Morbo di Alzheimer: possibili strategie terapeutiche dal mondo della fitoterapia

Documenti analoghi
Arsenicum album. Neurotossicità centrale

Le malattie neurodegenerative della terza età

Morbo di Alzheimer. Demenza senile non segue il normale deterioramento delle strutture cerebrali o dell invecchiamento.

Il futuro delle terapie per la malattia di Alzheimer. Paolo Nichelli Università di Modena e Reggio Emilia

Curcumin e Alzheimer Disease

Cannabinoidi per prevenire la degenerazione neuronale: ci sono davvero delle prospettive?

Demenza, Alzheimer e Stimolazione Cognitiva: Use it or Lose it Pubblicato da Alice Mannarino il 30 mar 2012

Argomenti di Neurologia Dott. Salvo Napolitano

Caterina Bendotti Dipartimento Neuroscienze

CENTRO REGIONALE DI NEUROGENETICA

Malattia di Alzheimer

Farmaci e Malat al t at i t a i di d i A lz l he h im i e m r

Parte Sperimentale PARTE SPERIMENTALE

Farmacoterapia. Prof. Vincenzo CALDERONE. Dipartimento di Farmacia Università di Pisa

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PALERMO FACOLTA DI MEDICINA E CHIRURGIA

LA RICERCA AL SERVIZIO DELL INNOVAZIONE

PROPRIETA NUTRACEUTICHE DEI FUNGHI

Laureanda Cristiana Carbone. Relatore Prof. Luciano Saso. Anno accademico: 2017/2018. Relatore esterno Dott. Walter Adriani

Le dimensioni del problema Inquadramento clinico generale

Artiglio del Diavolo e Incenso nelle malattie dell`apparato locomotore

Tesi di Laurea. inibitori di Akt in associazione con gemcitabina in linee cellulari. tumorali di polmone

Best clinical treatment in FITOTERAPIA

UNIVERSITA DI GENOVA DIPARTIMENTO DI MEDICINA INTERNA LA RICERCA : COSA CI POSSIAMO ASPETTARE. Massimo Tabaton

NUOVE TERAPIE FARMACOLOGICHE?

LIRAGLUTIDE: UN AGONISTA DEL RECETTORE DI GLP-1 PER IL TRATTAMENTO FARMACOLOGICO DI SOVRAPPESO E OBESITA

AGONISTI DEI RECETTORI DELLA DOPAMINA 2) Derivati non ergolinici

ttp://hal9000.cisi.unito.it/wf/dipartimen/neuroscien/ isiologia/corsi/neuroscien/index.htm

MALATTIE NEURODEGENERATIVE

Università degli Studi di Camerino Laurea Specialistica in Farmacia Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute Facoltà di Farmacia

Fondamenti di Chimica Farmaceutica

Stefano PONTONE Dipartimento di Scienze Chirurgiche

INTERAZIONI FARMACOLOGICHE

PRINCIPI PER LA COMBINAZIONE E L UTILIZZO DEI MODELLI ANIMALI NEGLI ESPERIMENTI DI FARMACOLOGIA

Traduzione di alcuni studi

Summary diagram of the acquisition and storage of declarative versus procedural information.

RISULTATI IN VITRO. Ctrl

Journal club 12 giugno 2012 Dott.ssa Livia Bernardi Biologo genetista Centro Regionale di Neurogenetica Laboratorio di Genetica Formale e Molecolare

Curcuma longa Zingiberaceae ZINGIBERACEAE

Malattie da accumulo lisosomiale

Corso di Farmacologia

Eicosanoidi. Acidi grassi esterificati. lipocortina FANS. Prostanoidi. glucocorticoidi AC. ARACHIDONICO. Cicloossigenasi.

