FRANCO ROSCINI VITALI PRINCIPI CONTABILI REVISIONATI



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FRANCO ROSCINI VITALI PRINCIPI CONTABILI REVISIONATI Principi contabili nazionali più moderni, dopo la revisione operata dall Organismo Italiano di Contabilità (Oic) che ha riguardato aspetti formali e aspetti sostanziali L Oic ha terminato la revisione dei principi contabili che, nella nuova versione, si applicano ai bilanci chiusi a partire dal 31 dicembre 2014. I principi contabili revisionati sono quelli che riguardano la redazione dei bilanci di esercizio e consolidati. Restano fuori dalla revisione l Oic 7 e l Oic 8 relativi, rispettivamente, a certificati verdi e quote di emissione di gas ad effetto serra già pubblicati nel 2013 nella nuova versione e i principi contabili relative alle operazioni straordinarie. Le novità formali interessano, innanzi tutto, la veste grafica con numerazione di ciascun paragrafo che rende più facile la lettura e immediati riferimenti e ricerca. Inoltre, sono state eliminate le note, il cui contenuto, se giudicato rilevante, è riportato nel testo. I riferimenti normativi, in precedenza contenuti all inizio di ciascun documento, sono stati inseriti nelle appendici. I vari documenti sono suddivisi in sezioni, in via generale relative a finalità, ambito di applicazione, definizioni, classificazione e contenuto delle voci, rilevazione iniziale, valutazioni successive e nota integrativa. La revisione operata dall Oic rende i principi contabili nazionali adeguati alla moderna prassi, limitando la convergenza tra principi nazionali e internazionali dove gli Ias/Ifrs offrono soluzioni condivisibili e consolidate, il tutto senza introdurre regole estranee alla nostra cultura contabile. Nel commento sono evidenziate, in particolare, le principali novità e in giallo quelle contenute nella versione finale dei principi rispetto alle bozze diffuse per la consultazione. 1

OIC 9 SVALUTAZIONI PER PERDITE DUREVOLI DI VALORE DELLE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI E IMMATERIALI Il principio contabile Oic 9 sostituisce i paragrafi, che trattano delle svalutazioni in presenza di perdite durevoli di valore, presenti nei precedenti principi Oic 16 e Oic 24 relativi, rispettivamente, a immobilizzazioni materiali immateriali. L articolo 2426, numero 3, del codice civile precisa che l immobilizzazione che, alla data della chiusura dell esercizio, risulta durevolmente di valore inferiore a quello determinato in base alle normali regole di valutazione, deve essere iscritta a tale minor valore: inoltre, l articolo 2427 n. 3-bis) prevede la conseguente informativa che deve essere fornita nella nota integrativa. Nell Oic 9 la determinazione della svalutazione per perdite durevoli di valore è modulata in base alle dimensioni dell impresa, semplificando l onere per le imprese di piccole e medie dimensioni. Se il valore recuperabile di un immobilizzazione è inferiore al suo valore netto contabile l immobilizzazione si iscrive in bilancio a tale minor valore: la differenza è imputata nel conto economico come perdita durevole di valore. Oic 9 (articolo 2426 n. 3 codice civile) Verifica del valore delle immobilizzazioni Valore recuperabile inferiore al valore netto contabile ----------------- SI svalutazione Valore recuperabile superiore al valore netto contabile ----------------NO svalutazione Il valore recuperabile di un attività è il maggiore tra il suo valore d uso e il suo valore equo (fair value); il primo è il valore dei flussi di cassa attesi dall attività, mentre il secondo è l ammontare ottenibile dalla vendita di un attività in una transazione ordinaria tra operatori di mercato alla data di valutazione: la transazione ordinaria non è una vendita forzata, né una vendita sottocosto. 2

Determinazione del valore equo (fair value) La migliore evidenza del valore equo di un attività è il prezzo pattuito in un accordo vincolante di vendita stabilito in una libera transazione o il prezzo di mercato in un mercato attivo. Se questi non esistono, il valore equo è determinato in base alle migliori informazioni disponibili per riflettere l ammontare che la società potrebbe ottenere, alla data di riferimento del bilancio, dalla vendita dell attività in una libera transazione tra parti consapevoli e disponibili. Nel determinare tale ammontare, la società considera il risultato di recenti transazioni per attività similari effettuate all interno dello stesso settore industriale. Ai fini della determinazione del valore recuperabile, al valore equo sono sottratti i costi di vendita. In molti casi, il valore recuperabile di un attività è il valore valore d uso e, pertanto, il confronto per determinare il valore recuperabile sarà operato tra questo e il valore residuo in bilancio: se il valore d uso è inferiore si pone il problema della svalutazione. Le società di minori dimensione possono evitare il sostenimento di oneri sproporzionati che deriverebbero dalla determinazione dei flussi di cassa attualizzati. Queste imprese sono quelle che, per due esercizi consecutivi, non superano nel proprio bilancio due dei seguenti limiti: numero medio dei dipendenti durante l esercizio 250, attivo 20 milioni di euro e ricavi 40 milioni di euro. Per queste imprese il principio contabile semplifica quanto in precedenza richiesto dall Oic 16, che prevedeva l attualizzazione dei flussi di cassa. La differenza tra il modello di riferimento e quello semplificato risiede nel concetto di valore d uso che, nel primo caso, è determinato tramite l attualizzazione dei flussi di cassa attesi dall utilizzo dell immobilizzazione, mentre nel secondo caso è costituito dalla capacità di ammortamento, determinata dal margine economico che la gestione mette a disposizione per la copertura degli ammortamenti. La capacità di ammortamento è calcolata sottraendo al risultato economico dell esercizio, non comprensivo degli elementi straordinari e delle relative imposte, gli ammortamenti delle immobilizzazioni: pertanto, non si effettua alcuna attualizzazione. 3

