DIRITTO DI STAMPA 45
DIRITTO DI STAMPA Il diritto di stampa era quello che, nell università di un tempo, veniva a meritare l elaborato scritto di uno studente, anzitutto la tesi di laurea, di cui fosse stata dichiarata la dignità di stampa. Le spese di edizione erano, budget permettendo, a carico dell istituzione accademica coinvolta. Conseguenze immediate: a parte la soddisfazione personale dello studente, del relatore e del correlatore, un vantaggio per il curricolo professionale dell autore, eventuali opportunità di carriera accademica e possibili ricadute positive d immagine per tutti gli interessati. Università compresa. La dignità di stampa e, se possibile, il diritto di stampa erano quindi determinati dalla cura formale della trattazione, dalla relativa novità del tema di studio, dall originalità del punto di vista e magari dai risultati scientifici della tesi: e cioè quel vuoto che, in via di ipotesi, si veniva a riempire in un determinato stato dell arte, e dunque dal valore metodologico, anche in termini applicativi, della materia di studio e dei suoi risultati tra didattica e ricerca. Caratteristica del diritto di stampa, in tale logica, la discrezionalità e l eccezionalità. La prospettiva di contribuire, così facendo, alla formazione di élites intellettuali. Sulla scia di questa tradizione, e sul presupposto che anche l università di oggi, per quanto variamente riformata e aperta ad un utenza di massa, sia pur sempre un luogo di ricerca, nasce questa collana Diritto di stampa. Sul presupposto, cioè, che la pubblicità dei risultati migliori della didattica universitaria sia essa stessa parte organica e momento procedurale dello studio, dell indagine: e che pertanto, ferme restando la responsabilità della scelta e la garanzia della qualità del prodotto editoriale, il diritto di stampa debba essere esteso piuttosto che ridotto. Esteso, nel segno di un elevamento del potenziale euristico e della capacità critica del maggior numero possibile di studenti. Un diritto di stampa, che però comporta precisi doveri per la stampa: il dovere di una selezione mirata del materiale didattico e scientifico a disposizione; il dovere di una cura redazionale e di un aggiornamento bibliografico ulteriori; il dovere della collegialità ed insieme dell individuazione dei limiti e delle possibilità dell indagine: limiti e possibilità di contenuto, di ipotesi, di strumenti, di obiettivi scientifici e didattici, di interdisciplinarità. Un diritto di stampa, che cioè collabori francamente, in qualche modo, ad una riflessione sulle peculiarità istituzionali odierne del lavoro accademico e dei suoi esiti. Questa Collana, dunque, prova a restituire l immagine in movimento di un laboratorio universitario di studenti e docenti. E l idea che alcuni dei risultati più apprezzabili, come le tesi di laurea prescelte, possano mettersi nuovamente in discussione mediante i giudizi e gli stimoli di studiosi competenti.
Luca Pitoni L internazionalizzazione della piccola e media impresa nel contesto globalizzato Il caso del nucleo industriale di Rieti prefazioni di Vincenzo Regnini Tommaso Sediari
Copyright MMXIII ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Raffaele Garofalo, 133/A B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978-88-548-5932-6 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: aprile 2013
Ad Alberto e Lino
Indice 11 Prefazione di Vincenzo Regnini 13 Prefazione di Tommaso Sediari 17 Introduzione 19 Capitolo I L attuale contesto globale 1.1. Concetto e Sviluppi storici della Globalizzazione, 19 1.2. Gli aspetti economici alla base della Globalizzazione, 23 1.3. Il Sistema delle istituzioni internazionali, 27 1.4. L Organizzazione del Commercio globale: dal Gatt al Wto, 29 1.5. I principali fattori di criticità nel panorama globalizzato, 37 1.6. Cause ed effetti delle crisi globali, 39 1.7. Italia e Bric: rischi ed opportunità, 51. 59 Capitolo II L Internazionalizzazione delle Imprese: teorie e cause alla base del fenomeno 2.1. Il Concetto della Specializzazione in Economia Internazionale, 59 2.2. La struttura settoriale dell industria italiana, 63 2.3. Confronto della struttura settoriale tra l Italia ed i principali paesi industrializzati, 70 2.4. Le Teorie dell Internazionalizzazione delle Imprese, 73 2.4.1. La Teoria del ciclo di vita del Prodotto, 73 2.4.2. La Teoria dei vantaggi monopolistici e delle imperfezioni di mercato, 76 2.4.3. La Teoria delle Strategie Monopolistiche, 78 2.4.4. Le Teorie sui Costi di Transazione, 78 2.4.5. La Teoria dell Internalizzazione, 81 2.4.6. La Teoria Eclettica di Dunning, 82 2.4.7. Il modello giapponese, 83. 9
