SCHELETRO DELL ARTO SUPERIORE

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1 ARTO SUPERIORE PROF.SSA VERONICA ROMANO

2 Indice 1 INTRODUZIONE SCHELETRO DELL ARTO SUPERIORE OSSA DEL CINGOLO SCAPOLARE OSSA DEL BRACCIO E DELL AVAMBRACCIO OSSA DELLA MANO ARTICOLAZIONI DELL ARTO SUPERIORE MUSCOLI DELL ARTO SUPERIORE BIBLIOGRAFIA di 22

3 1 Introduzione Gli arti sono in numero di quattro: due superiori e due inferiori. Lo scheletro di ciascun arto è formato dal cingolo, parte collegata allo scheletro del tronco, e dalla parte libera. 3 di 22

4 2 Scheletro dell arto superiore Lo scheletro di ciascun arto superiore è costituito dalle ossa del cingolo scapolare (ossa della spalla) e dalle ossa della parte libera, ossia ossa del braccio, dell avambraccio e della mano Ossa del cingolo scapolare Le ossa del cingolo scapolare sono la scapola e la clavicola articolate tra di loro; la clavicola è poi articolata con lo sterno e pertanto con la gabbia toracica, mentre la scapola è articolata con la parte libera dell arto superiore. La scapola è un osso piatto, pari e simmetrico, di forma triangolare, appoggiato alla parete posterolaterale della gabbia toracica. Vi si distinguono due facce, una anteriore e una posteriore; tre margini, superiore, mediale e laterale; e tre angoli, mediale, laterale e inferiore (Fig. 1 A-B). La faccia anteriore è volta verso le coste, è leggermente concava e percorsa da creste che servono per l inserzione del muscolo sottoscapolare. La faccia posteriore presenta, nella sua parte superiore, un rilievo ad andamento trasversale detto spina della scapola che termina lateralmente con un robusto processo appiattito detto acromion, sulla cui estremità laterale troviamo la faccetta articolare per la clavicola. La spina suddivide la faccia posteriore della scapola in una fossa sovraspinata ed in una fossa sottospinata, occupate dai muscoli omonimi. Il margine superiore della scapola, sottile, termina con una sporgenza molto accentuata detta processo coracoideo. Dei tre angoli il più massiccio è quello laterale, che si espande in una superficie articolare incavata a contorno ovalare, detta cavità glenoidea, destinata all articolazione con la testa dell omero. Al di sopra della cavità glenoidea è presente un piccola sporgenza detta tuberosità sopraglenoidea, mentre al disotto della cavità glenoidea è presente una sporgenza detta tuberosità sottoglenoidea. La clavicola (Fig. 1C) è un osso piatto, pari e simmetrico, disposto orizzontalmente tra la radice del collo e la spalla. Ha la forma di S allungata per cui presenta una convessità anteriore (mediale) ed una convessità posteriore (laterale). La clavicola può essere scomposta in una parte centrale detta corpo e due estremità, laterale e mediale. Il corpo ha forma irregolarmente cilindrica e presenta una faccia superiore ed una faccia inferiore percorsa da un solco che corrisponde all inserzione del muscolo succlavio. L estremità laterale è appiattita dall alto al basso e presenta la faccetta articolare 4 di 22

5 per l acromion. L estremità mediale ha forma pressoché prismatica e presenta la faccetta articolare per l articolazione con lo sterno e la prima cartilagine costale. Figura 1: Scapola e clavicola. A) Scapola destra, vista anteriormente; B) Scapola destra, vista posteriormente; C) Clavicola 2.2. Ossa del braccio e dell avambraccio L unico osso del braccio è l omero. E un osso lungo disposto verticalmente che presenta un corpo o diafisi e due estremità o epifisi, una prossimale ed una distale (Fig. 2). Il corpo dell omero ha forma irregolarmente prismatica e mostra tre facce: antero-mediale, antero-laterale e posteriore. La faccia antero-mediale presenta un solco longitudinale che scende dall epifisi prossimale dell omero, detto solco intertubercolare o bicipitale, il quale accoglie il tendine del capo lungo del muscolo bicipite del braccio. Tale solco è delimitato da due labbri, di cui uno mediale che scende dal tubercolo minore (o cresta del tubercolo minore), l altro laterale che scende dal tubercolo maggiore (o cresta del tubercolo maggiore). La faccia antero-laterale presenta, al di sopra della sua metà, un estesa impronta rugosa, di forma triangolare a base superiore, detta impronta deltoidea (o tuberosità deltoidea) dovuta all inserzione del muscolo deltoide. La faccia posteriore presenta un 5 di 22

