SECONDA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI NAPOLI
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1 SECONDA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI NAPOLI FACOLTA DI PSICOLOGIA Corso di Laurea Specialistica in Psicologia dei Processi Cognitivi e del Recupero Funzionale TESI DI LAUREA IN NEUROPSICOLOGIA Linguaggio interiore ed auto-monitoraggio nelle allucinazioni verbali uditive: studio di un caso con disturbo cognitivo lieve Relatore Candidato Ch.mo Prof. Dott. Simona Noviello Luigi Trojano Matr. 861/44 Anno accademico 2005/2006
2 INTRODUZIONE Le allucinazioni, in particolar modo quelle uditive, sono uno dei principali sintomi delle psicosi schizofreniche e sono definite come percezioni esperite in assenza di stimoli esterni. Queste allucinazioni vengono solitamente trattate con farmaci antipsicotici, ma il 25-30% dei pazienti è refrattario a questo rimedio tradizionale; inoltre, possono verificarsi in ogni modalità sensoriale, sono involontarie e tendono ad essere transitive. Questo lavoro è articolato in tre capitoli. Nel primo viene presentata una panoramica sui sintomi comportamentali e psicologici (BPSD) presenti nelle demenze; si parlerà della loro insorgenza rispetto ai deficit cognitivi, della loro natura e delle conseguenze che hanno sul paziente. Particolare attenzione sarà dedicata al concetto di allucinazione, classificata come sintomo psicotico delle demenze; si cercherà di inquadrare il fenomeno in una prospettiva generale e poi, più specificamente, si parlerà delle allucinazioni uditive. Saranno esposte, inoltre, le principali caratteristiche, modalità, frequenze e tipologie mediante le quali il fenomeno si esprime. Il secondo capitolo presenta le principali aree di indagine neuropsicologica relative alle allucinazioni uditive verbali. Le aree neuroanatomiche responsabili di tale fenomeno sono tuttora sconosciute, sebbene studi funzionali di neuro-immagine abbiano dimostrato il coinvolgimento delle regioni corticali frontali e 3
3 temporali, strutture implicate nella generazione e percezione di materiale verbale (Shergill et al., 2000). Grazie ad alcuni di questi studi si può, oggi, parlare di concetti quali linguaggio interiore e auto-monitoraggio che sono, quantomeno, un operazionalizzazione di concetti psicodinamici, spesso troppo ambigui e metafisici. Nel corso del lavoro un attenzione particolareggiata verrà dedicata allo studio sperimentale di Hunter e Griffiths (2002); questi autori hanno, infatti, dimostrato il coinvolgimento del planum temporale sinistro nella percezione di voci nello spazio esterno non dipendente da una precisa localizzazione spaziale. Inoltre, attraverso una distinzione tra spazio esterno (outside head) e spazio soggettivo (inside head) (Jaspers, 1959), essi hanno suggerito un modello per la falsa percezione di allucinazioni verbali uditive localizzate nello spazio esterno. Degno di nota è anche l utilizzo, nella condizione sperimentale, di soggetti normali e non schizofrenici: ciò considerato che, nelle psicosi, le voci potrebbero non essere realmente oggetti uditivi esterni (allucinazioni verbali uditive), ma potrebbero apparire come derivate dallo spazio esterno. Infine, il terzo capitolo verte propriamente sul caso clinico di riferimento di questo lavoro: una paziente, affetta da allucinazioni uditive, non psicotica. In ultima istanza saranno presentati i risultati dei test ottenuti nel corso delle sedute e saranno formulate varie ipotesi tenendo conto della letteratura di riferimento. 4
4 CAPITOLO 1 Allucinazioni e demenza 1.1 Sintomi psicologici e comportamentali nelle demenze Le demenze sono disturbi con manifestazioni cliniche eterogenee di tipo cognitivo e comportamentale (Spalletta et al., 2004); tuttavia, l aspetto clinico centrale è la compromissione delle capacità cognitive. La drammaticità del quadro clinico è legata fondamentalmente a tutto quel corredo di sintomi, solo teoricamente secondari, che alterano profondamente la vita del malato e di chi gli vive accanto. Questo insieme di manifestazioni patologiche è attualmente definito come "Sintomi comportamentali e psicologici nella demenza" (BPSD, vale a dire Behavioral and Psychological Symptom of Dementia) e negli ultimi anni ha ricevuto sempre maggior attenzione da parte degli studiosi, allo scopo di identificare strategie terapeutiche più efficaci, sia farmacologiche che non. Sebbene i sintomi comportamentali e psicologici non rappresentino il nucleo patologico della demenza, sono, di fatto, la principale causa di rischio e di sofferenza per il paziente e la maggiore fonte di difficoltà e di stress psicologico per chi ha il compito di accudirlo. Se da una parte esiste un largo consenso sul concetto che il deficit cognitivo si aggravi durante il decorso della malattia, 5
