T.E.V. E CHEMIOTERAPIA. Dott. Pietro Masullo

Documenti analoghi
16th World Conference on Lung Cancer (WCLC): highlights

Titolo, oggetto e obiettivo del Progetto: Obiettivo Primario

E.Molfese, P.Matteucci, A.Iurato, M. Fiore, L.E. Trodella, L. Poggesi, R.M. D Angelillo, E. Iannacone, L.Trodella!

HOT TOPICS IN CHIRURGIA

CMACE 2011/RCOG Prevenzione del TEV in gravidanza e rapporti con gli stati trombofilici IL PUNTO DI VISTA DELL INTERNISTA

La terapia medica primaria e adiuvante e il follow-up: le principali novità. a cura di Claudio Zamagni (Bologna) e Antonio Frassoldati (Ferrara)

I nuovi anticoagulanti orali nella fibrillazione atriale non valvolare: le linee guida per la prescrizione

Conferenza di consenso Quale informazione per la donna in menopausa sulla terapia ormonale sostitutiva? Torino 17 maggio 2008

Domande relative alla specializzazione in: Oncologia medica

NSCLC - stadio iiib/iv

Il RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE NELLA IDENTIFICAZIONE DELLE PERSONE CON SOSPETTA DEMENZA. T. Mandarino (MMG ASL RMA )

Documento PTR n.212 relativo a:

Premessa. Tratto da American Heart Journal 2004; 147:

Scritto da RyderItalia Mercoledì 12 Maggio :19 - Ultimo aggiornamento Mercoledì 03 Novembre :57

Risk Management del paziente a rischio tromboembolico

Prevenzione della tossicità cutanea indotta da trattamento radioterapico nel tumore della mammella: confronto tra diversi trattamenti topici

Scritto da Giovanni Creton Domenica 27 Febbraio :32 - Ultimo aggiornamento Domenica 27 Marzo :43

Espressione di geni specifici per un determinato tumore

FINASTERIDE ZENTIVA 5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM. Variazioni degli stampati relativamente agli aspetti della sicurezza

METASTASI POLMONARI. Terapia Oncologica. Dott. Marcello Tiseo Unità Operativa di Oncologia Medica Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma

LE TROMBOSI VENOSE SUPERFICIALI: DIAGNOSI E TERAPIA. Dott. Cristian Benatti UO Chirurgia Vascolare, Ospedale San Gerardo, Monza

Il mieloma multiplo La terapia

La gestione della terapia anticoagulante orale.

Le malattie cardiovascolari (MCV) sono la principale causa di morte nelle donne, responsabili del 54% dei decessi femminili in Europa

Ricerca farmacologica priclinica e clinica

TERAPIE MEDICHE SPECIFICHE IN EMERGENZA

Neoplasie della mammella - 2

LA SOLUZIONE AI NODULI BENIGNI DELLA TIROIDE

Protocollo di studio clinico o epidemiologico

Le interazioni farmacologiche come causa di reazioni avverse da farmaci

UO Qualità, Ricerca Organizzativa e Innovazione Pagina 1 di 5

METASTASI OSSEE: STRATEGIE CHIRURGICHE Dott.ssa Serena Puccini Ortopedia e Traumatologia S. Jacopo PT

Il ruolo della terapia medica topica nel tra0amento della candidosi orofaringea nel paziente oncologico

MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI (IBD) E GRAVIDANZA

APPROCCIO RADIOTERAPICO

Fattori prognostici del carcinoma gastrico nell anziano

La sorveglianza ginecologica e il trattamento chirurgico: quando e come

LA TERAPIA FARMACOLOGICA

REGIONE DEL VENETO ISTITUTO ONCOLOGICO VENETO I.R.C.C.S. DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE N. 85 DEL 13/03/2013

Terapia in fase Avanzata

Rassegna Stampa. Comunicato stampa. Intermedia s.r.l. per la comunicazione integrata

Etica nella ricerca nelle cure oncologiche. Ufficio di Sanità Comitato Etico cantonale

Atrial Fibrillation Study - Italy Study conducted by Opinion Health

sembra una Anche qui sembra questione di sesso: Aspirina e donne

SCHEDA FARMACO. Principio attivo (nome commerciale) Forma farmaceutica e dosaggio, posologia, prezzo, regime di rimborsabilità, ditta

EFFETTI COLLATERALI. bla bla bla bla

La vaccinazione delle persone ad alto rischio di infezione invasiva pneumococcica

Breast Units / Centri di Senologia: verso gli standard europei

TRASFERIMENTI INTEROSPEDALIERI

LE NEOPLASIE DIFFERENZIATE DELLA TIROIDE Paolo Fracchia SOC ORL ASL AL Casale Monferrato

SEBASTIANO FILETTI. Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche. Università di Roma Sapienza, Roma

