Presbiacusia classificazione ed epidemiologia

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Presbiacusia classificazione ed epidemiologia Giovanni Ralli Dipartimento Organi di Senso, Università di Roma La Sapienza

Il concetto fondamentale delle nuove neuroscienze è che nel corso del tempo il cervello è sempre disposto a riformarsi e a modificarsi. Il cervello non è una cosa statica, ma un divenire, un processo di auto creazione noto con il termine di autopoiesi. L idea dunque di una intelligenza immutabile è falsa Il termine autopoiesi è stato coniato nel 1980 dai biologi cileni Francisco Valera e Humberto Maturana. In pratica un sistema autopoietico è un sistema che ridefinisce continuamente se stesso e si sostiene e riproduce dal proprio interno.

E stato accertato che il quoziente d intelligenza cresce o diminuisce secondo il tipo di stimolazione cui è sottoposto il cervello. L esperienza modifica il cervello che non è più considerato un organo rigido ma un organo plastico, capace di modellarsi e rimodellarsi continuamente in seguito alle esperienze. Tale processo è noto come fenomeno di plasticità sinaptica o plasticità neuronale.

Vale il principio se non lo usi, lo perdi così come se lo usi, lo migliori. I neuroni e le sinapsi che non si connettono tra loro tramite l apprendimento e la conoscenza subiscono un processo di apoptosi. Qualsiasi esperienza scolpisce fisicamente le connessioni neurali e rimane incisa dentro il cervello. Tutto ciò avviene sia a 8 giorni dalla nascita sia a 80 anni. Fino all ultimo, il cervello è affamato di nutrimento offerto dall ambiente e dall esperienza.

Sotto questo profilo le afferenze sensoriali di origine uditiva svolgono un ruolo determinante.

L invecchiamento è spesso accompagnato dall indebolimento dell udito presbiacusia L esame audiometrico rileva un abbassamento della soglia uditiva più o meno elevata (20-60 db) alle alte frequenze (2-8 khz).

E esperienza comune però che il rapporto tra elaborazione uditiva nella vita reale e la sensibilità ai toni puri è limitato. Evidenze cliniche suggeriscono che gli anziani con perdita di udito hanno una peggiore comprensione del parlato rispetto ai giovani con una perdita simile di udito Questa condizione non si rileva con un audiogramma convenzionale, ma denota un deficit di elaborazione uditiva.

Altre variabili percettive, come la discriminazione temporale e di intensità, la risoluzione di frequenza, l udibilità e l elaborazione binaurale non possono spiegare completamente il fenomeno della ridotta capacità di capire i discorsi in presenza di rumore.

Si ritiene che questo tipo di indebolimento della funzione uditiva sia provocata da una perdita di funzione a più livelli del sistema uditivo, dall apparato uditivo periferico ai livelli superiori del sistema uditivo centrale. Si ritiene che la perdita di udito dovuta all'invecchiamento sia dovute alla atrofia delle regioni uditive corticali e conseguentemente un indebolimento delle reti coinvolte nella rilevazione degli eventi salienti, nel controllo adattativo e nella riallocazione della attenzione. Questi meccanismi corticali sono impegnati durante l'ascolto in particolare in condizioni che richiedono uno sforzo anche negli individui normo-acustici.

Inoltre, la relazione tra perdita dell'udito e diminuzione delle funzioni cognitive suggerisce una potenziale eziologia comune. Non è ancora noto se i cambiamenti di udito periferico siano legati in modo diretto e causale ai cambiamenti nella funzione cognitiva generale, o se entrambi siano provocati da fattori metabolici generali, come ad esempio lo stress ossidativo.

Sicuramente, a seguito dell invecchiamento e della perdita dell'udito, l ascolto diventa faticoso e il peso cognitivo è costantemente elevato, riducendo la quantità di risorse cognitive disponibili. L ascolto difficoltoso e la ridotta capacità di riserva cognitiva potrebbe essere il fattore che accelera il declino cognitivo negli anziani con perdita di udito. Questi elementi suggeriscono una interazione funzionale tra gli effetti della perdita dell'udito e dell'invecchiamento, esacerbando gli effetti di ciascuno.

Nel 2012, l'organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato nuove stime sulla perdita dell'udito disabilitante. Per perdita dell'udito disabilitante si intende una perdita maggiore di 40 db nel orecchio migliore negli adulti (15 anni o più vecchi) e maggiore di 30 db nell'orecchio migliore nei bambini (da 0 a 14 anni). *La perdita dell'udito disabilitante si riferisce alla media dei valori a 500, 1000, 2000 e 4000 Hz

Secondo le stime dell'organizzazione Mondiale della Sanità sono 360 milioni di persone nel mondo con una perdita dell'udito disabilitante (5,3% della popolazione mondiale) Circa un terzo delle persone sopra i 65 anni sono affetti da una perdita dell'udito disabilitante

La definizione di perdita dell'udito disabilitante accettato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità ( PTA delle frequenze del parlato nell'orecchio migliore con una soglia di 40 db) comporta una prevalenza di perdita di udito negli adulti di età compresa tra 70 anni e più del 63,1%. Percentuale di anziani 0-9 % 10-19 % 20-24 %

Di conseguenza, il numero delle persone con perdita dell'udito crescerà proporzionalmente a causa della crescita della popolazione e dell'invecchiamento in tutte le regioni. Ipoacusia è un problema di salute pubblica che colpisce quasi due terzi degli adulti di età > 70 anni e 80% di quelli di età > 85 anni. Nonostante questa elevata prevalenza, la perdita dell'udito è spesso sotto-riconosciuta e sotto-trattata.

I sondaggi suggeriscono che la perdita dell'udito si posiziona per frequenza come la terza disabilità nella popolazione anziana, dopo il dolore cronico e la restrizione dell'attività fisica La presbiacusia disabilitante impatta in modo significativo sulla qualità della vita dei pazienti e produce ad una diminuita autostima, isolamento sociale, e depressione. La presbiacusia aggrava la disabilità cognitiva. La perdita dell'udito è tra le ragione che inducono le persone anziane a ritirarsi dal lavoro.

Recenti studi hanno dimostrato associazioni tra la perdita dell'udito e l'isolamento sociale, la cognizione, il declino funzionale, e le cadute. Varie ipotesi sono state proposte per spiegare la base questo fenomeno. Una possibilità è che la perdita di udito richieda maggiori risorse cognitive per la decodifica uditiva e pertanto ne consegue una minore capacità di risorse cognitive per altri compiti. Un'altra possibilità è che la perdita di udito provochi una difficoltà di comunicazione e un progressivo isolamento sociale che può condizionare la salute e provocare conseguenze funzionali.

Conclusioni: L esordio della presbiacusia è un processo subdolo, diverso da persona a persona. Individuarne precocemente i segni è utile ad interrompere o rallentare il percorso di deafferentazione sensoriale > processo di apoptosi e nello stesso tempo attivare e favorire la plasticità neuronale

Presbiacusia classificazione ed epidemiologia Giovanni Ralli Dipartimento Organi di Senso, Università di Roma La Sapienza