Oic 9 Valore recuperabile delle immobilizzazioni Maggiore tra Valore d uso e valore equo (flussi di cassa attesi dall attività (ammontare ottenibile dalla vendita) o capacità di ammortamento) Le svalutazioni Se un impresa non riesce più a stare sul mercato e a vendere i propri prodotti per eccesso di costi, significa che questi superano i ricavi. L impresa taglia i costi in eccesso, per esempio spese generali e costo del personale, ma in molti casi dovrebbe anche ridurre il valore residuo contabile delle immobilizzazioni al fine di diminuire i futuri ammortamenti. In tale situazione gli amministratori, a volte, cercano di risolvere il problema diminuendo gli ammortamenti: questo comportamento non è corretto. Invece, gli amministratori dovrebbero tagliare, ovvero ridurre il costo residuo delle immobilizzazioni al fine di ottenere minori costi derivanti dall ammortamento. L Oic 9 precisa che, dopo aver determinato la perdita, può rendersi opportuno rivedere la vita utile residua e il criterio di ammortamento dell immobilizzazione. La svalutazione si iscrive nella voce B.10 c) del conto economico, se riconducibile alla gestione ordinaria, o nella voce E.21 se di carattere straordinaria (per esempio, legata ad una ristrutturazione). La svalutazione delle immobilizzazioni non presuppone la definitività della perdita. Se vengono meno i motivi che avevano giustificato la svalutazione, il valore dell immobilizzazione è ripristinato nei limiti del valore che avrebbe avuto in assenza della stessa: il ripristino è imputato nel conto economico alla voce A.5, se la svalutazione era stata considerata ordinaria o alla voce E.20 se di carattere straordinario. Tuttavia, non è possibile ripristinare la svalutazione relativa all avviamento e agli oneri pluriennali di cui al numero 5 dell articolo 2426 del codice civile. Una flessione temporanea, da parte dell immobilizzazione, della capacità di produrre flussi in entrata non comporta necessariamente la svalutazione della stessa per perdita durevole 4

di valore. Medesimo discorso nel caso in cui alcuni esercizi del periodo preso a riferimento chiudano in perdita se altri esercizi dimostrano la capacità di produrre utili che compensano le perdite. Gli indicatori di perdita presi a riferimento nel principio contabile si caratterizzano per non imporre la rilevazione automatica di una svalutazione al verificarsi di determinate condizioni, ma costituiscono soltanto elementi da cui trarre spunto per effettuare il test di verifica della recuperabilità. La rilevazione della perdita si produrrà solo nel caso in cui il citato test abbia avuto esito negativo e, pertanto, nel caso in cui il valore attribuito al cespite sulla base dei flussi che è in grado di generare nel lungo termine risulta inferiore al valore contabile netto iscritto in bilancio. Tale approccio garantisce che flessioni temporanee della capacità di produrre flussi in entrata o variazioni, sempre temporanee, sfavorevoli dei tassi d interesse, ove recuperabili in termini di valore con successive variazioni positive, non producono svalutazioni per perdite durevoli. Pertanto, le evidenze fornite dagli indicatori di perdita non qualificano né la perdita né tantomeno la sua durevolezza: è la misurazione attraverso l applicazione del modello di determinazione del valore recuperabile che quantifica la perdita e fornisce gli elementi qualitativi e quantitativi per concludere che essa è anche durevole. Imprese maggiori Queste imprese, se non possono stimare il valore della singola immobilizzazione, determinano il valore recuperabile dell unità generatrice di flussi di cassa (UGC) alla quale l immobilizzazione appartiene: situazione che si verifica quando le singole immobilizzazioni non generano flussi di cassa in via autonoma rispetto agli altri cespiti. Il valore recuperabile di un attività è il maggiore tra il suo valore equo e il suo valore d uso. Non è sempre necessario determinare sia il valore equo di un attività sia il suo valore d uso. Se uno dei due valori risulta superiore al valore contabile, l attività non ha subito una riduzione di valore e, dunque, non è necessario stimare l altro importo. Se vi è motivo di ritenere che il valore equo approssimi il valore d uso non è necessario procedere alla stima di quest ultimo. Il principio elenca una serie di indicatori per stabilire la presenza di potenziali perdite durevoli di valore: per esempio, diminuzione del valore di mercato, obsolescenza o deterioramento fisico dell immobilizzazione, ristrutturazione o andamenti economici negativi dell impresa (si veda il box). 5

La determinazione del valore d uso comporta la stima dei flussi futuri in entrata e uscita che deriveranno dall uso continuativo dell attività e dalla sua dismissione e l applicazione, a tali flussi, del tasso di attualizzazione appropriato. In genere, budget e previsioni non dovrebbero superare l orizzonte temporale di cinque anni. La svalutazione relativa alla UGC si imputa prioritariamente all avviamento allocato alla stessa e, successivamente, in proporzione al valore contabile di ciascuna attività facente parte della UGC. Può anche verificarsi che l UGC a cui allocare l avviamento coincida con l intera società. Indicatori di potenziali perdite di valore: imprese maggiori Nel valutare se esiste un indicazione che un attività/ugc possa aver subito una perdita durevole di valore, la società considera, come minimo, i seguenti indicatori: a. il valore di mercato di un attività è diminuito significativamente durante l esercizio, più di quanto si prevedeva sarebbe accaduto con il passare del tempo o con l uso normale dell attività in oggetto; b. durante l esercizio si sono verificate, o si verificheranno nel futuro prossimo, variazioni significative con effetto negativo per la società nell ambiente tecnologico, di mercato, economico o normativo in cui la società opera o nel mercato cui un attività è rivolta; c. nel corso dell esercizio sono aumentati i tassi di interesse di mercato o altri tassi di rendimento degli investimenti, ed è probabile che tali incrementi condizionino il tasso di attualizzazione utilizzato nel calcolo del valore d uso di un attività e riducano il valore equo; d. il valore contabile delle attività nette della società è superiore al loro valore equo stimato della società (una tale stima sarà effettuata, per esempio, in relazione alla vendita potenziale di tutta la società o parte di essa); e. l obsolescenza o il deterioramento fisico di un attività risulta evidente; f. nel corso dell esercizio si sono verificati significativi cambiamenti con effetto negativo sulla società, oppure si suppone che si verificheranno nel prossimo futuro, nella misura o nel modo in cui un attività viene utilizzata o ci si attende sarà utilizzata. Tali cambiamenti includono casi quali: - l attività diventa inutilizzata, 6