5 d altra parte l espressione psicologica e comportamentale può manifestarsi in qualsiasi momento nella sua evoluzione naturale. I sintomi comportamentali e psicologici nelle demenze, infatti, possono sia precedere i sintomi cognitivi e, quindi, manifestarsi come prima espressione della demenza (soprattutto apatia e depressione), sia manifestarsi in concomitanza con i sintomi cognitivi ed aggravarsi durante il decorso della malattia (soprattutto apatia), sia migliorare in concomitanza del deterioramento cognitivo (soprattutto depressione) (Eustace et al., 2002; Lee et al., 2003; Landes et al., 2001). I BPSD (sintomi comportamentali e psicologici nella demenza) possono essere presenti nelle principali forme di demenza, quali l Alzheimer, la malattia con corpi di Lewy, la demenza frontotemporale e la malattia di Pick, e spesso rappresentano la principale causa dell istituzionalizzazione dei pazienti dementi. I sintomi comportamentali includono aggressione fisica e verbale, deambulazione compulsiva, agitazione, disinibizione sessuale, mentre i sintomi psicologici includono depressione, ansia e allucinazioni (Ikeda, 2004). Generalmente i BPSD (sintomi comportamentali e psicologici nella demenza) si manifestano durante la fase iniziale e centrale del processo di deterioramento, mentre tendono a regredire quando la demenza ha raggiunto lo stadio avanzato e diventa predominante la grossolana compromissione del quadro neurologico. Inoltre, alcuni BPSD (sintomi comportamentali e psicologici nella demenza) possono variare molto nel tempo in 6
6 uno stesso paziente; altri, invece, possono essere più persistenti e prolungarsi per anni. Un corretto riconoscimento del quadro sintomatologico è utile per decidere la strategia d intervento più opportuna, indirizzata sia ai problemi del paziente sia a quelli dei suoi familiari o di chi lo accudisce. In realtà, esistono molti fattori che complicano la predittività dell espressione clinica dei sintomi comportamentali e psicologici nella demenza. I più importanti sono: il tipo di demenza; il contesto dove si visita il paziente; la gravità della malattia; la dimensione comportamentale considerata. Sebbene venga riconosciuto universalmente che i BPSD (sintomi comportamentali e psicologici nella demenza) siano manifestazioni cliniche quasi invariabilmente presenti nei pazienti con varie forme di demenza, soprattutto quelle frontotemporali e con corpi di Lewy, essi non vengono quasi del tutto presi in considerazione dai criteri diagnostici proposti dalle varie associazioni e dai vari manuali diagnostici e statistici; l unico BPSD (sintomi comportamentali e psicologici nella demenza) considerato nella procedura di valutazione diagnostica di demenza è l allucinazione visiva nella demenza con corpi di Lewy. In letteratura esiste un discreto numero di studi che hanno valutato e descritto l epidemiologia, la clinica ed il trattamento dei BPSD (sintomo comportamentali e psicologici nella 7
7 demenza) nella demenza di Alzheimer (Lawlor et al., 2001; Lyketsos et al., 2003; Kats et al., 1999; Street et al., 2000). Questi studi hanno messo in evidenza l estrema eterogeneità dei BPSD (sintomi comportamentali e psicologici nella demenza) sia sul piano clinico che su quello epidemiologico. In particolare, alcuni studi hanno focalizzato la loro attenzione sulla risposta al trattamento farmacologico (Kats et al., 1999). I vari sintomi sembrano avere una differente frequenza, anche in relazione alla fase della malattia. Alcuni autori sostengono che i sintomi psichiatrici rappresentino spesso la conseguenza di un peggioramento del declino cognitivo (Marin et al., 1997). Secondo altri studi, il disturbo comportamentale non sembra essere in relazione con la gravità del deterioramento cognitivo, dal momento che può insorgere in maniera grave anche in pazienti con modesto deficit intellettivo (Cummings et al., 1994). I sintomi che comunemente sono riportati in letteratura sono: 1. Agitazione: aggressiva, non aggressiva e verbale. 2. Depressione: modificazioni del tono dell'umore, disforia, ritiro sociale, tentati suicidi, sentimenti di colpa, insonnia, calo ponderale. 3. Sintomi psicotici: allucinazioni (visive o uditive), ideazione delirante, paranoia, illusioni, delirio (deliri di furto e sospettosità), false identificazioni (estranei in casa, falsi riconoscimenti della propria abitazione o della propria immagine allo specchio). 8
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