<1%familiare, 99% sporadica Incidenza: 1% tra 65-70anni; 8% > 80anni Durata: variabile (2-20anni) media 4anni

S. Ghibelli, C. Bolpagni, L. Pasina, A. Nobili, C. Pirali, G.Romanelli, A. Marengoni

L acido gamma-aminobutirrico dell acido glutammico acido glutammico decarbossilasi (GAD GABAα-chetoglutaricotransaminasi (GABA

ATTIVAZIONE MICROGLIALE NELLE MALATTIE EXTRAPIRAMIDALI: UNO STUDIO PET-[11C]PK11195

REGISTRO DELLE LEZIONI 2006/2007. Tipologia. Addì Tipologia. Addì Tipologia

Antiedemigena AZIONE TRIVALENTE. Analgesica. Antinfiammatoria

RIABILITAZIONE DELL AMBLIOPIA: UP TO DATE

REGISTRO DELLE LEZIONI 2006/2007. Tipologia. Addì Tipologia. Addì Tipologia

Facoltà di Scienze Motorie Università degli Studi di Verona. Lezione 8: Interazioni Farmacologiche

Salvia Officinalis Salvia, Erba salvia G. LAINO Pagina 1 di 6

INTRODUZIONE. I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sono un gruppo. eterogeneo di composti, spesso chimicamente non correlati, che tuttavia

Farmaci per il trattamento dell asma bronchiale

Habitat: pascoli, luoghi erbosi, boschi e arbusteti, soprattutto su substrato acido, da 100 a 2300 m di altitudine.

C"# % ' ()*+,,-(./+)0"1. Invecchiamento cerebrale fisiologico

L INDUZIONE MEDICA CONSISTE

Facoltà di Scienze Motorie Università degli Studi di Verona. Corso di Farmacologia Lezione 8: Interazioni Farmacologiche

QUADROB1a: Descrizione del percorso di formazione (Regolamento Didattico del CdS)

IDENTIFICAZIONE DI ISTONI ACETILATI IN ESTRATTI CEREBRALI DI RATTO IN SEGUITO AD ESPERIMENTI COMPORTAMENTALI

VERBALE VALUTAZIONE DEI TITOLI E DELLE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE

Corso di Farmacologia

Anemia Infiammatoria (Sideroacrestica o delle malattie croniche) Luciano Masini. Maria Brini

Relazione sull attività scientifica svolta nel quadrimestre 1 giugno-30 settembre 2007 dalla Dott.ssa Ilaria Zanotti

Habitat: pascoli, luoghi erbosi, boschi e arbusteti, soprattutto su substrato acido, da 100 a 2300 m di altitudine.

giunzioni comunicanti connessone cellule gliali, muscolo liscio e cardiaco, neuroni del SNC negli stadi embrionali precoci veloci bidirezionali

Corso per BRAIN TRAINER

Glutamatergic pathways in the brain

La classe 1 a C della scuola media L. Lotto all Orto Botanico dell I.T.C Filippo Corridoni di Civitanova Marche

Habitat: cresce dal mare alla regione montana di tutta Italia nei luoghi umidi come boschi e paludi.

30/10/2015. Molte proteine sono. intrinsecamente disordinate. o destrutturate (IDP/IUP), cioè non hanno una struttura

Corso per BRAIN TRAINER

RICERCA E SVILUPPO DI NUOVI FARMACI

I meccanismi della rigenerazione nelle lesioni nervose periferiche

NUOVE STRATEGIE PER LA TERAPIA DELLO STROKE: IL TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI

Allegato 3/A Giudizi individuali sulla discussione dei titoli

Le Terapie Farmacologiche

Regolazione enzimatica Isoenzimi

Salvador de Bahia Iglesia S. Francisco

Malattie a carattere. Familiare (causa genetica, più casi nella stessa famiglia)