- piani di dismissione o ristrutturazione del settore operativo al quale l attività appartiene, - piani di dismissione dell attività prima della data prima prevista, - rideterminazione della vita utile dell immobilizzazione; g. dall informativa interna risulta evidente che l andamento economico di un attività è, o sarà, peggiore di quanto previsto. Imprese di minori dimensioni Le imprese di minori dimensioni sono quelle che, per due esercizi consecutivi, non superano, nel proprio bilancio di esercizio, due dei seguenti limiti: numero medio dei dipendenti durante l esercizio 250, attivo dello stato patrimoniale 20 milioni di euro e ricavi netti delle vendite e prestazioni 40 milioni di euro. L approccio semplificato non è applicabile ai fini della redazione del bilancio consolidato. Ai fini della verifica della recuperabilità delle immobilizzazioni il confronto avviene tra il valore netto contabile iscritto in bilancio e la capacità di ammortamento dei futuri esercizi. Pertanto, sono stimati i flussi reddituali futuri riferibili alla struttura produttiva nel suo complesso e non quelli derivanti dalla singola immobilizzazione. Tuttavia, se l impresa ha una struttura produttiva segmentata in rami d azienda che producono flussi finanziari autonomi, il principio raccomanda di fare riferimento ai singoli rami: in tale situazione è necessario individuare opportuni criteri per la ripartizione dei costi indiretti (per esempio, oneri finanziari). Nel calcolo degli ammortamenti da contrapporre alla capacità di ammortamento si considera la struttura produttiva esistente: non si computano gli ammortamenti che deriveranno da futuri investimenti. Nel caso in cui, al termine del periodo di previsione esplicita della capacità di ammortamento, per alcune immobilizzazioni residua un valore economico significativo, tale valore, determinato sulla base dei flussi di benefici che si ritiene l immobilizzazione possa produrre negli anni successivi all ultimo anno di previsione esplicita, concorre alla determinazione della capacità di ammortamento: in sostanza, alla capacità di ammortamento si somma l eventuale valore economico che residua al termine del periodo di previsione. Anche per le imprese di minori dimensioni, l orizzonte temporale di riferimento non supera, generalmente, i cinque anni. 7

L eventuale perdita è attribuita prioritariamente all avviamento, se iscritto in bilancio, e successivamente agli altri cespiti, in proporzione al valore netto contabile: se è possibile effettuare l imputazione diretta, la perdita è attribuita alle singole immobilizzazioni. In ogni caso, l utilizzo del metodo semplificato costituisce una possibilità e non un obbligo. Indicatori di potenziali perdite di valore: imprese di minori dimensioni Gli indicatori di perdite durevoli di valore sono i seguenti: a. il valore di mercato di un attività è diminuito significativamente durante l esercizio, più di quanto si prevedeva sarebbe accaduto con il passare del tempo o con l uso normale dell attività in oggetto; b. durante l esercizio si sono verificate, o si verificheranno nel futuro prossimo, variazioni significative con effetto negativo per la società nell ambiente tecnologico, di mercato, economico o normativo in cui la società opera o nel mercato cui un attività è rivolta; c. il valore contabile delle attività nette della società è superiore al loro valore equo stimato della società (tale stima sarà effettuata, per esempio, in relazione alla vendita potenziale di tutta la società o parte di essa); d. l obsolescenza o il deterioramento fisico di un attività risulta evidente; e. nel corso dell esercizio si sono verificati significativi cambiamenti con effetto negativo sulla società, oppure si suppone che si verificheranno nel prossimo futuro, nella misura o nel modo in cui un attività viene utilizzata o ci si attende sarà utilizzata. Tali cambiamenti includono casi quali: - l attività diventa inutilizzata, - piani di dismissione o ristrutturazione del settore operativo al quale l attività appartiene, - piani di dismissione dell attività prima della data prima prevista, - la ridefinizione della vita utile dell immobilizzazione; f. dall informativa interna risulta evidente che l andamento economico di un attività è, o sarà, peggiore di quanto previsto. 8

Approccio semplificato: esempi Il principio contabile presenta, nell appendice C, due casi applicativi, relativi all approccio semplificato basato sulla capacità di ammortamento, dai quali si evince quanto segue: - prima di effettuare il test deve essere calcolato l ammortamento dell anno: in sostanza, prima si calcola l ammortamento e poi, eventualmente, si svaluta l immobilizzazione; questo perché l ammortamento, anche se per prassi sovente è contabilizzato alla fine dell esercizio, rappresenta la parte di costo dell immobilizzazione che ha concorso alla formazione dei ricavi durante tutto l esercizio; - i budget annuali comportano la stima di ricavi, costi variabili e fissi nonché degli oneri finanziari: dalla somma algebrica tra questi valori emerge la capacità di ammortamento, che deve essere confrontata con il totale degli ammortamenti (se inferiore porta ad un risultato negativo). In sostanza, il risultato del conto economico al lordo degli ammortamenti, senza considerare oneri/proventi straordinari e relative imposte, è confrontato con gli ammortamenti: il risultato di esercizio comprende anche le imposte (diverse da quelle relative a oneri/proventi straordinari). Calcolo della capacità di ammortamento Ricavi anno 1 anno 2... anno 5 - costi variabili - costi fissi - oneri finanziari A = Capacità d'ammortamento Ammortamenti cespite X Ammortamenti cespite Y Ammortamento avviamento B = Totale ammortamenti A-B = Risultato netto Come già illustrato, se al termine del periodo di previsione, per alcune immobilizzazioni residua un valore economico significativo, tale valore concorre alla determinazione della capacità di ammortamento e, pertanto, si somma alla stessa. 9