6 solco poco profondo, diretto obliquamente dall alto verso il basso, detto solco radiale in quanto accoglie il nervo radiale. L epifisi prossimale presenta medialmente un segmento di sfera a superficie liscia detta testa, che si articola con la cavità glenoidea della scapola, mentre lateralmente presenta due rilievi detti tubercolo maggiore e tubercolo minore. Il tubercolo maggiore (o trochite) è molto sporgente e situato antero-lateralmente, mentre il tubercolo minore (o trochine) è poco rilevato e situato postero-medialmente. L epifisi distale è appiattita in direzione antero-posteriore ed è costituita per la maggior parte dalle superfici articolari che le permettono l articolazione con le ossa dell avambraccio, ossia dalla troclea e dal condilo. La troclea è posta medialmente, ha la forma di una puleggia ed è destinata ad articolarsi con l ulna; il condilo è situato lateralmente, si presenta come una superficie convessa a contorno pressoché circolare ed è destinato ad articolarsi con il radio. Al di sopra della troclea sporge medialmente un rilievo detto epitroclea (o epicondilo mediale), mentre il condilo è sormontato lateralmente da un rilievo meno accentuato detto epicondilo laterale. Al di sopra della troclea anteriormente troviamo la fossetta coronoidea e posteriormente la fossa olecranica, al di sopra del condilo è invece presente anteriormente la fossetta radiale. Figura 2: Struttura dell omero 6 di 22

7 Le ossa dell avambraccio sono l ulna ed il radio. Entrambe sono ossa lunghe, disposte verticalmente e affiancate; l ulna ha posizione mediale, il radio laterale (Fig. 3). L ulna (o cubito) presenta un corpo e due epifisi, una prossimale più voluminosa ed una distale più ristretta (Fig. 3). Il corpo dell ulna è cilindrico nel suo quarto inferiore, mentre nei tre quarti superiori è prismatico e presenta tre facce: anteriore, posteriore e mediale. La faccia anteriore è leggermente incavata ed è occupata in buona parte dall inserzione del muscolo flessore profondo delle dita. La faccia posteriore è caratterizzata dalla presenza di creste che delimitano zone incavate, punti di inserzione di muscoli. La faccia mediale è occupata in buona parte dall inserzione del muscolo flessore profondo delle dita. La faccia anteriore è separata dalla faccia posteriore tramite la cresta interossea, la quale dà attacco alla membrana interossea dell avambraccio. L epifisi prossimale dell ulna presenta l incisura semilunare (o incisura trocleare), superficie articolare che si adatta alla troclea dell omero, la quale è delimitata anteriormente dal processo coronoideo e posteriormente dall olecrano. Lateralmente al processo coronoideo è presente l incisura radiale, superficie articolare leggermente incavata che si articola con il capitello del radio, mentre inferiormente si osserva la tuberosità ulnare. L epifisi distale dell ulna è poco sviluppata, ha forma cilindrica ed è detta capitello (o testa). Il capitello medialmente si continua in basso con il processo stiloideo dell ulna, mentre inferiormente presenta una superficie pressoché pianeggiante che si articola con il legamento triangolare ed il suo contorno rappresenta la circonferenza articolare per l articolazione con il radio. Il radio presenta un corpo e due epifisi, prossimale e distale (Fig. 3). Il corpo ha forma prismatica e vi si distinguono tre facce, anteriore, posteriore e laterale. La faccia anteriore è leggermente incavata, la faccia posteriore è poco distinguibile nella sua parte superiore, mentre la faccia laterale è arrotondata e ben definita. La faccia anteriore è separata dalla faccia posteriore tramite la cresta interossea, che dà inserzione alla membrana interossea. L epifisi prossimale è detta testa (o capitello) ed è unita al corpo tramite un leggero restringimento detto collo. La faccia superiore della testa, incavata, è detta fossetta della testa e si articola con il condilo dell omero, mentre il contorno della testa, detto circonferenza articolare, si articola con l ulna. Nel punto di passaggio tra epifisi prossimale e diafisi si osserva la tuberosità del radio o tuberosità bicipitale. L epifisi distale ha forma di piramide tronca, la cui base inferiore è la faccia articolare per il carpo, mentre la base superiore si continua con il corpo del radio. Medialmente l epifisi distale presenta l incisura ulnare, superficie articolare per l ulna, mentre lateralmente si continua verso il basso con una robusta sporgenza detta processo stiloideo del radio. 7 di 22