10 Indice 87 Capitolo III Lo sviluppo internazionale della Piccola e Media Impresa: Concetti e Strumenti 3.1. L Internazionalizzazione della PMI: Generalità, 87 3.2. Reti e Distretti, il loro ruolo nei Processi di Internazionalizzazione delle PMI, 94 3.3. Come affrontare il processo di internazionalizzazione, il ruolo strategico del Risk Management, 96 3.4. Strumenti e Prodotti Finanziari a sostegno dell Internazionalizzazione delle PMI: il caso SACE, 102. 109 Capitolo IV L Internazionalizzazione della Piccola e Media Impresa nel nucleo industriale di Rieti 4.1. L Internazionalizzazione della PMI nel nucleo industriale di Rieti: generalità, 109 4.2. La teoria del ciclo di vita del prodotto: il caso della Mysui Sr.l., 120 4.3. Tra concorrenza estera sul mercato domestico e le opportunità offerte dal mercato cinese: l internazionalizzazione della Italpiume, 122 4.4. La rete commerciale come strumento di internazionalizzazione di Injecta, 124. 127 Conclusioni 135 Bibliografia
Prefazione In un contesto in cui è necessario che le economie dei territori si riposizionino per poter affrontare al meglio la ripresa post crisi, il lavoro di Luca Pitoni offre importanti spunti di riflessione per gli operatori economici e le istituzioni che sono chiamati ad innescare ed assecondare questo processo. Spunti che, nell ambito di un analisi che lascia trasparire un elemento affettivo con il territorio, vedono l autore puntare l attenzione sul Caso Rieti per studiare le modalità con le quali, attraverso processi di internazionalizzazione, si può determinare un percorso di rilancio di medio lungo periodo. Questo in un area geografica che ha visto l epopea del settore manifatturiero fortemente sostenuta dagli incentivi della Cassa del Mezzogiorno doversi misurare con due crisi ravvicinate; la prima generata dal venir meno degli aiuti pubblici presenti come detto nei primi anni 90 e la seconda determinata dal contesto internazionale degli ultimi anni. Quello che risulta necessario in questo panorama ed in una provincia che registra indici infrastrutturali limitati, è il coraggio di puntare con rapidità ed in maniera lungimirante su quella economia intangibile che aiuterà a ripartire da nuovi parametri e facendo perno su quei fattori che ancora sfuggono ad un analisi economica puntuale per quanto numerosi segnali dimostrino le grandi potenzialità sia in termini di guadagno che di competitività. Questo territorio ha dimostrato già un effervescenza notevole negli anni, come testimoniato dalle numerose aziende nate per gemmazione dalle grandi imprese portate a Rieti dalla Cassa del Mezzogiorno ed è quindi da questa attitudine che bisogna ripartire per generare una gemmazione delle idee. La prospettiva che dovrà far perno sul Made in Italy, piuttosto che sul Made in Rieti e in Sabina, ma che non sia legata solo al settore manifatturiero tradizionale alle prese con le problematiche ma anche con le opportunità della globalizzazione, ma che abbia la capacità 11
12 Prefazione di andare oltre per ripensare un nuovo modello di sviluppo, aperto alla conoscenza ed all internazionalizzazione. In un economia globale, una gran parte di internazionalizzazione risulta quasi invisibile perché i nostri occhi e gli attuali dati statistici guardano esclusivamente ai flussi commerciali di importazione e di esportazione o agli investimenti diretti all estero. Ma il valore principale della globalizzazione è portato avanti dal valore della conoscenza, che è mosso dalla scienza, istruzione, tecnologia, mass media, internet, design, arti e gli stili di vita della moda e della cultura. Un aspetto, quello della conoscenza, che non può essere incorporato in beni materiali, come macchine, componenti, prodotti