OIC 10 RENDICONTO FINANZIARIO L Oic, tenuto conto dell importanza informativa del rendiconto finanziario, ha emanato lo specifico principio contabile Oic 10, stralciando dall Oic 12 le indicazioni contenute in precedenza nel citato principio contabile. Il rendiconto finanziario fornisce informazioni di natura finanziaria non ottenibili dallo stato patrimoniale e dal conto economico: il principio contabile ne raccomanda la redazione a tutte le tipologie societarie, anche se il codice civile non la prevede espressamente. Il rendiconto, incluso nella nota integrativa, presenta le cause di variazione, positive e negative, delle disponibilità liquide e, pertanto, fornisce indicazioni utili per valutare la situazione finanziaria della società o del gruppo. L Oic 10 elimina l impostazione del rendiconto basata sul capitale circolante netto, già presente nell Oic 12, ormai obsoleta e non contemplata dalla prassi internazionale, prevedendo quale risorsa finanziaria le disponibilità liquide. Il rendiconto permette, tra l altro, di valutare le disponibilità liquide prodotte/assorbite dalla gestione reddituale e le modalità di impiego/copertura, nonché la capacità della società di affrontare gli impegni finanziari a breve termine e la capacità della stessa di autofinanziarsi. Il rendiconto finanziario include i flussi finanziari delle disponibilità liquide, suddividendoli tra gestione reddituale, attività di investimento e attività di finanziamento. La gestione reddituale comprende i flussi relativi alle operazioni connesse all acquisizione, produzione e distribuzione di beni e alla fornitura di servizi, nonché alle altre operazioni non ricomprese nell attività di investimento e di finanziamento. Il flusso finanziario della gestione reddituale può essere determinato con il metodo indiretto, rettificando il risultato del conto economico, oppure con il metodo diretto, evidenziando i flussi finanziari: nell appendice B del principio sono riportati gli esempi, mentre nell appendice A sono presentati gli schemi di rendiconto. Nell appendice C sono illustrate le motivazioni delle scelte operate nella redazione del principio. Il flusso di liquidità originato dalla gestione reddituale dell'impresa costituisce l'anello di congiunzione fra aspetto economico e finanziario della gestione e consente di comprendere come l'andamento economico si riflette sulla dinamica finanziaria dell'impresa. 10

L attività d investimento comprende i flussi che derivano dalle operazioni di acquisto e di vendita delle immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie e delle attività finanziarie non immobilizzate e consente di analizzare i pagamenti effettuati per acquisire attività destinate a produrre ricavi negli esercizi futuri. L attività di finanziamento comprende i flussi che derivano dall ottenimento o dalla restituzione delle disponibilità liquide sotto forma di capitale di rischio o di capitale di debito. I flussi devono essere presentati senza compensazione tra flussi di segno opposto: per esempio, i pagamenti effettuati per acquisire immobilizzazioni sono evidenziati separatamente dagli incassi derivanti da cessioni di altre immobilizzazioni. Per migliorare la comparabilità informativa sono state eliminate alcune alternative contabili in precedenza contenute nell Oic 12, prevedendo, per esempio, la distinta presentazione degli interessi pagati e incassati nella gestione reddituale (regola generale), salvo particolari casi (eccezioni) in cui essi si riferiscono direttamente ad investimenti (attività di investimento) o a finanziamenti (attività di finanziamento). I dividendi incassati e pagati sono presentati distintamente, rispettivamente, nella gestione reddituale e nell attività di finanziamento. I flussi finanziari relativi alle imposte, per motivi di semplificazione, sono distintamente classificati nella gestione reddituale. Il rendiconto finanziario Il rendiconto finanziario "elabora" le variazioni avvenute durante l esercizio nella situazione patrimoniale dell'impresa, ovvero gli scostamenti che derivano dal confronto dei valori dello stato patrimoniale alla fine dell'esercizio con quelli all'inizio dell'esercizio. Il rendiconto deriva in parte dallo stato patrimoniale e in parte dal conto economico, ma fornisce informazioni non ottenibili dai citati schemi, integrando l'informativa del bilancio: il flusso di liquidità prodotto dalla gestione si affianca e non sostituisce l'utile operativo e l'utile netto ottenibili dal conto economico. Il rendiconto mostra la capacità dell'impresa di generare liquidità, fattore di grande rilevanza per giudicare la situazione finanziaria. 11

OIC 12 COMPOSIZIONE E SCHEMI DEL BILANCIO D ESERCIZIO L Oic 12 analizza le singole voci del conto economico, coordinando lo stesso con gli altri principi contabili; inoltre, illustra il contenuto dello stato patrimoniale e della nota integrativa. L Oic 12 è un documento importante perché è il solo che si occupa dei costi e ricavi, mentre gli altri principi contabili riguardano poste patrimoniali, per esempio, immobilizzazioni, crediti, debiti e fondi. Il principio incorpora ora anche il precedente documento Interpretativa n. 1, relativo alla classificazione nel conto economico dei costi e ricavi: proprio in merito a questi sono presenti alcune precisazioni e novità. Nell Appendice A sono richiamate alcune norme del codice civile relative ai consorzi, mentre l Appendice B sintetizza le semplificazioni previste per il bilancio in forma abbreviata. Le Appendici C, D, E, F, G H sono dedicate, rispettivamente, all informativa sugli strumenti finanziari partecipativi, alle operazioni di locazione finanziaria e compravendita (Leasing e sale/lease back), alle operazioni di compravendita con obbligo di retrocessione, all informativa sull attività di direzione e coordinamento di società, all informativa relative a operazioni con parti correlate e accordi fuori bilancio. Infine, l Appendice H illustra le motivazioni delle scelte operate nel principio contabile. Stato patrimoniale Il principio contabile rammenta che il contenuto delle voci dell attivo e del passivo è analizzato nei singoli principi contabili (per esempio, Oic 13 rimanenze, Oic 19 debiti): l'iscrizione dell elemento dell attivo o del passivo è effettuata nella voce ritenuta, dal redattore del bilancio, più rilevante rispetto alle esigenze conoscitive degli utilizzatori dello stesso. In proposito, l'articolo 2424, comma 2, del codice civile prevede che se un elemento dell'attivo e del passivo ricade sotto più voci dello schema, nella nota integrativa deve annotarsi, se necessario per la comprensione del bilancio, la sua appartenenza anche a voci diverse da quella nella quale è iscritto: per esempio, nel caso di debito commerciale verso un'impresa controllata, tale debito dovrebbe essere classificato nella voce "Debiti verso imprese controllate", in quanto si tratta di un informativa rilevante per il lettore del bilancio. 12