8 Figura 3: Ulna e radio dell avambraccio destro 2.3. Ossa della mano Lo scheletro della mano è costituito da ventisette ossa suddivise in tre gruppi: carpo, metacarpo e falangi (Fig. 4). Il carpo è formato da otto ossa disposte in due file, una prossimale ed una distale, di quattro ossa ciascuna. La fila prossimale procedendo in direzione latero-mediale è costituita dall osso navicolare (o scafoide), dall osso semilunare, dall osso piramidale e dall osso pisiforme. Le prime tre ossa articolate tra loro formano il condilo carpale, che a sua volta si articola con la faccia articolare carpale del radio. La fila distale è costituita, procedendo sempre in direzione latero-mediale dall osso trapezio, dall osso trapezoide, dall osso capitato e dall osso uncinato. Le ossa del carpo sono tutte ossa brevi, articolate tra di loro per formare un piano osseo concavo in direzione palmare. 8 di 22

9 Il metacarpo è costituito da cinque ossa lunghe, ognuna delle quali presenta un corpo, una epifisi prossimale (o base) ed una epifisi distale (o testa, o capitello). Ogni osso metacarpale presenta in corrispondenza della base la faccetta articolare per le ossa della fila distale del carpo e in corrispondenza della testa la superficie articolare per la base della corrispondente falange. Le falangi costituiscono lo scheletro delle dita della mano e sono in numero di tre in ciascuna delle ultime quattro dita, mentre nel primo dito sono in numero di due. Le falangi sono considerate ossa lunghe e si numerano, in ciascun dito, partendo da quella a posizione più prossimale L estremità prossimale (o base) di ciascuna delle prime falangi si articola con la testa del rispettivo osso metacarpale, mentre l estremità distale (o testa) si articola con la base della seconda falange e la testa di quest ultima prende rapporto con la base della terza falange. Figura 4: Scheletro della mano destra 9 di 22

10 3 Articolazioni dell arto superiore Le articolazione dell arto superiore sono suddivise in articolazioni del cingolo scapolare, articolazione scapolo-omerale, articolazione del gomito, articolazione radio-ulnare e radio-carpale. Le articolazioni del cingolo scapolare comprendono l articolazione sterno-clavicolare e l articolazione acromio-clavicolare. L articolazione sterno-clavicolare (pari) è l enartrosi che si instaura tra lo sterno e l estremità mediale della clavicola (Fig. 5A). Tale articolazione è caratterizzata dalla presenza di un disco articolare che divide la cavità articolare in due parti. La capsula articolare è rinforzata dai legamenti sterno-clavicolare anteriore e sterno-clavicolare posteriore, ai quali si aggiunge il legamento teso tra le due clavicole detto interclavicolare. L articolazione acromio-clavicolare è l articolazione per artrodia che si instaura tra l acromion e l estremità laterale della clavicola. La capsula articolare è rinforzata dal legamento acromionclavicolare. Tra il processo coracoideo della scapola e la clavicola si estende il legamento coracoclavicolare, il quale risulta essere scomposto in una parte antero-laterale detta legamento trapezoide ed in una parte postero-mediale detta legamento conoide. L articolazione scapolo-omerale (o articolazione della spalla) è l enartrosi che si instaura tra la cavità glenoidea della scapola e la testa dell omero (Fig. 5B). La cavità glenoidea è una sfera cava il cui raggio di curvatura è inferiore rispetto al raggio di curvatura della testa dell omero. Per questo motivo la cavità glenoidea è provvista di un cercine detto labbro glenoideo che ne aumenta il raggio di curvatura. Nonostante questo dispositivo esiste solo una parziale corrispondenza tra cavità glenoidea e testa dell omero; infatti, in condizioni di riposo, la testa dell omero è in contatto con la sua metà superiore con la capsula articolare e con la sua metà inferiore con la cavità glenoidea. La capsula articolare è rinforzata superiormente dal legamento coraco-omerale e anteriormente dai tre legamenti gleno-omerale superiore, gleno-omerale medio e dal legamento gleno-omerale inferiore. Essendo comunque tali legamenti piuttosto deboli il mantenimento della connessione tra i capi articolari è assicurato dai muscoli, quali il muscolo sopraspinato, sottospinato e piccolo rotondo che con i loro tendini formano la cuffia dei rotatori. Questa articolazione permette movimenti di abduzione, adduzione, flessione ed estensione. 10 di 22

