sistema produttivo zootecnico esistente sul territorio, e nell elaborazione

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64 Assessorato attività produttive, agricoltura, zootecnia La realtà zootecnica del Comune di Viggiano Il Comune di Viggiano con l intento di programmare un azione di sostegno al settore zootecnico ha commissionato all APA di Potenza uno studio del settore in modo da avere uno strumento, una fotografia, della realtà zootecnica presente sul territorio. Da qui è nato un protocollo d intesa tra il Comune di Viggiano e l APA di Potenza avente come fine quello di realizzare un programma di miglioramento genetico e produttivo degli animali d interesse zootecnico allevati sul territorio del Comune di Viggiano. L idea progettuale è quella di migliorare il profilo genetico ed il livello produttivo degli animali allevati nel territorio, attraverso una serie di azioni tecniche da svolgere direttamente in ciascuna attività produttiva, nel contempo si cerca di incoraggiare l innovazione tecnologica e la valorizzazione dei prodotti. Ad oggi il programma è nella sua fase d attuazione e qui pubblicheremo alcuni dei risultati sinora ottenuti. Il primo punto del programma era proprio la definizione del API Potenza sistema produttivo zootecnico esistente sul territorio, e nell elaborazione delle check list aziendali, si sono evidenziate tutti i punti di forza e quelli di criticità del sistema zootecnico. Alcuni di questi sono ora illustrati, stratificando le aziende in base al settore zooeconomico d appartenenza (bovini latte, bovini carne e ovicaprini). Nella descrizione del sistema zootecnico, partiamo dalla risorsa più importane vale a dire l uomo, le persone che vivono nelle aziende zootecniche sono - grafico n.1 - all incirca trecento che si dividono quasi equamente nei tre settori produttivi (grafico 1). Le aziende zootecniche presenti sul territorio di Viggiano sono novanta, (28 bovini latte, 27 bovini carne e 35 ovi-caprini ), alcune di queste sono aziende "promiscue", in pratica, aziende in cui sono allevate più specie animali (vedi grafico 2). Settore bovini latte Le ventotto aziende presenti sul territorio, impegnano per la loro attività circa 930,00 Ha di superficie, il 73,47% della superficie agraria utilizzata (SAU) risulta essere di proprietà. La dimensione aziendale più frequente ricade tra gli 11 e 20 Ha (grafico 3). Le colture maggiormente praticate, aventi come utilizzo l alimentazione del bestiame (auto approvvigionamento) sono graminacee e leguminose per fieno ( 500 Ha), per insilato ( 240 Ha), graminacee per granella ( 90 Ha), foraggi per l utilizzo diretto pascolo ( 100 Ha). - grafico n.2 -

65 - grafico n.3 - - grafico n.4 - - grafico n.5 - - grafico n.6 - La consistenza zootecnica per questo settore (vacche e manze) ammonta all incirca a 1380 capi con una netta prevalenza della razza Frisona Italiana (grafico 4). Da un analisi sul miglioramento genetico delle vacche e manze destinate alla produzione di latte, si può notare l andamento (grafico 5) della selezione per le vacche e manze in base al rank* ufficiale. Il risultato è soddisfacente, in effetti, vi è una prevalenza per le manze nelle classi più alte, in modo quasi speculare, a quello che succede per le vacche dove la maggior parte dei capi è concentrata nei rank più bassi, ciò si traduce nel fatto che la selezione sin ora effettuata si è mostrata efficace giacché la nuova generazione si mostra geneticamente migliore di quella precedente. Motivo di vanto è la presenza di manze e vacche con rank 99 (cioè il miglior 1% a livello nazionale). * Il rank ufficiale va da 0 a 99 e divide la popolazione indicizzata in percentili. Il rank 99 indica il miglior 1% della popolazione a livello nazionale. Nella formazione di quest indice concorrono diverse caratteristiche somatiche e produttive come ad esempio: quantità di grasso, quantità di proteina, la longevità funzionale, l indice composto mammella ICM, ed altri. Gli altri indici presi in considerazione sono: il PFT (Produttività, Funzionalità e Tipo), è un indice di selezione che combina qualità del latte e funzionalità (grafico 6); l indice ICM (Indice Composto Mammella), è un indice di che permette di selezionare una mammella funzionale, è un indice composto perché tiene conto di vari parametri somatici e funzionali della mammella (grafico 7); indice IAP (indica Arti e Piedi), combina i caratteri somatici e funzionali degli arti e piedi (grafico 8). Nei due grafici sopra riportati in blue è l andamento dell indice nella popolazione osservata, in giallo è la media TOP regionale, mentre in magenta è riportata la media provinciale. Nei due grafici, si denotano i

