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Economia dei Mercati Agro-Alimentari (a.a. 09/10) Esame (12 luglio 2010) 1. (15p.) Si consideri il mercato della passata di pomodoro e si ipotizzi che esso sia caratterizzato dall esistenza di tre soli attori : le imprese produttrici di pomodori, le imprese di trasformazione dei pomodori in passata ed i consumatori della passata. Siano: P F = 238 2 Q F, la domanda di passata (in litri) da parte dei consumatori; P A = 50 + Q A, l offerta di pomodori (in kg.) da parte dei produttori; = 4, il coefficiente tecnico di trasformazione dei pomodori in passata, cioè che siano necessari 4 kg. di pomodori per produrre un litro di passata; 2 il costo unitario delle imprese per trasformare pomodori in un litro di passata (si tratta del costo aggiuntivo rispetto a quello dei pomodori). Si determini l equilibrio di mercato in condizioni di concorrenza perfetta. Si derivino: la quantità di passata acquistata dai consumatori, la quantità di pomodori prodotta dagli agricoltori e venduta da questi alle imprese di trasformazione, il prezzo dei pomodori e quello della passata. Si ipotizzi ora, invece, che il settore della trasformazione sia caratterizzato dall esistenza di un ristretto numero di imprese che agiscono in regime di oligopolio applicando un mark-up del 10%. Si determini l equilibrio di mercato in questo caso e si derivino: la quantità di passata acquistata dai consumatori, la quantità di pomodori prodotta dagli agricoltori e venduta da questi alle imprese di trasformazione, il prezzo dei pomodori e quello della passata, ed il profitto complessivo ed unitario (per litro di passata) delle imprese di trasformazione. Si ipotizzi ora, invece, che il settore della trasformazione sia caratterizzato dall esistenza di un unica impresa in grado di esercitare il ruolo di monopsonista/monopolista. Si determini l equilibrio di mercato in questo caso e si derivino: la quantità di passata acquistata dai consumatori, la quantità di pomodori prodotta dagli agricoltori e venduta da questi alle imprese di trasformazione, il prezzo dei pomodori e quello della passata, ed il profitto complessivo ed unitario (per litro di passata) delle imprese di trasformazione. 1

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2. (15.p) Per ciascuna delle affermazioni che seguono si dica se essa è vera o falsa e, nel caso in cui si ritenga che essa sia falsa (o vera solo in parte) perché (sinteticamente); nel caso in cui un affermazione non sia vera per più di una ragione, bisognerà indicarle tutte! 1. Il peso del valore aggiunto del settore dell agricoltura, della silvicoltura e della pesca sul valore aggiunto complessivo in Italia tra il 1970 ed il 2007 è diminuito, passando dal 17% al 6%; quello dell industria, invece, è diminuito dal 40% al 18%. Il peso sul totale del valore aggiunto del settore dei servizi nel 2007 era pari al 71%. 2. In un mondo in cui esistono due soli beni può accadere che al diminuire del prezzo di entrambi i beni (tutto il resto rimanendo invariato) aumenti il consumo di uno dei due beni e diminuisca quello dell altro; l utilità del consumatore aumenterà. 3. Le funzioni di domanda di carni e pesce, pane e cereali, latte, zucchero e bevande in Italia sono inelastiche (le elasticità sono, in valore assoluto, minori di 1). 4. Negli Stati Uniti le donne che non lavorano impiegano circa 70 minuti al giorno per preparare i pasti, quelle che lavorano a tempo pieno circa 40-45. Nel caso siano gli uomini a preparare i pasti, il tempo che impiegano mediamente al giorno è pari per quelli che lavorano a 110 minuti, per quelli che non lavorano a circa 75. 5. Il consumo medio annuo pro capite di vino n Italia nel 2006 era pari a circa 80 litri. Solo in Francia ed in Grecia i consumi medi pro capite erano più alti che in Italia. 4

6. Il Body Mass Index è un indicatore di obesità. In Italia esso decresce al crescere dell età ed è maggiore nelle donne rispetto agli uomini. In Calabria l incidenza di obesi e sovrappeso sulla popolazione adulta è leggermente al di sotto della media nazionale. 7. Il problema dell esistenza di un elevata percentuale della popolazione mondiale che non riesce ad avere accesso ad alimenti sufficienti, in quantità e qualità, per una vita sana è oggi un problema esclusivamente di povertà. Per fortuna le dimensioni del problema della povertà sono oggi relativamente contenute: la percentuale della popolazione mondiale che ancora oggi vive con meno di due dollari al giorno è pari al 12% di quella complessiva. 8. A parità di altre condizioni, se sia la domanda che l offerta del prodotto sono stagionali e la domanda è maggiore nei mesi in cui anche la produzione è maggiore, allora la variabilità dei prezzi è maggiore rispetto alla situazione in cui la domanda non cambia nel corso dell anno. 9. In condizioni di incertezza sui prezzi, un produttore avverso al rischio produrrà di meno che in condizioni di certezza con un prezzo pari a quello atteso in condizioni di incertezza. 10. Nel 2007 in Italia alla Grande Distribuzione Organizzata (discounts, supermercati ed ipermercati) era associata una quota di mercato dei prodotti alimentari pari a poco più del 60%. 5

11. Il numero di referenze grocery dell industria alimentari italiana nel Settembre 2006 era pari a circa 80000. Un Ipermercato in Italia offre, mediamente, al consumatore circa 5000 referenze. 12. Da un indagine dell Antitrust del 2007 è emerso che i prezzi dei prodotti ortofrutticoli tendono ad essere maggiori nei punti vendita del dettaglio tradizionale, seguiti dai mercati rionali; i prezzi più bassi tendono ad essere invece quelli della GDO. 13. Un prodotto dell agricoltura convenzionale può benissimo non contenere residui chimici (fertilizzanti, anticrittogamici, etc.). Infatti, circa il 30% dei campioni di prodotti ortofrutticoli analizzati in Italia nel corso di attività di controllo è risultata del tutto priva di residui. Inoltre, il 55% ne conteneva in quantità al di sotto delle soglie previste dalle norme, ma ben il 15% è risultato irregolare, poiché ne conteneva quantità superiori a quelle massime previste. 14. L introduzione di una Dop può essere richiesta o da un produttore o da un associazione di produttori. Ad oggi sono circa 450 i prodotti che in Europa hanno ricevuto il riconoscimento Dop e Igp. Tra i prodotti IGP c è anche il Cafè de Colombia, che non è un prodotto dell Unione Europea. 15. Un prodotto IGP è un prodotto per il quale almeno due tra le tre fasi di (a) produzione della materia prima, (b) trasformazione e (c) preparazione avvengono nell area geografica indicata nel disciplinare, che è quella della denominazione che viene protetta. 6