11 A B Figura 5: A) Articolazione sterno-clavicolare; B) Articolazione scapolo-omerale L articolazione del gomito si instaura tra l epifisi distale dell omero e l epifisi prossimale del radio e dell ulna, cui si aggiunge l articolazione tra l epifisi prossimale del radio e l epifisi prossimale dell ulna (Fig. 6). In un unica capsula articolare sono comprese pertanto tre articolazioni: omeroulnare, omero-radiale, radio-ulnare prossimale. L articolazione omero-ulnare è l articolazione trocleare che si instaura tra la troclea dell omero e l incisura semilunare dell ulna. 11 di 22

12 Figura 6: Articolazione del gomito L articolazione omero-radiale è l articolazione condiloidea che si instaura tra il condilo omerale e la fossa della testa del radio. L articolazione radio-ulnare prossimale è l articolazione trocoide che si instaura tra la circonferenza articolare della testa del radio e l incisura radiale dell ulna, insieme al legamento anulare del radio. L unica capsula articolare che avvolge le tre articolazioni è piuttosto debole anteriormente e posteriormente, mentre risulta rinforzata sui due lati dai legamenti detti rispettivamente legamento collaterale ulnare e legamento collaterale radiale. Il legamento collaterale ulnare origina dall epitroclea omerale e raggiunge l ulna scomposta in tre fasci. Il legamento collaterale radiale origina dall epicondilo omerale e raggiunge con tre fasci l ulna, dopo aver circondato l estremità prossimale del radio. Sono possibili movimenti di flessione, estensione e prono-supinazione. L articolazione radio-ulnare è l articolazione trocoide che si instaura tra l incisura ulnare del radio e la circonferenza articolare della testa dell ulna. La membrana interossea è la lamina fibrosa che inserendosi sulla cresta interossea di radio e ulna unisce le due ossa dell avambraccio (Fig. 3). La corda obliqua unisce radio e ulna in prossimità dell articolazione del gomito, dove manca la membrana interossea. L articolazione radio-carpale è l articolazione condiloidea che si instaura tra l epifisi distale del radio ed il legamento triangolare da un lato e le prime tre ossa del carpo dall altro (Fig. 7). La 12 di 22

13 superficie articolare pertinente al radio è concava ed è rappresentata dalla faccia articolare per il carpo, che si estende dal processo stiloideo all incisura ulnare del radio; medialmente la superficie articolare è completata dal legamento triangolare, che esclude l epifisi prossimale dell ulna dall articolazione. La superficie articolare carpale è convessa ed è formata dalle facce superiori di scafoide, semilunare e piramidale. La capsula articolare è piuttosto sottile e rinforzata da numerosi legamenti quali: il legamento collaterale ulnare, il legamento collaterale radiale, il legamento ulnocarpale palmare, il legamento radio-carpale palmare ed il legamento radio-carpale dorsale. In questa regione si osservano inoltre i legamenti traversi del carpo e dorsale del carpo. Sono possibili movimenti di flessione, estensione, abduzione, adduzione e circonduzione. Le articolazioni tra le ossa del carpo comprendono le articolazioni tra le singole ossa della serie prossimale, le articolazioni tra le singole ossa della serie distale (articolazione intercarpica e piriforme-piramidale) e l articolazione che si instaura tra il gruppo prossimale ed il gruppo distale delle ossa del carpo (articolazione medio-carpale) (Fig. 7). Le articolazioni carpo-metacarpali sono le articolazioni che si instaurano tra la fila distale delle ossa carpali e le basi delle ossa metacarpali (Fig. 7). Le articolazioni intermetacarpali connettono le quattro ultime ossa metacarpali tra di loro e si distinguono in articolazioni intermetacarpali prossimali, che connettono le basi delle ossa metacarpali e articolazioni intermetacarpali distali che connettono le teste delle ossa metacarpali. Le articolazioni metacarpo-falangee sono articolazioni condiloidee che si instaurano tra le ossa metacarpali e le prime falangi. Le articolazioni interfalangee sono le articolazioni trocleari che connettono le falangi tra di loro. Tali articolazioni sono in numero di due per le ultime quattro dita ed una per il primo dito. 13 di 22

