CONSIGLI PRATICI PER I FAMILIARI DEL PAZIENTE DISFAGICO
Gentile Utente, questa guida intende fornirle alcune informazioni e consigli per la gestione della persona con disfagia. Nel nostro Ospedale può trovare assistenza adeguata presso l ambulatorio di Logopedia della UO di Medicina Fisica e Riabilitazione. Sperando che questo opuscolo possa esserle utile, siamo a disposizione per una preziosa collaborazione. Dott.ssa Daniela Primon
DEGLUTIZIONE e DISFAGIA La deglutizione è l abilità di convogliare sostanze solide, liquide, gassose o miste dalla bocca allo stomaco. Una persona deglutisce in media più di mille volte al giorno per mangiare, bere o ingoiare la saliva. o Si definisce disfagia qualsiasi difficoltà nell atto di deglutire. La disfagia si può presentare nel paziente con patologie neurologiche (ictus ischemico o emorragico, traumi cranici, SLA, Sclerosi Multipla e M. di Parkinson in fase avanzata, demenze, ). SINTOMI DELLA DISFAGIA Tosse insistente alla deglutizione di saliva o all assunzione dei pasti; Necessità di schiarirsi la voce mentre si mangia o si beve; Voce gorgogliante (come se ci fosse del liquido sulle corde vocali); Rialzo febbrile modesto e costante nelle ore pomeridiane; Difficoltà respiratorie o calo della saturazione durante o subito dopo i pasti (la saturazione è la concentrazione di ossigeno presente nel sangue ed è un parametro misurato dall Infermiere); Tracheiti croniche; Diminuzione di peso per ridotta assunzione di cibo. 3
COME AVVIENE LA DEGLUTIZIONE NELLA NORMALITÀ Si Distinguono 6 Fasi: Fase 0, preparazione extraorale: riguarda la preparazione del cibo. Questa fase è importante per motivare il paziente a mangiare: pertanto sono da prediligere alimenti ben riconoscibili e appetibili. Le informazioni provenienti da vista e olfatto combinati all esperienza personale modificano la secrezione salivare e gastrica. Fase 1, preparazione orale delle sostanze: consiste nel masticare ed amalgamare con la saliva il cibo da deglutire. Fase 2, stadio orale: sospinto dalla lingua, il bolo viene convogliato verso il palato e la faringe (gola); in questa fase terminano i processi volontari (= atti in cui siamo noi a decidere con la nostra volontà) della deglutizione. Fase 3, stadio faringeo: si attivano molteplici meccanismi per far convogliare il cibo nelle vie digestive (esofago, stomaco) ed evitare che entri nelle vie aeree (trachea, polmoni). Fase 4, stadio esofageo: progressione del bolo verso l esofago. Fase 5, stadio gastrico: il cibo giunge allo stomaco per continuare ad essere digerito. 4
Fase della preparazione orale Bolo nel solco linguale (posizione antero-media) (posizione media-posteriore). Elicitazione del riflesso deglutitorio Bolo nel solco linguale (posizione antero-media). Fase faringea Bolo nel solco linguale (posizione media-posteriore). Fase faringea Bolo in ipoglottide, a livello cricofaringeo, in esofago. Fase esofagea Bolo in esofago. 5
VALUTAZIONE DEI DISTURBI DELLA DEGLUTIZIONE DEL PROPRIO FAMILIARE Le alterazioni della deglutizione saranno studiate da persone competenti (logopedista, medico ORL, fisiatra), se necessario anche con visite ed esami specifici. Al paziente ed ai suoi familiari verranno suggeriti dei provvedimenti da adottare per migliorare la capacità di deglutizione. INDICAZIONI AL PAZIENTE DISFAGICO PER UNA PIÙ FACILE E SICURA ALIMENTAZIONE Sono di seguito evidenziati i comportamenti, le posizioni e le caratteristiche dei cibi che facilitano l alimentazione. COMPORTAMENTI Durante il pasto ricercare un ambiente tranquillo evitando visite, confusione, televisione accesa Il tavolo deve essere apparecchiato in modo che il necessario sia visibile ed a portata di mano Il paziente deve mangiare da solo con il minor aiuto possibile del familiare (preferibilmente non imboccarlo, permettendogli di utilizzare le sue abilità) Procedere all alimentazione senza dare fretta al paziente rispettando i tempi di chi mangia e richiamando la sua attenzione Il paziente mentre mangia non dovrebbe parlare, né ridere, né piangere Evitare di aiutarsi bevendo i liquidi per deglutire i solidi Dopo ogni pasto effettuare la pulizia della bocca, dei denti e/o della protesi dentaria. 6
POSIZIONI Il paziente deve essere seduto con la schiena dritta e possibilmente con le braccia ben appoggiate sopra al tavolo (se a letto è necessario alzare adeguatamente lo schienale) Chi imbocca il paziente si deve porre di fronte a lui, seduto, cercando di avere il capo alla stessa altezza per evitare l estensione del capo verso l alto Il paziente ad ogni deglutizione deve flettere leggermente il capo verso l avanti 7
CARATTERISTICHE DEI CIBI Al paziente disfagico sarà prescritto di seguire, per un certo periodo di tempo, una dieta basata su una consistenza particolare: preferibilmente si inizia con la somministrazione di cibi semisolidi (alimenti frullati, come purea, di consistenza omogenea). La consistenza dei cibi può essere modificata con l uso di addensanti o diluita con brodo, acqua. A scopo precauzionale sarebbe bene evitare di mescolare cibi con consistenze diverse: minestrine, minestroni con verdura a pezzi, caffelatte con biscotti Per rendere più densi gli alimenti liquidi si utilizzano gli addensanti, che, a seconda delle indicazioni fornite dallo Specialista dei disturbi della deglutizione, potranno avere le seguenti consistenze: SCIROPPO 1 cucchiaio di addensante in un bicchiere di liquido (circa 100 ml) CREMA 1½ - 2 cucchiai di addensante in un bicchiere (circa 100 ml) BUDINO 2½ - 3 cucchiai di addensante in un bicchiere (circa 100 ml) Si raccomanda ai familiari di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite, per non incorrere in situazioni rischiose per la salute del proprio familiare. 8
ANNOTAZIONI
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Dipartimento di Riabilitazione Direttore: dott.ssa Daniela Primon Ambulatori di logopedia Dipartimento di Riabilitazione sede di Camposampiero Via P. Cosma, 1 T. (+39) 049 9324875 fisiokinesi@ulss15.pd.it sede di Cittadella Via Casa di Ricovero, 40 T. (+39) 049 9424601 fisioterapia_cit@ulss15.pd.it A cura delle Logopediste Cherubin Luana, Lovato Giovanna e Tronco Silvia edizione gennaio 2013