finiti o associato a movimenti di capitali. I canali di propagazione della conoscenza sono forniti da una qualche forma di rete reti cognitive o catene commerciali che collega i produttori e gli utilizzatori di questo nuovo valore. La nostra economia ha grandi opportunità di sviluppo di reti locali tra piccole imprese e può utilizzare, preferibilmente in rete (ecco l economia immateriale), un organizzazione in grado di stabilire collegamenti esteri, alleanze e contratti. In realtà, molte medie imprese dei distretti industriali italiani, che hanno adottato il modello di rete aperta come forma organizzativa nelle loro attività all estero, hanno raggiunto un livello invisibile di internazionalizzazione, maggiore dell apparenza. Questa anche la strada tracciata da Luca Pitoni in questo suo interessante lavoro che, puntando sulle potenzialità delle menti, prova a tracciare una direttrice di sviluppo su cui istituzioni ed operatori economici devono, necessariamente e senza indugio, investire per un rilancio durevole del territorio. Dott. Vincenzo REGNINI Presidente Camera di Commercio di Rieti
Prefazione Assistiamo a rapidi mutamenti, a sconvolgenti evoluzioni del nostro sistema economico al punto che è necessario mettere in discussione, ripensare, i modelli di sviluppo fin qui noti ed applicati che oggi mostrano segni di indebolimento rispetto ad un ordinato sviluppo economico e sociale. Certa è la considerazione che l economia di un Paese deve sempre più confrontarsi con la realtà mondiale. Il processo di internazionalizzazione del sistema economico e delle imprese in esso operanti è considerato una risposta strategica a questi elementi di cambiamento, e quindi una variabile dipendente da questi ultimi. Questa apertura ormai mondiale dei mercati sta producendo i suoi positivi effetti e quindi significativi vantaggi per il sistema economico. La creazione di un mercato allargato, di dimensione mondiale, privo di artifici produttivi a livello di singolo Stato, costituisce un opportunità di straordinaria rilevanza strategica per le imprese. L attivazione di un mercato mondiale aperto contribuisce ad eliminare le strozzature che si frappongono tra le esigenze di sviluppo dimensionale delle aziende e la dimensione ottimale dei mercati interni. Qualche perplessità si può nutrire: lo sviluppo economico non uniformemente distribuito nei vari paesi, questo allargamento del mercato finisce in alcuni casi per causare squilibri ulteriori, che possono aggravare le condizioni dei paesi più deboli. Questo è tanto più avvertito in assenza di adeguate politiche macroeconomiche di accompagnamento volte ad attutire l impatto della maggiore concorrenza sulle aree in ritardo di sviluppo; l effetto finale, già riscontrabile in non pochi casi, sarà un accentuazione di attività nelle aree più congestionate e un ulteriore processo di indebolimento economico nelle aree in ritardo. Relativamente invece ai vantaggi per le imprese l aumento della concorrenza sul mercato internazionale produrrà effetti differenti per 13
14 Prefazione ciascuna impresa in funzione della situazione di partenza, che attiene alla dimensione, alla sua capacità organizzativa, ai punti di forza e di debolezza esistenti. Al riguardo è interessante, per comprendere la prospettiva dell internazionalizzazione delle imprese, valutare la presenza o meno e l intensità del loro orientamento, ovvero quali sono le strategie corrispondenti ai fattori competitivi su cui esse stesse puntano per raggiungere il successo: l efficienza produttiva, le caratteristiche differenziali del prodotto, le capacità commerciali di marketing, l innovazione costante del prodotto. Tra i punti di debolezza da considerare la difficoltà di penetrazione sui mercati esteri. Si evince che la problematica maggiore risulta essere quella della non competitività dei prezzi dei prodotti a causa della concorrenza internazionale; segue la difficoltà nella ricerca dei canali di distribuzione. L economia italiana deve ancora compiere passi in avanti sostanziali verso l internazionalizzazione cosiddetta evoluta o allargata orientata cioè al controllo diretto dei mercati esteri. L internazionalizzazione