14 Figura 7: Articolazioni del polso e della mano 14 di 22

15 4 Muscoli dell arto superiore I muscoli dell arto superiore vengono distinti in quattro gruppi: muscoli della spalla, muscoli del braccio, muscoli dell avambraccio, muscoli della mano. I muscoli della spalla sono i muscoli che ricoprono l articolazione scapolo-omerale e sono disposti su due strati, uno superficiale, costituito dal muscolo deltoide e l altro profondo costituito dal muscolo sopraspinato, dal muscolo sottospinato, dal muscolo piccolo rotondo, dal muscolo grande rotondo e dal muscolo sottoscapolare. Il muscolo deltoide origina dal terzo laterale del margine anteriore della clavicola, dall articolazione acromion-clavicolare e dal labbro inferiore della spina della scapola. I fasci muscolari convergono verso il basso in un robusto tendine che si inserisce sulla tuberosità deltoidea dell omero (Fig. 8A). Con la sua azione abduce il braccio. Il muscolo sopraspinato origina dalla fossa sopraspinata per terminare, dopo essere passato al di sopra della capsula dell articolazione scapolo-omerale, sulla faccetta superiore del tubercolo maggiore dell omero (Fig. 8B). Con la sua azione abduce e ruota lateralmente l omero ed è il muscolo principale nella fase iniziale dell abduzione. Il muscolo sottospinato origina dalla fossa sottospinata per terminare, dopo aver aderito alla capsula dell articolazione scapolo-omerale, sulla faccetta media del tubercolo maggiore dell omero (Fig. 8B). Ruota lateralmente l omero. Il muscolo piccolo rotondo origina dai due terzi superiori del margine ascellare della scapola e termina, dopo aver aderito alla capsula dell articolazione scapolo-omerale, sulla faccetta inferiore del tubercolo maggiore dell omero (Fig. 8B). Adduce e ruota lateralmente l omero. Il muscolo grande rotondo origina dalla faccia posteriore dell angolo inferiore della scapola e termina sul labbro mediale del solco bicipitale dell omero (Fig. 8B). Adduce e ruota medialmente l omero, oppure, a braccio fisso, solleva la scapola. Il muscolo sottoscapolare origina dalla fossa sottoscapolare e si porta lateralmente in alto per terminare sul tubercolo minore dell omero. Adduce e ruota medialmente l omero. 15 di 22

16 A B Figura 8: Muscoli della spalla. A) veduta anteriore; B) veduta posteriore La cuffia dei muscoli rotatori è formata dai tendini terminali dei muscoli sopraspinato, sottospinato, piccolo rotondo e sottoscapolare, che si fondono con la capsula dell articolazione scapolo-omerale rinforzandola. I muscoli del braccio sono distinti in due gruppi, uno anteriore ed uno posteriore. I muscoli anteriori sono: il muscolo bicipite del braccio, il muscolo coraco-brachiale ed il muscolo brachiale. I muscoli posteriori sono: il muscolo tricipite del braccio ed il muscolo anconeo. Il muscolo bicipite del braccio origina dalla scapola con due capi, detti rispettivamente capo lungo e capo breve. Il capo lungo sorge dalla tuberosità sopraglenoidea, attraversa l articolazione scapoloomerale e decorre nel solco bicipitale dell omero; il capo breve sorge con un corto tendine dal processo coracoideo della scapola. I due capi si uniscono in un unico ventre muscolare che termina con un robusto tendine sulla tuberosità del radio (Fig. 9). Flette e supina l avambraccio, ruota internamente l omero. Il muscolo coraco-brachiale origina dall apice del processo coracoideo della scapola e termina sulla faccia antero-mediale del corpo dell omero (Fig. 9). Flette, adduce e ruota internamente il braccio. 16 di 22