La classificazione delle attività si basa sul criterio della destinazione : per esempio, costituiscono immobilizzazioni le attività destinate ad essere utilizzate durevolmente (articolo 2424-bis codice civile), mentre gli acconti sono classificati, al momento del pagamento, in base alla destinazione, per esempio rimanenze o immobilizzazioni. Per quanto riguarda i crediti, lo schema di stato patrimoniale fornisce alcune indicazioni di natura finanziaria: infatti, è richiesta la separata indicazione dei crediti a breve (esigibili entro l esercizio successivo) iscritti tra le immobilizzazioni finanziarie e dei crediti a lungo (esigibili oltre l esercizio successivo) iscritti nell'attivo circolante. Nel passivo, invece, la classificazione si basa sulla "natura" delle fonti di finanziamento in modo da distinguere i mezzi propri dai mezzi di terzi; inoltre, analogamente a quanto previsto per i crediti iscritti nell attivo circolante, lo schema richiede per i debiti la separata indicazione dei debiti a medio e lungo termine (esigibili oltre l esercizio successivo). La nota integrativa, poi, contiene l'informativa delle poste rettificative dell'attivo (svalutazione crediti, svalutazione magazzino, ecc.) che non possono essere iscritte nel passivo. Infine, i conti d'ordine sono elencati in calce allo stato patrimoniale, separatamente, una sola volta, senza l indicazione della contropartita, e non sono sommati ai totali dell attivo e del passivo. Conto economico Lo schema di conto economico è basato sulla distinzione tra attività ordinaria e attività straordinaria: la prima comprende l attività caratteristica e quella accessoria; inoltre, l attività finanziaria è evidenziata separatamente. La versione finale del principio contabile precisa che l attività straordinaria include i proventi e gli oneri la cui fonte è estranea all attività ordinaria della società. Sono considerati straordinari proventi e oneri che derivano da: a) eventi accidentali e infrequenti; b) operazioni infrequenti che sono estranee all attività ordinaria della società. La straordinarietà dell evento o dell operazione è determinata in funzione della loro natura in relazione all ordinaria attività della società. Restano esclusi gli eventi che, pur accidentali e non ricorrenti nel loro verificarsi o nel loro ammontare, sono connessi alla ordinaria attività della società (per esempio, il crollo accidentale di uno stabilimento costituisce un evento straordinario per una impresa industriale, mentre non è tale per 13

un impresa assicuratrice che lo abbia assicurato anche se i suoi effetti sono di estrema rilevanza per la stessa impresa assicuratrice). Non sono considerati straordinari: - scioperi, anche se di rilevante entità, in quanto rientranti nel rischio di impresa; - utili o perdite derivanti da variazioni di cambi; - perdite su crediti, anche se di rilevante entità (per insolvenza del creditore); - definizione di controversie, se di natura ricorrente e/o pertinenti all ordinaria gestione della società. Lo schema di conto economico è sintetizzato nel box seguente. Conto economico 1) Attività caratteristica (tipica) 2) Attività accessoria (atipica) Per esempio, affitto di immobili civili di proprietà di una società industriale: l attività non è caratteristica o tipica ma è svolta con carattere di continuità. I proventi e gli oneri relativi all attività in oggetto si iscrivono, rispettivamente, nelle voci A 5 e B 14. 3) Attività finanziaria 4) Attività straordinaria * * * * L attività caratteristica e l attività accessoria sono comprese nelle aree A e B dello schema. L attività finanziaria è compresa nello nelle aree C ed E, mentre quella straordinaria nell area E dello schema. Valore della produzione I ricavi sono iscritti nella voce A.1 al netto delle rettifiche per resi, sconti, abbuoni e premi: tuttavia, le rettifiche relative a ricavi di precedenti esercizi, anche derivanti da correzioni di errori, sono rilevati nelle voci E.20 ed E.21. Inoltre, i ricavi sono depurati degli elementi rettificativi, anche se questi sono determinati in base a stime. 14

Con riferimento ai lavori in corso su ordinazione (Oic 23), i ricavi di commessa acquisiti a titolo definitivo sono rilevati alla voce A.1, mentre il valore della produzione eseguita nell'esercizio, al netto di quella portata a ricavo, è rilevato alla voce A.3. La voce A.5, relativa a altri ricavi, proventi e contributi in conto esercizio, include anche le componenti reddituali positive derivanti da certificati ambientali. Tra i contributi in conto esercizio sono compresi quelli relativi all acquisto di materiali: pertanto, gli acquisti, di cui alla voce B.6) sono iscritti al lordo dei contributi, mentre la variazione delle rimanenze di materie prime, semilavorati e prodotti finiti è indicata nelle voci B.11) o A.2) al netto dei contributi stessi. E precisato che la voce A.5 comprende anche la quota di competenza dell esercizio dei contributi in conto capitale contabilizzati tramite la tecnica dei risconti passivi, anziché in diminuzione del costo dell immobilizzazione. Costi della produzione La contabilizzazione dei costi della produzione deve rispettare lo schema basato sulla natura degli stessi. Questo concetto riguarda anche gli accantonamenti per rischi e oneri che devono essere contabilizzati ricercando prioritariamente la voce più pertinente, utilizzando soltanto in via residuale le generiche voci B.12 e B.13. Per esempio, nella voce B.7, relativa ai costi per servizi, si rilevano anche gli accantonamenti a fondi di indennità per la cessazione di rapporti di agenzia e rappresentanza, fondi di indennità suppletiva di clientela e fondi di indennità per la cessazione di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa. La voce B.7 è relativa ai costi per servizi: sono servizi quelli in cui l'oggetto di un rapporto contrattuale con terzi consiste nel fornire una prestazione di fare. In via esemplificativa il documento individua i costi per energia elettrica (l'energia è un bene: articolo 814 Codice civile, ma il contratto è di servizio, ovvero di somministrazione), trasporti (tranne quelli rientranti tra i costi di acquisto di materie e merci addebitati dal fornitore in fattura), consulenza, compensi a amministratori e sindaci, pubblicità, royalties, lavorazioni e manutenzioni esterne, provvigioni, assicurazioni, ecc. La voce B.9, relativa ai costi per il personale, comprende anche il lavoro interinale: si tratta di un eccezione al criterio della classificazione dei costi in base alla natura degli stessi, motivata dalla necessità di privilegiare la rappresentazione sostanziale, costituita non dalla 15