METASTASI UVEALI: ESPERIENZA DEGLI ULTIMI 10 ANNI

Potenza dello studio e dimensione campionaria. Laurea in Medicina e Chirurgia - Statistica medica 1

Nuovi farmaci orali nei tumori gastrointestinali

IL MEDICO DI MEDICINA GENERALE E LA NEFROPATIA DIABETICA: studio sui comportamenti prescrittivi diagnosticoterapeutici di un gruppo di medici genovesi

HIGHLIGHTS IN TEMA DI NEOPLASIA PROSTATICA: DIAGNOSI, TERAPIA, RICERCA Aviano (PN), venerdì 7 dicembre 2012

NESSUNO STUDIO METODOLOGICAMENTE SCORRETTO PUO ESSERE CONSIDERATO ETICO

L Insulina è un ormone prodotto dal pancreas implicato nel metabolismo dei carboidrati.

Che cos è la celiachia?

Quando il dolore è ancora un problema. XVII CIPOMO Congresso Nazionale Roma, giugno 2013

Allegato I. Conclusioni scientifiche e motivi della variazione dei termini delle autorizzazioni all immissione in commercio

Scheda Valutativa Tirocinio. Formativo

Trials clinici. Disegni di studio

PRESENTAZIONE DEL PDTA ELABORATO DAL GRUPPO U.O.C. CHIRURGIA TORACICA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PADOVA AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA

Terapia chirurgica. Ictus Cerebrale: Linee Guida Italiane di Prevenzione e Trattamento

Raccomandazione per per la la prevenzione dell osteonecrosi della della mascella/mandibola da da bifosfonati in in ambito ambito oncologico

Sinossi di studio clinico Codice: GECP06/01 Pag. 1 di 5

PROGETTAZIONE E ORGANIZZAZIONE DI UN PROGRAMMA DI SCREENING. Relatore: Brunella Spadafora

Approfondimenti scientifici

Caso clinico. Consigli per i viaggiatori. Maurizio D Urso Presidente Provinciale SNAMID

Tossicita da chemioterapia e differenze di genere. Ilaria Pazzagli U.O.Oncologia medica P.O.Pescia Azienda USL3 Pistoia e Valdinievole

Oltre alla fibrillazione atriale: SCA, embolia polmonare e HIT (argatroban) Federico Nardi SOC Cardiologia Ospedale Castelli

ONCOVIEW Istruzioni per la compilazione delle schede pazienti

STUDI CLINICI 1. Che cosa è uno studio clinico e a cosa serve? 2. Come nasce la sperimentazione clinica e che tipi di studi esistono?

SINOSSI PROTOCOLLO STUDIO OSSERVAZIONALE

Presentazione. Strategie europee contro il cancro 3

Dott. Alessandro Fabbri U.O. Pneumologia ASL 3 PT Direttore ff Dott. Franco Vannucci

come nasce una ricerca

INFORMATIVA PROFESSIONALE n. 25 del Informazioni di sicurezza relative all uso di thalidomide celgene (principio attivo: talidomide)

Governo del Farmaco. Azienda Ospedaliera di Verona

Classificazione degli studi epidemiologici

SINOSSI DELLO STUDIO EUDRACT N COORDINAMENTO E RESPONSABILE DELLO STUDIO

Percorso formativo ECM/ANCoM all interno del progetto IMPACT

L'ESPERIENZA DEL PROGETTO EMILI: PREVENZIONE NELLE DONNE CON TUMORE MAMMARIO ATTRAVERSO L'EDUCAZIONE ALIMENTARE E AL MOVIMENTO

Efficacia del trattamento osteopatico nella cefalea tensiva primaria episodica frequente: studio pilota

LA RESEZIONE DELLE METASTASI EPATICHE NEL TUMORE METASTATICO DEL COLON RETTO

LA CHEMIOTERAPIA ORALE IN ASSOCIAZIONE ALLA RADIOTERAPIA

Carcinoma della prostata: INCIDENZA

Il ruolo di CA15-3 nel monitoraggio della terapia nel carcinoma mammario metastatico: un caso clinico

CARTA INTESTATA DEL CENTRO CLINICO

Università del Piemonte Orientale. Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia. Corso di Statistica Medica. I modelli di studio

RUOLO DEL TRAPIANTO NEL PAZIENTE CON MIELOMA MULTIPLO

L Investigator s Brochure. Marisa Dell Aera Comitato Etico Azienda Ospedaliera Policlinico Bari. Maglie 25 novembre 2004

USO CONCOMITANTE DI INIBITORI DI POMPA E TERAPIE ANTITROMBOTICHE

In ambito clinico l'anatomia patologica svolge un ruolo fondamentale per la pianificazione di eventuali terapie mediche o chirurgiche fornendo