Fisiopatologia e meccanismi di azione delle psicoterapie

REQUISITI AUSPICABILI DI BUONA PRATICA PROFESSIONALE PER LO PSICOLOGO CHE OPERA IN AMBITO NEUROPSICOLOGICO

Stevia rebaudiana Bertoni, il nuovo modo di dolcificare e non solo

LE PROTEINE SINTETIZZATE VENGONO SOTTOPOSTE AD UN CONTROLLO DI QUALITA

Piante, stress ossidativo, invecchiamento Marco Valussi

AMARENE. Il ciliegio selvatico (Prunus cerasus), detto anche

TERAPIA ANTICOAGULANTE ORALE

ALECENSA ALECTINIB VALUTAZIONE E CONSIDERAZIONI PER CTA. 150 mg capsule rigide

RIMONABANT: UN ANTAGONISTA CB1 PER IL TRATTAMENTO DELL OBESITA

Houttuynia: la bellezza di una infestante

FATTORI CHE INFLUENZANO L INTENSITA DELLA RISPOSTA FARMACOLOGICA

In questa slide sono elencati gli obiettivi del modulo 2.

MORBO DI PARKINSON Farmaci utilizzati

LE DEMENZE SOTTOCORTICALI: LA DEMENZA CON CORPI DI LEWY E LA DEMENZA IN CORSO DI MORBO DI PARKINSON

A cura del dott. Paolo Scartezzini e del dott. Alessandro Cocchella dell Ambulatorio per la Sindrome di Down -Ospedale Galliera di Genova.

Tolleranza allo stress salino in pomodoro inoculato con Azotobacter chrooccocum

1) Sostanze liberate A B Recettori ormoni altre 2) Conduzione di segnali elettrici

PROFUMI DELLA MEMORIA

NUOVE STRATEGIE TERAPEUTICHE PER LA MALATTIA DI ALZHEIMER. Gemma Lombardi

Transcript:

Morbo di Alzheimer: possibili strategie terapeutiche dal mondo della fitoterapia Categories : Anno 2018, N. 270-15 gennaio 2018 di Samantha Angelelli e Annabella Vitalone Il morbo di Alzheimer è una patologia neurodegenerativa multifattoriale, che in genere si manifesta in età geriatrica ed in cui si osserva una progressiva degenerazione del sistema limbico (deputato alle funzioni di memoria ed apprendimento). Secondo una stima del 2015, il numero di pazienti affetti da Alzheimer è di oltre 47 millioni di persone, numero destinato ad aumentare sempre fino ad una di circa 135 milioni nel 2050. La sintomatologia, agli stadi iniziali della patologia, si manifesta con perdita di memoria a breve termine, mentre la memoria retrospettiva, all inizio, rimane invariata. Nello stadio avanzato della patologia si perdono altre capacità, tra cui: l abilità di effettuare calcoli, valutare gli stimoli oculomotori (per esempio l organizzazione dello spazio), il controllo dei movimenti e del linguaggio (afasia), il riconoscimento di luoghi, persone ed oggetti (agnosia). Nello stadio finale compare anche la perdita di attenzione e di vigilanza. Per quel che concerne le cause dal punto di vista scientifico, attualmente non esistono certezze, sebbene l ipotesi della cascata amiloidea ed il deficit colinergico (acetilcolina particolarmente carente nella zona limbica del paziente affetto di Alzheimer) siano le più dibattute. Secondo l ipotesi della cascata amiloidea, il peptide? amiloide, derivante per proteolisi operata dalle secretasi del precursore amyloid precursor protein (APP), viene sovraespresso e si deposita in fibrille formando le placche neuritiche. L abnorme produzione di peptide? amiloide induce neurotossicità e sembra essere la causa della formazione di agglomerati neurofibrillari, dovuti all iperfosforilazione della proteina? che normalmente regola il trasporto assonale. Di recente è stata formulata la teoria dell eccitotossicità, secondo la quale vi è il coinvolgimento del glutammato, le cui alte concentrazioni alterano l equilibrio neuronale, influenzando la neurotrasmissione colinergica. L acetilcolina è molto importante per la sopravvivenza e la plasticità neuronale nella zona limbica. Per questo, l approccio farmacologico attuale riguarda l utilizzo di inibitori dell acetilcoliesterasi (AChE), enzima che catalizza la scissione di acetilcolina in colina e acetato, o della butirrilcolinesterasi (BChE), enzima non selettivo per la scissione dell acetilcolina. Nel tentativo di trovare un trattamento valido verso morbo di Alzheimer, molte ricerche si sono rivolte anche alla valutazione dell attività di alcune piante medicinali, le più importanti delle quali sono: Gingko biloba, Salvia officinalis, Curcuma longa. Gingko biloba (Fam. Ginkgoacaea) rappresenta la pianta medicinale più studiata nell Alzheimer dal punto di vista preclinico ed ampiamente valutata in studi di efficacia clinica. Il gingko è albero dioico originario della Cina, le cui foglie sono tradizionalmente impiegate per stimolare la funzione mnemonica (Figura 1).

