, sia esterni sia interni all organismo. Lo sviluppo delle azioni motorie coordinate è il risultato di una complessa interazione tra fattori neurali (controllo dei muscoli da parte del SNC), fisici e biomeccanici, e le condizioni ambientali = SISTEMA DINAMICO. L acquisizione della capacità di camminare non è riducibile a una relazione causale diretta tra maturazione del SN e comportamento.

22 La teoria dei sistemi dinamici: Un esempio: lo sviluppo del comportamento di marcia Nuoto fetale stepping neonatale: il riflesso scompare verso i 2 mesi perché il peso delle gambe aumenta più rapidamente di quanto si sviluppi la forza dei muscoli necessari per sostenerle. Infatti: i movimenti alternati delle gambe tipici dello stepping sono presenti nel kicking (Skala e Kelso, 1987). se vengono forniti supporti dall ambiente, lo stepping permane e si protrae fino alla comparsa della marcia. Exp: bambino immerso nell acqua (Thelen e Fisher, 1982) Exp: bambino posto supino (kicking) Contributo di fattori periferici. Il movimento dipende dal contributo di tutti gli elementi coinvolti nel sistema. I cambiamenti nell organizzazione biomeccanica del movimento induce cambiamenti nel SN, che deve adattarsi alle nuove caratteristiche del sistema che è sotto il suo controllo.

23 Fattori biologici e ambientali: Il peso relativo dei muscoli delle gambe nell acqua o nell aria L energia spesa dai bambini nel muovere le gambe Superfici stabili vs. superfici instabili

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