prestazione di servizi ma dalla prestazione di lavoro del personale impiegato nell attività dell impresa. La voce B.10d), relativa alla svalutazione di crediti dell attivo circolante e disponibilità liquide, comprende le svalutazioni dei ratei e risconti attivi di natura non finanziaria, per esempio contratti di affitto: invece, le svalutazioni di ratei e risconti attivi di natura finanziaria, per esempio interessi, sono incluse nelle voci delle classi C o D. Nella voce B.14 sono compresi i componenti negativi reddituali derivanti da certificati ambientali. Proventi e oneri finanziari La voce C.16b), relativa a proventi da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni, comprende gli interessi maturati su titoli a reddito fisso iscritti fra le immobilizzazioni finanziarie (CCT, BTP, obbligazioni emesse da enti privati), comprese le eventuali differenze da indicizzazione e al lordo delle ritenute di legge (si veda l Oic 20). La voce C.16c), relativa a proventi da titoli iscritti nell attivo circolante che non costituiscono partecipazioni, comprende gli interessi maturati su titoli a reddito fisso (a tasso fisso o variabile) facenti parte della "tesoreria" dell impresa e, quindi, destinati a frequenti negoziazioni sul mercato finanziario; la voce comprende anche eventuali differenze di indicizzazione e la quota del disaggio di emissione maturata su titoli non immobilizzati. Con riferimento alla voce C.17, relativa a interessi passivi e altri oneri finanziari, nell ipotesi di contributi di enti pubblici o di privati che riducono gli interessi sui finanziamenti (per esempio, legge Sabatini per l acquisto di macchinari), è ribadito che l importo dei contributi è portato a riduzione della voce C.17, se conseguito nel medesimo esercizio in cui sono contabilizzati gli interessi passivi; se conseguito in esercizi successivi, è iscritto alla voce C.16d. Proventi e oneri straordinari I componenti reddituali derivanti da ristrutturazione del debito si iscrivono nell area straordinaria del conto economico. Nella voce E.21, in apposita sottovoce, sono iscritte tutte le imposte, dirette ed indirette, relative ad esercizi precedenti derivanti, per esempio, da contenziosi con l Amministrazione finanziaria, mentre la contropartita patrimoniale, se non sono pagate nel 16

corso dell esercizio, è costituita dalla voce B.2 relativa ai fondi o dalla voce D.12 relativa ai debiti a seconda delle caratteristiche della passività in base a quanto precisato dall Oic 31 e dall Oic 19. Nell'esercizio di definizione del contenzioso o dell'accertamento, se l'ammontare accantonato nel fondo imposte risulta carente rispetto all'ammontare dovuto, la differenza è imputata nella voce E.21, mentre se è esuberante l eccedenza è imputata nella voce E.20. Imposte sul reddito dell esercizio Con riferimento alla fiscalità differita, la voce 22 accoglie sia le imposte differite e anticipate dell esercizio sia quelle provenienti da esercizi precedenti, nonché l utilizzo delle stesse. Più in generale, tutte le variazioni delle attività per imposte anticipate e delle passività per imposte differite sono iscritte nel conto economico in contropartita alla voce 22 imposte differite e anticipate. Correlazioni Il concetto di correlazione per aree è rilevante nella redazione del conto economico. Per esempio, la voce A.5 comprende i ripristini di valore (nei limiti del costo) a seguito di precedenti svalutazioni delle immobilizzazioni materiali e immateriali nonché dei crediti iscritti nell attivo circolante e delle disponibilità liquide, se le precedenti svalutazioni sono state iscritte alla voce B.10. Invece, il ripristino è contabilizzato nella voce E.20 se riguarda una svalutazione di carattere straordinario contabilizzata in precedenza nella voce E.21. La voce A.5 comprende le sopravvenienze e insussistenze relative a valori stimati, non derivanti da errori, causate dal normale aggiornamento di stime compiute in precedenti esercizi. E il caso di fondi per rischi e oneri eccedenti rispetto agli accantonamenti operati, se l accantonamento è stato contabilizzato nella classe B tra i costi di gestione. Infatti, l Oic 31 prevede che l eliminazione o la riduzione del fondo eccedente è contabilizzata fra i componenti positivi del reddito nella stessa area (caratteristica, accessoria, finanziaria, o straordinaria) in cui era stato rilevato l originario accantonamento. 17

Conto economico: correlazione costi/ricavi A) Valore della produzione (In queste due aree si correlano costi/ricavi tipici e atipici) B) Costi della produzione = Differenza A) meno B) C) Proventi e oneri finanziari (Totale: somma algebrica di proventi e oneri finanziari) D) Rettifiche di valore di attività finaziarie (Totale: somma algebrica delle rettifiche positive e negative) E) Proventi e oneri straordinari (Totale: somma algebrica di proventi e oneri straordinari) = Risultato prima delle imposte - Imposte = Utile (Perdita) dell esercizio La modalità tecnica con cui è rispettato, nel conto economico, il principio di competenza si realizza mediante "la correlazione" tra costi e ricavi. In pratica, la correlazione è attuata nelle aree in cui è strutturato e suddiviso il conto economico stesso: nell'area B sono correlati i costi che hanno concorso alla formazione di ricavi e proventi iscritti nell'area A, mentre nelle aree C, D ed E sono contrapposti proventi e costi, rispettivamente, finanziari (C e D) e straordinari (E). Per esempio, la perdita o il danneggiamento dell'immobile in cui viene svolta l'attività, a seguito di un incendio, costituisce evento di carattere straordinario, che si iscrive alla voce E 21: per correlazione, il relativo rimborso assicurativo si iscrive alla voce E 20; in tal modo nell'area straordinaria si contrappongono il costo e il provento che derivano da un accadimento di carattere straordinario. Nota integrativa Le informazioni contenute nella nota integrativa, relative alle voci dello stato patrimoniale e del conto economico, sono presentate secondo l ordine in cui le relative voci sono indicate nello stato patrimoniale e nel conto economico. 18