Figura 1. Particolare di G. biloba L. Le foglie presentano la caratteristica forma bilobata a ventaglio [Barnes et al., 2007]. Già nel 2008, in studi di efficacia clinica è stata riscontrata l importanza dell estratto di G. biloba (Egb761) nella prevenzione della patologia ed alcuni studi del 2009 hanno evidenziato una marcata attività nel sistema limbico con un incremento della memoria, miglioramento dell attenzione e decremento di eventi di amnesia nei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer in stadio moderato, trattati per via orale per 6 settimane con 90 mg/kg di estratto Egb761. In studi successivi, la somministrazione di 240 mg di estratto di G. biloba, sono stati riportati risultati ancora più rilevanti, tra cui un miglioramento dell competenze funzionali tali da permettere lo svolgimento delle normali attività quotidiane. Nel 2016, anche se non ancora del tutto chiaro quale sia il meccanismo d azione, si parla ancora di Egb761 nella cura del morbo di Alzheimer, in quanto sembra agire sulla neuroplasticità, modellando il sistema dopaminergico. Un altra potenziale strategia terapeutica potrebbe riguardare l utilizzo di Salvia officinalis (Fam. Labiatae), pianta perenne con portamento cespuglioso, provvista di foglie dal profumo caratteristico fortemente speziato-aromatico e dal sapore amaro ed astringente (Figura 2). E proprio dalle parti aeree che si estrae l olio essenziale con caratteristico odore di canfora [Barnes et al., 2007]. Salvia officinalis possiede non solo attività inibente la BChE, ma anche e soprattutto inibente l AChE. In vitro è emersa anche una potente attività antiossidante e neuroprotettiva, probabilmente ascrivile alla presenza di acido rosmarinico nell estratto etanolico. Un altro marker farmacologico, attualmente studiato, è l acido carnosico presente non solo nel fitocomplesso di Salvia officinalis, ma anche di Rosmarinus officinalis.

Figura 2. Particolare delle foglie allungate e ispessite dalla peluria tomentosa e dei fiori che crescono in lunghezza di colore blu-violaceo di Salvia officinalis L. Sebbene sia limitato alla preclinica, lo studio in vitro ha valutato l effetto neuroprotettivo e la riduzione della perdita delle spine dendritiche sui neuroni di ratti esposti al peptide? amiloide, mentre lo studio condotto su topi affetti di Alzheimer trattati con acido carnosico (2 volte a settimana per 3 mesi) ha mostrato l incremento dei marker dendritici, sinaptici e la riduzione del numero di placche dendritiche del peptide amiloide e dell iperfosforilazione della proteina? nell ippocampo. Una scoperta rilevante nel settore delle piante medicinali riguarda Curcuma longa L (Fam. Zingiberaceae). Questa è una pianta erbacea originaria dell Asia meridionale (India, Malesia e Pakistan). La parte più importante è il rizoma, di solito, solitario, eretto, di forma ovale o piriforme, di lunghezza 5-8 cm e larghezza di 4-5 cm. I rizomi secondari sono cilindrici e di lunghezza 5-10 cm e larghezza 2-3 cm. All interno i rizomi hanno un colore tra il giallo intenso e l arancio, sono aromatici e posseggono odore e sapore caratteristici. Dai rizomi si dipartono numerose radici, spesso tuberizzate all apice (Figura 3).