LA TERAPIA DEL TROMBOEMBOLISMO VENOSO NEI PAZIENTI CON NEOPLASIA MALIGNA

RASSEGNA STAMPA martedì 26 maggio 2015

STUDIO OSSERVAZIONALE SULLA TERAPIA DELLA PATOLOGIA MAMMARIA INDOTTA DALLA MONOTERAPIA CON ANTIANDROGENO PURO PER ADENOCARCINOMA PROSTATICO

Effetti sull opinione di pazienti riguardo all utilizzo di un computer in uno studio medico nell assistenza ordinaria

MINI SCHEDA HTA RIVAROXABAN (XARELTO ) INDICAZIONE TROMBOSI VENOSA PROFONDA

Transcript:

T.E.V. E CHEMIOTERAPIA Dott. Pietro Masullo

I MECCANISMI SONO MOLTEPLICI, SPESSO PRESENTI CONTEMPORANEAMENTE E NON ANCORA DEL TUTTO CHIARI LA CHEMIOTERAPIA PU0 AUMENTARE IL RISCHIO TEV ATTRAVERSO ALMENO TRE MECCANISMI: DANNO ACUTO SULLA PARETE VASALE (BLEOMICINA, ALCALOIDI DELLA VINCA ) DANNO RITARDATO SULL INTEGRITA SULL ENDOTELIO VASALE (ADRIAMICINA) RIDUZIONE DELLE PROTEINE REGOLATRICI DEL PROCESSO COAUGULATIVO (DIMINUIZIONE DEI LIVELLI DI PROTEINA C E S CON LO SCHEMA CMF) (DIMINUIZIONE DEI LIVELLI DI AT III IN CORSO DI TERAPIA CON ASPARAGINASI STUDIO OSSERVAZIONALE PROSPETTICO(Khorana) ELEVATA INCIDENZA DI TEV Pz OBESI NEOPLASIA GASTROENTERICA, POLMONARE, LINFOMA PIASTRINE > 350.000 UTILIZZO EPO E FATTORI DI CRESCITA GRANULOCITARI

Gli agenti chemioterapici più ampliamente studiati attraverso traials retrospettivi sono: Cisplatino 5 fluorouracile

CISPLATINO Utilizzato in vari tipi di neoplasia Incidenza di TEV tra 8-18% Azione protrombotica Incremento del T.F. Attivazione delle piastrine Danno endoteliale

5 Fu + Fa Incidenza tra il 15-17% Riduzione del livello della proteina C incremento del fibrinopeptide A somministrato spesso su I.C. tramite CVC

Frequente associazione CDDP+FU

Farmaci antiangiogenetici TALIDOMIDE utilizzato nel trattamento del mieloma multiplo; In monoterapia: incidenza di TEV < 5% in associazione al desametasone: TEV nel 10-20% in associazione anche alla EPI: TEV nel 20-30% Profilassi

La terapia di supporto (eritropoietina,fattore di crescita granulocitari, alte dosi di steroidi ) può determinare un incremento del rischio TEV

In un recente studio retrospettivo l EPO aumenta il rischio di trombosi rispetto alla sola chemioterapia

Il primo studio che ha testato l effetto della profilassi in oncologia medica realizzato da Levine nel 1994, ha arruolato pz affette da carcinoma mammario in stadio avanzato sottoposte a chemioterapia e randomizzate a un anticoaugulazione con warfarin a basso dosaggio (INR1.3-1.9) o placebo per 6 settimane

il trial ha dimostrato una riduzione del rischio relativo di TEV dell 85% nel gruppo sottoposto a trattamento attivo, risultato che ha condizionato notevolmente gli aspetti scientifici del problema.

L adozione di uno schema profilattico a base di warfarin risulta abbastanza complessa e di difficile attuazione, soprattutto in ambito oncologico

L EBPM possono rappresentare un opzione estremamente interessante grazie alla prevedibilità dell effetto anticoaugulante, alla possibilità di essere utilizzate in monosomministrazioni giornaliera, alla ridotta tossicità e al profilo di sicurezza decisamente accettabile nel pz oncologico

Gli studi condotti più recentemente in questo specifico contesto, alcuni dei quali tuttora in corso, hanno lasciato aperti numerosi interrogativi

Lo studio TOPIC 1, condotto su 353 pz affette da carcinoma mammario metastatico in trattamento chemioterapico, ha dimostrato una frequenza di episodi tromboembolici venosi sintomatici e asintomatici inferiori alle attese, pari al 4% nel gruppo trattato con EBPMe al 3,9% in quello randomizzato al placebo

L analisi ad interim non ha evidenziato la superiorità dell EBPM rispetto al placebo e quindi l arruolamento delle pz nello studio è stato interrotto