17 Il muscolo brachiale origina dalla faccia sia antero-mediale che antero-laterale del corpo dell omero e termina sulla tuberosità dell ulna (Fig. 9). Flette l avambraccio sul braccio. Il muscolo tricipite del braccio origina con tre capi: un capo lungo, un capo mediale ed un capo laterale. Il capo lungo ha origine dalla tuberosità sottoglenoidea della scapola, mentre il capo mediale ha origine dalla faccia posteriore dell omero, al di sotto del solco radiale, ed il capo laterale sempre dalla faccia posteriore dell omero, al di sopra dello stesso solco radiale. I tre capi si uniscono per formare un unico ventre muscolare che termina con un robusto tendine sull olecrano dell ulna. Estende l avambraccio sul braccio. Il muscolo anconeo è un breve muscolo che origina dalla faccia posteriore dell epicondilo laterale dell omero e dal legamento collaterale laterale per terminare sul quarto prossimale della faccia posteriore dell ulna. Coadiuva l azione del muscolo tricipite del braccio. Figura 9: Muscoli superficiali e profondi del braccio (A) e dell avambraccio (B) I muscoli dell avambraccio sono distinti in tre gruppi detti rispettivamente anteriore, laterale e posteriore ciascuno dei quali è accolto nella rispettiva loggia. L azione di questi muscoli è grossolanamente descritta dalla loro denominazione. I muscoli anteriori sono otto muscoli, la maggior parte dei quali origina dall epitroclea dell omero e sono disposti su quattro strati: piano superficiale, secondo, terzo e quarto piano. 17 di 22

18 I muscoli del piano superficiale sono il muscolo pronatore rotondo che dall epitroclea si dirige alla parte media del radio; il muscolo flessore radiale del carpo il cui tendine distale scorre nel tunnel carpale (cioè sotto il legamento trasverso del carpo) e termina sul secondo osso metacarpale; il muscolo flessore ulnare del carpo che termina sull osso pisiforme; il muscolo palmare lungo che passa sopra il legamento trasverso del carpo (quindi fuori dal tunnel carpale) e va a fissarsi all aponeurosi palmare della mano, con la sua azione flette la mano sull avambraccio I muscoli del secondo piano sono il muscolo flessore superficiale delle dita che termina distalmente con quattro tendini che si inseriscono sulla falange media delle ultime quattro dita, appena prima della loro terminazione ogni tendine si sdoppia delimitando un occhiello che viene attraversato dal corrispondente tendine terminale del muscolo flessore profondo delle dita. I muscoli del terzo piano sono il muscolo flessore profondo delle dita che termina distalmente con quattro tendini che vanno a inserirsi sulla falange distale delle ultime quattro dita; il muscolo flessore lungo del pollice che va a fissarsi alla falange distale del pollice. Il muscolo pronatore quadrato è l unico muscolo del piano profondo; è un muscolo quadrilatero che unisce distalmente radio e ulna e concorre alla pronazione dell avambraccio. I muscoli laterali sono il muscolo brachio-radiale, il muscolo estensore radiale lungo del carpo e il muscolo estensore radiale breve del carpo. Il muscolo brachio-radiale è il più lungo del gruppo; origina dal margine laterale dell omero e termina sul processo stiloideo del radio; flette e supina l avambraccio. Il muscolo estensore radiale lungo del carpo, posto lateralmente al precedente va a fissarsi sulla faccia posteriore al secondo osso metacarpale; estende e abduce la mano. Il muscolo estensore radiale breve del carpo dall epicondilo laterale termina sulla faccia dorsale del terzo osso metacarpale. I muscoli posteriori sono otto muscoli disposti su due piani, superficiale e profondo. I muscoli del piano superficiale originano dall epicondilo laterale e sono anche detti muscoli epicondiloidei posteriori. Sono: Il muscolo estensore comune delle dita: termina con quattro lunghi tendini che, prima affiancati, si portano poi divergendo alle ultime quattro dita (II e III falange). Il muscolo estensore proprio del mignolo: lo possiamo considerare parte del precedente diretto al mignolo. Il muscolo estensore ulnare del carpo: passa sotto il legamento dorsale del carpo e va a inserirsi al V metacarpale. 18 di 22