Figura 3. Dettagli di Curcuma longa L: foglie, infiorescenza e rizoma [Hatcher et al., 2008]. L interesse del mondo scientifico è rivolto allo studio sia in toto, sia delle sostanze isolate, contenute in questa pianta. La curcuma era tradizionalmente impiegata come rimedio per le infezioni e le infiammazioni soprattutto gengivali ed ossee (reumatismi), indigestioni, ulcere, dispepsia, calcoli biliari, reflusso gastro-esofageo e flatulenza. I marker farmacologici di C. longa più studiati sono i curcuminoidi: bisdemetossicurcumina, demetossicurcumina e curcumina (Figura 4).

Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Rivista di Agraria.org Figura 4. Formule di struttura relative ai curcuminoidi, marker farmacologici di C. longa A) bisdemetossicurcumina, B) demetossicurcumina,c) curcumina [Ahmed e Gilani, 2009]. Nell ambito del morbo di Alzheimer, gli studi presenti in letteratura riguardano l attività inibente l acetilcolinesterasi, con andamento dose-dipendente ascrivibile al curcuminoide bisdemetossicurcumina. A differenza di Salvia officinalis, la curcuma (ed i curcuminoidi in particolare) non hanno attività inibente la BChE. Di notevole importanza sono gli studi preclinici che mostrano come la curcumina impedisca non solo la deposizione del peptide? 1-42, ma anche la formazione delle fibrille, fungendo da disaggregante. Lo studio ha permesso di osservare che il residuo 12,17 e 21 del peptide? amiloide interagisce con i carboni adiacenti al gruppo metossi e/o gruppo idrossile della curcumina. La curcumina è in grado di deformare la struttura secondaria degli oligomeri attraverso le interazioni idrofobiche e di preservare il legame tra i monomeri del peptide. Studi in vitro evidenziano inoltre che la curcumina protegge le cellule dalla citotossicità indotta dallo stesso peptide, diminuendo la concentrazione di calcio intracellulare. Ulteriore evidenza a supporto dell attività di C. longa riguarda l inibizione (dose e tempo dipendente) della formazione del peptide? amiloide, dovuta all inibizione della proteina GSK-3?, da cui consegue la fosforilazione della presenilina-1 e l inattivazione della?-secretasi. Mentre, la bisdemetossicurcumina agisce come promotore della degradazione del peptide? amiloide, attraverso la stimolazione dei monociti. Infine, in roditori, la curcumina (200 mg/kg) protegge l ippocampo dalla tossicità del peptide? amiloide e preserva e l apprendimento e la formazione della memoria a lungo termine. Nonostante le numerose evidenze precliniche, gli studi d efficacia clinica di C. longa nell ambito della patologia di Alzheimer sono ben poco documentati, pertanto è prematuro definirne il profilo neuroprotettivo. In conclusione, le evidenze scientifiche riportate necessitano di essere approfondite, ma l impiego di fitocomplessi e/o di marker farmacologici da essi derivati suggerisce un ampio ventaglio di targets nella ricerca di una possibile strategia terapeutica del morbo di Alzheimer. Sunto ed aggiornamento dell elaborato di tesi in Farmacognosia del Corso di Laurea in Farmacia, Sapienza Università di Roma. Relatore: Dott.ssa Annabella Vitalone - Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia Vittorio Erspamer, Sapienza Università di Roma. Studente: Dott.ssa Samantha Angelelli, laureata in Farmacia, presso Sapienza Università di Roma. E-mail: samantha.angelelli@gmail.com