Lo studio TOPIC 2, condotto su 547 pz affetti da carcinoma polmonare metastatico non a piccole cellule ha documentato una maggiore frequenza di TEV rispetto al TOPIC 1 (5% nl gruppo EBPM e 8,3% nel gruppo placebo; p=0,07)

Un analisi post-hoc effettuata per valutare l influenza dello stadio di malattia sul rischio tromboembolico, ha evidenziato una frequenza di TEV significativamente più bassa nei soggetti in stadio IV trattati con EBPM rispetto a quanto osservato nel gruppo placebo (3,5% vs10,1% p=0,03%

Un aspetto peculiare riguarda la profilassi nei pz in trattamento con talidomide somministrata in associazione con la chemioterapia e/o desametasone

In particolare, uno studio clinico condotto in pz in polichemioterapia per mieloma multiplo, ha dimostrato che enoxaparina (alla posologia di 4.000 U/die) è in grado di ridurre l incidenza di TEV, rendendola sovrapponibile a quella dei pz che non riceveranno talidomide

Al contrario l impiego di minidose di warfarin si è dimostrato scarsamente efficace, in quanto associato a una frequenza di TEV pressochè doppia rispetto ai pz trattati con enoxaparina

In definitiva, al momento attuale, non esistono evidenze a sostegno dell adozione di una profilassi generalizzata nei pz oncologici sottoposti a chemioterapia

La decisione terapeutica deve pertanto essere presa su base individuale, riservando una eventuale tromboprofilassi ai pz che presentano fattori di rischio aggiuntivi

Non vi è alcuna evidenza che in corso di profilassi con EBPM sia necessario ritardare o modificare il dosaggio di un eventuale chemioterapia

La chemioterapia dopo un intervento chirurgico può rappresentare un fattore di rischio aggiuntivo per TEV che deve essere attentamente valutato

La terapia del TEV acuto in corso di chemioterapia prevede in linea generale, l impiego dell eparina e degli antagonisti della vitamina K

La gestione del warfarin è particolarmente difficoltosa: La possibile interazione con alcuni chemioterapici (per es il 5-FU), la concomitanza di vomito e/o anoressia, la frequente insufficienza epatica, la possibile piastrinopenia da chemioterapia e l imprevedibile assorbimento intestinale, limitano l impiego della TAO in questo contesto clinico

In presenza di un TEV acuto, inoltre, la necessità di intraprendere sollecitamente una terapia antitrombotica pone il problema se sia vantaggioso in termini di efficacia e sicurezza posticipar o meno la chemioterapia

La decisione di posticipare o meno la chemioterapia deve essere individualizzata (pr es, in base all urgenza della chemioterapia, a rischio emorragico connesso al tipo della neoplasia e di protocollo chemioterapico)

Nel caso sia necessario instaurare in trattamento in concomitanza con la chemioterapia il ricorso all EBPM sembra preferibile alla TAO

Fattore di rischio TEV associato alla Cht Tipo e stadio della neoplasia Trattamenti antiblastici associati Terapie integrate (ormonali, Cht Rt) Presenza CVC Elevata conta piastrinica prima del trattamento Fattori generici (ipomobilità, infezioni)

Non vi è incidenza che in corso di profilassi con EBPM sia necessario ritardare o modificare il dosaggio di una cht adiuvante che va intrapresa con la tempistica e il dosaggio che il quadro clinico richiede

Terapia TEV in corso di Cht Problematiche Impiego eparina e antagonisti Vit K Gestione di warfarin difficoltosa interazione con farmaci antiblastici Presenza di vomito imprevedibile assorbimento

Posticipare la chemioterapia? Urgenza del quadro clinico Rischio emorragico Scelta personalizzata Il ricorso all EBPM è preferibile alla TAO?

CONCLUSIONE CHEMIOTERAPIA E PROFILASSI LINEE GUIDA ASCO NON È RACCOMANDABILE LA PROFILASSI DI ROUTINE VALUTAZIONE DEL SINGOLO Pz CON STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO PROFILASSI SOLTANTO IN Pz CON MIELOMA IN TERAPIA CON TALIDOMIDE E DESAMETASONE

INDIVIDUAZIONE Pz A RISCHIO modello predittivo rischio TEV 2 GASTRICO PANCREATIC O 1 POLMONE LINFOMA UROGINECOLOGICI MAMMELLA 1 PIASTRINE >350.000 Hb < 10 USO DI EPO GB >11.000 BMI > 35.Kg/m2 LA SOMMA DI QUESTI PUNTEGGI SUPERIORE A 3 INDIRIZZA VERSO LA TROMBOPROFILASSI KHORANA e CONNOLLY,2010

MODELLO BIOMARKER D- DIMERO > 650 ng/ml ALLA DIAGNOSI PRIMA DELLA CHEMIOTERAPIA RISCHIO ELEVATO DI TEV