L illustrazione dei criteri di valutazione non deve limitarsi al riferimento ai criteri indicati nell articolo 2426 del codice civile ma deve evidenziare anche la scelta fatta dalla società tra più criteri di valutazione ammessi dalla norma. Per esempio, con riferimento ai lavori in corso su ordinazione, la nota integrativa illustra se è stato applicato il metodo della commessa completata o il metodo della percentuale di completamento. OIC 13 RIMANENZE L Oic 13, relativo alle rimanenze, contiene, in particolare, due novità relative alla capitalizzazione degli oneri finanziari e alla contabilizzazione dei contributi. Definizioni Il principio, con riferimento al valore netto di realizzazione desumibile dall andamento del mercato con il quale si confronta il costo di iscrizione delle rimanenze (articolo 2426 n. 9 codice civile), ribadisce quanto già prevedeva la precedente versione. Il valore netto di realizzo rappresenta il prezzo di vendita nel corso della normale gestione, al netto dei presunti costi di completamento e dei costi diretti di vendita: questi sono costituiti, per esempio, dai costi per provvigioni, trasporto, imballaggio. Pertanto, la definizione conferma, indirettamente, che il valore netto di realizzo comprende anche l utile. Requisiti per la rilevazione Normalmente, i beni sono inclusi nelle rimanenze quando si verifica il passaggio del titolo di proprietà; tuttavia, in alcuni casi, sono iscritti avendo riguardo al trasferimento dei relativi rischi per la rilevanza che tale momento ha nell ambito di tali operazioni: è il caso, per esempio, della vendita di beni con riserva della proprietà. La precisazione, rispetto alla versione precedente del principio, vuole evidenziare che il trasferimento dei rischi rileva soltanto in particolari ipotesi, in quanto, normalmente, ha rilevanza il passaggio del titolo di proprietà: infatti, il nostro sistema giuridico si basa su quest ultimo, diversamente da quanto prevedono i principi contabili internazionali Ias/Ifrs, che non hanno a monte alcun sistema giuridico. Le rimanenze di magazzino includono non soltanto i beni che si trovano presso stabilimenti e magazzini, ma anche quelli presso terzi e in viaggio (quando, secondo le modalità di acquisto, la società ha già acquisito il titolo di proprietà): sono esclusi i beni ricevuti da terzi in visione, prova, conto lavorazione e/o deposito. 19

Oneri finanziari Gli oneri finanziari sono generalmente esclusi dalla determinazione del costo delle rimanenze: la capitalizzazione è ammessa solo con riferimento a beni che richiedono un periodo di produzione significativo (per esempio, invecchiamento, maturazione). La scelta di capitalizzare gli oneri finanziari è applicata in modo costante nel tempo (Oic 29). In ogni caso, il limite alla capitalizzazione degli oneri finanziari è rappresentato dal valore di realizzazione del bene. Metodi di valutazione La versione finale del principio contiene una rilevante precisazione relativa ai criteri di valutazione. Il metodo generale per la determinazione del costo dei beni è il costo specifico che identifica i singoli beni acquistati e i relativi costi: è adottato nei casi in cui le voci delle rimanenze non sono intercambiabili. L'articolo 2426, numero 10, codice civile prevede che «Il costo dei beni fungibili può essere calcolato col metodo della media ponderata o con quelli «primo entrato, primo uscito»; o «ultimo entrato, primo uscito»; se il valore così ottenuto differisce in misura apprezzabile dai costi correnti alla chiusura dell'esercizio, la differenza deve essere indicata, per categoria di beni, nella nota integrativa» Pertanto, il costo delle rimanenze di magazzino di beni fungibili può essere determinato alternativamente con i metodi Fifo, costo medio ponderato e Lifo. Quanto illustrato per ribadire che il costo specifico si applica obbligatoriamente ai beni non fungibili e facoltativamente ai beni fungibili i quali possono essere valutati con i metodi alternativi. Infatti, anche per le direttive contabili il criterio di riferimento è il costo specifico (criterio base), mentre gli altri costituiscono metodi alternativi. Tuttavia, la nota integrativa deve fornire evidenza dei casi in cui è utilizzato il costo specifico per determinare il costo dei beni fungibili in magazzino: pertanto, deve evidenziare il mancato utilizzo della facoltà di applicare i metodi alternativi. Il principio contabile precisa poi che il Fifo e il Lifo applicati ai singoli movimenti sono denominati, rispettivamente, Fifo continuo e Lifo continuo. Metodi di valutazione dei prezzi al dettaglio e dei costi standard 20

Ai fini della determinazione del costo delle rimanenze è possibile utilizzare anche il metodo dei prezzi al dettaglio e la tecnica dei costi standard se può essere dimostrato che producono valori assimilabili, con scostamenti trascurabili, a quelli prodotti dalle configurazioni di costo previste dall articolo 2426, numero 10, del codice civile. Il metodo di valutazione del prezzo al dettaglio è meglio descritto rispetto al principio contabile precedente e reso più comprensibile con un esempio riportato nell appendice C. Il principio contabile ribadisce che l utilizzo del metodo in questione è accettabile in quanto, se correttamente applicato, costituisce una modalità di calcolo del costo medio delle rimanenze. Il metodo si basa sulla contrapposizione tra valori di costo e valori di vendita dei beni ai fini della determinazione delle rimanenze. L applicazione del metodo comporta di: - raggruppare le merci per categorie omogenee in base alla percentuale di ricarico, data dalla differenza tra costo di acquisto e prezzo di vendita; - rilevare le entrate e le uscite di magazzino a valori: in particolare, le uscite sono rilevate a ricavo (prezzi di vendita) e le entrate sono rilevate sia a costo sia a ricavo, in modo da permettere l individuazione del ricarico: - modificare la valorizzazione a ricavo tutte le volte in cui cambia il prezzo di vendita; - determinare, a fine esercizio, il valore delle rimanenze valutate al prezzo di vendita attraverso la sottrazione dal valore complessivo del magazzino a ricavo dei ricavi effettivamente realizzati; - calcolare il costo delle rimanenze finali sottraendo dal valore delle rimanenze, valutate al prezzo di vendita, la percentuale di ricarico. Il metodo del prezzo al dettaglio è riconosciuto anche fiscalmente: si vedano l articolo 92, comma 8, del Tuir e la circolare n. 23 (protocollo 9/786) del 18 maggio 1983. I costi standard sono determinati in anticipo rispetto alla produzione, tramite l'utilizzo di specifiche tecniche, elenchi materiali, ore normali di lavoro, in condizioni normali o predeterminate di utilizzo della capacità produttiva degli impianti. L utilizzo dei costi standard è accettabile se rappresentativi dei costi effettivi e se aggiornati per riflettere cambiamenti sia nei prezzi che nelle condizioni di costo, quali ad esempio i mutamenti dei processi e dell'efficienza. L appendice E del documento contiene alcune precisazioni e informazioni. 21