più diffusa in Italia rimane ancora quella che potrebbe chiamarsi mercantile appunto perché limitata alla fase della vendita, e quindi in flussi esportativi che al limite arrivano alle funzioni di produzione e di vendita. Ciò giustifica l esigenza di considerare con attenzione i problemi connessi allo sviluppo di strategie consapevoli di crescita delle esportazioni per la loro importanza prioritaria nella nostra realtà nazionale. In una economia quale quella italiana nella quale il tessuto produttivo è appoggiato in larghissima misura su un sistema di imprese minori, il problema dell internazionalizzazione è oggetto di studio e di riflessione proprio perché le unità produttive, di per sé prese, avrebbero poche possibilità di proiettarsi verso l esterno se esse non si collocassero in un sistema interconnesso e a rete. Si rende necessario nel breve medio periodo una politica industriale calata nel contesto locale con significativi riferimenti alle risorse che saranno rese disponibili dalla programmazione delle future risorse europee. Le PMI, rappresentando la quasi totalità della presenza industriale italiana ed europea, costituiscono il motore della innovazione e della occupazione in Europa. I soggetti del rapporto concorrenziale non sono costituiti dalle sole imprese, ma anche dai centri di decisione politica. In sostanza
Prefazione 15 in un mercato internazionale, le possibilità di sviluppare forme di internazionalizzazione attiva da parte delle imprese sono condizionate dalla capacità di indirizzo e dal grado di sostegno da parte del sistema politico istituzionale. È poi importante sottolineare il ruolo delle Camere di Commercio che per i loro compiti istituzionali e le loro molteplici funzioni in materia devono rappresentare le interlocutrici più naturali delle PMI nei processi di internazionalizzazione. Siamo in presenza di imprese che hanno ancora una quota poco elevata del fatturato estero sul fatturato totale, operano in settori tradizionali, hanno un raggio di mercato internazionale limitato, sono poco radicate con filiali proprie sui mercati esteri, ricorrono poco a servizi di assistenza e consulenza, spetta al sistema regionale integrato dei servizi all export accrescere la propensione delle imprese all export, orientarle verso forme di internazionalizzazione più allargata e verso mercati non solo limitrofi. E in un discorso di innovazione e di competizione allargata prima o poi il sistema pubblico e quello privato non potranno non incrociare la ricerca nelle Università. Significativo quindi il collegamento con il periodo triennale di ricerca del Dott. Luca Pitoni che ha brillantemente conseguito di recente il titolo di Dottore di ricerca presso l Università degli Studi di Perugia per il Dottorato in Internazionalizzazione delle Piccole e Medie Imprese svolgendo appunto un elaborato, dal quale muove il presente saggio. Nella considerazione che comunque quello dell internazionalizzazione delle economie dei sistemi locali sia un fenomeno complesso e dai molteplici risvolti, il Dott. Pitoni offre un quadro aggiornato sul grado di internazionalizzazione del sistema economico regionale ed offre l elaborazione di scenari di previsione sugli andamenti attesi nei mercati esteri. In una prima parte con un analisi macroeconomica si indagano i flussi commerciali internazionali con alcuni approfondimenti di studio su alcune aree di rilevante importanza strategica In una seconda parte con un impostazione più microeconomica si approfondiscono alcuni percorsi strategici delle imprese esportatrici appartenenti al nucleo industriale di Rieti: grado di terziarizzazione, dinamiche di internazionalizzazione allargata, fattori e strategie competitive. Il tema della competitività, nell attuale cornice di globalizzazione delle attività economiche, assume un importanza centrale sia nell ana-
16 Prefazione lisi teorica che nella codificazione di strategie politiche ed imprenditoriali efficienti ed efficaci: centrali sono i temi della innovazione, della flessibilità, e del progresso tecnologico. Prof. Tommaso SEDIARI Coordinatore del Dottorato in Internazionalizzazione delle PMI dell Università degli Studi di Perugia