66 - grafico n.7 - - grafico n.8 - - grafico n.9 - - grafico n. 10 - margini di miglioramento ancora possibili (l area che si trova sotto la media TOP), quindi, per il raggiungimento dell obiettivo si rende necessaria un intensità selettiva maggiore. Per le strutture, e adeguamenti alle norme vigenti per la qualità del latte, i dati raccolti sono abbastanza positivi (grafico 9), anche se per la raccolta e stoccaggio delle deiezioni concimaia e per la raccolta del latte stanza latte sono necessari adeguamenti e/o costruzioni ex-novo. Il prodotto finale, il latte, è venduto per lo più al 1 acquirente (venduto al trasportatore), il resto della produzione è venduta ai caseifici o a cooperative locali (grafico 10). Il contingentamento delle quote latte, la difficoltà a reperirne nuove, crea notevoli difficoltà agli allevatori di questo settore, si stima un deficit di quote pari a circa 17.000 q.li. Settore bovini carne Gli allevamenti con questo indirizzo zooeconomico, sono ventisette con una superficie totale di 1.806 Ha, per lo più di proprietà (grafico 11) e la SAU (superficie agraria utilizzata) è investita, per quasi la totalità, a pascolo (grafico 12). Il settore dei bovini carne mostra molte lacune, sia da un punto di vista delle strutture che da quello del miglioramento genetico, infatti, ancora molte strutture non sono adeguate alle norme vigenti. La stabulazione fissa è a tutto oggi la tipologia prevalente (grafico 13), gli animali utilizzati per la produzione di carne sono di svariate razze e non tutte specializzate in questa attitudine (grafico 14) come ad esempio la Bruna Alpina e la Frisona Italiana. Più del 50% degli allevamenti è di tipo aperto, vale a dire non eseguono l ingrasso e finissaggio dei vitelli, ma preferiscono la vendita o il macello subito dopo lo svezzamento (grafico 15), con danno economico da parte dell allevatore. La motivazione a quest irrazionale management è da ricondurre alle scarse attrezzature attualmente in uso da parte degli allevamenti e, soprattutto,

67 - grafico n.11 - - grafico n.12 - - grafico n.13 - - grafico n. 14 - alla non possibilità di far massa critica per avere un ruolo da protagonisti nella commercializzazione della carne. Altro momento di criticità del settore carne è il problema sanitario circa il 70% delle aziende hanno o hanno avuto problemi di carattere sanitario, soprattutto nell anno 2005 le aziende focolai di brucellosi o tubercolosi è notevolmente aumentata (grafico 16). Il danno economico è di notevole portata, il 35% delle aziende interessate ha eseguito un abbattimento totale della mandria (grafico 17). La situazione odierna da dei segnali di ripresa o quanto meno di contenimento dei focolai, infatti, il 60,71% delle aziende hanno la qualifica di ufficialmente indenne. Segnali positivi vengono anche dal numero di aziende presenti si è passati da 22 aziende nel 2005 alle 28 attuali (grafico 18). Settore Ovicaprini Parliamo di settore ovicaprini perché, quasi la totalità delle aziende alleva queste due specie (ovina e caprina) in promiscuità. La specie prevalente è senza dubbio quella ovina con circa 4500 capi mentre le capre risultano essere inferiore alle 2000 unità. Le aziende operanti nel settore sono 63, di cui 35 sono quelle che allevano solo ovicaprini. L attitudine produttiva maggiormente allevata, per gli ovini, è la pecora da carne (grafico 19), di razza merinizzata e suoi derivati. Più di razze possiamo parlare di popolazioni perché vi è un forte deficit di soggetti puri miglioratori, quindi come prima problematica del settore è l introduzione di nuclei di selezione in modo da ottenere: 1. miglioramento delle performance produttive (migliore indice di conversione alimentare, e di conseguenza migliori rese alla macellazione); 2. possibilità dell iscrizione ai CCFF, in modo da avere un valido strumento per effettuare selezione all interno del gregge; 3. per gli ovini da latte, è auspicabile l introduzione di soggetti specializzati nella produzione del latte, in modo da ottenere

68 - grafico n.15 - - grafico n.16 - - grafico n.17 - - grafico n. 18 - produzioni quantitativamente maggiori e, soprattutto, per ottenere una produzione più lunga nel corso dell anno (in media, con le razze specializzate, la lattazione permane per tre mesi in più). La distribuzione delle aziende, in base alla consistenza animale (grafico 20), fornisce un indicazione sulla polverizzazione delle aziende del settore. L orografia del territorio favorisce particolarmente questo tipo d allevamento (grafico 21), infatti, più del 65% della SAU è pascolo. Quest elaborazione, fornisce un quadro della realtà zootecnica e delle unità lavorative che impegna tale realtà nell intero territorio del Comune di Viggiano e alla luce dei risultati ottenuti si denota quanto sia complessa la problematica della zoote- cnia nei diversi settori e quanto si rende necessaria una politica d intervento e sostegno a questo settore che riveste notevole importanza nella vita socioeconomica del comune di Viggiano. - grafico n. 19 - - grafico n. 20 - - grafico n. 21 -