Determinazione del valore di realizzazione Il codice civile (articolo 2426 n. 9) impone la valutazione delle rimanenze al minore tra costo di acquisto o di produzione e valore di realizzazione desumibile dall andamento del mercato (valore di mercato). Per valore di mercato si intende: - il costo di sostituzione per materie prime e sussidiarie che partecipano alla fabbricazione dei prodotti finiti; - il valore netto di realizzo per merci e altre rimanenze destinate alla vendita, prodotti finiti, semilavorati e prodotti in corso di lavorazione. Il costo di sostituzione è il costo al quale, in normali condizioni, una determinata voce di magazzino può essere riacquistata o riprodotta. Il valore netto di realizzo è il prezzo di vendita, nel corso della normale gestione, al netto dei presunti costi di completamento e di quelli di vendita (si veda quanto già illustrato in riferimento alle definizioni). Pertanto, i costi di completamento e le spese dirette di vendita (esempio, provvigioni, trasporto, imballaggio), si deducono ai fini della determinazione del valore netto di realizzo. Il principio contabile, dopo avere illustrato i metodi di determinazione del costo delle rimanenze, illustra alcuni casi particolari e ribadisce concetti rilevanti, già contenuti nella precedente versione, che è opportuno rammentare. La valutazione delle rimanenze di magazzino si effettua autonomamente per ciascuna categoria di elementi che compongono la voce. L'applicazione del minore tra costo e mercato per ampie categorie o addirittura al magazzino nel suo insieme può determinare significative compensazioni tra costi irrecuperabili (perdite previste) delle voci il cui costo eccede il mercato, con gli utili sperati ma non realizzati delle voci il cui mercato eccede il costo: questo, ovviamente, non è ammissibile (articolo 2423, n. 5 codice civile). Esemplifichiamo il concetto: un impresa ha in rimanenza due prodotti, A e B, il cui costo è parimenti di 100 (totale 200): valore di presunto realizzo per A 90 e per B 110. Non è possibile mantenere in bilancio i due prodotti a 100, perché si compenserebbe la perdita certa del prodotto A (pari 10) con l utile non realizzato e, pertanto, non di 22

competenza dell esercizio, relativo al prodotto B (pari a 10). Il prodotto A deve essere svalutato di 10 e, pertanto, il valore delle rimanenze finali è 190. Contributi in conto esercizio I contributi in conto esercizio acquisiti a titolo definitivo, relativi all acquisto di materiali, ai fini della valutazione delle rimanenze sono portati in deduzione del costo di acquisto, consentendo così di sospendere i costi effettivamente sostenuti al netto dei contributi ricevuti. Nel conto economico, i contributi sono iscritti nella voce A5, Altri ricavi e proventi, al fine di rispettare l articolo 2425, mentre i costi di acquisto delle materie sono rilevati nella voce B6 al lordo dei contributi in conto esercizio. La variazione delle rimanenze di materie prime, semilavorati e prodotti finiti è iscritta nelle voci B11 o A2 al netto dei contributi. Il trattamento contabile illustrato, contenuto nel principio contabile, è in sintonia con la Comunicazione della Consob n. DAC/RM/96003727 del 24 aprile 1996. I contributi in conto esercizio per l acquisto di materiali nel conto economico A) Valore della produzione A2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti. A5) altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio B) Costi della produzione B6) per materia prime, sussidiarie, di consumo e di merci B11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci 23

OIC 14 DISPONIBILITA LIQUIDE L Oic 14, relativo alle disponibilità liquide, contiene nuovi paragrafi che riguardano il Cash pooling. In alcuni gruppi societari la gestione della tesoreria è accentrata per ottimizzare l uso delle risorse finanziarie. Pertanto, un unico soggetto giuridico in genere la società capogruppo o una società finanziaria del gruppo gestisce la liquidità per conto delle altre società del gruppo tramite un conto corrente comune sul quale sono riversate le disponibilità liquide di ciascuna società. Nel bilancio delle singole società, la liquidità versata nel conto corrente comune rappresenta un credito verso la società che amministra il Cash pooling, mentre i prelevamenti costituiscono un debito verso la stessa. Crediti e debiti verso la società che gestisce il cash pooling sono classificati secondo le modalità previste dagli Oic 15 Crediti e Oic 19 Debiti (in base al rapporto di controllo, collegamento, ecc.). Nel bilancio della società che gestisce il cash pooling, crediti e debiti sono classificati simmetricamente alla classificazione operata dalla società partecipante al pooling. Con riferimento ai sospesi di cassa, che costituiscono uscite di numerario già avvenute ma non ancora registrate in attesa della documentazione necessaria alla loro rilevazione contabile, è precisato che devono essere eliminati alla data del bilancio, effettuando le registrazioni contabili in contropartita ai conti patrimoniali o economici. La versione finale del principio precisa che le disponibilità liquide vincolate sono iscritte nell attivo circolante, fatti salvi i casi nei quali la natura del vincolo è tale da indurre a considerarle quali immobilizzazioni. A questi fini rileva, tra l altro, la stabilità e la temporaneità del vincolo, oppure il fatto che il vincolo dipenda da una decisione presa dalla società stessa che decide di vincolare dei fondi o da soggetti terzi. OIC 15 CREDITI L Oic 15 contiene, nella versione finale, anche la disciplina della cancellazione dei crediti in precedenza diffusa in forma di bozza per la consultazione separatamente, rispetto all intero documento. Definizioni Le novità formali riguardano alcune definizioni riferite a cambiali attive e ricevute bancarie. 24