19 I muscoli del piano profondo sono: Il muscolo supinatore breve: avvolge il terzo superiore del radio. Porta l avambraccio in supinazione. Il muscolo abduttore lungo del pollice: si fissa sul I metacarpale ed è il più lungo e il più laterale di questo gruppo. Il muscolo estensore breve del pollice: il suo tendine passa profondamente al legamento dorsale del carpo e si inserisce alla base della falange prossimale del pollice. Il muscolo estensore lungo del pollice raggiunge la base della falange distale del pollice. Il muscolo estensore dell indice: il tendine passa profondamente al legamento dorsale del carpo e, fondendosi con quello dell estensore comune delle dita, si reca alla II e III falange del dito indice. I muscoli della mano (Fig. 10) sono tutti situati sulla faccia palmare e sono disposti in tre gruppi: muscoli dell eminenza tenar, sulla parte laterale della mano (Tabella 1); muscoli dell eminenza ipotenar, sulla parte mediale della palma della mano (Tabella 2) e muscoli intermedi posti profondamente fra i due gruppi precedenti. Figura 10: Muscoli della mano 19 di 22

20 Muscolo Origine Inserzione Azione Opponente del pollice Abduttore breve del pollice Flessore breve del pollice Retinacolo dei flessori, tubercoli dello scafoide e del trapezio Retinacolo dei flessori, tubercoli dello scafoide e del trapezio Retinacolo dei flessori, tubercoli dello scafoide e del trapezio Faccia laterale del 1 metacarpale Faccia laterale della base della falange prossimale del pollice Faccia laterale della base della falange prossimale del pollice Sposta il 1 metacarpale in direzione mediale verso il centro del palmo e lo ruota internamente Abduce il pollice e partecipa all opposizione Flette il pollice Adduttore del pollice capo obliquo capo trasverso basi del 2 e 3 metacarpale e capitato Faccia anteriore del 3 metacarpale Faccia mediale della base della falange prossimale del pollice Adduce il pollice Tabella 1: muscoli della mano (eminenza tenar) 20 di 22

21 Muscolo Origine Inserzione Azione Abduttore del mignolo Flessore breve del mignolo Opponente del mignolo Lombricali 1 e 2 3 e 4 Interossei dorsali 1-4 Interossei palmari 1-3 Pisiforme Uncinato e retinacolo dei flessori Uncinato e retinacolo dei flessori Sui due tendini laterali del flessore profondo delle dita Sui tre tendini mediali del flessore profondo delle dita Superfici contrapposte di due metacarpali Superfici palmari del 2, 4 e 5 metacarpale Faccia mediale della base della falange prossimale del 5 dito Faccia mediale della base della falange prossimale del 5 dito Margine mediale del 5 metacarpale Margini laterali delle espansioni degli estensori delle dita dal 2 al 5 Basi delle falangi prossimali; espansioni degli estensori delle dita 2-4 Basi delle falangi prossimali; espansioni degli estensori delle dita 2, 4 e 5 Abduce il 5 dito, partecipa alla flessione della sua falange prossimale Flette la falange prossimale del 5 dito Sposta il 5 dito in avanti e lo ruota, portandolo in opposizione rispetto al pollice Flettono le articolazioni metacarpofalangee, estendono le interfalangee del 2-5 dito Abducono 2, 3 e 4 dito, coadiuvano i lombricali Adducono le dita dal 2 al 5, coadiuvano i lombricali Tabella 2: muscoli della mano (eminenza ipotenar) 21 di 22

22 Bibliografia Montagnani, Tazzi: Anatomia Umana Normale. Edizione Idelson-Gnocchi 2007 Ambrosi, Cantino: Anatomia dell Uomo. Seconda Edizione edi-ermes 22 di 22

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